Records of Eternal Winds

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    Circondato da fredda gentilezza e la netta sensazione di avere a che fare con persone che eseguono meccanicamente degli ordini per cui sentono solo distaccato senso del dovere e nulla più, Quarion Galanodel viene accompagnato sull'ampia strada già percorsa da Drusilia la notte precedente e depositato a mo' di pacco postale direttamente di fronte alla palazzina dove l'Alfiere Errante ha ricevuto le cure necessarie a seguito del tremendo attentato subito. Alla luce del giorno l'edificio si presentava a Quarion come qualcosa di ben distante da un istituto ospedaliero, anche se non era facile intuire quale fosse l'originale funzione del posto. Di certo gli Storm Rider lo avevano rimaneggiato non poco, rimuovendo insegne ed ogni simbolo di riconoscimento lasciando soltanto un involucro spoglio di tutto fuorché degli onnipresenti badge adesivi usati per contrassegnare il territorio, qui particolarmente numerosi e per lo più di tre tipi: il circolo fiammeggiante icona della flame road, l'emblem di Genesis sia su sfondo bianco che su sfondo nero e naturalmente l'icona bianco nero e rosa della streghetta che cavalca una chiave inglese propria della Tool Toul To, il team neutrale guidato dalla dottoressa Makigami, la deposta regina del legame. All'interno c'era un certo fermento, e la reception era vuota. Quarion incrociò alcune ragazzine con l'aspetto di studentesse liceali con delle peculiari divise da lavoro simili a quelle dei meccanici, molto poco femminili anche se rimaneggiate con accorgimenti che potevano definirsi piuttosto graziosi, abbinate a dei copricapi molto particolari che sembravano anch'essi parte del "kit" da membro della Tool Toul To. Tutte quante trasportavano dei pacchi dall'aria ingombrante come se fosse in corso un trasloco, passando dalle scale che davano ai piani superiori dritte verso una porta di servizio laterale che aveva l'aria di scendere.
    Quello sarebbe stata la prima avvisaglia di una caratteristica delle Tribù della Tempesta che Drusilia aveva già avuto modo di toccare con mano: sebbene superficialmente poteva non sembrare, in realtà gli Storm Riders hanno modificato in profondità la loro "Foresta", ed visitando gli ambienti pesantemente soggetti ad "interventi di ammodernamento" ci si rendeva sempre più conto che Klemvor era una sorta di formicaio, con radici assai più profonde di quanto si possa immaginare. Una volta una bambina aveva detto a Drusilia che l'Antica Dimora, la città gemella di Klemvor immersa nell'Undarm, aveva ben tre livelli sotterranei, ma che in realtà Klemvor doveva averne almeno quattro, o forse di più. E quanti di questi erano occupati dagli Storm Riders? Laputa poteva anche galleggiare nei cieli serenamente, credendo di conoscere il dedalo di strade e palazzi di vetro e acciaio sottostanti, ma in realtà quanto sapevano effettivamente gli abitanti di Endlos di Klemvor...?

    L'ambasciatore dell'Est avrebbe comunque dovuto domandare ad una di quelle fanciulle per trovare la Makigami. Se l'avesse fatto avrebbe avuto indicazioni sbrigative ma precise, che gli avrebbero permesso di trovare un vasto ufficio-laboratorio arioso dalle pareti a specchio preda di un via vai di operaie della Tool Toul To, con all'interno la dottoressa Gastropoda impegnata a sgombrare una scrivania che sembrava un piccolo archivio e ad abbaiare ordini ad ognuno dei presenti, ora lamentando troppa poca cura nell'imballare dei microscopi dall'aria costosa, ora minacciando qualcuna delle sue sottoposte qualora avesse rotto delle provette durante il trasporto. Affaccendata com'era, non avrebbe mai notato la presenza di Quarion a meno che non fosse quest'ultimo a farsi avanti...

