I Giardini Senza Vento

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    « Ehi! Del posto! Ci manda la Rondine. Cerchiamo Gruda Mezzo-Marcio, il vostro capo. »
    « Nnnon è che ci vuole che ci si presenta alla Messa? Che il capo ci è indisposto, ci è. »
    « La Messa dei Diluvi è passata! Era questa mattina. »
    « Ci si porta dal Gruda, ci si. Anzi, lo trovate là. Io ci ho da fare. »

    La gente di quel posto era strana... e sicuramente inadatta a quelle che dovevano essere in tutto e per tutto delle catacombe. Nel suo mondo natio e nel Presidio Errante i luoghi di sepoltura erano ammantati da un alone di mistero e sacralità difficilmente riproducibile altrove. Quelle, invece, sembravano solo dei bassifondi ricolmi di drogati.

    « Veh, o che ci stanno a fà du' squinzie a casa mia? »
    Ad accoglierle giunse un uomo davvero orrendo e Drusilia non fu del tutto certa se fosse deforme per natura, per abitudini alimentari scorrette, per malattia o per il fatto che vivesse al buio. L'igiene era ovviamente un'utopia in quei luoghi... ma a coglierla di sorpresa fu l'innaffiatoio a forma di porcellino. Era inquietante.

    « De', siete venute pe' ir Giardinetto stàllà. »
    « Gruda! Sono Ryuko Matoi! »
    « Oh! E un te riconoscevo! Te sei fatta più alta, veh. C'hai pure più tette. E va bene che c'hai più tette! Veh, ci vojono e' tette pe' te, sennò ti scambiano per un guascone. Che stai a fa' qui? »
    « Mi manda la Rondine. Ti ho portato una persona... E' il capo degli Abusivi. Si chiama Drusilia, è qui per... »
    « Stan!!! »

    A quell'affermazione l'Alfiere Errante trasalì, arretrando leggermente con aria scossa. Solo dopo si accorse che quel tale sembrava sul punto di piangere. Anche lui. Che diavolo aveva fatto questa volta???

    « Ir mì Bro! Sei qui perché avete ritrovato ir mì Bro!!! »
    Urlò come un pazzo, attirando l'attenzione di tutti i drogati lì presenti.
    Se in quel momento Drusilia si sentiva uno straccio... nulla poteva farle meglio del buon sano disagio.

    -Ehm... - si guardò intorno, sinceramente spaventata -...prego?

     
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    « Gruda, te l'ho già detto... non esiste nessuno Stan, a Laputa! »
    Ryuko tentò di calmare il tizio, che a quelle parole e in base alla reazione di Drusilia sembrò vittima di un moto di delusione.
    « Allora... l'è morto? Dimme la verità, veh! Ir mi fratello, che m'ha salvato a me ed agli altri qui... l'è morto pe' davvero? La guerra s'è portato via pure a lui...? »

    Ryuko rivolse a Drusilia uno sguardo incoraggiante. Stava per: digli di sì, per l'amor di Dio, perché la guerra di cui parlava Gruda era per forza di cose Le Guerre della Fondazione, e si parlava di fatti di più di dieci anni prima. Quel relitto umano aspettava ancora il ritorno di qualcuno disperso da allora, e aveva bisogno della verità. Dirgli semplicemente che era scomparso, o che non avevano idea di chi fosse la persona in questione, sarebbe stato fuori luogo ed avrebbe alimentato speranze insensate.

    « Ir profeta... c'ha detto che tornava, c'ha detto. L'ha incoronato pure. Non c'havevamo le regalia. E chi c'ha mai pensato alle regalia della Smell Road? Ma ir profeta l'ha incoronato lo stesso, anche senza a' corona. Ir primo Re Senzacorona, lui. Stan Tutto-Marcio. Stan il Verde. Ir mi Bro... »
    Gruda si asciugò le lacrime, commosso al ricordo.
    « Diteme 'a verità... l'è morto davvero, ir mi fratello? So' venuto qui pe' cerca 'a lui, pe' vedere se fra i corpi che portavano c'era ir suo... ma un l'ho mai visto. Quindi l'è morto senza che nessuno je facesse er funerale? Proprio lui, er mejo de tutti noi... »

     
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    « Allora... l'è morto? Dimme la verità, veh! Ir mi fratello, che m'ha salvato a me ed agli altri qui... l'è morto pe' davvero? La guerra s'è portato via pure a lui...? Ir profeta... c'ha detto che tornava, c'ha detto. L'ha incoronato pure. Non c'havevamo le regalia. E chi c'ha mai pensato alle regalia della Smell Road? Ma ir profeta l'ha incoronato lo stesso, anche senza a' corona. Ir primo Re Senzacorona, lui. Stan Tutto-Marcio. Stan il Verde. Ir mi Bro... »

    Nonostante fosse abbastanza confusa ed inquietata, vedere quel tale in lacrime le fece davvero pena.
    Fu per questo che ignorò le richieste silenziose di Ryuko.

