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Camera di Commercio, Altatorre.
Presidio Centrale, Endlos.Era necessaria una notevole dose di decisione per lanciare un'attività ad Altatorre, da stranieri. La punta settentrionale del Pentauron era infatti nota per non concedere sconti a chi non poteva sostenerne i ritmi ed adeguarsi alle sue usanze: decine di attività chiudevano alla stessa velocità con le quali erano state aperte anche solo poco tempo prima, e venivano rimpiazzate da nuove.
Gli imprenditori che cadevano in disgrazia difficilmente si rimettevano in gioco.
Addirittura, talvolta sparivano del tutto dalla circolazione.
Quel giorno come molti altri, la reception della camera di commercio era gremita di gente. Tuttavia, qualcuno nuovo all'ambiente si sarebbe forse stupito di vedere che, davanti agli sportelli, non c'era nessuna persona in fila, nessuno che fosse stato in fila per sbrigare anche la più banale delle pratiche. I gentiluomini e le gentildonne presenti parevano invece più interessati a dilettarsi nella lettura di un libro o di un quotidiano, scribacchiare qualcosa sulle proprie agende e suoi propri quaderni, disegnare, o perfino semplicemente limitarsi a fissare il vuoto, come imbambolati.
Tutti, però, per qualche motivo e senza nessuna eccezione, rimanevano in religioso silenzio. Non si udiva nessuna conversazione, nessun bisbiglio. Qualcuno avrebbe potuto sospettare che perfino le mosche evitavano questo posto nel timore di rovinarne la quiete.
Da dietro uno degli sportelli, un uomo sulla sessantina si rivolse con un cenno a chi era appena entrato. Era piuttosto basso e secco, i pochi capelli che gli rimanevano oramai ingrigiti. Vestiva di bordeaux, e i suoi abiti sapevano dare l'impressione di essere tanto semplici quanto, ad un occhio più attento, costosi.
Sorrise gentilmente, lisciandosi un paio di curati baffi a manubrio con pollice e indice.
« Posso aiutare? »
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.Su Einheit
Sarah e Sheila arrivarono quando tutti i membri dell'assemblea erano già presenti alla sede. A detta loro, questi avevano altre importanti faccende da sbrigare, prima di trattare la questione. Fin'ora, solo alcuni dei presenti erano a conoscenza del progetto ideato dalle ancelle e dagli scudieri, ma non era detto che costoro non avessero già parlato agli altri membri della cosa. Certo, nel caso lo avessero fatto, ciò avrebbe semplificato alle due di molto il lavoro
Ad ogni modo, quando le due entrarono nella sala e salutarono, si resero conto che l'atmosfera fosse piuttosto tesa. Ad ogni modo cercarono di venire subito al dunque.
" Come vi avevo preannunciato. Qui adesso vi spiegheremo il progetto che avremo in mente da svolgere su Altatorre. Si tratta di qualcosa che potrebbe portarci enormi vantaggi..."
I presenti le guardarono come una presenza molesta e passarono diversi secondi prima che uno dei ragazzi si decidesse a spiegare cosa ci fosse che non andava.
" Sarah non abbiamo tempo per simili stupidaggini. Abbiamo un problema ben più urgente: è rimasto un solo muffin e dobbiamo decidere chi se lo mangia."
E indicò il dolce sul tavolo. Era tre giorni che non riuscivano a venire fuori da quella questione. Le due ragazze capirono come stessero andando le cose e tentarono di convincere l'assemblea a posticipare la discussione di quell'argomento, per concedere loro alcune ore.
Sfortuna volle che lì fosse presente anche una ragazza nuova della politica, la quale trovava un po' insulso perdersi per un dolce, tralasciando le iniziative per lo sviluppo. Il che, di per sé, non era un male, ma poteva diventarlo se avrebbe cercato di risolvere il problema in modo sbagliato.
" Sentite, ragazzi, guardate che Lady Sarah e Lady Sheila hanno ragione. Da quando sono entrata qui non ho fatto altro che sentire discussioni su chi si dovesse mangiare quel maledetto muffin. Ora, non solo parliamo di fesserie, ma stiamo mettendo da parte le cose serie.
Basta, risolverò io questo inutile problema."