     
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    Dopo l'incontro con la sorella e qualche breve dritta su cosa avrebbe dovuto fare, l'Ambasciatore fu condotto ad un edificio che non somigliava affatto ad un ospedale -come invece si sarebbe aspettato- ma una struttura nata per altro e riadattata come meglio era possibile per quelle popolazioni. Alla ricerca del suo obbiettivo, Quarion incrociò alcune ragazzine con delle peculiari divise da lavoro simili a quelle dei meccanici intente a trasportare pacchi dall'aria ingombrante. In ogni caso, approfittò del movimento per chiedere informazioni ad una ragazzina a caso: questa gli avrebbe dato indicazioni sbrigative ma precise, che gli avrebbero permesso di trovare finalmente l'affasciante dottoressa Gastropoda. Almeno lei fu degna della sue aspettative: appassionato di gossip, la ricordava molto bene come una delle "scapolotte d'oro" del Pentauron. Giovane dottoressa molto ricca ed avvenente -oltre che ammantata di un alone di mistero a causa delle sue continue sparizioni- aveva sempre avuto un gran numero di pretendenti, tutti puntualmente allontanati. Una "single per scelta" a cui l'Ambasciatore non aveva mai degnato realmente attenzioni sia per la difficoltà nel rintracciarla che per gli impegni da Ufficiale, i quali lo costringevano -per mancanza di tempo libero- fin troppo spesso a brevissime incursioni fra le gonne di qualche nobildonna molto disponibile. Nulla di lontanamente complesso o ben distribuito come un vero corteggiamento.

    Intenta a sgomberare una scrivania e ad abbaiare ordini, la bella dottoressa non si rese assolutamente conto della presenza di quel tale. Pertanto fu lui a presentarsi, facendo un passo in avanti in modo da sostarle praticamente ad un palmo dal naso. Le avrebbe sorriso in modo affascinante ma non malizioso dato che -a differenza del solito- non era un passatempo rilassante ciò che cercava.

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    -Ho temuto di non riuscire ad incontrarla. Fortuna che mi sbagliavo...

    Così si sarebbe introdotto, prima di rivolgerle un profondo inchino e -qualora lei lo avesse concesso- un cortese baciamano.

    -Quarion Galanodel, nuovo membro dell'entourage dell'Alfiere Errante, per servirla ♥

     
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    -Quarion Galanodel, nuovo membro dell'entourage dell'Alfiere Errante, per servirla ♥

    « Oh... »
    La Makigami si voltò, e per poco non finì con l'urtare la figura di Quarion, che dal suo punto di vista si era materializzata di fronte a lei. Sistemò gli occhiali, rispose al baciamano accettandolo in modo meccanico e quasi istintivo -segno che non era nuova a quel genere di cortesie ma che non se le aspettava in quel particolare contesto-, poi dopo un iniziare momento di silenzio si riprese e guadagnò di nuovo l'aura autorevole di un capo nel pieno delle sue funzioni. Niente di cui stupirsi: era circondata dai suoi sottoposti, e aveva l'aria di una che si faceva rispettare.
    « Spero che non intendiate alla lettera, signor Quarion. Perché la partenza dell'Ermes è prevista in diciotto minuti ed in questo momento sono a corto di personale... »
    Non aveva l'aria di un invito o di una richiesta, bensì di una battuta. Anche se in effetti lei stessa finì di riempire alcune scatole già gremite di documenti, libri e floppy disk dall'aria vetusta, poi li prese con se avviandosi sullo stesso percorso seguito dalle ragazze della Tool Toul To, invitando il Galanodel a seguirla.
    « Mi dica pure, immagino non siate qui solo per sincerarvi delle condizioni di vostra sorella, non è vero? »
    Come prevedibile, la Makigami sapeva con chi stava parlando, ed il legame di parentela fra Quarion e Drusilia le era noto. Niente di cui meravigliarsi, nell'ambiente altolocato del Pentauron l'ambasciatore dell'Est era tutto salvo che attento a non passare inosservato.
    « E' vero, quando è arrivata era conciata piuttosto male, temevo di trovarle gli organi interni ridotti ad un puré di carne e sangue. Invece l'ho ricucita un po', si è fatta una dormita e ne è uscita come nuova. Il che suppongo non vi sorprenderà più di tanto, o sbaglio? »
    Non ci voleva il parere di un primario di medicina per capire che le capacità di recupero dell'Alfiere Errante non avevano niente di umano...

     
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    « Spero che non intendiate alla lettera, signor Quarion. Perché la partenza dell'Ermes è prevista in diciotto minuti ed in questo momento sono a corto di personale... »
    Affascinante, posata e con un gradevole senso dell'umorismo: sorridendole amabilmente il giovane Ambasciatore pensò a quanto di fatto quella figura stuzzicasse le sue fantasie più intime. Ciò nonostante si limitò a compiere il suo dovere dato che -nonostante le dicerie- sapeva ben scindere le due cose e non era così stupido da mettersi in situazioni a lui sconvenienti per una donna qualunque.
    « Mi dica pure, immagino non siate qui solo per sincerarvi delle condizioni di vostra sorella, non è vero? » continuò lei, invitandolo implicitamente a fare attenzione, poiché non era una sciocca disinformata « E' vero, quando è arrivata era conciata piuttosto male, temevo di trovarle gli organi interni ridotti ad un puré di carne e sangue. Invece l'ho ricucita un po', si è fatta una dormita e ne è uscita come nuova. Il che suppongo non vi sorprenderà più di tanto, o sbaglio? »

    -No, non mi sorprende ♥- avrebbe ammesso, cercando di camuffare il suo orgoglio da Galanodel con una maschera di neutralità -Mia sorella cela risorse che raramente ama mostrare. Non avevo dubbi che sopravvivesse.
    La bella dottoressa giocava di sottintesi, ma anche il bel Quarion si unì alla danza.

