[LAM] Nuove Alleanze (Parte I)

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    Un altro degli interlocutori li presenti catturò la sua attenzione, provocandogli un’emicrania ben più forte di quella che aveva provato poc’anzi con l’Ambasciatore. Si trattava di un individuo dall’aspetto piuttosto bizzarro, ma decisamente familiare nei tratti anche se – per certi versi – decisamente diverso da qualsiasi cosa avesse visto altrimenti. E fu ancora un altro ricordo a destargli ancora più fastidio, perché decisamente personale e forse legato a doppio filo con gli eventi che lo avevano portato a quella repentina ed atipica amnesia.
    I tratti in principio erano molto indistinti, ma la figura si presentava ben più grossa ed imponente del figuro che aveva davanti: il tratto che li univa, per certi versi, erano le orecchie la coda, molto simili tra loro. Dovevano appartenere a due specie molto vicine, questo era innegabile; allo stesso ceppo. Due demoni senza qualsiasi ombra di dubbio.
    Cercò di non stare lì a pensarci troppo, ma quel ricordo cercava di farsi strada con inusitata violenza nella mente, come se volesse riaffiorare forzosamente provocando invero un indicibile dolore nella mente dello Scorpione; ma c’era un’altra verità: lui aveva già visto quell’individuo e, in collegamento a lui, anche l’Alfiere non era poi così sconosciuto. Non ricordava però né dove né quando doveva averli incontrati, né in quale particolare circostanza; sapeva soltanto che avevano qualcosa di familiare e si era come risvegliato qualcosa dentro di lui, come se tutto ad un tratto potessero essere un tassello fondamentale di un grande, immenso puzzle.

    Cercò di non pensarci ed invero fu proprio il saluto di quell’individuo a spezzare il filo dei suoi pensieri, portandolo saldamente alla realtà. Yoko aveva detto di chiamarsi, ma ad essere onesti non ricordava nessuno con quel nome. Forse la mente continuava a giocargli dei brutti scherzi o forse era lui che stentava a credere ai segnali che giocoforza il suo inconscio gli stava inviando. La fronte, frattanto, si era impregnata di sudore e le gote sembravano essersi colorite ancora di più senza alcun controllo da parte sua; cercava di controllare il respiro fattosi di colpo più pesante. Non sarebbe stata poi una così cattiva idea strapparsi la cravatta ed il colletto della camicia, ora ancor più stretti che in principio.
    In qualche attimo cercò quindi di riassumere un tono decente, sperando che i presenti non si fossero accorti dei suoi turbamenti, mostrando un sorriso di circostanza e cercando sempre più il contatto con la mano della sua dama, al fine di trarne beneficio se non fisico almeno psichico. Sperava che la vicinanza con la sua signora potesse in qualche modo alleviare le sue pene, ed aiutarlo a ricordare serenamente: buono o brutto che fosse, un ricordo era sempre un ricordo e la memoria – gli era stato insegnato – era un dono troppo prezioso ed importante per essere perduto così miseramente.

    Rispose al saluto del demone-volpe con un cenno, chinandosi leggermente in avanti come si confà a due gentiluomini.
    Dato che la turnazione è libera, ho approfittato per fare un ulteriore post. Spero non dispiaccia, ma ne ho bisogno al fine dell'amnesia di Amon che già conoscete. :) Non ricordo se nella sala grande il mio personaggio ha effettivamente interloquito con i vostri, ma se non vado errato Amon deve avervi almeno visto in quella circostanza che è legata poi alla sua morte.

    Inoltre, con Drusilia c'è ancora quella giocata in sospeso su Laputa. Nel dubbio, dato che non è ancora stata conclusa per la mancanza della gargolla, per il momento la taccio :D
     
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    -Avanti.-
    A quelle parole, provenienti da una voce sconosciuta, le porte del palazzo si spalancano, rivelandone gli interni che ho in realtà già visto qualche tempo fa. Tuttavia, forse perché sono giunto qui in modi e vesti diverse, devo dire che la sensazione generale è abbastanza diversa: qualcosa a metà fra il recarmi al Magisterium o a Palanthas e l'essere chiamato nell'ufficio di Drusilia per qualsivoglia motivo.
    Diciamo che è molto meno losco dell'altra volta.
    Ad accoglierci ci sono solo due persone: la stessa Yoe, risvegliatasi di recente proprio dopo che il capogilda mi ha parlato di lei e della natura sua e dei suoi fratelli, e Amon, il quale è in qualche modo sopravvissuto all'attacco del drago. Qualcosa in cui non speravo così tanto, ad essere sincero, ma non mi dispiace poterlo vederlo ancora in piedi.
    -Questa è la Reggia Oltre la Figura, la roccaforte dell'Ovest presso Kijani Fahari, e io ne sono la Guardiana. Shui Yoe Tu è il Mio nome, la Signora del Bosco, e questi è Amon, che il bosco ama.
    Vedo, fra voi, volti assai noti, ma di altri ignoro il nome e il ruolo: chi siete voi? Altri ancora devono giungere?
    -

    Ed ecco (credo) svelato il mistero: il Kijani Fahari, da quanto ho capito, ha una propria volontà, e questa deve aver deciso che sarebbe valsa la pena salvare la vita al suo Guardiano. Questo, o un'enorme botta di fortuna con il drago.
    Lascio che siano gli altri a presentarsi prima di me, a partire da Quarion il quale, osservo, nel salutare non è poi tanto diverso da un cane. Solo, al posto di annusare i reciproci deretani, l'Ambasciatore si limita a leccarli senza il benché minimo ritegno. Quindi la diplomazia sarebbe anche questo?
    Più breve e informale è Drusilia, la quale ha però dalla sua una posizione gerarchica un tantinello superiore sulla quale potersi adagiare. Simion si limita ad imitare Quarion, mentre Saddler...
    « Ciao! »
    ...Beh, Saddler è perfino un po' troppo informale, credo. Sembra il classico ragazzino che cerca di fare il ribelle a tutti i costi. Dalla sua, egli pure ricopre a propria volta una carica abbastanza alta da, immagino, poterselo permettere.
    « Buongiorno, mi chiamo Gaspode. Piacere di conoscerti. »
    Mi giro quindi verso il Guardiano.
    « Buongiorno anche a te, Amon. »
    Non aggiungo altro, per il momento.



    Edited by Kuma. - 13/1/2017, 01:22
     
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  3. Shui Yoe Tu
     
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    Uno ad uno, la Signora del Bosco li osservò tutti mentre Le si presentavano, gli occhi verdi di foglie essendo come l'onda del mare che, piano, tocca poi tutte le rive. Col capo mostrò assenso e benevolenza all'ambasceria di Laputa, in una compostezza che stupì per fino Lei stessa, e non seppe dire quale ne fosse il motivo: forse a causa del risveglio dalle Cose che Sono? O, forse, poiché quella era, nei fatti, la prima volta che la Dama era stata chiamata a comportarsi da padrona dei propri territori?
    Non se ne curò poi molto, lasciando che le presentazioni si concludessero, e quando tutti ebbero cessato di parlare, la Guardiana indugiò un ultimo istante su Drusilia, che vedeva, ora, essere una creatura tutta nuova: era asciutta nei modi, quasi severa; aveva la forza di un comandante e la grazia di una regina. Le sorrise, come fosse soddisfatta del cambiamento, e parve, poi, scambiare un gesto d'affetto, un sorriso diverso e più dolce, d'amante, con il gemello dell'Alfiere, Suo compagno di molte e molte notti.

