[EM] Survive with no Honour

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    Luogo: Garwec - Ospedale Comune


    Aprì gli occhi. Si trovava in un ospedale, anche se non era sicura di trovarsi ancora nella stessa città. Non ricordava nulla dopo lo scontro. Giusto..lo scontro. Aveva ingaggiato un combattimento contro uno sconosciuto necromante. Aveva cercato di ucciderla. Stava per riuscirci..quando poi intervenne Violet e la salvò. Era immobile su quel letto bianco. In quella stanza bianca. Le pareti bianche la mettevano a disagio. Il bianco..la metteva a disagio. Era un colore vuoto..il vuoto non le piaceva. Era triste. Sia lei che quel colore. Posò lo sguardo sulla gamba sollevata e tenuta dalle leve mediche. Aveva riscontrato svariate ferite, alcune gravi altre meno. La sua spalla era completamente fasciata, così come tutto il braccio destro, mano compresa. Aveva perforazioni sulla spalla e sulla gamba. Alcuni tagli e taglietti sugli altri arti e su un fianco. Le orecchie erano state violentemente colpite all'interno, ma in qualche modo sembrarono funzionare perfettamente. Non che ci fossero rumori..silenzio, magari era sorda. A lei non piaceva il silenzio. La metteva a disagio.
    "A" - pronunciò tale lettera per testare il suo udito. Perfetto. Le faceva solo un po' male la testa e la pancia, quest'ultima in modo maggiore, aveva subito un duro colpo lì.

    Cominciò a rimembrare le varie fasi dello scontro. Dalla provocazione alla fine, passando per tutte le immagini delle ferite subite. Un errore dopo l'altro. Inutile, debole. E poi la fine. Aveva arrancato, strisciato come una debole disperata che voleva sopravvivere a tutti i costi. Quando arrivò Violet fu il peggio. Senza onore..avrebbe preferito morire, piuttosto che perdere l'onore. Si toccò la testa per sentire se era calda. Poi la lasciò lì a coprirne tutta la fronte. La frangia si appoggiò alla mano, lo sguardo malinconico al soffitto. Aveva perso. Aveva subito una..sonora sconfitta, letteralmente. Tanto da perderci quasi l'udito. Sola e triste. Alison non stava affatto bene. Quel combattimento l'aveva stravolta psicologicamente. Non si sentiva nello spirito di sfottere, di fare l'arrogante o la prepotente. Seppur aveva dimostrato tanto, non fu abbastanza. Il risultato era quello e la bionda poteva solo osservare le sue ferite e prendersela con se stessa. Un piccolo animale che poteva solo leccarsi le ferite. Che poi non era nemmeno tanto sicura. Ricordava di aver visto una figura vagamente simile a Violet. Però..lei non sapeva che era partita. Forse non ricordava, forse non sapeva..magari Violet aveva fatto qualcosa di nascosto per assicurarsi dove trovarla e come aiutarla, nel caso..aveva fatto bene. Da un lato aveva fatto bene, dall'altro la pugile si sentì profondamente male.

    Violet. Come stava lei? Non si erano sentite molto, quasi per nulla da quel giorno. No, non era il momento di pensare a quello. Scacciò via quei pensieri accompagnano con un cenno del capo. Poi voltò lo sguardo oltre la finestra vicina. Vedeva alberi in lontananza, o almeno la loro parte superiore. Nient'altro, alcune strutture..ma poco. Non poteva nemmeno sollevarsi per scorgere cosa vi era ai bordi. Il cielo era azzurro, quindi mattina. Doveva essere lì da molto, dato che aveva perso conoscenza nel parco e..si era ritrovata lì con meno ferite, meno dolore e meno stanchezza di prima. E ora che doveva fare? La più malsana delle idee. Con sforzo sfilò la gamba dalla fascia che la teneva appesa. Il suo corpo era tremendamente debole. Non aveva mai provato una simile esperienza, almeno non si era mai sentita così debilitata. Pareva che quel corpo non fosse suo. Appoggiò la mano al comodino cui vi era il lungo guanto a mezze dita con l'Ember Celica rimasta. Si bloccò osservandola. Una era andata distrutta. Si avvicinò alla finestra appoggiandosi alla parete. Impiegò mezzo minuto buono procedendo a lenti passi. Stringeva i denti, fino a che non riuscì ad appoggiare le mani ai bordi della finestra. Si trovava davvero in alto. Quarto o quinto piano, non sapeva dire, non aveva voglia di contare quante finestre vi erano. Le balenò in mente l'idea del suicidio. Dapprima si guardò attorno se ci fosse altro, poi appoggiò il busto sopra. L'aria tranquilla e fresca le muoveva parte dei capelli. Rimase così, in quella posizione ridicola, indecisa se proseguire con quella scelta o meno. E lì che i più oscuri dei pensieri emersero.
    Faccio schifo..non valgo niente..
    Stato Mentale: Normale
    Stato Fisico: In fase di recupero - Piccolo taglio alla gamba sinistra, mal di testa, spalla lussata, dolore allo stomaco, taglio orizzontale alla coscia sinistra, graffio al fianco sinistro, perforazione da arma bianca alla gamba e alla coscia destra, taglio alla spalla destra
     
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    Interferenze Sentimentali_


    I miei passi lungo il corridoio sono lievi, ma i pensieri che albergano nella mia mente sono tutto il contrario: l'ultima volta in cui ci siamo seriamente incontrate, be', è stato un bel casino...

    “E c'è pure Dimitiry...”


    Già. C'è anche lui di mezzo. Il nostro ultimo incontro non è andato propriamente bene neppure: c'è stato un picco di qua, e uno di là. Tutto sommato, è stato neutro: esattamente come uno studioso di statistica che ha la testa nel forno e i piedi nel frigo e dice che mediamente sta bene. E noi idem, dovremmo stare mediamente bene, mediamente neutri.
    Col cazzo.
    Non ho la minima idea di come stiamo, io e Dimitriy. Gli ho detto che ci avrei pensato, e lo sto facendo, e più ci penso più mi convinco di ciò che già gli ho detto: sarebbe un suicidio, non possiamo stare insieme, siamo troppo diversi e...
    Déjà-vu. Stessa situazione con Alison. Non è proprio l'ambiente adatto a me, questo...e le persone che lo frequentano, infatti, non sono adatte...Non posso certo dire di sì a lei, se a lui ho detto di no perché siamo incompatibili: sarebbe fottutamente irrazionale e insensato, mi esploderebbe il cervello di dissonanza cognitiva. "Dire di sì" e "dire di no", poi, come se si riducesse a quelle cazzate infatuoidi tra adolescenti al liceo! "Ti vuoi mettere con me?" "No, ho già promesso a Marco di stare con lui per le prossime due settimane, e devo farmi il resto della classe prima delle vacanze estive ché poi vado al villaggio turistico a farmi tutti gli animatori sisi. Sono molto rigida su certe cose, mi spiace."
    Ma per amor di discussione mi tocca semplificare, sennò starei qui mezz'ora puramente per motivi linguistico-formali e non andrei da nessuna parte, non troverei nessuna soluzione, pragmaticamente parlando.
    E quindi sono qui, con Dimitriy da una parte che è tenerissimo ma tremendamente nabbo in campo sentimentale -mica colpa sua, poverino-, ed è grande e maturo e serio per tutto il resto ma non a livello di libertà come me; poi c'è Alison, che è una testa calda, una testa di cazzo anche a volte eh, che è diametralmente opposta a Dimi, tutta iperattiva e spacca-tutto, e poi in verità nasconde un cuore romantico che pure lei non ha sviluppato, stavolta per paura e brutte esperienze con stronzi, e non per torture e altri tipi di brutte esperienze con altri tipi di stronzi. In fin dei conti sarebbero fantastici entrambi, in pratica, se solo la loro bio non li influenzasse così tanto, se solo avessero studiato l'argomento in maniera scientifica e sapessero di psicologia e neuroscienze ed evoluzione. EHHHHHHH, che stress. Scuoto la testa sospirando, e la mia testa continua a dirmi "no". No, perché devono ancora crescere, entrambi, in modi diversi ma non così del tutto, sono molto simili infatti dal mio punto di vista, ed entrambi sono...mancanti. Purtroppo. Mi dispiace da morire, mi strappa il cuore, perché...perché...il mio cuore vorrebbe anche amarli, entrambi...E già questo è un problema. Poi ci si mette il cervello a dire al cuore "No, guarda, non ti conviene, perché nessuno dei due è adatto" e allora ciao, si sputtana il mondo in maniera incredibilmente allegra e spensierata. Proprio l'apocalisse senza il minimo indizio al fatto che, forse, 'sto bordello non è propriamente salutare. Ma al mondo, alla realtà, non frega un emerito pene di gomma su come sto io o come stanno gli altri! Che nervi! Che rabbia! Che disgusto! Ecco perché mi fa schifo la vita, l'esistenza, come fenomeno fisico: perché è stronza in una maniera indicibile!

    E così, tra uno scervellamento e l'altro, prima di strapparmi i capelli stando seduta accanto a Alison addormentata, ho deciso di alzarmi e di uscire per fare un po' di spesa, sia per me sia per lei, per quando si risveglierà. Ora sono praticamente tornata, apro la porta della sua stanza e...la trovo alla finestra, che si sporge in maniera bizzarra ed incosciente - forse vuole prendere un po' d'aria? Vallo a sapere, cosa le dice quella testa
    .

    «Ma dan-na-zio-ne, A-li-son! Cosa diavolo ci fai in piedi?! Pensi che tutti quei trabiccoli li abbiano messi solo per romperti le palle? Uff!!»


    Dico con un tono leggermente alto ma lento, non arrabbiato: le mie sopracciglia alzate dichiarano platealmente la mia preoccupazione frustrata ma non iraconda, mentre la mano a palmo aperto con le dita e i muscoli tesi lasciano trasparire il mio nervosismo. Se non avessi avuto tutti questi pensieri frustranti per la testa, avrei scelto sicuramente un set di parole e toni che veicolassero più calma e gentilezza, perché ne avrei serbate dentro di me. Ma non sono per niente tranquilla e rilassata adesso, per cui il mio stato si riflette anche nel modo in cui mi approccio a lei: frustrazioni di qua, frustrazioni di là, lei che contravviene a qualsiasi norma di buon senso! Ma cazz, ma non posso girare l'occhio per un minuto manco! Nemmeno in ospedale è capace di stare tranquilla! Dio mio! Perché si vuole così male?! Perché fa cose così stupide??!!
    ...Sì, in fondo è vero: l'ospedale è un posto che crea molto disagio alla gente comune, e normalmente si agitano ancora di più al posto che stare buoni buoni in convalescenza. Dio mio, la gente è così stupida...!!! NNGGRRR!!! Che nervoso!!
    ...Sospiro. Calmati Violet, pazienza, pace e tranquillità, zen, zen, zen...cazzi loroooohmmmm...Ohmmmm...Cazzi lorohmmm..
    .

    «...Se non altro sembri stare un po' meglio. Te la sei vista bruttina, sai? Dovresti stare più attenta...»


    "Bambina mia", ci manca solo. E me ne rendo conto: per questo la mia voce ed il mio sguardo si abbassano fino a morire per terra. Fin troppo premurosa, fin troppo materna, fin troppo preoccupata. Meh, scommetto venti centesimi che questo la farà incazzare ancora di più, e quindi agitare ancora di più, e quindi muoversi e farsi del male e...facepalm. Mi facepalmo preventivamente, proiettando scenari probabili e futuri nel presente.

    «Ti ho portato dei cioccolatini: ho pensato potessero tirarti su il morale...»