    -Sono qui su sua richiesta, comunque: ha incontrato la Rondine Migratoria ed hanno trovato molti punti in comune fra cui la volontà di evitare l'estinzione delle Tribù della Tempesta, già indebolite negli anni ed ora scosse da parecchie minacce. Per i miei limiti, potrò solamente occuparmi di quella interna: il tentativo della vicecomandante di Trident di ottenere quanto le era stato negato anni fa.

    Consapevole di aver riassunto in quelle poche parole tutto ciò che era necessario sapere (ed intuire), continuò con una semplice richiesta.

    -Ciò nonostante non mi è possibile formulare strategie se non conosco la verità- con fare distratto, si sarebbe portato una ciocca di capelli azzurrini dietro l'orecchio -So che interrogarla sulla ragione della destituzione potrebbe apparirle eccessivo e forse poco cortese, ma una vostra collaborazione mi sarebbe molto utile, compreso un indirizzo per rintracciarvi, qualora dovessi aver ancora bisogno del vostro aiuto.

     
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    « Vi sarei volentieri di aiuto, con vent'anni in meno sulle spalle e trentanove incapaci in meno da gestire. »
    Un paio di giovanissime neofite della Tool Toul To che in quel momento risalivano le scale per caricare altri pacchi trasalirono, ritrovandosi di fronte la sagoma autoritaria della dottoressa e sentendosi direttamente coinvolte in quella frase impietosa. Sotto lo sguardo severo della donna accennarono un cenno di saluto sia a quest'ultima che a Quarion, poi letteralmente corsero verso gli uffici tornando al lavoro.
    « Sono brave ragazze. Lavorano sodo senza chiedere nulla in cambio, anche se sanno che ad essere altruisti c'è poco da guadagnare. »
    La Makigami si sfiorò gli occhiali mentre sussurrava quelle parole, chiaramente sovrappensiero. Poi tornò a sorreggere lo scatolone con tutte e due le mani, lo issò all'altezza del busto ed imboccò le scale, senza impedire a Quarion di seguirla.
    « Come saprete di certo, sono la primaria dell'ospedale del Campo degli Angeli del Pentauron, quello con a fianco l'omonimo istituto scolastico per signorine di buona famiglia. Mi troverete lì, almeno per tutto il prossimo mese e probabilmente anche per il successivo. Ho molto lavoro arretrato, nonché molti benefattori a capo delle fondazioni di beneficenza che pretendono di ricevere la dovuta considerazione. Per qualche motivo, la nobiltà crede che per un raffreddore serva il consulto del primario, se mando loro un semplice dottore laureato con il massimo dei voti alle università dell'Est sono capaci di prenderlo per un insulto personale. E la borghesia non è da meno: rispetto ai nobili sborsano molti più soldi ai balli di beneficenza ed ogni volta che allestiamo una nuova ala, quindi vogliono essere trattati allo stesso modo. »
    Niente che Quarion non sapesse già, ovviamente.
    « Per il resto, Simca è una brava ragazza. Qualcuno direbbe che con gli anni si è ammorbidita, ma si sbagliano. Un tempo era più cattiva, ma un tempo era molto diverso rispetto ad oggi. Un tempo gli schieramenti erano più definiti, sapevi chi erano i nemici e chi erano gli alleati. Oggi, invece... »
    Si fermò di colpo, iniziando a frugare nella scatola. Le scale scendevano di parecchio, avevano superato il seminterrato che si era rivelato una specie di magazzino gremito di masse disorganizzate di scatole e casse che avevano tutta l'aria di essere i più banali rifornimenti, per lo più disinfettanti, detersivi, guanti usa e getta e quant'altro. La Makigami consegnò a Quarion una custodia di plastica trasparente al cui interno vi era un dischetto. Un banale CD.
    « Le immagini esibite da Trident durante la Messa erano vere. Non si trattava affatto di volgari calunnie o di un qualche complotto ordito alle mie spalle. Ma se provassi a discolparmi darei solo fiato alla bocca: le parole sono vento. Ma quel dischetto è reale, e lì troverai tutto quanto. Ovviamente non mi scagiona dall'accusa di giocare a fare Dio con la vita umana, come d'altronde quelle immagini non provano il contrario. Tuttavia, come spero comprenderete io sono una donna molto impegnata. Fra il tempo che occupo nel Pentauron ed i miei doveri di Pledge Queen, avrei bisogno di giorni lunghi quarantotto ore per trovare il tempo di viaggiare nelle paludi fino all'Antica Dimora e mettermi a pasticciare con la vita. Volete la verità? Trident aveva bisogno delle Regalia del Legame per la caccia agli Headhunters. Sono venuti da me per obbligarmi a cederle, ma io mi sono rifiutata. Non avrebbero avuto le mie regalia finché sarei stata Regina, e questo è quanto. »
    Le scale terminavano ben tre piani al di sotto del livello della strada. Il seminterrato, dei corridoi di servizio oppure un tunnel usato come via di fuga per la metropolitana, ed infine la metro vera e propria. Il dedalo di tunnel che percorrono tutta Klemvor. E in attesa, fermo sulle rotaie, la sagoma di un treno dall'aria vetusta e malconcia. Sul tetto ed a terra, nell'angusto spazio che separa i vagoni dalle pareti del tunnel, almeno una trentina di ragazzi con le insegne della Flame Road e ragazze con l'uniforme della Tool Toul To che si davano da fare, fra pacchi e strumenti...

