Gli schiavi e la tempesta

Fiaba di Daleli.

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    TRUE LOVE IS POSSIBLE ONLY IN THE NEXT WORLD — FOR NEW PEOPLE. IT IS TOO LATE FOR US. WREAK HAVOC ON THE MIDDLE CLASS.

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    Un antica leggenda della Tana vuole che, tantissimi anni fa, quando la Maledizione aveva appena sfogato la sua ira, un vecchio saggio si sedette su uno scranno sopravvissuto alla decadenza di Daleli. Li l'uomo rimase a fissare il deserto, gli occhi che vagavano sul monotono paesaggio. Rimase seduto su quello scranno per quasi un secolo, senza mai muoversi, quando finalmente un discepolo ebbe il coraggio di chiedergli.
    “Maestro, perché guardate il deserto? Questa terra... è morta!”
    E l'uomo, senza distogliere lo sguardo dalle titaniche dune di sabbia dorata, diede uno scappellotto al discepolo.
    “Presta attenzione all'immutabile sabbia, e scoprirai che non è affatto immutabile. Ho sentito il silenzioso vento caldo soffiato dalle regioni vulcaniche, l'ho provato sulla mia vecchia pelle, e l'ho visto spostare, di secondo in secondo, di giorno in giorno, di anno in anno, sempre più sabbia. Lento e implacabile, ho visto queste dune trasformarsi in onde furiose, e questo deserto divenire un oceano.
    Questo, è lo Yuzrab!”

    Un vecchio centenario che fissa la sabbia? AH! Te lo stai inventando!
    Come no! E alla fine, salta fuori il vecchio Boggart e si ruba anche lo scranno!

    Il gruppo di carovanieri si lancia in una grassa risata collettiva, mentre brindano amabilmente con birra sporca e carne di Tuskgor alla brace, nel vano tentativo di ammorbidirla. Uno di loro, ormai visibilmente alticcio, tenta di continuare il suo racconto... ma ormai perdeva il filo, non ricordava più il finale della leggenda che stava raccontando e finì per inventarselo, accompagnato dalle risate dei compari.

    Benvenuti a Daleli. Secondo alcuni, questa era una volta una sontuosa città, con palazzi alti fino al cielo, sontuosi giardini e dame di una bellezza tale da render ciechi i viaggiatori.
    Qualsiasi cosa fosse prima, ora è soltanto un cumulo di macerie, antiche rovine di qualcosa andato perduto e dimenticato.
    Uno dei complessi di rovine più famoso, ormai completamente spoglio di qualsiasi ricchezza, veniva usato dai carovanieri di ogni angolo dello Yuzrab come punto di riferimento... o come in questo caso, come santuario, come rifugio.

    Le rovine, in questi giorni, erano prese d'assedio ma mercanti itineranti, da mercenari, da carovanieri e perchè no, anche da diversi banditi. Tutti riuniti sotto l'egida della necessità...
    Ogni romba era stata convertita in un giaciglio, ogni buco in un rifugio. Le antiche sale sotterranee venivano ripulite dalla sabbia e dalle bestie che le abitavano, mentre le strutture in superficie venivano controllate e, in caso, adattate.
    Era in arrivo una tempesta di sabbia. Una di quelle che ti fanno rimpiangere di non essere nato fra i ghiacciai del nord, o fra le spire maledette dell'ovest. Una di quelle che poteva durare anche per giorni interi, perfino per settimane nei casi peggiori. Non importava chi tu fossi, quali fossero le tue abilità o quale fosse la tua carica, nel mondo... calcare le sabbie dello Yuzrab, mentre la sua antica canzone squillava nel vento, equivaleva a morte certa. Innumerevoli erano i cadaveri sepolti sotto svariate tonnellate di sabbia, appartenuti ad anonimi ardimentosi che avevano sottovalutato una tempesta di sabbia. Le loro ossa riaffioravano dopo secoli, lucide come l'avorio.

    Data la necessità di far fronte comune, a Daleli l'atmosfera era goliardica. Un mercante di vini aveva deciso di aprire le sue otri e di offrirne il contenuto ai presenti, per comprare la loro amicizia evitando così di finir con un pugnale nella schiena al calar della notte. Un gruppo di guide aveva invece cacciato qualche selvaggina e cercava di dividere il tutto il più equamente possibile.

    Quello era il presidio dell'inganno, della violenza, della morte... ma tutte queste cose venivano messe da parte, quando lo Yuzrab scatenava la sua collera. Perché quando la tempesta arriverà, tutti dovranno collaborare, tenendo sigillate le tombe trasformate in rifugio, sigillando le rovine, tenendo fuori la sabbia.
    Tutti dovranno fare la loro parte... oppure tutti moriranno tra atroci sofferenze.

    Per questo, il vino.

    Tuttavia, anche in quel trepidante buon umore che precede la tragedia, ecco spuntare una faccia lunga.
    Si tiene a distanza, lontano dagli altri mercanti, eppure dalle sue vesti sembra sembra essere uno di loro. L'uomo fissa con ostinazione il filo dell'orizzonte segnato dalle dune, con la stessa dedizione del Saggio della leggenda. Di tanto in tanto rivolge al cielo una bestemmia a denti stretti, poi torna attento verso l'orizzonte, come aspettasse qualcosa. Tutti i presenti sembrano starne istintivamente alla larga, come se fosse un appestato.