    Ecco, questa sì che è stata un'idea geniale: un po' di zucchero, i precursori delle endorfine contenute nella cioccolata...Estraggo la scatola dalla busta che ho nell'altra mano e li tengo davanti a me, con un viso puccio e che mostra volontà di pacificazione, accennando a porgerglieli...Pronta a virare verso il comodino qualora mostrasse disinteresse - scazzato ed ingrato, plausibilmente, e pronta quindi a portare pazienza e a consolarmi con un "Perle ai porci, è la prassi, Violet" con quell'aria superiore da monaco cristiano o buddhista che ne subisce di tutti i colori senza spostarsi di una virgola, porgendo l'altra guancia. Come se sopportare stoicamente desse qualche ricompensa in un fantomatico aldilà: una religione fatta dagli schiavi per gli schiavi, aveva proprio ragione Nietzsche.


    _Specchietto Tecnico:



    Specchietto Tecnico_

    [☆] Condizioni Fisiche: Ottimali.

    [☆] Condizioni Psicologiche: Ottimali.

    [☆] Condizioni Energetiche: Mana al 110%.

    [☆] Equipaggiamento e Poteri:
    Equipaggiamento

    ¬ "Revan's Robes": Armatura (1pt).
    ¬ "Chakram seghettato": Lama circolare (1pt).
    ¬ "Pugnale": Lama (1pt).
    ¬ "Glock 19": Pistola (2pt).
    ¬ "Pertica delle Notti Stellate": Bastone (1pt).
    ¬ "Fangs & Claws": Armi naturali (3pt).
    ¬ Bacchette magiche, libri di magia et similia (0pt, GdR).
    ¬ Bussola dei Desideri (0pt, GdR).
    ¬ RT&LWC (0pt, GdR).


    Passive

    ¬ "ThoughtDensity": Telecinesi.
    ¬ "ThoughtDensity": Volo.
    ¬ "Alterazione: Somatizzazione Metapsichica": Shapeshifting (0pt, GdR).
    ¬ "Piegare lo Spazio-Tempo": Viaggio nel Tempo (0pt, GdR).
    ¬ "PsicoEssenza": Immortalità/Autorigenerazione.
    ¬ "PsicoEssenza - Willpower": Mana +10%.
    ¬ "Mentalist": Telepatia (solo Output).
    ¬ "Mentalist": Empatia (Auspex Rileva-Emozioni).
    ¬ "Metacognition": Auspex rilevazione intrusioni mentali/psion.
    ¬ "Metacognition - Mente Blindata": Difesa Anti-Malia.
    ¬ "Disturbance in the Force": Sesto senso per il pericolo/Instant-Casting.
    ¬ "Disturbance in the Force": Preveggenza/Premonizioni (0pt, GdR/Quest).
    ¬ "Cerebro": Auspex Rileva-Menti.
    ¬ "Landa Mentale": Magazzino Dimensionale.

    Specchietto Riassuntivo_

    Tra mille seghe mentali per la situazione indistricabile, Violet torna e si frustra per Alison in piedi XD poi le porge i cioccolatini <3 X°°°°D.

    Note_

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    Giusto o sbagliato

    Luogo: Garwec - Ospedale Comune


    A volte le persone hanno bisogno di fare qualcosa di stupido. Ma non per forza in modo eccessivo. Una scenata. Un modo di mostrarsi, farsi vedere, attirare l'attenzione..chiedere attenzioni. Non voleva certo suicidarsi, insomma..per solo questo? Così abituata a creare scene e scenette che la giovane fu spinta istintivamente a portarsi alla finestra col solo scopo di sentirsi più tristi. La felicità da sola non basta, non aiuta, non giova l'uomo. Anche la tristezza fa la sua parte, così come tante altre emozioni. Un misto necessario. Con solo la felicità si finisce dritti alla noia. E la noia è peggiore della tristezza. Sollevò il capo amirando le lente nuvole scorrere. Appoggiò il gomito sinistro al cornicione e di conseguenza il mento sul palmo omonimo. Le fasce alla gamba lasciavano libero solo il piedino.
    Cos'ho di sbagliato..? Perché non me ne va una giusta? - si chiedeva continuando a rimembrare la battaglia. Gli alberi umani sollevarsi dal terreno, le loro urla strazianti..le lame fiondare come frecce dal cielo. E il suo ultimo grido, nel momento in cui si rese perfettamente conto di essere spacciata. C'era quasi, la sua strategia aveva avuto un senso..forse il problema stava lì, che pensava unicamente con la sua testa e non riusciva a immaginare cosa poteva pensare l'avversario. Probabilmente tentare di dare il tutto sul suo punto debole fu la mossa peggiore. Aveva forse altre scelte?

    E poi lei..perché..? - lei, non Violet, ma lei..sua madre. Era tornata ad Est per visitare la tomba di sua madre. Incontrò un tipo che disse di poter portare sul mondo reale gli spiriti dei defunti. Sciocca lei, ci aveva creduto..vero o no, il ragazzo, durante il tentativo fallito di farle parlare con sua madre, si giustificò dicendo che lei aveva rifiutato l'invito. Quindi..sua madre non voleva parlare con lei. Perché una madre non vorrebbe parlare a sua figlia? Andò su tutte le furie, in qualche modo riuscì a controllarsi e a non sfraccellare quell'altro. Poi fece un sogno. Era tornata bambina ancora una volta. Insieme a lei vi erano tanti altri bambini. Ma nessuno di essi volle avvicinarsi a lei. In disparte, sola. Sola con una bambola alata e parlante. Ma nemmeno ai giochi piace piacciono stare con lei, così quella, dopo aver constatato il suo caraterraccio, spiccò il volo e mai più tornò. Il sogno s'interruppe bruscamente, o almeno lei credeva fosse un sogno. Per quanto bella esteriormente, stava antipatica a tutti. Crescendo aveva maturato un carattere menefreghista, sbattendosene dei pensieri altrui, delle regole e di tanto altro. Una forma di autodifesa dalle malelingue. Quando una persona resta in solitudine per troppo tempo ha solo due scelte: imparare a stare sola o suicidarsi. E lei scelse di vivere da sola. Però..non capiva, non capiva, non capiva! Perché una madre non vuole sua figlia? Perché doveva rimanere totalmente sola, così sola che nemmeno i genitori volevano stare con lei?

    La voce di Violet la riportò alla realtà.
    "Ah..Violet.." - si voltò lentamente con voce sconsolata e un po' roca. Rimase qualche secondo lì. Non era il caso di stare vicino alla finestra, non aveva abbastanza palle per buttarsi di sotto e finirla con tutta quella solitudine. Per quanto forte poteva essere un guerriero, bastava toccare il punto giusto per eliminarlo. Psicologicamente instabile, ogni volta che ripeteva delle esperienze simili, le si formulavano quegli orrendi pensieri di morte. Era sopravvissuta alla sua depressione più grande, ogni volta che si ripeteva l'occasione di farla finita, cambiava idea prima del previsto. Ogni volta con un anticipo maggiore rispetto al solito. Zoppicò tornando a letto, lentamente, appoggiandosi alla parete. Stavolta fu più faticoso dato che aveva il braccio fasciato dalla parte del muro. Infilò la gamba sana nella coperta, tirandola a fatica, senza guardare Violet. Il suo sguardo perso e vuoto segnavano quanto era giù moralmente. Provò a sollevare la gamba per rimetterla sulla fascia appesa. Non ci riuscì. Ci vollerò altri due tentativi..e guai a Violet se voleva provarla ad aiutarla. Doveva sapere quanto orgogliosa era..e quanto odiava farsi aiutare in difficoltà. Già la urtava farsi vedere in quelle condizioni. Ignorò totalmente tutte le altre parole, compreso il buon gesto dei cioccolatini. Non proferì parola guardando verso la finestra con un'espressione totalmente..diversa. Mai vista prima d'ora. Seria, triste, malinconica, rancorosa, offesa. Abbassò lo sguardo sulel sue mani, poi gettò un occhio verso l'Ember Celica appoggiata al comodino. Tornò a guardare fuori dalal finestra e con voce bassa:
    "Non dovevi intervenire.."
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    Stato Fisico: In fase di recupero - Piccolo taglio alla gamba sinistra, mal di testa, spalla lussata, dolore allo stomaco, taglio orizzontale alla coscia sinistra, graffio al fianco sinistro, perforazione da arma bianca alla gamba e alla coscia destra, taglio alla spalla destra


    Edited by "Gerik" - 9/4/2016, 19:34
     
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    Come previsto, i cioccolatini non la smuovono di una virgola. Sembra triste, e isolata. Auto-isolata. E non vuole affatto che la aiuti, ovviamente. Figurarsi: lei, Alison, quella che fa tutto da sola, disastri e prodezze. Soprattutto disastri, a esser sinceri. E non vuole mai una mano, è disonorevole, sei debole se ti fai aiutare.

    «Non dovevi intervenire..»

    “Ettepareva.”


    Sbuffo, sospiro, scuotendo la testa esasperata e rassegnata, ma non del tutto.

    «Alison. Ma perché sei così insicura di te stessa? Perché devi sempre dimostrare mille cazzate al mondo e soprattutto a te stessa? Davvero non sai vedere il tuo valore, non sai valutarlo, se non legandolo a sciocchezze esteriori, materiali eccetera? A fatti, a eventi, a azioni, a successi? Davvero tu sei queste cose, sei costituita da cose così? Sicura di non avere un valore intrinseco per come sei, e non per quello che fai?»


    Ehhhhh. Sticazzi. Non so nemmeno perché spreco ancora il mio fiato così, con lei, con questa gente così. Duri come le pietre, una testa vuota con l'eco.

    «Bambini...»


    Mormoro tra me e me, poggiando la testa contro il muro e sostenendomi solo così, oltre ai piedi, stanca e demoralizzata. Madonna quanto mi esasperano queste cose, i cervelli ineducati della gente comune...Vorrei così tanto poterli fixare in uno schiocco di dita, ma poi diventa violazione della loro libertà di autodeterminazione, e quindi immorale, e quindi che scazzo cosmico, mio Karzak zoofilo...


    _Specchietto Tecnico:



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    ¬ "Alterazione: Somatizzazione Metapsichica": Shapeshifting (0pt, GdR).
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    ¬ "PsicoEssenza": Immortalità/Autorigenerazione.
    ¬ "PsicoEssenza - Willpower": Mana +10%.
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    ¬ "Metacognition": Auspex rilevazione intrusioni mentali/psion.
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    Ci riprova, a farla ragione, ma è già rassegnata e con la testa contro il muro X°DDDDD.

    Note_

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    Lo voleva morto. L'aveva promesso. Se l'era promesso. Gliel'aveva giurato: se fosse sopravvissuta l'avrebbe cercato fin capo al mondo, ad ogni costo. L'avrebbe ucciso con le sue mani e nessuno gli avrebbe impedito tale scelta, tale percorso. Violet fu piuttosto prevedibile, cominciò a dire cose che Alison non riusciva a comprendere, come se fosse una novità..
    Valore? - il suo metodo di autovalutazione era errato, secondo Violet. Non doveva basarsi su fatti, eventi, azioni e successi. Ma su..su..su cosa? Alison non lo sapeva, vi erano altri modi per valutare? C'era forse qualcos'altro su cui doversi basare? Qualcosa di non materiale..stronzate.
    "Sei venuta qui a dirmi cazzate?" - sbottò senza alzare i toni e senza voltare la testa per guardarla. Lo sguardo si accigliò appena, sempre indirizzato verso il paesaggio fuori dall'unica finestra.
    "Non conosco altri modi per valutare" - poi si zittì. Penso di aver sentito altro, un mormorio..il silenzio che vi era in quella stanza permetteva di udire qualsiasi rumore o parola. Peccato che avesse da poco subito ingenti danni all'apparato uditivo e, forse, non era poi così perfetto in quel momento. Aveva bisogno probabilmente di più tempo per guarire.