     
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    -Nonostante il mio nome ed i miei ruoli, giudicare l'eticità o meno di qualcosa non rientra in nessuna delle mie mansioni.

    Per quanto fosse una sfumatura davvero poco apprezzata dalla sorella, a Quarion Galanodel importava davvero poco della validità delle accuse o delle sorti delle Tribù della Tempesta: che la Gastropoda fosse stata un mostro o meno, lui aveva ricevuto il compito di falciare Trident e a quello si sarebbe attenuto. Si trattava di professionalità, oltre che consapevolezza di come nessuno al mondo potesse vantarsi di non celare nel proprio armadio parecchi scheletri. Li aveva quella dottoressa esattamente come li avevano lui o Drusilia... o i componenti di Trident.

    -Mi limito semplicemente a svolgere il mio lavoro... e lei mi è già stata di grande aiuto, Milady.

    Da bugiardo e manipolatore quale era, aveva negli anni imparato molte cose, fra cui riconoscere i suoi simili. Quella donna, ad istinto, non rientrava nella categoria: fin troppo simile a Drusilia, piuttosto, che nonostante i suoi alti e bassi si ostinava all'altruismo più autolesionista e folle che avesse mai osservato, rivaleggiando con Kalia, nonostante i metodi sostanzialmente diversi. Non dubitò nemmeno per un attimo, quindi, che la sua interlocutrice avesse fatto tutto ciò che era nel disco in buonafede.
    Questo era già un grosso passo in avanti.

    -Le auguro buon viaggio, dunque- avrebbe infine detto per congedarsi, non prima di consegnarle un biglietto di pergamena. Su di esso tutti i suoi contatti: in caso di difficoltà o desiderio di semplice compagnia, l'Ambasciatore avrebbe accettato di buon grado il suo invito -Per qualunque cosa, sono a vostra disposizione ♥

    Così l'avrebbe lasciata andare, ben attento a scegliere le sue mosse.
    La sua prossima tappa sarebbe stato il Re del Fulmine.

     
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    « Allora spero di rivederla per un contesto meno spiacevole. »
    Commentò la dottoressa sfilandosi le scarpe con i tacchi e scendendo su di una scomodissima scala a pioli, al termine della quale venne aiutata a scendere da due ragazzotti robusti direttamente sul tetto del treno, dove le aprirono con estrema deferenza uno sportello superiore da cui Quarion poté intravedere l'interno carrozza foderato di velluto rosso.
    « Addio. Le auguro una permanenza fra le tribù della tempesta che sia il più possibile breve. Questo perché augurarne una piacevole sarebbe decisamente chiedere troppo. »

