[SC] Family matters

Shiroi Kitsune II

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    [Parte I]


    Avete seguito le due volpi fuggitive per kilometri - tu, un drappello di volpi guerriere e un paio di scout in forma animale. Sionn ha preferito restare al villaggio, per recuperare le forze e trattare col capovillaggio le condizioni del patto tra Seele e Volpi.

    Uno scout torna da voi di corsa, schizzando neve ovunque con le sue zampe. Si trasforma in forma umana, e trema quando il caldo pelame lascia il posto alla nuda pelle.
    «Si sono separati.» annuncia, mentre un collega lo copre con un giubbotto di pelliccia «Shiki è andato a Sud, Goro sta andando verso le grotte di Amnos.»

    Goro, se ben ricordi, è il nome che il capovillaggio ha pronunciato nel vedere la volpe selvaggia dagli occhi grigi. Shiki dev'essere l'altra, quella più anziana e dal pelame grigiastro.
    "Uccideteli, schiavizzateli, fateci quello che volete" è un'altra cosa che il capovillaggio ha detto. Ma a te, lo sappiamo, non interessa nulla di tutto ciò: il tuo obiettivo è catturarne una come fosse un Pokémon, fare tua la sua essenza e i suoi poteri.
    E come in Pokémon, hai il diritto di scegliere chi catturare.
    Le guardie volpose si stanno organizzando per dividersi in due squadre. Tu dove vuoi stare?
     
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    Ormai ho cucito addosso il triste ruolo dell’uomo di fatica. Per mia fortuna metà della gilda è composta da demoni e creature soprannaturali, altrimenti mi manderebbero a cercare cibo ogni ora. Così mi ritrovo ad arrancare di nuovo nella neve, con folate gelide che mi graffiano e si insinuano sotto gli strati di pelliccia. Perché mandano me e non la mercenaria tettona? Non la paghiamo proprio per situazioni sgradevoli come questa? Forse il sensei non si fida o forse… mah, meglio non pensarci troppo.

    Fermo nella neve, in attesa che l’esploratore volposo torni, rifletto sul fatto che non ho la più pallida idea di cosa fare una volta trovati i tipi. Sarei in grado di sconfiggerli? Ed una volta fatto come li riporterei al villaggio? Ero partito con l’idea di stringere un patto con un demone maestro dell’illusione, ma non ho la minima idea di come farlo. Specie poi con un fuggitivo. Oppure devo pensare a qualche sorta di premio da parte del capo-villaggio?

    Proprio quando penso che le cose non potrebbero andare peggio ecco che lo scout ci riferisce pessime notizie. « Tsk. » Pensa, Akio. Pensa. Mandare questi due allo sbaraglio non servirebbe, quindi devo concentrarmi su di uno solo, ma quale? Il giovane sembra avere qualche legame con il capo-villaggio ed era quello più forte, sporco di sangue. Il vecchio, invece, è quello ferito alla zampa e potenzialmente più debole. Quindi è lui la preda più facile (e poi odio i vecchi). « Seguiamo Shiki. » annuncio dopo una lunga pausa. « Se volete, uno di voi due può tornare al villaggio per riferire la situazione. Magari possono organizzare un secondo gruppo per Goro. » O magari possiamo lasciarlo morire all’interno di quel dedalo di gallerie mortali.
    Mana: 100%

    Passive utili: Auspex spirituale, Maschera dell'Anima (anti auspex spirituale), Mind-fuck altert

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    I volpini discutono tra loro, vagliando la tua proposta.
    Dei rinforzi non farebbero schifo, asserisce uno dei soldati. D'altra parte, lo scout riferisce che Goro si sta muovendo molto velocemente, e più aspettano, e più sarà difficile seguirlo nelle grotte di Amnos.
    Certo, si sta praticamente condannando a morte certa entrando nei cunicoli da solo.
    Ma se non morisse? Se avesse un piano?
    Eventualità che non possono venir contemplate.

    «Metà di noi seguiranno Goro, sperando per intercettarlo prima di Amnos. L'altra metà seguirà Shiki.» decreta infine lo scout, che pare essere il capogruppo più o meno ufficiale. Si volta verso di te, stringendosi nel suo cappotto:
    «È debole e anziano, non dovrebbe rappresentare un grosso problema.
    Fanne ciò che ritieni più giusto, cucciolo umano.
    »
    E con un cenno del capo si congeda. Un battito di ciglia dopo, la giubba cade a terra, e una piccola volpe emerge dalle pieghe del tessuto. I suoi compagni lo imitano, abbandonando i vestiti in favore della forma animale, e il terzetto inizia a correre in mezzo alla neve.

