Un piano quasi perfetto

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  1. _MajinZ_
     
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    Ci sono quasi ormai, manca davvero poco alla conclusione della mia missione. Purtroppo non si tratta della mia vera missione, quella per cui ho scelto di abbandonare il mio paese alla ricerca di quel maledetto traditore... ma si tratta comunque di un tassello che mi permetterà di raggiungere il mio bersaglio e fare finalmente ritorno a casa. Mi servono soldi e l'unico modo che conosco per guadagnarli, è facendo ciò che mi riesce meglio, ovvero uccidere. Prima di essere una donna, infatti, io sono un soldato e con le capacità che mi ritrovo non ho nessuna intenzione di vendere il mio corpo come farebbe qualsiasi altra debole donna che si trovi nella mia stessa situazione. Io però sono diversa, io posso scegliere come affrontare la vita... perché la vita stessa mi ha fornito le armi per combattere la realtà. E quindi faccio quello per cui sono nata, falciando tutte le persone che si frappongono tra me e il mio obiettivo. Ci vorrà molto tempo, ma pian piano guadagnerò abbastanza da riuscire a muovermi indisturbata e in quel momento sarò ad un passo dalla vittoria.
    Per il momento però ho altro a cui pensare. Sono ormai due ore che segue questo tizio e i suoi due scagnozzi, un gruppo di disgraziati che in confronto a me sono solo feccia. Potrei ucciderli in un attimo, ma ancora non posso farlo. Devo attendere che finiscano il loro giro di “recupero crediti” prima di farli secchi, proprio quando entreranno nel territorio dei loro rivali. Il piano consiste nel farli secchi e dare la colpa ai rivali, in modo da scatenare le guerra tra i due clan e garantire la vittoria a coloro che mi hanno affidato questo lavoro. Mi hanno offerto un'ottima paga e ciò che devo fare non è nulla di troppo complesso... devo solo ricordarmi di lasciarli abbastanza interi da rendere facile il riconoscimento delle vittime. La cosa mi rattrista, ma con quattro precisi fendenti riuscirò a concludere alla perfezione la missione.
    Ci siamo quasi, devo avere solo un altro po' di pazienza. Non è di sicuro una mia virtù, ma se voglio guadagnare quel denaro devo resistere per qualche altro minuto. Adesso, quando gireranno in quel vicolo buio, farò la mia mossa. Non usciranno mai dall'altro lato, la loro vita si concluderà nell'istante in cui metterò piede in quella stretta stradina. Faccio qualche altro passo e slaccio il mantello che mi nasconde, così da non avere intralci mentre uso le spade. Poco prima di raggiungere il vicolo mi levo il cappuccio, ormai sono pronta. La mia attenzione è rivolta completamente ai prossimi trenta secondi. Niente può intralciarmi. Poco più di trenta secondi e sarà tutto finito... cosa può andare storto? Nulla. Ho calcolato tutto, non ci sono rischi e non ci sono errori. Pochi passi ancora, concentrati Natasha. Tre, due, uno... zero.

     
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    Ted Carter



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    ”Come può vedere qui, signor Ted, il mio strumento è preciso al cento per cento. Ovviamente lo sarebbe anche di più se il modo di dire fosse diverso.”

    Mastro Gingillo, un vecchio pazzo con i capelli bianchi sparati all’insù e con un paio di occhiali tecnologici, si strofinò avidamente le mani.
    Non era facile vendere una simile diavoleria a un comune abitante di Merovish, sembrava però aver beccato il cliente giusto: Un turista.
    Da dietro le spessi lenti studiò il cliente.
    Sguardo vacuo, faccia da vero tonto, ma con dei bicipiti che avrebbero potuto ripagare un qualsiasi torto che gli venisse inflitto.

    ”Non se la prenda a male, signor Gingillo, ma …”

    La bocca si corrugò con una smorfia preoccupata.
    Qualsiasi frase finiva per “Ma”, era sempre e solo una fregatura. Molte volte la usava anche lui.

    ”… eppure mi sembra proprio quello che sta cercando lei. Un magnifico piatto capta fantasmi. Utile per mangiare e per ripulire le case dai fantasmi. Vuole uno sconto? Un’extra? La sanità mentale della signorina del Distretto della Fame?”

    Era disperato.
    Doveva in tutti i modi vendere almeno una cosa, altrimenti la giornata sarebbe stata un fallimento.

    ” … no. Gli ho solo chiesto dove si può trovare un chiosco per l’acqua.”

    ”AH!”

    Come aveva fatto a perdersi una parte fondamentale come quella?

    ”Lo può trovare a sinistra. Trenta metri. Sicuro comunque di non voler comprare il piatto? Forse non gli ho detto che oltre a cercare fantasmi, permette anche di volare …. ma solo fino a Giove!“

    Lanciò un’occhiata complice al pugile, che non avrebbe sicuramente visto per colpa degli occhiali.
    Ci provò però lo stesso.


    - ° - ° - ° - ° - ° - °

    ”Miglior affare di sempre”

    Tutto entusiasta Ted si ritrovò a guardare un calice comprato dallo strano tipo.
    Il piatto non faceva proprio al caso suo. Odiava Giove.
    Per fortuna che però aveva trovato un magnifico bicchiere per permetteva di guardare sotto la sabbia, come se fosse acqua. Quindi non proprio limpidamente, ma funzionava e il pugile era contento.
    Era felice fino a quando non si scontrò contro un grosso uomo.
    Il bicchiere gli cadde di mano e con esso, anche lui.

    "Eh?! ..."

    Disse il più basso dei tre squadrandolo dall’alto in basso, come se fosse un poveraccio. Carter si ricompose più in fretta che poté, ripulendosi i vestiti e chinando la testa.

    ”Ops … scusatemi. Non era mia intenzione, stavo pensando ad altro.”