    "Non dovevi intervenire, non dovevi intervenire..!" - strinse le mani sul bordo della coperta, volgendo improvvisamente lo sguardo in basso. Strinse appena i denti per poco, fece di tutto per mantenere la calma e il controllo. Si stava innervosendo e nemmeno poco. Era molto grata a Violet per quel salvataggio. Aveva sperato davvero in un miracolo, era stata molto fortunata. Però la parte più oscura di lei tendeva ad affondarla nella disperazione. Dopo il recente contatto spirituale, quella sembrava l'occasione perfetta per morire, per tagliar corto a quell'esistenza solitaria. Come già citato svariate volte, la bionda riusciva in qualche modo sempre a risollevarsi. Il problema, a dire il vero, non era quante volte cadeva. Ma la prima volta che cadeva. Non aveva mai sentito sua madre rifiutarla. Non ci voleva credere. E poi..magicamente, le parve di fare un tuffo nel passato. Una festa di carnevale, un ritorno al principio. Seppur in modo diverso, le parve di rivivere quei giorni d'infanzia, giorni in cui gli altri bambini la evitavano, la prendevano in giro, la costringevano a picchiarli. Nel gruppo era sempre quella indietro e anche se si proponeva di stare davanti, finiva per venire ignorata. Col tempo però attirò molti più sguardi, purtroppo unicamente per il suo aspetto esteriore e, a volte, un po' spinto per l'abbigliamento scoperto. Ribelle, determinata, autosufficiente. Si mostrava più matura del normale, in parte era proprio così. Gli altri però vedevano solo una parte di sé. La valutavano secondo l'esteriorità e non attraverso altri canoni. Tutti la valutavano secondo quel metodo di valutazione. Esistevano altri modi per valutare una persona? Valori interiori? E la pugile era in possesso di valori interiori? Ridicolo.

    "Non hai idea di cosa ho passato..!" - e trattenne, non andò oltre. Non le rivelò ancora di ciò che aveva visto al cimitero. Si vergognava. Si vergognava troppo. Troppo umiliato per una figlia dover dire che la sua stessa madre..l'aveva rifiutata, non voleva avere contatti con lei, pur avendo avuto una possibilità davvero rara, se non unica. Morta per lei..stronzate, era morta a causa sua. Aveva ucciso sua madre. Era un'assassina, la criminale peggiore. Infame, vergognosa, merita la morte la piccola ipocrita. Se lo meritava di stare sola, doveva solo ringraziare di avere una vita ancora salva. Portò entrambe le mani al viso, coprendo gli occhi e parte delle guance. Prese un respiro profondo, angosciato, straziante, nervoso. Era agitatissima, provata e..non..non poteva sopportare un fardello del genere. Per quanto potente era, per quanto si dimostrasse forte..come umano e individuo, non poteva accettare di portare sulle spalle un peso di questo genere. Chi era lei? Cos'era? Quanto valeva una mezza criminale macchiata di sangue fin dalla nascita? Suo padre le disse che era nata con gli occhi rossi, rossi come il sangue di sua madre..ipotizzò ora. Magari non era nemmeno umana. Forse un demonio, una creatura orrenda che appariva con sembianze di una donna dal fisico molto apprezzabile. Un bestia, non una donna. Una terribile e famelica bestia.
    "Voglio morire.." - le scappò, mentre le parole sembravano uscire a forza. Singhiozzò un paio di volte, non volle scostare le mani dagli occhi. Non voleva far vedere a Violet che stava piangendo di nuovo. Non poteva sopportare tutto questo..un rifiuto, brutti ricordi del passato, una bruciante sconfitta, un orgoglio strappato. Un vortice di emozioni negative, lei si trovava nel mezzo e rischiava di soffocare.
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    «Sei venuta qui a dirmi cazzate?
    Non conosco altri modi per valutare.
    Non dovevi intervenire, non dovevi intervenire...!»


    «E siccome tu non ne conosci altri, allora sono io a dire cazzate? Guarda che mi hai chiamata tu, tra l'altro, eh!»

    “Giusto per sottolineare chi dice cazzate.”


    Le rispondo piatta e sconfortata esattamente come lei, stando immobile contro il muro e la faccia sconcertata. La sua mancanza di logica è aberrante, mi disturba interiormente a livello profondo: sono fortunata che non mi vengano più gli attacchi di intolleranza aumentata verso la stupidità come una decina-quindicina d'anni fa, tra nausea, vomito e coma. Anche se, però, quel suo continuare a insistere sul mio intervento diventato adesso improvvisamente "sbagliato" sta mettendo ben a dura prova il mio addestramento.

    «Non hai idea di cosa ho passato...!
    Voglio morire...»


    Quelle parole mi fanno fermare. Mi rendono seria, seria come uno scienziato di fronte a un nuovo evento, un problema, un qualcosa da risolvere veramente, professionalmente. Tant'è che la mia spina dorsale si raddrizza e la fronte si stacca ed allontana dal muro. Silenziosa, lenta, delicata ma decisa, mi giro e mi avvicino al letto, sedendomi su di esso in maniera tale da guardare la ragazza dritta in faccia.

    «Alison, Alison, ascoltami: parlami. Lasciati aiutare, smettila di credere alle cazzate: il proprio valore non si dimostra facendo la "figa autonoma sempre e comunque". Parlami, raccontami, sono io, sono Violet...Ciò che hai dentro è ciò che vale, non quello che fai, non come appari! L'apparenza è superficiale, è sciocca: ciò che sta sotto la superficie, la pelle, quello conta...! Quello che hai dentro, le tue esperienze passate, i tuoi sentimenti, ciò che ti angoscia, ciò che ti fa sorridere, ciò che ti rende felice. Tu sei Alison, e sei già unica e speciale così: non hai bisogno di dimostrare niente...»


    Le dico, seria e premurosa, prendendole il viso tra le mani per farle capire che non sono cose ostili, che sono piene d'amore, l'amore più alto che esista nell'universo, quello fraterno per qualcun altro.

    «Ascoltami, ché di male di vivere e suicidi ho notevole esperienza: ci ho fatto la tesina di quinta liceo, ci ho provato svariate volte in passato, e alla fine la risposta è sempre la stessa: onestà intellettuale. Guardare in faccia i problemi sul serio e risolverli, con la paura ma anche col coraggio di superarla. Parlami.»


    Concludo portando le mani sulla sua, ora, cercando di usare il contatto fisico come ponte, come cavallo di troia, per fare breccia attraverso le sue difese ed instaurare un dialogo vero e profondo.


    _Specchietto Tecnico:



    Specchietto Tecnico_

    [☆] Condizioni Fisiche: Ottimali.

    [☆] Condizioni Psicologiche: Ottimali.

    [☆] Condizioni Energetiche: Mana al 110%.

    [☆] Equipaggiamento e Poteri:
    Equipaggiamento

    ¬ "Revan's Robes": Armatura (1pt).
    ¬ "Chakram seghettato": Lama circolare (1pt).
    ¬ "Pugnale": Lama (1pt).
    ¬ "Glock 19": Pistola (2pt).
    ¬ "Pertica delle Notti Stellate": Bastone (1pt).
    ¬ "Fangs & Claws": Armi naturali (3pt).
    ¬ Bacchette magiche, libri di magia et similia (0pt, GdR).
    ¬ Bussola dei Desideri (0pt, GdR).
    ¬ RT&LWC (0pt, GdR).


    Passive

    ¬ "ThoughtDensity": Telecinesi.
    ¬ "ThoughtDensity": Volo.
    ¬ "Alterazione: Somatizzazione Metapsichica": Shapeshifting (0pt, GdR).
    ¬ "Piegare lo Spazio-Tempo": Viaggio nel Tempo (0pt, GdR).
    ¬ "PsicoEssenza": Immortalità/Autorigenerazione.
    ¬ "PsicoEssenza - Willpower": Mana +10%.
    ¬ "Mentalist": Telepatia (solo Output).
    ¬ "Mentalist": Empatia (Auspex Rileva-Emozioni).
    ¬ "Metacognition": Auspex rilevazione intrusioni mentali/psion.
    ¬ "Metacognition - Mente Blindata": Difesa Anti-Malia.
    ¬ "Disturbance in the Force": Sesto senso per il pericolo/Instant-Casting.
    ¬ "Disturbance in the Force": Preveggenza/Premonizioni (0pt, GdR/Quest).
    ¬ "Cerebro": Auspex Rileva-Menti.
    ¬ "Landa Mentale": Magazzino Dimensionale.

    Specchietto Riassuntivo_

    Ci riprova, ancora, ancora e ancora.

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    Le prese le mani. Oppose un attimo di resistenza, poi si lasciò guardare in volto. Le permise di vedere i suoi occhi lucidi, la sua espressione triste e piangente. Non era un pianto come quello dell'altra volta. Non era un pianto per incontenibili emozioni, era un pianto di tristezza assoluta. Le sopracciglia a metà tra l'inarcamento e l'accigliamento. Gli occhi tremanti. Il singhiozzo, il respiro affannoso, il trattenere il muco che ormai si stava generando. Ancora quelle belle parole. Ancora quelle inutili parole. Alison non ci credeva, non aveva bisogno di sentirsi queste cose. Non le interessava se veniva considerata speciale. Lei già sapeva di essere unica, come ognuno del resto. E forse questa linea di pensiero faceva render conto che alla fin fine..se tutti fossero speciali, allora non sarebbe poi così figo "essere speciali".
    "Sniff..sniff.." - tirò sul col naso, mentre la testa sbatteva lateralmente sul cuscino, prima a destra poi a sinistra. Estremamente nervosa, cercava di evitare ogni contatto visivo. Poi s'arrese, inevitabile, tornò a guardare la compagna.
    "Non..sniff..non mi toccare..sniff.." - e bruscamente tirò indietro le mani per afferrare con una nervosa e forte stretta i bordi della coperta.
    "Basta cazzate..sniff..ti prego..sniff.." - e portò nuovamente le mani al volto, coprendosi come prima, mentre ogni tanto si udiva un lamento strozzato causato dal pianto.

    "Nessuno può aiutarmi..sniff..solo io..sniff..posso.." - come sempre, si trovava in situazioni disperate, senza via d'uscita. Non poteva chiedere aiuto a nessuno. Non aveva amici, non aveva parenti. A chi poteva chiedere? Alla fine col tempo si rese conto che in un mondo come quello..faceva differenza solo chi sopravviveva e andava avanti. Da soli. Non c'era bisogno dell'aiuto di altri. Bisognava combattere le proprie battaglie e le proprie paure da soli. Alison lo sapeva perfettamente. Quando suo padre morì, si era dovuta arrangiare, aveva dovuto fare le cose da sé, non chiese aiuto a nessun altro.
    "Non puoi aiutarmi, Violet..sniff.." - prese un respiro profondo cercando di calmarsi un pochino. Violet non demordeva, disse di aver avuto tante esperienze in fatto di suicidi. Ma stavolta non era un problema che si poteva risolvere. Non vi era alcuna possibilità di soluzionare un problema del genere. Sua madre era morta. Sua madre l'aveva rifiutata da morta. Che avrebbe dovuto fare? Togliersi seriamente la vita per andare a parlare in faccia? Da spirito a spirito?

    Lasciò le mani e sentì il contatto fisico di Violet. Non le piaceva particolarmente farsi toccare, probabilmente perché non ha avuto esperienze di un amore materno.
    "Mia madre..mi ha rifiutata..sniff.." - appena pronunciò quella frase, quella verità. Lo stato della bionda tornò a peggiorare. Scacciò la mano di Violet e si coprì nuovamente il viso. Poi sollevò la gamba tenuta e la fece cadere sopra l'altra volgendosi di lato. Diede le spalle a Violet. Poco importava delle operazioni, delle ferite in via di guarigione. Della possibilità di riaprirle. Si rannicchiò. La mano sul viso si strinse a pugno e le labbra non poterono più nascondere i suoi denti, anch'essi impossibilitati a legarsi coi rispettivi dell'altra arcata.
    "Sniff..sniff.." - una cosa era il rifiuto in vita. Una madre che rifiuta sua figlia in vita è orribile. Ma quando questa lo fa da morta senza dare nessuna spiegazione, senza nessun indizio..è ancora più orribile e deprimente. Alison ha ucciso sua madre, è innegabile. Lei è nata e sua madre è morta. Quest'ultima doveva provare forte rancore per sua figlia. Tanto da non accettarla mai più, da renderla una completa sconosciuta indegna di sentire le sue parole o spiegazioni. Per colpa sua non ha potuto stare con la persona che amava. Gli innocenti assassini devono essere puniti con la forma più disonorevole di morte: il suicidio. Non devono dare colpe a nessuno se non a loro stessi. Sola per tutta la vita. Giudicata per tutta la vita. Il mondo era così ingiusto e crudele con lei e qualcuno già potrebbe pensare che nel suo sangue vi sia qualcosa di demoniaco. Le iridi si fecero rosse, di un'intensità nuova, più profonda, più luminosa. Sarà che l'acqua salata crei una graduazione diversa dal solito, sarà che forse i suoi occhi sono regolati secondo le sue emozioni. Rosso scuro per la rabbia, rosso acceso per la tristezza. Violet era lì, poteva fidarsi davvero di lei? Che cosa poteva mai fare lei? A parte parlare e dirle qualche altro conforto inutile. Pratico, concreto..le parole sono tutt'altro per lei, prive di significato. Se non c'era modo di soluzionare la questione, aveva senso parlarne?
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    «Sniff..sniff..
    [...]
    Non puoi aiutarmi, Violet...sniff.»


