Vento di Libertà ~ Abisso

[Aurora Occidentale]

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    Impeto e tempesta

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    Scuola di Codec, Garwec.
    Presidio Orientale, Endlos.

    Un uomo in abito scuro passeggiava per tutta la lunghezza di un'enorme camera adibita ad aula di studio. Ai banchi vi era un numero imprecisato di studenti -menti brillanti di ogni razza, religione e ceto sociale- che erano riusciti ad accedere ad uno dei corsi più richiesti di Codec, città del Presidio Orientale. Non per l'argomento in sè ma per la presenza di una delle personalità più in vista del Garwec, un Professore Ordinario di Alchimia al Magisterium Laputense nonché Saggio di Palanthas, corona della Via della Genesi: si diceva che tenesse solo il corso di applicazioni ingegneristiche poiché troppo impegnato nei suoi laboratori e desideroso di trovare fra i tanti dei validi assistenti.

    -Si dice che non sia mai una buona idea fidarsi completamente della tecnologia, non certo per odio verso il progresso, ma per la consapevolezza di aver pur sempre a che fare con semplici macchine. Per quanto l'intelligenza artificiale possa essere complessa o i materiali adatti all'utilizzo... per un vivente con i giusti mezzi -che non sono le competenze- è fin troppo semplice distruggere ogni cosa- spiegava Arthur, rispondendo ad un giovane entusiasta. Cercando di ottenere le sue attenzioni, costui si era lanciato in un'invettiva verso coloro che, sebbene accettassero il progresso, non si abbandonavano completamente ad esso, rifiutando "sciocchezze" quali l'arte, la retorica o la filosofia -Da un computer in tilt per la polvere, la temperatura o la semplice acqua ad un qualunque cyborg sottoposto a lavori al di fuori di sua competenza o portata: perfino una dimora confortevole perché completamente hi-tech, nelle mani di un hacker, potrebbe tramutarsi in una trappola.

    Il cainita aveva la voce pacata, i modi eleganti, e quasi non sembrava agli occhi di fanciulli così distratti che di fatto stesse riprendendo lo sconsiderato.

    -Ancor peggio se finisce sotto il controllo di chi non sa comprenderla, e con arrogante ingenuità costringe il più bel frutto dell'intelletto umano a scopi bassi ed abietti, ben lontani dall'idea stessa di "progresso". La scienza non è solo un mezzo, la scienza è evoluzione: non è possibile evolversi se si è l'unica alternativa esistente, perché questa implica confronto e riflessione; da soli, nel migliore dei casi, si resta sempre uguali.
    Accennò un sorriso, prima di tornare alla cattedra.
    -Se non vi fosse una controparte in grado di scovarne i bug, le imprecisioni, magari anche distruggerla o domandarsi del senso... che razza di mostruosità finiremmo per creare?

    -l'Impero di Kikio Oh e Usama Kuroi.
    Lo sussurrò una ragazza dai lunghi capelli neri in fondo alla stanza. Aveva gli occhi a mandorla e lo sguardo basso... oltre che una coda di volpe che le sbucava da sotto una lunga veste. Arthur la conosceva: aveva ottenuto delle agevolazioni poiché priva di famiglia e rifugiata di guerra.
    -Come ogni creazione, se è priva di beta tester o manutenzione esterna... è destinata a collezionare errori, finché non crollerà su sé stessa.
    -...davvero?
    -Non devi credermi ciecamente. Se hai dubbi studia, applicati e sperimenta con metodo scientifico. La mia era solo un'osservazione di poco conto.
    Si chiarì la voce, portandosi una mano alla bocca.
    -Aprite il testo a pagina 125.

    png

    Prigioni di Sequerus.


    Puzzo di umidità e fogna aleggiava per l'intricato labirinto sotterraneo che gli Eroi di Sequerus avevano deciso di percorrere. Sebbene si trattasse di una struttura nel complesso nuova, con molte probabilità era stata costruita su qualcosa di più antico. Inoltre alcuni punti di areazione sembravano fuori uso, e forse era quella la ragione per cui non c'era ricambio d'aria. Ciò nonostante, la ragione di quell'odore sarebbe rimasta un mistero fino all'entrata in un secondo ingresso sigillato dalla parte interna ma facilmente sbloccabile dall'esterno.

    Curiosa a quel punto sarebbe stata la scena che si sarebbe palesata agli Eroi.

    I pavimenti un tempo lisci e lucidi erano bruciati in alcuni punti, forati in altri, e decisamente sporchi di sgommate da suola, cenere e sangue. Riversi su di essi vi erano i cadaveri di... soldati nemici, probabilmente i pochi rimasti a guardia delle prigioni.

    Che fosse passato qualcuno prima di loro?

    Improbabile: braccia meccaniche sulle pareti ed il soffitto, potenziate di armi di ogni sorta, si muovevano come pazze alla ricerca di qualunque cosa fosse percepibile dai loro sensori di movimento, ed in effetti avrebbero sparato anche ai nuovi giunti se già non avessero finito le munizioni, scaricate in massa sui poveri disgraziati.
    Per chi avesse avuto un minimo di conoscenze a riguardo, non sarebbe parso troppo difficile comprendere che vi fosse un guasto elettrico di qualche tipo, il quale aveva probabilmente mandato in tilt sia i condotti di areazione che alcuni sensori di riconoscimento presenti in zona.

    Giocando alla corsa ad ostacoli, comunque, il gruppo di soldati avrebbe oltrepassato facilmente quello scenario e raggiunto finalmente -dopo un'altra porta- la zona delle "gabbie". La vera prigione, questa volta in un ambiente elettricamente separato dal primo e probabilmente ancora funzionante.

    Sigillati nelle celle -paratie di metallo bianco per pareti, dotate di un vetro antiproiettile a fare da vetrina- disposte ordinatamente sui muri, vi erano i prigionieri, molto diversi l'uno dall'altro a parte lo sguardo dimesso ed uno strano collare metallico alla gola.

    Dato il numero e la disposizione non particolarmente comoda, non era possibile vedere altri al di fuori di quelli in prima fila, al piano più basso -in corrispondenza del corridoio. C'erano alcuni uomini dai tratti bestiali come volpi o lupi, creaturine bipedi molto simili ad orsetti ma che -forse per la clausura- sembravano essere andati di matto, gente che -almeno in apparenza- sembrava umana e... qualche bambino. Tutti in celle separate.