    I due gorilla che erano con lui erano già pronti a scattare, quando il “capo” alzò una mano.

    ”Non prendiamocela con i pesci piccoli. Tu invece, stai attento idiota …”

    E con un colpo di piede, ruppe il bicchiere del pugile, il quale cambiò totalmente espressione, divenendo serio e arcigno.

    ”Ehi ma chi ti credi di essere sbruffone?!”

    ”Casomai chi credi di essere tu!“

    L’espressione del piccolo uomo divenne ancora più disgustata, come se stesse guardando una scena grottesca.

    ”La domanda l’ho fatta prima io. Che fai adesso, copi anche?”

    La mano del capo si abbassò e i due gorilla gli furono sopra.
    Dapprima anche lui non riuscì a capire bene cosa stesse succedendo, ma si beccò un paio di pugni e calci prima di reagire.
    La sua pelle era particolarmente resistente e quei due non avevano speranza di sconfiggerlo senza qualche mossa speciale. Dalla sua parte, invece, era dotato di tutte le armi necessarie.

    Quando si aprì uno spiraglio, con la forza che solo il campione mondiale di boxe poteva avere, allontanò uno dei due, creandosi un maggiore spazio di manovra, che usò per un portentoso destro.
    La mano, sprovvista del classico guantone rosso, si piantò nello stomaco del bodyguard, facendolo piegare e gemere dal dolore. Una ginocchiata sulla faccia lo mandò definitivamente al suolo.

    L’altro non si scompose e passò a qualcosa di più serio dei semplici pugni: Un coltello ben affilato.
    La mano scivolò velocemente verso la tasca, ma non vi arrivò mai.
    Una testata ben assestata dal pugile, sul naso dell’attaccabrighe, lo incrinò e lo fece svenire per il dolore.

    Nonostante il breve scambio di colpi, che mettevano in netta evidenza la forza del nero, il piccolo uomo non perse speranza, tirando fuori dalla tasca una pistola.
    Quattro nocche si fermarono a pochi millimetri dal suo volto:

    ”Io non lo farei, almeno che non ti piaccia ricevere pugni gratuiti su per il culo …”

    Il dito si mosse sul grilletto, ma la percezione aumentata dei movimenti di Ted riuscì a percepirlo.
    Per il “capo” la giornata finì male.

    Quando Carter notò la strana signora entrare nel vicolo, era chino a contare i soldi che era riuscito a guadagnarsi da quella scazzotata.
    Riuscì a contare un bel po’ di soldi e a convincersi che quella era la sua giornata fortunata.
    Soldi, pugni e donne.

    ”Ehm … gli serve qualcosa bellezza?”

    Sguardo complice, che lei avrebbe sicuramente visto.
    Non aveva gli occhiali come quello strano tipo.
    Ma forse avrebbe notato prima un piccolo uomo, in mutande e con la faccia ricoperta di sangue.



    Ted Carter
    Stato fisico: Ottimo
    Stato mentale: Questa qui che vuole adesso?
    Mana: 110 %

    Passive:

    The Energy:
    -(+10% mana; Rigenerazione corpo (Only Gdr); Anti - Sanguinamento; Auspex: Radar; Maschera dell’Anima)

    The Champion:
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  3. _MajinZ_
     
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    Sono pronta a estrarre le mie due spade. Entrambe le mani stringono l'elsa delle armi, incrociandosi davanti al mio petto per permettermi una perfetta estrazione, senza perdere tempo a far roteare la presa sull'arma. Nella mia testa ho già pianificato tutto nei minimi particolari, una volta nel vicolo farò tre passi per poi scattare con un balzo sul primo energumeno mozzandogli la testa di netto... poi sarà la volta del secondo, a cui taglierò i tendini dietro le ginocchia prima di disegnargli un nuovo sorriso proprio sulla gola. Infine sarà la volta del loro capo, che finirò con un colpo pulito proprio all'altezza del cuore, così come mi hanno ordinato. Un lavoro rapido e pulito, che mi ruberà una trentina di secondi al massimo. Questa è il piano e nella mia testa va tutto liscio, purtroppo però questa è la realtà e sfortunatamente oggi non sembra essere la mia giornata.
    Quando entro nel vicolo mi trovo davanti a una scena totalmente inaspettata, qualcosa di completamente estranea dalle mie previsioni. Un tizio nero sta pestando a sangue i miei obiettivi e la cosa mi lascia in un primo momento davvero perplessa. L'armadio è davvero bravo e in poche messe mette fuori combattimento il trio, il che potrebbe anche tornarmi utile... se non fosse così lontano dai miei ordini. Servivano colpi di spada, non cazzotti. L'ammirazione si trasforma quindi in rabbia quando il nero, come se non sia successo proprio nulla, mi rivolge la parola chiedendomi se ho bisogno di qualcosa. E non farmi quel cazzo di sguardo complice.
    Che diavolo hai combinato? Ti rendi conto della gravità della situazione?!
    I miei occhi sono simili a dei bracieri, lo sguardo è davvero infuriato. Avanzo ancora e senza pensarci due volte estraggo le due spade... ma non mi avvicino più di tanto. Questo tizio è forte e non so quanto mi convenga attaccarlo direttamente. Però non posso mostrarmi debole e mostrarmi pericolosa è un'arma che può mettermi in una posizione di vantaggio.
    Tu e il tuo muso nero avete appena mandato a puttane la mia missione! Come pensi di risarcirmi? EH?
    Stringo la presa sulle armi mentre digrigno i denti, lasciando che il mio ciuffo fucsia mi ricada sul volto. Una goccia di sudore attraversa il mio viso, non so chi sia questo tizio ma riesco a percepire la sua pericolosità. Potrebbe davvero spezzarmi come un fuscello, ma non do a vedere questa mia preoccupazione: prima di uno scontro non bisogna mai mostrarsi impauriti, ma bisogna nascondersi dietro un muro di sicurezza anche se finta. Devo attendere il momento giusto e sfruttare la situazione a mio vantaggio. Solo così posso avere una minima speranza di vittoria.

