Here Lies Martin

Algor Mortis ~ Fase I

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    Un forte dolore alle spalle, in grado di distrarlo e sbilanciarlo: il fendente della creatura lo aveva colto alla sprovvista, e fu solo grazie allo spesso carapace del werepenguin che ad Ian venne risparmiata una brutta ferita. Malgrado ciò, l'urto fu abbastanza impetuoso da gettarlo fra le braccia della mummia disarmata; La stessa mummia che aveva previsto di uccidere con un sol colpo poco prima di essere colpito.
    Seguì poi un guizzo di luce che mandò definitivamente nell'oltretomba lo spadaccino non-morto, e successivamente la mummia davanti a lui si gettò con tutto il suo peso addosso la lilim con l'intenzione di strangolarlo. Naya corse via, parlando di qualcosa, piangendo: il giovane poté notare la cosa di sfuggita, non capendone esattamente il senso, mentre tentava di opporre resistenza per non essere gettato a terra.
    Riuscì a mantenersi in piedi con fatica, e decise di liberarsi dalla morsa al collo usando le braccia: la destra andò ad agganciare il gomito sinistro altrui, aiutandosi con la sporgenza dell'impugnatura della spada, per imprimere forza verso il basso; La sinistra, invece, infilò la lama sotto il gomito destro della mummia e sopra il bicipite sinistro della stessa, così da aumentare l'efficacia della leva con una spinta verso l'alto. Dopo un deciso movimento con entrambi gli arti il soldato riuscì a liberarsi, indietreggiò e prima che potesse esserci il tempo di un ulteriore assalto nei suoi confronti conficcò con forza la lama di Invidia nel cranio della mummia, che istantaneamente perse qualsiasi capacità di movimento.
    Nel frattempo la sua compagna era corsa via, verso il campanile, ed il lilim evitò di perdere troppo tempo: rinfoderò le spade mentre si avvicinava verso l'altare, consapevole che forse sarebbe stato difficile poter leggere quelle parole in un secondo momento. Fatto ciò, si diresse rapido verso l'entrata del campanile, mentre cercava con lo sguardo qualsiasi cosa che gli sarebbe potuta tornare utile: gli bastava trovare un paio di lance e magari qualche tavola di legno in grado di sbarrare la porticina che avrebbe attraversato di lì a breve, così da creare un secondo sbarramento contro gli eventuali altri non-morti che avrebbero risposto all'allarme.

    Mi libero della mummia disarmata, vado a leggere le iscrizioni sull'altare e poi cerco delle tavole ed un paio di lance per sbarrare la porticina verso il campanile (il tutto dopo che è passata Naya, ovviamente).
    Se sto sbagliando ad immaginarmi il campanile come una struttura chiusa da una porticina, e con delle scale a chiocciola all'interno, modificherò in un attimo semplicemente dicendo che seguo Naya.

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    Un passo dietro l'altro a falcate sempre piu' ampie, Naya cerco' di correre a perdifiato, nel tentativo di raggiungere l'ultimo nemico rimasto per ora in piedi, il quale sembrava essere ormai scomparso dentro il campanile.
    " Se suona la campana, non oso immaginare cosa capitera'.."


    *DOOOOOOOOOOOON*



    Nemmeno il tempo di finire il pensiero ed ecco che un primo rintocco risuono' all'interno della chiesa, forte e assordante nonostante lo spessore delle mura in pietra. Naya sussulto' un attimo al rimbombo e strinse i denti, come in segno di dolore, pensando alle cose che adesso, dopo quell'evento, sarebbero potute capitare o alle cose che sarebbero potute arrivare dalla cittadina. Ormai era fatta, pero' poteva impedire che risuonasse ancora e cosi' balzo' al di la' di una panca, aiutandosi con una mano, e si infilo' nella navata minore, continuando la corsa nella penombra a tratti tagliata dall'oscurita' proiettata delle colonne. Mentre stava correndo, ripenso' a Ian e in quei momenti senti' non tanto distante l'ultimo mugugnare della mummia che era rimasta a lottare contro di lui.

    Naya continuo' a correre per altri tratti, cercando di macinare spazio a ogni passo, nella speranza di guadagnare abbastanza tempo da impedire alla mummia di suonare nuovamente la campana. Una volta giunta finalmente alla porta, prese un attimo di distacco e ci si fiondo' dentro, ruggendo in segno di sfida, pronta ad affrontare qualsiasi cosa si sarebbe trovata contro.



    Molto semplice, Naya corre verso la porta del campanile e ci entra, pronta al combattimento.


    Salute: 95%
    Energia: 95%

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    ~3_ Forma Alternativa - Passiva [5pt] -

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    In questo stadio, la pelle di Naya si scurisce, tendendo al nero carbone, mentre piccole scaglie le appaiono sulle spalle e sulle parte esposte di braccia e gambe. Le unghie delle mani e dei piedi si irrobustiscono, cosi' come i denti, e i lineamenti del volto diventano piu' spigolosi ancora. Gli occhi cambiano colore, diventando azzurro ghiaccio e la pupilla si assottiglia, somigliando a quella di un vero rettile. I capelli, in aggiunta, si allungano leggermente, arrivando a sfiorarle tutta la schiena, e si ispessiscono e si increspano molto, in piu' perdono colore e diventano simili a un bianco sporco, tendente al panna. [Zanne, Artigli zampe superiori]

     
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    E così anche il signor Ascia-spezzata ci lascia con un secco crack del suo cranio che si frantuma sotto la lama di Ian. Finalmente libero, il lilim riesce ad arrivare abbastanza vicino all'altare da poter leggere, incise sulla pietra a caratteri cubitali, le seguenti parole:

    MARTIN
    CHE SEMPRE PROTEGGE
    CHE MAI RIPOSA
    E MAI GIACERA'


    Più sotto, una data seguita da un trattino e altro spazio sufficiente ad ospitare un'altra cifra, che però non è stata scritta. Non sono molte informazioni, ma almeno adesso il sacerdote ha un nome.
    Ian riesce poi ad arraffare qualcosa di utile tra le macerie della chiesa: un paio di assi di legno che una volta dovevano essere state le parti di alcune panche, e un'alabarda abbandonata con la lama tutta arrugginita e sbecchettata, ma dal manico ancora solido. Forse avrebbe il tempo di cercare qualcos'altro, ma un rumore improvviso giunge dal portone barricato. Note sorde, dapprima cadenzate, poi sempre più incisive e insistenti; lamenti e sibili; unghie che graffiano e lame che affondano nel vecchio legno.
    Sì, i non-morti si sono svegliati del tutto e hanno capito che voi intrusi siete lì dentro. Non ci metteranno molto a sfondare la barricata.

    Naya è ovviamente la prima a raggiungere la porticina del campanile.
    L'interno della struttura è a pianta quadrata, e ogni lato misura appena cinque metri. E' uno spazio stretto, ma non claustrofobico. Guardando in alto, infatti, non vedrete soffitti chiusi o vertiginose scale a chiocciola, ma solo i resti di una vecchia struttura di legno, a volte interrotti da sporadici pianerottoli di pietre e malta che hanno resistito un po' meglio agli anni. Il tutto ha un aspetto molto decadente, più di quanto ci si sarebbe aspettato vedendolo da fuori. Una lunga catena di ferro pende esattamente al centro della torre, fermandosi a qualche metro da terra. Barricare quell'unica porticina non sarà difficile.
    La mummia, da ora nota come "il Campanaro", è salita sulla struttura di vecchio legno che le ha consentito di arrivare alla catena, di prenderla e di tirarla una volta. Quando vede Naya, volge le sue orbite vuote e spente verso di lei e grugnisce tutto il suo odio. E' sola e disarmata, ma un particolare tranello potrebbe rivelarsi decisivo. Non si tratta di una trappola accuratamente studiata e preparata, bensì di semplice... sfortuna.

    Abbiamo detto che l'interno del campanile è molto decadente. Il legno è marcio. La malta che tiene unite le pietre è vecchia e secca. Tutto scricchiola.
    Al vostro passaggio - anche di uno solo di voi - il legno cederà definitivamente. Quel peso, unito al vostro e a quello del signor Campanaro, impatterà sul pavimento rompendolo e rivelando la presenza di un altro piano interrato, prima completamente nascosto.
    La buona notizia è che potreste aver trovato un passaggio segreto, nonché una scappattoia dall'orda di zombie che si appresta a invadere la chiesa.

