Strane Geometrie

Era un posto strano, quello dove ero caduta. Più tranquillo, di sicuro, e senza quel fastidioso problema della morte che pendeva sulla mia testa riuscivo anche a girare liberamente per le strade.
Comunque, quelle poche che trovavo.
Uscire da quella spiaggia, entrare in un bosco ed essere in grado di arrampicarmi su per una strada che finalmente mi portasse in una città era stata un'epopea. Certo, la presenza di Lok, il mio coniglio azzurro, e Ronaaz, la mia draghessa cucciola, mi aveva un po' tranquillizzata: con loro riuscivo a comunicare, in qualche modo, e sapevo che mi capivano. Erano terrorizzati quanto me dal posto nuovo, ma non era un problema, pareva, per loro vivere in un bosco.
Io mi divertivo, nonostante tutto, a dormire accoccolata sopra Ronaaz: era calda e morbida e inaspettatamente comoda. Adoravo mettermi accanto a lei, che mi cingeva la vita con le sue zampone ciccione. Era dolce.

Avevo vagato per un paio di giorni, praticamente cibandomi solo delle ghiande che dei gentili scoiattoli (quando ci parlavo sembrava che capissero quello che dicevo, che strano) mi avevano offerto e di qualche bacca che sapevo non essere velenosa perché le avevo studiate.
Avevo fame ed ero finalmente riuscita ad arrivare in una città.
Pensai che non fosse poco prudente entrare in un posto abitato da una popolazione che non conoscevo con un drago che saltellava, così mi tolsi il mantello con cui mi ero lanciata nel buco nero e lo legai in modo da coprire la testa di Ronaaz. La coda si vedeva ancora ma se fossi rimasta dietro di lei avrei potuto nasconderla il più a lungo possibile.
Mi avvicinai a una strada, Lok sulla mia testa che muoveva le orecchie incuriosito, e iniziai a seguire li flusso. Di solito in una città le persone convergono verso dei negozi che vendono cibo. Non sapevo come pagare, ma in qualche modo avrei fatto.
Fu poco dopo che mi fermai, attirata da un brusio alla mia destra. Ero quasi arrivata al mercato quando, da un edificio altissimo, vidi una ragazza che saltava per aria.
Sentii le mie pupille aprirsi mentre la mia testa calcolava perfettamente la forza che doveva mettere in ogni salto per andare al di là del tetto, per girare su sé stessa, per rimbalzare senza che il suo femore si spaccasse a mezzo.
Era una cosa che faceva impazzire il mio cervello.
Fisicamente sembrava impossibile ma se una persona dava una spinta non solo con le gambe ma anche con la testa si riusciva a girare a 360° a mezz'aria senza problemi.
Certo, io non ce l'avrei fatta, ma a quanto pare quella tipa poteva farcela.
Quando la folla di curiosi si fu allontanata, io rimasi paralizzata a fissare quella tizia, incerta sul da farsi.
A casa mia raramente parlavo o potevo parlare con qualcuno, le persone in paese avevano paura di me e mi fissavano sempre i piedi per evitare di darmi fastidio.
Inoltre non sapevo come approcciarmi a uno sconosciuto. Mi feci forza e mi avvicinai a lei, che stava comprando qualcosa da mangiare.
Le toccai una spalla, poi mi inchinai.

Salve. Vorrei rivederlo. Se non ti offende

Le dissi a faccia bassa. Sentivo la coda di Runaaz che si muoveva ai miei piedi e Lok era quasi caduto mentre mi inchinavo. Dovevo sembrare una specie di circo errante.