     
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    ”Sembra … arrabbiata?!”

    Per quanto la sua laurea in architettura dimostrasse il contrario, con quel pensiero Ted si era reso conto quanto poteva essere tonto.
    Si trovava pur sempre a Merovish, qualcosa doveva andare per forza storto.
    Nascose i soldi più in fretta possibile, se quella tizia cercava un modo per essere ripagata, lo avrebbe sicuramente colpito per rubargli quel poco che era riuscito “onestamente” a guadagnare.

    Si alzò mostrando per intero la sua stazza.
    I muscoli erano ancora pulsanti per lo scontro, eppure la faccia mostrava un’espressione serena e rilassata.

    ”Ehi! Non so minimamente di cosa tu stia parlando. Questo tizio mi ha minacciato e io … mi sono difeso.”

    Non l’aveva proprio minacciato, ma aveva esortato i suoi due bodyguard a farlo.
    Difatti si era difeso anche da loro.

    Lo sguardo, forse imbarazzato per la situazione, si spostò sulle strane spade della ragazza.
    Sembravano essere affilate e studiate per portare attacchi veloci e silenziosi. Che fosse una mercenaria o semplicemente una in cerca di vendetta?
    Era difficile sapere cosa dire in una situazione come quella, cercava quindi una risposta con lo sguardo, ma non gli venne niente in mente.
    Un uomo, una donna e un vicolo.
    Ecco cos'erano e tutto sembrava l’inizio di un film con uno scarso budget.

    ”Non saprei come potrei risarcirti a dire il vero. Uhm … immagino che la tua missione fosse sistemare questi tipi. Ma l’ho già fatto io. Comunque non sono morti, io non uccido nessuno per obbligo morale. Ma quando si riprenderanno saranno molto incazzati. Quindi o potremmo farli sparire, che mi sembra una buona idea. Oppure possiamo risolverla in un’altro modo.”

    La destra aveva lentamente iniziato a sciogliere il laccio dei guantoni, che penzolavano dai pantaloncini nel lato opposto.

    ”Sai per caso dov’è la base di questi tizi? Proporrei di andarci a fare una piccola visita. Un nero e una bomba sexy con due spade, potremmo perfino riuscire a passare inosservati.”

    Non voleva proprio aiutare la ragazza, ma soltanto divertirsi prendendo nuovamente a pugni qualcuno.
    Accumulava un sacco di stress come Aviatore e non poteva scaricarlo tutto su tre singole persone.



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    Sento che mi sta per venire una crisi isterica, oltre a un esaurimento nervoso. La vena sulla mia tempia pulsa in una maniera quasi dolorosa e sembra ormai sul punto di esplodere... il tutto mentre tento senza successo di scogliere quell'energumeno tutto muscoli e niente cervello. Non ha veramente idea del guaio in cui mi ha cacciata, ormai non si può più rimediare: il danno è davvero troppo evidente e l'unica soluzione sarebbe quella di tornare indietro nel tempo. La cosa brutta è che non c'è modo per riavvolgere il tempo e la cosa mi fa davvero incazzare. E perfetto, ora mi è venuto pure quel tic all'occhio che tanto odio. Per una volta che potevo mettere l'elmetto, non l'ho fatto. Comunque non è questo il problema! Con quei tre tizi gonfi di botte non solo non riceverò la paga, ma probabilmente avrò l'intera banda alle costole. Dovevo fare una cosa semplice, dimostrare di essere una mercenaria degna di fiducia... ma a chi pensa che daranno la colpa ora? Ma ovviamente a me! Che cazzo di situazione merdosa!
    No no no... è troppo tardi ora! Dovevo fare un lavoro pulito, con precise richieste di assassinio e tu... TU LI HAI GONFIATI DI BOTTE!!!
    Calmati Natasha, calmati, non fare la gallina. Sospiro affranta e rinfodero le spade, non voglio combattere con lui: non ne varrebbe la pena. Ho visto che sta armeggiando con quei ridicoli guantoni e la cosa non mi piace per niente. Porto la mano al viso e rimetto il ciuffo al suo posto, credo di essermi in qualche modo sfogata... ora devo solo analizzare la situazione. La missione è fallita, questo ormai è chiaro. Se scappo e basta quei tizi non smetteranno mai di darmi la caccia, quindi la soluzione più immediata è quella di presentarmi alla loro base e ucciderne la maggior parte, così da far capire al resto del clan che cercare vendetta era una pessima idea. Mi da fastidio e odio agire in questo modo, ma è l'unica via percorribile. Sollevo il capo e fisso nuovamente l'armadio nero.
    Mi aiuterai a recidere ogni tentativo di rappresaglia sul nascere, in parole povere ora tu verrai con me a uccidere i capi di questi tre coglioni.
    Appoggio la mano destra sul fianco e sollevo la sinistra, puntando il dito indice contro questo pugile da strapazzo. Mi ha definito bomba sexy, senza sapere che quella stessa bomba sta per esplodere in caso di risposta negativa.
    Non accetto un no come risposta e non ti consiglio di farmi incazzare più di quanto lo sono già.
    Sto bluffando? Forse, non sono ancora sicura delle capacità di questo strano tipo e non so quanto possa permettermi di minacciarlo... combattere con lui mi porterebbe via troppo tempo ed energie, inoltre non posso permettermi di ricevere delle ferite. Non in una città come Merovish. Mantengo comunque uno sguardo fiero e attendo, voglio proprio sentire cosa dirà.

     
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    ”Su di giri la ragazza.”