    La cattiva notizia è che vecchie travi spezzate, pietre, detriti e una mummia vi accompagneranno in una caduta libera di quasi dieci metri, e sotto c'è solo un buio fitto. Molto fitto.

    CITAZIONE
    La caduta dovrebbe fare un danno Basso fisico a testa su tutto il corpo, ma darò molta importanza a come descriverete il modo in cui cadrete o cercherete di atterrare al meglio. Potete anche usare delle difese attive, se volete.
    La mummia-campanaro verrà seppellita dai detriti.
    Scadenza: 2 Giugno
     
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    Lette le iscrizioni, sulle quali avrebbe rimuginato appena trovato un attimo di tempo, Ian rincorse la sua compagna ed attraversò la porta del campanile. I rumori provenienti dall'entrata della cattedrale lo fecero correre più rapidamente di quanto si aspettasse: forse era bastato quel solo rintocco a svegliarli tutti, illuminando un'enorme insegna con su scritto "gli intrusi sono qui" dotata di una freccia rossa diretta verso il vecchio portone sbarrato poco prima.
    Attraversata la porta del campanile, il lilim si affrettò a chiuderla e sbarrarla alla meno peggio con quel poco che aveva trovato: avvertiva la presenza di due menti, sembrava che non ci fossero altri scheletri svegli e nascosti nei paraggi, motivo per cui si sentì fiducioso di lasciare a Naya lo sporco compito di fermare il campanaro.
    Posizionò le assi in maniera analoga a quelle della porta principale, poi si guardò attorno come per cercare un appiglio per la lancia... in quel preciso istante un rumore peggiore degli altri scricchiolii gli fece spalancare gli occhi, coperti dall'elmo del werepenguin. La pavimentazione, in apparenza mal ridotta ma sufficientemente resistente da reggere il peso dei presenti, cedette all'improvviso: la reazione del soldato fu istintiva, quindi tentò di arrestare la caduta tenendo la lancia in maniera parallela al terreno, affinché le due estremità potessero arpionarsi sulle sezioni del suolo ancora in piedi. Il problema fu avere una lancia dal legno marcio e vecchio: anche se fosse riuscito nel suo intento, l'arma si sarebbe spezzata facendolo cadere rovinosamente. A quel punto l'unico modo per attutire la caduta sarebbe stato atterrare sui piedi e flettere le gambe come una rana, il tutto dopo aver dato un'occhiata verso il basso nel tentativo di individuare eventuali pezzi di legno che avrebbero potuto trafiggerlo: preferiva di gran lunga sfracellarsi al suolo piuttosto che su qualcosa in grado di perforargli l'armatura.
    Una volta atterrato in quello che si palesava come un sotterraneo, avrebbe subito provato a togliersi dall'eventuale traiettoria di altri detriti rotolando via, giusto per evitare di farsi seppellire ancor prima della sua morte.

    Attraverso la porta del campanile, la sbarro con gli assi e crolla il pavimento. Tento di usare la lancia per frenare la caduta, ma anche se ci riuscissi si spezzerebbe: tento di atterrare a ranocchio, rotolando via appena possibile per non essere seppellito dai detriti.


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    Finalmente l'aveva di fronte. L'ultima mummia boccheggiava e vagava con lo sguardo nel vuoto, apparentemente, mentre la sua testa orbitava pigra nella direzione di Naya, rendendosi conto di non essere piu' da sola. L'Astrai sogghigno', la fulmino' con lo sguardo di un predatore ormai convinto e certo di avere tra gli artigli la propria preda, braccata e incapace di poter fuggire. Fece cosi' un passo in avanti e qualcosa nei suoi sensi si attivo', suonando nella sua mente come la campana poco prima; in quella stanza c'era qualcosa che non andava affatto, non nell'aria, stantia, nemmeno nel fatto che non vi fosse modo di raggiungere la cima del campanile o nella sorpresa di vedere quanto fosse fatiscente l'interno di quella torre rispetto all'apparenza, contraria, che aveva dato guardandola da fuori la cattedrale. Il problema era sotto il piede che aveva mosso, non sapeva come descrivere il flusso di emozione istintiva che l'aveva colta ma sapeva che quando capitava era un monito, il segno che a breve sarebbe capitato qualcosa di non piacevole, si guardo' cosi' attorno, scrutando il terreno e si rese conto, dopo una manciata di secondi, del problema: la pavimentazione era vecchia e decadente come il resto degli interni sopra la sua testa e stava scricchiolando, scricchiolava fin troppo.
    In quel momento di realizzazione, Ian entro' nella stanza, Naya noto' come le pietre e le assi di legno sembrarono quasi stridere come i denti stretti di qualcuno che sta soffrendo di uno sforzo impossibile da reggere ancora per molto. La ragazza si giro' verso il suo compagno di squadra, intento a barricare la porticina da cui erano entrati, oltre la quale, intanto, si sentivano colpi sempre piu' forti e numerosi sulle assi spesse del portone principale della cattedrale.

    < Ian- > Cerco' di parlargli, di avvisarlo del fatto che sarebbero dovuti uscire subito, di fretta, senza nemmeno pensarci due volte, da li'. Provo' a trovare le parole piu' brevi, concise, voleva dirgli: "Ian, usciamo subito." e avrebbe aggiunto un secco e forte "Corri!" se non si fosse mosso subito. Tuttavia, il ragazzo era concentrato a barricare, armeggiava con assi in legno e una lancia, e lei non fu abbastanza veloce. Forse, col senno di poi, avrebbe dovuto balzare fuori dalla stanza senza dire nulla, prima ancora che entrasse anche lui, e uccidere la mummia dalla distanza, un colpo ben piazzato di energia psionica, o ancestrale, come la definiva lei. Anzi, non sarebbe dovuta entrare li' fin dal principio, uno sguardo cauto dal ciglio della porta, anche timido e incerto ma sempre meglio di quello che stava per capitare.
    Il pavimento, prima ancora che Naya riuscisse a dire altro, cedette, forti rumori di assi rotte, di malta sbriciolata, mentre il respiro di Naya si fermo' per un attimo, inghiottendosi il resto della frase che stava per dire, precipitando nei bronchi come il trio piombo' nel buio della voragine svelatasi sotto i loro piedi.
    In quegli attimi, quando sei sospeso in aria in una caduta che il tuo subconscio sa di non poter evitare, la ragione svanisce, si nasconde cercando di salvarsi dalla possibilita' che il corpo in cui risiede si sfracelli distruggendosi, e tutto diventa una faccenda di meccanica e istinto di sopravvivenza. Mentre Naya stava precipitando, il mondo divenne piccolo, talmente piccolo da comprendere e contenere solo lei, come una membrana invisibile aderente a ogni parte di se stessa, si sentiva stretta in una realta' a cui non voleva appartenere ma dalla quale non poteva liberarsi. Guardo' poi sotto di lei, il buio era fitto, materico, si poteva quasi toccare e dava la sensazione che, dopotutto, non era cosi' profondo come temeva, pero' si precipitava, sempre piu', superando strati dopo strati di nero. Dopo cio', dopo lo spavento e il panico, si innesco' il meccanismo di autoconservazione, lo Shaa'likh si fece spazio nella coscienza dell'Astrai e la scrollo' riportandola alla realta'. Ora il problema era cercare un modo per atterrare, il pavimento si stava avvicinando e le sembrava di poterlo vedere nitidamente a ogni altro centimetro verso il basso. Si mosse a fatica nell'aria libera, allineandosi col terreno e quando stava per giungere l'impatto porto' le mani a terra, le gambe al petto, e cerco' di rotolare su un fianco nel disperato tentativo di attutire i danni della caduta. Il problema maggiore, pero', fu evitare i detriti che piombarono su di loro, in quel caso Naya cerco' di affidarsi a tutti i suoi sensi, cercando di evitarli e nel mentre correre verso un margine della nuova area, accollandosi al muro nella speranza di essere al sicuro.

    < Ian! > Urlo', tossendo. < Dove sei? Tutto bene? > Aggiunse, preoccupata per la salute del suo compagno.


    Cerco di avvisare Ian dello stato della pavimentazione, inutilmente. Cado e provo ad attutire la caduta dapprima con le mani e, usandole come appoggio, eseguo una caduta in avanti, rotolando su un fianco. Cerco poi di evitare i detriti e piombarmi vicino alle pareti dell'area, sperando di evitare il piu' del materiale che sta precipitando. Chiamo Ian, sperando che stia bene.

