[SC] So, an orc walks into a bar...

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  1. Marcus «
     
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    DRENZEL BARIUK | Energia 100%
    Ah ! il Sole, il mare e i campi verdi. Un panorama da cartolina l'Undarm non vi è che dire; basta solo ignorare gli edifici rugginosi sparsi un po' ovunque. Per il resto questa giornata pare proprio perfetta nella sua quiete e nella sua calma... certamente gli avventori di questo piccolo e pulcioso localino per alcolisti anonimi non possono osservare lo splendore del mondo esterno al momento, piuttosto il fondo di un bicchierino sporco che non sente il tocco di una spugna dalla sua creazione probabilmente.
    Però come dicevo: la quiete e la serenità della giornata sono palpabili anche dentro quel buco, la gente è pigramente impegnata ad uccidersi il fegato piuttosto che lavorare e in generale nella sala regna un silenzio tombale... Non temete però: non durerà molto.
    SBAM !
    Un po' tutti nel locale si voltano pigramente verso la fonte di quel rumore che, a quanto pare, è stato generato dalla porta di ingresso calciata in malo modo, ora aperta e appesa per un cardine solo. C'è anche da dire che da quello spiraglio non filtra molta luce; come potrebbe dopotutto ? Una immensa figura occupa lo spazio vuoto della porta, raggiungendo pressappoco i due metri di altezza. Ahia, meglio non far incazzare quel bestione eh ? Guardate che si sta anche chinando per poter passare dall'uscio, ah... ha perduto il cappello e ora si china per raccoglierlo.
    SBAM !
    No, a questo giro non è la porta ma il cranio del tipo che impatta contro un tavolo. Del genere: come rovinarsi un ingresso da figo. Ad ogni modo ora quella figura è certamente più distinta fuori dal contrasto luminoso con l'esterno; si erge su quasi due metri di altezza, pelle verde accesa, vestiti eleganti e barocchi di un azzurro quasi offensivo agli occhi, cappello abbinato sopra la testa con tanto di pennagigantedichissàqualeanimale e un violino alla mano. Un violino viola. Essì.
    Ora: la gente lo sta fissando in cagnesco ma il tipo sembra proprio non accorgersene, sul suo volto è stampato un sorriso a trenta denti e due zanne; non proferisce parola mentre si fa largo fra i tavoli, rischiando di colpire uno o due avventori a causa dell'enorme zaino sulla sua schiena. Tsè, turisti... Ad ogni modo l'impresa giunge a buon termine senza feriti di sorta e l'omone, ora chiaramente identificabile come mezz'orco, poggia sgraziatamente il suo deretano sullo sgabello libero del bancone che in tutta risposta si lamenta scricchiolando paurosamente.
    [OSTE ! il miglior liquore del locale, non badiamo a spese.]
    Un nuovo sorrisone sornione in risposta al broncio scocciato del locandiere, quel tizio verde pare proprio non afferrare l'aria ostile di quel luogo e per un attimo si guarda attorno come per dire: ho qualcosa fra le zanne ? Prima di tornare a farsi gli affaracci suoi, ovviamente. Anche se suoi non rimangono per molto, a quanto pare il gigante dal dubbio abbigliamento ha appena adocchiato un altro avventore seduto non troppo distante da lui al bancone: un tipo strano, ma così strano che quasi il verde è un po' meno strano a confronto. Quasi eh.
    [Uno anche per il mio amico qui. Doppio magari, avessi anche io una faccia da bacarozzo così affogherei i miei dispiaceri nell'alcool tutto il dì !]
    Per essere chiari: con il termine bacarozzo non si riferisce all'aspetto, magari poco piacente dell'altro tizio, certo che no. Piuttosto intende che il viso è proprio simile a quello di un insetto. Certo è chiaro a tutti che il gigante non ha mai visto una maschera antigas in vita sua, siccome il tizio ne ha una al viso, confusa evidentemente con la faccia di un insettone; colpa degli occhi a palla forse ?
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    «Non sono un bacarozzo.» replica lui, voltandosi verso il mezz'orco. Il tono non è piccato, ma quello freddo di una constatazione.
    «È una maschera.» spiega, battendosi un indice su un occhio da insetto. Il tuc tuc che ne segue è indubbiamente vetroso, seppur poco incisivo per via dei guanti. Non ha un centimetro di pelle visibile, quel tizio: tra mascherone, sciarpa, guanti, pantaloni, stivali e giacca, ogni accenno di derma è coperto da tessuto bianco o verde. Dev'essere molto sensibile alla luce solare, o forse ha i suoi buoni motivi per non farsi troppo guardare. Magari pure lui è verdognolo di colorito, ma non ci tiene a far sapere la cosa in giro.

