A Piece of Paradise

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    Calma. Quel posto trasmetteva un senso di pace e tranquillità infinita, che Ostin non aveva mai provato in vita sua. Il ragazzo si era ritrovato in quel posto bellissimo, senza alcuna idea nè di come ci fosse arrivato, nè effettivamente di dove si trovasse.
    Perchè decisamente non era la sua città.
    Ostin era riemerso poco prima da quell' acqua purissima che adesso lo circondava quasi totalmente. Si trovava infatti su una lingua di terra di quello che sembrava essere un arcipelago, un insieme di isolette e lingue di terra più o meno grandi, ricoperte d'erba verde. Ostin inspirò a fondo l'aria pura e chiuse un attimo gli occhi. Era una splendida giornata, il sole era alto some in una giornata d'estate. Per un secondo si dimenticò di essere in una regione a lui totalmente estranea, e si abbandonò alla brezza leggera e alla pace di quel posto.
    Dopo poco, si riscosse e cominciò a camminare in tondo, esplorando la splendida valle in cui era arrivato, chissà come. C'erano altri abitanti? Pareva una zona sperduta. Beh, Ostin immaginò che lo avrebbe scoperto presto. Si aggiustò lo scaldacollo per proteggersi meglio dalla brezza fresca e, con le mani in tasca, si allontanò a grandi passi in direzione opposta allo specchio d'acqua da cui era emerso pocanzi, con il vento in faccia che gli scompigliava i capelli, molto alla action-movie.
    Ciò che lui non sapeva, però, è che quello era l'inizio di un'avventura molto più grande di quanto Ostin potesse immaginare.
    Aveva inizio il suo viaggio su Endlos.

    .. E non potevo hypeggiarla di più, così inizia la mia e la nostra avventura!
     
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    Antonio Banderas


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    Banderas provò una certa emozione risalirli la schiena, mentre con i piedi, pestava l’erba smeraldina della valle del vento.
    Respirò a pieni polmoni la fresca aria della mattina, ancora impregnata dall’umidità, che la notte, aveva lasciato come dono alle prime luci dell’alba.
    Le lunghe passeggiate gli erano sempre piaciute, il mulino che però gli era stato assegnato da Quarion, gli prendeva molto tempo, sopratutto nelle prime parti della giornata.

    Era riuscito però a sistemare un grande numero di cose, lasciando che fossero i suoi collaboratori a spostare le varie casse che contenevano i vari pezzi di mobilia. Nella sua mente, il secondo piano del mulino sarebbe diventato un piccolo punto di ristoro per tutta la gente stanca o ferita, che vagava per Chediya.
    D’altronde l’attività stava procedendo molto bene. Era riuscito a farsi molta pubblicità ed era diventato fornitore di una locanda del nord. Quindi, quella piccola passeggiata fuori orario, era per lui la ricompensa più gradita.

    ”Guarda che colori, che cielo e che acqua cristallina!”

    La mano affondò nell’acqua, portando alla bocca del mugnaio, il fresco dono della sorgente da cui proveniva.

    ”Mi serviva proprio questa mattinata libera! Mi sento nuovamente giovane.”

    Si sdraiò infine a terra, respirando nuovamente l’aria fresca della mattina.



    Quando si svegliò dal suo sonno, si rese conto che era ancora supino sul suolo. Il sole era più alto, ma non dovevano essere passate più che qualche paio d’ore.
    Alzandosi si stiracchiò al suo limite, le ossa emisero qualche rumore, ma poi tornarono silenziose.
    Intorno a lui nulla sembrò essere cambiato, tranne un ragazzino che si guardò attorno con aria spaesata.

    ”Che si sia perso? Sembra giovane e il paesaggio è tutto uguale. Potrei dargli una mano.”

    Si ripulì la maglia dai pochi fili d’erba che gli erano rimasti incastrati, poi andò verso la giovane figura.

    ”Ehi tu! Tutto a posto?”

    Star del Cinema:

    Per quanto la gente continui a dire che è caduto in basso, Banderas non si è mai sentito così in pace con sé stesso. La gioia del lavorare la pasta frolla lo ha reso un uomo nuovo e migliore per certi versi. Queste emozioni le esterna continuamente, contagiando perfino chi ha intorno. A renderlo ancora più affascinante, è il fisico che è rimasto invariato durante gli anni. Ancora compatto e muscoloso per via degli allenamenti che si sottoponeva da giovane, i quali comprendevano attività fisiche di ogni genere, perfino camminare su una fune.