    -Molto bene.-
    Disse, la voce dolce come l'abbraccio di una madre
    -Se, come dice Quarion, le questioni sono davvero urgenti, non indugiamo oltre, allora, poiché Kijani Fahari ha bisogno d'aiuto.-

    Sciolse la posture ch'aveva col suo amato Amon, e si mosse subito, invitando tutti a seguirla dietro la scalinata; più simile alla regina che alla padrona di casa, Shui Yoe Tu sembrava mostrare agli ambasciatori i Suoi possedimenti, tanto regali erano i suoi gesti e la fiera postura, piuttosto che scortarli in una semplice stanza. Aggirate le scale, una grande porta stava chiusa, i battenti di lucido legno nero, intarsiati di foglie smeraldine; l'aprì, ed ecco, agli occhi dell'ambasceria, schiudersi una stanza ben diversa dall'ingresso della Reggia: ampia e spoglia di mobilio, se non per un grande tavolo al suo centro, a forma di conchiglia. Tale era, infatti, in tutto l'aspetto, perché il legno chiaro che lo sorreggeva, non aveva che qualche occasione d'essere visto, tanto soffocato dalle numerosissime conchiglie che vi erano attaccate alle gambe; persino la tavolata era formata da questi figli del mare: sulla struttura lignea stavano mille e mille pezzi come a mosaico, brillando tenui alla luce della lampade del soffitto, le quali non erano altro che enormi conchiglie attorcigliate e pendenti, e la luce che emanavano pareva il riflesso del mare.
    Simile al tavolo erano le molte sedie, dodici per l'esattezza: cinque per lato, tutte uguali; dove il tavolo terminava dritto, al fondo della conchiglia, ve ne erano due diverse, più simili a troni; uno di questi aveva anche disegni di foglie, laddove l'altro non era che le versione più regale delle normali sedie. Dietro queste, e perciò al lato opposto della porta, le pareti lucide di madreperla, come fossero un'unica, grande, conchiglia tonda, scorreva bella e tintinnante una cascata la quale, dopo aver toccato terra, scorreva sotto il pavimento trasparente della stanza, andando ad alimentare l'acqua del grande Lago che stava attorno alla Reggia e nel quale nuotavano molte creature grandi e piccole; su tutta la circonferenza della sala stavano piccole piante, di quelle che la costa salmastra lascia crescere, sicché l'aria era fresca e densa di aromi e, se prima, all'ingresso della Reggia, era come se trovarsi in un bosco, ora sembrava di trovarsi al tempo sulla costa e dentro il mare.

    La Signora restò sull'uscio, e non prese posto finché tutti non fossero entrati e avessero scelto dove collocarsi, evitando, come era auspicabile, i due scranni più grandi in fondo alla conchiglia e davanti la cascata, che appartenevano a Lei e al Suo amato; di nuovo, si inchinò a tutti quelli che Le passavano davanti per andare a sedersi ma, quando passò Quarion, con la mano volle accarezzare la sua; fu quando, però, passò Drusilia, che la Guardiana parlò:

    -Sei diversa ora: sei un donna e un generale fiero.-
    Le disse a bassa voce, col viso compiaciuto e affettuoso
    -Mi piaci. E scommetto che Yang sarà stato molto felice quanto ti ha visto.-

    Strizzandole l'occhio, non la trattenne più sull'uscio. Dunque, quando tutti furono seduti, Ella pure entrò, la porta chiudendosi da sola, e prese posto sullo scranno intarsiato di foglie, alla cui destra, sull'altro, sedeva il suo amato Amon; senza indugiare oltre, prese un momento parola, segnando, così, l'inizio dell'ambasceria:

    -Eccoci in un ambiente più consono.-
    Sorrise, bellissima come gli alberi in fiore
    -Parlate, dunque, perché molto sono curiosa di sapere le notizie che portate.-

    Non un comando, ma un gentile invito a cominciare i lunghi discorsi: cosa si sarebbe deciso e detto, la Guardiana ignorava del tutto; sapeva soltanto che Kijani Fahari era rimasto troppo a lungo senza una protezione e un Potere che lo nutrisse, e non desiderava altro che cambiare, una volta e per sempre, questo stato delle cose.
    Ora che, finalmente, s'era svegliata, qualunque cosa toccasse il bosco, avrebbe dovuto affrontare l'ira della Seconda.

     
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    Undarm, Palazzo di Yoe.
    Presidio Occidentale, Endlos.

    -Molto bene. Se, come dice Quarion, le questioni sono davvero urgenti, non indugiamo oltre, allora, poiché Kijani Fahari ha bisogno d'aiuto.-

    La Lady del Bosco, sciogliendo la postura assunta con il suo Guardiano, invitò tutti a seguirla per la scalinata che li avrebbe infine condotti in un'enorme sala spoglia, occupata solo da un enorme tavolo a forma di conchiglia e dodici sedie ad esso abbinate. Entrando in quella curiosa ala di palazzo, Drusilia riflettè riguardo i particolari gusti della Guardiana in fatto di ornamenti, sicuramente semplici poiché naturali... eppure estremamente elaborati nel complesso; di fatto, sebbene l'avesse costruita da Ufficiale, quella magione dava piuttosto l'idea di una reggia. Ciò nonostante -sebbene non amasse quel genere di cose- l'Alfiere Errante non poté darle realmente torto: il Presidio Occidentale, scosso dal caos, dalla guerra e da una concentrazione di tecnomanti assurda quanto spietata, aveva sempre avuto necessità di un posto come quello. Forse per bilanciare o per dare speranza lì dove era stata soffocata con violenza, gli abitanti di quelle terre dovevano sapere dell'esistenza di quell'Eden meraviglioso e selvaggio, di una natura antica, ormai perduta e stuprata con fumi ed acciaio. Dovevano sapere che lì dimorava un Ufficiale ed una Regina. Una vera e legittima, non certo degli usurpatori arroganti. Le genti dell'Ovest dovevano essere a conoscenza di tutto ciò che Drusilia ammirava in quel momento, così che avessero ben chiaro per cosa avrebbero dovuto combattere.
    Ma qui si sfociava sulla politica estera e l'Alfiere Errante non era lì per quello.

    -Sei diversa ora: sei un donna e un generale fiero.
    Mi piaci. E scommetto che Yang sarà stato molto felice quanto ti ha visto.-


    Arrossì, voltando lo sguardo con aria severa.
    Era sicura che quel momento avrebbe dovuto infastidirla in qualche modo, turbarla. Eppure a sconvolgerla fu lo scoprire che -dopo tanti anni- nemmeno ricordasse la ragione delle loro ostilità. Per una decade aveva affrontato numerose apocalissi, invasioni, guerre fratricide e molto altro: impressioni o visioni diverse a quel punto non erano altro che granelli di sabbia in confronto al vero dolore, spazzati via dal tempo che corrodeva e portava via ogni cosa. Magari, dopo un lungo dormire, Yoe si era svegliata esattamente come prima... eppure Drusilia aveva vissuto. E la vita -si sa- cambia le persone, in un modo o nell'altro.

