No Rest for the Wicked

In altre circostanze sarebbe risultato azzardato a dir poco per degli stranieri inveire contro una folla di autoctoni, specie se poi si fa gratuito uso di svariati insulti tra cui "Vigliacchi senza spina dorsale" o "Uomini senza palle".

Ok, l'ultima l'ho aggiunta io ma il succo del discorso era stato comunque quello. E non sarebbe stato nemmeno troppo insensato aspettarsi una reazione violenta degli stessi, le genti aizzarsi in massa contro gli stranieri e linciarli per la loro presunzione.

Evidentemente però i quattro avevano visto giusto. Se non avevano l'ardore necessario a difendere le loro vite non lo avrebbero tantomeno avuto per difendere il proprio onore. I più abbassavano il capo, consapevoli che quelle parole erano vere ma incapaci di raccogliere la determinazione necessaria per alzare la testa e dimostrare il contrario.

Le parole di Sionn sortirono una qualche forma di effetto aggiuntivo, attirando gli sguardi dei più nella sua eloquente parlantina e nei suoi gesti vistosi. Gli occhi delle genti si spostarono dal suo braccio alzato alla sabbia che cadeva a terra e diversi si trovarono effettivamente a fare un piccolo passo in avanti, per guardare meglio, per rispondergli. La titubanza iniziale fu vinta con l'insistenza dell'ordine di Sionn al che diversi tra gli interpellati assecondarono il necromante e cominciarono a menzionare quel nome, "Nassirj". Solo quando parlò di berne il sangue suscitò una reazione contrastante e molti si ritrassero di nuovo, mormorando, sebbene qualcosa dentro di loro sembrava essersi risvegliato. Una morbosità latente e sopita che in ogni animo, anche il più puro, laguisce nell'oscurità.

Gli stranieri hanno ragione! Fu Mamdou di nuovo a rompere il silenzio, tirato in ballo direttamente dallo stesso Brost ma anche da Sofia che aveva tentato di far leva sullo spirito patriottico del popolo. Ed effettivamente coloro che sembravano essere legati direttamente a Mamdou e diversi altri più intraprendenti tra il popolo sembrarono caricati dall'ultima parte di discorso di Sofia, dopo essere stati infiammati dai precedenti insulti che ne avevano scosso l'orgoglio.

Alzò la voce il giovane cacciatore, deciso a prendere in mano la situazione, amareggiato dalla figura che i suoi compaesani stavano facendo e desideroso di rompere ogni forma di indugio. Se permettiamo alla paura di quei bastardi di impedirci di combattere, abbiamo già perso in partenza. I nostri figli e le nostre figlie son già venduti schiavi e noi, relegati ad un disonore peggio della morte! Cosa volete fare dunque? Cercare scappatoie facili? Mettere a rischio ciò che avete di più caro solo perché avete troppa "paura" per provare a difenderlo? Cercare la via di uscita più conveniente? Mentre parlava aveva camminato avanti e indietro di fronte alla prima fila della calca, guardando in faccia ogni singolo uomo. Scuotendone le spalle con le braccia ogni tanto, agitando i pugni e mettendo tutta la foga di cui era capace. Lui, che era uno di loro, avrebbe potuto sortire un effetto più profondo e colpire i nervi scoperti dagli stranieri prima di lui.

Poi si avvicinò ai quattro stranieri, indicandoli. Questi uomini ce la stanno offrendo, una via di uscita. Ci mostreranno come affrontarli, ci mostreranno come combattere e con il loro aiuto potremmo uscire vittoriosi! Guardò di nuovo i suoi compaesani, l'animo infuocato dalla rabbia e dalla speranza. A cosa diavolo pensate? Permetterete a degli stranieri di mostrare maggior amore per la vostra terra e per i vostri figli di voi stessi? E' questa l'ultima traccia di orgoglio e dignità che vi rimane?!

La folla a questo punto, che già aveva cominciato ad agitarsi di suo, toccata nei sentimenti e nei valori da tutte quelle parole, rispose a Mamdou in un brusìo eterogeneo. L'asserzione di non voler passare per vigliacchi, la volontà di riscatto. Mamdou annuì compiaciuto e galvanizzato, si voltò verso di voi entusiasta ringraziandovi con occhi ridenti e illuminati, alzando poi il pugno verso la folla e urlando. ALLORA COMBATTIAMO, FRATELLI!! RICACCIAMO QUEI DEMONI DALL'INFERNO DAL QUALE PROVENGONO! COMBATTIAMO E VINCIAMO!