    ~

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    In questo stadio, la pelle di Naya si scurisce, tendendo al nero carbone, mentre piccole scaglie le appaiono sulle spalle e sulle parte esposte di braccia e gambe. Le unghie delle mani e dei piedi si irrobustiscono, cosi' come i denti, e i lineamenti del volto diventano piu' spigolosi ancora. Gli occhi cambiano colore, diventando azzurro ghiaccio e la pupilla si assottiglia, somigliando a quella di un vero rettile. I capelli, in aggiunta, si allungano leggermente, arrivando a sfiorarle tutta la schiena, e si ispessiscono e si increspano molto, in piu' perdono colore e diventano simili a un bianco sporco, tendente al panna. [Zanne, Artigli zampe superiori]

     
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    L'idea di usare la lancia per tentare di non cadere è buona, ma, com'era prevedibile, il vecchio legno marcio si spezza quasi subito. Ciò non toglie che l'impatto con cui Ian atterra al suolo risulti minore di quanto avrebbe rischiato di essere, proprio grazie a quella trovata.
    Flettere le gambe e rotolare via: questo è il modo giusto di affrontare una caduta. Il ragazzo riesce ad atterrare piuttosto correttamente e ad evitare giusto per un soffio una trave che si schianta a pochi centimetri dalle sue gambe. Forse quella rotolata aggiungerà giusto qualche livido alla collezione della giornata, ma niente di più serio.

    Non va altrettanto bene a Naya. La ragazza, per quanto agile, si trovava più verso il centro della torre, e quindi non aveva niente a cui appendersi per rallentare la caduta. Non solo: legno scheggiato e detriti accompagnano la sua discesa, regalandole tante fastidiose ferite superficiali. E' l'atterraggio, comunque, ad essere la cosa peggiore. Tutto il peso della ragazza si scarica sulle braccia che ha scelto di appoggiare per prime. Una scossa acuta accoglie quel movimento, attraversando le ossa e trasmettendosi dalla punta delle dita ai polsi, al radio e all'ulna, all'omero e infine alle articolazioni delle spalle. Fa malino, ma l'adrenalina del momento distrae il cervello dalle cose inconvenienti come il dolore fisico. Infatti, solo dopo essere rotolata via dai detriti più grossi, e solo dopo che l'ultima trave seppellisce la mummia nel mucchio di macerie polverose, ora che tutto è tornato silenzioso e buio, ecco, solo adesso Naya lo sente: un pulsare cronico e martellante, la dolorosissima sensazione maledettamente fisica di avere un osso che non è più intero, come dovrebbe sempre essere.
    Il polso e l'avambraccio destro della sua mano si stanno gonfiando a vista d'occhio.

    Tornando alla situazione generale: avete scoperto un passaggio segreto, yeee! ...Solo che è tremendamente buio. Ci vorrà un po' di tempo per abituare la vista a quelle tenebre, tempo che non avete. Certo, avete sbarrato ben due porte dietro di voi, ma l'idea che prima o poi qualche mummia scopra quel passaggio e vi segua nel cunicolo buio, chiamando altri amici non morti per incastrarvi lì sotto, non è allettante.

    Nessun suono o segnale mentale proviene dal buio. Il tunnel prosegue dritto per qualche decina di metri, poi svolta di novanta gradi a destra e prosegue ancora. Non sale e non scende, non si dirama e non si apre verso nessuna "stanza del tesoro" - vi piacerebbe, eh?
    Le pareti sono completamente spoglie, ad eccezione di qualche vecchio e vuoto porta-torce arrugginito. Un'altra svolta, questa volta a sinistra, è seguita da altre due vicinissime prima a destra e poi a sinistra. Qualcuno sta cercando di tenere l'orientamento con le costruzioni della superficie? Potrebbe essere una buona idea: potreste accorgervi di come quelle svolte ricalchino alla perfezione il perimetro della chiesa, e di come quel percorso vi stia portando sempre più vicino al cimitero.
    All'improvviso, insieme ai barlumi mentali che entrano nel campo percettivo di Ian, dei rumori che ormai riconoscete come i versi delle mummie vi giungono alle orecchie. Non provengono dal tunnel, ma da sopra le vostre teste, oltre il soffitto: piedi spogli strisciano sulla nuda e gelida roccia, lame cozzano contro le pietre o contro altre lame, corpi stanchi si trascinano e pattugliano, intonando i lamenti dell'agonia della falsa morte. Di quanti metri eravate scesi? Possibile che sentiate i rumori della superficie? A Ian sembrano abbastanza vicini.
    Per ora quelle domande sono destinate a rimanere senza risposta, poiché avete qualcosa di più importante di cui preoccuparvi.

    Qualcosa come quell'improvvisa e ripida scalinata che scende ancora nel ventre della terra.

    Una flebilissima luce azzurrognola proviene da laggiù.

    CITAZIONE
    Ian: la caduta si traduce in qualche danno gratuito molto blando.
    Naya: la caduta diventa un danno medio concentrato sulle braccia, in particolare il destro, più una serie di gratuiti su tutto il corpo. Hai ferite superficiali, il polso destro slogato e una frattura semplice-chiusa all'ulna.
    Le scale scendono ripide per altri dieci metri, e nessun segnale mentale proviene da là sotto.
    Scadenza: 12 Giugno
     
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    Rotolò subito via, sbattendo contro una parete mentre dal soffitto continuavano a cadere i detriti della pavimentazione del campanile. Era buio, troppo buio per capire distintamente dove si trovava o per individuare la presenza di qualcuno o qualcosa: la sua unica certezza era di aver evitato una brutta ferita alla gamba, e di essersi rimesso in piedi ancor prima di rendersene conto, appiattendosi contro le mura e scansandosi di qualche passo per scongiurare la possibilità di beccarsi qualcosa fra capo e collo. L'adrenalina e l'istinto lo portarono a distanza di sicurezza, azione dopo la quale udì la voce di Naya.

    «Sto bene... sto bene...» parlò con il fiatone, oltre che con la grottesca voce prodotta dalla presenza dell'elmo. Si guardò poi attorno, toccando il lato della sua maschera frontale: no, niente visione notturna; Sembrava che anche il werepenguin avesse risentito del viaggio dimensionale dal suo mondo. Appurato ciò sbuffò, avvicinandosi di qualche passo mentre faceva ben attenzione - limitatamente alle sue capacità - a cosa si trovava sul soffitto: malgrado quel sotterraneo fosse buio pesto, il buco nel suolo del campanile era in una penombra sì difficile ma che rendeva possibile poter mettere un piede davanti l'altro senza troppi problemi, utilizzando le dovute accortezze. «E tu?» esordì, mentre ormai le distava un paio di passi. «Puoi camminare?» le chiese, aiutandola ad alzarsi se ne avesse avuto il bisogno. «Dobbiamo muoverci, le porte ed il salto di dieci metri non li terranno alla larga per sempre.» Continuò, dirigendosi - ed all'occorrenza aiutando la sua compagna a fare lo stesso - verso il corridoio. La sua intenzione era di percorrerlo costeggiando una delle pareti, così da non perdere l'orientamento mentre i suoi occhi si abituavano all'oscurità. Rimanere in contatto con la ragazza sarebbe stato utile, quindi se lei non avesse adottato l'espediente di arpionargli la spalla, probabilmente lui le avrebbe preso la mano così da essere certo di averla vicino.

    Continuò a percorrere l'unica strada che gli si presentava davanti, facendo attenzione ad eventuali rumori sospetti e a nuove presenze nel suo raggio d'azione. Non faticò molto a rendersi conto di dove si stavano dirigendo: i metri percorsi e le direzioni del tunnel li stavano chiaramente portando verso il cimitero, il luogo che più di tutti avrebbe voluto evitare in un contesto simile.
    Si fece scappare una smorfia stizzita, mentre l'elmo del werepenguin si ritirava silenziosamente, affinché gli fosse più facile sussurrare a Naya.
    «Secondo i miei calcoli, ci st-» Altre presenze, altre mummie, altri rumori che solo concentrandosi poté udire e riconoscere come quelli del metallo che impatta su altre superfici. Rimase in silenzio, immobile, in attesa di capire l'entità della minaccia.
    Dopo aver passato una manciata di secondi all'ascolto, finalmente tornò a respirare con regolarità, continuando a camminare in assoluto silenzio e facendo ancor più attenzione a non provocare rumori. Vide poi la luce azzurrognola provenire da quelle che sembravano delle scale... ed in quel momento si limitò a sospirare, anche se di fatto evitò di farlo rumorosamente. Per quel che ne sapeva lì sotto avrebbe potuto trovare anche il nonno di tutti i lich, o un chihuahua particolarmente abile con la magia. L'unica alternativa che lo spinse a continuare fu l'eventualità di trovare quel Martin di cui aveva letto sull'altare - di cui, fra le altre cose, si dimenticò di parlare alla sua compagna di viaggio: tutto quel trambusto glielo aveva fatto totalmente passare di mente.