    -Eccoci in un ambiente più consono. Parlate, dunque, perché molto sono curiosa di sapere le notizie che portate.-


    Una volta accomodati, il Magister Simion cercò lo sguardo dell'Alfiere, come a chiedere la parola. Drusilia acconsentì, e per questo lui si alzò quando furono tutti seduti, chiarendosi la voce ed iniziando il suo discorso.

    -Considerando che, come posso felicemente notare, il qui presente Amon sia ancora vivo, c'è la possibilità che siate giunta a conoscenza della presenza di un portale nel vostro bosco. E' un avvenimento recente: per tal ragione mi ero preoccupato di inviare degli esploratori -fra cui lo stesso Gaspode- ad indagare: la sua comparsa ha infatti generato un'onda d'urto innocua ma ben percepibile anche su Laputa. La ragione per cui ce ne siamo interessati è che non si tratta del primo caso: anche sulla nostra isola, in particolare nel Latifondo, è accaduto qualcosa di simile. Abbiamo anche avuto modo di analizzarlo e, grazie all'aiuto di questo Aviatore e dei compagni di viaggio, siamo riusciti a comprendere che conduce su una luna endlossiana. Il Naos, per la precisione. Lascio comunque a lui i dettagli dell'impresa, qualora vi interessasse.

    Prendendo il respiro, lanciò un sorriso affabile verso il bastardino, per poi continuare.

    -Sebbene un evento naturale non desterebbe preoccupazioni eccessive, è facile pensare che si sia trattato di una mano senziente a generarlo, anche se la ragione ci è sconosciuta- continuò con fare pacato -Ciò che vorremmo domandarle è il permesso di inviare un gruppo di nostri studiosi nelle immediate vicinanze, così da studiarlo e... contenerlo. Mi è stato infatti detto che una creatura mostruosa si aggirasse nei pressi del nostro oggetto di studio, e non è chiaro se venisse dalla luna o rischiasse di entrarci. Sta di fatto che trascurarlo potrebbe essere pericoloso per tutti.

    Delegazione

    Turni liberi prima del mio post successivo: essendo un dialogo è possibile saltare il turno, qualora non si desideri intervenire.
    Di seguito inserisco comunque cosa sanno i vostri pg.

    Kuma: sostanzialmente tutto ciò che hai vissuto con Gaspode, dalla prima missione del Naos a quella del Bosco immediatamente successiva. Ho volutamente tralasciato dettagli in modo da farti intervenire, qualora volessi.

    Silver: a te la scelta se essere a conoscenza (immagino di si) del Progetto Naos di Dan, essendo Yoko il Prorettore del Magisterium. Dan ha sostanzialmente detto tutto, a parte che la magia del portale stesso e quella esplosa nella sua genesi è di una tipologia molto antica ed estremamente rara, conosciuta solo tramite testi di nicchia molto fantasiosi (anche per i maghi) e mai vista nella concretezza nella(e dalla) scuola di magia endlossiana.

    Per info varie contattatemi pure per via privata =*

     
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    Infine arrivò anche il momento di Gaspode. Certo, non doveva essere poi così inusuale trovarsi davanti ad un cane senziente e parlante, con modi affabili quali quelli di un qualsiasi essere umano – e di certo non sarebbe stata come la sua di reazione, la prima volta che l’aveva visto parlare con i suoi stessi occhi.

    Lo salutò con altrettanta gentilezza, mostrando un lieve inchino anche nei suoi confronti – così come aveva fatto con tutti gli altri, del resto. Non era più così inusuale e strano trovarsi al suo cospetto, ben conscio delle sue potenzialità.

    Buongiorno Gaspode, è un piacere rivederti. ” ammiccò con un sorriso.

    Dopotutto quello che era successo nel bosco era davvero felice di rivederlo ancora integro, sano e salvo.

    __ ___ _________________ ___ __

    Accompagnò nei gesti e nei movimenti la sua dama, facendosi poco più in là così da agevolare agli ospiti all’ingresso ed osservargli così da più vicino, pur senza essere invasivo. Aveva ancora fastidio alla testa ed a malapena – sforzandosi di sembrare abbastanza naturale – mostrava un sorriso, seppure di notevole circostanza. Avrebbe poi chiuso la porta, quando anche l’ultimo ospite l’avesse attraversata, così da seguirli nella stanza successiva ed attendere ancora una volta il proprio turno d’ingresso nel luogo dove il meeting diplomatico avrebbe avuto inizio.

    Restò quindi poco indietro, come a voler chiudere la fila, cercando di sbirciare quale aspetto avesse assunto per quella circostanza la stanza che aveva davanti. Si trattava di una stanza molto ampia, eppur spoglia di particolari se non per il grande tavolo posto nel suo centro, che aveva la curiosa forma di una conchiglia. Un evidente richiamo al mare ed alla sua natura selvaggia ed indomita, certamente una delle sfaccettature che potevano rappresentare al meglio lo spirito della sua signora; eppure al tempo stesso elegante e gentile, come le sue forme prosperose quale simulacro (della perla, protetta da una conchiglia) di una bellezza interiore decisamente intrigante e sicuramente non inferiore a quanto già ostentato con le proprie forme. L’occhio si posò ben presto sulle sedie, gli scranni che avrebbero ospitato gli ambasciatori e tra essi, differenti rispetto agli altri, ve ne erano due che avrebbero invece ospitato la padrona di casa e la sua guardia. Dopo che furono entrati tutti, attese che la sua signora entrasse a sua volta, per poi seguirla verso gli scranni loro designati lasciando che la porta si chiudesse da sola; prese posto alla sua destra assumendo una posizione composta, posando le braccia sul tavolo ed incrociando le dita tra loro attendendo che gli ospiti prendessero la parola dopo il gentile invito di Yoe.

    Il primo a parlare fu il Magister Simion, il quale ebbe l’onere di spiegare la situazione – non prima di essersi sincerato del fatto che Amon fosse sopravvissuto. Evidentemente, come ricordava da quel suo strano sogno prima del risveglio con Yoe, il drago aveva messo a dura prova la sua sopravvivenza tanto da far presagire una sua eventuale morte. Ricordava inoltre la fuga della ragazza con in braccio Gaspode, mentre lui si trovava inerme ed in balia della bestia. Si sentì comunque piccato da quell’affermazione piuttosto scontata, dato che si trovava proprio li davanti ai loro occhi: non serviva a nulla – dal suo punto di vista – una simile precisazione, ma d’altro conto sapeva bene che si trattava semplicemente di un mero riportare i fatti. Nulla di più, nulla di personale. Sospirò quindi distendendo i nervi, cercando di apprendere quanto più possibile sull’intera faccenda, seppure molti aspetti gli fossero ancora oscuri. A quanto pareva, come aveva avuto modo di accorgersi, qualcosa era realmente accaduto nel bosco e lui ne era stato testimone inconsapevole dato che non ricordava neanche il perché e per quale ragione si trovava nudo nel bosco, privo della benché minima cognizione di sé stesso e di quanto lo stava circondando, con la memoria menomata ed una paura matta di morire (ancora, anche se non sapeva di esserlo già stato).