    «Smettila, Alison...Hai ragione: solo tu puoi aiutarti. Ma io posso aiutarti ad aiutarti.»

    “Dio, quanti capricci!”


    Sciocca bambina che non è altro. Piange, tira su con il naso, strattona e si ritrae e si nasconde e rifiuta il contatto umano e...dice cazzate, continua a dirle, continuando ad accusare me di dirle. Che stress, giuro non so chi mi dia tutta questa pazienza...!
    Sopporto, anche se oggi sono meno disposta a tollerare esteriormente, verbalmente, socialmente...Sarà tutto lo stress, tutti i pensieri, le cose serie che ho per la mente: di fare da baby sitter proprio non ho voglia, io che non voglio figli tra l'altro. Non sopporto i bambini, questo è uno degli infiniti motivi per cui non ne avrò. Non sopporto i bambini: così stupidi, egoisti, ignoranti, falsi. "Ma sono bambini! Devono ancora crescere!" "Infatti, è esattamente questo il punto." "Ma anche tu sei stata bambina!" "E? A parte che non lo sono più, proprio perché sono cresciuta, maturata, educata, colta eccetera eccetera, e dunque richiedo un certo livello di interazione, di rapporto. A parte questo, sono stata anch'io cogliona da piccola: e? Non vedo come questo potrebbe cambiare la realtà." Ma la gente non capisce.
    La gente è bambina dentro. Perché la gente è ignorante dentro. La gente non è mai maturata, trova più affinità coi bambini, infatti. Io non capisco, davvero, come possano degli adulti andare d'accordo con dei bambini, se non per quella droga chiamata ossitocina appunto: intellettualmente parlando, c'è un abisso. Così come c'è un abisso tra me e Alison: ecco perché non possiamo stare insieme.
    E potrei fregarmene! Di lei, intendo. Potrei mandarla affanculo, potrei non aiutarla, non stare qui a mangiarmi il fegato a sopportare le sue stronzate, non rispondere proprio alle sue chiamate di soccorso eccetera. E invece no. Perché? Perché son cogliona? Forse sì. Perché son sua amica? E perché lo sono? Perché ne ha bisogno, perché in fondo è buona, perché è giovane e sperduta e sola e se non le do una mano continuerà a bruciarsi. Perché sono una jedi, sotto sotto, vero? Sì. Perché sono cogliona, insomma
    .

    «Mia madre..mi ha rifiutata..sniff..»


    ...
    Ecco. Ecco perché. Perché serba dentro il suo cuore un dolore grande come il multiverso. Perché è solo un'altra povera vittima di questi meccanismi spietati e apatici, impersonali, ciechi, che ci schiacciano tra i loro ingranaggi, e se non ci si dà una mano quando si intravede la possibilità, se non si adempie al proprio dovere morale e sociale quando si vede un problema e si vede pure la soluzione...Che merda viene fuori? Già la natura fa schifo così! Già la società fa schifo così perché la maggior parte della gente fa schifo così! E quindi son cogliona un'altra volta, che penso di poter cambiare il mondo ancora, nonostante tutte le palesi batoste nelle gengive che ho preso nel corso della mia vita...? Sì, apparentemente sì
    .

    «Tua madre ti ha rifiutata? Se è vero, che stronza di prima categoria!»


    Roboante e dissacrante, anticonformista ed orgogliosa. Ecco com'è la mia risposta, ecco com'è il mio pensiero, ecco come dovrebbe essere il suo, se veramente vuole essere indipendente, autonoma, autosufficiente, se vuole andare in solo ad affrontare il mondo e la vita. Sapesse lei che razza di genitori di merda ho avuto io...!

    «Davvero è questo il problema, Alison? Ma ti sembra una persona decente e stimabile, una che rifiuta la figlia? Ma davvero ti fai mettere sotto da feccia che non è degna nemmeno di pulirti le scarpe con la lingua? Ti atteggi tanto a dura, ma non conosci nemmeno l'ABC: è il cervello la nostra prima e più potente arma, non i muscoli, non i pugni. Puoi essere libero fuori ma schiavo dentro, è la mente la prima a dover essere protetta, schermata, pulita, disintossicata. Solo la mente ti dà la vera forza, la vera libertà, la vera felicità. Non ti facevo così convenzionale...»


    Esclamo stupita, chiudendo provocatoria ma bonariamente sorridente. Voglio stuzzicarla un po' per permetterle di non piangere più, almeno per qualche momento. E, tuttavia, le mie parole non potrebbero essere più sincere e d'ausilio: la verità può essere provocatoria, ma solamente nei confronti delle tradizioni, ed è esattamente questo che sto cercando di fare in lei. Demolire quei pensieri ridicoli ed arcaici di rispetto genitoriale immeritato che la stanno uccidendo, che la stanno spingendo al suicidio, alla morte, volontariamente o inconsciamente che sia.
    Oh, Alison...Quanta strada che hai ancora da fare..
    .


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    ¬ "Alterazione: Somatizzazione Metapsichica": Shapeshifting (0pt, GdR).
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    ¬ "PsicoEssenza": Immortalità/Autorigenerazione.
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    ¬ "Metacognition": Auspex rilevazione intrusioni mentali/psion.
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    ¬ "Disturbance in the Force": Sesto senso per il pericolo/Instant-Casting.
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    ¬ "Cerebro": Auspex Rileva-Menti.
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    Aiutarla ad aiutarsi? Che voleva dire?
    Alison non sapeva se odiare o meno sua madre. Non sapeva se prendersela davvero, se era giusto..l'aveva rifiutata, ma non le aveva dato alcuna spiegazione. Perché? Forse c'era qualcosa sotto..però lei non comprendeva, non poteva capire. Sapere che sua madre non vuole comunicare con lei, apparentemente senza motivo, le fa solo pensare che ce l'ha con lei. E se non è per il fatto che è morta..quale altro potrebbe essere il motivo?
    "Sniff.." - cercava di calmarsi, si asciugava di tanto in tanto entrambi gli occhi con la manica sinistra. Violet ha ragione: non può essere una donna stimabile colei che rinnega sua figlia. Il problema non è tanto il fatto di esser stata ignorata totalmente, dimenticata..ma le ragioni!
    Perché..? Perché..? - le punte delle sopracciglia inarcate, gli occhi tristi e malinconici si spostavano impercettibilmente su ogni altra cosa. Da un lato all'altro, come a cercare una risposta, un'illuminazione. I singhiozzi diminuirono, le parole di Violet non furono però efficaci. Avrebbe voluto ignorare i suoi discorsi che, puntualmente, andavano a parare sul concetto di cervello e mente. Aveva, dopotutto, offeso sua madre. Alison aveva sempre voluto bene a sua madre, anche non avendola mai conosciuta. Però..nonostante questo torto, non se la sentiva di cambiare totalmente la sua opinione di lei. Non finché non conosceva le ragione per cui non volle comunicare con lei.

    Non le rispose. Non subito..passarono alcuni minuti di silenzio. La bionda aveva bisogno prima di calmarsi per poterle dare una risposta decente. Le lacrime non si accumularono più, la pugile tirava su profondi respiri cercando di forzare il suo sistema a placcare lo stato di inquietudine. La lingua spingeva all'interno delle guance, si graffiava tra i denti e questi ogni tanto battevano cercando di opporre resistenza al volere della bionda. Chiuse gli occhi, sprofondo ulteriormente nelle coperte. Guardò Violet, finalmente.
    "Non chiamarla feccia, Violet..altrimenti la prossima volta ti rompo la faccia" - le disse, più seria e calma in volto, meno nelle parole. Non le avrebbe mai spaccato la faccia, come poteva? Dopotutto si trattava di Violet, però era meglio specificare perché quella reazione alle sue parole.
    "Mia madre è morta..e l'ho uccisa io" - guardò verso la finestra aperta. Una corrente silenziosa e tranquilla, complice della quiete creatasi nella stanza. La telepate poteva pure denotare una certa contraddizione in lei..però questo è: non se la sente di odiare una persona tanto cara, specie quella che la mise al mondo, senza averne una valida ragione. Un rifiuto ingiustificato..non voleva cadere vittima di incomprensioni, non con sua madre. E quello che disse era la verità. Lei era nata, sua madre morta. Era come se l'avesse, inconsapevolmente, uccisa lei. Era nata già assassina.
    "Sono un'assassina nata.." - queste parole avrebbe per forza fatto capire a Violet cosa poteva essere successo. Però..probabilmente non avrebbe trovato la connessione logica tra "il rifiuto" e la sua "morte prematura". Come poteva rifiutarla se Alison non aveva mai avuto modo di parlarci?



    "Mio padre non mi diede mai la possibilità di visitare la sua tomba" - cominciò a raccontare tirandosi su e ponendosi più comoda con la schiena. Il suo sguardo era sempre rivolto verso la finestra, così malinconico ma deciso a informare l'amica della sua storia.
    "La nostra situazione era difficile e mio padre trovò impiego al Bloodrunner, quindi ci siamo trasferiti lì dall'Est" - continuò. Poi si sporse verso il comodino, sempre con la sinistra priva di fasce, aprì il cassetto superiore del comodino. All'interno vi era un grosso libro: un favoliere. Violet doveva averlo visto probabilmente. Lo prese.
    "Chiesi un permesso a Dimitriy e mi diressi qui. Mi imbattei in una strana festa e mi sembrò di tornare per davvero bambina. Quando tutto finì, credetti fosse un sogno..poi trovai questo" - e le porse il favoliere. Aveva già cominciato a leggerlo e aprendolo si sarebbe finiti dritti su una particolare storia tenuta dal segnalibro: Riccioli d'Oro. La protagonista di quella fiaba era così simile a lei. Il personaggio aveva tratti fisici simili e anche lei cercava un posto nella società. I posti degli orsi non erano mai adatti a lei, quindi fu costretta a fuggire. Nemmeno Alison ha un vero posto al mondo, gira dove capita, prova quel che può..a volte si finge attrice, giornalista, indossa costumi non suoi. Ma alla fine è così palese..ritorna ad essere quella ragazza priva di identità. Alison Jin Long, la ragazza che uccise sua madre appena nata, la ragazza che si dimostra forte, la vendicatrice, colei che non ha un sogno suo ed è costretta a perseguire obiettivi pericolosi come fossero scopi vitali. La ragazza sola che è costretta a fuggire, a cercare altro che la soddisfi. Una ragazza senza un futuro pensato. Il favoliere glielo diede un ragazzo in cambio di lasciargli Zygoin. Le parve pure di incontrare una ragazza di metallo vista in un sogno. Tutto così assurdo.