    Raggiungo Naya, le parlo, poi proseguo per il corridoio possibilmente tenendola vicino così da non rischiare di perderla. Mi accorgo poi delle presenze sopra di noi e decido di seguire la luce, ma solo perché morire nell'ombra pare brutto.

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    *anf* *anf* *anf*

    Respiro affannato, i detriti caddevano e la polvere creava demoni tra il frastuono del crollo e l'oscurita'.

    *anf* *anf*


    Naya era corsa fino al muro, era diventata il piu' possibile un tutt'uno con le sue pietre, intanto altri detriti piovevano, sempre meno, sempre piu' radi.

    *anf*

    La polvere e le schegge disegnarono per un attimo la sagoma di un mostro che rapidamente si sgonfio', ricoprendo il suolo con le sue spoglie di pulviscolo. Infine, silenzio.

    Naya riusci' a recuperare il fiato, respiro' sempre piu' piano e profondamente, sentendo chiaramente il cuore battere impazzito sotto la pelle, sembrava voler uscire e volare via, scappare da quel posto buio e pericoloso ma riusci', un po' alla volta, a domarlo. Tuttavia, nel momento stesso in cui riapri' gli occhi ed espiro' gli eccessi di adrenalina che avevano inondato il suo corpo durante la caduta, i muscoli delle spalle si rilassarono e immediatamente un segnale chiaro e forte giunse al cervello: c'era un problema. Cio' che inizialmente Naya poteva tradurre come il dolore di una contrazione alla cervicale, a destra, nel giro di un battito di ciglia la urto' violentemente nel sistema nervoso e il movimento involontario del corrispondente braccio defini' per bene che cosa le era successo.
    < Agh! > Un gemito di sofferenza segui' l'immediata consapevolezza di avere un braccio molto dolorante e di non riuscire a muoverlo senza subire fitte e bruciori abbastanza forti da frustarle le tempie.
    < Merda! > Esclamo' rozzamente, incurante del fatto che qualcuno l'avesse potuta sentire o meno. Dopo aver tastato delicatamente le zone piu' critiche dell'arto aveva avuto la certezza di essersi slogata qualcosa e forse pure rotta dell'altro. Non ci voleva affatto, proprio per niente. Aveva sbagliato ad atterrare, per forza, e forse le era andata persino bene, avrebbe potuto tranquillamente spezzarsi qualcos'altro di piu' importante, come il collo, doveva ringraziare il Serpente Cosmico per quella sorta di fortuna..
    ...
    < Fottuto pavimento, fottuta torre, fottuta citta'. > Ringhio' infuriata mentre accettava con evidente dolore (in ogni senso) l'errore commesso e le conseguenze che stava subendo. "Fottuto Mondo." Tremo' per la rabbia, strinse i denti cosi' forte che si sentirono stridere l'uno contro l'altro nel silenzio che era calato attorno ai due superstiti. No, ci aveva provato a vederla ottimisticamente ma l'orgoglio ferito, e non solo, era piu' facile sfogarlo volgarmente che accettarlo in maniera composta, col senno di poi avrebbe biasimato quel comportamento ma in quel momento il fato sembrava essere loro nemico, insieme alle creature non morte che strisciavano sopra le loro teste.
    Dopo qualche attimo di rabbia interiore, l'Astrai torno' alla realta' dei fatti e si guardo' attorno, in cerca del suo compagno Ian, sperando che almeno lui fosse tutto intatto. Intanto si stacco' dal muro alle sue spalle e attese di abituarsi un po' all'oscurita' che la circondava prima di fare un passo tra le macerie che ricoprivano buona parte della nuova stanza.
    Il ragazzo parlo' subito dopo e Naya sospiro' sollevata, sentendolo muoversi e avvicinarsi a lei.
    < Io.. > Avrebbe voluto dire "si, sto bene." lasciando parlare il suo orgoglio che avrebbe nascosto il braccio rotto e avrebbe cercato un modo per evitare che fosse evidente, pero' sarebbe rimasto un problema, in piu' il vero Astrai si affidava del tutto al suo compagno di caccia e per fare cio' doveva essere onesto fino in fondo, rinunciando a qualsiasi tipo di gloria personale e orgoglio in favore dell'efficienza del gruppo, per questo non poteva lasciarsi prendere dalla vergogna del fallimento o dalla sensazione di impotenza e inferiorita' per essere ferita.
    <..mh..credo di essermi rotta un braccio. Il polso e' sicuramente slogato. > Disse un po' sotto tono, abbasso' lo sguardo, si sentiva comunque in colpa, sperava che questo inconveniente ora non la facesse diventare un peso per il proseguimento della missione.
    < Il resto e' a posto pero', solo qualche graffio. > Nel dirlo si tolse una piccola scheggia di legno dallo zigomo, le dava fastidio.

    Dopodiche' Ian comincio' a dirigersi verso quello che era diventato un po' piu' visibile nel buio, un corridoio. Naya era ancora un attimo frastornata e non lo segui' immediatamente, cosi' il ragazzo la prese per mano, per restare in contatto in quel posto dove a malapena riuscivano a distinguere le forme dall'oscurita' e lei l'avrebbe stretta, non fosse stata quella rotta.
    < Ahia! Aspetta aspetta. > Esclamo' un po' dolorante, liberandosi dalla sua presa velocemente ma cercando di non risultare sgarbata. < E' quella slogata. > Disse a meta' tra l'imbarazzo e la resilienza che stava impiegando per smaltire la fitta che lui le aveva provocato involontariamente, scambio' poi quella ferita con quella sana e strinse calorosamente. < Ok, andiamo. > Sorrise, anche se forse nel buio non si vide.

    Il percorso che fecero non le disse niente, era concentrata sul braccio dolorante, sul non perdere la mano di Ian e nel fare attenzione a muoversi con circospezione, tenendosi vicina alle pareti, seguendo il suo compagno attentamente, concentrandosi su rumori e odori. Dopo qualche svolta e angolo, si fermarono, colti dallo strisciare di passi e cozzare di metallo sopra le loro teste. Sembravano molto vicini, troppo, ma non pericolosi, per ora almeno, e decisero di continuare a muoversi, con ancor piu' cautela, d'altronde finora nessuno li aveva seguiti, avevano modo di far perdere le loro tracce magari. A un certo punto, il corridoio sembro' sparire negli abissi di una ripida discesa, quando furono abbastanza vicini al suo ciglio, la ragazza noto' un bagliore azzurro, flebile, provenire da qualche parte al fondo della scalinata. Si fermarono entrambi e Naya senti' un brivido percorrerle la schiena e no, non era per il braccio, il quale continuava a pulsarle fastidiosamente lungo il fianco, ma era il solito brutto presentimento che coglie di fronte a qualcosa di insolito e inquietante. Che fare ora? Salire non si poteva, non in sicurezza perlomeno, stare fermi li' ad aspettare il tempo sarebbe stato inutile, bisognava continuare per forza. Senti' in maniera quasi impercettibile il sospiro di Ian. "Gia', lo penso anche io." L'Astrai strinse una volta la mano del suo compagno, per fargli capire che era pronta, e lo segui' nella discesa. Qualunque cosa avrebbero trovato la'
    sotto, molto probabilmente sarebbe stata brutta e cattiva e..magica, forse.

    ..o magari avrebbero trovato il modo di risolvere quella spiacevole situazione?

    Cerco Ian. Lungo il corridoio mi muovo con cautela a ridosso delle pareti, seguendo mano nella mano Ian. Scendo allo stesso modo la scalinata.


    Salute: 70%
    - Status:
    Graffi e piccole e leggere abrasioni su volto, braccia, gambe e schiena.
    Braccio destro rotto.
    Polso destro slogato.
    Stress fisico moderato.