    «E non intendo togliermela, quindi non credo che potrò bere. Ma grazie comunque per la sua offerta, grosso e buffo signore verde.»
    Giunge le mani e china appena il capo, in segno di ringraziamento.
    Chissà poi cosa ci fa in un bar, se non è in grado di bere. Forse cercava compagnia? Ma in quel caso non se ne sarebbe stato così in disparte, chiuso nel suo angolino di bancone. Più probabilmente voleva stare solo coi suoi pensieri, circondato da persone sconosciute. Solo in una folla, si dice.
    E tu l'hai disturbato.
    Ma, almeno per il momento, non pare essersela presa.

     
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  3. Marcus «
     
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    DRENZEL BARIUK | Energia 100%
    Mh, molto strano. No, non mi riferisco certamente al fatto che il tipo non sia veramente un uomo-insetto, quello era piuttosto chiaro a tutti tranne che al mezz'orco; la cosa strana è che il figuro mascherato non ha ancora deciso di inveire pesantemente contro il bardo e i possibili lavori non esattamente casti della sua povera mamma. O beh, una novità certamente gradita non vi è che dire.
    [AH ! e cosa esattamente potrebbe fare in un locale come questo se non bere ? Non mi dica che è a caccia di compagnia femminile !]
    E a questo punto il gigante verde esplode in una fragorosa risata, battendo un paio di volte gli enormi palmi sul bancone, scuotendo qualche bicchierino randomicamente appoggiato in giro.
    [In quel caso la maschera da bacarozzo non fa molto effetto ! Si fidi: sono un esperto in certe questioni.]
    Sorrisone smagliante ed occhiolino, con tanto di briluccichio mancante solo di Bling onomatopeico di accompagnamento.
    [Drenzel Bariuk il mio nome, bardo di ventura, esperto rubacuori e avventuriero extraordinaire, al suo servizio mio amico dal buffo abbigliamento.]
    E a questo punto con una velocità impressionante un cartoncino rettangolare sarebbe comparso fra le dita dell'omone, un bigliettino da visita gentilmente porto verso l'estraneo. "Dr. Dre, musicista, arcanista e amante all'occasione". Piuttosto chiare le dimensioni del suo ego, vero ?
    Ad ogni modo il barista giunge proprio in quel momento con due bicchieri di un liquido ambrato, uno riempito fino all'orlo. Il mezz'orco semplicemente sorride afferrando entrambi i bicchierini e Glup, glup, entrambi scompaiono in un battito di ciglia come se niente fosse. O quello era thè alla pesca oppure il bardo era abituato a sbronzarsi spesso e volentieri.
    [Ah... ci voleva proprio. Ma mi dica amico dalla maschera antropodica: in che modo o maniera posso chiamarla ?]
    Un gesto rapido al barista per portare un altro giro di alcool, cosa poteva esserci di meglio di una sbornia nel primo pomeriggio ? Un estraneo da molestare, ecco cosa !
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    Ride silenzioso, nel sentirti parlare di "compagnia femminile": non senti nulla, ma vedi le sue spalle tremolare.
    Donne! No, fidati, direi che non è il caso. Ha avuto sempre strane esperienze col gentil sesso, e sono esperimenti che non ci tiene troppo a ripetere - serate a base di urla (le sue) e di coltelli (quelli in mano alla lei di turno). Non che fossero incontri spiacevoli, ma è proprio qui che sta il problema: erano passatempi molto distraenti e altamente poco costruttivi. È un uomo impegnato, lui, non può permettersi queste distrazioni.
    Passiamo oltre.
    «Non apprezzo la compagnia. In generale.» spiega gentilmente.
    Eppure sta parlando con te.