    "Poi incontrai un ragazzo al cimitero. Disse che poteva farmi parlare con mia madre, però il contatto poteva avvenire solo se quest'ultima decideva di accettare l'invito. Lei rifiutò" - il suo sguardo scivolo verso il basso, sospirò tirando su col naso un'ultima volta.
    "Poi incontrai quel necromante..e arrivasti tu" - si rinchiuse nel silenzio. Facendo scorrere il tempo e aspettando le parole di Violet. Aveva sicuramente da dirle qualcosa, probabilmente l'ennesimo tentativo di confortarla. Una vera eroina, arrivò all'ultimo secondo per salvare una giovane già senza onore. Già sporca di sangue. Certo..fu una morte naturale e non aveva mai pensato a questo prima di..quel rifiuto. Non ci aveva mai fatto caso, ma ora tutto sembrava avere un senso. Era davvero quello il motivo? Vorrebbe tanto parlare con sua madre..scoprire perché scelse di non accettare l'invito a parlare con lei. Sarebbe stato..così bello poter vederla, parlare con lei..per la prima volta. Le disintegrò quel sogno. Quella possibilità così rara. Non credeva fosse possibile, colse quell'opportunità, ci provò. Un'amara delusione, troppo amara da sopportare. Andò così al parco cercando di alleviare i suoi pensieri in mezzo a quel desolato e fresco ambiente. Quindi si sfogò sul necromante che la provocò con intenti seri e reali. Voleva ucciderla e forse avrebbe fatto bene. Perché lei..aveva giocato coi morti. Aveva tentato di oltrepassare quella linea. Una come lei priva di ogni competenza in quel campo. Meritava di venire giustiziata. Forse..era solo destinata a ricordare come una leale guerriera come lei, peccasse d'onore già ancora prima di nascere.
    "Vorrei tanto conoscere il suo motivo..perché mia madre non ha voluto parlarmi?
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    «Non chiamarla feccia, Violet..altrimenti la prossima volta ti rompo la faccia.»


    Sogghigno scuotendo la testa, come davanti a uno sciamano che mi minaccia di farmi una fattura.
    "Ma no Alison: se una persona si comporta in quella maniera, allora È feccia, checché tu ne dica. E, soprattutto, SE si comporta in quella maniera! L'ho specificato chiaramente! È un sillogismo, infatti!", vorrei dirle. Ma per la gente comunque questa attenzione al linguaggio sono sottigliezze cariche anzi di malafede! Ridicolo, uno sta attento ad andare verso il lato chiaro, e quelli sbadati lo accusano di andare verso il lato oscuro! Perché la gente comune va a emozioni e non a logica: la gente comune parla a caso, prova a caso, e in base a quello che prova stabilisce la verità e la giustizia. La gente comune non si sofferma a riflettere prima di aprire la bocca, altrimenti presterebbe attenzione anche alle parole precise altrui! Io che pongo attenzione sia alle mie sia alle parole degli altri, invece, incappo sempre in questi inconvenienti: la sbadataggine della gente, l'ignoranza, la pigrizia, eccetera, eccetera, eccetera. La frustrazione, dentro di me, inevitabile conseguenza
    .

    «Mia madre è morta..e l'ho uccisa io.»

    «...»

    “?!?!”


    La mia faccia si scompone in un quadro di Picasso, mentre tiro indietro la testa come a voler istintivamente inquadrare la scena da distanza, per avere uno sguardo più complessivo, il quadro generale appunto, così da sperare di riuscire forse a cogliere il disegno d'insieme. No. No è tutto inutile, non c'è nulla da fare: ha ucciso la madre? Perché l'ha rifiutata? E viene a fare la ramanzina a me perché l'ho chiamata feccia? Abbiamo un po' di conflittini e di ideucce confuse, Alison, sì? Sempre che la mia interpretazione sia corretta, eh, perché la prossima frase mi getta ancora più nella confusione.

    «Sono un'assassina nata...»


    No. No, aspetta. Qua c'è qualcosa che non va. Qua c'è qualcosa di grosso, ma veramente grosso, che non quadra. Intende che è un'assassina "nata" perché ha ucciso perfino la madre, cioè "il massimo per un assassino" secondo un'ipotetica ottica? No qui è inutile andare a immaginarsi roba, dai, sono solo speculazioni e riuscire a cavare qualcosa da Alison a parole è un parto: qui mi tocca andarci dentro io, pesantemente, coi miei metodi, i miei strumenti, ricavare io le informazioni che voglio, dai, c'è poco da fare! Se aspetto che mi spieghi lei in maniera corretta per filo e per segno posso morire di vecchiaia, e son pure immortale!
    Taglio corto, perciò, e m'intrufolo nella sua mente, osservando i suoi ricordi più superficiali e richiamati, il significato delle parole e delle frasi che sta pronunciando ora, riuscendo finalmente a capire cosa intende
    .

    «Mio padre non mi diede mai la possibilità di visitare la sua tomba. [...] Vorrei tanto conoscere il suo motivo..perché mia madre non ha voluto parlarmi?»

    «...»


    "Che stronzo pure il padre!", "Ah, quindi lei viene dall'Est? Che storia!", "E questo libro ora che c'entra? Sta collegando a cazzo, mi sa, e si sta lasciando suggestionare!", "NO FERMI WADDAFAQ ASPETTA UN SECONDO: UN MEDIUM?!?!!! Oh, Dio, Alison: non andrai dietro queste stronzate, spero???", penso mano a mano che lei parla. Qui c'è un'enorme mole di lavoro da fare! Dio! Sospiro, inspiro, devo riprendere le forze, ritrovare la calma, il mio centro. Oggi è davvero una giornata di merda.

    «Alison. Primo: io vengo da un mondo dove i medium che parlano coi morti sono ciarlatani truffatori che si cibano della pelle dei vivi sofferenti, spennandoli fino al suicidio anche. E chi ci casca e si fa abbindolare è un coglione che non sa un cazzo di scienza. Detto ciò: questo è Endlos, le robe strane accadono, i morti ritornano eccetera eccetera, MA! Prima di dare credito al primo medium che passa, e che per di più non è stato in grado di metterti in contatto con tua madre e che dunque adduce scuse non testabili, ecco, io ci andrei molto cauta e scettica, onestamente.
    Non sai se tua madre abbia realmente rifiutato di parlarti: potrebbe benissimo essere che non sia raggiungibile, che sia semplicemente morta, che il tizio fosse incompetente o qualsiasi altra motivazione! Mancano le prove, mancano i test: bisogna prima appurare che tua madre non ha realmente voluto parlarti!»


    Sentenzio senza mezzi termini, inamovibile. Specialmente su questioni così delicate, usare la scienza è quello che ti para il culo dalla disperazione più di qualsiasi altro strumento. Oggi la diplomazia può andare a puttane: la scienza è democratica solo nel senso che tutti possono farla, ma non è democratica per niente né riguardo ai dati né riguardo agli strumenti. Tutti possono farla, in quell'unico modo là. Punto.

    «Poi, una volta assicuratisi che sia la verità, si può andare a indagare tutti i perché che vuoi. Ma senza fenomeno, è delle balle andare a cercarne le cause! Se non ti fai male, non vai a cercare il motivo per cui ti sei fatta male, no? Stessa cosa: se tua madre non ti avesse rifiutata, cercare il perché l'abbia fatto è completamente senza senso.»


    "E fino a qui anche tu dovresti poterci arrivare senza difficoltà, nonostante tu sia a digiuno di scienza", mia cara amica Alison.

    «E sinceramente, personalmente, non credo affatto che tua madre sia arrabbiata con te e ti odi: non l'hai uccisa, checché tu ne pensi, e nessuna persona sana di mente lo penserebbe.»


    "Sì, sei pazza Alison. O più che altro sei davvero scema, ecco", altro piccolo dettaglio da omettere. Maledetto Karzak, sembra davvero una bambina! Buon Zarquon, ma come si fa alla sua età a essere così pieni di merda ancora?! Io alla mia avevo già smaltito da anni tutte le vaccate che mi avevano messo in testa gli altri! Ma guarda te: questa crede davvero di aver ucciso la madre, di avere il destino segnato, di...Oh. Oh, Dio: tutta la vita che ha vissuto finora è stata dettata da questo?!?! Oh Dio sì, lo vedo, ora lo posso vedere...!
    Pazzia. Follia completa. Guarda, quanto un piccolo sbaglio più rovinare, distruggere, distorcere una vita intera. Un piccolo sbaglio di calcolo, una considerazione errata, un'ipotesi, quella che tecnicamente viene chiamata "induzione", totalmente a cazzo. Guardala: l'incarnazione di tutta l'umanità, della storia umana, della storia dell'intero multiverso. Errori, minuscoli, miseri, insignificanti, patetici, ignoranti...che generano guerra, devastazione, sofferenza, morte.

    Mi sta dando la nausea, un mal di vivere alla Ossi di Seppia di Montale, alla Sartre, ma peggio ancora. Una mano va a massaggiarmi lo stomaco, mentre il mio viso fatica a camuffare quel senso di disgusto che affiora tra i muscoli del naso e delle labbra, dopo esser risalito in gola come un miasma mefitico da voltastomaco. "Alison, una delle tante, troppe metafore dell'errare umano." Gente comune, gente comune...

    Mi alzo, a stento, andando verso la finestra a respirare aria fresca e pulita, fissando lo sguardo in questo cielo terso e ceruleo, come se potesse farmi dimenticare tutto il resto del mondo, farmi immergere solamente nel lato bello e buono della vita. Kalòs kai agathòs, come se potesse esistere solo questo, almeno per un istante, un singolo fottutissimo istante. Non c'è tregua, nemmeno all'ospedale, il posto del ricovero, del recupero, della cura. Non c'è tregua, solamente paludi e pantani cerebrali, fango e merda e feccia e schifo e ributtante ribrezzo e... Ngh! Riesco a non vomitare. Non so come, ma riesco a soffocare quel rigurgito in gola, nell'esofago, concentrandomi su...su...! Inspiro, ispirata ed euforica. Oh! Sì! Una città che brucia! La suburbia di una metropoli messa a ferro e fuoco! Macerie in fiamme! Ora le vedo, la civiltà distrutta, la fine della sofferenza, l'eutanasia globale! Totale ed assoluta! Sì, sì! Il cielo azzurro davanti ai miei occhi mi trasmette pace e serenità, esattamente come l'immagine che il mio cervello vi sovrappone, un'immagine che alla maggior parte della gente suscita angoscia, terrore, disperazione. No, per me no: li zittisce, li fa smettere, tutti, tutti quanti. Solo il silenzio, nessun grido umano, solo morte, quiete, pace. Aaahhh...La pace..
    .


    _Specchietto Tecnico:



    Specchietto Tecnico_

    [☆] Condizioni Fisiche: Ottimali.

    [☆] Condizioni Psicologiche: Ottimali.

    [☆] Condizioni Energetiche: Mana al 110%.

    [☆] Equipaggiamento e Poteri:
    Equipaggiamento

    ¬ "Revan's Robes": Armatura (1pt).
    ¬ "Chakram seghettato": Lama circolare (1pt).
    ¬ "Pugnale": Lama (1pt).
    ¬ "Glock 19": Pistola (2pt).
    ¬ "Pertica delle Notti Stellate": Bastone (1pt).
    ¬ "Fangs & Claws": Armi naturali (3pt).
    ¬ Bacchette magiche, libri di magia et similia (0pt, GdR).
    ¬ Bussola dei Desideri (0pt, GdR).
    ¬ RT&LWC (0pt, GdR).


    Passive

    ¬ "ThoughtDensity": Telecinesi.
    ¬ "ThoughtDensity": Volo.
    ¬ "Alterazione: Somatizzazione Metapsichica": Shapeshifting (0pt, GdR).
    ¬ "Piegare lo Spazio-Tempo": Viaggio nel Tempo (0pt, GdR).
    ¬ "PsicoEssenza": Immortalità/Autorigenerazione.
    ¬ "PsicoEssenza - Willpower": Mana +10%.
    ¬ "Mentalist": Telepatia (solo Output).
    ¬ "Mentalist": Empatia (Auspex Rileva-Emozioni).
    ¬ "Metacognition": Auspex rilevazione intrusioni mentali/psion.
    ¬ "Metacognition - Mente Blindata": Difesa Anti-Malia.
    ¬ "Disturbance in the Force": Sesto senso per il pericolo/Instant-Casting.
    ¬ "Disturbance in the Force": Preveggenza/Premonizioni (0pt, GdR/Quest).
    ¬ "Cerebro": Auspex Rileva-Menti.
    ¬ "Landa Mentale": Magazzino Dimensionale.