    Neppure i movimenti dei pugili contro cui aveva combattuto erano così rapidi, la ragazza doveva essere proprio infuriata se riusciva a muoversi a quella velocità.
    Dal suo punto di vista doveva essere proprio una bella seccatura, peccato che Ted si era anche divertito a tirare un paio di pugni a quelli, che a detta sua, erano dei grossi palloni gonfiati. Era pur sempre un fiero Aviatore di Laputa, uno dei suoi obblighi era fermare le minacce e garantire la pace, ovunque si trovasse.

    Mentre studiava il bel viso della ragazza, i suoi occhi caddero sui tratti della faccia leggermente accentuati. Quella piccola particolarità non gli era affatto nuova, ma anzi, era più che sicuro di averla vista già da qualche parte, ma non dalle donne che aveva incontrato su Endlos.

    ”Se non è di Endlos forse è della Terra. Che caso! Forse era destino che ci incontrassimo.”

    Quella isterica spadaccina gli ricordava molto una donna del Nord Europa, ma poteva anche sbagliarsi, d’altronde di pugni e botte in testa ne aveva prese tante.

    Non accetto un no come risposta e non ti consiglio di farmi incazzare più di quanto lo sono già.

    Carter alzò la testa fino a incontrare i suoi occhi e lentamente si avvicinò.
    La faccia del pugile era completamente rilassata e dava l’idea di non risentire minimamente la tensione, il caldo della Tana o il rumore della gente al Bazar.
    Sapeva bene che Merovish poteva essere una trappola mortale per gli sciocchi e per i deboli.
    Per sua fortuna era soltanto una delle due cose.

    I suoi passi si fecero più lenti quando raggiunse la donna. La differenza di dimensioni era a dire poco impressionante, sia per altezza che per muscoli.

    ”Quelle spade! Deve muoversi in fretta per portare dei buoni attacchi. Meglio per lei che sia così minuta allora.”

    Guardò gli occhi dal colore del cielo.

    ”Va bene. Però vado avanti io …”

    Sorrise.
    Voleva spaccare quelli stronzi, esattamente come loro avevano spaccato il suo bicchiere.





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  7. _MajinZ_
     
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    Questo è uno di quei momenti in cui odio essere una donna. Sono esile, troppo esile nei confronti di questa montagna... è come paragonare un sottile giunco a una possente quercia, una sentenza dalla quale non si può fuggire. Sono convinta che in caso di scontro non ci sarebbe storia, con tutti quei muscoli contro non so proprio cosa potrebbe succedere, di sicuro non ne uscirei con tutte le ossa intere e al loro posto. Anche se posso contare su una certa agilità, cosa che durante uno scontro potrebbe darmi un certo vantaggio, so bene che un avversario del genere sarebbe solo un'inutile spreco di tempo ed energie... un bravo soldato deve essere in grado di valutare queste cose e pensare sempre ad ottenere il maggior guadagno con il minor sforzo. Farmi aiutare da questo armadio è probabilmente l'opzione migliore.
    Dopo, prima ti conviene seguirmi, se non vuoi perderti.
    Inizio a capire perché convincere questo tizio è stato così facile, non sembra mica tanto sveglio... beh, meglio così. Sembra uno di quelli che è contento solo se picchia qualcuno e la cosa non può che tornami utile, farà sicuramente tutto il lavoro sporco al posto mio. Potrei anche evitare di farmi vedere e dare tutta la colpa a lui, ma non credo che la scusa possa reggere per molto. Ritorno quindi sui miei passi e faccio la strada a ritroso, in direzione della bettola in cui si riuniscono quei barboni dei miei provvisori datori di lavoro. Il fatto che si trovi in un piano interrato potrebbe essere un problema, ma credo proprio che il mio amico armadio sia in grado di aprire una via di fuga abbastanza facilmente. Mi infilo in un vicolo e una volta arrivata all'angolo, mi fermo per evitare che qualcuno possa riconoscermi.
    Il posto è quello.
    Indico quel buco di locale, presidiato da due ladruncoli all'entrata che invece di fare la guardia... si fanno bellamente gli affari propri giocando a briscola. Insomma, almeno l'entrata in scena sembra facilissima, quei due neanche si aspettano che qualcuno sta per rompergli il culo. Osservo il mio amico nero, ora può andare per primo.
    Adesso se vuoi puoi accomodarti, io ti seguo a ruota.
    Comunico infine indossando nuovamente il cappuccio del mantello, anche se ormai il mio effetto sorpresa penso che sia già svanito... ma tentar non nuoce. Purtroppo non so bene cosa ci aspetti dentro, ma per ora è meglio andare per gradi.

     
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    Come ombre i due iniziarono muoversi fra gli oscuri vicoli della città.
    Troppa gente pensava agli affari propri per notare le due figure, che rapide scivolavano contro le pareti fatte di fango e mattoni.
    La donna sembrava sapersi muovere particolarmente bene.
    Ted non perse di vista neppure per un’attimo i suoi fianchi, che con movimenti sicuri, lo condussero fino alla base dei gangster.

    ”Ottimo! Il posto deve essere quello non ci sono dubbi.”

    Si sistemò dietro ad un bidone malridotto dell’immondizia, iniziando a sbirciare la situazione esterna del covo.

    ”Due uomini che giocano a carte. Troppo semplice. Non avrò neppure bisogno di usare qualche abilità speciale. Preferirei non fare troppo casino. Sarebbe un vero problema ritrovarmi una banda addosso.”

    Conosceva più di una mossa per fare “piazza pulita” degli aggressori, ma avrebbe preferito non usare lo Spaccaring.
    Almeno quella volta.

    ”Okay, vado avanti io. Mi occupo dei tizi all’entrata e poi tu prova a raggiungermi. Sempre se ci riesci zuccherino!”

    Gli rivolse un’occhiolino rapido e iniziò a muoversi.
    Sarebbe dovuto essere veloce.


