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“Nelle lunghe giornate di pioggia, anche gli istanti sembrano stanchi, scorrono con lentezza quasi a sussurrare al mondo la loro tristezza.
Ma spesso anche un piccolo ombrello può riportar gioia
Se sotto al suo mantello ripar si trova.”
Quella mattina pioveva a Laputa, e non una di quelle piogge passeggere che massimo un’ora e lasciano spazio al caldo sole, quella mattina sembrava che avesse intenzione di piovere per parecchio tempo. In lontananza potenti tuoni rimbombavano nelle vie e nelle strade mentre l’atmosfera cupa creata dalle grigie nuvole veniva a tratti spezzata dai lampi che ridonavano per un attimo luce a quelle vie riflettendosi nelle finestre delle case e sulle pozze sul terreno.
Quello per chiunque sarebbe stato il giorno peggiore per decidere di andare a visitare la città, ma non per Umbrella. Adorava il suono della pioggia che batteva sull'ombrello sopra la sua testa, quasi meglio di qualunque musica. Quando piove e come se la natura suonasse il suo concerto, e perché mai perdersi un’occasione come quella?
Camminava per le strade tranquillo e con il passo più lento del normale, per godersi a pieno quella giornata. Sguardo dritto davanti a sé mentre piccole gocce che sfuggivano alla sua protezione andavano a bagnarli il vestito e a accarezzargli il viso.
Avrebbe scommesso di trovare le strade vuote in una giornata come quella, e anche per quel motivo aveva deciso di intraprendere quella passeggiata, non capita tutti i giorni di camminare di mattina in una strada desolata, ma questa volta i calcoli non furono corretti; trovo una ragazza poco distante da lui. Si fermò ad osservarla.
Chissà se era per l’atmosfera che li circondava, o solo la sua mente che gli piaceva viaggiare ma l’alfiere gli sembrò bellissima in quel momento, fece per raggiungerla ricominciando a camminare fino a aumentare il passo e raggiungere la velocità di una lenta corsa
<< Dru… Drusilia giusto? Il famoso Alfiere di Laputa.
È un piacere conoscerti >>
Un grande sorriso rassicurante gli si stampò volto.“C’è chi aspetta la pioggia per non piangere da solo
Nella speranza di ricevere un aiuto, e di prendere il volo.”
Edited by mugna97 - 28/7/2016, 21:41
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"Ho nostalgia per i fiori che si piegano sotto il vento e la pioggia".
Tso Ssu.
Vicoli, Città Alta.
Presidio Errante, Endlos.Fra i vicoli della Città Bassa era comune dire che le gocce di pioggia a Laputa fossero in realtà le lacrime dell'Alfiere; si trattava più che altro di una credenza popolare passata di bocca in bocca a partire -forse- dai deliri di alcuni soldati ubriachi, rigorosamente in taverna. La probabilità dell'origine di quel pettegolezzo dipendeva tuttavia dalla sua veridicità: sebbene non funzionasse esattamente in quel modo, le confessioni di chi con l'Alfiere combatteva e si allenava nascondevano -oltre la cacofonia delirante- anche delle note esatte.
Dal suo arrivo su Endlos, Drusilia Galanodel aveva sviluppato un gran numero di abilità attraverso esperienza e molto allenamento... ciò nonostante anche la sua affinità con il vento aveva inavvertitamente preso una piega molto, molto più profonda. Non si trattava solo di concentrazione o vera e propria "bravura": con il trascorrere degli anni quel posto era diventato la sua casa, il suo habitat naturale; già forte del controllo del vento, questo diventava più potente se era sul suolo laputense. Il cielo stesso riconosceva la sua Signora inquanto uno parte dell'altra, e come tale si comportava, reagendo spontaneamente a profondi suoi sbalzi umorali.
Non era ben chiaro come fosse possibile, eppure -in effetti- la Dama del Vento non era affatto di buonumore quel giorno.
Camminava con sguardo vuoto, le mani dietro la schiena e la palese espressione di chi non aveva trascorso una bella nottata.
<< Dru… Drusilia giusto? Il famoso Alfiere di Laputa.
È un piacere conoscerti >>
-Mh?
Alzò lo sguardo distrattamente, incrociando il giovanotto con l'ombrello. Comprese subito che si trattasse di uno straniero: tutti addestrati come soldati, i laputensi difficilmente temevano la pioggia e ritenevano gli ombrelli superflui perché -anche se in cambio di un riparo- impegnavano le braccia e coprivano la visuale.
-Piacere mio, straniero. Con chi ho il piacere di parlare?. -
.La pioggia batteva incessantemente, gocce d’acqua andavano a bagnarli la giacca nera creando sul vestito piccole chiazze che in pochi secondi sarebbe state assorbite dal tessuto. Con la mano libera si passò la mano fra i capelli e con un rapido movimento si sistemò il ciuffo rossiccio che andava a cadergli sulla fronte. Dopotutto era davanti a una bella ragazza, mai vista prima, che lo stava squadrando dalla testa ai piedi, doveva sembrare un minimo presentabile nonostante non badasse particolarmente al suo aspetto fisico. Il fatto che fosse un alfiere era solo un dettaglio secondario a suo parere, in quel momento.
-Piacere mio, straniero. Con chi ho il piacere di parlare?
<<che maleducato. Il mio nome è Umbrella, un ammiratore delle bellezze del suo regno, e uno stimatore delle sue grandi abilità.>> fece un leggero inchino in avanti portandosi una mano sullo stomaco e mostrando un leggero sorriso sul viso. << e come ho già detto, è un vero piacere per me fare la sua conoscenza.>>
Con mezzo passo si avvicinò a Drusilia, portandosi alla sua destra in modo da coprire entrambi con l’ombrello.
<<le dispiacerebbe se l’accompagno un attimo per le vie di questa bellissima città?... O per caso aveva qualche altro impegno?...>>
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A Rain Day |