E l'urlo contagiò la folla, inducendo anche i meno convinti ad unirsi all'acclamazione e le donne nelle vicinanze a stringere i figli con commozione e ritrovata speranza. L'atmosfera creata aveva qualcosa, una sensazione mista, una via di mezzo tra l'epica e la tragedia. Potevate pensare che il più era fatto, che con la collaborazione del popolo il primo scoglio fosse superato, tuttavia accadde qualcosa quando il volume delle voci cominciò a calare che avrebbe minato le vostre convinzioni.

L'urlo di una donna che sbucata da un punto imprecisato dietro la folla finalmente raggiunse le prime file e si proiettò in avanti, gettandosi ai piedi di Mamdou e dei vostri. La donna sembrava disperata, gli occhi erano arrossati e due righe nere ne solcavano il viso in lacrime. NOOO!! NON FATELO, VI SCONGIURO!!

La donna rimase inginocchiata a terra mentre cercava lo sguardo dei viaggiatori ma soprattutto quello di Mamdou. E' una battaglia senza speranza! Non combattete quei mostri, vi uccideranno tutti, uno per uno! Continuò a dire nel mezzo di un pianto isterico causando lo sgomento della folla.

Mamdou inizialmente rimase interdetto non sapendo cosa rispondere nè comprendendo il perché del gesto della donna. Poi, osservandola meglio, sembrò capire qualcosa. Io so chi sei.. Disse, avvicinandosi alla donna.

Improvvisamente le afferrò un braccio, sollevandolo e cercando di metterla in piedi ma la donna, atterrita, non ne volle sapere e si abbandonò a peso morto venendo strattonata dal cacciatore. Sei la figlia di quel pazzo! Cosa ne vuoi sapere tu di questa faccenda? Come osi intrometterti in questa storia?

Vedendo che la donna non smetteva il suo lamento e si trascinava, la lasciò a terra, fissandola con sguardo truce e i pugni sui fianchi. Ma certo, in fondo a te cosa interessa della sorte di questa gente, di questo villaggio. Sei soltanto una buona a nulla che vive alle spalle di questa città! E adesso col tuo frignare vuoi condannarci tutti ad attendere la morte!?

Inveiva contro la donna e al pari facevano le altre persone, al che la donna, disperata e umiliata, si raccolse per alzarsi in piedi tremando e cominciare ad allontanarsi.

La donna esitò ad andare via per via dell'interesse diretto mostrato da Lyssandra, la guardò di sfuggita per cercare di capire chi fosse ma realizzò presto che non l'aveva mai vista prima. Comunque, a causa delle lacrime che le rigavano il volto, non riuscì a sostenere lo sguardo e teneva il capo chino con le braccia che si abbracciavano l'un l'altra, strette al corpo.

E' la figlia di un pazzo che viveva da queste parti. Il padre è sparito diversi anni fa lasciandola sola. Cominciò a spiegare Mamdou senza perdere l'asprezza nel tono della voce. La nostra gente ha cercato di starle vicino e aiutarla, e come ci ha ripagato questa megera? Colpendoci con le maledizioni di suo padre e maledicendo la nostra terra!

A quelle parole anche altri del popolo avrebbero preso a mormorare, facendo le proprie rimostranze.

Son due anni che i nostri campi prodocono poco o nulla!

Ho perso dieci mucche da quando lei è qui!

Da quando ho provato ad essere gentile con lei, io e la mia famiglia facciamo sogni orribili! E' una strega, proprio come suo padre!

Strega! Strega!

La donna a sentire ancora quegli insulti stavolta non avrebbe retto e si sarebbe divincolata per andare via correndo verso uno dei vicoli che si immettevano sulla piazza.

Mamdou la guardava scuro in volto, per poi voltarsi verso di voi con la stessa serietà. Quella e suo padre sono persone subdole e pericolose. State attenti a non avere niente a che fare con lei, lo dico per voi.

Notando infine che la folla continuava a mormorare, Mamdou alzò le braccia facendo gesti vistosi per calmare i bollori e disse di nuovo ad alta voce. Ascoltate tutti! Dimenticate la megera, se combattere la minaccia che incombe dobbiamo cominciare subito a prepararci!

E quindi avrebbe guardato tutti e quattro, mostrando chiaramente di attendere da voi istruzioni, e così il resto del popolo.