    °-°-°-°-°-°-°-°-°-°-°-°-°-°-°-°

    L’unica cosa che piaceva a Frank durante i suoi turni di guardia, erano le partite a carte con John.
    Le sue dita sembravano diventare fatate quando gli toccava pescare, ed ogni carta era sempre quella giusta per far perdere la scommessa di turno al suo compagno.
    A John non piaceva perdere, ma contro il collega sembrava essere l’unica cosa che riusciva a fare.
    Non riusciva mai a spiegarsi come fosse possibile che un uomo come lui potesse avere tanta fortuna a carte.
    All’ennesima buona pescata, il vecchio John stava per sbuffare e gettare le carte sul tavolo, mandando a quel paese il gioco e anche il compagno.
    Ma mentre gli occhi roteavano verso l’alto, con la coda nell’occhio riuscì a vedere qualcosa muoversi verso di loro.
    Avrebbe giurato che un’enorme ombra si fosse staccata da qualche luce che la teneva prigioniera, ma quando puntò completamente lo sguardo verso il vicolo da cui sembrava essere uscita, già non c’era più.
    Scomparsa in meno di un battito di ciglia. Eppure gli era sembrata così vicina, avrebbe scommesso a meno di cinque metri.
    Ma in quel giorno aveva perso tutte le scommesse.
    Il rumore di un qualcosa di rotto, impattò contro il tavolino e John roteò tutto il busto verso Frank, che svenuto e con il sangue che gli sgorgava dal naso, se ne stava immobile disteso sulle carte.
    L’ombra, vista poco prima di sfuggita, era in verità un uomo di colore e dall’incredibile massa muscolare, che non perse tempo a picchiare anche lui.
    Un destro ben fatto sul mento, gli fece partire le carte dalla mano, i denti dalla bocca e la coscienza dal corpo, svenendo proprio come aveva fatto il suo compagno.


    -°-°-°-°-°-°-°-°-°-°-°-°

    ”Ecco fatto! Veloce e pulito.”

    Un colpo ciascuno era bastato per le guardie, che ovviamente erano state atterrate per l’effetto sorpresa del pugile.
    Il problema era adesso entrare all’interno del locale, ma avrebbe aspettato che la ragazza lo raggiungesse.




    Ted Carter
    Stato fisico: Ottimo
    Stato mentale: Finalmente si mena
    Mana: 105 %

    Riassunto: Nel caso non si fosse capito, Ted prima si avvicina di soppiatto e quando è alla giusta distanza effettua uno scatto velocissimo.
    Prima prende la testa di Frank e la schianta sul tavolo e poi sistema John con un destro. Il tutto cercando di essere il più veloce e silenzioso possibile.

    Passive:

    The Energy:
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    The Champion:
    -(+50% Forza; +50% Agilità; +50% Resistenza; Immunità al dolore; Pelle dura come Roccia)

    The Training:
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    Like a Lighting

    Il combattimento potrebbe giungere a livelli critici, la cui unica possibilità di vittoria si riduce ad uno scatto, che deve essere bello potente per giunta.
    Il potere del fulmine ha donato a Ted la capacità di spostarsi alla sua stessa velocità, ma nessun corpo umano reggere un simile attrito con l’aria, per questo Carter prima di usare questa mossa riveste il suo corpo d’energia, che userà come scudo durante tutta la durata dello scatto.
    Consumo: Variabile (Basso/5m).

     
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    Anche se un po' me l'aspettavo, rimango comunque sorpresa dall'efficienza di questo armadio nero che, in pochi istanti, spazza via la coppia a guardia dell'entrata del covo. Quei muscoli portano un peso non indifferente, eppure questo pugile da strapazzo si è mosso talmente velocemente... che quasi non riesco a seguirne i movimenti. Inizio davvero a temere per la mia incolumità, contro questo tizio non avrei nessuna possibilità. Ma in che guaio mi son cacciata? Il mio buonsenso di soldato è andato letteralmente a farsi benedire, sono stata avventata nel prendere questa decisione e adesso sto maneggiando una vera e propria bomba a orologeria, che potrebbe esplodere da un momento all'altro. Però forse c'è anche qualche lato positivo... magari potrei sfruttare l'impulsività di questo tizio per fargli fare tutto il lavoro sporco per me. Potrei anche riuscire a non mostrare nemmeno la mia faccia.
    Niente male.
    Commento mentre mi avvicino, guardandomi attorno per controllare la presenza di altre guardie che, per fortuna, non ci sono. Di sicuro però il trambusto è stato tanto e qualcuno potrebbe essersi insospettito, vorrei proprio evitare che gli schiamazzi si trasferiscano all'esterno, quindi è meglio entrare il prima possibile per accorciare il più possibile i tempi. Ed è in quel momento che mi viene un'idea... potrebbe essere solo un pregiudizio, ma in genere le persone dello stesso colore tendono a difendere l'onore dell'altro anche se magari non si conoscono. Non so come funziona, in Russia non c'erano neri, ma a volte qualche giallo.
    Questi tizi sono famosi per prendersela con... ecco, con le persone di colore. Non li sopportano proprio...
    La butto li, mentre con lo sguardo invito il mio “amico” a iniziare a scendere. Ci sono stata tempo fa e da quel che mi ricordo, oltre la scalinata c'è un lungo corridoio che conduce a una stanza più ampia, un sorta di bettola con tanto di bancone, oltre il quale si trova l'ufficio dei due boss... ma prima di arrivare a loro ci saranno almeno dieci idioti che in qualche modo dovrebbero difenderli, facendo praticamente da muro di carne. Ma ovviamente non valgono nulla, anche se dalla loro hanno davvero parecchi soldi... se sono riusciti ad arrivare ai miei costosi servizi. Ah, questa cosa mi darà un brutto nome, lo so già.

     
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    Ted Carter



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    Questi tizi sono famosi per prendersela con... ecco, con le persone di colore. Non li sopportano proprio...