    E sebbene non vi fossero rumori, il silenzio che regnava era probabilmente il segno più eloquente di quanto stava accadendo in quelle terre.



    .Istruzioni ~ Vento di Libertà ~ AbissoMolto bene, siete entrati nei sotterranei!

    Premetto che avete avuto realmente fortuna: tirando un dado non sono uscite guardie con cui scontrarvi, pertanto sono tutti morti prima per un guasto dei sensori :D

    In ogni caso, avete molto di cui parlare: sta di fatto che ora dovete affrontare un altro bivio. Qualora desideraste aprire le gabbie, potete scegliere di farlo manualmente... ma non sapete quanto mana ci vuole per spaccarne una ed il numero di celle è elevato. Altra soluzione è quella di raggiungere la sala di sicurezza (dove vi sono i comandi) o rubare la carta magnetica passpartout di qualche scienziato rimasto ancora nella struttura. A voi dirmi cosa fare.
    Se le decisioni sono discordanti, vincerà la maggioranza o (in caso di pareggio) deciderò io al posto vostro. Per questo è caldamente consigliato accordarsi prima a parte =*

    Anche in caso di mancata risposta, deciderò io al posto vostro.

    Aggiungo inoltre un elenco di cose già spiegate in bacheca, ma che ci tengo a specificare anche qui:

    1. Ho preso la direzione della quest con lo scopo di finirla, quindi cercherò di limitare al minimo le perdite di tempo.

    2. Potete tardare, basta avvisarmi qui. Se sono ritardi eccessivi e la situazione permette, posso pngizzare ma senza ritorsioni di sorta.

    3. Se tardate senza avvisare, il vostro pg scompare nell'azione. E' una guerra: basta non focalizzarmi su quello che fa ed assume il ruolo di un random-soldato alleato. Pertanto non verrà semplicemente considerato nel narrato.

    4. Al secondo giro consecutivo in cui si scompare senza dar segni di vita, si esce fuori dalla quest (e non è possibile tornarci). Non uccido perchè tutte queste pause generano queste situazioni strane, ne sono consapevole, ma non posso venire troppo incontro a tutti, altrimenti non finiamo più la campagna. :( Cercate di venirmi incontro anche voi, se potete.

    Scadenza: 28/1/2017 - ore 23.59



    Edited by Drusilia Galanodel - 29/1/2017, 22:06
     
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    L’attacco era iniziato, di questo non vi era alcun dubbio e lo Scorpione era nel bel mezzo della mischia, intenzionato a seguire il prode Namas verso la liberazione della moltitudine di prigionieri segregati nelle prigioni. Sapeva che tra i ribelli vi fossero dei non-umani e la presenza di Mugen (un demone-volpe, per inciso) al suo fianco era piuttosto eloquente al riguardo, ma non si sarebbe mai aspettato di vedere quell’abominio volare verso il cielo, librarsi con in groppa un’altra creatura dall’aspetto inusuale sì da fornire loro una ulteriore apertura per la presa del forte. Non aveva mai visto una simile creatura, ma già dall’aspetto si aspettava una forza ed un impeto senza pari, un invincibile alleato sul quale poter fare affidamento in quella parte di conflitto così particolare e decisamente importante. Sorrise eccitato, sperando di poter scorgere la sua forza dato che il suo obiettivo erano certamente i soldati arroccati sul forte e quella di certo avrebbe portato loro un grosso vantaggio, perché avrebbe impedito alla feccia nemica di potersi concentrare su di loro: due fronti per tenerli occupati e per decimare le loro forze.

    Nel momento più importante, però, qualcosa era andato storto: dalle sue fauci non uscì che una fiammella, una scintilla che nulla aveva a che vedere con quanto lui si era immaginato, guardandolo dal basso. Tutta quella gran mole di carne, muscoli ed ossa non era stata in grado di fare alcunché se non instillare un iniziale terrore ed il timore che potesse arrivare qualcosa di molto più pericoloso e mortale. Una pessima figura che lasciò lo Scorpione di stucco, impietrito nell’assistere ad una scena tanto misera e miserevole; persino tra i ranghi nemici vi era chi, ormai conscio del pericolo scampato, era scoppiato in una fragorosa risata. Quel suono arrivava debole verso il basso, ma l’aveva chiaramente distinta. Come dargli torto, del resto.
    Ne seguì una caduta altrettanto miserevole: un soldato era caduto dal suo avamposto, morendo sul colpo, annegando nel suo stesso sangue che usciva ormai copioso. Un figuro elegante, di bell’aspetto e del tutto fuori luogo nel contesto in cui si trovavano sembrava essere divertito ed estremamente incuriosito dall’accaduto, tanto che dovette giungere Namas in persona per cercare di farlo rinsavire. La guerra dopotutto era in grado di plagiare la psiche di un uomo in modi e maniere del tutto differenti, portando talvolta alla pazzia. Ne seguì un fatto oltremodo increscioso: quel tale, quel tipo se l’era portato via con sé senza che nessuno dei presenti potesse fare alcunché; senza che lui (lo Scorpione), suo fidato compagno, potesse fare alcunché.

    NAMAS! ” urlò, tendendo la mano in avanti come a volerlo afferrare.

    Le sue dita afferrarono ben altro, un bel nulla se non aria stringendosi vuote nel suo pugno. Cominciò a guardarsi attorno, sfruttando la sua ritrovata immobilità sì da scandagliare in lungo ed in largo quel luogo ameno, senza riuscire peraltro a trovarlo: era sparito, ogni traccia del suo reticolato energetico svanito nel nulla.

    NAMAS, DOVE SEI?! ” esclamò ancora furibondo, il collo gonfio e le gote rosse.

    Era infuriato e decisamente fuori contro. Ora che Namas era sparito, che ne sarebbe stato dell’intero esercito di ribelli dell’Ovest?