    Specchietto Riassuntivo_

    Cerca di far rallentare Alison invitandola a riflettere sulla veridicità del suo assunto, poi nauseata barcolla fino alla finestra a respirare e a rilassarsi X°°°°D.

    Note_

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    Luogo: Garwec - Ospedale Comune


    Un omicidio è un omicidio, giusto? Che sia suicidio, intenzionale o non voluto..è pur sempre un omicidio, giusto? Chi uccide è un assassino. Che sia un incidente o meno, si viene definiti assassini, sempre. Innegabile che Alison abbia ucciso sua madre. Lei è nacque sottraendo la vita di sua madre. Quindi, anche se non era cosciente, l'ha uccisa. Quindi Alison è un'assassina. Questo è un collegamento logico indiscutibile.
    "Non lo so.." - si limitò a dire. Forse perché preferiva credere alla risposta di Violet, piuttosto che al suo pensiero. Voleva sostituire la sua prospettiva con quella di Violet. Tuttavia ciò è sbagliatissimo. Scegliere di cambiare perché conviene..è totalmente da codardi. Alison sapeva ciò, per cui preferì far finta di essere insicura, quando nel fondo del suo cuore, era ben consapevole di essere un'assassina nata. Di aver ucciso sua madre e..poi altri individui cui meritavano davvero la morte. Ma prima di loro, era già un'omicida.
    "Non lo so, Violet..so solo che io sono nata e lei è morta.." - questa volta non poteva provare a seguirla, l'argomentazione della telepate era errata in partenza, secondo lei. Era solo una questione di seguire alla lettera le definizioni, ciò che sfociava nel particolare non va confuso con l'eccezione. E con le morti non esistono eccezioni. Si era calmata ormai, già aveva pianto per quella storia, per la morte di sua madre. Non aveva bisogno di piangere ancora, stavolta si sfogò per un motivo diverso, nuovo: il rifiuto del genitore. Si era già messa l'anima in pace, aveva già messo da parte quel problema, aveva già accettato di portare quel fardello per tutta la vita.

    Violet aveva totalmente ragione. Non ci si poteva fasciare la testa prima del male. A quel tempo mise in dubbio le parole del "medium", infatti non se la prese più di tanto. Non gli sfracellò la testa per quel tiro. Però c'erano ulteriori considerazioni da fare. Quel ragazzo non le chiese nulla. Non le fece una proposta, semplicemente di offrì e l'avviso che se le cose non fossero andate come previsto, la colpa sarebbe andata sul defunto. Poteva certamente suonare come una scusa..però non aveva chiesto nulla. La vide sconsolata e triste di fronte alla tomba di sua madre e pensò di aiutarla. Che vantaggio poteva trarre nell'imbrogliarla senza ricavarne nulla?
    "Il fatto è che..non mi chiese assolutamente nulla" - lo disse, la informò di quel pensiero fisso.
    "Prima non gli ho creduto..ma ora ho il dubbio" - ora era incerta. Violet disse cose giustissime, però quella era solo da uno dei due punti di vista. E se invece non dovevano dimostrare che fosse falso..ma che fosse vero? Ovvero, se una cosa non è confermata non vuol dire di certo che non sia vera. Come non vi è motivo di credere, non vi è motivo di non..credere. Violet poteva venire da qualsiasi mondo, ma questa è Endlos, la dimensione dove tutto può accadere.
    "Non mi basta" - affermò ignorando il suo spostamento e continuando a guardare verso la finestra. Appena la telepate si frappose coprendo il suo bersaglio visivo, spostò lo sguardo verso il libro. Ci pose una mano sopra e la passò delicatamente sulla copertina. Non era una favola quella, non era un sogno..solo tanti incubi. Ma non paurosi, di quelli che ti fanno svegliare nel cuore della notte con sussulti e attacchi di panico. Ma quelli che ti tengono legato a quel mondo, turbando l'anima e costringendoti a nutrirti di ansia e incertezza.

    "Finché non ne ho la certezza, non posso darti ragione" - disse senza guardarla e senza alterare la sua voce. Innaturalmente calma, la bionda voleva delle conferme. Voleva delle risposte. Violet sapeva fare un sacco di cose..ma stando a ciò che disse poc'anzi, probabilmente non aveva nessunissima competenza in fatto di morti. Inoltre, dopo l'incontro con il necromante, il suo odio per quegli specialisti oscuri crebbe in maniera esponenziale. C'era modo di chiedere aiuto a qualcuno in grado di evocare spiriti senza essere un necromante? No, giacché è definizione del necromante poter comunicare con gli spiriti, giusto? Forse non è completamente corretto..ma Alison non lo sapeva, quindi per ora rimane regola fissa.
    "Non posso far finta di niente" - non poteva continuare la sua vita con un dubbio così grande. D'altra parte non aveva tanto senso struggersi all'infinito. Doveva pensare anche alla sua vita, giusto? Perlomeno ora aveva un obiettivo lievemente diverso. Sempre se poteva venir considerato "scopo": cercare la verità su sua madre. Doveva trovare qualcuno capace di comunicare con gli spiriti..era fin troppo facile a dirsi, impossibile a farsi. L'odio che aveva per quel gruppo di persone era tale che le creava un problema di principio. Aveva bisogno di incontrare..un necromante buono. Esistevano necromanti buoni? A quanto pareva no..quale individuo che si divertiva a manipolare gli spiriti poteva essere considerato buono? E questo è un grandissimo problema. Vi era un modo per sciogliere tale dilemma? Probabilmente aveva bisogno di ricredersi su qualche considerazione fatta..
    Stato Mentale: Normale
    Stato Fisico: In fase di recupero - Piccolo taglio alla gamba sinistra, mal di testa, spalla lussata, dolore allo stomaco, taglio orizzontale alla coscia sinistra, graffio al fianco sinistro, perforazione da arma bianca alla gamba e alla coscia destra, taglio alla spalla destra
     
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    «Non lo so...Non lo so, Violet...so solo che io sono nata e lei è morta...»


    Il tli-tlick dei suoi ingranaggi che arrancano a fatica cercando di non incepparsi mi riporta alla realtà, la nuda e cruda realtà. La città non è in fiamme, e lei è più viva che mai. Sì, insomma, per quanto può essere vivo un senziente con un cervello così. Un semi-senziente, ecco. Diciamo un animale con qualche vago glimpse di coscienza ma nemmeno troppo vasta, ecco. Si è fossilizzata sull'aver ucciso la madre, e che minchia ci vuoi fare?

    «Il fatto è che..non mi chiese assolutamente nulla. Prima non gli ho creduto...ma ora ho il dubbio.»


    "Questo non vuol dire niente, poteva semplicemente essere un pazzo! O una tattica per richieste future!", vorrei farle notare, ma il suo successivo pensiero è così aberrante e bestiale che non riesco più a trattenere il conato di vomito e...sbam, fuori dalla finestra. Nel panico totale per stare per creare danno, spawno un piccolo wormhole che funge da recipiente e riversa tutto il materiale organico in un punto imprecisato dello spazio siderale, anziché in testa ai passanti sul marciapiede di sotto. Ansimo, cerco di recuperare e seguire il suo discorso che intanto procede fino alla fine, ed io nel frattempo respiro e controllo. Controllo tutto, tutto ciò che accade, come col portale: anche in situazioni di emergenza, sono obbligata dal mio cervello a mantenere il più alto livello di controllo possibile. Così come a stare qui ad ascoltarla ed aiutarla. Maledizione, potrei proprio fare BlackSun e mandarla a cagare, ma non posso...

    «In nome di Lakatos, non bestemmiare così tanto...»

    “Ma perché mi voglio così male?”


    Mormoro tra me e me ancora alla finestra, respirando affannosamente. Lakatos, l'apice del razionalismo occidentale novecentesco. Lakatos, dammi una mano.

    «Wo-wo-wo, piano allora.»


    Mi volto ansimando ancora ed accompagnando la mia frase con un gesto delle mani, che premono verso il basso tipico per indicare di rallentare, di "slow down".

    «Prima regola dello science club: l'onere della prova sta su chi afferma. Che significa che per poter dire che qualsiasi cosa è vera devi portare le prove, perché se ci mettiamo a dover dimostrare la falsità di tutto non si può e...dimostrami che non esiste l'invisibile unicorno rosa o il mostro di spaghetti volante.»


    "Per non parlare dello zombie filosofico." E già questo ristabilisce un livello di razionalità accettabile, alle mie orecchie almeno, permettendomi di chiudere gli occhi ed inspirare, trattenere, calma zen, espirare. Bene, sono tornata. Lasciamo perdere tutta la parte della falsificazione, da Popper in poi. Lasciamo perdere prima con Poincaré e Duhem, ché sennò qui mi muore direttamente, anche se è proprio qui che la filosofia della scienza inizia a domandarsi seriamente cosa basta per dimostrare la verità di una teoria ovvero se è scientificamente accettabile: se la verificazione, la falsificazione, le banane e quant'altro. Lasciamo perdere il falsificazionismo metodologico ingenuo e quello sofisticato, ché lei manco arriva allo strawman assurdo del falsificazionismo operato da quel coglione di Kuhn. LASCIAMO PERDERE, per pietà! Sennò qui ci parte l'altro mezzo fegato.

    «Secondo: non devi darmi ragione, io non so come sta la realtà. Quelle di prima erano mere ipotesi plausibili, possibili, e infatti ne ho dette di diverse e contraddittorie: per questo ho detto che servono esperimenti, che bisogna testare e indagare. Non sono un prete, non devi assolutamente credermi sulla parola, esattamente come non devi assolutamente credere sulla parola a quel sedicente medium! È proprio questo che sto cercando di spiegarti, di farti capire.»


    Dio! Quant'è difficile estirpare la fede dalle menti deboli e comuni! Karzak! Sembrano così prone a farsi abbindolare, così gullible, piene di gullibility come se fosse una virtù! Ah, già, è vero: le hanno indottrinate così da millenni. La fede cieca e irrazionale È una virtù, o così han sentito dire da gente che cavalcava il principio d'autorità, che noi in scienza rifiutiamo dal 1600. Robe da pazzi: è più facile combattere una rivoluzione contro una dittatura, che ficcare un po' di sana scienza nelle teste di questi cerebrolesi! ARRRGHHH!!!

    «Terzo: hai mai considerato l'ipotesi che potesse essere semplicemente un pazzo? Questa, ad esempio, spiega perché non ti ha chiesto niente. Seconda regola dello science club: non postulare enti non necessari, ovvero rasoio di Ockham. Che vuol dire di non inventarti tremila cazzate quando una basta e avanza a spiegare quella stessa cosa. Principio di economia, principio di parsimonia, detto anche infatti.»