    Rimanete in tre: tu, e due guardie armate di lancia, che dopo aver raccolto i vestiti dei compagni si incamminano nella direzione indicata dallo scout.
    Non avrai i sensi di una volpe, ma anche per te è facile notare le tracce lasciate dal fuggitivo: sono i passi pesanti e strascicati di una persona ferita. Shiki non si è premurato di nascondersi, ma solo di avanzare. Sapendo di venir seguito, si è premurato solo di andare avanti, animato da cocciutaggine e pura inerzia.

    «Pensavo che foste delle volpi, non dei cani.»
    Vi saluta così, con uno sguardo di disprezzo e la voce tagliente quanto un vento ghiacciato. Seduto contro una roccia, le mani strette intorno a un piede sanguinante. Avete provato ad avvicinarvi di nascosto, ma non c'era molto dietro cui nascondersi in quella pianura ghiacciata.
    «Invece eccovi qui a scodinzolare seguendo ogni capriccio di mio nipote. Cosa vi ha detto, di uccidermi? O non ha osato pronunciare quella frase?»
    Una risata sprezzante. Le due volpi fanno tintinnare le proprie lance.
    «Oh, ma c'è anche un cucciolo umano qui!» ti rivolge un sorrisaccio dai denti appuntiti «Ci facciamo comandare anche da loro, ora? Dopo una vita passata a farci prendere a calci? O anche tu sei uno dei cagnolini di Shiki, piccoletto?»
    Sputa sulla neve un bolo di saliva sanguinante.
     
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    Bello venire ascoltato. Chissà se proverò mai l’ebrezza.

    Per ora il massimo che ottengo è mandare metà delle volpi in una missione che potrebbe essere suicida e beccarmi l’altra metà alle calcagna in un compito quasi umiliante. “L’Eroe che ha ucciso il vecchio ferito e moribondo” non suona un gran che come proclama, ma da qualche parte si deve pur iniziare. Così non mi resta che dare un cenno di assenso e portarmi dietro i due rimasti a mo’ di guardia del corpo.
    -
    Seguire le tracce è una stupidata, pure per me che non ho mai fatto lo scout. E’ talmente semplice che continua a balzarmi in mente l’idea che si tratti tutta di una gigantesca trappola. Tipo ce arrivo lì e sono in duecento, pronti ad affettarmi. Sto forse diventando paranoico – o meglio, più paranoico di quanto ero prima? Certo è che avere a che fare con degli illusionisti ed esser stato fregato nemmeno una giornata addietro non aiuta a sedare il mio animo complottista.

    Ad ogni modo, se finge lo sa fare proprio bene. A vederlo lì, sanguinante e stanco, sembra decisamente spacciato. Non gli resta che fare il gradasso, spalando merda e buttando insulti a caso. Io, invece, convinto ancora che ci sia del marcio nella situazione, non smetto di guardarmi intorno. Le rocce sono davvero rocce o guerrieri? Il ghiaccio che ho davanti è ghiaccio o una fossa irta di spuntoni? Odio le illusioni, così come odio il fatto che mi vogliano immischiare nei loro giochetti di famiglia. Nipote e nonno che giocano a fare la guerra nel posto più merdoso di tutto Endlos. Lasciatemi in pace e fatemi finire la mia missione.

    « Niente scavi rendono i pensionati di Endlos una seccatura. » dico gonfiando le guance. Io sono il nuovo che avanza, te invece puzzi già di morto. « E no, niente morti. Ti porto solo indietro. » Faccio segno ai due di andarlo a prendere, sperando mi diano retta. « Però il viaggio è lungo e con il freddo che c’è non posso giocare alla psp. » Gli sorrido e punto la sua anima con fare vorace. Un sottile filamento si dipana dalla mia con l’intento di andare a curiosare. Dietro ogni guerra c’è un perché e magari abbiamo scelto la fazione sbagliata, chissà. Intrattienimi, vecchio, che così il sensei sarà contento di me.
    Mana: 95%

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    Tecniche usate: Φ Hey, what’s up? | Consumo Basso {Lettura dell'anima - Supporto - Natura Energetica - Breve}

    Guardare in un’anima è come rovistare nel secchio della spazzatura: non sai mai cosa ci puoi trovare. Entrarci in contatto non è difficile: basta concentrarsi sulla propria anima, immaginandola sotto forma di tentacoli che si protendono per ghermire quella del bersaglio. Una volta avvenuto il contatto posso far sì che mi trasmettano ricordi, visioni o qualunque cosa si nasconda nel profondo. Non ho il controllo su quello che riesco ad ottenere, ma generalmente mi permette di capire chi ho di fronte e qualche appiglio per usarlo a mio vantaggio.
     