    «Per il nome... Non saprei.» si porta una mano al mento, ponderando «Ne ho diversi.»
    Quale usare esattamente? Dipende da così tante variabili. Non ha ancora deciso quanto sia in incognito quest'oggi, e soprattutto, quanto tu sia importante nell'ordine globale delle cose.
    Anche il segreto più misterioso perde il suo valore, se affidato a un'inutile formica.
    Sarebbe davvero così pericoloso, per lui, rivelare chi è a uno come te? Sembri una persona alquanto inutile, uno che raramente viene ascoltato e che ancora più raramente viene preso sul serio. Però sembri anche uno che tanto parla, a prescindere dal venir ascoltato.
    Questo potrebbe essere un problema.
    «Tu come mi chiameresti?» domanda infine, abbassando la mano. La mascherona che ti fissa, spostandosi di qualche centimetro in avanti.
    Un'oncia di curiosità.
     
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    DRENZEL BARIUK | Energia 100%
    Certo all'omone verde piace far ridere le persone: è il suo lavoro dopotutto. Essere un bardo significa portare alla vita i sentimenti delle persone, farle empatizzare verso storie non loro e, alle volte, manipolare le emozioni stesse per crearne di nuove. Certo riuscire a percepire tutto questo attraverso un centimetro di vetro e gomma poteva risultare alquanto difficile ma a Drenzel piacciono le sfide !
    [Ah, però apprezza la compagnia di questo umile artista, lei è proprio un buongustaio.]
    Ennesimo occhiolino da smargiasso mentre le zanne dell'arcata inferiore scivolano fuori dalle labbra per colpa di un sorriso, i denti bianchissimi e perfetti, certo come era difficile vederne sopra un mezz'orco.

    L'omone verde poi si limita ad appoggiare la testa contro una mano, tenendosi sopra la superficie ruvida del bancone, ascoltando curioso ogni parola dello straniero. Congratulazioni tizio con la maschera da bacarozzo: hai attirato l'interesse di Drenzel; cosa piuttosto difficile siccome solitamente tutta la sua attenzione è riservata per... beh, se stesso. Si passa più e più volte la mano sul mento liscio e privo di peluria, ruotando gli occhi verso il soffitto in una teatrale posa da Pensatore.
    [Mh, alla fine importa davvero ?]
    Osserva la persona mascherata che ha di fronte con uno sguardo lievemente più serio di prima. Lievemente. La sua curiosità è stata sicuramente solleticata ma la domanda del giovane gli pare, in verità, una questione un poco futile: il nome è una cosa che va data e non ricevuta, non è un titolo dopotutto anche se spesso lo si potrebbe accostare a tale termine.
    [Io posso chiamarti straniero, sconosciuto, viandante... magari anche amico se la fortuna è dalla tua parte.]
    Blink, un occhiolino fugace ad accompagnare un nuovo tentativo del bardo di mostrare appieno il suo ego infinito.
    [Però il nome porta con se meriti e colpe, sono nuovo di questo mondo di cui non conosco niente, se non che vi è una concentrazione terribilmente bassa di piacente compagnia femminile.]
    Un sospirone mentre il cappello con tanto di piuma gigante viene rimosso dal capo e portato al petto, quasi fosse stato ad un funerale. Ad un funerale vestito in azzurro cielo.
    [Mi pare comunque ingiusto toglierti uno dei tuoi tanti nomi e i pregi e i difetti che con questi si accompagnano, perciò continuerò a chiamarti "tipo" per ora.]
    Una breve risata che non sta mai male ad accompagnare la fine della sentenza, solo a quel punto arrivò il secondo giro di liquore e glup, il bicchierino non fece nemmeno in tempo a poggiarsi sul legno che era già bello che vuoto. A questo punti il salutare colorito verdognolo delle guancie orchesce inizia a farsi un poco più rosso, nonostante questo Drenzel pare ancora lucidissimo e iperattivo come prima, chissà come poteva essere da sbronzo !
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    "Tipo" a quanto pare gli sta bene, a giudicare dal modo in cui annuisce. Di sicuro suona meglio di "insettone", o di certi altri epiteti che gli hanno appioppato in passato.
    (C'è un tale falchetto che ha l'abitudine di chiamarlo "verme". Il fastidio! Non che sia una descrizione sbagliata della sua indole, ma il disprezzo con cui lo dice...)