    E mi esaurisco. Mi stanco, mi siedo sulla sedia accanto alla finestra, a prendere il sole, sconsolata. E mi capita per un motivo molto preciso: il timore fondatissimo che non capirà. Il senso di aver sprecato fiato ed energie già risicate, di stare buttando nel cesso la mia vita a parlare con lei, a cercare di farle capire come gira veramente il mondo, e come la scienza lo indaga e lo scopre eliminando le cazzate ed autocorreggendosi, unica disciplina a farlo e per questo unica degna di essere studiata e "creduta", saputa. Niente. La desolazione più totale, un deserto, arido, brullo, secco come l'inferno, bollente come l'inferno, un inferno di sabbia e vuoto a perdita d'occhio, che ti prosciuga d'ogni goccia d'acqua, di vita, di voglia di vivere. "Ma cosa stai dicendo?! Come parli complicato! Sono tutte cazzate, io non ti credo!", già la sento, la ri-sento, a dire ancora le sue vaccate comuni. "Non devi credere! Devi sapere, Alison!" Dio mio, ma come si fa? Ma come posso fare, io? A farle capire, ad aiutarla?! Come coltivare verdura nell'asfalto! Non attecchisce niente, non cresce niente, dentro quel cervello...
    Sto iniziando seriamente a pensare di lasciarla perdere. Ti rendi conto? Questo è il mio mondo! No, no, che cazzo dico? Questo è IL mondo, non il MIO! Questa è la realtà, ci stanno le equazioni, vattele a vedere!!! Ma dannazione, io così immersa, e loro così fuori. Fuori dalla grazia della scienza, vivono in un mondo immaginario, decidono in base alle loro fantasie, e si comportano in maniera totalmente scoordinata e disconnessa e disarmonica dalla natura, dall'esistente. Cose da pazzi, sono tutti pazzi, per questo se tutto bruciasse sarei contenta. Che vite miserabili, che spreco di vite! La LORO esistenza è una vita sprecata! Non la morte! Non una vita spezzata! Sopprimerli tutti, stanno soffrendo, eutanasia globale!

    ...

    E mentre il mio cervello è in subbuglio ed in tempesta in questa maniera, il mio corpo giace inerme, immobile, apatico, piatto su quella sedia. Sguardo fisso, vitreo. Respiro lento, regolare, silenzioso. Morta dentro. O forse, meglio, "morta fuori", che sembra "morta dentro", mentre dentro son più viva che mai. Ma sono muta, sono morta fuori, perché l'interazione non ha senso: non ho nessuno con cui interagire, nessuno che mi possa comprendere, Alison non capisce una cippa, un ceppa, una fava, una sega, un emerito cazzo di gomma insomma. Non è un soggetto con cui interagire, è totalmente inutile, tutto l'opposto che proficuo. Basta, mi chiudo. Resto aperta all'ascolto, eh, e anche disponibile a rispondere eventualmente. Ma ho chiuso tutti i software di traduzione dal Violet-Scientifico all'Alison-Comune. Noi abbiamo divorziato da quattro secoli e più, se ci si riferisce alla storia umana terrestre ed al divario tra mondo scientifico/reale e concezione comune e volgare dell'esistente. Niente più traduzioni: ora rispondo come se stessi parlando ad un altro scienziato, perché mi sono stancata di tradurre. Tradurre è faticoso. Tradurre consuma energie, zuccheri, glucosio nel sangue trasportato ai neuroni per il loro metabolismo. Enough, fukitol, compressa da 1000mg. Che giornata di merda, oggi
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    ¬ "ThoughtDensity": Telecinesi.
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    ¬ "Alterazione: Somatizzazione Metapsichica": Shapeshifting (0pt, GdR).
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    ¬ "Mentalist": Empatia (Auspex Rileva-Emozioni).
    ¬ "Metacognition": Auspex rilevazione intrusioni mentali/psion.
    ¬ "Metacognition - Mente Blindata": Difesa Anti-Malia.
    ¬ "Disturbance in the Force": Sesto senso per il pericolo/Instant-Casting.
    ¬ "Disturbance in the Force": Preveggenza/Premonizioni (0pt, GdR/Quest).
    ¬ "Cerebro": Auspex Rileva-Menti.
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    Edited by Zaho's Violet - 12/4/2016, 13:57
     
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    Prima regola? - Violet la fermò scostandosi appena dalla finestra. E naturalmente le sue affermazioni parevano sempre avere ragione. In effetti Alison non poteva dimostrare cose che non esistevano e quindi false, nonostante questo però non voleva dire che l'indimostrabile non è reale. Magari esistevano gli unicorni rosa ma lei non li aveva mai visti. Ma non era questo il punto. Come poteva dire se quel "medium" avesse ragione o torto? Lui gli aveva fornito una sua dimostrazione, ma lei non poteva verificare se tale dimostrazione potesse essere valida. Di conseguenza non sapeva dire che avesse detto il vero o il falso. E' forse la stessa cosa permettere ad uno di arrivare a scegliere tra la verità e la falsità e il semplice dimostrare qualcosa? Se si, cadeva tutto. Altrimenti non poteva prendere in considerazione il "medium". Annuì lievemente, ancora molto incerta. Era davvero difficile avere una linea di pensiero precisa, non sapeva cosa seguire, dopotutto non era tanto interessante ciò che aveva fatto il "medium" ma se sua madre la volesse ancora o meno. Come se fosse diventato un problema a se stante. Un nuovo episodio, nuova scena.
    Seconda regola? - e ora all'improvviso tutto ciò che pensò fino ad ora crolla. Ora quel dubbio instillatosi scompare, evapora, le esce dai pori della testa. Quindi adesso doveva affidarsi agli esperimenti, come tutte le persone concrete, non poteva non accettare tale propensione. Annuì più decisa stavolta, nonostante l'espressione del viso era ancora sul tentativo di comprendere appieno le parole della telepate.

    Il problema reale, tuttavia, continuava a persistere. Alison non poteva di base verificare se le abilità magiche degli spiritici fossero valide. Come poteva fare? A meno che tentare il tutto e per tutto con le maniere più che drastiche..prenderli e riempirli di botte fino a rischiare di ucciderli ed assicurarsi così una maggiore possibilità di sentire una verità. Maggiore..perché magari poteva essere così sfortunata da incontrare la persona più mentalmente resistente e stabile capace di rimanere lucido fino ad un passo dal mietitore. Annuì ancora. Non doveva credere alle parole. Doveva essere più diffidente di prima, doveva fidarsi solo ed esclusivamente dei fatti..come ha potuto lei, una come lei..che professava sempre quel concetto, a farsi ingannare così? Ad andare fuori strada?
    "Hai ragione" - le diede atto di ciò.
    Terza regola? Ah no..punto.. - poi la seconda regola. Non aveva ipotizzato l'idea che quel tipo fosse pazzo. Insomma..non lo sembrava, però effettivamente, a pensarci bene, la pazzia non è per forza qualcosa che si vede esteriormente, ma anche una sconnessione a livello celebrale. Un filo, un nesso, un qualcosa che non c'è quando dovrebbe esserci. Però quel punto non aveva lo stesso senso degli altri! Come poteva ipotizzare qualcosa che non poteva sapere? Non stava andando in contrasto col primo punto? Non stava sbattendo e investendo il secondo punto che richiedeva invece una verifica a livello di esperienza? Purtroppo non capì nulla di quella seconda regola. Non doveva inventarsi troppe cazzate..peccato che nessuna di quelle balle bastava a spiegare definitivamente come stavano le cose.

    "Ma Violet!" - la richiamò, cercando di farle capire che stava andando troppo avanti, che stava perdendo di vista il bersaglio.
    "Ma come faccio a capirlo se non ho i mezzi per saperlo?" - i mezzi, mancavano i mezzi! Come avrebbe mai potuto verificare che quel ragazzo fosse pazzo, che quello si fosse inventato tutto con una scusa per medicare il fallimento. Come avrebbe potuto dimostrare qualcosa cui..di base lei non è in grado di fare. Non sa niente del paranormale, non conosce niente della neurologia e quelle cose che Violet ama tanto. Poteva stare lì a parlare per ore, a spiegarle i concetti in modo diverso, con parole diverse. La bionda non avrebbe mai potuto comprendere alla perfezione, perché le mancavano le basi. I mezzi. E quando uno non ha i mezzi può fare tre cose: credere, non credere o cercare aiuto da uno più esperto. Facile, vero? Peccato che seguendo la terza opzione si incombeva in un ciclo infinito, si finiva in un loop senza uscita. Mentre le altre due opzioni..sono solo la metà delle probabilità. Giusto o sbagliato? Vero o falso? Si o no? Cinquanta e cinquanta. Cosa scegli? Su cosa scommetti? Troppo rischioso, non c'era nemmeno la più piccola assicurazione, quella virgola che permetteva ad una persona come Alison di poter scegliere, valutare. Il peso sul piatto della bilancia che scende, vince.
    "Non lo so..che dovrei fare allora?" - era così confusa. Che poteva fare? Di certo non poteva ignorare la cosa e lasciar perdere, giacché ora tale problema si è distinto dal suo origine, si è separato, scisso. Doveva ripartire da zero valutando il testo attuale. La nuova domanda.
    "Come faccio ad avere una certezza? Come faccio a sapere se mi odia o meno?" - domandò legittimamente, la stessa neuromante le diede un'affermazione precisa, cui non avrebbe dovuto considerare. Secondo i suoi punti e le sue regole, non doveva darle retta. Inconsciamente stava già mettendo in pratica tale mentalità, forse perché corretta.
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    Interferenze Sentimentali_


    Sento le sue obiezioni montarle nella testa, come un branco di bufali storditi che non sanno in che direzione caricare, ma sanno che devono farlo, perciò iniziano a cazzo da una parte, si fermano, caricano dall'altra, si fermano, poi si girano, eccetera eccetera eccetera. Come se sbattessero di faccia conto muri invisibili, muovendosi alla cieca. È ovvio che può esistere qualcosa di non ancora dimostrato -per noi è ovvio, almeno-, altrimenti come si farebbe a procedere con nuove scoperte? Se tutto è già dimostrato! Se tutto ciò che non è già dimostrato non esiste, allora cosa sono le nuove cose che si dimostrano ogni giorno? Basterebbe un briciolo di ragionamento logico, ma logico vero, non la logica naif sua! E ancora non ce la fa, non è convinta, perché non ha capito un tubo concretamente...Ed è poi palese -ma forse non così tanto, agli occhi della gente media e mediocre- che le "prove" non bastano: non basta che uno dica "toh le prove" che automaticamente ha ragione! Bisogna vederle, quelle prove: bisogna testarle, avere le prove delle prove, che siano fondate su ragionamenti logici e altri studi, che altri facciano test di conferma, che siano prove e teorie coerenti col restante quadro generale della scienza...per non parlare totalmente di tutte le osservazioni dell'epistemologia della scienza, come il fatto che i "fatti" non sono così "fatti"! Perché sono figli della teoria e degli strumenti che li ha prodotti! Che se saltano questi si buttano via anche i dati prodotti, che possono venire interpretati diversamente alla luce di un'altra teoria, eccetera eccetera eccetera. Anche i pranoterapisti si sono inventati non solo i biofotoni cerebrali ma anche il rilevatore KARNAK! E vengono a dire che hanno le prove! Ma possono dirlo quanto vogliono: la loro teoria non è coerente con tutto ciò che sappiamo dell'universo, il loro strumento non rileva niente e se rileva qualcosa è qualcos'altro e non di certo i biofotoni cerebrali, eccetera eccetera eccetera. La scienza non si fa in cinque minuti a casa propria, la scienza è il mondo della precisione, non più del pressappoco comune e quotidiano da cui si è separata violentemente più di quattro secoli fa, appunto.
    ...Ma non posso spiegare tutto questo a Alison...Non regge, non capisce, non mi segue. Non so fare pedagogia, non so ridurre le mie conoscenze articolate e complesse e frutto di decenni di studio in frasi per bambini.

    Eppure, alla parola "esperimenti", questa ragazza sembra improvvisamente trovare il senno che non ha mai avuto. Non sa ancora tutti i problemi degli esperimenti a cui stavo pensando prima, ma meglio che sia a favore piuttosto che contro o che li ignori in tronco!
    ...
    Poi la sento deviare ancora. Vorrebbe usare la tortura per estorcere la verità. Come se l'Inquisizione non avesse ampiamente dimostrato che la tortura è buona solo per far dire ciò che si vuole sentirsi dire! Altro che la verità, ahah
    .

    «Hai ragione.»


    Evviva! Allora sono riuscita a --- ...
    No.
    No e infatti sento il suo cervello cappottarsi ed esplodere. Da solo.
    In pratica non ha la differenza tra ipotesi e teoria. Non sa distinguere la fase creativa di immaginazione della formulazione di varie ipotesi, poi la sperimentazione, e quindi la conferma o confutazione tramite l'analisi dei dati e così la creazione di una teoria
    .