    Tutto il resto di quanto era stato detto era per lui terreno inesplorato: qualsiasi informazione a riguardo di carattere scientifico sarebbe stata per lui informazione superflua e difficile da immagazzinare, ma per lo meno adesso aveva una minima cognizione di quanto stava accadendo. I laputensi erano venuti a chiedere il permesso di studiare quel portale e qualunque altra cosa fosse da esso fuoriuscito. Nulla di più, nulla di meno. A dire il vero, però, Amon era rimasto alquanto perplesso riguardo tutta l’intera faccenda, risultandogli di fatto complicato comprendere perché non fossero giunti sin dal principio a studiare qualcosa di cui avessero già una seppur minima cognizione. Avevano rischiato la vita di due dei loro, nonché la sua, prima di comprendere che la questione fosse più grave ed importante di quanto avessero anche soltanto immaginato. Perché alla fin fine la ragazzina era stata piuttosto chiara al riguardo: era la guardia del corpo di Gaspode ed ora capiva la motivazione di quanto ella andava affermando.

    Il cambiamento, invero, è stato piuttosto radicale e ben più radicato di una semplice conoscenza. ” rispose Amon, prendendo quindi la parola.

    Per me che ho vissuto nel bosco più di chiunque altro, al di fuori della mia signora, è stato facile da capire. Era come se fosse cambiata una parte di me stesso: il bosco era ostile nei miei confronti che ne sono guardiano ormai da tempo; io che ero amico delle sue creature e dei suoi spiriti ero visto come un nemico, nulla più che un ostacolo. Un estraneo. ” proseguì costernato.

    Eppure, in un certo senso, era ancora mio amico. Così l’ho percepito. Potrebbe essere anche questo un effetto collaterale legato a questo evento misterioso? ” domandò infine, rivolgendosi proprio al Magister Simion.
     
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    Doveva ammettere che il Magisterium era attivo come non mai, da un po' di tempo a questa parte.
    Il risveglio di Aciriyar e l'arrivo dei TaruTaru avevano senza dubbio contribuito a ravvivare moltissimo l'ambiente, ma ad incuriosire maggiormente il Demone Volpe era l'improvvisamente rinnovato entusiasmo di chi -come Dan- era sempre stato famoso fra quelle mura per essere uno sfaticato.
    Non che ci volesse trovare a tutti i costi qualcosa di male... certo, i sospetti sulla persona sotto sotto li aveva, ed erano trascorse diverse settimane dall'ultima volta che il damerino biondo aveva inviato una foto della sua fiammella stanca e sbiadita per richiedere delle vacanze.
    Il sospetto c'era, in qualche modo. Ecco perché era lì presente quel giorno in prima persona: un po' perché il suo ruolo lo richiedeva, un po' perché genuinamente incuriosito.
    E... sì, avrebbe potuto leggere i report che periodicamente arrivavano sulla scrivania riguardo quel fantomatico progetto Naos, ma... perché farlo, dopotutto? Sarebbe stato più facile farselo raccontare!
    ...la presa di potere da parte di Shantotto non aveva certo giovato alla sua voglia di lavorare, insomma.

    -Considerando che, come posso felicemente notare, il qui presente Amon sia ancora vivo, c'è la possibilità che siate giunta a conoscenza della presenza di un portale nel vostro bosco. E' un avvenimento recente: per tal ragione mi ero preoccupato di inviare degli esploratori -fra cui lo stesso Gaspode- ad indagare: la sua comparsa ha infatti generato un'onda d'urto innocua ma ben percepibile anche su Laputa. La ragione per cui ce ne siamo interessati è che non si tratta del primo caso: anche sulla nostra isola, in particolare nel Latifondo, è accaduto qualcosa di simile. Abbiamo anche avuto modo di analizzarlo e, grazie all'aiuto di questo Aviatore e dei compagni di viaggio, siamo riusciti a comprendere che conduce su una luna endlossiana. Il Naos, per la precisione. Lascio comunque a lui i dettagli dell'impresa, qualora vi interessasse.

    Si pentì di non aver studiato i resoconti.
    L'argomento sembrava interessante, molto interessante.

    -Sebbene un evento naturale non desterebbe preoccupazioni eccessive, è facile pensare che si sia trattato di una mano senziente a generarlo, anche se la ragione ci è sconosciuta. Ciò che vorremmo domandarle è il permesso di inviare un gruppo di nostri studiosi nelle immediate vicinanze, così da studiarlo e... contenerlo. Mi è stato infatti detto che una creatura mostruosa si aggirasse nei pressi del nostro oggetto di studio, e non è chiaro se venisse dalla luna o rischiasse di entrarci. Sta di fatto che trascurarlo potrebbe essere pericoloso per tutti.

    Se quei portali avevano attirato -e stimolato- l'interessa del suo assistente, era certo che dietro vi doveva essere qualcosa di estremamente interessante. Qualcosa gli suggeriva che avrebbe dovuto rimediare alla sua carenza di informazioni: il suo intuito gli suggeriva che quello non sarebbe stato l'ultimo caso di portali misteriosi...

     
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    Seguo, insieme agli altri, Shui Yoe Tu affinché ella ci conduca nel luogo dove discuteremo delle cose che contano. Ma non prima che la padrona di casa possa (nel mio caso, "ri") proporci un breve tour della sua magione, e di far sfoggio dell'a suo modo sfarzoso e parecchio odoroso arredamento.
    La stanza che ospiterà il nostro incontro stride, in qualche modo, con ciò che ho annusato nel resto del palazzo. Perché se fino ad ora sono stato circondato dagli aromi della foresta, più o meno gli stessi del bosco qui intorno, questa mi ricorda più invece le spiagge e il mare di Undarm. Infatti sono conchiglie e madreperla a dominare qui dentro; c'è perfino un corso d'acqua che scorre sotto i nostri piedi, dall'altra parte del pavimento trasparente. Qualche pianta tipica completa il quadro, presumo.
    Il mobilio, stavolta, è ridotto all'essenziale (solo come tipo di oggetti presenti, però, perché quel tavolo emana la stessa sensazione di sobrietà di un carnevale organizzato al Magisterium e da Quarion), giusto lo scoglione a cui stanno abbarbicati mitili nell'ordine delle dozzine, il quale appunto dovrebbe trattarsi del tavolo, e un po' di sedie tutt'attorno: cinque per lato, più una per ciascun capotavola.
    Sono tra gli ultimi ad accomodarmi, imitando quello che fanno i colleghi.
    -Eccoci in un ambiente più consono. Parlate, dunque, perché molto sono curiosa di sapere le notizie che portate.-
    È Dan ad iniziare le danze.
    -Considerando che, come posso felicemente notare, il qui presente Amon sia ancora vivo, c'è la possibilità che siate giunta a conoscenza della presenza di un portale nel vostro bosco. E' un avvenimento recente: per tal ragione mi ero preoccupato di inviare degli esploratori -fra cui lo stesso Gaspode- ad indagare: la sua comparsa ha infatti generato un'onda d'urto innocua ma ben percepibile anche su Laputa. La ragione per cui ce ne siamo interessati è che non si tratta del primo caso: anche sulla nostra isola, in particolare nel Latifondo, è accaduto qualcosa di simile. Abbiamo anche avuto modo di analizzarlo e, grazie all'aiuto di questo Aviatore e dei compagni di viaggio, siamo riusciti a comprendere che conduce su una luna endlossiana. Il Naos, per la precisione. Lascio comunque a lui i dettagli dell'impresa, qualora vi interessasse.
    Rizzo le orecchie ad "innocua", e reclino il capo di lato. Non so con quale criteri egli abbia scelto questa parola, ma non so se essi possano ritenersi tali quando c'è stato di mezzo la resurrezione di un morto e... Oh, che diavolo.
    Dici, se non altro, il bosco è ancora qui; idem il castello.
    -Sebbene un evento naturale non desterebbe preoccupazioni eccessive, è facile pensare che si sia trattato di una mano senziente a generarlo, anche se la ragione ci è sconosciuta. Ciò che vorremmo domandarle è il permesso di inviare un gruppo di nostri studiosi nelle immediate vicinanze, così da studiarlo e... contenerlo. Mi è stato infatti detto che una creatura mostruosa si aggirasse nei pressi del nostro oggetto di studio, e non è chiaro se venisse dalla luna o rischiasse di entrarci. Sta di fatto che trascurarlo potrebbe essere pericoloso per tutti.
    « Non so quanto sia rilevante, qui, ma il portale che è spuntato fuori da queste parti è collegato ad un mondo abitato, nel quale paiono trovarsi inoltre alcune malattie e, forse, perfino delle creature non delle più auspicabili da trovarsi davanti. La creatura menzionata dal Magister Simion si tratta, nella fattispecie, di un drago, ma come è già stato detto, non siamo sicuri se esso sia venuto o meno dal Naos. Tuttavia, pare essere attirato da forti fonti di energia magica, ed è parecchio pericoloso per il viandante medio. »
    Nulla di nuovo, né di troppo interessante, a dire il vero. Quasi tutto quello che doveva essere stato detto, l'ha detto Dan.
    « Qualunque cosa sia, comunque, mi dicono che si tratta di una forma primordiale di magia bianca. Perché qualcuno voglia collegare il Naos a questo mondo è, per il momento, oltre la mia comprensione. A naso, però, mi verrebbe da pensare che qualcuno voglia portare qualcosa da esso fino a qui. Le ricerche sono ancora allo stato embrionale, però, pertanto va da sé che serviranno altre spedizioni per capirci qualcosa di più. »

