A little taste of Heaven.

nuovi incontri in quel di Chediya

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    Un momento qualunque, di un giorno qualunque sul semipiano.
    Come usava di solito - se dopo qualche giorno catapultata in un'altra dimensione, di "di solito" si può parlare - Niamh si stava godendo una lunga passeggiata in città. Era ormai giunto il tramonto, e per le strade semideserte i mercanti si apprestavano a ritirare le merci, e gli ultimi passanti si dirigevano alle loro case. La ragazza procedeva a passo lento, rilassata dall'atmosfera di quiete, dalla musica soave, che accompagnava le rosse sfumature del sole morente.
    Aveva trascorso la giornata tra le compere più disparate, ed infine era tornata volentieri all'ostello di partenza, dato che, nonostante la povertà del posto, i proprietari le erano sembrati persone affabili e gentili. Deposta in camera la roba, era quindi uscita a camminare.
    L'idea era quella di trovare un posto dove rifocillarsi per cena, e poi tornare al suo alloggio. Non sarebbe stato difficile, dal momento che, essendo capitata in una zona abbastanza frequentata, nei dintorni vi erano diversi locali di intrattenimento, e Niamh doveva soltanto decidersi a scegliere.
    Alla fine optò per una taverna poco lontana, che la ispirava per via delle colonne della porta intagliate in modo caratteristico.
    Il clima mite le accarezzava piacevolmente le spalle scoperte mentre camminava in direzione della nuova meta. Nel corso della giornata aveva infatti finalmente trovato l'occasione di cambiarsi - non le piaceva vestire troppo tempo in modo uguale - con degli abiti più consoni alla stagione: indossava una camicia bianca larga sotto un corpetto che le fasciava soltanto il busto, ed infatti la camicia ricadeva sulle braccia al di sotto delle spalle; un paio di pantaloni attillati e degli stivali in cuoio completavano il look semplice e pratico, e naturalmente i capelli ricadevano sciolti sulla schiena e le spalle.
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    Arrivata alla porta, esitò dapprima un attimo, pensando di dover bussare, ma, udendo un vociare dall'interno, ritenne non fosse necessario, e quindi spingendola entrò.
    Il posto era davvero molto carino, realizzato in uno stile che per certi versi le richiamava alla memoria dei locali che aveva visto nella sua Isola di Smeraldo. Tavoli e sedie completamente in legno, trofei e vari utensili in bella mostra sulle pareti; vi era anche un bar ben fornito, con tanto di barista allegro e gioviale.
    Niamh si accomodò ad un tavolo e cercò di scrutare le varie facce intorno a sé: due amici in un tavolo nell'angolo, quattro coppie dietro di lei, una famigliola che si accingeva ad andare via, e altri quattro omaccioni che entravano ridendo e scherzando; c'era anche un uomo evidentemente brillo - o forse anche qualcosa di più - che al bancone discuteva animatamente col barista, e con un anziano marinaio - sicuramente il più rumoroso - che sbraitava con gli altri due, ed ogni tanto sbatteva rumorosamente il pugno - con il quale aveva fatto sobbalzare la povera ragazza un paio di volte.
    Era intenta a cercare di capire l'argomento della discussione, quando le si avvicinò una corpulenta donna in grembiule, con un vassoio in mano
    «Vuoi ordinare dolcezza? O aspetti qualcuno? »
    Niamh si affrettò a rispondere
    «Sì per favore. Mi portereste qualche vostra specialità?»
    La donna esordì con una fragorosa risata, quindi rispose
    «Una specialità eh? Avevo capito che non eri del posto dal tuo visino. Non ti pentirai della scelta!»
    e si allontanò nella sua prorompenza.
    Poco dopo tornò con un boccale colmo e schiumante di birra, e lo appoggiò con decisione sul tavolo dicendo
    «Birra scura doppio malto, omaggio della casa per i turisti! Per lo stufato c'è da aspettare un po', ma vale la pena.»
    e accompagnò queste ultime parole con un occhiolino alla ragazza, allontanandosi nuovamente.
    Niamh rispose con un sorriso, quindi si dedicò al nuovo oggetto: non aveva la minima idea di cosa quella roba fosse. Né tantomeno che fosse un prodotto tipico della sua terra, apprezzato sia dentro che fuori di essa. Era semplicemente una novità per lei, ed è interessante considerare l'assurdità del fatto che avesse dovuto oltrepassare una dimensione per provare infine qualcosa di così vicino a lei.
    Prima si mise a studiare incuriosita il colore del liquido, scuro e dalle sfumature ambrate; quindi accostò la bocca al bordo e fece qualche sorso.
    Buono.
    Molto buono.
    Davvero Buonissimo.
    Le papille gustative si godevano non solo il sapore, ma anche le conseguenze successive al sorso. Un sapore insieme così dolce, e così amaro, intenso e piacevole. Sembrava che perfino la parte divina gradisse.
    Niamh avvicinò avidamente il boccale a sé, quasi si fosse appena resa conto di avere un tesoro inestimabile tra le mani.
    Prese qualche altro sorso e assaporò a fondo. Poi decise di farsi forza - lamentandosi tra sé - e conservare il resto per la pietanza in arrivo.
    Birra, eh?
    A prescindere da tutto, aveva deciso: quella era in assoluto la sua bevanda preferita.
     