    Avevano perso il loro comandante, l’anima della ribellione: il principe era stato catturato da qualcuno o da qualcosa con poteri ben al di sopra di qualsiasi altra concezione; e se fosse stato catturato dall’oppressore? Cosa ne sarebbe stato delle loro difese, dei loro intenti, dei loro sogni e delle loro speranze? Strinse la mano sinistra ben salda sull’elsa della spada, mentre la destra si stringeva ancor di più sulla carne, stringendo tra le sue dita il nulla. Tutta quella strada, tutta quella preparazione per vedere il proprio leader svanire per mano di uno sconosciuto che in tutta evidenza non era neanche sicuro di aver mai visto tra gli altri ribelli.
    Ancora una volta il destino aveva tirato loro un tiro mancino: non solo la guerra aveva falcidiato le vite di giovani e promettenti creature (naufraghi dimensionali e non-umani), la cui sola colpa era di essere diversi e di essersi schierati apertamente contro il regime dispotico e discriminatorio dell’Ovest, ma aveva accolto nel suo regno tenebroso la forte Odayaka, anima dell’intera rivolta; davanti ai suoi occhi aveva visto svanire un guerriero tanto abile quanto forte, che avrebbe fatto certamente la differenza in quel malsano tentativo di espugnare il forte.

    Guardò davanti a sé, all’apertura che era stata aperta loro per accedere nel forte e raggiungere le segrete, lì dove erano tenuti prigionieri tanti altri non-umani, prigionieri di una mente distorta e crudele. Il suo corpo venne circondato ancora una volta dal Respiro Divino, lasciando che i capelli venissero mossi dalla sua dolce e terribile brezza.

    « Non possiamo stare qui fermi a non fare nulla: anche loro saranno altrettanto sorpresi della tua sparizione. Se era tua ferma intenzione liberare i prigionieri accoglierò io il tuo desiderio e mi farò carico delle tue intenzioni. Una volta liberati, ti verremo a cercare: fosse l’ultima cosa che faccio! » disse tra sé e sé rivolgendosi a Namas.

    Seguì gli altri, quindi, verso la meta designata: le prigioni, alla ricerca di nuovi alleati da poter gettare nella mischia, sì da far sentire una volta per tutta la predominante voce del popolo dell’Ovest.

    __ ___ _________________ ___ __

    Passo dopo passo Amon cominciava a rendersi conto di essersi imbarcato in una impresa tutt’altro che semplice: si erano avventurati in un vero e proprio labirinto sotterraneo, che ben si prestava all’uso che ne era stato fatto. Umido e dall’aria decisamente viziata, l’odore – o meglio, il fetore – di quel posto aveva pervaso ormai le sue narici, con la complicanza che difficilmente si sarebbe abituato a quella flatulenza. Era evidente che il sistema di areazione andasse rivisto ed in effetti il condotto sembrava essere danneggiato in più punti, creando un ambiente decisamente tossico per qualsiasi forma di vita.

    A lasciare decisamente sorpreso lo Scorpione comunque non era stata tanto l’ambientazione piuttosto suggestiva (e certamente sgradevole), bensì la presenza massiccia di cadaveri nemici ovunque, accompagnati dalla presenza di tracce di eventuali tentativi di fuga e presenza dell’inconfutabile ed incauto destino che li aveva spediti con un biglietto di sola andata verso l’altro mondo.

    Ci hanno preceduti? ” domandò, senza aspettarsi realmente una risposta.

    Come avrebbe potuto qualcuno precederli? Queste erano pressappoco le domande che gli frullavano nel cervello, cercando di far luce su quanto stava guardando. Lo superò un tizio alle sue spalle, uno di quelli che l’avevano seguito insieme agli altri e sembrava anche piuttosto interessato alle cause che dovevano aver portato a quella strage – prima del loro arrivo.

    Vedi lassù? ” gli disse questi indicando il soffitto.

    Portato lo sguardo in alto, si abbassò sulle gambe lasciando che l’energia lo circondasse ormai pronto a scattare da un lato o da un altro per schivare gli eventuali colpi che gli sarebbero giunti addosso. Braccia meccaniche che si muovevano come forsennate, imbracciando ogni genere d’arma, nel vano tentativo di mettere fine anche alle loro vite e di qualsiasi altra forma di vita che accidentalmente avesse messo piede in quella stanza.

    Lascia perdere, hanno finito le munizioni. ” rispose quello osservando la reazione dello Scorpione con aria decisamente pacata.

    Hanno dato di matto: ci deve essere stato qualche corto circuito o un guasto nel sistema software di queste macchine e del sistema di difesa in generale. Sono impazzite, guardale come ancora cercando bersagli da freddare. Ci è andata bene: questi stronzi ci hanno fatto indirettamente da scudo. ” proseguì.

    Una trappola, quindi! ” aggiunse lo Scorpione.

    Sì, una specie: un sistema di difesa, piuttosto. Possiamo proseguire comunque: non ci sono altri pericoli. ” rispose ancora.
    Per il momento. ”, concluse.

    Già, sembrerebbe così. Ma non abbassiamo la guardia: ci troviamo comunque in territorio nemico, non scordarlo! ” concluse a sua volta.

    Si avviarono entrambi, saltando o scansando i cadaveri dei soldati. Amon li guardava con disprezzo, come se – sotto un certo punto di vista – avessero meritato bellamente quella sorte; eppure in cuor suo sentiva di non dover festeggiare più del dovuto della loro dipartita. Erano morti per difendere un ideale nel quale credevano, nel quale confidavano finanche la propria stessa esistenza, immolandosi per qualcosa che reputavano essere giusto. Soffermò lo sguardo su ognuno di quei cadaveri, passandogli di fianco ed osservando i loro sguardi deformati dalla paura e dal dolore. Era agghiacciante.
    Sentì un brivido corrergli veloce lungo la schiena: per quanto fosse abituato a vedere la morte, da quando era giunto su Endlos sembrava aver riacquistato quell’umanità perduta durante l’addestramento per divenire uno Scorpione Nero e scopriva quanto non fosse più indifferente a quel tipo di visioni; sembrava essere diventato più empatico ed il bosco, in questo, l’aveva certamente cambiato così come la compagnia con Yoe, che lo avevano in un certo senso addomesticato.