     
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  8. Shui Yoe Tu
     
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    Le notizie dell'ambasceria suonavano al tempo buone e cattive, poiché la presenza d'un ingresso straniero al bosco, benché sembrasse innocuo, come dissero, avrebbe potuto riversare nel verde, quando fosse giunto il tempo e il Destino, pure un male imprevisto.
    La Signora non si mosse, né prese parola, mentre quelli raccontavano, anzi guardava ciascuno di loro dritto negli occhi: non già quale giudice o madre, piuttosto assai simile all'insegnante che, vagliata la capacità dello studente, decida di dare a questo il premio meritato. Quale fosse e perché, presto Ella lo disse, allora che tutti stettero in silenzio:

    -Molti anni- disse -ho dormito un sonno simile alla morte, sciolta e dispersa nella terra di Endlos. Ecco, dunque, cosa fu a destarMi.-
    Spiegò, apparendo chiaro l'oggetto di riferimento
    -E ora Mi si chiede di poter sostare e passare dentro Kijani Fahari per studiare questa aberrazione dello spazio.-
    Tacque, guardando un attimo Amon, poi riprese
    -Molto bene. Ma alle Mie condizioni.-
    Le parole fluivano come il miele profumato dall'alveare, e nella bellezza del volto si annegava di piacere
    -Conosco la buona fama di Laputa e i suoi comandanti, e tengo molto a cuore gli Aviatori e il Magisterium: essi, perché Feng Yang Leng, che appartiene al mio stesso Ordine, fu il primo Comandante Blu, e il rapporto che lo lega a Drusilia va oltre le leggi del mondo, e Io li amo entrambi.-
    Per la prima volta, dopo molto tempo, aveva ammesso ciò che nessuno si sarebbe aspettato, un apprezzamento nei confronti del Gran Maestro Galanodel
    -Quello, perché un'alleanza fra sapienti lo lega a Palanthas la Grande, nell'Est, dove regna e opera la saggezza di Eru Elen Amarth, altro del mio ordine, e delle sue Corone.-
    Sorrise dolce, al ricordo delle vite che svolgevano, prima del sonno.
    -Perciò sì, Mi fido di voi e delle vostre intenzioni; tuttavia, non dimenticate che, pure Io vi sia amica e alleata, resto la Signora del Bosco Vivente, e chiedo quanto segue, in ritorno del permesso di lasciarvi operare i vostri studi.-
    Sembrò farsi meno morbida, ma non certo astiosa
    -Poiché non esiste cosa che Io non sappia stare accadendo entro Kijani Fahari, mai alcuno di voi dovrà spezzare un ramo o una foglia, svellere un fiore o segnare un albero, o sfiorare a danno la natura del Bosco, in nome delle ricerche, senza il Mio consenso e la Mia presenza, o quelli di Amon.-
    Disse, e nella fermezza della voce c'era però amore e giustizia
    -Inoltre, condividerete con Me e con Amon ogni vostro progresso, ogni vostra idea, prima di lasciare il Bosco, se vi state operando, e prima di tornare ad operare, se stiate arrivando da Laputa.-
    Come la marea sale e scende, così il viso di Lei era teso e lieto in altalena, ora sorridendo arzillo
    -In ultimo, permetterete a Me e ad Amon di aiutarvi e di partecipare in azioni e ricerche volte a controllare, stabilizzare e chiudere il portale per il Naos, poiché questo è il Mio regno e il Mio amato ne è il custode. Del resto, non desideriamo che forze esterne distruggano, per buone che siano, l'equilibrio fra il Potere che scorre a Kijani Fahari e i kami della natura.-
    Poggiando il gomito destro sul tavolo, accarezzò il Suo stesso viso col dorso delle dita, sorridendo all'ambasceria
    -Siete d'accordo?-

     
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    Per me che ho vissuto nel bosco più di chiunque altro, al di fuori della mia signora, è stato facile da capire. Era come se fosse cambiata una parte di me stesso: il bosco era ostile nei miei confronti che ne sono guardiano ormai da tempo; io che ero amico delle sue creature e dei suoi spiriti ero visto come un nemico, nulla più che un ostacolo. Un estraneo. Eppure, in un certo senso, era ancora mio amico. Così l’ho percepito. Potrebbe essere anche questo un effetto collaterale legato a questo evento misterioso?

    La domanda di Amon suscitò sicuramente interesse nel Magister che, in silenzio assorto, ascoltò la sua versione dei fatti. Ciò nonostante, egli non si scompose nemmeno per un attimo; rimanendo sorridente e tranquillo, si limitò ad una risposta vaga.

    -Il parere che potrei darvi senza studiare la questione è pari -se non inferiore- di importanza a quello di tutti i presenti in questa reggia- non era un eccesso di modestia, ma un semplice dato di fatto -Avremo risposte più sensate nel momento in cui otterremo maggiori informazioni a riguardo, signor Amon.