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    La vicenda si fa sempre più improponibile, ormai questa situazione è assurda. Ma stasera non ci voglio pensare ho bisogno di una pausa. Entro in una taverna carina la mobilia è semplice e in legno e la clientela allegra. Sondo il terreno e subito qualcosa mi attira, una ragazza tanto per cambiare. E' di spalle ma il fisico e i capelli corvini mi ispirano, mi dirigo verso il bancone...

    -Una bionda per favore...- chiedo -...quella buona- aggiungo.

    Sono un barista e so la differenza tra la birra che offro al cliente simpatico e la fuffa che do all'altro. Ma dall'occhiata che mi lancia l'uomo so che ho sbagliato approccio. Mi esibisco in un mezzo sorriso ma la bionda ormai è andata, meglio occuparsi della mora. In più devo dire che già le ho dato un'occhiata e con il nasino dritto le labbra rubino ha passato la prova a pieni voti. Ma non sono un granché schizzinoso, anzi...


    -Aiha, qualcosa mi dice che me l'avvelenerà quella birra-
    Mi rivolgo alla preda continuando a fissare il barista.

    -Piacere Alessandro.-

    Porgo la mano e finalmente la guardo come se non avessi mai davvero fatto caso a lei. Purtroppo non posso puntare sulle mie iridi di smeraldo. In una situazione normale questo dettaglio poteva far impazzire una donna ma qui le abbiamo troppo simili. Forse le sue sono anche migliori delle mie...

    -Abiti da queste parti... -
    Sorrido mentre l'indice fa un giro a vuoto verso di lei e assumo un'espressione un po' interdetta. Dai aiutami a finire la frase.

    - signorina...?

     
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    Niamh era persa nei suoi pensieri, la testa sul braccio, mentre faceva scorrere le dita dell'altra mano sulla squisita bevanda, quando qualcuno le rivolse la parola.
    Dato che si trovava di spalle, si mosse per voltarsi, e nel farlo poggiò un braccio sullo schienale della sedia.
    Cominciò quindi ad osservare il nuovo personaggio. A primo impatto le sembrò un tipo del tutto normale. Alto, sicuramente più di lei, e dall'aspetto gradevole, anche se non faceva molto caso a certe cose.
    «...Niamh.» rispose completando la frase, sorridendo lievemente.
    Anche se non era mai stata un tipo estroverso, le faceva piacere conoscere gente nuova dal momento che era da poco arrivata. Voleva iniziare la sua nuova vita suscitando una buona impressione in coloro che incontrava, e questa le sembrò una buona occasione.
    Gli occhi curiosi erano impegnati a scrutare il viso sconosciuto come per carpire qualcosa al di là del semplice aspetto esteriore.
    Spostò leggermente la sedia, il necessario per permetterle di accavallare le gambe, e stare così più comoda. Al contempo fece cenno con un gesto della mano all'altro di accomodarsi.
    «Non sono del posto. Direi che il termine adatto sia visitatrice. Sono arrivata qui da poco, e mi sono data per un po'all'esplorazione. Quindi ora mi dedico alla scoperta della gastronomia.»
    Mentre spiegava queste cose, lo sguardo vagava per il locale, posandosi laddove sentiva provenire i suoni più insistenti. Quindi, come per chiudere il cerchio, si rivolse nuovamente ad Alessandro.
    Intrecciò le mani di fronte al viso, e, stringendo gli occhi, disse
    «Dimmi di te...ragazzo dal buffo nome.»
     