    «È dunque per questo che è qui, signor Drenzel? Donzelle e altre voluttà? »
    La voce si fa melliflua, e non è difficile immaginarselo sorridere loscamente dietro la maschera.
    Domande provocatorie. Il tono divertito, ma inquisitorio al tempo stesso. Perché lui sarà anche un verme, un insettone o semplicemente "un tipo", ma prima di tutto è un membro della Seele Corporation. E da bravo imprenditore, aveva fiutato un potenziale affare.
    Si parlava di desideri. L'orco pareva averne tanti, solare e interessato alla vita com'era, e sarebbe bastato pizzicare le corde giuste per interessarlo ai servigi da lui offerti.

    «È venuto appositamente in questo mondo solo per assaggiare carne fresca?»
    Chissà poi cosa ne avrebbero pensato le donne umane di uno grosso e verde come lui. Affascinante? In un certo esotico qual senso, sì. Ma abbastanza affascinante da meritare una conoscenza approfondita?
    Forse era tutta una questione di dimensioni...
     
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  7. Marcus «
     
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    DRENZEL BARIUK | Energia 100%
    Cioè, il tipo ha veramente chiesto a Drenzel se è lì per le donne ? Se il bardo ha compiuto un viaggio così lungo per compagnia femminile e altri piaceri terreni ?
    Certo che no !
    Il salto dimensionale è stato un po' imprevisto diciamo. Però da un altro punto di vista la risposta è sì; al gigante verde interessa poco o nulla a parte se stesso se non, beh: se stesso, le donne, l'alcool e poi probabilmente l'oro, anche se questi ultimi due desideri tendono a scambiarsi alle volte. Ad ogni modo l'orco volge la testa lievemente di lato, le gote un poco arrossate dall'alcool e si esibisce in uno dei suoi migliori sguardi divertiti in direzione di Tipo; non era forse palese a tutti quale fosse la sua natura egocentrica e materialista ?
    Diamine, stava perdendo lo smalto.
    [Ah ! E per cosa altrimenti ? Oro, donzelle, alcool e avventura, insomma sono un viandante con desideri semplici io.]
    Certo, desideri piuttosto comuni e diretti non vi è che dire, alla fine i desideri di qualunque essere vivente con abbastanza intelletto da poter essere considerato senziente; che fossero eroi, paladini del bene o i peggiori malvagi dagli intenti oscuri tutti più o meno provavano interesse per le stesse sostanze materiali, la differenza fra tutti loro e Drenzel ? Beh molto semplice: il Dottore è onesto e ammette le sue "debolezze", nella carne e nello spirito.
    [Anche se il viaggio su un mondo parallelo non era esattamente nei programmi, in verità ero su un veliero intento ad attraversare l'oceano, volevo una piccola vacanza dalla mia fama e notorietà insomma...]
    Sì certo e il Sole è freddo. Drenzel non era stanco del riconoscimento della folla e non lo sarebbe mai stato, la verità è che doveva rompere i contatti con qualche "amico" del passato che iniziava a diventare un poco invadente, entrando nella zona di comfort del bardo. Insomma una veloce scampagnata oltre oceano in una terra dove farsi conoscere da solo e senza il supporto di altri che si definiscono alleati ma che sono solo palle al piede.
    [Però ho viaggiato più lontano di quel che avevo programmato ! Beh non che la cosa mi dispiaccia, dopotutto trovo sempre molto stimolante ricominciare da zero. Quindi direi: sì, sono qui per la "carne fresca".]
    Un altro sorrisone, a questo giro però nettamente più affilato degli altri, insomma Drenzel espone una facciata da buontempone e piantagrane e certamente lo è, però sotto a questa maschera si nasconde una mente furba che sa cosa cerca e cosa desidera e che in questo momento ha un piano ben preciso delineato in mente:
    - Aumentare la sua fama;
    - far soldi a palate;
    - diventare potente;
    - alcool, donne e bella vita;
    - Ripetere dal punto uno.
    Per i dettagli e il come fare avrebbe dedicato un po' più di tempo poi, magari in un momento con meno alcool in corpo.
    [Ma come sono maleducato ! ho parlato così tanto di me che non so niente di lei, a parte il suo fetish per le maschere da insetto ovviamente.]
    Sorrisetto divertito.
    [Quindi signor "Tipo", i suoi interessi in questa breve vita sono frivoli quanto i miei ? O fa parte della categoria "ricerco scioccamente ideali superiori" ?]
    Certo il bardo non ha molti peli sulla lingua e ciò è evidente, per farsi conoscere quale modo migliore se non tirare tutti i propri pensieri al vento e godersi le reazioni del prossimo ? Certo Drenzel non ha lanciato tutto, tutto al Tipo, qualche segreto lo possiede anche lui, come il fatto che non dimostra la sua vera età... Ma questa è un'altra storia, anche piuttosto lunga e ben poco interessante a dire il vero. Per il momento basta dire che no, non sono (solo) le dimensioni a contare ma la personalità e Drenzel ne ha da vendere.
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    Oro, donzelle, alcool e avventura: desideri semplici, i tuoi, che possono venir esauditi in una qualsiasi taverna di Endlos. Una vita rivolta al qui e ora, all'appagamento momentaneo dei sensi, all'hakuna matata: stai senza pensieri, vivi serenamente, riempi la tua esistenza di piccole soddisfazioni.
    Non sembri il tipo di persona che venderebbe l'anima pur di raggiungere il suo obiettivo.