Quindi prese il dolce e se lo mangiò.
Sheila stette per un attimo a fissarla, mentre lei si sentiva l'eroina che aveva risolto la situazione.
" Che cosa hai fatto!"
Esclamò l'ancella allibita, prima che scoppiasse l'inevitabile zuffa tutti contro tutti.
Quando finalmente tutti si stancarono di picchiarsi e le ferite furono medicate, le due povere dame poterono finalmente avere l'attenzione di tutti, ma questa volta fu Sarah a compiere un grosso errore, forse perché stancata dalla lite precedente.
" Allora, lo dirò subito, questa volta non miriamo a salvare il mondo..."
In quell'esatto istante la sala iniziò a svuotarsi e la biondina guardò l'amica.
" Dammi una mano a farli rientrare, se no questa iniziativa non andrà proprio in porto."
Ci volle un po' di tempo e molta fatica, ma alla fine le due riuscirono a far rientrare i membri dell'assemblea e a farsi ascoltare. Alla fine del loro discorso i ragazzi parvero comunque interessati al progetto e lo approvarono.Qualche giorno dopo su Endlos
Sarah aveva spesso ripetuto che "quando si andava a Roma bisognava fare come i romani". Tuttavia quando lei e l'amica erano giunte sul semipiano aveva specificato che su Altatorre tale precetto non dovesse essere venuto rispettato, vuoi per il fatto che detestasse l'idea di doversi truccare in quel modo, vuoi per mille altre ragioni. Perciò aveva deciso di vestire in maniera piuttosto spartana. Sheila invece aveva ritenuto che tenere un abbigliamento in linea con le usanze del posto fosse un importante biglietto da visita, quindi aveva prima fatto un salto presso un truccatore e poi in uno di abiti, per avere l'aspetto di una persona benestante. Certo, non di qualcuno appartenente ai ceti sociali più ricchi, ma ciò andava più che bene: era importante non essere troppo appariscenti all'inizio. Un "signor nessuno" che si vestiva come le più influenti persone del distretto avrebbe attirato su di sé solo antipatie.
Perciò le due ragazze vestivano in maniera assai diversa, tanto che a vederle sarebbero sembrate padrona e serva, in cui la padrona era Sheila.
Inaspettatamente nella Camera di Commercio non trovarono nessuna fila presso gli sportelli, nonostante la gente lì non mancasse. Comunque, le due non ebbero modo di chiedersi il perché della cosa, che uno dei lavoratori chiese loro se potesse aiutarle. Sarah rimase in disparte, mentre l'ancella si avvicinò allo sportello.
" Certamente. Vorrei conoscere le pratiche necessarie per aprire un'attività nel distretto."
Quindi attese.. -
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In un distretto come Altatorre, dove l'apparenza era un valore, l'abbigliamento di Sarah non mancò di saltare all'occhio fra i presenti. Erano occhiate discrete, di quelle di coloro che si erano appena accorti di una nuova presenza, ma per una mente anche solo un poco più attenta poteva essere già una sostanziale differenza rispetto al nulla assoluto di poco fa. Ma anche quelle scomparvero nel giro di una manciata di secondi.
La conclusione a cui molti dovevano essere arrivati era, infatti, che la principessa di Einheit altri non doveva essere che una servitrice per la meglio vestita Sheila.
" Certamente. Vorrei conoscere le pratiche necessarie per aprire un'attività nel distretto."
Nel completo silenzio di quel luogo, la voce della ragazza si diffuse per tutta la stanza, rendendo le sue parole perfettamente udibili a chiunque fosse stato lì dentro. Eppure, non poteva essere solo quello. La stessa architettura dell'edificio pareva essere studiata per amplificare ogni suono che vi fosse prodotto, perfino il più flebile dei sussurri.
L'impiegato annuì, e posò entrambe le mani sul banco, sempre mantenendo un'espressione amichevole.
« Beh, dipende dal tipo di attività, le dimensioni, l'ubicazione... Potrebbe essere un po' più specifica, signorina? ». -
.Sarah si guardò per un attimo intorno. Aveva avuto come la sensazione di essere osservata. Però la gente non sembrava fissarla in particolar modo. Forse se lo era solo la sua immaginazione, quindi non diede troppo peso alla cosa e tornò a pensare a quello che stava facendo Sheila.
