R(evoL)ution

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    Karim Fusa

    Nell'ampia aula soleggiata ci dovevano essere almeno una settantina di studenti intenti ad ascoltare la lezione di parapsicologia. Nella prime file si potevano osservare i più studiosi, perlopiù donne. Poi a scendere si raggiungevano quelli più casinisti e svogliati. Ma il professor Karim aveva ben poco di cui lamentarsi considerando il luogo in cui era. Un posto pieno d'ignoranza e malavita a cui lui voleva dare, nel suo piccolo, una svolta. E quale modo migliore se non alimentando le giovani menti pronte ad ampliare e arricchire le proprie conoscenze?
    Per l'uomo dalle iridi d'oro liquido era importante che le nuove generazioni di Merovish fossero colte a tal punto da sfuggire alla mediocrità e non ricadere agli errori del passato. Era convinto che solo una buona istruzione potesse risollevare le sorti della sua città, lui ci credeva!

    Indistintamente dalle regole dell'istituto Karim raccoglieva alle sue lezioni anche coloro che non riuscivano a pagare la retta e correggeva i loro compiti. Trovava scandaloso che ancora non ci fossero abbastanza borse di studio per accogliere teste intelligenti, e poi si lamentavano delle fughe di cervelli a Laputa e presidio Est. Che razza di idioti!
    Purtroppo non tutti i giovani che seguiva, anche come psicologo in alcuni casi, non avrebbero potuto conseguire. Eppure il professore non demordeva. Indirizzava i più meritevoli senza considerare le ristrettezze economiche, e di tanto in tanto li consigliava anche ai suoi agganci lavorativi. Più di una volta si era trovato a parlare con le famiglie di questi trovandosi anche in situazioni poco piacevoli.
    Ma poco importava, lui amava farlo!

    -Bene, domanda delle lezione precedenti, chi sa dirmi cos'è il collasso nel tratto orale?-

    Se prima nell'aula vi era stato un po' di brusio ora calava il silenzio. Ma l'insegnante non si fece intimorire.

    -Lei che ha la mano mezz'alzata, su non faccia la timida!-

    Disse l'uomo rivolgendosi ad una studentessa dalla pelle scura e i capelli tinti di biondo.
    -Em...- attimo di silenzio -quando il bambino non viene cullato dalla madre e allora perde le
    forze e si addormenta?-

    Il professore sorrise.


    -Più forte per piacere, non l'ha sentita nessuno... si alzi!-

    Mentre la fanciulla ubbidiva Karim sperò che questa non fosse intimorita al tal punto da non intervenire più. Ops! Sperava proprio di no.

    -quando il bambino non viene cullato dalla madre e allora perde le forze e si addormenta?-

    Il professore annuì un po' interdetto. La risposta della ragazza era corretta e si vedeva che aveva capito l'argomento. Tuttavia era posta in modo un po' infantile e non del tutto preciso.

    -Molto bene! Ma direi che più che cullare si tratta che la madre non è presente e non risponde alla necessità del bambino di un contatto che gli strasmetta calore materno. Ciò è importante poiché è una delle caratteristiche principali del tratto orale -

    Al suono della campanella un gruppetto di studenti che aveva già preparato la cartella si avvio alle uscite e a quel punto Karim fu fulmineo.

    -Per la prossima settimana vorrei che esaminaste una delle personalità a vostro parere più in vista nel presidio Sud. Chi vorrà mi potrà portare il suo lavoro nelle ore di ricevimento.-

    Quando l'uomo finì la frase erano tutti usciti eccezion fatta per alcuni studenti che gli posero qualche domanda.
    Infine il professore rimase solo con i suoi libri. Erano le dodici e la classe non era prenotata per le prossime tre ore. Quindi tirò fuori un panino al prosciutto e ne approfittò per pranzare.
    Quel giorno doveva ammettere di essere un po' nervoso. Quando si era svegliato aveva trovato la casa piena di post-it, sua sorella aveva trovato i piatti sporchi ed era impazzita. Ma non era colpa sua se era tornato a casa tardi dall'università. Aveva fame e non aveva fatto in tempo a pulire tutto. La loro situazione era così fuori dalla norma es essendo ormai un uomo fatto non ne poteva più di non avere una sua indipendenza a 360 gradi. Sospirò mordendo il sandwitch. Voleva una soluzione e sapeva e sentiva che anche Karima la desiderava.