    Ma scommettiamo che invece sì?


    «In verità, io non ho desideri.»
    V'è forse un velo di malinconia a oscurare la voce giovanile dell'insetto?
    Forse è solo una deformazione data dalla maschera. Incrocia le mani sul bancone del bar, le dita affusolate coperte dai guanti bianchi.
    «Un desiderio non è che una distrazione momentanea, che ci impedisce di pensare per un poco all'abissale insensatezza e mancanza di mancanza di scopo della nostra esistenza.
    In altre parole, un desiderio non è che un palliativo. Una droga della mente.
    Non vedo perché dovrei volere una cosa simile. O meglio... Non ne sono in grado, essendo troppo consapevole di quanto sarebbe stupido.
    » si stringe nelle spalle «Anche se immagino sia piacevole, avere un buon motivo per cui alzarsi la mattina e tutto il resto.»
    Il ricercare scioccamente ideali superiori. Ma anche solo il desiderare la compagnia di una donna e riuscire a godersela, senza sentirsi il tanfo della Morte in faccia ad ogni suo respiro.
    Senza fissarle il seno e vedere solo le ossa che ci sono sotto.

    «Le persone con desideri molto altruisti o politicamente impegnati, in realtà, mi sembrano molto sciocchi.
    Chi cerca di salvare il mondo finisce sempre infelice o ammazzato per difendere i propri valori. Una bella contraddizione, non crede?
    »
    Sotto la maschera, un sorriso storto e amareggiato che tu non puoi vedere.
    Riempire la propria vita con un ideale e poi morire per esso. Fingere che la propria esistenza abbia un valore, e glorificarla attraverso l'immolazione.
    Nemmeno lui riesce ad essere così masochista.

    «Però mi piacerebbe riuscire a capire come fa la gente come lei, quella che vive di... Senza offesa, desideri semplici.»
    Una mano scivola a stringerti il polso. Una richiesta di attenzione, d'aiuto...
    «Così forse riuscirei ad essere meno cupo, di tanto in tanto.»
    O forse questa conversazione è in verità una partita a scacchi, e qualcuno ha appena fatto la sua prima mossa.
    Attraverso il contatto fisico, Lucius lancia la seguente tecnica a consumo Critico, per cercare di scoprire ciò che il suo interlocutore più desidera al mondo (che potrebbe anche essere qualcosa di inconscio che nemmeno lui conosce):
    CITAZIONE
    Oh, Desire.
    Il buon venditore è quello in grado di dare al proprio cliente ciò che egli non sa ancora di desiderare. Quello in grado di soddisfare le pulsioni più segrete, di leggere una persona come se fosse un libro aperto... Tutto grazie a un pizzico di magia.
    Questa tecnica di lettura dello spirito, insegnata da Azazel a resto della truppa, permette di intuire ciò che il cliente desidera. Se utilizzata ad un consumo medio-basso è sufficiente guardare il bersaglio, mentre una lettura più complessa necessita del contatto fisico.
    Con un consumo basso vengono letti i bisogni più superficiali e immediati (la voglia di mangiare o di dormire, ad esempio), mentre un consumo critico permetterà di svelare i più intimi desideri di una persona.
    [Tecnica attiva di percezione desideri - Consumo CRITICO]