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    Bingo!

    La ragazza non solo ha risposto ma mi invita anche a sedermi accanto a lei. La raggiungo. E' palese il fatto che sia un po' impacciata. Lo capisco dal suo sguardo che non si sofferma mai su di me e dalla posizione chiusa che ha assunto. Oppure si tratta solo di una presa di posizione? Nel caso sia una ragazza timida è abbastanza facile diventarle amico. Ma ogni ragazza è diversa e vediamo che pesci devo prendere con lei. Ah, ecco un indizio, nome buffo eh?

    -Sì, immagino che il nome sia buffo.-

    Mi sporgo col busto appena appena in avanti verso di lei e sorrido. La comunicazione non verbale in questi casi è molto importante e voglio dimostrarle che sono pronto ad ascoltarla.

    -Il tuo devo dire che è proprio grazioso, Niamh... almeno quanto te!-

    Torno indietro, mi è appena arrivato la birra. Assaggio. Wow, è buona. Quel tizio non è assolutamente come me... io gli avrei servito merda. Comunque tornando alla tipa. Meglio non darle troppo potere che poi si monta la testa quindi cambio discorso.

    -Anch'io sono un viaggiatore, se così vogliam dire. Il mio mondo si chiama terra... sì da quelle part hanno tanta fantasia. Più specificamente vengo da Genova in Italia. Il mio paese è bellissimo con montagne e mare.- Pausa con sorso -Sai anche io voglio visitare, ma più che la gastronomia mi interessa la figa città. Dopo ti andrebbe di accompagnarmi a fare un giro?-
    E poi chissà... scopriamo quanto riesco a farti aprire.



    Energia: 100%
    Stato fisico: ottimale
    Stato mentale: e stasera si... forse!

    Passive:

    • Compiacimento: Sia maschi che femmine sono attirati dai modi di fare di questo ragazzo, per cui saranno ben disposti ad ascoltarlo e tener conto delle sue richieste.

    • Sincerità: Nessuno sarà in grado di mentirgli almeno che non adeguatamente protetto.

    • Potenza: 50% In più di forza fisica
     
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    Un complimento.
    Beh, in effetti non era una vera novità per lei.
    In particolare da quando era arrivata a Chediya, aveva ricevuto numerosi sguardi, apprezzamenti, e perfino il regalo di un fiore. Non era esattamente il genere di persona a cui interessavano questo tipo di cose, che tuttavia facevano sempre piacere. Non che non si curasse per apparire al meglio, e non avesse la sua buona dose di vanità naturalmente, ma lo faceva soprattutto per sé stessa.
    Niamh non conosceva esattamente la dinamica del reale corteggiamento, ma aveva letto abbastanza per farsene un'idea, anche se i romanzi cavallereschi non erano tra i suoi preferiti.
    Trovava abbastanza audace - oltre che scontato - il tentativo di approccio del nuovo arrivato, ma quella sera si sentiva di umore particolarmente allegro e civettuolo - merito della birra? - per evitare di cogliere l'occasione di stuzzicarlo.
    Lo guardò intensamente e rise lievemente al complimento
    «Certo che mi va. Non ho mai ammirato il paesaggio notturno di Chediya.»
    Lo stufato arrivò poco dopo, e la donna che lo portava sembrò rifarsi gli occhi sul ragazzo. Indugiò un po'prima di andare via e aggiunse, in tono svenevole, rivolta a lui
    «Serve altro?»
    alla sua risposta si voltò - non senza aver prima indugiato ulteriormente con lo sguardo, sbattendo fin troppo le ciglia - e tornò nelle cucine.
    Niamh avviò nel frattempo una conversazione con Alessandro
    «Allora, è da molto che sei in città, o sei nuovo come me?»
    Finì senza fretta il suo delizioso piatto, e poi passò a godersi la birra, il cui ultimo sorso fu preso con alquanto trasporto.
    Estinta questa fino all'ultima goccia, si passò le dita sulle labbra vermiglie, e gli parlò nuovamente
    «Direi che a questo punto possiamo avviarci.»
    Depose con nonchalance, con un gesto della mano, qualche soldo sul tavolo, per sé ed eventualmente per ciò che aveva preso l'altro.
    Quindi i due si diressero alla porta, ed uscirono nella notte fresca e tranquilla.
     