    Passò oltre, giungendo quindi in una stanza ulteriore (oltrepassando un’altra porta), dove sembrava esserci corrente o elettricità, come aveva detto quell’altro. Mavros aveva detto di chiamarsi, un tipo biondo alto ma dagli occhi decisamente strani (la sclera nera e l’iride color ambra) ed un braccio meccanico, assolutamente utile in un contesto di guerra come quello. Da quanto aveva visto nei giorni passati era piuttosto abile nel combattimento, ma come avrebbe avuto modo d’imparare nel corso di quell’avventura avrebbe scoperto che il suo reale talento era tutt’altro. Sembrava essere incuriosito da tutto quel contesto ed il fatto che gli avesse spiegato poc’anzi cosa fossero quegli aggeggi e quale fosse la loro funzione l’aiutava a comprendere quanto fosse utile in un ambiente come quello.

    Comunque sia, finalmente, sembravano essere giunti nella vera e propria prigione: in bella mostra, dietro una sorta di teca trasparente vi erano prigionieri di ogni genere, razza e forma. Era abominevole la cattiveria che aveva permesso un simile giro di vite: guardava i loro sguardi dimessi, tristi e cupi per via della prigionia e delle condizioni disumane nelle quali erano stati costretti dai loro aguzzini; ma la cosa che gli faceva rabbia, ma veramente rabbia, erano i collari che avevano ciascuno di loro al collo, un cappio che difficilmente avrebbero dimenticato. Un trauma dal quale difficilmente ognuno di loro si sarebbe ripreso se non dopo tanto, molto (troppo) tempo. Non era possibile però vedere tutte le celle: al massimo quelle della prima fila, al piano più basso, in corrispondenza di quel nefasto corridoio. Dovevano essercene molti di più e l’angoscia provata da tutte queste creature provocava in Amon rabbia, sgomento ed una profonda compassione. Ve n’erano alcuni che somigliavano a Mugen: creature dai tratti bestiali, umanoidi, ed altre piccole creaturine che però sembravano comportarsi in modo piuttosto strano. Forse erano impazzite in uno spazio così ristretto, abituate a spazi ben più ampi di quelle quattro mura che li circondava. Ma a destare ancora più sgomento in Amon fu la scoperta che vi erano persino dei bambini. Si lanciò d’impeto contro una di queste prigioni, sbattendo i pugni e l’elsa della spada contro la teca, sperando di spaccarla in qualche modo ottenendo nient’altro che un rumore sordo ed un diffuso rossore sulle mani per via delle botte date.

    Ti libererò da qui! Vi libereremo tutti da qui! ” avrebbe esclamato, già pronto a dichiarare guerra a ciascuna di quelle teche acciecato dalla furia.

    FERMATI! ” un grido alle sue spalle, un imperativo.

    Ma Amon sembrava non volerne dare conto, di voler continuare per la sua strada e dare tutto sé stesso per quella causa: li avrebbe liberati uno ad uno se fosse stato necessario e l’aura che ormai lo circondava ne era la prova più eclatante.

    Qualcuno, però, sembrava non essere dello stesso avviso. Quel Mavros, quel tale di prima aveva qualcosa in contrario. Non che non volesse liberare i prigionieri anzi, a dirla tutta – e ad ascoltare il tono vibrante della sua voce – sembrava essere stato colto dallo stesso furore e dalla stessa rabbia dello Scorpione, ma in un certo senso sembrava riuscire a resistere all’impulso suicida di questi. Perché lui sapeva, dopotutto, con cosa aveva a che fare e sprecare energie in quel modo non sarebbe stato di alcun aiuto né a loro, né agli stessi prigionieri.

    FERMATI, È INUTILE! ” gli intimò ancora una volta.

    Lo Scorpione si sarebbe girato verso di lui con lo sguardo invasato. Sarebbe stato un attimo e l’avrebbe raggiunto afferrandolo per la collottola ed alzandolo da terra, nonostante il peso notevole senza che il ragazzo potesse fare alcunché per liberarsi – almeno per il momento. Era come se cercasse di farlo sfogare in qualche modo, guardandolo però dritto negli occhi.

    Non lascerò queste persone qui a marcire. Se necessario le aprirò una ad una, dovessi farlo a costo della vita! Ci sono dei bambini li dentro, non li vedi? E sei disposto ad abbandonarli così? EH?! ” rispose.

    Assolutamente no. Sto dicendo che è inutile fare come dici tu: non è possibile aprire quelle celle con la sola forza bruta, a suon di pugni. Ragiona! ” oppose il ragazzo, cercando di divincolarsi da quella stretta pur senza opporre troppa resistenza.

    Quando la presa fu più leggera ed Amon lo lasciò cadere a terra, questi si rialzò cercando di riprendere fiato.

    Parla, ti ascolto! ” disse lo Scorpione, visibilmente scocciato.

    In questa stanza c’è dell’elettricità, pertanto il sistema difensivo è ancora attivo e funzionante. ” si guardava intorno mentre parlava ed agli astanti non sarebbe sfuggito il fatto che le sue iridi d’ambra stessero brillando. Stava acquisendo informazioni, in un certo senso.

    Non vedo congegni da poter manomettere, pertanto l’unica scelta possibile è quella di raggiungere la sala dei comandi e manomettere il sistema direttamente da li. Da qui possiamo fare ben poco e sarebbe soltanto uno spreco di forze ed energie, proprio come stavi per fare con quella cella. Avresti potuto bruciare persino la tua stessa vita, ma il sistema difensivo di quella cella avrebbe potuto avere ragione di te. ” spiegò, cercando di risultare quanto più semplice possibile nella esposizione. “ Hai capito adesso perché ti ho fermato?

    Calmati i bollori e provando a ragionare con lucidità, Amon trovò che la soluzione di Mavros sarebbe stata la più praticabile tra le tante. A quanto pareva bisognava manomettere il sistema difensivo, un po’ com’era successo per l’altra stanza. Forse un’assenza di energia elettrica avrebbe potuto concedere loro spazi di manovra o semplicemente doveva affidarsi a chi ne sapeva più di lui in quel campo di scienza sconosciuto.
    Nonostante le perplessità, comunque, decise da sé che quella sarebbe stata le decisione più praticabile e nonostante la riluttanza ad ammettere di avere avuto torto marcio in una situazione contingente come quella, dovette infine ammettere verbalmente che il ragazzo aveva ragione.