     
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  9. Marcus «
     
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    DRENZEL BARIUK | Energia 100%
    Wow, quel tizio mascherato certamente non può essere considerato l'anima della festa, in effetti il suo atteggiamento mette in qualche modo a disagio il buon bardo, cosa alquanto strana in quanto solitamente accade l'esatto contrario. Vi è però un qualcosa nel comportamento catastrofista del bacarozzo umano che non convince appieno Bariuk, dopotutto non ha svelato molto di se, anzi non ha svelato proprio nulla, nemmeno un mero dettaglio a parte l'amore per le maschere. L'omone verde si limita quindi ad osservare sempre più incuriosito il suo nuovo """amico""" (con ben tre virgolette), un sopracciglio lievemente più inarcato dell'altro e una smorfia pensosa sul volto, certamente se Endlos è piena di gente così allora deve cambiare modo di approcciarsi e passare dallo stile barocco festoso a quello emo incompreso.
    [Oh lo credo eccome !]
    Risponde ritrovando un poco di allegria, per lo meno si trovano in pieno accordo sulle fanfaronaggini dei cosidetti paladini del bene, insomma quei tizi in corazza splendente che corrono avanti e indietro per salvare la solita principessa di turno, giusto per sentirsi dire "Sorry, the princess is in another castle"[cit.]
    Poi una mano scivola a stringere il polso dell'omone verde, un contatto lieve ma allo stesso tempo stranamente intenso, un contatto che ovviamente non viene interrotto dal buon Drenzel, abituato come è in questi scambi fisici nel suo lavoro da attore e musicista.
    [Oh beh, potrebbe iniziare con il portare maschere più allegre ad esempio.]
    Un sorriso divertito e poi la magia invisibile del giovane bacarozzo entra in azione, un sottile filo penetra nell'essenza più profonda del bardo e scava ancora più giù, per trovare ciò che Drenzel più al mondo desidera. Il processo richiede qualche secondo, tanto è complessa la rete di desideri frivoli dell'uomo verde ma quel contatto cerca solo quello più importante, quello più brillante degli altri e finalmente ci riesce.

    In un attimo il contatto si rafforza portando immagini alla vista, sprazzi di luce incolore che solidificano presto in forme fisiche, tutte uguali, tutte anonime. Fra queste ve ne è una particolarmente più grande, una sagoma quasi mastodontica nella sua stazza, un'immagine facilmente riconducibile al bardo stesso o per meglio dire al suo smisurato ego. Ben presto la figura cresce ancora, schiacciando e inglobando di tanto in tanto le altre anonime sagome che dopo poco iniziano ad inginocchiarsi in adorazione davanti questo idolo colossale. Poi la figura si sposta su di un trono, non un trono bianco e coronato di eroismo e gentilezza, non un trono nero macchiato di infamia e crudeltà ma un tono grigio completamente asettico, costruito unicamente per uno scopo: sorreggere l'imponente figura che ora si erge sopra chiunque altro. Alla fine l'intero campo visivo viene occupato dalla forma in espansione, le tonalità prive di colore ora occupano qualsiasi angolo periferico e nessun dettaglio cattura l'attenzione in quel piattume, fino a quando uno squarcio non si forma generando un sorriso zannuto; la bocca si spalanca in una risata folle e ininterrotta. Ora Drenzel è chiaramente visibile, seduto sul suo trono compiaciuto della sua sola essenza, attorno a lui il suo ego personificato che ancora divora tutto ciò che riesce a raggiungere, facendo inginocchiare in adorazione chiunque sia così sfortunato da non poter fuggire in tempo. Non più un bardo ma un vero dio.

