Fra Draghi e Grifoni

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    Erano trascorse poche ore da quando Gildarts aveva consegnato a me e Nesrìn un inaspettato uovo di Grifone. Un'ottima occasione, pensai, per fissare un appuntamento con la Rossa, per insegnarle finalmente a cavalcare le nostre fidate creature alate.
    Troppo a lungo era stato rimandato quel dovere, per questo una volta terminato l'incontro colsi la palla al balzo presentandomi il prima possibile al cospetto di Drusilia.

    « E per questo pensavo che potremmo introdurre una nuova unità di misura per »
    Bussai alla porta
    -Avanti!

    Ad accogliermi al mio ingresso nella Sala del Trono, insieme all'Alfiere, vi era anche l'argentea figura del Magister Saddler, probabilmente intento a chiacchierare con la sua compagna.

    « Disturbo? »

    - No no figurati, accomodati pure.
    Avevi bisogno di qualcosa?


    Mi esortò Drusilia, che sembrava quasi sollevata per l'interruzione.
    Che stessero affrontando un argomento spinoso?

    « Sì... pensavo di incontrarmi con Nesrìn, domattina all'Arena Celeste, per insegnarle finalmente come addestrare un Grifone. »
    « Vuoi insegnare a Nesrìn come addestrare un Grifone? »

    Irruppe sorpresa la Volpe.

    « Beh... visto che Gildarta ci ha- »
    « Aaa... Nesrìn? »
    -A... Nesrìn.

    Confermò Drusilia, anch'essa perplessa per la sequenza di interruzioni.

    « Per cui mi domandavo se- »
    « He! »
    « ... »
    -...

    Quattro occhi si mossero per interrogare l'esclamazione divertita dell'Elessedil.
    Che ancora una volta ci aveva interrotto senza preavviso.

    « Niente, niente: mi immaginavo il Grifone irritato che inizia a becchettare Nesrìn sulla fronte, che a sua volta si altera e gli risponde altrettanto irritata con un'alitata incandescente sul volto, e il Grifone che si irrita ancora di più e la becchetta ancora più forte, e »
    - Firion vai avanti...

    Il Gran Maestro riprese a parlare con aria rassegnata, lasciando che il Magister proseguisse in sottofondo con le sue fantasticherie.

    « ...ok. Insomma, volevo chiederti se ti andrebbe di partecipare.
    La tua presenza potrebbe »

    « Un drafone. »

    ...

    « ...scusa? »
    -Yokooo...

    « Potremmo chiamarlo così. Un Drago che cavalca un Grifone: un drafone.
    O forse suona meglio Grifago. »


    La mano di Drusilia si stampò in maniera rumorosa sulla sua stessa fronte, nel contempo che il Demone ricercava ispirazione puntando lo sguardo pensieroso in lontananza.

    -Sì, Firion, parteciperò molto volentieri.

    Replicò sorridente la Dama del Vento, desiderosa di concludere al più presto la conversazione, certa che Yoko di li a breve avrebbe ripreso -ispirato come non mai- con la sua solita parlantina.
    Evento che non tardò a verificarsi, in effetti, con il Gran Maestro che non perse tempo ad invitarmi alla fuga con un gesto della mano, nel contempo che lei riprese ad annuire sorridente in direzione della Volpe.
    Cercai di abbandonare il più silenziosamente possibile quella stanza...

    rosez_zpssj8twao4

    Fu così che la mattina seguente, ad accorgliela al centro dell'Arena Celeste, Nesrìn avrebbe trovato due figure a lei ben note.
    La prima sarebbe stata la mia persona, ricoperta del solito armamentario da battaglia.
    L'altra a lei un pochino più sgradita, probabilmente... sarebbe stata l'imponente presenza di un Grifone, uno degli esemplari più grossi e maestosi della nostra Gilda.
    Qualche metro più lontana, accomodata fra le tribune, la Rossa avrebbe potuto incrociare la figura sorridente e rilassata del Gran Maestro. Uno spettatore d'eccezione, per un semplice addestramento che avrebbe dovuto rappresentare la base per ogni Aviatore.
    Chissà se la Draghessa quel giorno sarebbe stata puntuale..?

     
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    Quando Gildarts trotterellò via tutto contento, le uova di grifone che ormai non erano più un suo problema, Nesrìn pensò bene di lasciare all’istante l’Albero-Casa, congedandosi da Firion con uno sbrigativo cenno della mano, improvvisamente infastidita dalle strane occhiate che le stavano lanciando i grifoni dall’alto dei loro rami... come se fosse una ladra. Una ladra di uova... ma forse era solo una sua impressione.

    Così, espressione cupa e seccata stampata sul viso ferino, la rossa s’incamminò verso la sua dimora borbottando fra sé e sé frasi come “non dovrò mica covarlo, sspero?!” condite con una buona dose d’ingiurie rivolte al veterano Gildarts, colpevole di non essersi fatto venire un’idea migliore e di essere comunque riuscito a coinvolgerla nelle sue assurde macchinazioni.