    -Molti anni ho dormito un sonno simile alla morte, sciolta e dispersa nella terra di Endlos. Ecco, dunque, cosa fu a destarMi.- intervenne così la Signora del Bosco, pensierosa -E ora Mi si chiede di poter sostare e passare dentro Kijani Fahari per studiare questa aberrazione dello spazio. Molto bene. Ma alle Mie condizioni.-

    A quelle parole, il volto della Dama del Vento si levò e lo sguardo severo parve assai più concentrato. Dopotutto, fin dal loro arrivo alla Reggia, si era parlato di magia e studio -cose a lei quasi aliene- mentre in quel momento si affacciava la possibilità di una qualche trattativa. Lei era l'Alfiere, dunque era suo dovere occuparsi di politica.

    -Conosco la buona fama di Laputa e i suoi comandanti, e tengo molto a cuore gli Aviatori e il Magisterium: essi, perché Feng Yang Leng, che appartiene al mio stesso Ordine, fu il primo Comandante Blu, e il rapporto che lo lega a Drusilia va oltre le leggi del mondo, e Io li amo entrambi.- arrossì appena a quella dichiarazione, ma cercò di mantenere una postura fiera e rigida, degna di una figura a cui poter dar fiducia sempre, in ogni caso -Quello, perché un'alleanza fra sapienti lo lega a Palanthas la Grande, nell'Est, dove regna e opera la saggezza di Eru Elen Amarth, altro del mio ordine, e delle sue Corone. Perciò sì, Mi fido di voi e delle vostre intenzioni; tuttavia, non dimenticate che, pure Io vi sia amica e alleata, resto la Signora del Bosco Vivente, e chiedo quanto segue, in ritorno del permesso di lasciarvi operare i vostri studi. Poiché non esiste cosa che Io non sappia stare accadendo entro Kijani Fahari, mai alcuno di voi dovrà spezzare un ramo o una foglia, svellere un fiore o segnare un albero, o sfiorare a danno la natura del Bosco, in nome delle ricerche, senza il Mio consenso e la Mia presenza, o quelli di Amon.
    Inoltre, condividerete con Me e con Amon ogni vostro progresso, ogni vostra idea, prima di lasciare il Bosco, se vi state operando, e prima di tornare ad operare, se stiate arrivando da Laputa.
    In ultimo, permetterete a Me e ad Amon di aiutarvi e di partecipare in azioni e ricerche volte a controllare, stabilizzare e chiudere il portale per il Naos, poiché questo è il Mio regno e il Mio amato ne è il custode. Del resto, non desideriamo che forze esterne distruggano, per buone che siano, l'equilibrio fra il Potere che scorre a Kijani Fahari e i kami della natura.
    -

    Yoe sorrise.

    -Siete d'accordo?-

    -In realtà, era già nostra intenzione soddisfare due delle tre condizioni, cioè limitarci al portale non nuocendo al bosco e chiedere la vostra collaborazione- avrebbe affermato, abbastanza tranquilla in volto. In verità si era per un attimo preoccupata sulla possibilità che le condizioni della Guardiana fossero proibitive per tutti loro, eppure ogni paura si era rivelata infondata -Per ciò che riguarda la terza, so che i Magistri possono comunicare fra loro in tempi quasi immediati: basterà darvi la medesima attrezzatura e ricevereste le stesse notizie allo stesso tempo. Penso sia più che fattibile.

    Anche lei avrebbe sorriso, dolce e gioviale.
    Sicuramente un'espressione meno intensa della Signora di quelle terre, piuttosto frizzantina e leggera come l'aria; stringendo poi la mano di Yoko fra le sue dita affusolate, la bella avrebbe cercato di richiamare l'attenzione del mago. In un certo senso, il Presidio non apparteneva soltanto a lei.

    -Cosa ne pensi, Yoko?

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    Turni liberi prima del mio post successivo: essendo un dialogo è possibile saltare il turno, qualora non si desideri intervenire.
    Avviso che siamo vicini alla conclusione.

     
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    Le considerazioni Gaspode alimentarono curiosità e dubbi nella mente dell'Elessedil.
    Non era il primo portale del quale aveva sentito parlare; lui stesso ne aveva usato più di uno per spostarsi fra i vari mondi, a partire del Mondo Spettrale da cui tutto ebbe inizio. Il punto di interesse non erano mai i portali fini a se stessi, ma la ragione che li aveva ideati. Udire magia bianca primordiale risvegliò prepotentemente lo studioso che era in lui. Una passione acquisita fra le mura della Torre d'Avorio e mai realmente abbandonata.

    Attese dunque che il discorso andasse avanti, relegandosi al ruolo di spettatore.

    -Molto bene. Ma alle Mie condizioni.-

    Quella era la parte a cui anche lui avrebbe dovuto prestare attenzione, per responsabilità dipese dalla sua carica all'Accademia.
    Tese le orecchie e prestò attenzione ad ogni parola.

    -Poiché non esiste cosa che Io non sappia stare accadendo entro Kijani Fahari, mai alcuno di voi dovrà spezzare un ramo o una foglia, svellere un fiore o segnare un albero, o sfiorare a danno la natura del Bosco, in nome delle ricerche, senza il Mio consenso e la Mia presenza, o quelli di Amon.
    Inoltre, condividerete con Me e con Amon ogni vostro progresso, ogni vostra idea, prima di lasciare il Bosco, se vi state operando, e prima di tornare ad operare, se stiate arrivando da Laputa.
    In ultimo, permetterete a Me e ad Amon di aiutarvi e di partecipare in azioni e ricerche volte a controllare, stabilizzare e chiudere il portale per il Naos, poiché questo è il Mio regno e il Mio amato ne è il custode. Del resto, non desideriamo che forze esterne distruggano, per buone che siano, l'equilibrio fra il Potere che scorre a Kijani Fahari e i kami della natura.
    Siete d'accordo?-


    Il Prorettore non rispose subito, concedendo a Drusilia -suo Alfiere- la prima parola.

    -In realtà, era già nostra intenzione soddisfare due delle tre condizioni, cioè limitarci al portale non nuocendo al bosco e chiedere la vostra collaborazione.
    Per ciò che riguarda la terza, so che i Magistri possono comunicare fra loro in tempi quasi immediati: basterà darvi la medesima attrezzatura e ricevereste le stesse notizie allo stesso tempo. Penso sia più che fattibile.


    Lo sguardo del Demone-Volpe si soffermò per qualche istante su Dan, dal quale cercò di captare eventuali segnali di approvazione o disappunto.
    Le richieste che gli erano state poste erano quanto di più ragionevole vi potesse essere: era loro compito tutelare le terre di cui erano guardiani e signori, mai nessun Magister si sarebbe sognato di causare problemi politici in casa altrui.
    Chiaramente -al pari dell'Alfiere- l'Ufficiale del Presidio Errante era concorde e deciso nel far rispettare i termini. Un impegno che avrebbe discusso in seguito con il suo Assistente, insolitamente composto e corretto fin dall'inizio della riunione.
    Quell'atteggiamento continuava a sorprenderlo tanto quanto ad incuriosirlo.

    -Cosa ne pensi, Yoko?

    Le attenzioni delle Volpe vennero nuovamente richiamate, invitandolo a pronunciarsi sulla faccenda.
    Spostò ancora una volta lo sguardo in direzione del Magister biondo, ed infine prese la parola.