    Quarion Galanodel uscì dall'ingresso da cui era entrato accolto dalla pioggia battente, che aveva guadagnato intensità e si era trasformata in un autentico nubifragio. Alle sue spalle le ragazzine della Tool Toul To stavano trasportando le ultime scatole e casse gremite di attrezzature da laboratorio, e si apprestavano anch'esse ad abbandonare quell'edificio che per la durata della Messa dei Diluvi aveva fatto loro da quartier generale. Era un brutto epilogo per la Regina del Legame, ma dopotutto quest'ultima non era sembrata particolarmente delusa o amareggiata. Quando una donna del genere abbandona la scena, in realtà, da sempre una certa impressione di perdita. E chissà chi delle due fazioni avrebbe avuto più rimpianti in futuro: se la dottoressa Makigami o le Tribù della Tempesta...
    Il luogo dove si era rintanato Nue al termine della Messa era fortunatamente abbastanza vicino, a pochi passi dall'ormai ex-QG della Makigami. Se la funzione originale dell'edificio adibito ad ospedale appena visitato era un'incognita, quello in cui Quarion si apprestava ad entrare invece era fin troppo chiara: un teatro. Un piccolo ma grazioso teatro, posto proprio oltre l'incrocio che Drusilia aveva attraversato la sera precedente mentre si recava al Des Artes, quando le strade erano intasate di persone e una processione funebre di Storm Riders in abiti bianchi e poderose manticore addestrate riempiva la scena. Il posto era però molto sobrio e pulito, un po' l'esatto opposto di come solitamente si presentavano i luoghi sotto il possesso delle Tribù della Tempesta. Uno stuolo di tappetini all'ingresso, moquette rossa un po' consunta, un bagno pubblico proprio di fianco all'entrata stranamente pulito e curato, con tanto di sapone disinfettante e asciugamani di carta usa e getta, poi un ingresso coperto da una tenda da cui proveniva della musica, e poi una scala su cui spiccava un corrimano in ottone in stile finto ottocentesco. L'ultimo dei teatri frequentati da Quarion nel Pentauron avrebbe fatto sfigurare il posto facendolo apparire sciatto e privo di classe, ma si trovava pur sempre fra gli Storm Riders, gente con ben poca cura di igene e della pulizia. Seppure pervaso da quel sempiterno sentore di raccogliticcio e raffazzonato, il posto dava almeno l'impressione di un teatro decente.
    Inoltre c'erano solo ed esclusivamente bambini. E questo bastava a trasmettere un'atmosfera che non aveva niente a che vedere con i pomposi ed esclusivi locali immersi nel lusso ricercato dell'alta nobiltà di Argenstella.

    Alla biglietteria c'era una bimba che fissò il Galanodel con occhioni curiosi. C'era da aspettarsi di dovere un qualche obolo per l'ingresso, invece la bambina si limitò a porgere allo straniero una penna ed un registro dall'aria vetusta le cui pagine erano piuttosto ingiallite per l'età. Chiedevano nome, cognome e team di appartenenza. Sopra l'ultimo posto libero vi erano una sfilza di nomi che di nome avevano ben poco, sembravano piuttosto soprannomi di fantasia. Appena Quarion avrebbe sbrigato quella formalità, la bambina gli avrebbe indicato di salire le scale. La sala del teatro era gremita di bimbi, ed evidentemente le persone più grandicelle che desideravano assistere dovevano usare una delle platee superiori. Sempre la bambina non si sarebbe fatta problemi ad indicare all'ambasciatore dell'Est dove poteva trovare Nue, che si trovava nella prima delle sei salette private. "Però si è raccomandato di non dirlo agli sconosciuti, ha detto che non vuole scocciatori", aggiunse con il faccino innocente.

    Trovare il posto in questione fu quindi piuttosto semplice. Non c'erano porte su cui bussare, ma solo una spessa tenda di velluto rosso in tinta con la moquette sovrastata da una inequivocabile targa in ottone su cui spiccava il numero della saletta. Altre cinque sale simili sfilavano di fianco a Quarion, tutte quante occupate a giudicare dai suoni...

     
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    Da quello che doveva essere l'ospedale delle Tribù della Tempesta, l'Ambasciatore si ritrovò infine in quello che doveva essere il regno del Re del Fulmine: un piccolo teatro. Nulla di particolarmente spettacolare ed in ogni caso gremito di bambini, cosa che avrebbe abbassato lo standard anche di uno dei teatri di Argenstella, almeno dal suo punto di vista.
    Alla biglietteria trovò una bimba dagli occhietti curiosi. Alle richieste di contatti con il Re del Fulmine, gli fu indicata la prima delle sei sale private. Avrebbe aggiunto anche un innocente: "Però si è raccomandato di non dirlo agli sconosciuti, ha detto che non vuole scocciatori", cosa su cui Quarion sdrammatizzò con un buffetto affettuoso.