    Eppure, nonostante il suo entusiasmo rasentasse lo zero e la sua voglia di prendere lezioni di volo fosse pressoché nulla, oggi Nesrìn non avrebbe fatto aspettare Firion invano all’Arena Celeste -come invece aveva fatto la prima volta- si sarebbe quindi presentata come d’accordo al luogo dell’incontro, seppur controvoglia e non proprio puntuale. Infatti, onde evitare spiacevoli incidenti, prima fece colazione... altrimenti rischiava sul serio d’arrostire il pennuto spinta dai morsi della fame dall’impeto della rabbia.

    La figlia del fuoco atterrò in mezzo all’Arena avvolta da una coltre di fumo e scintille, il viso ferino corrucciato in una smorfia annoiata e insofferente, e l’unico dettaglio che illuminò il suo sguardo fu la vista del Gran Maestro fra gli spalti, che dipinse all’istante un sorriso gioioso sul volto della metadrago.

    La presenza di Drusilia ricordò a Nesrìn perché si trovava lì, perché si fosse finalmente decisa a prendere lezioni di volo su grifone, e il nervosismo che l’aveva accompagnata fin lassù parve scomparire in un soffio... anche se il suo entusiasmo riguardo a tutta quella fottuta situazione restò comunque nullo.

    Si sbracciò per salutare l’Alfiere, sorriso a trentadue denti stampato in faccia, poi tornò seria e rivolse le sue attenzioni verso Firion, che l’attendeva paziente, pronto ad iniziare la lezione, il grifone che sarebbe stato la sua cavalcatura che gli sedeva accanto con fare composto, quasi regale. Una bestia imponente e maestosa, tanto che la rossa per un attimo si scordò di avere di fronte uno di quegli odiati pennuti.

    Ehi, Boss!

    Sorriso strafottente, nessuna formalità, come suo solito. Poi lo sguardo di fuoco si spostò sul grifone, e la sua espressione si fece seria, quasi minacciosa.

    Sse anche quessto prova a sstaccarmi la mano a morssi, giuro che lo faccio arrossto!

    Sentenziò lapidaria. Non era una minaccia, era un avvertimento.


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    Edited by Red Jenny - 14/6/2016, 16:16
     
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    Ehi, Boss!

    « Contro ogni previsione », Nesrìn giunse con estrema puntualità nel luogo prefissato. E a giudicare dall'entusiasmo con il quale salutava il Gran Maestro sugli spalti, probabilmente aveva persino cambiato atteggiamento riguardo l'addestramento che l'attendeva!

    Sse anche quessto prova a sstaccarmi la mano a morssi, giuro che lo faccio arrossto!

    ...o forse no.
    Ma questo poco importava, poiché la Draghessa si era realmente presentata nell'Arena Celeste. E questa era la dimostrazione più significativa che avrebbe potuto dare.

    « Ben arrivata, Nesrìn! »

    Per questo motivo l'avrei accolta con un enorme sorriso soddisfatto, a cui si sarebbe aggiunta un'espressione fiera e d'immediata intesa nei confronti della Dama del Vento, poco più in là sugli spalti. Sapevo che la sua sola presenza sarebbe stata d'estremo aiuto.

    « Prima di cominciare con l'addestramento ci tenevo a dirti che sono molto orgoglioso di te.
    Non ti parlo come Comandante, ma come Aviatore e amico.
    Sei cambiata molto nell'ultimo periodo. Hai dimostrato di voler cambiare, ti sei impegnata e ti stai tuttora impegnando per farlo. Nonostante questo vada spesso contro la tua natura. »


    Forse il merito era soprattutto (o solo?) di Drusilia, ma questo era di poco conto.
    Erano i fatti, la sua volontà e le sue azioni a meritare rilievo.

    « Ti ammiro molto, Nesrìn, e ti reputo un esempio per tutti gli altri Aviatori. »

    Per questo motivo ci tenevo in particolar modo che fosse lei la prima persona alla quale avrei insegnato come cavalcare i Grifoni.
    Era sbagliato avere delle preferenze all'interno di una squadra, specie per un Comandante. Ma la Draghessa rappresentava uno dei più solidi pilastri su cui si ergeva la Gilda. Una dei pochi a conoscere, rispettare ed incarnare i valori che meglio l'avrebbero dovuta rappresentare.
    Lo spirito libero, le Fiamme indomite che forse -pur contrastandole- più si avvicinavano al Vento imprevedibile del Gran Maestro.

    « Ma bando alle ciance... cominciamo! »

    Era bene non perder tempo, per questo con un cenno della mano invitai Nesrìn ad avvicinarsi.
    E sarebbe bastato un solo passo in nostra direzione, mia e del Grifone, affinché quest'ultimo -che mai aveva distolto lo sguardo dalla Draghessa sin dal primo momento del suo arrivo- si sollevasse dalla posa comoda e rilassata.
    Dritto sulle zampe, non più sul fianco ma frontale.
    Non emetteva alcun verso, né più un movimento; solo lo sguardo, severo ed inamovibile, contro la Rossa.

    « Dimmi... »

    Posai una mano sul collo della bestia, eppure non si scompose di una virgola.