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    La risata dell'uomo è secca, e minaccia da un momento all'altro di degenerare in una sequela di colpi di tosse. Ti sorride amaramente, quasi provasse compassione per te.
    Per le tue piccole, sciocche idee da ragazzino innocente.

    «E cosa pensi che mi faranno, quando tornerò indietro?» scopre i denti «Se davvero vuoi avere pietà di me, almeno uccidimi qui. Meglio morire in battaglia che venir eutanizzato come una bestia.»
    I due soldati si avvicinano a lui. Uno di loro, noti, trema mentre stringe la lancia contro il proprio petto.
    Trema perché hanno paura del vecchio, o perché simpatizza con il criminale?
    Forse capirai meglio la situazione sbirciando nell'animo di Shiki.

    _________________________
    «Ho sentito della tua piccola impresa.»
    Camminano uno accanto all'altro, Shiki e Shiki-Hon, due figurine che si muovono nella pianura ghiacciata. trascinano una slitta carica di legname, diretti a un circolo di tende all'altro capo della vallata.
    «È andata bene, no?» Shiki-hon sorride, i denti che battono per il freddo «Gli umani non si sono nemmeno resi conto di quel che è successo. Kiro si è trasformato in volpe, ha fatto un po' di confusione, e io ho finto di cacciarlo via. Soldi facili e cibo per tutti.» spiega orgoglioso, agitando di fronte al viso del parente un sacchetto di monete tintinnanti.
    Il vecchio si limita a grugnire.
    «Eddai. So che non è il massimo, ma si tratta di una soluzione momentanea. Appena troveremo un posto migliore...»
    «Non troveremo MAI un posto migliore!» scatta l'altro, e un braccio va ad artigliare il capovillaggio per il bavero. La slitta si ferma, la corda che la traina scivola dalle mani delle volpi.
    «Gli umani non ci accetteranno mai. Dovremmo imporci con la forza, anziché continuare a strisciare! Stai portando disonore all'intera razza, con i tuoi trucchi disonorevoli e vigliacchi.»
    Il giovane china il capo, mordendosi un labbro.
    «La mia gente non vuole un altro conflitto. Non abbiamo ancora smesso di piangere i morti della guerra a Ovest.»
    «Sei solo TU a non volere un altro conflitto. Quello che davvero il tuo popolo non vuole, è essere trattato ancora come una razza inferiore!»
    Il capovillaggio si lascia scuotere come una bambola di pezza. Il suo sguardo rifugge quello del parente.
    «Agendo con la violenza ci abbasseremmo al livello degli umani.»
    «Goro la pensa come me. E anche tua moglie pare essere stufa dei tuoi piagnucolamenti.»
    Alza la testa di scatto, insieme alle braccia. Ora anche il giovane stringe per il bavero il suo interlocutore.
    «Non osare metterla di mezzo.»
    «Allora tira fuori le palle per una buona volta in vita tua!»
    Tentativi di spintonamento. Due figure che rotolano, ringhiando in mezzo alla neve.
    L'inizio di un conflitto che si placherà solo con la morte.
    _________________________

    Un movimento del braccio, una lama di vento e i due soldati cadono all'indietro, colpiti al petto dall'incantesimo. Non sembrano essersi fatti molto male: il gesto del vecchio è una provocazione, più che un attacco.
    Guarda te negli occhi, piccolo capo del gruppetto delle volpi, e attende di vedere cosa farai.

    CITAZIONE
    Il vecchio attacca le guardie con un basso che ha il solo scopo di allontanarli da lui. Per il resto, aspetta.
     
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    Sbirciare nell’anima della gente non è semplice come appare. Addentrarsi nei meandri dell’io della vecchia volpe è come provare a nuotare controcorrente: ci si sforza di mantenersi a galla ma si finisce semplicemente trascinati a fondo.