    «Ma Violet! Ma come faccio a capirlo se non ho i mezzi per saperlo? Non lo so..che dovrei fare allora? Come faccio ad avere una certezza? Come faccio a sapere se mi odia o meno?»

    “Oh...Oh dio, esattamente.”


    Esattamente. Esattamente sbagliato da un lato, esattamente giusto dall'altro.

    «Allora: piano. Quando si fa scienza, Alison, bisogna andare piano, essere calmi, perché con la fretta riduci l'attenzione, la precisione, ribalti gli esperimenti e alteri il risultato. E noi non vogliamo basarci su dati sbagliati e dunque falsi, vero? Arriveremmo a conclusioni diverse dalla realtà. Perciò, "slow down" è la parola d'ordine, quando si cerca la verità.»


    Faccio un respiro per permettere prima di tutto a me stessa di rallentare, perché subisco contaminazione emotiva dovuta alle sue mille ansie e domande senza risposta. Iniziamo allora con il primo suo problema.

    «Due possibilità mutuamente esclusive non hanno per forza il 50% di probabilità ciascuna: tu sei maschio o femmina? Fifty-fifty, sì? Non se uno ti vede anche solo di sfuggita, o ti sente parlare, eccetera: possiamo raccogliere informazioni che alterano pesantemente le probabilità da un lato e dall'altro. Inoltre, è una fallacia logica di falsa dicotomia quella del vedere tutto "o bianco o nero": possono esserci situazioni intermedie. Tra credere e non credere c'è indagare, informarsi, documentarsi, imparare studiare, dunque sapere, giusto ad esempio.»


    Pausetta. Chiudo le labbra stringendole tra loro e guardando Alison per assicurarmi che mi segua. Non possiamo stare qui tre ore solo sulle basi però, e lei vuole già saltare alla conclusione! Spicciamoci, quello che coglie coglie, diamo una forma grezza e sbozzata per ora, il resto ci vado di labor limae dopo in caso.

    «Comunque, hai centrato il punto pratico nodale: mancano i mezzi. Soluzione: acquisirli. Ci sono due strade, in funzione del tempo, ovvero della tua capacità di dominare la tua frettolosa ansia: riesci ad aspettare un po'? Puoi acquisirli tu, studiando, imparando di spiriti e sciamani and co. Sempre che studiare ti sia fattibile. Oppure hai fretta? Trova qualcuno che ha già i mezzi! Piccolo inconveniente: devi fidarti. Personalmente, non mi fido di questo campo, figurati dei suoi sedicenti operatori. Io sceglierei la strada dello studio, come faccio sempre, ma parlo di me eh: il problema è tuo, sei tu che devi decidere.»


    Spiego allegra, ripresami momentaneamente da tutte le brutte cose sentite finora: adoro la scienza, ha la capacità di astrarmi dal mondo reale sociale, portandomi dolcemente ed istantaneamente in un mondo molto più reale, naturale e fatto bene, vero e non inventato, rispetto a quello in cui vivono Alison e gli altri comuni senzienti.

    «Ah, e in ogni caso ribadisco: bisogna prima di tutto verificare che esista lo spirito di tua madre. Se fosse semplicemente morta, com'è normale che sia, tutta la questione del "mi odia o non mi odia", del "non mi vuole rispondere" ecc perde completamente di senso, lo capisci anche tu.»


    Concludo, esponendo il mio primo e più grande e vitale dubbio e punto di scetticismo nei confronti dell'intera faccenda. Perché che lo spirito della madre esista l'ha millantano quel coglione che ha incontrato, e dopo aver detto che esiste non ha saputo fornire prove, utilizzando come scusa un'ipotesi completamente e totalmente ad-hoc, la cosa più blasfema che puoi fare in scienze e che è l'unico vero motivo per cui una teoria viene considerata non-scientifica alla fin fine: ciò che distingue la scienza dalla pseudoscienza è proprio l'aborrire le ipotesi ad-hoc come paraculamenti seri. Le si usa solamente in fase di teoria nuova, nascente, consci di tutte le anomalie ma disposti a darle il tempo di crescere e correggerle! Altrimenti si ricade nei problemi del falsificazionismo popperiano troppo restrittivo e nessuna teoria nuova nascerebbe più eccetera eccetera eccetera. Pane quotidiano per me. Robe inaudite e incomprensibili per lei.


    _Specchietto Tecnico:



    Specchietto Tecnico_

    [☆] Condizioni Fisiche: Ottimali.

    [☆] Condizioni Psicologiche: Ottimali.

    [☆] Condizioni Energetiche: Mana al 110%.

    [☆] Equipaggiamento e Poteri:
    Equipaggiamento

    ¬ "Revan's Robes": Armatura (1pt).
    ¬ "Chakram seghettato": Lama circolare (1pt).
    ¬ "Pugnale": Lama (1pt).
    ¬ "Glock 19": Pistola (2pt).
    ¬ "Pertica delle Notti Stellate": Bastone (1pt).
    ¬ "Fangs & Claws": Armi naturali (3pt).
    ¬ Bacchette magiche, libri di magia et similia (0pt, GdR).
    ¬ Bussola dei Desideri (0pt, GdR).
    ¬ RT&LWC (0pt, GdR).


    Passive

    ¬ "ThoughtDensity": Telecinesi.
    ¬ "ThoughtDensity": Volo.
    ¬ "Alterazione: Somatizzazione Metapsichica": Shapeshifting (0pt, GdR).
    ¬ "Piegare lo Spazio-Tempo": Viaggio nel Tempo (0pt, GdR).
    ¬ "PsicoEssenza": Immortalità/Autorigenerazione.
    ¬ "PsicoEssenza - Willpower": Mana +10%.
    ¬ "Mentalist": Telepatia (solo Output).
    ¬ "Mentalist": Empatia (Auspex Rileva-Emozioni).
    ¬ "Metacognition": Auspex rilevazione intrusioni mentali/psion.
    ¬ "Metacognition - Mente Blindata": Difesa Anti-Malia.
    ¬ "Disturbance in the Force": Sesto senso per il pericolo/Instant-Casting.
    ¬ "Disturbance in the Force": Preveggenza/Premonizioni (0pt, GdR/Quest).
    ¬ "Cerebro": Auspex Rileva-Menti.
    ¬ "Landa Mentale": Magazzino Dimensionale.

    Specchietto Riassuntivo_

    Cerca di far rallentare Alison ancora una, correggendo i suoi pensieri e riportandoli sulla retta via, dandole risposte e soluzioni.

    Note_

    ---.


    Ramona_super-1-_zps41489fec





    Edited by Zaho's Violet - 17/4/2016, 09:42
     
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    Di nuovo a parlar di scienza. Di nuovo a mischiare un sacco di frasi e parole. Non che i concetti fossero realmente così complessi, persino Alison era in grado di capirli. Fondamentalmente le scelte proposte erano due: farsi una cultura sugli spiriti o fidarsi di qualcuno che ne sapeva bene. Scegliere la strada lunga e difficile o quella corta e facile? Con la prima non avrebbe avuto altri problemi..se non che per una come lei, studiare era troppo. Con la seconda invece avrebbe dovuto scegliere se fidarsi o meno degli altri..e ultimamente non aveva proprio voglia di affidarsi alle parole altrui. Quindi nessuna di quelle strade andava bene. Non facevano per lei, aveva bisogno di un'altra soluzione, di cercare una terza strada..una via davvero improbabile. Appoggiò la guancia sinistra al cuscino con uno sguardo tra il serio e il malinconico. Sospirò leggermente. Non c'era nulla che potesse fare. Fino a poco tempo fa meditava il suicidio. Cavolate naturalmente, solo un po' di scena, perché sentiva il bisogno di agire in modo stupido e insensato, di fare un po' la pazza, dato che sul momento non aveva idea di come proseguire. Quando non si sa come procedere..basta un po' di follia per procedere ed ecco che si rivelano una nuova serie di percorsi. In questo caso, morire equivaleva a diventare uno spirito e, di conseguenza, poter confermare la verità. Ora si era calmata del tutto, sentiva di poter tornare a gestire la cosa, a non dare troppo peso a ciò.

    Gira e rigira alla fine la sostanza era quella: non poteva fare nulla, non aveva né mezzi né conoscenza né vol..né..le balenò nella mente l'idea di poter seriamente prendere un libro e studiare. Strano? Se era fortemente motivata..perché non provarci? Non aveva nulla da perdere e aveva un sacco di tempo a disposizione. Trovando le fonti da sé e imparandole, poteva arrivare a scoprire tale verità. Però la natura è quella, Alison è priva di doti magiche, non potrebbe mai richiamare lo spirito di sua madre, né tanto meno potersi accertare della sua esistenza. In pratica, un altro vicolo cieco: studiare la teoria ma non poterla applicare, a che serve qualcosa da conoscere che poi non puoi usare o verificare? A niente. Quindi..scacciò via quella ridicola idea dalla mente, non le piaceva perdere tempo. Era molto impaziente, mettersi a studiare per poi scoprire di aver perso mesi o anni per niente..sarebbe stato troppo vergognoso.
    "Non posso fare niente" - concluse. Non poteva fare niente. Non c'era soluzione. L'unico modo..a dire il vero, era che qualcuno fosse in grado sul serio di riportarla sul loro piano e che lei stessa le parlasse. Qualcuno in grado di forzare gli spiriti. Per quanto brutto potesse suonare..aveva bisogno di qualcuno che conoscesse l'uso della prepotenza, in questo caso sui morti. Era un po' come una profanazione. Tuttavia, se ciò rimaneva l'ultima possibilità..forse era il caso di tentare, magari avrebbe avuto le tanto attese risposte. Magari era la stessa Violet a portarla fuori strada con quello che pareva un concetto assoluto sulla fiducia. No, era un semplice invito a seguire la sua stessa strada. Non poteva fare una cosa del genere, non perché odiasse la conoscenza, bensì perché se non poteva essere utile realmente..perché perdere tempo?

    "Io non so a chi posso rivolgermi" - e non sa quanto potrebbe fidarsi di questo qualcuno.
    "Ci penserò..immagino che nemmeno questa volta mi aiuterai a trovare quel bastardo, giusto?" - adesso la guardò dritta negli occhi. Uno sguardo privo di qualsiasi minaccia. Rassegnata tornò a guardare fuori dalla finestra. Poteva dire quello che voleva la telepate, ormai aveva giurato di trovarlo e ucciderlo. Aveva attentato alla sua vita, non poteva lasciargli passare liscia un torto del genere. Meritava una lezione, era necessaria la vendetta.
    "Non importa, lo troverò" - avrebbe ignorato qualsiasi tentativo di dissuaderla. Non era il caso di provarci o perdere tempo. Un atto del genere era imperdonabile, come se tutto ciò che si erano detti l'altra volta non fosse stato appreso, ascoltato, conservato. Tutto esplose, tutto scomparve, un reset..un ritorno alle origini. Cercava vendetta, ancora una volta. Si era sbagliata, Violet la stava portando fuori strada, su un altro sentiero..un'altra natura, non adatta a lei. Come chiedere ad un ignorante di diventare la persona più intelligente del mondo. Come chiedere ad un disabile di diventare il miglior sportivo al mondo o la persona più forte al mondo. Stava chiedendo qualcosa di troppo difficile, ora era ancora indietro, ancora immatura. Certamente stava progredendo man mano, non si scaldava più per ogni provocazione, spesso si limitava a rispondere a tono o a fare minacce a vuoto, piuttosto che agire realmente. Era già qualcosa. Nonostante ciò, qualcosa sarebbe cambiato, senz'altro, prima o poi sarebbe diventata una persona molto diversa.
    Stato Mentale: Normale
    Stato Fisico: In fase di recupero - Piccolo taglio alla gamba sinistra, mal di testa, spalla lussata, dolore allo stomaco, taglio orizzontale alla coscia sinistra, graffio al fianco sinistro, perforazione da arma bianca alla gamba e alla coscia destra, taglio alla spalla destra
     
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