    Questo, è il panorama che vi si presenta.

    Non importa quale fosse la vostra meta, quali fossero i vostri affari, quale sia il vostro nome.

    Benvenuti a Daleli!
    Una tempesta sta arrivando.

     
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  2. Proinsias
     
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    Kumah si aggirava apatico e guardingo nell'andirivieni di Daleli; tutti erano indaffarati a barricare entrate, tappare spifferi, organizzare vettovaglie e generici beni di conforto... "E' tutto così ridicolmente familiare" pensò; del resto la cooperazione non è sempre negativa, con il tempo lo aveva imparato anche se ciò gli provocava ancora qualche disagio.

    Era in attesa il Bifido, aspettava di ricevere notizie sul da farsi: era giunto tra quelle rovine scortando una carovana, assunto da un mercante che aveva scelto con poca fortuna il periodo in cui solcare le dune del torrido Yuzrab.
    Quando le prime avvisaglie dell'arrivo di una tempesta di sabbia si erano manifestate avevano deciso di rifugiarsi tra i resti della vicina Daleli, ciò però aveva sollevato problematiche non indifferenti come l'allungamento del suo contratto di guardia e l'insorgere di mansioni non richieste che ovviamente avevano comportato grossi aumenti del suo onorario.

    Ora come ora Kumah girovagava pigramente in attesa di sapere se il suo datore di lavoro, raccogliendo prestiti tra la compagnia e controllando la propria merce, sarebbe stato in grado di pagarlo... nel caso di una risposta negativa, come aveva sentito dire da viaggiatori delle terre lontane, "anlachi"; sarebbe tornato libero anticipatamente e avrebbe potuto dedicarsi ad altre attività come ad esempio rapinare uno sprovveduto mercante di sua conoscenza.

    Mentre ciondolava tra la folla un individuo colse la sua attenzione: aveva capelli color del cielo e freddi occhi azzurri, la pelle pallida è strani aggeggi sulle mani... non era decisamente un abitante delle terre del Sud.
     
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  3. Zerithas
     
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    Narrato
    "Pensato"
    "Parlato"


    "Ahhhhh diamine. Quanto vorrei essere al laboratorio...!"

    Ecco che l'ennesima lamentela usciva dalle labbra di Zerithas, l'ennesima sfortuna che si abbatteva su quel povero ragazzo. Certo, avventurarsi nel deserto in quel periodo non deve essere stata una delle migliori idee.
    E il motivo? Con Sequerus in tumulto gli affari al laboratorio di Narail scarseggiavano, tutti erano sospettosi dei propri vicini di casa e così il Capo decise di mandarlo temporaneamente a Merovish per "farsi le ossa".

    "Che ideona! Perché non legarlo ad uno Zull'Qroth e vedere quanto tempo resiste prima di essere fatto a coriandoli?!?

    Il giovane Zero non avrebbe saputo nemmeno mettere piede fuori dal laboratorio senza perdersi o farsi ammazzare da qualcuno, quindi Narail contattò un gruppo di ricercatori dello Yuzrab e fece unire il suo discepolo alla comitiva: un passaggio fino alla capitale, uno dei tanti favori che molte persone dovevano al Capo.
    Nulla di più semplice no?
    No. Perché lui non conosceva minimamente quel Presidio, non aveva idea che uno dei molti gruppi di banditi che si aggiravano per il deserto avrebbe attaccato la spedizione, trucidando un paio di ricercatori e costringendo i rimanenti a scappare e rifugiarsi a Daleli, allungando di molto la strada da compiere.

    Ed eccolo qua, un giovane ragazzo spaesato nel bel mezzo di una città in rovina, con una tremenda tempesta di sabbia alle porte.
    Zerithas decise di esplorare un po' il posto, tanto pare avrebbero dovuto attendere il passaggio del fenomeno naturale: avventori di ogni tipo affollavano le stradine distrutte di Daleli, mercanti, guardie armate, persone dalla dubbia professione e quant'altro.
    Ma una in particolare catturò gli occhi vivi del ragazzo: un uomo, solitario, che fissava il vuoto in un punto distante. Nessuno gli stava vicino, nessuno lo guardava o gli rivolgeva parola: c'era solo una cosa da fare, chiaramente.
    Andare a parlarci!

    Il giovane prese coraggio, mosse qualche passo verso lo sconosciuto ma qualcosa lo fermò: si sentiva osservato, anche se in mezzo a quell'andirivieni non poteva essere così strana come situazione.
    Si voltò, incrociando lo sguardo freddo di...una lucertola. Enorme, su due zampe. Di esseri strani Zero ne aveva conosciuti solo tramite delle letture, nel Presidio Occidentale i non-umani non erano proprio ben visti.
    Trovarsi di fronte a una bestia simile lo rendeva ansioso e gioioso al tempo stesso, curioso di conoscere di più! Si posizionò quindi frontalmente alla lucertola, dimenticandosi completamente del tizio solitario...e cominciò a gesticolare, cercando di accennare un saluto e facendo tutto il possibile per comunicare con quello strano animale.

    "I-O... S-O-N-O... Z-E-R-O...P-I-A-C-E-R-E!"

    Un completo idiota dunque, ma come biasimarlo, era praticamente un bambino in quella dimensione. Non conosceva nulla di tutto ciò!
     
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2 replies since 18/5/2016, 00:09   103 views
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