    -Fortuna che non sono uno scocciatore, ma un amico ♥

    Sempre ottimista, il buon Quarion.
    Trovarlo fu comunque abbastanza semplice: altra particolarità del posto era la totale assenza di porte, al più qualche tenda di velluto rosso.

    -Oh, che fortuna!- avrebbe detto, entrando nello scomparto dove avrebbe trovato il giovane Re -Un posto libero, posso? ♥

    Sfortunatamente era solo una domanda retorica.
    Si sarebbe accomodato con fare allegro, accavallando garbatamente le gambe e fissando il palco con l'aria di uno spettatore entusiasta. Si sarebbe rivolto a Nue quasi distrattamente, come a voler semplicemente attaccare bottone.

    -Questo teatro è de-li-sio-so! ♥ Non vedo l'ora che inizi lo spettacolo- nell'esternare quel pensiero, avrebbe allungato la mano in direzione del bel giovanotto palestrato, come in un saluto formale -Mi chiamo Quarion Galanodel, lei è?

     
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    -Oh, che fortuna! Un posto libero, posso? ♥
    Appena Quarion irruppe nella saletta Nue si voltò di scatto, come se si aspettasse una situazione di pericolo. L'ambasciatore poté intravedere per un brevissimo istante la reazione di un individuo avvezzo ai combattimenti ed assolutamente pronto a reagire, rispondendo se necessario con violenza ad un'attentato alla sua vita. Durò solo un attimo, tuttavia. Un battito di cuore e nient'altro. Poi l'espressione del Re del Fulmine Viola tornò umana, i suoi muscoli si rilassarono e l'uomo tornò a sprofondare sulla poltroncina con aria a dir poco scocciatissima.

    « No. »
    Rispose seccamente, identificando immediatamente Quarion per ciò che era: uno scocciatore di prima categoria.
    Le sedie erano due ma Nue era da solo, nella stanza. Una volta seduto, tuttavia, il Galanodel scoprì che il seggiolino era ancora caldo, segno che fino a poco prima il giovane era in compagnia... ed a giudicare dal profumo rimasto nell'aria, si trattava di una presenza femminile.

    -Questo teatro è de-li-sio-so! ♥ Mi chiamo Quarion Galanodel, lei è?
    Nue roteò gli occhi al soffitto, ignorò volutamente la mano dell'ambasciatore dell'Est e si spalmò entrambi i palmi sulla faccia, sprofondando ancora di più nella poltroncina come se desiderasse che la terra lo inghiottisse in modo da levarsi da lì.

    « Ti prego! Ti prego... Dimmi che sei solo un deficiente di passaggio che ha beccato questo camerino per caso. Dimmi che non sai veramente chi sono e che non stai fingendo di non riconoscermi come invece sembra. Dimmi che non ti ha mandato Simca con l'intento di rompermi le scatole mentre cerco di rilassarmi dopo la schifosa mattinata che ho avuto. Dimmi che sei semplicemente uno dei tanti che invece di usare il guanto quando è opportuno si è ritrovato con la metà del patrimonio genetico impegnata a recitare su quel palco. Dimmi tutto questo e ti lascerò il posto a sedere che in teoria sarebbe della mia assistente. Ti offrirò perfino del thé e mi sforzerò di far finta che non esisti per le prossime due ore... »

     
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    « Ti prego! Ti prego... Dimmi che sei solo un deficiente di passaggio che ha beccato questo camerino per caso. Dimmi che non sai veramente chi sono e che non stai fingendo di non riconoscermi come invece sembra. Dimmi che non ti ha mandato Simca con l'intento di rompermi le scatole mentre cerco di rilassarmi dopo la schifosa mattinata che ho avuto. Dimmi che sei semplicemente uno dei tanti che invece di usare il guanto quando è opportuno si è ritrovato con la metà del patrimonio genetico impegnata a recitare su quel palco. Dimmi tutto questo e ti lascerò il posto a sedere che in teoria sarebbe della mia assistente. Ti offrirò perfino del thé e mi sforzerò di far finta che non esisti per le prossime due ore... »

    -Siamo nervosetti oggi, vero? ♥
    Nel dirlo sorrise amabile, portandosi la punta dell'indice sulle belle labbra morbide, in quel momento nude dai cosmetici che fin troppo spesso amava mettere. Perfino le unghie erano di un rosa naturale, molto più maschili della norma. Ciò nonostante rimaneva di una bellezza androgina e se non fosse stato per la voce o la divisa sarebbe risultato alquanto difficile comprendere il suo genere.

    -No, non sono un inviato di Simca- mezza verità -... e se devo esser sincero sono molto deluso dal fatto che tu non mi abbia riconosciuto.