    Energia: 95%

    Tecniche:
    ~1_ Agilita' Astrai - Passiva: +50% Agilita'

    ~3_ Forma Alternativa - Passiva [5pt] -

    Ibrido Astrai/Shaa'likh_
    In questo stadio, la pelle di Naya si scurisce, tendendo al nero carbone, mentre piccole scaglie le appaiono sulle spalle e sulle parte esposte di braccia e gambe. Le unghie delle mani e dei piedi si irrobustiscono, cosi' come i denti, e i lineamenti del volto diventano piu' spigolosi ancora. Gli occhi cambiano colore, diventando azzurro ghiaccio e la pupilla si assottiglia, somigliando a quella di un vero rettile. I capelli, in aggiunta, si allungano leggermente, arrivando a sfiorarle tutta la schiena, e si ispessiscono e si increspano molto, in piu' perdono colore e diventano simili a un bianco sporco, tendente al panna. [Zanne, Artigli zampe superiori]

     
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    I am the "who" when you call "who's there?"

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    Il problema con le scale in posti brutti come questo è che mettono un sacco di tensione. La sentite, mentre scendete sempre più in profondità in quell'abisso gelido? Sentite l'eco dei vostri passi e dei vostri respiri risuonare nella roccia? E' il silenzio prima della musichetta da boss-battle battaglia.
    Eppure scendete, perché è lì che dovete andare. E forse perché dopotutto siete davvero coraggiosi.

    Vi ritrovate in una stanza... solenne, ma non come una pomposa sala del trono o un lussuoso appartamento regale. E' solenne nel senso che è antica e pregna di spiritualità. E' una sensazione strana, come l'aver scoperto la tomba di un eroe dimenticato. Le pareti spoglie sono immobili sentinelle del vostro arrivo; le loro pietre, alla luce azzurrina, vengono velate da ombre sottili che ricordano le rughe di un vecchio, e potrebbero sembrare tanti volti seri.
    Sarebbe un posto ancora più solenne se il soffitto non fosse così basso: sfiorerà appena i due metri, cosa che trasmette una leggera claustrofobia. La pianta è perfettamente quadrata, con un piccolo altare di pietra posto esattamente al centro, dal quale s'irradia la flebile e fredda luce.

    Non c'è nulla oltre a questo e ad una rachitica figura incappucciata che prega in silenzio.

    Lo capite ancora prima di vederlo in faccia: è un vecchio, ma ha qualcosa di diverso da un semplice non-morto. Sarà che la sua presenza ha qualcosa di umano, sarà che nessun segnale mentale proviene dal suo cervello.
    Purtroppo non potete soffermarvi a studiarlo meglio, perché sembra essersi accorto della vostra presenza. Si volta verso di voi con una lentezza indescrivibile, come se quella fosse la prima volta che si muove dopo decenni passati nell'immobilità della sua preghiera. Nel vedervi sgrana gli occhi, azzurri e luminosi quanto la luce. Il suo volto è un mare di pieghe, macchie e rughe decadenti che danno un significato tutto nuovo alla parola anzianità: quel tizio non è semplicemente "vecchio"; è millenario, e non è mai morto - nemmeno una volta.

    Istanti di silenzio accompagnano la sua espressione indecifrabile. Poi, all'improvviso, spalanca la bocca ed emette un urlo atroce che rimbomba nella stanza e si amplifica a dismisura.
    {AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAARGH!!!}

    No, mi sa che non gli siete simpatici.
    In un istante, un po' di luce azzurra si condensa in due raggi luminosi che si attorcigliano su sé stessi come serpenti impazziti, prendendo la forma di due sigilli arcani che fluttuano intorno al vecchio. Lui non si schioda dalla sua posizione: apre le braccia e immediatamente una cupola eterea si espande dalla sua figura, ingigantendosi sempre di più. Sembra volervi investire, e infatti è proprio così: potrà sembrare quasi trasparente, ma al tocco risulterà dura come il cemento e distruttiva come una palla demolitrice.

    Ah, quasi dimenticavo: ricordate che le pareti vi erano sembrate tante facce? Beh, lo sono. Risvegliati dall'urlo del sacerdote, ora quei volti si contorcono nella roccia e spalancano le loro bocche, mostrando denti affilatissimi che si chiudono nell'aria con scatti secchi.
    Sembrano affamati.

    CITAZIONE
    Boss battle!
    La stanza è quadrata, ogni lato misura 15 metri, al centro c'è un piccolo e anonimo altare. Il vecchio sta davanti all'altare, e non trasmette segnali mentali di alcun tipo.
    Tutte e quattro le pareti (più quelle della scalinata) sono piene zeppe di facce rocciose pronte ad azzannarvi non appena vi avvicinerete.
    La cupola del vecchio è paragonabile ad un attacco ad area Alto di natura mista (fisica+magica). Ha una particolarità: se non annullerete del tutto i danni con un'adeguata difesa, verrete sbalzati indietro per una distanza proporzionale al danno subito.

    Scadenza: 27 Giugno.
     
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    Viaggiatore dei Mondi

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    avatarino_Ian_Williams
    Scese i gradini guardingo, ma senza coprire il volto con l'elmo della sua armatura semplicemente per tentare di non stressare ancor di più la sua compagna di sventure. La stanza in cui i due giunsero era... particolare: pareti con quelli che sembravano dei volti scolpiti nella pietra, soffitto basso che quasi toglieva l'aria, un altare da cui proveniva della luce azzurrina a concedere finalmente un po' di illuminazione... ed ovviamente il vecchio più inquietante che gli occhi di Ian avessero mai visto. Se ne stava lì, in silenzio, come se stesse pregando.
    L'ammuffita figura si voltò con lentezza disumana verso i visitatori, ed in quel momento il soldato sorrise: ce l'avevano fatta. Quello lì era Martin, il protettore del villaggio: avrebbe spazzato via i non-morti e li avrebbe seguiti alla cittadina fortificata, dando loro una mano per la campagna contro i Lich.
    Fantastico.
    Facile.
    ...
    Sì, un po' troppo facile.
    Neanche il tempo di aprir bocca che la creatura urlò funesta nei confronti degli esploratori, emanando una poderosa cupola d'energia. La reazione del giovane Lilim fu come di consueto dettata dall'istinto e dal suo addestramento: in primo luogo farfugliò un intricato «G-glfglem-nenem!?!» poiché colto alla sprovvista dall'attacco; Successivamente, dopo aver mollato la presa sulla compagna, impose le mani dinanzi a sé come per voler toccare ed opporre resistenza alla cupola. In maniera piuttosto inaspettata, poté notare come l'energia del potere altrui si disgregava davanti ai suoi occhi, come se venisse mangiata, vanificata, rielaborata in qualcosa di inoffensivo in grado di lasciare dietro di sé solo una leggera patina azzurra che si sarebbe dispersa nell'arco di un paio di secondi.
    «Oh.» Commentò, osservando con un sopracciglio alzato il palmo di entrambe le sue mani. Tornò subito a guardare il tizio, però. «Senti Martin - perché presumo che tu sia Martin - non siamo qui per...» Aguzzò la vista, osservandolo meglio. Quel tizio non aveva la benché minima attività cerebrale, sembrava più spento delle salme da cui erano scappati poco prima. Probabilmente parlarci sarebbe stato inutile... ma ciò permise al giovane di pensare ad altro, come ad esempio al motivo per cui quella mummia era ancora viva. Forse c'entrava qualcosa l'altare con quella luce azzurra, o forse quello era solo un vicolo cieco, la fine del viaggio, il capolinea di quella sfortunata esplorazione. Probabilmente sarebbe morto prima di Naya, e poi avrebbe tentato di mangiarla.

    Scosse la testa, allontanando i pensieri nefasti e contestualmente notando che i volti nella roccia avevano iniziato a muoversi e contorcersi in maniera molto minacciosa.
    «Facciamolo fuori, và.» Disse con un tono di voce un po' scocciato mentre i suoi lineamenti venivano di nuovo nascosti sotto l'elmo del Werepenguin, che lo ricoprì integralmente in pochi istanti.

    Raggiungo la stanza con il vecchierrimo, mi difendo dall'attacco della cupola usando la tecnica Shatter ed indosso l'armatura. Per stare in-character ho tentato di parlargli, ma dato che ha le onde cerebrali di un ameba non m'è parso il caso :E

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    Energia: 80%
    Ferite: Ha dolori sparsi un po' ovunque: a furia di prendercele si sta riempiendo di lividi, acquisendo le sembianze di un dalmata.
    Equipaggiamento
    Werepenguin: Armatura [Passiva di Richiamo Battlesuit]
    Ebola & Invidia: Coppia di katane
    Passive
    Lilim: [Anti-Malia] [Scansione Mentale (30 metri)]
    Progetto Hydra: [Mente Alveare (30 metri) con: Rudolf Gestalt]
    Attive
    Shatter [Consumo Alto]: Manipolando sapientemente l'energia cinetica, Ian è in grado di disperdere, ridistribuire e contrastare vari tipi di energia. Ciò gli permette di fatto di depotenziare determinati attacchi andando a disgregare - parzialmente o totalmente - la loro sostanza tramite l'uso della telecinesi, così da far perdere loro potenza ed efficacia dove possibile. [Difesa Energetica][Consumo: Variabile]
     
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    Dannati dalla carne, salvati dal sangue.