    Scusami, non volevo. A questo punto penso che tu abbia ragione, ma dobbiamo fare in fretta: hanno già sofferto abbastanza! ” disse riferendosi ai prigionieri.

    Mavros dal canto suo annuì, ma era una ben magra vittoria dopotutto. Quelle creature erano ancora lì imprigionate.

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    { Critico ~ 40% . Alto ~ 20 % . Medio ~ 10 % . Basso ~ 5% }

    Energia ~ 100%;
    Status Fisico ~ Ottimo. Qualche livido dovuto alla colluttazione della battaglia iniziale, ma nulla di preoccupante o di invalidante.

    « EQUIPAGGIAMENTO »

    . Lama del destino .

    Lama del destino ”, così come rinominata da Amon, è una spada composta dalle più pregiate e resistenti leghe metalliche in possesso dello Scorpione Nero. La sua forma è inusuale per le spade dell'epoca, assegnate all'esercito regolare egiziano e difatti ricorda solamente le più comuni “khopesh”, essendo più assimilabile per forma e resistenza ad una scimitarra; anche il suo aspetto è il frutto di esperimenti, dovuti soprattutto alle contaminazioni culturali di altre popolazioni confinanti che hanno permesso ai fabbri dell'ordine di trovare la forma e la resistenza più adatte per un più efficiente ed efficace utilizzo dell'arma in battaglia. Nel complesso, “ Lama del destino ” è il risultato di un pregevole lavoro di manifattura dovuto all'abilità manifesta dei fabbri e degli 'ingegneri' dell'ordine dello Scorpione Nero: la lama, infatti, lucente come non poche è lunga all'incirca cinquanta centimetri ed è rifinita con intarsi e rilevi lungo tutta la sua superficie, sul cui lato destro è inciso il simbolo dell'ordine: uno scorpione nero, proprio come il tatuaggio che ha sulla spalla; l'elsa è lunga all'incirca venti – anche venticinque – centimetri ed è composta di legno e lega, uniti insieme con intarsi d'oro e fascette di cuoio nero, per renderne la presa confortevole. Nel complesso, l'arma risulta ben bilanciata ed equilibrata nel suo peso – forse eccessivo per alcuni – con un filo resistente ed affilato, utilissima sia in difesa che in attacco. Quando non è sguainata, “ Lama del destino ” è conservata in un fodero di cuoio nero, solitamente posizionato dietro alla schiena ed assicurato al corpo di Amon grazie ad ulteriori fasce della medesima fattura per una duplice ragione: anzitutto gli è possibile sguainare la spada in modo semplice ed immediato, in qualsiasi situazione; ciò gli permette di nasconderla sotto ampi mantelli, consentendogli di passare inosservato laddove lo desideri.

    . Oracolo della Morte .

    Oracolo della morte ”, così come chiamato da Amon, è un pugnale composto dalle più pregiate e resistenti leghe metalliche in possesso dell'ordine dello Scorpione Nero. La sua forma è molto particolare, studiata appositamente per poter essere potenzialmente mortale per chiunque ne incontri il filo; principalmente utilizzato nell'assassinio, non è difficile vedere Amon utilizzarlo anche nel corso di un normale combattimento, come ausilio e supporto nel corpo a corpo. La lama è lunga all'incirca venticinque centimetri, ed è ricurva sul fronte, con una zigrinatura sul retro ed è finemente rifinita con intarsi e rilievi lungo tutta la sua superficie; il manico, a sua volta, è lungo all'incirca quindici centimetri presentandosi leggermente ricurvo, sul lato opposto rispetto al fronte della lama. È composto da legno e metallo, uniti tra loro con intarsi dorati e lacci di cuoio nero che ne rendono l'impugnatura comoda e confortevole, in modo da non comportare difficoltà nella presa; nel suo lato interno presenta un piccolo anello, grande abbastanza da farci passare il dito indice ed utile per cambiare la presa del pugnale per ogni evenienza, permettendo di rivolgere la lama verso l'alto o verso il basso a seconda della situazione contingente. Per via della particolarità della lama, zigrinata sul retro, è abbastanza utile per bloccare le altre spade e consentirgli un vantaggio – laddove possibile – nella corta distanza. Frutto di un lavoro di pregevole manifattura, si presenta bilanciato e ben equilibrato nel suo peso, potendo essere utilizzato anche come arma da lancio, per ogni evenienza; il filo della lama, infine, è molto affilato e resistente. Quando non è impugnato, “ Oracolo della morte ” è riposto in un fodero di cuoio nero agganciato al bacino di Amon con altrettante guaine della medesima fattura; è solito posizionarlo dietro al bacino, ben nascosto, con il manico rivolto verso il lato sinistro e permettergli di impugnarlo con semplicità in qualsivoglia situazione.

    . Aculei dello Scorpione .

    Nell’equipaggiamento di uno Scorpione era immancabile la presenza di un set di pugnali da lancio, utili soprattutto dalla distanza medio-lunga, per favorire così tattiche offensive – o diversive – in missione. Solitamente presenti in numero non inferiore a cinque, sono fissati ad una cinta di cuoio (la stessa alla quale era fissato il pugnale) e posizionati dietro il bacino così da restare occultati alla vista altrui. Composti unicamente di una lega metallica della più pregiata fattura, non presentano fregi particolari se non il simbolo di uno Scorpione inciso sulla lama; sono lunghi approssimativamente dieci centimetri (comprensivi del ‘ manico ’), risultano leggermente squilibrati sulla lama sì da permetterne il lancio. Il taglio poco affilato di questi pugnali è compensato in realtà dalla forza impressa con il lancio, dal quale scaturisce l’effettiva capacità perforante di questi minuti oggetti di morte. Date le loro caratteristiche intrinseche, Amon ha deciso di denominarli “ Aculei dello Scorpione ” in onore all’aracnide dal quale prende il nome il suo ordine.

    ∙ ∙ ∙

    « POTERI SPECIALI »

    . Occhio di Ra .