    « Diteme 'a verità... l'è morto davvero, ir mi fratello? So' venuto qui pe' cerca 'a lui, pe' vedere se fra i corpi che portavano c'era ir suo... ma un l'ho mai visto. Quindi l'è morto senza che nessuno je facesse er funerale? Proprio lui, er mejo de tutti noi... »

    Per quanto fosse brutto, grasso o drogato, ed anche se portava con sè un innaffiatoio con i porcellini, non meritava delle bugie. Sembrava tenerci davvero tanto a quella persona e se aveva trascorso parte della vita ad aspettarlo, di certo Drusilia non lo avrebbe illuso con delle bugie a fin di bene. Nemmeno se avessero fatto cessare il suo dolore.

    -In realtà... non lo so.

    Sapeva di aver attirato a sè altro odio da parte di Ryuko ma... non gliene importava affatto.
    Era la cosa giusta.

    -Ai tempi della guerra ero un soldato ed i nomi dei soldati erano tanti: potrei saperlo se me lo descriveste.

     
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    Un barlume di speranza animò il viso deturpato di Gruda Mezzo-Marcio, mentre Ryuko soffocava delle parole piuttosto cattive da dirsi, e con una mano sul viso decideva di allontanarsi dal capannello che si era creato, dove fra l'altro l'aria si stava facendo rapidamente irrespirabile per la presenza contemporanea di ogni singolo elemento vivente della Smell Road.

    « Il mi Bro... Lui l'era un po' come noialtri... Era un dritto. Vestiva il giusto, tutto verde come la Smell Road. Odorava il giusto, si comportava come si deve e passava la roba dopo una tirata e basta, com'è giusto. Occhialini, pizzetto, alto e magro... Stan l'era uno giusto. Proprio un grande, ir mi Bro. Stavamo a fa' ir rave, il giorno che arrivammo... no, la notte. Era notte, sì... cioè, irrompe 'sta bestia. Ti dico: un mostro. Grosso e bianco, c'aveva la coda da scorpione, c'aveva. Dico, ammazzava tutti. Tutti-tutti, già. Noi ci stavamo a fumà tranquilli, passavamo la roba tranquilli... ma Stan, insomma: lui era uno giusto. Si alza dalla panca dove si stava e salva tutti. Un grande, ir mì Bro... »
    Gruda era notevolmente commosso a quei ricordi, gli occhi porcini umidi di lacrime. Con lui praticamente tutti quanti stavano affogando nei ricordi, sostenendosi a vicenda con pacche sulla spalla. Tutti quanti confermavano il racconto non proprio limpido del Mezzo-Marcio, chi aggiungendo dettagli come il mitico machete di Stan, "una figata di arma" dicevano tutti, chi sostenendo di essere stato salvato dall'intervento provvidenziale del loro compagno disperso.
    « Poi dopo un po' c'è la Guerra. Ci crepano in tanti, ci crepano. Crepa Spi, crepa Udo, crepa faccia-di-cuoio Skinface, crepa un botto di gente. Però arriva il profeta, e noi gli si chiede di Stan. Perché lui è il mì Bro, ma è anche un po' il Bro di tutti, gli si vuol bene, si vuol sapere che fine ha fatto, del perché non torna a trovarci. Ir profeta ce dice che torna. Diventa Re. Da allora saltano fuori i Re Senzacorona. Ma Stan l'è stato ir primo... »

     
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    « Il mi Bro... Lui l'era un po' come noialtri... Era un dritto. Vestiva il giusto, tutto verde come la Smell Road. Odorava il giusto, si comportava come si deve e passava la roba dopo una tirata e basta, com'è giusto. Occhialini, pizzetto, alto e magro... Stan l'era uno giusto. Proprio un grande, ir mi Bro. Stavamo a fa' ir rave, il giorno che arrivammo... no, la notte. Era notte, sì... cioè, irrompe 'sta bestia. Ti dico: un mostro. Grosso e bianco, c'aveva la coda da scorpione, c'aveva. Dico, ammazzava tutti. Tutti-tutti, già. Noi ci stavamo a fumà tranquilli, passavamo la roba tranquilli... ma Stan, insomma: lui era uno giusto. Si alza dalla panca dove si stava e salva tutti. Un grande, ir mì Bro... »

    Ok.
    Aveva capito che questo tale Stan fosse... uno giusto.
    Magro, col pizzetto, alto e magro... la descrizione sembrava vaga ma ad incuriosirla fu l'espressione "odorare il giusto". Improvvisamente le tornarono in mente strani racconti Laputensi riguardanti il proprietario (o era il pilota?) della Sbriciolacielo. Caratteristica fondamentale di quel tale era... la puzza. Ma tanta.

    « Poi dopo un po' c'è la Guerra. Ci crepano in tanti, ci crepano. Crepa Spi, crepa Udo, crepa faccia-di-cuoio Skinface, crepa un botto di gente. Però arriva il profeta, e noi gli si chiede di Stan. Perché lui è il mì Bro, ma è anche un po' il Bro di tutti, gli si vuol bene, si vuol sapere che fine ha fatto, del perché non torna a trovarci. Ir profeta ce dice che torna. Diventa Re. Da allora saltano fuori i Re Senzacorona. Ma Stan l'è stato ir primo... »

    Tentando di ignorare l'odore sempre più nauseabondo di quei corpi maschili del tutto dimentichi di acqua che non fosse di fogna, la bella Drusilia annuì lentamente cercando di ricordare. Purtroppo non era mai stata brava con i nomi...