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    Passo dopo passo, la pietra sembrava sempre piu' inconsistente sotto i piedi, o forse erano le ginocchia leggermente tremanti a dare quella sensazione, in ogni caso Naya continuo' a seguire Ian, circondata dalla fredda penombra offerta dal bagliore azzurrino al fondo della scalinata, sempre piu' vicino. Il tallone poggiava piano, con cautela, quasi a saggiare la stabilita' del terreno sotto di esso, la mano, stretta in quella del compagno di viaggio, diventava incerta, un po' debole, il sangue correva rapido al centro del petto e sembrava non volerlo lasciare per viaggiare verso le estremita' del corpo, la stessa sensazione che nel subconscio dell'Astrai voleva spingerla a fermarsi sul posto e non andare piu' avanti, sapeva, pero', che non sarebbe stato possibile. Per fortuna, Ian era piu' deciso e involontariamente comincio' a trascinare la ragazza, piu' che essere seguito da lei.
    Cio' che piu' odiava Naya era l'attesa della battaglia. Non era mai stata brava con la gestione dell'ansia, sapeva poi veicolarla bene una volta nel vivo dell'azione o comunque del momento, ma la cosiddetta "calma prima della tempesta" le uccideva cuore e spirito. Infatti, man mano che diminuivano i gradini da percorrere, il petto le sembrava voler scoppiare e a momenti non riusciva a deglutire, gli occhi attenti saettavano tra il varco e le sue pareti vicine, a volte si abbassava per sperare di vedere subito qualcosa in piu' oltre a terra illuminata di azzurro. Quando finalmente i piedi di entrambi gli esploratori furono oltre l'entrata della stanza, Naya provo' una sensazione di piacere nel vedere che c'era qualcuno poco piu' avanti, non pensava sarebbe stato amichevole ne' lo sperava, era solo contenta di sapere che oltre a buio e silenzio c'era anche qualcos'altro. Il piacere duro' poco pero', giusto il tempo di guardarsi attorno e sopra la testa e l'Astrai ebbe una brutta sensazione. Il soffitto era basso, abbastanza da farle capire che se avesse mutato nello Shaa'likh avrebbe fatto fatica a muoversi e la cosa non le piacque per niente, non solo aveva un braccio poco utile al momento, non poteva nemmeno sfruttare appieno il suo potenziale.
    " Oh Ian..mi spiace tanto. " Penso' per un istante, riflettendo sul da farsi ora.
    Guardandosi ancora attorno, noto' che le pareti erano adornate di inquietanti facce, mute e immobili, antiche quanto..la creatura davanti a loro. Il vecchio si era accorto della loro presenza, aveva cominciato a muoversi molto lentamente verso di loro e a Naya parve quasi sentire il rumore di membra e ossa scricchiolare come se quelli fossero stati i primi movimenti effettuati dopo chissa' quanto tempo. Cio' che la fece allarmare furono le orbite oculari, colme di luce azzurrina, la stessa che dava forma alla stanza. Aveva il volto deturpato dai segni del tempo, pero'..non sembrava morto come le mummie ibernate che aveva affrontato prima, sembrava proprio tanto vecchio ma ancora vivo.
    < Ian.. > Non ci fu il tempo. Voleva organizzare una strategia di approccio ma l'anziano li precedette con un urlo disumano, inaspettato da un essere cosi' decrepito, e una potente onda azzurrina a malapena visibile si estese velocemente verso i due esploratori. Ian porse le mani innanzi a lui e l'attacco nemico si infranse sulla sua difesa.
    Da parte sua, Naya fu invasa dal suo istinto Astrai, il braccio sano ando' a coprirle il volto dall'onda d'urto mentre la sua immagine fisica oscillo'. Quando l'onda d'urto la investi', un altro bagliore verdognolo si oppose all'azzurro, un'esplosione di particelle magiche prosegui' oltre l'Astrai disegnando al passaggio la forma di una sfera attorno a lei, mentre il suo corpo sembro' restare saldo e immobile.
    < Gah! > Esclamo' Naya, esprimendo lo sforzo servito a evitare di venire sbalzata all'indietro, verso le facce che in quel momento si erano svegliate affamate. Ansimo' per qualche istante, stringendo i denti per i continui impulsi dolorosi provenienti dal braccio rotto, e ringhio' sonoramente, fulminando il vecchio con lo sguardo azzurro come il ghiaccio. Tremava ancora ma non di paura, ne' per l'ansia, era il brivido della battaglia, della caccia, era carica di rabbia e voleva scaricarla sulle ossa del vecchio, fino a farlo diventare un ammasso irriconoscibile di membra rinsecchite, stava solo aspettando un comando.

    «Facciamolo fuori, và.»

    Eccolo. Un ghigno soddisfatto le piego' le labbra per un istante.

    < Rrrraassssh > Con un ringhio, l'Astrai comincio' a correre verso destra, allontanandosi di una buona manciata di metri dalle pareti, con l'intento di fiancheggiare l'avversario al momento opportuno.



    Mi difendo dall'attacco del vecchio usando la mia tecnica di difesa mista a costo Alto. Alle parole di Ian inizio a muovermi verso destra rispetto a noi, cercando di fiancheggiare il nemico e avvicinarmi a esso, in attesa che Ian faccia la sua mossa per attaccare a mia volta.

    Salute: 70%
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    Braccio destro rotto.
    Polso destro slogato.
    Stress fisico moderato.

    Energia: 75%

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    ~1_ Agilita' Astrai - Passiva: +50% Agilita'

    ~2_ Forma Alternativa - Passiva [5pt] -

    Ibrido Astrai/Shaa'likh_
    In questo stadio, la pelle di Naya si scurisce, tendendo al nero carbone, mentre piccole scaglie le appaiono sulle spalle e sulle parte esposte di braccia e gambe. Le unghie delle mani e dei piedi si irrobustiscono, cosi' come i denti, e i lineamenti del volto diventano piu' spigolosi ancora. Gli occhi cambiano colore, diventando azzurro ghiaccio e la pupilla si assottiglia, somigliando a quella di un vero rettile. I capelli, in aggiunta, si allungano leggermente, arrivando a sfiorarle tutta la schiena, e si ispessiscono e si increspano molto, in piu' perdono colore e diventano simili a un bianco sporco, tendente al panna. [Zanne, Artigli zampe superiori]

    Tecniche Attive Utilizzate 1/2

    ~1_ In un Limbro tra i Reami - Attiva - 2 Tecniche, Variabile - Difensiva - Energetica, Fisica - Istantanea - Bersaglio Singolo Costo usato: Alto
    - In caso di difesa fisica, il corpo tenta di mitigare il colpo spostando la propria materia nel mondo spirituale, risultando sempre piu' intangibile, anche se visivamente non sembra accadere nulla.
    - In caso di difesa magica, il corpo prova a spostare tutta la propria essenza nel mondo reale, generando una coltre anti-magia attorno alla sua persona che tenta di contrastare gli effetti dell'attacco subito nullificandoli il piu' possibile.

     
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    I am the "who" when you call "who's there?"

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    La tecnica difensiva di Ian è fichissima, ma ha una pecca: funziona solamente contro le offese energetiche. Le particelle dalla diversa natura scavalcano bellamente lo scudo etereo, schiantandosi contro il giovanotto. Non fa particolarmente male e i danni sono ancora sopportabili, ma la spinta che riceve è talmente forte da sbalzarlo indietro per due metri buoni. Fortunatamente ha ancora una certa distanza di sicurezza dalle pareti mordicchianti.

    {AAAAAAAAAAAAUUH...} E' la risposta del sacerdote alle parole di Ian. Non un barlume mentale proviene dal vecchio che si limita a boccheggiare, anche sbavando un pochino. Non è un bello spettacolo.