    -(Malia: Carisma; Malia: Tranquillità;+ 50% Agilità; + 50% Velocità; Equilibro perfetto)
     
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    "Ci vuole saggezza per comprendere la saggezza.
    La musica non è nulla se il pubblico è sordo".


    Walter Lippermann.

    Area cimiteriale, Latifondo.
    Presidio Errante, Endlos.



    Stanco del caos cittadino tipico di Laputa ed Istvàn -motivetti allegro da orchestra, ma spesso ricolmi di note stonate e strumenti raccapriccianti- il giovane Principe di Laputa aveva infine scelto riparo in un luogo decisamente più silenzioso ed appartato. Dopotutto, Shea era una località lungamente elogiata da ogni artista per centinaia di aspetti: i musici ne adoravano il silenzio, intervallato solo dallo scrosciare dell'acqua fresca e limpida, mentre i pittori ne elogiavano i colori e la luce, considerando l'acqua come il miglior specchio in natura. Fu così che, sotto suggerimento di Kerobal, il Saggio ebbe modo di sperimentare sulla propria pelle le medesime storie. Violino nero in mano ed occhi socchiusi, si abbandonò allo scrosciare dell'acqua nelle cascate -delizioso sottofondo alla sua musica- e mai come allora ne apprezzò la ritmica, più adeguata a suoni lievi e rilassanti che al parlare della gente in piazza.

    ”Guarda che colori, che cielo e che acqua cristallina! Mi serviva proprio questa mattinata libera! Mi sento nuovamente giovane.”

    Eppure, nonostante il silenzio, gli giunsero effettivamente delle voci. Una maschile, ed il rumore dell'acqua che s'interrompeva -forse smossa da qualche nuovo ostacolo fisico. Tenendo gli occhi chiusi e continuando a suonare, il giovanotto ponderò la possibilità che potesse essere un uomo intento a farsi il bagno e... non fu del tutto sicuro di voler cercare quella fonte di disturbo.
    Poi, però, si mise anche ad urlare.

    ”Ehi tu! Tutto a posto?”

    A quel punto l'archetto si paralizzò, in parte per la stizza ed in parte perché -dalle sue deduzioni- tale domanda sottintendeva che qualcuno fosse effettivamente in una situazione poco piacevole. Se non lo era, sicuramente vedere un uomo svestito non sarebbe stato particolarmente piacevole.

    Lowarn aprì gli occhi: abituato al buio delle palpebre, la luce intensa e ben diffusa dagli specchi d'acqua gli diede inizialmente un leggero fastidio. Poi, senza lamentarsi più del dovuto, ripose i suoi strumenti in una custodia e si diresse verso la fonte di quel suono. Fortuna volle che nessuno fosse in pericolo... e che nessuno di loro era intento a farsi il bagno.

    -Oh.

    Sconvolto da quella novità, rimase a fissare per qualche attimo Banderas, gli occhietti perplessi e la boccuccia deformata a piccola "o". Gli sembrava inoltre di averlo già visto da qualche parte, ma non ebbe modo di ricordare.
    Orecchio Assoluto
    Si dice che in media solo una persona su cinquantamila può vantare di possedere l'orecchio assoluto, abilità innata che permette di identificare una nota musicale -anche ascoltata una sola volta ed in totale assenza dell'ausilio di un suono di riferimento- così da determinarne la frequenza. Nonostante questo talento sia totalmente slegato al tipo di vita condotta dall'individuo, indica comunque una certa attitudine ed il gusto per la musica; chi ha orecchio è infatti capace di riprodurre qualsivoglia melodia, registrandola nella propria mente al medesimo istante della sua esecuzione.
    Possessore dalla nascita di questo talento, Lowarn è in grado di discernere le note vibranti celate nelle intonazioni vocali, il battito cardiaco e lo stesso respiro delle persone che lo circondano, rendendolo di fatto capace di intuire le loro emozioni e -in molti casi- anche le intenzioni di ciascun individuo, riuscendo ad individuare perfino i bugiardi. Per tale ragione sarà in grado di "prevedere" in anticipo di pochissimi millesimi di secondo le loro mosse, riuscendo così a rispondere più rapidamente ad ogni stimolo esterno, sia fisicamente che magicamente.
    Oltre a tali abilità, è anche portatore di un udito decisamente fuori alla norma: nel raggio di quindici metri è in grado di sentire qualunque cosa provochi vibrazioni, anche impercettibili come il battito cardiaco di un vivente.

    [Auspex Passivo 15m + Instant Casting + Bonus PU Agilità/Destrezza + Empatia emozioni + Discernimento Bugie].
     