    Byakugan

    Nell'ordine dello Scorpione Nero sono diverse le abilità che – sono state e che – vengono tramandate di adepto in adepto, di generazione in generazione fin dalla sua istituzione; ve ne sono alcune però che sono legate in modo particolarmente stretto al sangue ed all'innato talento di pochi, che non è stato possibile tramandare per via di particolarità intrinseche delle medesime abilità. Gli studiosi dell'ordine e gli alti vertici hanno pertanto deciso di studiare e documentare simili capacità in rotoli segreti, conosciuti a pochi – e sconosciuti ai molti – al fine di facilitare l'apprendimento di coloro i quali fossero riusciti ad ottenerle per una ragione, piuttosto che per un'altra, e di indirizzarli verso il loro sviluppo. È stato riscontrato nel corso della lunga vita dell'ordine, che tali e particolari abilità si ripresentassero ciclicamente in ogni generazione, alle volte saltandone anche una o due, permettendo pertanto una sorta di studio previsionale in tal senso e comprendere più o meno quando simili capacità si sarebbero ripresentate a vantaggio esclusivo dello Scorpione Nero e del Faraone.

    L'“ Occhio di Ra ”, in particolare, appartiene alla schiatta delle abilità che si tramandano con il sangue, piuttosto che con il talento, finendo per essere appannaggio di pochissimi elemento nella storia dello Scorpione Nero in quanto legata al sangue reale: il sangue del Faraone; era accaduto infatti che alcuni eredi, rinunciando al titolo reale, si fossero uniti all'ordine con lo scopo precipuo di essere d'aiuto al futuro Faraone ed allontanarsi così dai futili giochi di intrighi e potere di palazzo. Si tratta dell'abilità più rara e più imprevedibile in fatto di presentazione, in quanto ben pochi erano stati i membri della famiglia reale che si erano uniti all'ordine, destando difficoltà nel prevedere quando e come l'occhio sarebbe potuto rivelarsi utile agli scopi dello Scorpione Nero, nonché dell'ordine.

    Quest'abilità, come tante altre, non richiedeva la 'purezza' del sangue, ma necessitava unicamente della presenza di sangue reale per poter essere – potenzialmente – risvegliata; il che, comunque, non significava che potesse risvegliarsi automaticamente, in quanto richiedeva comunque che il soggetto avesse sviluppato la capacità di richiamare ed utilizzare il “ Respiro divino ”, appannaggio esclusivo degli adepti dello Scorpione Nero. Ad un normale essere umano era dunque precluso il suo risveglio.

    L'“ Occhio di Ra ” comincia a risvegliarsi nel soggetto in un età compresa tra i sette e gli undici anni, qualora abbia già avuto modo di padroneggiare – anche in modo abbastanza incompleto – il “ Respiro divino ” così che quella stessa energia possa essere utilizzata come catalizzatore dell'abilità stessa. Nel presentarsi, il soggetto denota fortissimi mal di testa, accompagnati da cecità temporanea o da vista estremamente sensibile alla luce, tanto da costringerlo in quest'ultimo caso a tenere gli occhi chiusi; tali sintomi verranno accompagnati da senso di vertigine e spossatezza, in quanto il soggetto non è ancora in grado di controllare il proprio potere ed utilizzare il giusto quantitativo di energia per poter fare completo affidamento sull'abilità oculare. Poco a poco, man mano che il soggetto continua nei suoi addestramenti per affinare la padronanza nel “ Respiro divino ”, affiorano in modo confuso le singole capacità donate dall'abilità, confondendosi tra loro e costringendo il soggetto ad interrompere forzatamente i propri allenamenti in quanto potrebbe essere soggetto anche a perdita di sensi, mettendo a serio rischio la sua vita. Il completamento dell'addestramento d'uopo previsto specificatamente per la sola abilità – unitamente agli sforzi per padroneggiare in modo completo il “ Respiro divino ” –, gli consente di poter incanalare le proprie energie ed i propri sforzi su di una capacità per volta o sulla combinazione di più capacità per volta, senza alcuna difficoltà; l'utilizzo dell'abilità resta comunque legato alle forze ed alle energie residue: da questo dipende infatti l'effettiva fruibilità delle sue capacità nel suo complesso. [Malus: al raggiungimento di determinate soglie di riserva energetica, Amon non sarà in grado di accedere alle proprie capacità passive; le percentuali di riferimento saranno indicate in corrispondenza delle singole capacità.] Il soggetto, custode dell'abilità, ha presentato nel corso dei secoli un'indole riflessiva e mai impulsiva, affidandosi ciecamente alle capacità donategli dall'“ Occhio di Ra ” e risultando prezioso nella fasi strategiche, per evitare ingenti perdite di adepti.

    Fisicamente e visivamente, l'“ Occhio di Ra ” si presenta agli occhi altrui per una sorta di mutazione che avviene nel volto del soggetto, del custode, il quale viene trasfigurato per permettere al “ Respiro divino ” di apportare i propri benefici agli occhi; per poter fare affidamento sulla propria abilità, il custode non dovrà fare altro che concentrare il proprio potere negli occhi e lasciare che il “ Respiro divino ” interagisca con gli stessi. Le vene alle tempi, sino alle orbite, cominceranno a gonfiarsi pompando il sangue – e l'energia – più velocemente; i bulbi oculari, frattanto, perderanno la loro consueta colorazione assumendo un pigmento perlaceo, sovrapponendosi quasi completamente sia alla pupilla, sia alla cornea, di cui permangono semplicemente i contorni sbiaditi.

    Amon ha appreso i primi rudimenti sul “ Respiro divino ” all'età di sette anni, riuscendo nell'intento di controllarlo indirettamente all'età di circa otto anni; ciò gli ha consentito di risvegliare l'“ Occhio di Ra ” a questa età. Infine, è riuscito a perfezionare il controllo sull'abilità e sulla propria energia all'età di dodici anni, con grande sorpresa dei suoi istruttori.