    « Sarà impegno del Magisterium mantenervi aggiornati su ogni nostra azione e su ogni nostra scoperta.
    Il Magister Mihai, che supervisiona l'operazione, vi fornirà il materiale necessario per restare in contatto, ed avrà il compito di informarvi nel corso degli eventi. »


    Lui, nel frattempo, si sarebbe messo in pari con la vicenda.

     
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    Nonostante non avesse piena cognizione del fenomeno che aveva colpito il bosco, adesso aveva un quadro più completo della situazione: il portale che ivi era apparso portava verso un nuovo mondo abitato, di certo differente da quello in cui abitavano. Era molto simile al ‘ Cammino degli Dei ’ che esisteva nel suo mondo e grazie al quale – per via del suo sangue impuro – si era poi trovato catapultato in un mondo grigio e privo di vita; se non fosse stato per il piccolo Bess non sarebbe mai giunto su Endlos.

    Respirò piano, cercando di metabolizzare tutta quella serie di informazioni, cercando di capire quali altri influssi potesse avere un simile potere non solo sul bosco ma anche sulle creature che lo circondavano e forse era quella la ragione per la quale si erano proposti di studiare il fenomeno direttamente dalla fonte – da una delle fonti – di quell’incredibile potere. E proprio in quel momento la sua signora (la sua bellissima amata) prese di petto la situazione per dettare le condizioni alle quali poter agire all’interno dei confini di Kijani Fahari. Drusilia, dal canto suo, ammise che era già loro intenzione rispettare quelle che forse erano regole sott’intese – e certamente da tenere in considerazione automaticamente una volta varcati i confini dl bosco – e delle quali sembrava essere superflua alcuna menzione; per quanto riguardava la questione del tenersi in contatto, l’Alfiere sottolineò che i Magister avevano la possibilità di comunicare tra loro quasi nell’immediato ed a loro due sarebbe stata fornita la medesima attrezzatura per farlo. Insomma, erano state accettate tutte le condizioni senza battere ciglio: quel portale, quella magia, doveva essere davvero importante.

    O almeno quella era la conclusione a cui era giunto naturalmente Amon, che continuava invece a rimuginare su tutte le informazioni di cui era entrato in possesso in quel poco tempo, ragionando sul mondo abitato al di là del portale e domandandosi quali fossero le creature che lo abitassero; ripensava al drago contro il quale aveva combattuto senza poter fare altro se non soccombere alla sua forza ed al suo potente ruggito, incapace di reagire o anche soltanto di muovere un passo e fuggire. Si era sentito debole ed indifeso e difficilmente avrebbe provato nuovamente una sensazione simile – continuava a promettersi, cercando di auto convincersi di questa possibilità.

    Quindi, ricapitolando, la situazione era pressoché la seguente: i laputensi per il tramite del Magisterium ed i suoi studiosi, avrebbero studiato il fenomeno nei confini del bosco per cercare tracce, collegamenti o ragioni della sua stessa esistenza; lui, dal canto suo, avrebbe dovuto collaborare affinché potessero svolgere il loro lavoro indisturbati e senza alcuna preoccupazione. O almeno, era questo che aveva inteso dal confronto che aveva avuto in quella giornata: non doveva soltanto essere un depositario di notizie, nozioni ed informazioni; sentiva che doveva fare la sua parte, come sempre, anche in quella situazione.

    Si schiarì la voce, quindi, provando ad incrociare lo sguardo di ciascuno degli astanti prima di prendere la parola.

    Avrete i miei occhi e la mia spada. Contate pure su di me. ” disse determinato.

    Portò quindi la mano sinistra sul petto, proprio davanti al cuore, e chinò il capo in avanti mostrando a tutti la sua voglia di essere utile una volta per tutte – molto di più che dell’ultima volta.
     
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  12. Shui Yoe Tu
     
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    Punto o poco Le interessava che Drusilia avesse già previsto tali accortezze; non certo per demerito all'Affine di Yang, beninteso, la quale aveva dimostrato, ancora una volta, quanto fosse avveduta ed encomiabile; piuttosto, la Signora desiderava informare i presenti, e ricordare loro, quanto fosse precisa e indiscussa la Sua autorità e la Sua presenza entro Kijani Fahari: il punto era, infatti, non quello di dubitare delle buone intenzioni degli alleati, bensì di rendere manifesto che, qualora questi fossero venuti meno a quelle semplici richieste, Ella lo avrebbe saputo, e immediatamente.
    Con un cenno del bel capo lodò le affermazioni degli altri, mentre, giocando distratta, continuava ad accarezzarsi il volto: che fosse persa nei pensieri, turbata dalla rabbia o dal rancore, felice o triste, Ella restava bella e santa, come il più bel fiore di un giardino che, in mezzo a simili di altri colori, spicchi per l'insolita natura.

    -Trovo questa soluzione più che accettabile.-
    Disse, prendendo parola quando nessun altro sembrava aver qualcosa da dire
    -Una volta in possesso dell'adeguata strumentazione cominceranno le indagini.-
    Spiegò, ed era sollevata: per certi versi, più allegra del solito
    -Anzi, prima iniziate, prima potremo risolvere il problema. DateMi, però, qualche giorno di solitudine.-
    Come il mare nell'onda placida nasconde una forza improvvisa e muta, così l'allegria si fece fierezza per un momento
    -Ora più che mai, il Bosco ha bisogno di Custodi. Se non ci fosse stato Amon, sarebbe andato distrutto già da molto tempo; ma neppure egli da solo può affrontare tutte le maree del mondo: Kijani Fahari necessita di molte sentinelle, e dove non potranno gli alberi, essi potranno.-
    Negli occhi verdi di figlie brillavano la determinazione e l'amore per tutto ciò che aveva di caro su quelle terre
    -Chiedo a voi, dunque, di tornare nel Bosco quando sarete pronti ed equipaggiati di tutto il necessario, così che Io ed Amon possiamo, nel frattempo, progettare l'organizzazione dei custodi e, con un po' di fortuna, arruolarne alcuni.-

     
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    -Trovo questa soluzione più che accettabile. Una volta in possesso dell'adeguata strumentazione cominceranno le indagini. Anzi, prima iniziate, prima potremo risolvere il problema. DateMi, però, qualche giorno di solitudine.-

    A quelle parole, Drusilia Galanodel avrebbe annuito con garbo.
    Dopotutto, per questioni tanto delicate non era affatto un bene correre come scriteriati.

    -Ora più che mai, il Bosco ha bisogno di Custodi. Se non ci fosse stato Amon, sarebbe andato distrutto già da molto tempo; ma neppure egli da solo può affrontare tutte le maree del mondo: Kijani Fahari necessita di molte sentinelle, e dove non potranno gli alberi, essi potranno. Chiedo a voi, dunque, di tornare nel Bosco quando sarete pronti ed equipaggiati di tutto il necessario, così che Io ed Amon possiamo, nel frattempo, progettare l'organizzazione dei custodi e, con un po' di fortuna, arruolarne alcuni.-

    -Mi sembra più che giusto: di questi tempi è bene restare vigili, ancor più perché il sonno di voi Guardiani vi ha negato di assistere come persone a numerose tragedie e follie, figlie di questi tempi malati- abbassando il capo con sguardo cupo ma non sconfitto, Drusilia attese alcuni attimi in silenzio -Chi difende ciò che di bello e buono ancora esiste non può -non deve- rimanere solo. Non ora. Non quando una sola distrazione può far cadere ogni cosa. Tutti abbiamo bisogno di tutto l'aiuto possibile.