Sacchetto con coda?
Pensai, poi mi resi conto che si riferiva a Ronaaz, probabilmente. Mi tirai su e scossi la testa.
Non potrei neanche volendo, non qu...
Presi la mela che mi lanciava e la fissai curiosa. Aveva un colore diverso da quello blu delle mele di casa mia. La feci risplendere un attimo sotto al sole, cercando di capire nella mia testa se il colore verde glielo davano i fiori della varietà dell'albero oppure se era un problema di fotosintesi.
Perché questa mela è verde?
Domandai, dimentica del fatto che mi aveva chiesto di farle vedere Ronaaz.
Non volevo assolutamente farle vedere il mio drago, non in una città comunque. Non sapevo ancora come avrebbero potuto reagire le persone alla sua presenza, lì non ero a casa mia dove i draghi erano adorati, ero in un posto nuovo.
Ma anche se è verde si può mangiare?
Chiesi ancora a quella specie di ginnasta. La fissai e indicai la mela.
Come mai me l'hai lanciata?
Chiesi incuriosita ma apatica come sempre. I centri nervosi del mio viso funzionavano un po' a caso, raramente mostravo davvero un'espressione che si allontanasse da quella di indifferenza totale.

Non sapevo bene come rispondere. Era la prima volta che qualcuno mi regalava qualcosa e osservavo ancora quella mela come se fosse oro. Quando la ragazza si presentò, mi inchinai di nuovo, la mela stretta al petto.
Kelkulaas Qethsegol, ma mi chiamano tutti Kelly
Mi presentai a mia volta. Poi decisi di fidarmi. Non c'era la palla nello stomaco, quella ragazza non voleva farmi male.
Morsi quella mela verde e stranissima e ne assaporai il gusto. Rispetto alle nostre mele era acidula e leggermente più dura, ma non era affatto male. Anzi, a dir la verità il suo sapore era piacevole.
Wow, buona!
Esclamai stupita. Non sentivo nessun principio di avvelenamento, quindi mi consideravo soddisfatta del risultato. Quella ragazza era carina, molto gentile, anche se sembrava un po' triste e cupa.
Staccai un pezzo di mela e la detti a Lok, poi pensai a come ringraziarla per la sua carineria. Fissai Ronaaz, che muoveva la coda e di cui sentivo l'unico pensiero fisso: voglio giocare, giocare, FAMMI GIOCARE!
Finii la mela e mi inchinai di nuovo.
Faith Mirror, grazie infinite per questa mela. Era davvero buona. Posso ripagarti in qualche modo, se acconsenti a seguirmi nel bosco. Giuro, non voglio farti male
Le proposi. Visto che era così curiosa di Ronaaz e che aveva risposto alle mie domande, era giusto che io rispondessi all'unica che mi aveva posto. Ma non lì: il mercato non è un bel posto per camminare con un drago a fianco

Ci misi un attimo a capire che in realtà avevamo RUBATO quelle mele e che non mi aveva regalato niente ma, anzi, più probabilmente mi aveva resa complice di furto.
In proposito avrei dovuto controllare la costituzione nazionale per conoscere la legislazione e sapere, in caso di delinquenza, quali fossero le punizioni in quel posto che era Endlos.
Aspe... ferma! Voglio pagare, non possiamo fuggire!
Strillai piantando i piedi in terra. Non avevo molti punti fermi, nella mia vita, in fin dei conti avevo praticamente fatto evaporare un'intera libreria pur di scappare, però non mi piaceva rubare e non amavo togliere anche pochi soldi a chi se li guadagnava onestamente. Era sbagliato e moralmente scorretto e io non ci stavo.
I-io ti restituisco la mela se tu non puoi pagargliela! In qualche modo posso farlo, magari vado a coglierle io stessa dall'albero, mi farò aiutare da Lok, che si sa arrampicare per bene, in fin dei conti è un coniglio, non ti rendere causa di un furto ai danni di un buon signore che magari con quei soldi avrebbe potuto fare altro!
Dissi velocissima. Per qualche motivo, fare qualcosa di sbagliato mi metteva non solo ansia ma mi faceva anche formicolare gli occhi, come se finalmente i miei dotti lacrimali si decidessero a capire che servivano per piangere e non erano solo per bellezza.
Ma, ahimé, quella sensazione di quasi-pianto sparì subito.
Anche per quella volta, niente lacrime.