    -...per caso guidava una nave volante?- l'avrebbe buttata lì, giusto per esser sicura -E come fate a dire che uno Storm Rider era a Laputa, se non lo avete più rivisto?

     
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    « Ssseeeh. La nave... »
    Gruda Mezzo-Marcio si grattò la barba sfatta, annuendo.
    « Mi ricordo della nave di Stan. Stava tutta accartocciata, quelli di Genesis l'avevano ancorata e volevano portarla via. Allora siamo andati con ir mì Bro e gliene abbiamo dette quattro. C'era pure quel dritto della Necro Road, bravo guascone... morto pure lui. Beh, riprese la sua nave, tornò con i suoi amici e poi ha volato sulla sua isola. Sua la nave, sua pure l'isola. Cioè, un giorno arriva questo guascone verde e dice che l'isola è sua, ma lo sapevano tutti che in realtà era di Stan. Lui gli faceva credere che era sua, a quel nano col nasone, perché Stan è uno giusto e non vuol litigare per un sasso volante da quattro soldi. Noi lo sapevamo e gli ridevamo dietro, a quel guascone verde che parlava tanto... »
    Tutti che ridacchiano in modo giusto vagamente demente...
    Tutti tranne Ryuko, ovviamente. Lei aveva ben poco da ridere, se ne stava in disparte con lo sguardo rivolto verso i Giardini Senza Vento, e Drusilia aveva di che invidiarla visto che ogni istante che passava, l'anello di Storm Rider della Smell Road diventava sempre più simile ad una camera a gas...

     
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    « Ssseeeh. La nave... Mi ricordo della nave di Stan. Stava tutta accartocciata, quelli di Genesis l'avevano ancorata e volevano portarla via. Allora siamo andati con ir mì Bro e gliene abbiamo dette quattro. C'era pure quel dritto della Necro Road, bravo guascone... morto pure lui. Beh, riprese la sua nave, tornò con i suoi amici e poi ha volato sulla sua isola. Sua la nave, sua pure l'isola. Cioè, un giorno arriva questo guascone verde e dice che l'isola è sua, ma lo sapevano tutti che in realtà era di Stan. Lui gli faceva credere che era sua, a quel nano col nasone, perché Stan è uno giusto e non vuol litigare per un sasso volante da quattro soldi. Noi lo sapevamo e gli ridevamo dietro, a quel guascone verde che parlava tanto... »

    Non ebbe dubbi che il nano col nasone fosse Raylek, soprattutto perché parlava davvero un sacco...

    -Coff-coff... ehm... si... ecco...- avrebbe abbozzato qualcosa, iniziando ad avere difficoltà a respirare -Si, c'era uno Stan a Laputa.

    Nonostante i pochi indizi fu abbastanza certa che le identità combaciassero e che il loro Stan fosse il puzzone della Sbriciolacielo, protagonista o personaggio quasi sempre presente nei racconti grotteschi dei vecchi soldati in pensione. Unico problema sarebbe però stato trovarlo: si diceva in effetti fosse sparito, ma che prima o poi sarebbe tornato a riprendere la nave. Ciò non era mai successo, il che significava che non fosse ancora tornato... o che fosse morto. O risucchiato dal Maelstrom.

    -E' scomparso da Laputa parecchi anni fa. So che guidava la Sbriciolacielo: purtroppo nemmeno noi sappiamo dove si trovi adesso. La sua nave è ancora attraccata su Laputa ma lui non è mai tornato a prenderla.

    A quel punto iniziò a pregare che quel supplizio finisse e che non ci fossero altre richieste.

     
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    « ... Chi c'è nei Giardini...? »
    Il tono di voce di Ryuko era allarmato. Gruda e gli altri si voltarono a guardarla stupiti:
    « Oh... ci stanno i guasconi, no? »
    Gruda arrancò verso di lei, strizzò gli occhi ma palesemente non ci vedeva bene.

    « I cancelli erano chiusi quando siamo passati, brutto deficiente! »
    Gli inveì contro Ryuko, con ben poca pietà nei suoi confronti.
    « Sono chiusi per la Messa! Non passa nessuno, come cavolo fanno ad esserci dei visitatori??! »
    Gruda sembrò costernato, e rispose in tono mortificato:

    « Veh... ci stanno sempre i guasconi, no? L'ho detto... »
    Guardò i compagni in cerca di supporto, alcuni distolsero lo sguardo, altri abbandonarono l'assedio a Drusilia per tornare a nascondersi nelle loro dimore, altri ancora annuirono guardando per terra...
    Ryuko invece aveva l'aria infuriata. Andò verso i cancelli e li aprì malamente, facendo cigolare i cardini malconci.