    L'“ Occhio di Ra ” consente al suo custode di poter vedere distintamente l'essenza degli altri soggetti – siano essi amici o nemici –, sotto forma di un fittissimo reticolato energetico che ricorda molto il complesso sistema circolatorio del sangue, la cui colorazione risulterà essere differente a seconda dell'entità che si troverà di fronte. In questa fase, i colori si sbiadiranno assumendo tinte spente, tenenti al grigio, mentre la trama energetica assumerà ai suoi occhi una colorazione più vivida e brillante, consentendogli di concentrare l'attenzione su questo particolare; ad una osservazione più attenta e meticolosa – sostituita, con il tempo, dall'esperienza – è possibile notare che vi sono dei punti nella trama energetica, nei quali l'energia è più condensata rispetto ad altri e ciò in quanto si trovano in corrispondenza degli organi vitali, permettendo al custode una maggiore precisione nei suoi colpi. La visione della trama gli consente un vantaggio ulteriore, soprattutto se lo si combina con una efficace tattica difensiva, poiché ciò gli permette di reagire in modo più veloce ad una offensiva avversaria basata strettamente sull'utilizzo della trama stessa; infatti, in tali situazioni contingenti, la trama energetica subisce una repentina accelerazione dovuta all'utilizzo dell'energia vitale convogliata in quello specifico attacco, potenziando di gran lunga riflessi e reazioni del custode. In tali situazioni, il custode avrà quindi la possibilità di reagire più velocemente alle tattiche offensive avversarie, consentendogli di agire per tempo nella manipolazione del “ Respiro Divino ” e rispondere così in modo più efficace alle sollecitazioni rinvenienti dalle differenti situazioni contingenti. [Auspex passivo di ‘ Percezione magica ’ (la visione della trama energetica è puramente interpretativa e giustifica peraltro la passiva di empatia descritta più avanti). Limitazioni: è possibile vedere le energie impresse su cose e persone, ma non quella emessa naturalmente dalle persone; è possibile avvertire/vedere la presenza di un oggetto incantato e riconoscerlo da –e tra- gli altri; è possibile avvertire quando qualcuno casta tecniche (limite collegato alla passiva che segue). Passiva di Istant Casting dovuta all'osservazione del moto repentino della trama energetica, giustificata dai riflessi repentini rinvenienti nella capacità in oggetto. Malus: al raggiungimento della soglia del 20% della riserva energetica, Amon non sarà in grado di utilizzare ulteriormente queste capacità nel corso dell'evento.] Altra caratteristica peculiare legata alla vista, è quella che consente al custode di poter avere una visuale completa di tutto quanto lo circonda, tranne che un unico punto cieco posto dietro alla sua nuca; si tratta di un cono d'ombra nel quale gli è impossibile vedere o percepire alcunché, trattandosi potenzialmente del vero ed unico punto debole di questa capacità. Per sfruttare un più ampio raggio di visione, deve trovarsi nella più completa immobilità per consentirgli di concentrarsi pienamente su quanto gli accade intorno; qualora voglia sfruttare questa capacità – combinandola con altre – in movimento, il raggio della visuale è più contenuto. [Visuale di 359° intorno a sé per un raggio di 20m. Malus: se Amon si trova in movimento, il raggio della visuale si riduce a 5m; al raggiungimento della soglia del 30% della riserva energetica, Amon non sarà in grado di utilizzare ulteriormente questa capacità nel corso dell'evento.] Ulteriore capacità donata dall'“ Occhio di Ra ”, è quella di vedere al di là di cose e persone, senza alcun impedimento; solitamente, questa capacità è abbinata alle altre donate dall'occhio – in special modo, se sfruttata per scandagliare la zona circostante –, seppure sia valida anche se utilizzata da sola. [Possibilità di vedere ogni cosa aggirando gli ostacoli; Consumo Variabile.] Anni ed anni di esperienza nella “ lettura ” della trama energetica consentono al custode di poter leggere l'aura emotiva altrui, permettendo a questi di conoscerne lo stato d'animo, a meno che non vi siano incanti o protezioni che ne blocchino la percezione. Infatti la trama energetica rappresenta uno specchio, una sorta di riflesso di quelli che sono i diversi stati emotivi che colpiscono l'animo altrui; ciò è dovuto, in particolare, al moto del flusso energetico, al suo scorrere nel fittissimo reticolato del sistema circolatorio, permettendo al custode – dopo una fase di conoscenza e di studio più o meno breve – di comprenderne lo stato d'animo con uno scarto di errore infinitesimale. Ovviamente, per la stragrande maggioranza dei soggetti i segnali sono più o meno simili, se non identici; ma è possibile che vi siano dei soggetti particolari che poco si prestino alla lettura dell'aura emotiva, rendendo più difficoltoso al custode comprendere quale sia il loro stato d'animo, riuscendo persino a raggirarlo vanificando così ogni suo sforzo. Ciò non toglie che la lettura dello stato emotivo sia estremamente utile al custode in situazioni contingenti particolari, poiché potrebbe consentirgli – a titolo di esempio – di scoprire attraverso questa “ lettura ” se il soggetto che ha davanti gli sta mentendo o meno. Si tratta pertanto di una capacità estremamente versatile, potendo essere utilizzata nelle situazioni più disparate. [Lettura dell'aura emotiva utilizzando come tramite la visione della trama energetica (Passiva di Empatia); Passiva di Lie-Detector. Malus: al raggiungimento della soglia del 20% della riserva energetica, Amon non sarà in grado di utilizzare ulteriormente queste capacità nel corso dell'evento.]

    . Essere un adepto dello Scorpione Nero .

    Gli adepti dello Scorpione Nero vengono sottoposti fin dalla più tenera età ad allenamenti fisici e psichici molto particolari, il cui scopo è quello di formarli anzitutto come guerrieri, dotandoli di fisici forti e resistenti, agili e veloci, in virtù dei ruoli e dei compiti che andranno a ricoprire una volta divenuti membri dell'ordine; secondariamente, vengono formati – con altrettanta attenzione e dedizione – come assassini, fornendo loro una preparazione (teorico-pratica) completa sulle tecniche di omicidio, sviluppando principalmente le particolari capacità fisiche – e psichiche – necessarie per metterle in atto.