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    La cameriera è gentile e io non sono da meno. Ordino un sandwich e le faccio un bel sorriso ringraziandola e dicendole quant'è buono. Quando Niamh mi chiede se sono nuovo della città io le dico di sì, non mi va di spiegarle le cose per bene. Davvero, non per lei, semplicemente non ci voglio pensare. Infine ci alziamo e lei vuole pagare. Storgo il naso e mi oppongo ma poi cedo. Le ragazze... e poi dicono che la cavalleria è morta! Pss... glieli rigirerò più avanti. Le apro la porta e ci incamminiamo per le viuzze del minuscolo villaggio.

    -Pensi che rimarrai qui ancora per molto o sei diretta da qualche parte?-

    Chiedo fintamente incuriosito. Meglio che sia lei a parlare, io non ho voglia. Comunque qui siamo già alla fine del paesino e inizia il boschetto... ci imboschiamo? La guardo dall'alto del mio quasi 1.80 quant'è piccola?

    -Che facciamo seguiamo il fiume o torniamo indietro?
    Tua scelta, tua colpa...

     
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    Quella sera l'aria di Chediya era davvero mite.
    Una leggera brezza spostava i capelli sul viso di Niamh, che stava ancora cercando di capire come fossero arrivati così velocemente a far amicizia.
    Era così una novità per lei, che le sembrava una situazione un po'strana.
    Strana sì, anche se in senso positivo.
    Il villaggio era completamente dormiente. Ogni tanto si imbattevano in qualche passante, o qualche innocuo ubriaco, ma la popolazione notturna finiva lì.
    Nel frattempo i due camminavano, e si godevano l'atmosfera. O almeno per Niamh era così.
    Come era bella la pace. La notte era il momento che preferiva, forse perché la visione o anche solo la consapevolezza che la luna vegliava su tutti loro, la pervadeva di nuova energia. La pelle candida risplendeva nel buio, difficile non notarlo dall'esterno, ma dal suo punto di vista era abbastanza normale, non ci aveva mai fatto molto caso.
    La ragazza nel frattempo ascoltava le parole di lui, le mani dietro la schiena. Bella domanda, era un po'l'argomento principale delle sue conversazioni con estranei
    «Diciamo che ora che posso godere di molta libertà, voglio vedere quanto più possibile. Ho intenzione di viaggiare molto. Tu cosa farai?»
    Mentre parlavano si rese conto che il paese era quasi finito, e cominciava la fitta vegetazione dei boschi.
    «No, non torniamo indietro. Ma non andiamo nemmeno avanti. Conosco un posto, mi segui?»
    Nelle sue lunghe passeggiate crepuscolari per la città, Niamh aveva scoperto che, nascosta a chi non si spingeva oltre il paese, verso Nord, si trovava una piccola diramazione del fiume, intorno a cui si era formata una deliziosa radura. I pescatori vi si recavano di buon mattino, e mancava ancora un po'all'alba.
    Ci andava per stare un po'da sola e pensare, era uno dei suoi posti preferiti. E ora aveva deciso di condividerlo con qualcuno.
    Era un bel posto per fare due chiacchiere, chissà se gli sarebbe piaciuto.
    Raggiunto il piccolo molo che si specchiava nelle acque tranquille, i due si sedettero. Niamh tolse gli stivali di cuoio e li depose poco lontano; tirò quindi al ginocchio i pantaloni, e immerse le gambe nell'acqua fresca. Era una sensazione piacevole.
    «Allora, che ne pensi? Ti piace?» domandò sorridendogli.
     