    Naya, la cui difesa è ancora più fichissima di quella di Ian, esce indenne dall'attacco della cupola. Ma il nonno non si perde d'animo! Immediatamente genera una seconda cupola, identica alla prima, e la espande in tutta l'area.
    I due sigilli luminosi che fluttuano attorno alla sua figura pulsano di energia. Notate che si illuminano in modo particolare appena prima che il sacerdote plasmi il suo attacco; dopodiché, l'intensità della loro luce azzurrina cala come se venisse trasferita proprio nella cupola.

    CITAZIONE
    Ian ha ricevuto un danno Fisico di intensità superiore a Basso ma inferiore a un Medio. Inoltre è stato sbalzato indietro di due metri, ed ora si trova a circa tre metri dalla parete più vicina.
    Naya non ha ricevuto nessun danno.
    L'attacco che state per ricevere è identico al primo: portata ad area, di natura fisica+energetica, a consumo Alto.
    I sigilli luminosi hanno l'aria di essere importanti. *coff coff*

    Scadenza: 4 Luglio
     
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    Passo dopo passo, distanze macinate a suon di falcate, gli occhi azzurro ghiaccio sempre fissi sul bersaglio. Il respiro leggermente accelerato cerca di domare l'adrenalina che con violenza fa irruzione in ogni fibra del corpo. Il cuore pulsa, scalpita, ruggisce sangue nelle arterie, carico di rabbia e furia omicida. Il cervello calcola rapido, freddo e logico sonda ogni momento e setaccia lo spazio in cerca di strategie e variabili.
    Lo spirito suona l'inno della guerra, spingendo il coraggio oltre i limiti dell'essere umano.

    Naya percepiva ogni parte del suo essere lavorare autonomamente per uno scopo comune, era la perfetta dimostrazione di un organismo motivato e volenteroso di fare la sua parte per giungere al fine. Mentre correva, portandosi verso il fianco destro del vecchio, lo osservo' con molta attenzione, cercando di non farsi distrarre dallo schioccare di denti proveniente dalle facce scolpite nelle pareti. Nel farlo, vide con maggiore chiarezza delle figure luminose vorticare attorno all'anziano eterno. Aguzzo' la vista e le sembrarono dei simboli runici, totalmente diversi da quelli a cui lei era abituata, pero' facendo un attimo di collegamento e adoperando l'intuizione poteva dedurre che quelle due cose erano una qualche sorta di sigillo magico, forse una protezione? Poco prima aveva avuto l'impulso di testare le difese dell'avversario scagliandogli contro un dardo magico, affidandosi alle reminiscenze delle storie epiche del suo popolo, ma non lo fece, una sorta di presentimento gliel'aveva sconsigliato, che si trattasse di quei segni? Il concentrarsi su di loro non le frutto' molte informazioni, non pensava sarebbe stata in grado di leggerli, ne' di riconoscerli sulla base di esperienze passate, tuttavia valeva la pena provarci.
    Mentre era assorta da questi pensieri, il vecchio mugugno' qualcosa, probabilmente niente di comprensibile, anche se, dopo quei versi, un'altra nova di energia azzurrina si estese verso i due esploratori, cercando con molta probabilita' di investirli con gli stessi effetti espressi precedentemente. Naya si arresto' sul posto, proprio in corrispondenza del fianco destro del nemico, non appena vide i bagliori cerulei intensificarsi. Guardando con attenzione, da quel nuovo punto di vista, si rese conto che gli stessi sigilli parevano emanare una luce piu' forte, cosa che era successa anche con l'attacco precedente, anche se vicino a Ian non si era resa conto di questo dettaglio. Non appena l'anziano libero' le energie verso l'esterno, l'Astrai ebbe il tempo di vedere i suoi sigilli affievolirsi come se avessero perso potenza, tornando flebili come pochi istanti prima. Non sapeva bene se fossero una sorta di difesa arcana ma cio' che fu evidente era che di certo fungevano da catalizzatore per i poteri che inondavano la carne antica dell'uomo, o magari ne erano proprio il fulcro.
    La ragazza non ebbe tempo di pensare ad altro, in pochi secondi si ricordo' di come quell'attacco avesse comunque scosso Ian precedentemente e sapeva che, senza qualche stratagemma, forse sarebbe ricapitato. Non poteva permettere che cosi' facendo quella mummiaccia spingesse il suo compagno tra le bocche orrende delle facce alle pareti. Cosi', quando l'ondata la investi', pianto' saldamente i piedi a terra, si copri' inconsciamente il volto con entrambe le braccia, come per proteggerlo da una violenta folata di vento, e aspetto' l'impatto.

    " No, non lo permettero'. Costi quel che costi, che il Serpente Cosmico richieda il mio sangue o persino la mia anima, paghero' cio' che serve per far tacere questo bastardo per sempre. " Con questo pensiero, Naya si senti' ribollire dentro, lo Shaa'likh ruggi' nella sua anima, facendola rimbombare, e una nuova carica di energia le diede la motivazione giusta per resistere all'assalto.
    Quando l'ondata giunse si sgretolo' nuovamente contro la forma dell'Astrai, particelle azzurrine si mescolarono con altre verdognole, componendo una coltre di vapore magico che si ando' a spargere sulla superficie di una cupola invisibile tutt'attorno alla giovane. Il corpo, la figura fisica di Naya, vibro' all'impatto ma rimase salda sul posto, cosi' come salda fu la determinazione che la spinse ad andare oltre.
    < Rrragh! > Ruggi' di nuovo, questa volta con una nota di dolore, dal momento in cui subi' il colpo a quando si disperse sulle sue difese, fino a che non scopri' il volto spingendo l'aria in avanti, una sorta di contrattacco simbolico.
    *anf* *anf* Ansimo', la fronte leggermente imperlata di sudore mentre lo sguardo fissava ancor piu' agguerrito il vecchio. La sua espressione muto' in dolore mentre senti' fitte come dei coltelli perforarle il braccio rotto e si libero' di un getto d'aria carico della sofferenza che aveva accumulato con quella difesa.

    *anf* < Ian! Colpisci i sigilli! > Urlo' mentre recuperava il fiato. Subito dopo chiuse gli occhi, cominciando a fare qualche passo in avanti, e un leggero mormorio in lingua Astrai pervase l'aria con discrezione. In seguito, Naya apri' gli occhi e, quando una lacrima brillante comincio' a correrle sul viso, miro' a uno dei sigilli con un gesto della mano sinistra, scagliandoli contro un dardo psionico a forma di goccia azzurrina. Fatto cio', il suo volto, rilassato, torno' a essere aggressivo.

    < ROARSSH > Con un ruggito scatto' verso la preda, correndogli incontro. Nel farlo, fece attenzione a un possibile contrattacco, nel caso avrebbe cercato di evitare l'offensiva nemica scansandosi, se fosse stato possibile. Prima di fare la prossima mossa, comunque, avrebbe aspettato Ian, dopo quel secondo assalto, era certa che da sola non ce l'avrebbe fatta a sconfiggere il vecchio, cio' che poteva fare, ora, era distrarlo, cosi' da permettere al suo compagno di avvicinarsi e guadagnare il vantaggio della superiorita' numerica.



    Mi difendo dal secondo burst con la tecnica di difesa mista a costo Alto (*anf*). Dopodiche', scaglio un dardo psionico contro uno dei due simboli magici. Non aspetto di vedere il risultato della mia azione, inizio a scattare verso l'avversario col tentativo di distrarlo e far guadagnare terreno a Ian. (sperando di non prendere troppe botte *Facepalm*)

    Ero ispirato, questo giro post immediato xD <3

    Salute: 65%
    - Status:
    Graffi e piccole e leggere abrasioni su volto, braccia, gambe e schiena.
    Braccio destro rotto.
    Polso destro slogato.
    Stress fisico medio.