     
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    pov - Selja Luchnin


    Stava percorrendo quei corridoi avveniristici con una vena di nostalgia: erano già passati due anni da quando aveva terminato i suoi studi al Politecnico. Aveva avviato subito dopo col suo fratellone un’agenzia investigativa in quel di Merovish e - per quanto il lavoro non mancasse mai - a volte sentiva la mancanza del periodo accademico. Il corso di Parapsicologia da lei frequentato era stato arduo, non poteva negarlo: ricordava ancora il travaglio di Metapsichica II e le notti passate a cercare di capire l’interazione tra le variabili psi-favorevoli. Solo in seguito aveva riconosciuto l’utilità di quel percorso di studi per una persona come lei, capace di manifestare poteri psion. Molte nozioni astratte avevano dato i loro frutti nelle circostanze più inaspettate, senza contare l’efficienza guadagnata dalle sue tecniche psichiche grazie alla disciplina mentale impartitale…

    « Wow, quest’aula dev’essere nuova! »

    …che comunque non aveva mai scalfito il suo umore gioviale e ottimista, che emerse più volte mentre fischiettava per gli androni tappezzati di schermi interattivi. Malgrado i tanti studenti incrociati, nessuno le rivolse sguardi allusivi per via del suo outfit aderente: era infatti circondata da un’aura d’indifferenza che portava le attenzioni degli altri a concentrarsi su tutt’altro, tanto che avrebbe potuto persino girare nuda senza che quel nerdone chino sul libro di Archeoastronomia Interplanare la notasse minimamente.

    Finalmente raggiunse la classe che stava cercando e percepì la presenza del suo obiettivo prima ancora di sbirciare dentro: avrebbe riconosciuto quelle sinapsi neurali così affascinanti anche in mezzo ad una folla!

    « Buongiorno professore! ♥ »

    Intento a pranzare con un panino c’era il professor Karim Fusa, uno dei docenti che ricordava con più affetto e che l’aveva seguita nella preparazione della sua tesi sperimentale sulla Xenoglossia. Sapeva bene che con un esperto del suo calibro il trucchetto del disinteresse indotto non avrebbe funzionato, perciò smantellò la cappa psionica e rivolse al prof un sorriso entusiasta.

     
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    Karim

    Karim era a metà del suo panino e alla quarantaseiesima pagina del libro "Cibo, peso e psiche" quando un rumore di passi attirò la sua attenzione. Così le sue iridi d'ambra si spostarono dalla decima riga alla bellissima e giovane donna che era venuta a fargli visita. Tuttavia il professore non ne apprezzò le forme strizzate nella tutina aderente o la capigliatura stravagante bensì la mente.

    -Buongiorno Selja!-


    Disse l'uomo con un sorriso genuino mentre lasciava il pasto sulla cattedra e le andava incontro. L'aveva riconosciuta subito. Si trattava di Selja, una sua studentessa che aveva seguito qualche anno prima nella tesi di xenoglossia. Se la memoria non lo ingannava, e non lo faceva mai, aveva sentito dire che lavorava in un'agenzia investigativa e ora era curioso di verificare suddetta voce.
    La salutò esibendosi in un mezzo abbraccio imbranato più cortese che caloroso. Paradossalmente, pur essendo uno psicologo, aveva sempre avuto problemi col contatto umano. Ma a sua sorella Karima era andata peggio.

    -Qual buon vento la porta?-

    Chiese gentile pronto ad aiutare ancora una volta chi ne aveva bisogno.

     
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    pov – Selja Luchnin

    Il professore la salutò in modo un po’ impacciato ma lei ricambiò con entusiasmo. Senza soffermarsi sulla pausa pranzo che aveva appena interrotto, si portò le mani sui fianchi e diede un’ampia occhiata ai dintorni.

    « Mi crederebbe se le dicessi che mi è venuta un po’ di nostalgia? »

    Come a voler inspirare il più possibile quell’aria di casa, gonfiò il petto già in bella mostra e continuò a parlare esibendo un’espressione sognante.

    « Questi corridoi così sofisticati, gli studenti in ansia perenne, la luce negli occhi di chi deve ancora affacciarsi alla vita adulta e sogna di cambiare il mondo… »

    Rigirandosi nelle mani le spesse lenti scure che si era tolta, decise di appenderle per un’asticella proprio sul fondo della sua vertiginosa scollatura a V.

    « Ah, in più volevo congratularmi di persona per la sua pubblicazione dello scorso mese sulla psicologia delle masse: l’ho recuperata nelle pause dal lavoro ed è stata davvero illuminante! »

    Ogni sua movenza era naturale e rilassata, priva di ammiccamenti ambigui o forzature inaspettate. Possibile che un'investigatrice come lei stesse semplicemente rispolverando i ricordi accademici, senza celare secondi fini?

     
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    Karim


    Il professore ascoltò entusiasta la giovane donna e quando questa iniziò a parlare della nostalgia dei tempi andati fra i quei banchi non poté trattenersi da ribattere con...

    -Il solito "si stava meglio quando si stava peggio"-

    Dopodiché un grosso sorriso imbarazzato si disegnò sulle labbra di Karim, non si aspettava che Selja avesse letto il suo "libro". Si trattava solo di un tomo di poco più di 150 pagine circa i meccanismi psicologici che portano un numero di persone ad agire i un determinato modo in precise situazioni. Ogni capitolo iniziava con uno studio portato su un campione di popolazione, la spiegazione dei comportamenti del gruppo d'individui e un esempio storico, politico e/o economico di riferimento.