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    Oh, oh... la bimba vuole mostrarmi qualcosa, sì guidami tu tesoro.

    Annuisco accennando un sorriso. Torniamo indietro e poi arriviamo ad un molo. Il posto è appartato non c'è nessuno e sembra perfetto... perfetto per ciò che voglio fare io. Ci sediamo e lei si sfila gli stivali per poi immergere le gambe nell'acqua io la imito. Poi mi sporgo un po', una mano carezza la superficie dell'acqua e poi due dita corrono su per la gamba di lei. Mi avvicino un po' alla ragazza e poi mi scostò con un'espressione leggermente divertita. Trovo che la caccia sia diverte e adoro le ragazze timide.

    -Ma tu t'illumini... non è che sei una stella?-

    Parlo della sua pelle candida che inizialmente mi sembrava brillare alla luna ma adesso ne ero certo. C'era gente strana su Endlos e lei era piacevolmente buffa e bella...
    soprattutto bella

     
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    Non apprezzava particolarmente il contatto fisico.
    Anzi, si poteva dire che in genere lo fuggiva.
    Fece una piccola smorfia quando lui le passò le dita bagnate sulla gamba, ma non disse nulla. In fondo era lei quella strana, lui non poteva saperne nulla. Comunque apprezzava il fatto che fosse gentile con lei, anche se si rendeva conto che poteva essere per un fatto di galanteria.
    Non era male come compagnia. Loro due lì nell'aria fresca della sera.
    Niamh sorrise al complimento con sguardo ammiccante, avendo intuito il suo tipo di approccio
    «Che buffa affermazione.»
    Quindi passò oltre
    «Lo sai, questo posto mi ricorda un po' casa mia. Forse è per questo che l'ho notato.»
    Le lucciole gironzolavano tranquille a mezz'aria sull'acqua. Gli unici rumori che si sentivano erano generati da un gufo che ogni tanto mostrava con il verso la sua presenza, dalle gambe dei due che si muovevano nell'acqua, e dai grilli notturni nella vegetazione intorno a loro.
    Come faceva di notte la gente a dormire, perdendosi questi spettacoli naturali? Il giorno era molto più caotico, affollato e...chiaro, per i suoi gusti. Era di giorno infatti che preferiva dormire.
    Cominciava ad essere un po'malinconica, nonostante tutto. Le era sempre piaciuta la sua patria, sentiva di appartenerle, ma proprio non poteva immaginare di tornarvi con la Setta, ancora pronta a darle la caccia se avesse saputo di un suo eventuale ritorno. Senza dubbio la cosa migliore, e anche la più semplice (anche se avesse voluto, come sarebbe potuta tornare alla sua dimensione?), era cercare di ricominciare. Finora aveva visto il lato buono del semipiano, ma era certa che una buona dose di male era presente anche su Endlos, così come era sempre stato dovunque; non si illudeva di trovare un posto sicuro e tranquillo, affatto. Da quando aveva preso la decisione di viaggiare, era pronta a tutto.
    Si sentì rinvigorita dall'aver ribadito la promessa che aveva fatto a sé stessa. Con le mani dietro di lei, poggiate sul legno umido del molo e le spalle leggermente ricurve, tornò al suo interlocutore:
    «Tu cosa mi dici, non ti manca casa?»
     
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    Cerco di stare attento, aspetto che lei dica qualcosa che mi dia l'occasione gettare l'amo, ma non so bene quale sia la strategia giusta. Inoltre l'ultima domanda mi ha colto un po' alla sprovvista, ma non ho problemi a rispondere.
    O almeno così credo.