    Lo disse con fare un pò piccato, come se Nue lo avesse offeso.

    -Guardami bene... non hai capito chi sono?

    Davvero non vedeva in lui lo stesso volto di sua sorella?

     
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    « ... »
    Sul momento Nue non rispose, ma le parole di Quarion suonavano come una sfida, e lui era un Re, potente ed orgoglioso al tempo stesso. Sostenne lo sguardo dell'ambasciatore ed anzi, si sollevò e gli si piazzò di fronte, viso contro viso, sfoderando lo sguardo più feroce di cui era capace. Per alcuni attimi rimasero immobili a fissarsi negli occhi: sornione l'uno, più simile ad un cane ringhiante intento a difendere il territorio l'altro, che in qualche modo si sentiva minacciato da quello sconosciuto che parlava per enigmi. E fu in quel momento che la tenda si spalancò, e ne emerse una figura femminile dalle improbabili orecchie da cane, che assistette ai momenti finali dell'incontro fra il Re del Fulmine Viola ed il Galanodel. Skuld reggeva un vassoio con due tazzine da thè fumanti ed un piattino con delle zollette di zucchero, e la sua espressione era di perenne ed immobile vuoto. Guardò prima lo sconosciuto, che aveva il viso terribilmente femminile e dal suo punto di vista indossava abiti tipo film porno di fine anni novanta, e poi il suo capo, che d'istinto le ricambiò lo sguardo con un'espressione di stupore-barra-stupidità.
    Con la mano libera dal vassoio, Skuld alzò il pollice all'indirizzo del suo capo in segno di approvazione.

    « Visto da lontano può passare per una femmina. Voi fate pure. Io vado a prendere abiti da donna. Con quelli, nessuno sospetterà niente circa i gusti sessuali del Re del Fulmine. »

     
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    Il bel giovanotto dai lunghi capelli fluenti ed il fisico ben allenato si sollevò e gli si piazzò di fronte, viso contro viso, sfoderando lo sguardo più feroce di cui era capace e che il bel Quarion trovò orribilmente eccitante. Rimasero a fissarsi negli occhi come una coppia sul punto di saltarsi addosso e darsi al sesso violento; fu proprio in quel momento che la tenda si spalancò, annunciando l'arrivo di una ragazzina con le orecchie da cane ed un vassoio su cui erano deliziosamente posate delle tazzine di tè. Nue ne fu evidentemente sorpreso e la fissò con aria non particolarmente intelligente. Fu allora che Quarion comprese il soggetto che aveva di fronte.

    « Visto da lontano può passare per una femmina. Voi fate pure. Io vado a prendere abiti da donna. Con quelli, nessuno sospetterà niente circa i gusti sessuali del Re del Fulmine. »

    Anche Quarion si voltò, sorridendo divertito e trovando finalmente una ragazzina sveglia con cui fare della buona conversazione.

    -Ammetto che non mi dispiacerebbe, cara... ma credo che il Re del Fulmine possa trovare più appagamento in mia sorella ♥

    Con quella batosta avrebbe stroncato definitivamente il povero Nue, nonostante l'intento originale fosse quello di dargli un "piccolo suggerimento" riguardo la sua identità, dato che non sembrava capace di arrivarci da solo.

    -La disturberebbe rimanere con noi?

     
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    -La disturberebbe rimanere con noi?

    Skuld non se lo fece ripetere due volte. Si fece avanti nel più impertinente dei modi, frapponendosi fra Nue e l'ambasciatore. Elesse il bracciolo del Re del Fulmine a suo seggio, poi servì a Quarion una tazzina da thé di ceramica in stile cinese, squisitamente lavorata. Il liquido ambrato era bollente e l'infuso aveva un sapore morbido. La ragazzina dalle orecchie da cane offrì al suo interlocutore il piattino con le zollette di zucchero, poi prese per se l'altra tazzina.

    « In effetti è tutta la mattina che ci penso. Si sono scambiati occhiate roventi, alla Messa. Quando si sono conosciuti, lungo il viaggio in treno, sono stati assieme poco tempo, e c'erano i bambini... però ho perso di vista entrambi in diverse occasioni, non vorrei essermi persa qualcosa di importante... »
    Le luci annunciarono che lo spettacolo riprendeva. Quarion era stato sfortunato: quello non era l'inizio, bensì il secondo tempo. Si era perso l'intera prima parte dell'operetta, anche se la tragedia che si consumava nel tunnel numero uno ai danni di Nue aveva tutta l'aria di surclassare per interesse l'opera messa in atto dai piccoli attori sul palco. Nue era letteralmente nel panico. Non riusciva a capire di che diavolo stavano parlando il suo luogotenente e quel misterioso nuovo giunto. Non aveva la minima idea di chi diavolo fosse Quarion.