    Tra una boccata e l’altra provo a cogliere il senso di ciò che vedo. Il capo delle volpi, il vecchio ed un litigio. Truffe agli umani contro la supremazia tramite la forza. Un colpo di tristezza mi arriva dritto sul costato, poi l’amarezza mi scivola sul palato come olio rancido. E come dimenticarsi della rabbia? Mentre il vecchio afferra il figlio (o il parente?) tentacoli infuocati mi percuotono. Stringo i denti ed i pugni. Socchiudo gli occhi, sforzandomi di continuare a guardare e registrando le loro parole. «Allora tira fuori le palle per una buona volta in vita tua!» Crollo.

    --------------------

    Sono di nuovo nel mondo vero. Lo stomaco mi brucia da impazzire. Gocce di sudore mi scivolano lungo la fronte per cadere a terra mentre mi piego dal dolore. « Bleargh! » Salutiamo il pranzo. Provo a riacquistare compostezza, pulendomi il vomito dalla bocca con la manica della pelliccia. Per mia fortuna sembrano tutti distratti dal teatrino del vecchio e delle sue magie scrause. Non è che mi stia proprio sulle scatole, dopo aver assistito al litigio con il figlio. Capisco benissimo la sua mentalità ed il rapporto che ha con la “forza”. Non sono giunto su Endlos proprio per questo: diventare più forte? Eppure sarei capace di mettere in pericolo il Fratellone per la mia sete? No, non credo. Ma non lo terrei neanche sotto una campana di vetro come vuole fare il capo-villaggio con i membri del clan delle volpi.

    Da un lato c’è la missione a cui abbiamo acconsentito ed il buon nome della Seele. Dall’altro due fuggitivi che potrebbero rivelarsi utili e che sicuramente avranno un piano più articolato del “facciamo casino e poi fuggiamo”. Dai, manco Gaj-senpai tirerebbe fuori un piano così demenziale. La soluzione? Seguiamo gli insegnamenti del Sensei e proviamo a tenere un piede in entrambe le scarpe.

    Così mi faccio strada tra i soldati cagasotto e mi avvicino al vecchio. Alzo teatralmente il braccio, punto l’indice verso la sua testa e… « Bang! » Silenzio. Abbasso il braccio, poi mi volto verso le guardie. « Missione conclusa. » esclamo sorridendo. « Il fuggitivo è morto e non rappresenta più una minaccia per il villaggio. Avete visto tutti, no? » Do una pacca a quello che stava tremando. Dovrebbero essere più tranquilli, no?

    « Qui ci penso io. » concludo. « Voi andate pure a riferire la buona novella. » Diamine, vorrei proprio vedere la faccia del capo-villaggio quando sentirà che suo padre è morto ed ha data lui indirettamente l’ordine. « Vi raggiungerò a breve. » Peccato che qui ho ancora qualcosa da fare. A passi lenti mi avvicino al vecchio. Tu non vai da nessuna parte. Mi devi ancora un po’ di risposte.
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    Bang. Un'immaginaria pistola puntata contro Shiki, una promessa di risolvere così ogni problema. I due guerrieri volpe ti fissano e rimuginano, indecisi sul da farsi.
    Non sei una persona veramente meritevole di fiducia. Ma d'altra parte, quel che tu proponi di fare, quel bang, non è qualcosa che loro vorrebbero fare.
    Dubbi. La serenità di un villaggio contro la loro pace mentale.
    E tu sei solamente un ragazzino.

    Parlottano tra loro per qualche minuto, con voce bassa e molti gesticolii. Shiki, in tutto ciò, non pare aver intenzione di muoversi: forse è troppo stanco per farlo, forse sa che non avrebbe senso scappare.
    Forse i dubbi amari dei compagni sono l'unica cosa di cui sa nutrirsi, oramai.

    «Portaci una prova della sua uccisione, o non tornare affatto.» decreta infine una delle guardie, mettendoti una mano sulla spalla. Una presa artigliata, più che una pacca in amicizia.
    Non fare cazzate.
    «Uniamoci agli altri per cercare Goro.»
    L'altro volpino annuisce, e i due tornano sui propri passi, passo incerto e lance in mano. Si guardano indietro numerose volte, mentre si allontanano.
    Il vecchio volpaccio si limita a ridere.

    «Qual è il tuo prezzo, umano?» ti ringhia dietro appena gli altri se ne sono andati «Io non ho nulla da offrirti. »
    Non gli rimane più nulla oltre alla sua rabbia e a una pelliccia sporca di gelo e sangue. Si rimette in piedi faticosamente, poggiandosi contro una roccia per tornare in posizione verticale. Perché ecco, in realtà c'è un'altra cosa che gli rimane: l'onore.
    Se il suo destino è farsi uccidere da un moccioso, lo farà guardandoti dall'alto in basso.