    «...cosa riesci a dedurre da questo suo comportamento? »

     
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    Di solito gli sproloqui non le piacevano. Di solito lei le introduzioni le saltava, passando subito all’azione. Prediligeva i fatti, non le parole: prima le fiamme, poi le domande... quel genere di persona.

    Questa volta non fu così. La rossa ascoltò le parole di Firion senza dare segni d’insofferenza, nessuno sbuffo di fumo, anzi, fissò il Comandante Verde con espressione sorpresa, sopracciglia arcuate a sottolineare il suo stupore e gli occhi di fuoco che brillavano di un’emozione indefinita, misto d’incredulità e letizia.

    Non si aspettava tutti quei complimenti, tutta quella ammirazione che una parte di lei -certo non il drago- sentiva di non meritarsi... era cambiata, sì, ma davvero così tanto? In meglio, addirittura? Eppure, anche se scettica, sorrise comunque al compagno Aviatore.

    Davvero? Anche sse quello che faccio per la maggior parte del tempo è ubriacarmi e combinare guai?

    Commentò sibillina, facendo dell’autoironia, sorriso sghembo stampato in faccia.

    Firion, però, aveva già concluso i convenevoli, pronto ad iniziare l’addestramento. Le fece cenno d’avvicinarsi e Nesrìn non se lo fece ripetere due volte, ma non appena la rossa azzardò il suo primo passo verso il compagno, il grifone che gli stava accucciato accanto si rizzò sulle zampe, ergendosi di fronte al maestro d’armi in tutta la sua mole: un muro con becco e piume... e artigli affilati come rasoi.

    La focosa, però, non si lasciò intimidire e ricambiò lo sguardo fiero del pennuto con uno altrettanto feroce. Una parte di lei ammirava il coraggio della bestia. L’altra, invece, avrebbe solo voluto arrostirla.

    Dimmi... cosa riesci a dedurre da questo suo comportamento?

    Il viso ferino della rossa si fece cogitabondo. Non era un’esperta del settore, ma sapeva per esperienza che guardare un animale selvaggio negli occhi -nella maggior parte dei casi- equivaleva ad una condanna a morte... e quel pennuto non le aveva mai staccato gli occhi di dosso da quando era arrivata.

    Certo, quel grifone era addomesticato, ma restava pur sempre un animale.

    I casi ssono due: o ti ssta proteggendo... oppure mi sta ssfidando.

    Incrociò le braccia al petto, nient’affatto intimorita dal bestione che la fronteggiava.


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    Edited by Red Jenny - 27/9/2016, 13:32
     
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    I casi ssono due: o ti ssta proteggendo... oppure mi sta ssfidando.

    Il sangue del Drago che ribolliva nella Rossa non avrebbe potuto sbagliare: si trattava di una reazione istintiva, quanto di più naturale vi potesse essere in una bestia quale era il Grifone.
    Annuii dunque in direzione del Sergente Verde, confermando entrambe le ipotesi da lei esposte.

    « Corretto. Ed è quello che faresti anche tu, probabilmente, se in questo momento potessi incrociare il tuo sguardo. »

    Sorrisi scherzosamente in direzione di Nesrìn; avessi avuto uno specchio sotto mano le avrei mostrato quanto minaccioso sapeva essere il suo spirito indomito. Un'esperienza che avevo provato in prima persona nell'Arena Celeste.
    Avrei potuto poggiare una mano sulla testa del Grifone, invitandolo ad un atteggiamento di calma, di consapevolezza ed approvazione del suo Cavaliere. Ma non sarebbe stato utile ai fini dell'addestramento.

    « In questo momento lui ti reputa una minaccia. Il tuo è uno sguardo feroce, che lo allerta. »

    Sapevo che la Rossa possedeva dei pregiudizi nei confronti di quella creatura alata, ed era difficile non leggerli nei suoi occhi. Non sbagliava né l'avrei biasimata: quelle bestie erano pericolose, richiedevano molta attenzione, specie in fase di familiarizzazione.

    « Il Grifone » - proseguii dunque con calma -« è una creatura fiera, forte ed orgogliosa.
    Le uniche persone in grado di cavalcarlo, o meglio, a cui il Grifone stesso permetterebbe di cavalcarlo, sono persone in grado di guadagnarsi il suo rispetto. Lui non si considera un tuo sottomesso: lui è un tuo compagno. E tu sei un alleato in grado di combattere al suo fianco, in grado di infondergli fiducia e sicurezza.
    Non puoi salire sulle spalle di un Grifone se lui non ti reputa alla sua altezza. »


    Era per questo che io e Drusilia avevamo puntato così tanto su un addestramento di questo tipo: eravamo certi che se Nesrìn avesse conosciuto la natura di quelle creature si sarebbe resa conto che insieme avrebbero potuto dar vita ad un binomio estremamente affine ed interessante.
    ...e -conoscendola- ero certo che una volta salito sulle sue spalle non sarebbe mai più voluta scendere!

    « Dunque... vuoi riprovare? Prova ad avvicinarci, cerca di poggiare una mano sulla sua testa. »

     
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