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Ted Carter
Uscendo dal rifugio sotterraneo, una nuova ondata di caldo lo investì con forza. Riusciva perfettamente a resistere al caldo del Sud, ma era abituato alla brezza leggera che provava a Laputa e lo sappiamo bene, l’abitudine può essere talvolta perfino un nemico.
Si affiancò alla compagna di incursioni e studiò i vicoli davanti a lui.
La sua vita era devoluta al bene, o almeno a quello che lui credeva tale, ma Merovish gli ricordava molto la sua casa d’infanzia sulla Terra.
”Sei fortuna allora. TI sto per portare in un posticino niente male, lo gestisce un mio vecchio amico sai?! Mi hanno detto che si chiama la “Quinta Bolgia”. Ma che resti fra di noi, mi hanno anche detto di non dirlo a nessuno.”
Ennesimo sguardo complice, il terzo in quella giornata.
Forse stava tirando troppe occhiate in quel modo, avrebbe dovuto smettere prima di sembrare noioso.
In lontana si sentiva ancora il rumore del mercato, le parole della gente che vendeva e comprava ai banchi sulla strada.
Non riuscì a non sorridere.
Aveva appena sgominato una banda di criminali con pochi colpi, dispensato perle di buonismo e il tutto veniva chiuso da una bella birra. Erano momenti come quello che gli riscaldavano il cuore, ancora di più di quanto non facesse il deserto sopra di loro.
”Ti avverto però … bevo tanto.”.