    «Né farei affari con un bimbo spelato come te.»
     
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    Nella mia testa aveva funzionato tutto alla perfezione, con tanto di ringraziamenti strappalacrime dei soldati. Perché invece nella realtà me la sto cavando per il rotto della cuffia. Paio così disperato ed inutile? Da come si stanno comportando pare che me lo stanno facendo loro il favore e non il contrario. Ah, quanto vorrei essere il Fratellone. Lui sì che saprebbe cosa fare e cosa dire.

    Cioè alle guardie sto sulle palle e mi guardano come un imbecille che si è cacciato in un guaio enorme. Il vecchio peggio ancora. Mi squadra dall’alto in basso e manca poco che mi sputi addosso. Io mi sforzo di fare il diplomatico e trarne i frutti, come dice il sensei, ma ormai è una gara a chi mi colpisce con più forza le palle. « Non ti sforzare, vecchio. » gli rispondo stizzito, rimarcando l’ultima parola più del dovuto. « Se crepi come un coglione vanifichi tutto. »

    Con la coda dell’occhio scruto l’ingresso della caverna per esser sicuro che gli altri se ne siano andati. « E che cosa potresti offrirmi? » Lo scruto come si fa con un cavallo da comprare, se mai sapessi come si fa (comprare un cavallo non è mai stato tra le mie necessità a Tokyo). L’importante è darsi un’aria professionale, no? « Da solo, ferito e vecchio. In questo momento ti baratterei con un ghiacciolo senza batter ciglio. Ora. » Sorrido. « Ma quando ti sarai ripreso potresti valere qualcosa in più. Sei solo, quindi non devi rispondere a nessuno. Sei vecchio, quindi conosci molte cose. Sei ferito anziché morto, quindi decisamente coriaceo ed attaccato alla vita. » Gli punto il dito contro. « Ecco cosa puoi offrire. Te stesso. »

    Aspetta, aspetta. Detta così suona troppo omosessuale. Dio, che schifo. I conati. Io ed un uomo, specie se un vecchio. Mi vanno a fuoco le budella. Non potrei mai con uomo chiunque fosse. Però se il Fratellone me lo chiedesse, io…

    Avvampo di colpo, con la pelle del viso che inizia a bruciarmi. Concentrato, Akio, concentrato. « Ehm, ovviamente intendevo un contratto. Sei un demone, no? Non sei tantacoloso o brutto come gli altri con cui ho stretto i patti, ma dovrebbe andare bene lo stesso. Io ti tiro fuori da questo casino ed in cambio stringi un patto con me per concedermi i tuoi poteri quando mi servirà. Mi pare equo. » Annuisco convinto. Sono certo che il sensei o il Fratellone sarebbero stati più convincenti, ma la strada è ancora lunga ed impervia. « Ma prima… » Storco la bocca. Questa l’avrei volentieri evitata, maledette guardie di merda. « Che parte sei disposto a sacrificare per dare l’impressione di essere morto? In fondo conosci il capovillaggio meglio di chiunque altro. Come lo convinciamo? »
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    Ghigna. Le Kitsune non sono abituate a sentirsi chiamare "Demoni", ma sì, tecnicamente è corretto: non sono creature di questo mondo, e il funzionamento dei loro poteri non è dissimile da quello delle creature infernali.
    Accetta il tuo patto, perché per lui non v'è altra alternativa possibile.

    Quel che riporterai al villaggio sarà la parte più sacra e più rappresentativa di ogni uomo ch'è volpe a metà: una coda. Pelame grigio, un po' stopposo, macchiato di sangue.
    Il capovillaggio osserva il trofeo e non dice nulla. Forse era una lacrima, quella che stava nascendo nell'occhio destro, ma lui si volta e si allontana prima di darti il tempo di esserne sicuro. E dopo questa truculenta formalità, il popolo volpesco ti circonda iniziando a parlare di feste, e di accordi commerciali, e di danze in mezzo alla neve e di sakè caldo. Ci sono gli altri tuoi compagni di viaggio al villaggio, ricordi, e tutti sono ansiosi di sapere cosa sia successo a te e alle volpi. Ma fose è solo al compagno Mordred che rivelerai l'entità del patto, il modo in cui hai legato la volpe alla tua anima col sangue e con la magia.
    Un predatore in attesa di avere, un giorno, la sua vendetta.
     
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