Si erano informate meglio che potevano su Altatorre, ma certe cose non potevano certo conoscerle come coloro che erano nati lì e conducevano da anni affari nella zona. Era senza dubbio uno svantaggio, ma solo temporaneo.
Comunque l'ancella andò avanti con disinvoltura.
" Consisterebbe in una clinica privata, fondata sull'utilizzo di magia curativa."
Quindi gli spiegò il range di dimensioni e il numero di pazienti e clienti che avrebbe potuto ospitare per volta.
" Il luogo non posso ancora indicarlo, non avendo ancora acquistato l'immobile o il terreno su cui svolgere l'attività. Capirà che vorrei prima valutare tra tutte le possibilità idonee allo scopo, prima di entrare in possesso di una qualsiasi proprietà. Perciò, possibilmente, desidererei possedere in mano parte delle autorizzazioni, al momento dell'acquisto della proprietà."
Ovvero tutte quelle che si potevano avere senza prima aver dichiarato la precisa posizione dell'impresa.. -
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« Una clinica privata, basata sulla magia curativa, ha detto? »
Ripeté l'uomo, a voce chiara e alta, scandendo con cura le parole affinché sia sicuro di farsi capire bene. Nonostante fosse proprio di fronte a te. Forse era solo un po' duro d'orecchi, vista anche la mano che mise a coppa accanto all'orecchio. Cominciava ad avere, del resto, una certa età.
"Il luogo non posso ancora indicarlo, non avendo ancora acquistato l'immobile o il terreno su cui svolgere l'attività. Capirà che vorrei prima valutare tra tutte le possibilità idonee allo scopo, prima di entrare in possesso di una qualsiasi proprietà. Perciò, possibilmente, desidererei possedere in mano parte delle autorizzazioni, al momento dell'acquisto della proprietà."
L'impiegato parve esitare per qualche secondo, tornando a lisciarsi i baffi e fissando Sheila con fare pensoso. Addirittura perplesso, a giudicare dal sopracciglio che sollevò poco prima di riprendere parola.
« Ma come non ha ancora l'immobile? » disse, chiaramente senza curarsi della riverberazione in quel luogo. « Io così le posso dare proprio una minima parte delle autorizzazioni, e di certo non saprei nemmeno consigliarle dove cercare! Guardi, si informi in un'agenzia immobiliare prim- »
« Solo un momento. »
Interruppe qualcuno. Un altro uomo, prima mescolato in mezzo agli altri avventori della camera di commercio, si fece avanti. I suoi capelli erano color del grano, così come la sua barba, mentre dal volto solcato dalle rughe si poteva intuire che nemmeno costui doveva essere più giovanissimo. Poteva avere, ad occhio e croce, la stessa età dell'impiegato.
La differenza stava nel portamento. Con passi decisi, era passato davanti a Sarah, a cui rivolse solo un sorriso sornione, avvicinandosi quindi a Sheila.
Non era particolarmente alto ma, forse per la sua postura, la quale avrebbe fatto invidia ad un ragazzo di un terzo dei suoi anni, o forse per il modo in cui la scrutava con quei suoi gelidi occhi azzurri, pareva sovrastare la giovane ancella.
« Signorina, non ho potuto fare a meno di udire la vostra conversazione. Sa, sono qui per conto di qualcuno piuttosto... abbiente, diciamo, nonché nel settore. Potrebbe offrirle ciò che le serve: un immobile, in locazione ad un prezzo agevolato, con in cambio qualche condizione che vi porterebbe ad aprire nient'altro che un semplice canale di affari privilegiato con lui. Ma tutto sommato ha davvero poche esigenze. »
L'uomo si guardò intorno, voltandosi prima verso l'impiegato allo sportello, quindi gli altri presenti.
« Se la cosa potesse interessarle, potremmo discuterne in sede più privata? Senza impegno, sia chiaro. »
Era palese che volesse tenersi lontano da orecchie indiscrete. Potevano però Sarah e Sheila fidarsi di lui?
Edited by Kuma. - 17/12/2016, 14:24.
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