    « Chi c'è??? Venite fuori, o giuro che ve ne faccio pentire! Non potete stare qui!!! »
    Drusilia stessa poté intuire la presenza di movimenti, fra quegli strani monumenti. E magari aveva anche una buona scusa per levarsi da quella camera a gas che la stava lentamente uccidendo...

     
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    « ... Chi c'è nei Giardini...? »
    « Oh... ci stanno i guasconi, no? »
    « I cancelli erano chiusi quando siamo passati, brutto deficiente! Sono chiusi per la Messa! Non passa nessuno, come cavolo fanno ad esserci dei visitatori??! »
    « Veh... ci stanno sempre i guasconi, no? L'ho detto... »

    Fortunatamente l'anello di gas andò a disperdersi, ma non per le ragioni che avrebbe preferito. A detta di Ryuko -l'unica vagamente affidabile lì dentro- c'erano dei movimenti sospetti nei Giardini, chiusi in quei giorni per la Messa. Di cosa si trattava? Era possibile che fossero stati raggiunti da qualcun altro? Eppure... a vedere quei fattoni nascondersi, la Dama del Vento ebbe un brutto presentimento.

    « Chi c'è??? Venite fuori, o giuro che ve ne faccio pentire! Non potete stare qui!!! »

    Senza perdere altro tempo si sarebbe lanciata verso la piccola Ryuko. Mettendole delicatamente una mano sulla spalla, l'avrebbe invitata a nascondersi dietro di lei. Non avrebbe permesso a nulla di farle del male: nè a dei malintenzionati, nè ai droni... e nemmeno alle bestie.

    -Fa attenzione...

    Così dicendo avrebbe fatto un passo in avanti, cercando di capire cosa ci fosse dietro quegli strani movimenti.

     
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    I monumenti erano in realtà rottami. Invece che lapidi, gli Storm Rider lasciavano piccole montagnole di oggetti, abbandonandoli all'incuria con l'erba che cresceva ed il tempo che corrodeva il metallo e sbriciolava la plastica. Alcune tombe avevano delle croci di legno a contrassegnarle, oppure semplicemente dei sassi o blocchi di marmo trafugati qua e là, una tomba aveva perfino un blocco di cemento. Ma a farla da padrone erano monili e giocattoli, pezzi di stoffa in rovina che potevano essere stati in passato berretti o sciarpe, e naturalmente carcasse di Air Treck, praticamente onnipresenti. Quasi sempre rotte, o parzialmente smontate, le AT montavano la guardia su quasi tutte le tombe, solitamente ridotte a semplici telai massacrati dal trascorrere degli anni. E più si andava avanti verso il centro dei Giardini Senza Vento, più le tombe si facevano malconce e trascurate...
    Qua e là, monumenti più grandi, forse appartenuti a dei Leader o magari dei "Re senzacorona", oppure a dei Re veri e propri. Ma non c'erano state morti violente fra i Re fin dai tempi delle Guerre della Fondazione, quindi probabilmente erano veri i primi due casi. Ryuko aveva seguito delle ombre, almeno due figure che si muovevano fra i cumuli di rottami, e Drusilia dovette faticare per impedirle di correre sconsideratamente dietro a quegli individui misteriosi. Ad un certo punto svoltato un angolo, si trovarono di fronte ad un monumento vero e proprio, il primo caso di una tomba che aveva tutta l'aria di essere tale. Praticamente un mausoleo in miniatura in marmo e ottone, gli strani individui vi si erano arrampicati sopra ed ora vi sostavano, come in attesa. Un rumore alle sue spalle allertò Drusilia, dichiarando l'esistenza di un terzo individuo e poi di un quarto. Erano circondate da tre lati...

    « Chi diavolo siete?? Come vi permettete di stare qui? »
    Finalmente l'Alfiere Errante poté guardare in faccia gli sconosciuti. Erano in due: ragazzotti sui diciotto anni di bell'aspetto, uno albino e sorridente con i capelli folti e bianchi come la cenere, jeans e giacca in pelle su cui spiccava il simbolo ormai familiare della Flame Road, lo stesso che Drusilia aveva visto e stravisto al ristorante da Simca. L'altro un tizio castano dall'aria atletica, con pantaloncini e maglietta di foggia semplice. Aveva ai polsi delle fasce di metallo cui erano attaccate corte catene che sembravano armi. Dietro il mausoleo infine vi era un individuo in abiti da rapper, viso incappucciato ed un grosso paio di casse musicali in spalla.
    « Noi qui ci abitiamo, signorinella. »
    Disse sorridendo con fare affabile il giovanotto albino. Aveva gli occhi a forma di croce, come Orm e come i bambini al seguito di Nue. Un Gravity Children...
    Frattempo gli altri due si fecero avanti, e Drusilia poté intuire che non erano i soli. In quanti erano? Sette? Otto?
    Alla destra di Drusilia un individuo longilineo, il volto coperto di drappi.
    Alla sinistra... uno Storm Rider dall'aria familiare. Lunghi capelli bianchi, fini e sporchi. Jeans scuri laceri e una giacca nera sotto la quale spiccavano volti urlanti. Non semplici immagini, ma bensì dei trofei, pezzi di pelle umana. Il viso in ombra, nascosto dietro una maschera funebre...