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    <<ehi tu! Tutto a posto?>>



    Questa frase lo riscosse dal suo stato di torpore, e Ostin si ricordò di essere in una terra sconosciuta che per quanto bella potesse sembrare poteva sempre celare pericoli ovunque, perciò si riscosse e aguzzò la vista, in cerca dell' origine della voce.
    Notò due figure poco distanti da lui: un uomo vestito in abiti comodi, dall'aspetto rurale, e un ragazzino più giovane,poco più indietro, che invece pareva decisamente di più nobile casata.
    Ostin dedusse che la voce che aveva sentito doveva appartenere all' uomo davanti a lui, dato che sembrava decisamente adulta, mentre il ragazzino era forse più giovane di lui.
    Che fare? Dire tutto? del tipo: "uh, si, scusate, mi sono perso e sono passato dalla metropoli al cortile di Heidi?" no, non sembrava la migliore delle idee. Ma d'altronde, che altro poteva fare? il posto pareva proprio in culo al mondo, qualunque mondo fosse. Se i due fossero stati ostili, beh... Ostin sperava che non sapessero nuotare. O di riuscire a correre più veloce di loro, anche se era improbabile.
    Insomma, era lì da meno di dieci minuti e già correva un gran rischio.
    Fico.
    Ostin si avvicinò ancora un pò,poi esordì:

    - Beh, in effetti una cosa ci sarebbe... sapete per caso dove mi trovo? Ero nella mia città e tutto a un tratto mi son trovato qui, in questo... posto-


    ancora una volta Ostin spaziò lo sguardo introno a lui, oltre i due interlocutori, e per un istante,ma solo per un istante il suo sguardo venne di nuovo rapito dalla bellezza del luogo, ma si riscosse subito e tornò a osservare negli occhi i due.
    Cosa sarebbe successo dopo?
    Bisognava solo stare a guardare.
     
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    Antonio Banderas


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    Avvicinandosi verso il ragazzo, i suoi occhi iniziarono a riempirsi delle particolarità di quest’ultimo.
    Il fisico asciutto e atletico, nascosto dai vestiti che non sembravano proprio appartenere a quei posti, il tutto esaltato da un vistoso foulard rosso attorno al collo.

    Quel tipo di vestiario era tremendamente simile a quello del suo mondo, rispetto a quello che poteva essere un’abitante di una delle sfarzose città o un contadino della Valle del vento.
    Annuì, mentre con lo sguardo studiava la nuova comparsa in quel piccolo teatro improvvisato.
    La nuova aggiunta sembrava più fedele all’archetipo del cittadino dell’Est, per lo meno da quello che poteva dire il suo vestiario.
    Anche lui sembrava molto giovane, ma gli occhi davano l’idea di essere dei piccoli libri da leggere.


    ”Buongiorno anche a te! Piacere di conoscervi entrambi, io mi chiamo Antonio Banderas. Vorrei esserti utile, ma … ”

    Gli occhi di nuovo fissi sul ragazzo con il foulard.

    ”… non conosco molto bene questo posto come dovrei. Solitamente non giro mai per queste parti, ho un mulino qui vicino e solitamente rimango li. Magari tu potresti sapere qualcosa, o sbaglio?”

    Non voleva sembrare troppo invasivo con l’ultimo ragazzo, che ad una prima occhiata, doveva anche essere il più giovane. Eppure trovava strano che il primo si fosse perso in maniera tanto casuale. Le città di Chediya erano da ben altra parte, come aveva fatto ad arrivare fino a li? Forse soltanto dopo averlo accompagnato in qualche affollata cittadina avrebbe detto la verità.

    Star del Cinema:

    Per quanto la gente continui a dire che è caduto in basso, Banderas non si è mai sentito così in pace con sé stesso. La gioia del lavorare la pasta frolla lo ha reso un uomo nuovo e migliore per certi versi. Queste emozioni le esterna continuamente, contagiando perfino chi ha intorno. A renderlo ancora più affascinante, è il fisico che è rimasto invariato durante gli anni. Ancora compatto e muscoloso per via degli allenamenti che si sottoponeva da giovane, i quali comprendevano attività fisiche di ogni genere, perfino camminare su una fune.

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    "Ci vuole saggezza per comprendere la saggezza.
    La musica non è nulla se il pubblico è sordo".


    Walter Lippermann.

    Area cimiteriale, Latifondo.
    Presidio Errante, Endlos.