    Un sopracciglio, nient’altro si mosse in Ted.
    Lo sguardo era ancora perso sul corpo del secondo uomo che aveva steso, sembrando quasi volesse osservare i motivi della giacca usurata che indossava.
    Voltò il volto verso la Russa, con una tale velocità che se fosse stato un pugno, un osso lo avrebbe rotto al momento dell’impatto.

    ”Credi forse che aizzandomi possa diventare più efficiente? Non usare questi trucchi da quattro soldi con me … donna. Tu stai usando me, tanto quanto io sto usando te. Se sono qui è proprio grazie al tuo aiuto. Quindi vedi di collaborare oppure …”

    Il destro si alzò minaccioso, come la scure di un boia, rivelando vene gonfie e pulsanti sul dorso.
    Era stato trattato tutta la vita come un’idiota, ma non avrebbe permesso che succedesse di nuovo. Qualcuno lo aveva sicuramente sfruttato per altri obbiettivi, ma probabilmente Ted non aveva sgarrato proprio perché interessavano anche a lui.
    La frase della giovane sicario, erano state come un colpo di frustino di troppo sulla schiena di un cavallo: Inaccettabile.
    Ma non si sarebbe infuriato per così poco, i veri nemici erano altri, ma voleva mettere in chiaro fin da subito la sua morale, in vista di altre cooperazione future.

    La porta si aprì in maniera rocambolesca e rumorosa, rivelando l’ennesima faccia da malvivente che Merovish poteva offrire dal suo repertorio di base.
    Non un rumore, non un lamento e il pugno di Ted mandò al tappeto anche quello.

    ” … un destro così te lo becchi anche te.”

    Sorrise ed entrò.
    Era il momento di fare ciò che sapeva fare meglio: Casino.
    Si trovò davanti una lunga scalinata, ma l’energia gli fece captare altre nove presenze, tutte dirette verso di lui.
    Quando si manifestarono davanti a lui, ben tre delle guardie erano dotate di mitraglie, armi dall’elevata potenza di fuoco.
    Carter, per loro sfortuna, odiava profondamente le armi e l’avrebbe chiaramente fatto capire.
    Mentre scendeva le scale, rapido come una cascata, ricoprì il suo corpo con una strana gelatina ocra, che sembrava uscirgli direttamente dal corpo.
    Una specie di marmellata fatta in casa.
    Quando si trovò oltre la soglia di confine, tutti e tre i malviventi aprirono il fuoco, ma le pallottole non riuscirono a perforare in alcun modo la protezione del pugile, che nel mentre aveva avuto il tempo di preparare la sua mossa successiva e di avvicinarsi tranquillamente.

    Entrambe le mani erano coperte dalla stessa sostanza che aveva bloccato i proiettili, ma di un colore più vivace, molto simile ai figli d’erba in primavera.
    Dei pugni scattanti volarono sui primi tre armati di mitra, ma anche su quelli proprio dietro, muniti soltanto di catene e mazze.
    Caddero al suolo quasi all’unisono, producendo un rumore assai appagante per il pugile.
    Il problema erano gli ultimi tre, che invano, provarono ad attaccare l’enorme figura con le spranghe e i coltelli, ricevendo una razione pari ai loro predecessori, anche se in minor potenza, di pugni.

    ”Questo è un nuovo record per il vecchio Ted. Però adesso a te l’onore di anticiparmi bellezza.”

    Con un breve inchino invitò la Russa ad entrare nell’ufficio di uno dei due Boss, assestando un’altro pugno a un povero sprovveduto che non era svenuto subito.




    Ted Carter
    Stato fisico: Ottimo
    Stato mentale: Finalmente si mena
    Mana: 90 %

    Riassunto: Ted questa volta decide di usare qualche mossa del suo repertorio, prima fermando i proiettili con una difesa bassa, che sommata anche ai vari power-up di Armatura naturale e il bonus alla Resistenza, gli permettono di bloccare quasi tutto. Poi attacca con una serie di pugni a medio. Gli ultimi usa qualche pugno normale.

    Passive:

    The Energy:
    -(+10% mana; Rigenerazione corpo (Only Gdr); Anti - Sanguinamento; Auspex: Radar; Maschera dell’Anima)

    The Champion:
    -(+50% Forza; +50% Agilità; +50% Resistenza; Immunità al dolore; Pelle dura come Roccia)

    The Training:
    -(Resistenza alla fatica; Telepatia con il Pet; Vista condivisa)

    No Damage for Ted:

    L’energia interna di Carter può fuoriuscire a suo comando, questa cosa viene utilizzata per lo più per potenziare i propri attacchi o per manipolare il potere elettrico di cui è dotato. Ma delle volte vi è anche la possibilità che il pugile utilizzi l’energia come mezzo di difesa, se difatti lo necessita, il suo corpo verrà ricoperto da uno spesso strano di materiale non definito di color ambra. Questa armatura lo proteggerà da attacchi di natura fisica e magica.
    Consumo: Bassa

    Die Bastard:

    Sicuramente una delle mosse più semplici, a livello teorico, nel repertorio di Ted.
    Entrambi i pugni inizieranno a illuminarsi con una speciale energia verde, che potenzierà una sequenza di colpi più o meno variabile. Utile da usare in un combattimento corpo a corpo.
    Consumo: (Basso/4, Medio/6, Alto/8, Critico/10)