    -Cerco di non pensarci ma sì, certo che mi manca casa.-
    Pausa e senza accorgermene porto le mani al loro posto.

    -Sai, facevo parte di un gruppo fortissimo. Poi il mio migliore amico...-
    Passo le dita fra i capelli.

    -...mi manca un casino. E devo ammettere che per quanto ci litigassi mi manca anche il mio vecchio!-


    Sorrido in modo amaro. Mi stanno cercando? Mi hanno dato per morto? Quest'ultima soluzione è più probabile. Senza ombra di dubbio mio padre m'immagina a far compagnia ai pesci o morto strafatto. E io come posso biasimarlo? Anche se non ne abbiamo mai parlato era evidente che mi spaccavo di ganja, ed inoltre sono passati già due mesi dal mio arrivo sul semipiano.
    Un attimo di silenzio e il mio sguardo di smeraldo passa dal lago nuovamente sulla giovane. Da quanto sto zitto? Sono sembrato strano? Ok, agisco...

    -Hai mai fatto una follia?-
    Sorrido -Perché io ho proprio voglia di farne una ora.-

    Sorrido e indico il lago col pollice è evidente che sto proponendo un bagno a chiaro di luna. Inoltre, ad essere sinceri, non posso dire che vederla senza maglietta mi dispiaccia. Qui li usano i reggiseni?



    Energia: 100%
    Stato fisico: ottimale
    Stato mentale: e stasera si... forse!

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    • Compiacimento: Sia maschi che femmine sono attirati dai modi di fare di questo ragazzo, per cui saranno ben disposti ad ascoltarlo e tener conto delle sue richieste.

    • Sincerità: Nessuno sarà in grado di mentirgli almeno che non adeguatamente protetto.

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    Le parole di lui erano velate di malinconia. Niamh lo avvertiva. Era sempre stata brava ad intuire i sentimenti delle persone, soltanto che non aveva avuto molte occasioni per dimostrarlo. Nel silenzio che seguì alle affermazioni del giovane, la ragazza, credendo di essere stata un po'inopportuna, aggiunse
    «Sei stato fortunato a conoscere i tuoi genitori. Anche se adesso ti sei separato da loro.»
    Involontariamente si ritrovò a pensare ai suoi. Di suo padre i druidi non avevano mai fatto menzione, forse perché neppure loro sapevano chi fosse. Mentre di sua madre parlavano talvolta, quando si mostrava interessata a saperne di più. La consideravano una reietta, una persona debole e indegna, poiché non era stata in grado di reggere il peso del dono offertole. Ma Niamh pensava soltanto che fossero degli assassini, e che sapessero..oh, sapevano benissimo che non ce l'avrebbe fatta. L'avevano deliberatamente uccisa. Motivo in più per odiarli.
    Senza rendersene conto, sussurrò a voce
    «Deve essere bello essere amati.»
    e sperò che l'altro non avesse sentito. Non voleva far pena a nessuno.
    Ma dopo quella pausa il ragazzo ricominciò a parlare, con un tono che scacciava il velo di tristezza che era calato su di loro.
    E aveva intenzione di far un bagno nel lago.
    Si sorprese a pensare che le sembrava una bellissima idea, e che aveva una gran voglia di assecondarlo.
    Gli scoccò uno sguardo malizioso e ostentò un tono serioso
    «È una sfida questa?»
    Con l'aiuto di un braccio si sollevò in piedi, quindi, con un gesto della mano, gli intimò di voltarsi dall'altro lato.
    In fretta si sfilò i pantaloni, stando attenta a non avvicinarli troppo ai polpacci bagnati, e slacciò le cinghie sul davanti del bustino, poggiando entrambi i capi accanto agli stivali. La pelle candida quasi non si distingueva dalla camicia lunga e larga - che adesso era l'unica cosa che indossava - e che nascondeva solo in parte le sue forme, dato che le gambe snelle erano quasi completamente scoperte. Il contrasto era grande con i fluenti capelli corvini, che le ricadevano sulle spalle fin quasi alla vita, e tutt'intorno si confondevano nel buio della notte.
    Eccola quella libertà che tanto agognava, brillava nel suo sguardo. Un momento di pura pace in cui pensare soltanto al desiderio che si accingeva a realizzare. La distesa d'acqua era come un'immensa lastra sottile, piana e tranquilla, che aspettava soltanto di essere infranta. Il pensiero la riempiva di gioia infantile.
    Tutto ciò che il ragazzo, ancora voltato, poté udire, fu il leggero e veloce scalpiccìo dei piedi di Niamh, seguito da un fragoroso tuffo.
     