    Altro silenzio seguì quella dichiarazione un po' sibillina, forse confuso o magari fin troppo consapevole degli orrori appena trascorsi, probabilmente solo l'inizio di una sadica ed implacabile sequenza. Ciò avvenne finché Quarion -unico reale Ambasciatore in quel gruppo diplomatico- scelse di chiudere la questione in quel momento, probabilmente perché molto più "delicata" di quanto si potesse dichiarare o discutere in un semplice salotto, oltretutto con cariche politiche non completamente adatte alla causa. Si trattava pur sempre di etichetta: ai presenti era concessa solo la questione per cui erano giunti. In seguito, con le alte cariche ed in presenza di Lady Kalia, sua sorella e l'amante Yoe avrebbero potuto continuare la questione in sospeso.

    -Immagino che a questo punto sia bene andare, per quanto possa farmi male abbandonare tale, splendida, meravigliosa vista- lanciando prima un'occhiata fin troppo eloquente alla Signora del Bosco, avrebbe infine chiesto alla sorella di congedarsi con la Guardiana, in modo da tornare al più presto su Laputa -Il viaggio dell'Alfiere Errante e dei suoi sudditi sarà lungo, ed ancor più dovrò viaggiare io per tornare dalla mia Regina.
    -E sia- si convinse la Dama del Vento -Quando giungerà il momento ci rivedremo.

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    Molto bene, questo era il mio post conclusivo. Dopo di me posterà Amarth con Yoe, in modo da accompagnare tutti all'uscita. I tre successivi post saranno dei rimanenti tre giocatori. A conclusione di tutto posterà nuovamente Yoe. =)

    Grazie del tempo trascorso assieme e della bella giocata <3

     
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  14. Shui Yoe Tu
     
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    Benché grande pena Ella provasse, per il bosco per quel Suo Amon, del pari ebbe di che vergognarsi, quando Drusilia, ad alta voce, ricordò a tutti del sonno degli Eterni: infatti, nonostante la Seconda, dimorando nell'Ovest, punto o poco aveva a che fare con le grandi questioni di Endlos, pure sapeva che gli anni di assenza dei Quattro avevano segnato il mondo, e vedeva questo accidente come loro stessa colpa; e tuttavia, poiché i Guardiani non Possono modificare loro stessi, né le loro azioni passate, a nulla serviva il lamento o l'imbarazzo, essendo molto più utile il cercare di custodire le Cose ora che ne avevano, nuovamente, la possibilità.

    Ogni cosa era stata detta, e gli accordi stretti: quel tavolo aveva smesso ogni valore, e tempo era, per tutti, di tornare alle proprie dimore, per rivedersi quando i progetti sarebbero maturati.
    Lo sguardo di Quarion fu ricambiato con altrettanto favore, e però stava velato dall'inquietudine, e dal desiderio di fare; con un cenno del bel capo, la Signora guardò tutti e sorrise, ma volle osservare meglio Drusilia: così diversa, una donna dal giovane bocciolo che un tempo era. Presto Presto avrebbe avuto modo di discutere con lei, lontana da orecchie e occhi indiscreti. In ultimo, si alzò lenta dalla grande sedia sulla quale stava, e mostrandosi lieta e rasserenata, parlò all'ambasceria:

    -Bene: possiamo dire che la vostra e la nostra missione hanno avuto buon esito.-
    Cominciò, e la voce era come il canto della natura
    -Non intendo trattenervi più del dovuto, Miei cari.-

    Lasciò la propria posizione, e fece per dirigersi verso la porta chiusa, che s'aprì senza rumore: con lo sguardo e col gesto elegante, invitava il gruppo a seguirne i passi, fino all'ingresso della dimora; lì, all'apertura del grande portone, l'erba dell'isolotto era del tutto diversa: alberi erano cresciuti, carichi di frutti maturi, e il lago brillava puro e dolce; i cigni bianchio, che trainavano la carrozza degli ambasciatori, sembravano essere stati nutriti e puliti, ed era come fosse stato loro fatto dono di nuovo vigore e desiderio.

    -Da amici siete arrivati, e da amici ve ne andrete.-
    Sull'uscio della magione, indicava il panorama naturale di fronte
    -Cogliete pure ciò di cui avete bisogno per il viaggio, e fate scorte d'acqua: troverete che il gusto dei miei figli non si possa assaggiare altrove.-

    E stette così, a salutarli: col sorriso gentile e compiaciuto, come di chi, nell'atto di carità, abbia donato molto più di tutti gli altri.

     
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    Come era tipico della Volpe, solita ravvivare la sua attenzione per i dettagli più stupidi e meno appropriati,

    “ Avrete i miei occhi e la mia spada. ”

    le orecchie si rizzarono non appena udì quelle parole. Ebbe la sensazione di averle lette su qualche libro, pensò, senza tuttavia ricordare quale... se qualcuno dei presenti avesse magari aggiunto anche arco e ascia, chissà, forse ci sarebbe arrivato!

    -Trovo questa soluzione più che accettabile.
    Una volta in possesso dell'adeguata strumentazione cominceranno le indagini.-


    Le due parti si erano dunque accordate, e si avvicinava il momento dei saluti.
    Non senza qualche riflessione finale dei presenti, notò il Demone, più che mai bisognosi ognuno del supporto reciproco.
    Endlos aveva vissuto molti giorni infelici, nell'ultimo periodo. Non un Presidio aveva fatto eccezione.
    Ma...

    -Ora più che mai, il Bosco ha bisogno di Custodi. Se non ci fosse stato Amon, sarebbe andato distrutto già da molto tempo; ma neppure egli da solo può affrontare tutte le maree del mondo: Kijani Fahari necessita di molte sentinelle, e dove non potranno gli alberi, essi potranno.-

    -Chi difende ciò che di bello e buono ancora esiste non può -non deve- rimanere solo. Non ora. Non quando una sola distrazione può far cadere ogni cosa. Tutti abbiamo bisogno di tutto l'aiuto possibile.

    ...così come nel passato l'alleanza fra Est e Presidio Errante aveva prodotto -e tuttora produceva- i suoi splendidi frutti, era certo che altrettanto fecondo sarebbe stato l'accordo siglato quel giorno.

    -Immagino che a questo punto sia bene andare, per quanto possa farmi male abbandonare tale, splendida, meravigliosa vista-

    ....e forse non sono l'accordo, visti gli sguardi che volavano all'interno di quella stanza.

    -Da amici siete arrivati, e da amici ve ne andrete.
    Cogliete pure ciò di cui avete bisogno per il viaggio, e fate scorte d'acqua: troverete che il gusto dei miei figli non si possa assaggiare altrove.-


    « A proposito! »

    Esordì l'Elessedil a gran voce, come se si fosse appena ricordato la vera ragione per cui si era spinto da quelle parti.

    « ...già che ci siamo »

    Precisò si corresse, rivolgendosi alla sua amata compagna, poggiandole affettuosamente il braccio lungo la schiena per avvolgerla da un fianco all'altro.

    « Andiamo a mangiare il sushi? »

    Quale miglior modo per suggellare accordi e concludere una missione diplomatica?

     
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33 replies since 25/10/2016, 14:01   620 views
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