    « Vi rendete conto che questo è un cimitero? Lasciate riposare in pace i morti! »

    « E' una bella storia, sorella. »
    Disse il tizio dal viso coperto dalle fasce, avvicinandosi. Aveva sulla maglia un piccolo badge con l'inconfondibile icona di Sleeping Forest...
    « Bella, ma triste. Perché noialtri non riusciamo più a riposare nemmeno qui... »

     
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    « Chi diavolo siete?? Come vi permettete di stare qui? »
    Se fino a quel momento il cimitero delle Tribù della Tempesta le era sembrato una sorta di discarica di inutilità e rifiuti umani, quando entrambe si inoltrarono nei giardini Drusilia ebbe la sensazione di varcare la soglia di un altro mondo. Un mondo fatto di oscurità e bellezza. Ciò nonostante non avrebbe potuto fare altro che inseguire Ryuko nella speranza di riacciuffarla prima che si rimettesse seriamente nei guai. Avvertiva movimenti dietro di lei, di fianco e poi davanti. Alla fine trovarono delle figure sedute su di un mausoleo ed un altro alle spalle, anche se l'espressione più adatta sarebbe sicuramente stata che "loro avevano trovato Ryuko e Drusilia" .

    « Noi qui ci abitiamo, signorinella. »
    Parlò un giovanotto albino. Aveva gli occhi a forma di croce, simbolo dei Gravity Children. Intanto altri due si fecero avanti, e poi altri ancora con loro. Alla sua sinistra c'era uno Storm Rider dall'aria familiare. Aveva lunghi capelli bianchi, pantaloni laceri e una giacca nera. Facendo molta attenzione era possibile intravedere volti urlanti al di sotto delle vesti. Pezzi di pelle umana.
    Skinface.

    « Vi rendete conto che questo è un cimitero? Lasciate riposare in pace i morti! »
    « E' una bella storia, sorella. Bella, ma triste. Perché noialtri non riusciamo più a riposare nemmeno qui... »

    Probabilmente avrebbe dovuto rivolgere la parola al loro misterioso interlocutore. Forse avrebbe dovuto controllare che Ryuko non si mettesse nei guai... ma non riusciva a smettere di guardare quei volti. Quelli sotto la giacca nera di pelle alla sua sinistra. Lei era scesa nelle profondità di Klemvor con lui. Aveva combattuto al suo fianco e lo aveva temuto. Aveva ringraziato il cielo, dieci anni dopo, nello scoprire che fosse morto... eppure il suo fantasma l'aveva perseguitata ancora con altre storie di dolore e violenza, dal passato di Blackburn ai ricordi di Athena e Simca.
    Improvvisamente sentì le ginocchia cedere e si trovò a barcollare, ciò nonostante cercò di mantenere la posizione eretta. Se fosse caduta in quel momento, probabilmente non sarebbe sopravvissuta. Non con lui. Nemmeno Ryuko si sarebbe salvata.

    -Gabishi... Skinface- sussurrò appena al Rider dietro la maschera funebre -... tu eri morto.

     
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    Il redivivo Skinface non rispose. Rimase immobile, fisso sul posto dove si era fermato, gli occhi spiritati che fissavano Drusilia da sotto la maschera mortuaria. Era identico a quel giorno, nella discesa al di sotto di Klemvor. Stesso volto, stessa maschera, stessi occhi. Anche quel giorno Gabishi era dato per morto, strappato al resto del gruppo quasi subito da una bestia feroce e letale simile ad un camaleonte. Ed anche quel giorno era ricomparso dal nulla, una figura alineata dal mondo e dalla dubbia sanità mentale. Mentre stavano risalendo verso la superficie Orm aveva tentato di giustificarlo, d'altronde i due erano compagni. La Regina dell'Acqua, stramba quanto lui ma in modo decisamente diverso, aveva spiegato a Drusilia che il Senzavolto era ossessionato dalla caccia al mostruoso predatore con cui aveva combattuto nelle viscere di Klemvor, che non avuto riposo né tregua fino allo scontro finale, a cui era arrivato in uno stato psicologico e fisico estremo. Una persona del genere di normale aveva ben poco, ed il tempo non l'aveva cambiato -ammesso che il tempo fosse davvero trascorso per Gabishi. L'aveva riconosciuta? Ricordava la sua faccia?

    « Finiscila, Onibasu. Le stai spaventando a morte. »
    L'albino dal bel viso rimproverò con modi giocosi il compagno, allentando di molto l'atmosfera che si era fatta parecchio pesante. Ryuko dal canto suo non sembrava rendersi conto della situazione, e sembrava decisa a riprendere quelli che secondo lei erano dei semplici Storm Riders irrispettosi di un luogo di riposo qual'erano i Giardini Senza Vento.
    « E lasciami divertire un po', Spi. »
    Disse ridacchiando il rider dal volto nascosto, mentre aggirava Drusilia e Ryuko con modi da predatore che gioca con le prede.
    « Non vedo una ragazza da più tempo di quanto riesca a ricordare. Non che prima andasse meglio, sia chiaro. Mikan e Ringo sono pur sempre due mocciose senza un filo di tette, per non parlare di Ume, con ancora i denti da latte... »
    Da ciò che aveva avuto modo di vedere, le ragazze di cui parlava Onibasu avevano abbondantemente superato l'età adulta, tant'è che Ringo aveva l'aria di una più vicino ai trenta che ai venti. Ma il rider sconosciuto con le insegne di Sleeping Forest non aveva ancora finito:
    « ... E naturalmente Nui non conta. »
    Aggiunse fingendosi piccato, anche se stava ridacchiando. Si stava prendendo gioco di loro?