    Energia: 50%

    Tecniche:
    ~1_ Agilita' Astrai - Passiva: +50% Agilita'

    ~2_ Forma Alternativa - Passiva [5pt] -

    Ibrido Astrai/Shaa'likh_
    In questo stadio, la pelle di Naya si scurisce, tendendo al nero carbone, mentre piccole scaglie le appaiono sulle spalle e sulle parte esposte di braccia e gambe. Le unghie delle mani e dei piedi si irrobustiscono, cosi' come i denti, e i lineamenti del volto diventano piu' spigolosi ancora. Gli occhi cambiano colore, diventando azzurro ghiaccio e la pupilla si assottiglia, somigliando a quella di un vero rettile. I capelli, in aggiunta, si allungano leggermente, arrivando a sfiorarle tutta la schiena, e si ispessiscono e si increspano molto, in piu' perdono colore e diventano simili a un bianco sporco, tendente al panna. [Zanne, Artigli zampe superiori]

    Tecniche Attive Utilizzate 2/2

    ~1_ In un Limbro tra i Reami - Attiva - 2 Tecniche, Variabile - Difensiva - Energetica, Fisica - Istantanea - Bersaglio Singolo Costo usato: Alto
    - In caso di difesa fisica, il corpo tenta di mitigare il colpo spostando la propria materia nel mondo spirituale, risultando sempre piu' intangibile, anche se visivamente non sembra accadere nulla.
    - In caso di difesa magica, il corpo prova a spostare tutta la propria essenza nel mondo reale, generando una coltre anti-magia attorno alla sua persona che tenta di contrastare gli effetti dell'attacco subito nullificandoli il piu' possibile.

    ~2_ Goccia degli Astri - Attiva - Fisso: basso (5%­mana) - Offensiva, Istantanea, Bersaglio Singolo

    Richiamando alla mente le immagini degli astri e di Asta'hai, il Viandante, che vedendo la bellezza intera del Cosmo per concessione degli Dei si commosse, Naya reclama l'energia necessaria per lanciare contro il suo avversario un proiettile ardente di energia psionica.
    L'emanazione avverra' dopo che Naya poggia il palmo delle mani sul petto, subito dopo il suo volto si illuminera' dall'interno e, a un gesto di una delle due mani, dalla fronte partira' un proiettile psionico simile a una grossa goccia d'acqua luminosa di colore azzurrino verso il bersaglio.

     
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    Venne spinto via, in barba alla sua rinnovata conoscienza di sé stesso: aveva arrestato solo parte dell'energia del colpo avversario, lasciando passare senza opporre la minima resistenza quella frazione di potere che simigliava più ad una mattonata che ad un'emanazione energetica.
    A dirla tutta, somigliava ad una signora mattonata, dato che fu in grado di spingerlo via per un paio di metri, facendogli perdere l'equilibrio oltre che pervadendo il suo corpo con delle fitte di dolore: un po' come un promemoria della caduta dal pavimento del campanile, che era certo si sarebbe fatta risentire prima o poi.
    "Bene. Benissimo. Non posso bloccarlo." Pensò, sollevando lo sguardo sul vecchio. Diede anche una rapida occhiata verso la parete, giusto per calcolare quanta distanza ci fosse fra il suo fondo schiena e le bocche dai denti aguzzi dei volti in pietra. Era troppo poca, secondo lui. "...bene. Sì. Dunque..." Le due luci si innalzarono nuovamente dall'altare ed il vecchio urlò una seconda volta, pronto per un nuovo attacco. Ian serrò i denti, consapevole che sarebbe stato di nuovo costretto ad incassarne una parte: si avvicinò il più possibile così da evitare d'essere sbalzato contro la parete, quindi quasi si rannicchiò a terra per coprire maggiore superficie e tentare di non volare via come un aquilone.
    Quando fu il momento di dover incassare la cupola - o almeno parte di essa - il soldato si coprì il volto con il braccio sinistro, arpionando con le dita della mano il retro dell'elmo: voleva evitare che il contraccolpo gli danneggiasse il collo, inoltre in quel modo avrebbe tentato di incassarlo e schivolare lungo il suolo anziché finire a piedi all'aria come la prima volta.
    Se fosse riuscito a cavarsela solo con qualche ammaccatura incapace di impossibilitargli il movimento, immediatamente dopo aver subito il colpo sarebbe scattato verso la mummia, estraendo una delle sue spade: aveva sentito le parole di Naya, quindi avrebbe mirato ad uno di quei cosi sbrilluccicosi che lei aveva chiamato "sigilli". Certo, avrebbe preferito di gran lunga un tipo di approccio più pragmatico e gratificante, come per esempio conficcare la katana nella fronte del vecchio, ma dato che la sua ignoranza in materia di magia era così profonda da far paura preferì assecondare la ragazza, che ne sapeva molto più di lui a tal proposito.

    Mi difendo con la stessa tecnica usata per il primo assalto, ma questa volta mi preparo a ricevere l'onda d'urto per tentare di limitare i danni (nel senso di non finire a gambe all'aria, bensì di essere pronto a muovermi subito dopo se non avrò nulla di rotto). L'idea è di scattare poi verso l'avversario e colpire uno dei sigilli con la spada (e mi aspetto che esploda come l'ascia di Gimli contro l'unico anello XD)


    Status
    Energia: 60%
    Ferite: Ha dolori sparsi un po' ovunque: a furia di prendercele si sta riempiendo di lividi, acquisendo le sembianze di un dalmata. Alla cosa si aggiunge un danno fisico fra Basso e Medio proveniente da un'onda d'urto, che gli ha fatto male un po' ovunque (orgoglio incluso).
    Equipaggiamento
    Werepenguin: Armatura [Passiva di Richiamo Battlesuit]
    Ebola & Invidia: Coppia di katane
    Passive
    Lilim: [Anti-Malia] [Scansione Mentale (30 metri)]
    Progetto Hydra: [Mente Alveare (30 metri) con: Rudolf Gestalt]
    Attive
    Shatter [Consumo Alto]: Manipolando sapientemente l'energia cinetica, Ian è in grado di disperdere, ridistribuire e contrastare vari tipi di energia. Ciò gli permette di fatto di depotenziare determinati attacchi andando a disgregare - parzialmente o totalmente - la loro sostanza tramite l'uso della telecinesi, così da far perdere loro potenza ed efficacia dove possibile. [Difesa Energetica][Consumo: Variabile]
     
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    Ancora una volta Naya passa indenne attraverso l'onda d'urto della vecchia mummia, mentre Ian accusa la spinta fisica che la sua difesa non è in grado di bloccare. Questa volta però, saggiamente preparatosi all'impatto, viene sbalzato indietro solo di mezzo metro. Le signore mattonate fanno comunque il loro effetto: ogni urto gli scuote la carne e le ossa come se venisse investito da un suv; l'armatura mitiga un pochino la violenza di quelle spinte, ma non è assolutamente in grado di assorbirne tutta la forza.
    Sulle pareti, le bocche dei volti di pietra sembrano deluse, ed esprimono il loro disappunto mandando lamenti e serrando le mascelle con scatti secchi, dal suono inquietante. Vogliono mangiare.

    E' ora che passiate alla controffensiva, no? Naya scaglia una psionica contro uno dei sigilli. L'impatto dei due elementi causa un suono ovattato e vibrante, come di una scarica elettrica che si sfoga su un parafulmine. Al termine dell'attacco l'arcano simbolo sembra tremare, e anche la sua luce pare molto più flebile rispetto a prima.
    Ian - rialzatosi con un po' di ammaccature che ora cominciano ad essere meno sopportabili - scatta verso lo stesso sigillo per dare man forte alla compagna. La katana fende il simbolo passandogli attraverso come se fosse aria. Sembra che non abbia avuto alcun effetto, ma... un suono di vetro infranto riempie la stanza: il sigillo va letteralmente in mille pezzi, scomponendosi nell'aria per poi dissolversi.

    Il vecchio, in tutto ciò, non ha mostrato nessun segno di preoccupazione, rabbia o rancore. Come se non avesse davvero idea di cosa fare, come se non fosse minimamente toccato dal pensiero di essere sconfitto. La sua mente, come Ian sa bene, non è lì con lui. Non può ragionare.
    E' un burattino con un programma predefinito messo lì a difendere qualcosa.

    Una nuova luce carica il sigillo rimasto, e ormai sapete cosa significa: sta arrivando la terza onda d'urto, e questa volta siete molto più vicini all'origine. Sapete che dovete prepararvi all'impatto, soprattutto Ian. Quello che non sapete, invece, è se l'aver distrutto un sigillo avrà delle conseguenze belle o brutte.
    Ma non preoccupatevi, lo scoprirete prestissimo.

    CITAZIONE
    Ian ha ricevuto un altro danno Fisico di intensità superiore a Basso ma inferiore a un Medio. Le ammaccature cominciano a sentirsi: la sensazione è come quella di avere dell'acido lattico in tutto il corpo, ma può ancora muoversi.
    Naya non ha accusato nessun danno.
    L'attacco che state per ricevere non è uguale ai precedenti: questa volta il danno sarà solo di natura Energetica, di intensità Media.
    Rimane un sigillo ancora attivo.

    Scadenza: 14 Luglio
     
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