     
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  11. _MajinZ_
     
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    E io che pensavo di riuscire a far incazzare ancora di più il mio compare, invece mi sa che ho preso un bel granchio. Che ne so io come funzionano queste cose, ho sempre pensato che tra di loro ci fosse un certo codice, che li spingeva a difendere il loro onore... ma sembra che mi sia sbagliata. Alzo le mani, ammetto l'errore. Non voglio beccarmi un cazzotto della potenza di una cannonata dritto in faccia, anche se sono un soldato ci tengo al mio aspetto, ma soprattutto tengo molto alla mia vita. Cercherò comunque di tenere a mente che i neri non sono poi così stupidi come li dipingono: mi sa che sarò costretta a ricredermi.
    Va bene, ho capito.
    Ad ogni modo rimango qualche passo indietro, lo lascio entrare per primo in modo che possa sfogarsi per bene... ma non passa più di un secondo, che quegli stupidi la sotto aprano il fuoco. Poveracci, provo quasi pena per loro. Quando mi affaccio di sotto, infatti, vedo tutti quegli idioti a terra e il mio Campione ancora in piedi, come era ovvio che fosse. Non ho mai dubitato di lui, fin dal primo momento in cui l'ho visto, anche se non ho mica digerito la sua sconsiderata entrata in scena... potevamo risparmiarci tutto questo. Alla fine decido comunque di scendere, non posso starmene mica con le mani in mano e anche io voglio fare la mia parte. Devo dimostrare che anche io non sono inferiore a nessuno.
    Che lavoro grossolano, non ci vai proprio per il sottile.
    Lo critico un po', non posso mica dirgli di essere soddisfatta. Far sentire la mia voce comunque serve a qualcosa, infatti proprio in quel momento, la porta dell'ufficio si apre e uno dei miei ormai ex datori di lavoro fa vedere la sua faccia. Non sa bene che fare, ma appena mi vede pensa bene di fare un passo indietro, chiudendosi nuovamente all'interno del luogo che al momento ritiene più sicuro. Povero idiota. Scatto rapidamente in avanti mentre estraggo le spade, entrambe, le quali iniziarono a brillare di una luce rossa sempre più intensa, che poi inizia a virare verso il bianco: sono incandescenti. Arrivata davanti alla porta non faccio altro che conficcare le lame nella porta, attraversandola come burro fino a raggiungere la sorpresa appena dietro: l'idiota non riesce neanche a lamentarsi, mentre l'attacco taglia a metà il suo cuore e chissà cos'altro. Non esce neanche una goccia di sangue.
    Prego.
    Estraggo le spade dalla porta, sentendo solo un tonfo dietro di essa. Invito poi il mio amicone a proseguire, il lavoro infatti è appena iniziato.

     
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    Ted Carter



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    Che lavoro grossolano, non ci vai proprio per il sottile.

    Sorrise beffardo.
    Non erano molte le opzioni di cui disponeva se non le botte e i fulmini, che stava accuratamente cercando di evitare in vista del suo prossimo scontro all’Arena.
    Anche i campioni avevano i loro segreti.

    I lamenti dell’uomo che si accasciava dietro la porta scossero per Ted, che volse per un’attimo il suo sguardo alla mercenaria.
    Uccidere era nella natura della Russa, mentre nel cuore di Carter vi era un’eterno buonismo.
    Quella gente che aveva steso con grande facilità, poteva aver rubato per tutta la vita, uccidendo a sua volta e facendo perfino cose peggiori. Ma il pugile ci credeva, ci credeva fermamente che anche loro si sarebbero potuti pentire dei propri peccati.

    ”Ognuno di noi sbaglia e commette errori. Perché allora ucciderli?”

    Con passo calmo, come se avesse paura di cadere da un momento ad un’altro, si avvicinò alla ragazza.

    ”La vecchia scuola … poche volte delude. Mentre venivamo qui avevi detto che i tuoi datori erano due. Mi devo forse preoccupare per il secondo?”

    Studiando quale fosse la migliore angolazione per rompere la porta con un pugno, il suo occhio cadde nuovamente sul corpo della giovane.

    ”Stavo pensando, finita la missione potremmo andare a prenderci qualcosa da bere?! Ho una sete tremenda. Deve essere colpa di questa afa tremenda del Sud.”

    Ispirò rumorosamente, come a concentrarsi , e tirò un potente colpo alla porta, la quale, venne scardinata dalla energia del pugno.
    Fatto questo, il pugile, entrò con un’espressione assolutamente neutra nella stanza.

    ”Stiamo tutti buoni e nessuno si farà male. Tranne quello che è appena morto. Non è buona educazione sbattere le porte in faccia alla gente incazzata … nera.”




    Ted Carter
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  13. _MajinZ_
     
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    Mi sento quasi in colpa a proseguire, questa mancanza di una qualsiasi forma di resistenza rende il tutto fin troppo semplice... e a me piacciono le sfide. Purtroppo però non si può sempre ottenere ciò che si vuole, a volte bisogna sapersi accontentare, anche se avrei preferito di gran lunga guadagnare i soldi che mi avevano promesso. Il mio amicone qui presente, però, ha pensato bene di mandare tutto quanto a puttane e in qualche modo dovrò pur divertirmi in qualche modo. Certo, questo non è il più bello spettacolo a cui abbia mai partecipato, ma piuttosto che portare a termine un lavoro in modo perfetto e diligente, preferisco fare l'ingorda e prendermi l'intera torta, invece della singola fetta che non è in grado di saziarmi. Sono sicura che in questo modo, le mie entrate saranno davvero importanti... ed è proprio ciò che mi serve. Ad ogni modo rimango abbastanza stupita dalla proposta successiva e non so bene come reagire.
    ...prima finiamo il lavoro, poi si vedrà.
    Esito, a dire il vero non ho mai pensato a cosa fare dopo. Questa è la prima volta che qualcuno mi fa una proposta così spensierata, senza badare molto alla situazione in cui ci troviamo al momento o dell'intera globalità della vicenda e questo mi destabilizza. Cerco quindi di concentrarmi sul lavoro che dobbiamo completare e osservo la porta volare letteralmente via, finendo dritta dall'altro lato della saletta. Questi stupidi non hanno neanche pensato a una via alternativa per scappare e adesso eccoli li, uno già morto e l'altro seduto su un divanetto, tremante mentre si fa scudo con due galline a cui avevano promesso chissà cosa. Mi fanno quasi tenerezza, quelle due. Invece di lottare scelgono la via più facile, sfruttando il loro colpo nella maniera che più si addice a quelle persone senza nessuna dignità.
    Mi fate schifo. Non dovevo neanche scomodarmi a venire qua... che seccatura.
    Tutto a un tratto la mia espressione cambia, tanto che si può leggere il disgusto sulle mie labbra. Queste persone sono talmente inutili che mi è passata la voglia di ucciderli. Senza aggiungere altro mi avvicino a una scaffale li accanto, ficcando qualche gioiello all'interno di un sacchetto di cuoio, mi prendo almeno la mia parte e forse qualcosa di più. Il mio sguardo non si posa sulla spazzatura, ma mi rivolgo all'armadio.
    Direi che il lavoro è concluso... fai quel che più ritieni giusto.
    Aggiungo infine, per poi muovermi in direzione dell'uscita, visibilmente infastidita. Al momento ho troppi pensieri per la testa, non so cosa fare e tutta questa situazione mi sta facendo riflettere. Forse... forse uccidere sempre, alla fine, non è poi così giusto.