    - Beh, in effetti una cosa ci sarebbe... sapete per caso dove mi trovo? Ero nella mia città e tutto a un tratto mi son trovato qui, in questo... posto-

    Per quanto il lavoro di un musico fosse particolarmente attivo rispetto alle altre Vie, più improntate allo studio ed all'introspezione, cosa assai gradita per il Saggio di Symphonia consisteva tuttavia nell'ascolto. Il tono della voce, i battiti del cuore... milioni di ritmi per una grande sinfonia da cogliere e studiare frammento per frammento. Così anche loro -stranieri in un paradiso di specchi d'acqua e cascate- divenivano un insperato concerto da non perdere.

    ”Buongiorno anche a te! Piacere di conoscervi entrambi, io mi chiamo Antonio Banderas. Vorrei esserti utile, ma… non conosco molto bene questo posto come dovrei. Solitamente non giro mai per queste parti, ho un mulino qui vicino e solitamente rimango li. Magari tu potresti sapere qualcosa, o sbaglio?”

    Da spettatore di quella breve scena, il Principe di Laputa si trovò improvvisamente partecipante.
    Avvicinandosi piano e fissandoli un pò a disagio, espresse il suo pensiero.

    -Potrei dire di conoscere Shea per nome e per bellezza, ma temo che lo straniero si riferisca a Endlos, signor Banderas.
    Perdonate il ritardo, la bronchite acuta, due esami universitari e l'asma mi hanno uccisa per un pò XD
     
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    Ok, fin qui tutto bene. La conversazione procede e gli interlocutori sembrano pacifici e ben disposti.
    In poche parole, non era ancora stato attaccato.
    Già meglio di quanto si aspettasse.
    Aveva anche ottenuto due nomi: Shea ed Endlos. Shea, intuì, doveva essere il nome del posto,dato che il primo, l'uomo, aveva detto di non conoscere il posto, e il ragazzino aveva risposto pronunciando appunto quel nome. Ma Endlos? Cosa poteva essere? Tutte le sue congetture non bastarono, per quanto probabili, ad avere la risposta certa. Un Paese? Una città? No, no, c'era qualcosa che non quadrava. Non era in un posto così "vicino" alla sua città. La risposta era un'altra, più ampia.
    E così, dopo qualche istante passato immerso nelle sue riflessioni, decise di porre la domanda fatidica:-Endlos?Non ricordo di aver mai sentito di un posto chiamato "Endlos" quindi si, credo che sia la risposta alla mia domanda. Voi ne saprete sicuramente più di me...
    Quest'ultima affermazione costò molto all'orgoglio di Ostin,abituato com'era allo status di "Nerd-Secchione-Patito-Di-Scienza",ma era la verità. Pura e semplice. Dopo averla accettata, Ostin decise rapidamente quale delle mille domande che aveva in testa avrebbe esposto per prima.
    ...Perciò,insomma,questo posto si chiama Endlos?-
    Ciò cozzava leggermente con le sue riflessioni, ma era un modo semplice di porre una domanda che, almeno nella sua testa,era molto più complicata di così. Se c'era una cosa che Ostin aveva imparato, integrandosi con le... ehm... altre persone, era che domande troppo lunghe, complesse o frequenti tendono ad infastidire e/o confondere, perciò tenne tutte le sue congetture per sè e ne espose solo quella minima parte.
    Ma, ripensandoci, era stato maleducato. Doveva presentarsi, dire il suo nome, per diversi motivi oltre alla mera educazione, che era l'ultima cosa a cui Ostin pensava, in quel momento preciso. Dire il suo nome implicava instaurare un rapporto con gli interlocutori, e gli avrebbe dato, almeno per il momento, maggiore sicurezza. E poi implicava anche che,per educazione,gli altri rispondessero con i loro, dando ad Ostin informazioni sufficienti per provare,in futuro,a cercare qualcosa sul loro conto,e stabilire definitivamente il loro status sociale, la loro storia e, cosa più importante,la loro affidabilità. Perciò, dopo poco, disse:- A proposito,il mio nome è Ostin.-
    Non aveva dato il cognome appositamente. La situazione si era ribaltata:loro non avevano niente su di lui, e lui sperava di ottenere presto qualcosa su di loro.
    Solo in seguito Ostin riflettè sul fatto che probabilmente stava conducendo la discussione in maniera eccessivamente forzata e calcolata. Probabilmente era il posto, ma decise di rilassarsi e distendere i nervi. Perchè si preoccupava? Nessuno gli avrebbe certo sparato, entrambi parevano pacifici,e sicuramente non stavano pianificando quella discussione come faceva lui. Doveva riflettere meno, e lasciarsi trasportare dalla discussione.
    Così distendette i pensieri e restò a guardare le conseguenze di quanto aveva detto, senza più giochi di mente.
     
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6 replies since 4/4/2016, 20:23   149 views
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