    « Ignorate quello scemo. Vi sta solo prendendo in giro... »
    Commentò il ragazzo, che sembrava il più giovane dei presenti. Non aveva insegne, né badge. Al pari del tizio chiamato Onibasu, Drusilia non sembrava in grado di ricondurlo a nessuno, però fra tutti sembrava di gran lunga il meno minaccioso... nonché il più umano. Fra quelli a volto scoperto, era il solo a non mostrare gli occhi a croce tipici dei Gravity Children.
    « La noia ammazza i neuroni. A star qui si sragiona. »

    « Identificatevi! Voglio il vostro nome ed il team di appartenenza! Giuro che se non uscite subito da quel cancello pianto un casino, vi faccio cadere tutti quanti in disgrazia!!! »

    « Il mio team non esiste più da un pezzo, signorina. C'è poco da far cadere in disgrazia... Ma parliamo di te: hai del coraggio a girare così, sai? Cos'è, sei una specie di esibizionista? »
    Ryuko letteralmente avvampò, diventando in un istante color pomodoro maturo. Come reazione istintiva si sistemò gli abiti fradici alla meno peggio, ma a quella reazione i due ragazzi preferirono cambiare discorso, evitando di infierire ulteriormente. L'albino indicò se stesso e l'altro al suo fianco:
    « Il nome potete scoprirlo da sole, non è difficile. Basta guardarsi un po' in giro... »
    Scese giù e percosse col tacco il piccolo mausoleo su cui stava assiso, centrando una specie di piccola targa su cui erano vergate delle incisioni dall'aria consunte. Un piccolo cameo cadde al suolo, ed il ragazzo con i capelli castani sembrò prendersela sul personale.
    « Spi, sei un coglione! Rimettila a posto! »
    "Spi" lo ignorò, invece raccolse il cameo e lo lanciò a Drusilia. Il ritratto mostrava la foto di quello che poteva essere il fratello gemello del ragazzo che era rimasto assiso sul mausoleo, e sul bordo in argento del piccolo cameo vi erano delle piccole incisioni. Non era un nome, ma un soprannome oppure un titolo: "La Superbestia". Durante le Guerre della Fondazione c'era un tizio con quel soprannome, Drusilia l'aveva sentito nominare in un paio di occasioni perché era un capo amato e rispettato, nonché un "Re". Era il capo di Behemoth, il team più vasto della storia delle Tribù della Tempesta. I badge con l'icona delle fauci che divorano ogni cosa erano ben note ai Laputensi, perché l'Approdo di Laputa si trovava proprio nel bel mezzo del vasto territorio di quel mastodontico team. Al Day Three, durante l'escalation di violenza seguita all'abbattimento della titanica Arka del Mazzakro, aveva guidato Genesis al posto di Simca, ed aveva sfidato a duello il capoguerra degli Orki invasori. Sconfitto, venne impalato ancora vivo sullo stendardo personale del bruto, e trascinato in lungo e largo per Klemvor prima che un Gunblade Children riuscì a centrarlo alla testa con una pallottola, ponendo fine alle sue sofferenze...

    « Allora...? Avete capito? »
    Domandò "Spi". Già, lo chiamavano tutti Spi, anche Onibasu aveva usato quel nome. Chiaramente un diminuitivo...
    Qual'era il nome dell'antico "Re" della Flame Road...?

     
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    « Finiscila, Onibasu. Le stai spaventando a morte. »
    « E lasciami divertire un po', Spi. Non vedo una ragazza da più tempo di quanto riesca a ricordare. Non che prima andasse meglio, sia chiaro. Mikan e Ringo sono pur sempre due mocciose senza un filo di tette, per non parlare di Ume, con ancora i denti da latte ... E naturalmente Nui non conta. »
    « Ignorate quello scemo. Vi sta solo prendendo in giro... La noia ammazza i neuroni. A star qui si sragiona. »

    Drusilia non aveva paura di loro... e non ne avrebbe probabilmente avuta nemmeno per Gabishi, se non fosse che -quando ebbe modo di conoscerlo- era così piccola e debole da farle pena il solo ricordo. Ancora lontana da quelle che per lei erano state le più dure battaglie della sua vita, ai tempi Drusilia era soltanto un bocciolo in attesa di fiorire. Amava la giustizia, la vecchia Drusilia, credeva che il Bene avesse sempre trionfato e -come ogni paladina- odiava e temeva individui come quello che la fissava in silenzio. La Drusilia che quel giorno sostava stoica innanzi ai morti era diversa. Non credeva nel Bene e nemmeno nel Male, in un eterno bilico fra la sua ferma umanità ed il caos che la divorava e cresceva assieme ai suoi poteri. Non sbagliava Ryuko quando le dava del Mostro.
    Lei lo era davvero.
    Un predatore come i presenti.