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    Dio santo! Non so se questa è una sfida so solo che devo tuffarmi subito in acqua e sperare che sia abbastanza fredda da raffreddare i miei bollenti spiriti. Cerco le curve della ragazza nascoste sotto la camicia. Chi lo pensava che esistessero certe tope qua sopra? Altro che boggard. Mi tolgo la felpa e mi sfilò le scarpe. Poi giù i pantaloni e rimango in boxer. Al che prendo coraggio e mi tuffo a delfino.

    -Ooooooh... cazzo! E' congelata.-
    Dico quando mi rialzò scuotendo i capelli come un cane. Dopodiché mi avvicinò minacciosamente alla ragazza e inizio a schizzarle l'acqua addosso. Dai su, iniziamo a giocare!

     
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    La freschezza dell'acqua colpì Niamh velocemente.
    Ancora sott'acqua, aprì gli occhi constatando che il buio la circondava, e, rivolto lo sguardo in alto, si diresse nuotando verso la superficie, verso il tenue bagliore delle lucciole, che da quella prospettiva sembravano delle graziose e mobili lanternine.
    Una volta in superficie, la ragazza cercò brevemente il compagno con lo sguardo, ma questi riemerse subito dopo di lei.
    Non si era affatto pentita di ciò che aveva fatto: si sentiva benissimo. Una sensazione di libertà e un pizzico di eccitazione la pervadevano, mentre, con ampi ma leggiadri movimenti, percorreva lentamente il lago nella sua lunghezza. Ed era ancora impegnata in tali movimenti mentre l'altro cercava di abituarsi alla temperatura dell'acqua, e quando improvvisamente lui cominciò a giocare con gli schizzi d'acqua.
    Lei lo assecondò brevemente, ma il gioco è bello quando dura poco, e Niamh cercò di dare una degna fine a quell'amichevole partita: si immerse nuovamente sott'acqua, e, aguzzati gli occhi, cercò le gambe del compagno; scese quindi più in basso che poté, e cominciò a tirarlo di sotto. Una volta messo in atto lo scherzo, risalì in superficie, per scoppiare in un'allegra risata, alla quale a breve avrebbe partecipato anche Alessandro...una volta ripresosi dall'inaspettato tiro.
    La serata cominciava ad essere più fresca, doveva essere ormai abbastanza tardi, e tuttavia i due amici si godevano ancora l'atmosfera del laghetto.
     
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    Viaggiatore dei Mondi

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    La mia sirena sparisce nell'acqua e io mi rigiro per cercarla. Poi la trovo, anzi, è lei a trovare me.
    Mi sento risucchiare nell'acqua e affondo nelle oscurità del lago. Sono un nuotatore provetto, vengo da Genova, ma devo ammettere che per un attimo sono preso dal panico finché non torno a galla. A pochi passi da me Niamh è appena riemersa e ride divertita, io la seguo a ruota.
    -Aaaah te la ridi, é?!-
    Chioccio con finto tono di rimprovero per poi inseguirla con l'intento di prenderla per i fianchi e attirarla a me. Nel farlo me ne esco con un 'Aaaaargh' fingendomi una bestia marina. Il tanto che basta per farle prendere uno spavento, nello scherzo ovviamente, e strusciarmela addosso.
    Magari alla prossima mossa posso far scappare anche un bacio...

     
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