    Ritornando ora al mondo reale vi è soltanto il normalissimo omone verde di prima, sorriso gioviale stampato sul volto e occhi furbetti che fissano il giovanotto mascherato. Curioso come l'aspetto delle persone possa nascondere molto di più ma forse questo lo sa meglio Lazarus di chiunque altro, vero ?
    [La semplicità è la chiave della nostra vita, dopotutto per conquistare un grande traguardo bisogna partire a piccoli passi.]
    Un sorriso più largo compare sul volto dell'omone verde, difficile non associarlo a quello visto pochi attimi prima nei più profondi desideri del suo animo.
    [Nel caos di questi piccoli gesti è però difficile percepire questo obbiettivo alle volte.]
    Certo però il ragazzo mascherato ora lo ha ben compreso all'insaputa di Drenzel, ha ben capito il desiderio di essere al centro dell'universo stesso, di essere adorato non come eroe o come minaccia ma come semplice essenza egocentrica, nessuno deve sollevarsi più alto della piuma sul suo cappello.
    Nessuno.
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    «Ma come si può suddividere in piccoli gesti un desiderio più grande della vita stessa?» chiede, con un che di malinconia. La mano che prima ti stringeva il polso ora viene portata al cuore, in un gesto insieme triste e melodrammatico.
    «Perché se devo trovarmi un obiettivo, è così che deve essere. Qualcosa di assoluto, totalizzante, narcisista e irrealistico. L'eterno amore, una conoscenza assoluta, oppure...» e qui gli occhi da insetto si muovono a cercare quelli dell'orco «Un regno mio. Adorazione e potere assoluti. Chi non lo vorrebbe?»
    Una risatina da sotto la maschera.
    «È il tipo di sogno ideale per cui le persone muoiono. Muoiono felici, ne sono certo, perché lottano per ottenere quello che desiderano, ma... Il punto è che non lo ottengono mai.»
    Piega e chiude le dita, come a cercare di acchiappare qualcosa di impalpabile più dell'aria. Il soffio di un impero, l'ambizione di un Sogno.
    Lo sguardo di un bimbo che vede un castello mentre gioca nei vicoli, e subito pensa "io voglio quello".

    «Io sono una persona pratica: se ho un obiettivo lo devo raggiungere. Non morirò insoddisfatto, e con la finta consolazione di aver provato a fare del mio meglio.» allarga le mani «Ma come si gestisce un sogno di questo calibro? Non è qualcosa che si possa ottenere con mezzi normali.»
    Me lo dica lei, che di desideri sembra saperne tanto.
     