    « Identificatevi! Voglio il vostro nome ed il team di appartenenza! Giuro che se non uscite subito da quel cancello pianto un casino, vi faccio cadere tutti quanti in disgrazia!!! »
    « Il mio team non esiste più da un pezzo, signorina. C'è poco da far cadere in disgrazia... Ma parliamo di te: hai del coraggio a girare così, sai? Cos'è, sei una specie di esibizionista? »
    « Il nome potete scoprirlo da sole, non è difficile. Basta guardarsi un po' in giro... »
    « Spi, sei un coglione! Rimettila a posto! »
    « Allora...? Avete capito? »

    -Spitfire.

    Drusilia aveva già compreso con chi avevano a che fare... sebbene ne ignorasse la natura. A quella semplice confessione non avrebbe mosso un muscolo, tantomeno mostrato il medesimo orrore di Ryuko davanti all'ignoto ed al sovrannaturale. Dopotutto lei ne faceva parte e con la Morte aveva stretto legami fin troppo intimi nel corso di quegli anni.

    -Ho marciato nell'Oltretomba tre volte e per tre volte ho guardato gli spettri in viso come si guarda ai figli di Adamo- lo sguardo smeraldino si abbassò sulla targa, non spaventato ma assorto -Gli esseri umani non parlano da morti, non camminano. Lo fanno altrove ma non in questo mondo.

    Avrebbe lasciato vagare lo sguardo sui presenti, incurante di cosa Ryuko avesse inteso o meno.
    Non riusciva a capire: non era quello il loro posto.
    Cosa erano?
    Fantasmi ... o risorti?

    argonathx_zps2sds6qcd

    -Mi chiamo Drusilia. Sono il nuovo Capo degli Abusivi.

    Probabilmente alcuni non conoscevano nemmeno quel titolo ma, se quello era Spitfire, il messaggio sarebbe giunto.

    -Mi domando perchè sto parlando con un Re defunto. Mi domando anche se questo Re è davvero morto... o è davvero vivo.

     
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    « Gaaaaaaaaaah!!! Ma andiamo!!! »
    Onibasu sbottò, come reazione deciamente fuori luogo ed eccessiva alla presentazione di Drusilia. Iniziò a misurare il terreno ad ampie falcate, ora passando alla destra, ora alla sinistra dell'Alfiere. Ed alle spalle di Ryuko, Gabishi aveva piccoli tic simili a fremiti, che lo facevano somigliare sempre di più ad una sorta di fiera in piedi di fronte ad un cumulo di carne macinata, incapace di trattenersi.
    « Cristo! Già prima era un'impresa, ora non ce la faccio più!!! »
    Sbraitò l'ex "Re" di Sleeping Forest, le mani sulla faccia che grattavano le bende bianche fino a rivelare la bocca.
    « E stai calmo, Onibasu! »
    Fra tutti i presenti, solo il Rider grasso che si portava dietro quelle grosse casse sembrava perfettamente quieto. Spit Fire era tranquillo e sorridente ma in prima linea, Udo dietro di lui dava segni di nervosismo e si era appena rivolto al compagno con un tono molto seccato, gli altri due invece sembravano sul punto di esplodere.

    « E' questa qui, no??? Sì che è questa! »
    Fece il bendato, spianando il palmo aperto all'indirizzo di Drusilia, ma fissando i compagni con un tono di voce accusatorio.
    « E allora l'altra non serve! La prendo io. »

    Ryuko si irrigidì. Stava rifiutando con forza la realtà dei fatti, e cercava un senso che fosse razionale a tutta quella orribile situazione, ma non era una stupida. Aveva già capito di essere in pericolo, e d'altronde il bendato stava parlando proprio di lei. D'un tratto la scena, che solo per un breve istante era diventata più serena e meno tesa, diventò una vera e propria fornace rovente dove aleggiava intento omicida denso come l'aria gonfia di pioggia che regnava su Klemvor. Gabishi stava muovendo le labbra, al di sotto della maschera funebre. Onibasu stava tremando, sprizzava un'aura assassina che rivaleggiava con quella del Senzavolto. Gli altri tre erano apparentemente calmi, ma risentivano della presenza dei due compagni. La situazione minacciava di degenerare...