    -Sono felice le sia piaciuto; ma vorrei sottolineare che non ce l'avrei mai fatta senza l'aiuto della professoressa Gentile.-

    L'insegnante si passò una mano fra le ciocche violacee, aveva accennato alla collega anche nei ringraziamenti ma sapeva che non tutti i studenti la vedevano di buon occhio. Quella donna brillante sui sessantacinque e gli occhialoni non piaceva a molti studenti, causa di ciò il suo atteggiamento burbero e la sua aura continuamente inquietante. Comunque Fusa cercò di portare il discorso in argomenti più piacevoli.

    -Mi racconti, come va la "vita adulta"? Ho saputo delle notizie favolose circa un'azienda investigativa, mi narri.-

     
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    pov – Selja Luchnin

    Il suo ex-professore spartì in fretta gli onori con una collaboratrice accademica, ma la giovinetta non si lasciò abbindolare.

    « Modesto come al solito, vero professore? ♥ »

    Passando quindi ad altre chiacchiere da salotto, le fu chiesto come procedesse la sua vita adulta. Per quanto Selja preferisse considerarsi un’eterna ragazzina, affrontò la questione col suo inesauribile entusiasmo.

    « Non mi lamento, adoro lavorare col mio fratellone! E sì, ci occupiamo d’investigazioni private. Può immaginare quante persone siano ansiose di ficcare il naso negli affari altrui in una città come Merovish… è molto divertente! »

    Non appena si accorse che la natura della sua professione poteva gettare qualche dubbio sul motivo della sua visita, si affrettò a dissipare eventuali dubbi scuotendo le mani davanti a sé.

    « Ma non si preoccupi, non sono venuta da lei per questioni di lavoro… non direttamente, almeno. »

    Il sorriso sfolgorante s’intiepidì a sufficienza da far capire che c’erano affari di un certo spessore da trattare.

    « Vede professore, qualcuno potrebbero essere interessato alle sue ricerche. Saprà meglio di me che avere dei patroni è indispensabile per operare serenamente nella Tana, perciò vorrei darle un consiglio: quando verrà il momento e qualche eminenza le avanzerà una proposta, non si lasci sfuggire un’occasione irripetibile – vorrei poter leggere ancora le sue mirabili pubblicazioni, in futuro! »

    Un discorso sibillino, senza chiari riferimenti a cose o persone, ma da un’investigatrice in borghese non ci si poteva aspettare altro: per quanto gioviale e spensierata, la signorina Luchnin era estremamente certosina nel suo mestiere.

    « Oh, si è fatto tardi. Non la trattengo oltre, sarà super-impegnato come al solito! Arrivederci, mi saluti anche sua sorella…! »

    Tolse il disturbo dopo aver posato lo sguardo su di un display digitale che segnava l’ora. Mentre il suo corpo flessuoso si perdeva nei corridoi, un ultimo riverbero telepatico avrebbe raggiunto i pensieri del docente.

    …naturalmente il mio suggerimento si estende anche a lei.

    La Voce aveva recapitato il suo messaggio.

     
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    Karim

    Il sorriso dell'insegnante si allargo alle parole di Selja, era felice vedere la sua ex studentessa realizzata nella vita. Nonostante ciò un'ombra di preoccupazione non poté che sorvolare il suo viso quando si sentì dire che qualcuno stava tenendo d'occhio le sue ricerche. Come la ragazza aveva detto era certamente un bene avere un patrono, sia per questione di budget che di conoscenze; d'altro canto dipendeva dal tipo di persona che lo stava osservando.

    -Certamente... lo stesso vale per suo fratello.-

    Chiocciò Karim con gentilezza propenso a chiedere chiarimenti alla donna circa questa fantomatica entità interessata a lui. Tuttavia quando vide la giovane investigatrice "scappare" verso la porta non la fermò. Se una persona del suo talento non aggiungeva altro era perché non poteva farlo; forse non avrebbe neanche dovuto avvertirlo di tale situazione, quindi si limitò a salutarla.
    In quel momento un fischio s'insinuò nel suo cervello, si trattava di una "interferenza mentale", telepatia. Era Selja che lo avvertiva che anche sua sorella era stata presa in considerazione.
    A quel punto, con fare pensieroso, il professor Fusa si sedette alla scrivania guardando il proprio pranzo con disinteresse -non aveva più fame- e raccattò un post-it dalla 24 ore disegnando una runa e ripiegandola in una tasca anteriore. Quando la sorella avrebbe visto il messaggio avrebbe capito subito l'avvertimento "Fly Down". Mille pensieri iniziarono ad affollargli la mente, avevano calpestato i piedi a qualcuno? Avevano scoperto il loro segreto o erano interessati davvero alle loro ricerche?

     
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6 replies since 3/1/2017, 11:26   131 views
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