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  11. Marcus «
     
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    DRENZEL BARIUK | Energia 100%
    Il tizio dalla maschera a bagarozzo è riuscito ancora una volta a confondere il buon Drenzel. Dalle sue labbra le parole escono precise e mirate, andando a descrivere un desiderio che probabilmente nemmeno il bardo sa di possedere dentro di se, ed è proprio per questo che si sente colpito nel profondo, attirato come una falena verso la fiamma da quelle fasulle domande.
    Però Drenzel non è un ottuso anche se potrebbe sembrarlo.
    Il mezz'orco ha girato il mondo per molti anni, ha visto cose e incontrato persone di ogni genere e forma, ha affrontato situazioni fra le più disparate e, in un modo tutto suo, è divenuto saggio. Sì, avete capito bene. Come ? Beh, ha capito appieno il senso dell'esistenza, ovvero...
    [La vita è una vuota strada a cui ci aggrappiamo per paura della fine, amico mio. Da quando nasciamo urlanti fino al giaciglio delle ultime ore, gli esseri mortali come me e te non possono veramente accettare la fine, per quanto uno possa essere coraggioso o folle in vita. Una persona non muore soddisfatta o insoddisfatta, una persona muore e basta.]
    Le parole escono dure e secche, stonano non poco con l'impressione che il bardo ha dato fino a quel momento, eppure sono pronunciate con il sorriso sul volto. Non sono nefaste predicazioni ma semplici e oggettive constatazioni.
    [Per riempire gli attimi di vuoto che ci separano dal nostro tramonto ci affidiamo a distrazioni di ogni tipo: sogni, speranze, desideri... tutto creato per potersi aggrappare saldamente ad un "ideale" ed evitare di pensare alla fine che si avvicina. Certamente io non sono esente da questo processo, oh no di certo ! però lo comprendo... e mi chiedevi come raggiungere un desiderio tanto grande ? beh, la risposta è semplicissima e io te la confiderò.]
    Ora è il mezz'orco ad avvicinarsi al giovane, allunga una manona verde verso il figuro esile e completamente coperto da bianca stoffa, stringe delicatamente una spalla mentre la bocca si porta vicino al suo orecchio schermandosi con la mano libera, per poter sussurrare in segreto un'informazione tanto importante, tanto essenziale e tanto agognata.
    [Vivi.]
    Tutto qui, solo questa la parola proferita nella massima discrezione. Il gigante si allontana di nuovo e molla un nuovo sorriso accompagnato da occhiolino mentre un ennesimo bicchiere di liquore è sollevato dal tavolo.
    [Vivi come più ti aggrada: buono o malvagio, paladino o tiranno, liberatore o schiavista, bianco o nero. Prendi tutte le strade possibili che possono condurre alla realizzazione del tuo sogno, che siano considerate giuste o sbagliate dagli altri, tutto questo poco importa nell'ora della morte, quando tu sarai il monumento eterno nella storia e loro il fango sotto i tuoi piedi.]
    Il bardo svuota in un solo sorso il bicchierino e si solleva dallo sgabello scricchiolante, appoggia rumorosamente il contenitore sul bancone e si volta ancora una volta verso il suo interlocutore, pare nettamente più serio di prima nonostante l'evidente rossore sulle guance.
    [Buona fortuna per il tuo sogno amico mio, travestiti pure da insetto ma vedi di non farti schiacciare come tale.]
    Nemmeno un cenno del capo mentre il cappello viene riposto accuratamente sopra la chioma bruna, il mezz'orco raccoglie l'ingombrante zaino dal pavimento e se lo issa in spalla, si volta dall'altra parte, verso la porta e fa per avviarsi all'uscita con passo dritto e fermo nonostante la quantità di alcool ormai presente nel suo corpo. Il tizio mascherato lo ha si intrigato e incuriosito ma ora il viaggio deve riprendere, perché Drenzel ha ancora moltissime cose per cui vivere, moltissimi progetti da realizzare e l'immortalità da conquistare.
    ♪ STATO FISICO ok.
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    «Aspetti!»
    L'uomo insetto si alza, raggiungendoti sull'uscio prima che tu abbia il tempo di svicolare. In punta di piedi, ti pone una mano sulla spalla per convincerti a voltarti.
    «Il suo è stato un buon discorso, ma ho un punto su cui obiettare: la morte non è sempre la fine di tutto.
    Se apprezza così tanto vivere, l'inevitabile si può... Rimandare.
    »
    Dalle pieghe della sua giacca tira fuori un cartoncino bianco. Seele Corporation v'è scritto, a grandi lettere color del sangue.
    Consulenze spirituali. Sotto lo slogan, l'indirizzo della sede: Merovish, quartiere delle Luci.
    Il logo di un serpente avvolto intorno a una mela completa il quadro. Un disegno dai molti significati, se ne sai qualcosa di cristianesimo terrestre.
    Il peccato originale. Il Diavolo che corrompe la natura dell'uomo. Ma anche illuminazione, conoscenza, tentazione.
    Il superare le regole da Dio imposte.

    «Se ha bisogno di aiuto per i suoi, di sogni, venga a trovarci.
    Penso che avremo molto di cui parlare.
    »
    Un cenno di saluto, e anche lui abbandona la taverna.

    L'esca è stata gettata, sotto forma di un bigliettino da visita. Il pesciolone verde, incuriosito, abboccherà?
    Chissà. L'uomo insetto, al momento, è solo felice di aver svolto il proprio lavoro.
     
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  13. Marcus «
     
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    DRENZEL BARIUK | Energia 100%
    L'orco si blocca, si volta verso il misterioso figuro con occhi certo sorpresi dalle sue parole. Certo che l'inevitabile si può rimandare, di questo ne è pienamente conscio, certo però non si può rimandare per sempre. In ogni caso Drenzel è stuzzicato da quella affermazione, con una manona afferra il cartoncino porto, un semplice e pulito simbolo di un serpente che morde la mela, il bardo non ha idea da quale ispirazione esso venga ma è intrigato. Un indirizzo: Merovish.
    Sul viso del mezz'orco spunta un largo sorriso.
    [Oh lei mi tenta, amico mio.]
    Già, un vero demone tentatore quel ragazzino.
    [Merovish eh... ne ho sentito parlare. Una città sotterranea dove le parole uccidono più delle spade, pare il posto perfetto per me. Vi farò una visita allora.]
    Un lieve cenno del capo accompagnato da una tirata alla punta del largo cappello per ricambiare il gesto di saluto del mascherato e poi le strade dei due si dividono, anche se non per sempre, di questo Drenzel è piuttosto certo.
    Seele Corporation eh ?
    Il bardo non ha mangiato solo l'esca ma anche l'amo e tutta la canna.
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