    sgassd

    « Tieni le mani a posto, Onibasu. »
    Nue si materializzò letteralmente dal nulla, affiancando Drusilia come se fosse sempre stato lì. L'Alfiere si ritrovò la sua sagoma di fianco, mentre sia Gabishi che l'altro "Re" di Sleeping Forest si ritrovarono con braccia e gambe bloccati da cavi elettrificati che facevano capo al Re del Fulmine Viola. Questi prese il braccio di Drusilia, una stretta forte ma gentile, e la incoraggiò a seguirlo, di fatto strappandola all'accerchiamento degli altri "Re Incornati" redivivi. Aveva fatto lo stesso con Ryuko, che protestò con un gemito di dolore perché nel suo caso la presa era stata molto meno gentile, dato che la ragazza -colta di sorpresa- aveva tentato istintivamente di divincolarsi. I presenti non commentarono, né tentarono di seguire il nuovo giunto mentre trascinava via le due "prede". Solo a quel punto l'Alfiere Errante poté concedersi una seconda occhiata, e riconoscere meglio l'uomo che la stava portando via di peso. Era leggermente più basso di Nue, e molto meno muscoloso. Più vecchio, con i capelli meno curati e luminosi, seppure con la stessa acconciatura. E inoltre aveva una terribile cicatrice in viso, la metà della faccia sfigurata come se avessero tentato di strappargli tutta la pelle del volto con una fresa.

    « Non dovevi venire qui. »
    Disse Black Burn, in tono greve. Aveva fretta, ma non stava conducendo le due ragazze all'uscita. Le stava portando verso il bordo opposto dei Giardini Senza Vento, le baracche della Smell Road si allontanavano dietro di loro invece di avvicinarsi.
    « E' pericoloso! Perfino per te. Specie con una palla al piede da difendere. »

    « Ehy!!! Ma chi cavolo sei?? »
    Ryuko mollò uno strattone, e finalmente riuscì a divincolarsi. Si fermò costringendo l'ex Re del Fulmine a fare altrettanto.
    « Voglio sapere che sta succedendo!!! Chi erano quelle persone, perché parlavano come se fossero... come se fossero... »
    ... Come se fossero i defunti Re delle epoche passate.

     
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    « Gaaaaaaaaaah!!! Ma andiamo!!! Cristo! Già prima era un'impresa, ora non ce la faccio più!!! »
    « E stai calmo, Onibasu! »
    « E' questa qui, no??? Sì che è questa! » quando quel tale la indicò, Drusilia rimase impassibile, sollevando lievemente un sopracciglio con aria perplessa « E allora l'altra non serve! La prendo io. »
    Ryuko si irrigidì e questo non meravigliò affatto Drusilia: considerando come aveva reagito davanti a lei trasformata -che di omicida aveva ben poco- non osava nemmeno pensare a cosa sarebbe accaduto con degli zombie assassini dall'aspetto dei suoi antichi Re.

    « Tieni le mani a posto, Onibasu. »
    Fu allora che un angelo custode si materializzò letteralmente dal nulla, raggiungendo il suo fianco mentre Gabishi ed il pervertito di Sleeping Forest venivano prontamente bloccati da cavi elettrificati che facevano capo al Re del Fulmine Viola. L'uomo le strinse gentilmente il braccio, invitandola a seguirlo in un punto diverso da dove erano entrate.

    « Non dovevi venire qui. » Black Burn era estremamente serio, ma Drusilia era ancora concentrata sulla questione degli zombie. Quel tale con le bende aveva detto che Ryuko non serviva... che diavolo intendeva? A cosa sarebbe servita, invece, lei? « E' pericoloso! Perfino per te. Specie con una palla al piede da difendere. »
    Col senno di poi, il discorso del Re aveva un certo senso. Ciò nonostante, nessuna delle due aveva raggiunto quel posto intenzionalmente e sicuramente lui non aveva contribuito a metterla in guardia prima. Dunque non aveva il minimo senso sgridarle.

    « Ehy!!! Ma chi cavolo sei?? » Ryuko si divincolò con uno strattone « Voglio sapere che sta succedendo!!! Chi erano quelle persone, perché parlavano come se fossero... come se fossero... »

    -Penso tu mi debba delle spiegazioni, Black- avrebbe sentenziato la Dama del Vento, lanciandogli un'occhiata ferma ed intransigente -Che ci faceva Gabishi lì dentro? E non dirmi che li avete soltanto nascosti: non è cambiato di una virgola in dieci anni!

    Il tono era abbastanza alterato, ma se ne accorse in tempo. Portandosi una ciocca ribelle dietro l'orecchio e respirando profondamente, scelse di non fare ulteriori resistenze, concedendogli dunque di portarle dove desiderava.

    -Ryuko, continua a camminare e segui il signore.
    Lo disse con un insolito tono imperativo, ciò nonostante contava sul fatto che, per quanto indisponente, Ryuko aveva ancora nitida la sua immagine di "mostro". Non pensava che avrebbe rischiato di farla arrabbiare, anche se solo per spirito di autoconservazione.
    -Questa è la seconda volta che mi salvi- avrebbe continuando a colui che, di fatto, era stato davvero il suo angelo custode dall'inizio di quella strana esperienza a Klemvor -Credo che se non chiariamo le cose il prima possibile sarai costretto a seguirmi per tutta la mia permanenza.

    Sorrise, quasi incoraggiante.
    In realtà era orribilmente confusa ma... era felice di rivederlo.

    -Pensavo che Orm volesse ucciderti ma mi ha detto che ti avrebbero mandato nel Pentauron. Cosa ci fai qui?

     
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