    « Di che diavolo state parlando??? »
    Sbottò su livelli di imbarazzo che iniziavano a superare la soglia di guardia.
    « In effetti... questo qui ha l'aria da addormentato, ma come tutti i cani durante la stagione degli accoppiamenti si muove per istinto. Dica alla sua nobile sorella che dovrebbe stare attenta quando lo avvicina, consiglio l'uso del guinzaglio per entrambi. »
    Skuld annuì solenne, mentre sorseggiava il thé. Più o meno in quel momento Nue si rese conto di essere l'unico senza bevanda, e la cosa contribuì ad innervosirlo non di poco...

     
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    The guru in the darkness...

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    « In effetti è tutta la mattina che ci penso. Si sono scambiati occhiate roventi, alla Messa. Quando si sono conosciuti, lungo il viaggio in treno, sono stati assieme poco tempo, e c'erano i bambini... però ho perso di vista entrambi in diverse occasioni, non vorrei essermi persa qualcosa di importante... »

    Gli piaceva quella ragazza, e non nel senso carnale.
    Era sveglia... e probabilmente sarebbe stata un'utilissima alleata in molte circostanze.

    « Di che diavolo state parlando??? »
    « In effetti... questo qui ha l'aria da addormentato, ma come tutti i cani durante la stagione degli accoppiamenti si muove per istinto. Dica alla sua nobile sorella che dovrebbe stare attenta quando lo avvicina, consiglio l'uso del guinzaglio per entrambi. »

    Sorseggiando tè nella sua tazzina di porcellana, il bell'Ambasciatore ascoltò con grande interesse ciò che aveva da dire il luogotenente del Re del Tuono, ignorando bellamente il padrone di casa. Da quel poco che gli era stato riferito aveva sospettato un certo interesse di Drusilia verso quel giovanotto... ma gli mancava la parte degli sguardi roventi e delle occasionali scappatelle. Sorrise malizioso, pregustando il momento in cui avrebbe rinfacciato alla sorella le sue scoperte.

    -Glielo comunicherò senza problemi- annuì solenne anche lui -Gira voce che mia sorella sia brava con quelle cose da animali... sa cosa intendo.
    Occhiolino.

    -Ma è anche una gran romantica ♥ - enfatizzò su quel punto, rincarando la dose -Finchè si tratta di incontri clandestini è un bene che si rilassi... ma se si tramutasse in amore impossibile potrebbe uscirne scottata!

     
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    « Allora sta al sicuro. »
    Rispose Skuld, immediatamente e pienamente sicura di se.
    « Tanto questo qui dorme. Si sveglia solo nella stagione degli accoppiamenti. Sapete, solo per copulare... »
    I bambini sullo sfondo avevano costumi semplici, praticamente la versione un po' esasperata delle divise degli Storm Riders adulti. Alcuni però avevano i faccini pasticciati di verde e brandivano armi di cartone con la forma di pistole, fucili e cannoni. Lo sfondo, rigorosamente in cartelloni disegnati con colori vivaci come nelle recite scolastiche, era quello di Klemvor, ma c'erano due Laputa: una verde e rigogliosa, l'altra che sembrava un ammasso di rottami volante. Stavano rappresentando le fasi finali delle Guerre della Fondazione. Fu un bene che i bambini stavano tutti al piano inferiore, perché Skuld si esibì in un gesto che mimava qualcosa di vietato ai minori di diciotto anni.

    « E poi deve badare ai mocciosi. Come partner fisso farebbe decisamente pena, assente per nove-dieci mesi l'anno... Molto meglio tipo una cosa occasionale. Una botta e via, e ci si vede l'anno prossimo. Comunque non avrei mai detto che proprio lei è così pratica di certe cose. Senza offesa, ma ha così tanto l'aria da santarellina... Quindi state dicendo che finge? »
    Nue si spalmò di nuovo le mani sul volto, implorando gli dei di liberarlo da quella situazione che andava oltre il grottesco.
    « Sentite... io mi rifiuto di abbandonare la mia postazione, quindi i casi sono due. O la finite entrambi -qui e adesso!- oppure giuro che vi caccio a pedate. Tutti e due. »
    Skuld gli concesse uno sguardo compassionevole.
    « Come dicevo: can che abbaia... »
    Skuld sorseggiò di nuovo il suo thé, mentre dietro di lei Nue progettava un luogotenenticidio

     
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