     
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    Ted Carter



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    "Mi fate schifo. Non dovevo neanche scomodarmi a venire qua... che seccatura. Direi che il lavoro è concluso... fai quel che più ritieni giusto"

    Ted guardò le due ragazze e l’uomo.
    Non era la prima volta che si ritrovava in una situazione come quella, si poteva invece dire che una scena come quella l’aveva già vissuta.
    L’ultima volta che aveva avuto a che fare con un malavitoso fu per una questione di soldi.
    Anche lui aveva due giovani ragazze attorcigliate attorno al suo corpo e se ne stava sicuro in un piccolo stanzino. Ma lo sguardo dell’uomo davanti a lui era diverso da quello del suo passato. Non era sicuro o spavaldo, ma anzi, aveva paura di lui e lo osservava con terrore.
    Lo stesso valeva per le due giovani.

    ”Qualunque cosa …”

    Si tolse i guantoni e si avvicinò ai tre. Ogni suo passo era una miriade di brividi lungo le loro schiene.
    La faccia corrugata del nero era severa e decisa.

    ” … voglio darvi una seconda opportunità. Ripulite questo posto e fatelo diventare un luogo sicuro per i bisognosi di questa città. Loro ne hanno bisogno quanto voi, perché voi avete sbagliato in maniera terribile. Ma vi lascio comunque la possibilità di rimediare, di purificare le vostre anime e di non finire morti ammazzi come quello dietro di me. Io non vi conosco e non c’è bisogno che sia così. Vi do comunque la mia fiducia.”

    Si guardò attorno, come spaesato e seguì la russa.
    Doveva tanto alle persone che gli avevano concesso una seconda possibilità permettendoli di arrivare fino a quel momento, lui stava semplicemente facendo lo stesso con tutte le altre persone che aveva incontrato.

    ”La vita è brutta Ted …”, gli diceva sempre suo fratello, quando passavano da un ghetto ad un’altro, ”… non c’è bisogno di renderla ancora più dura. Perdona il prossimo anche se quello che ha fatto ti ha ferito.”

    Si passò una mano sulla barba.
    Il discorso di suo fratello non era sbagliato, ma sarebbe stato abbastanza forte da poter perdonare tutti? Sicuramente vi era qualcuno che non sarebbe riuscito ad inserire nella lista del suo buonismo.
    Mentre risaliva le scale sperò di non doverlo incontrare mai.

    ”Allora culo bello, io conosco un posticino affatto male per farsi una bella bevuta. Che ne dici?”

     
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  15. _MajinZ_
     
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    Attraverso il corridoio e mi sento triste, svuotata. Non c'è nessuna soddisfazione a vincere così facilmente, tutta questa gente non sa nemmeno cosa sia la dignità e si vendono per qualche soldo, cercando la vita migliore che probabilmente non avranno mai e poi mai. E' bastato calcare di poco la mano per farli scappare via a gambe levate, anche se probabilmente a causa della loro stupidità ricadranno nello stesso errore... anche se la prossima volta potrebbe non andargli così bene, magari potrebbero incontrarmi quando sono davvero di malumore e allora si che sarebbero cazzi. Questa volta però non so cosa mi sia preso, potevo ammazzarli con assoluta facilità, però ho esitato. Non mi succede spesso, ma questa volta ho visto la loro pochezza e quella vita orrenda a cui non ho voluto aggiungere nessun'altra pagina spiacevole. Anche se forse sarebbe stato meglio porre fine a tutto ciò. Chissà, magari mi sto rammollendo... non reagisco neanche quando il mio compare si complimenta, a suo modo, per il mio bel culo. Mi fermo sulla scalinata e mi volto, continuando a far saltare il sacchetto di gioielli sul palmo della mano.
    Non ho visto nessun bel locale qui a Merovish, e ci vivo da un po'.
    Commento così la sua proposta, però poi sorrido. Questo tizio sarà anche rozzo, ma credo che non ci sia stato mai nessuno che mi abbia fatto dei commenti sinceri e non volgari, quelli che mi rivolgono il più delle volte in questa merdosa città. Una bevuta posso anche concedergliela, giusto per ripagarlo del favore.
    Ci sto, però offro io.
    Pagare mi sembra il minimo, io voglio sempre saldare i miei debiti e non accetto un no come risposta, non sono la tipa che lascia le cose in sospeso. E poi non lo ringrazierò mai esplicitamente, però voglio che sappia che gli sono grata... in qualche modo. Alla fine comunque esco fuori, ritorno in mezzo alla merda ancora una volta... anche se mi sembra meno asfissiante, mi sento quasi più leggera. E non riesco a spiegarne il motivo.

     
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15 replies since 21/8/2016, 16:19   227 views
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