    Concluso l'addestramento, Amon possiede una forza fisica notevole considerato il livello medio di un normale essere umano, retaggio degli intensi allenamenti cui è stato sottoposto sin da piccolo che gli hanno consentito di sviluppare la propria vera forza, rendendolo oltremodo pericoloso in un confronto corpo a corpo; ciò gli consente anche di sopportare pesi notevoli, ma mai eccessivi, in virtù del fatto che gli allenamenti erano basati proprio su questo: sollevamento di pesi e macigni e loro spostamento come fossero una sorta di zavorra dalla mattina alla sera, anche durante le sessioni di combattimento. La sua muscolatura, in tal senso, risulta tonica, scolpita ed asciutta: un buon compromesso che non lo vincola nei movimenti. [Power Up passivo + 50% Forza] Le sessioni di combattimento corpo a corpo e con le armi, gli hanno consentito inoltre di sviluppare una resistenza fisica impareggiabile: concluso l'addestramento, infatti, la sua pelle e le sue ossa sono divenute coriacee, tanto da consentirgli di resistere anche ai colpi più duri se corroborati da una buona tattica difensiva. Ciò gli consente di resistere meglio ai colpi altrui, riuscendo a rialzarsi in piedi laddove altri si sarebbero già arresi; inoltre ciò gli consente di risentire meno dello sforzo e della stanchezza, in virtù di questa sua stessa resistenza. [Power Up passivo + 50% Resistenza]

    « TECNICHE E STILI »

    _ ___ ______________________ ___ _

    Note a margine ~ Perdona il siparietto, ma quella era l'unica reazione possibile per Amon alla vista dei bambini. Un piccolo trauma psicologico autovissuto sin dall'epoca degli Scorpioni Neri. Lo approfondirò eventualmente in corso di giocata :)

    Mi sono permesso di interagire un po' con Mavros: da ora in avanti te lo cedo, come da accordi :D
     
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  3. Deneb Eilean
     
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    M’inoltro nelle prigioni sotterranee del Picco della Pena insieme ad altri militanti, molti dei quali sono sopravvissuti per tutta la straziante guerra civile proprio in vista di questo momento: il giorno della liberazione. I cadaveri di molte guardie sono disseminati per i corridoi, mi sforzo di non scompormi e di perseverare nell’avanzata.

    Non appena raggiungo le celle sono costretta a stringere i pugni per contenermi e non accanirmi su di esse come fa un altro guerriero: per quanto sia abominevole il trattamento riservato agli internati, è improbabile che si possa forzare le carceri con la sola forza bruta. Un uomo ferrato in materia suggerisce al gruppo di dirigersi verso la sala che monitora l’intero complesso carcerario.

    « Vi seguo. »

    Distogliendo a forza i miei occhi dalle teche,
    proseguo la missione d’infiltrazione.


    Stato fisico: ottimale
    Stato mentale: concentrata
    Energia: 100%
    Equipaggiamento:
    Gáe Bolg [ Lancia | passiva di richiamo | passiva di bruciore delle ferite inflitte ]

    Lancer Suit [ Armatura ]

    Passive:
    Acrobatics [ Passiva di movenze acrobatiche ]

    Attive utilizzate: /
     
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    Viaggiatore dei Mondi

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    Mugen era uno dei valorosi guerrieri che in passato aveva accolto la chiamata ed era sceso in battaglia contro il terribile Drago Divora-Mondo. Il semipiano non aveva mai affrontato una minaccia così pericolosa sino ad allora ed in lui era ancora vivido il ricordo dell'immensa potenza di Khellendros. Sebbene facesse parte delle schiere radunatesi per annientarlo la sua natura demoniaca più primitiva non poteva che rimanere affascinato e ammaliato da una manifestazione di potere così grande e distruttiva. A quel tempo e ancora oggi sapeva che non avrebbe mai incontrato una creatura così maestosa.

    Quel giorno era stato testimone della forza più potente che la stirpe draconica avesse mai generato. Oggi, proprio durante la battaglia di Sequerus, aveva assistito al momento più basso di quella stessa stirpe. Un drago -certo molto più piccolo- si era levato dalle schiere ribelli ed era partito all'attacco, ma qualcosa andò storto ed al momento di riversare contro le mura una cascata di fiamme, dalle sue fauci non uscì che una fiammella.

    Entrambi gli eserciti erano senza parole.
    I ribelli credevano di aver scatenato una delle loro armi più forti e gli assediati -già messi a dura prova- credevano di trovarsi di fronte ad un ennesimo attacco che non avevano previsto.
    Ma entrambi gli schieramenti si sbagliavano.

    L'imbarazzante assalto non aveva fatto altro che innescare una serie di eventi che portarono una delle guardie nemiche a precipitare giù dalla sua posizione attirando l'attenzione dei soldati vicini. Fu allora che un uomo in abiti eleganti -non certo adatti alla battaglia- attirò la sua attenzione. Il figuro, raggiunto il corpo dello sventurato, se ne stette lì fermo a fissarlo accendendosi anche una sigaretta.

    Forse per rimproverarlo o forse per ammonirlo Namas gli si avvicinò.
    I due si scambiarono un paio di battute e dopo che il figuro gli ebbe posato a sua volta una mano sulla spalla fu questione di istanti ei due svanirono nel nulla

    Inaspettatamente le forze ribelli avevano perso il loro comandante.

    Non era la prima volta che Mugen assisteva ad una scena simile durante quella guerra. Un altro uomo in abiti eleganti, dal pallido trucco e con uno stravagante cappello, li aveva accolti quando avevano raggiunto le stanze di Usama Kuroi. Non ci fu battaglia o tempo per chiacchiere, il tipo svanì dopo aver estratto una fiamma bluastra dalla salma del Re Nero, lasciandosi dietro una inquietante quanto misteriosa scia di farfalle.
    Tristan, il Capitano delle Guardie, aveva detto di aver già incontrato quel Demone in passato. Possibile che quest'altro individuo fosse in qualche modo in combutta col primo? Che ci fosse un terzo giocatore in quella guerra che non avevano considerato?

    Namas era in ogni modo scomparso, ma loro avevano ancora una missione da compiere e il demone sapeva bene che il principe non avrebbe mai messo la sua vita prima dei prigionieri che avevano intenzione di liberare. Dovevano procedere senza esitazione, quell'avvenimento per quanto sconvolgente non doveva abbattere il loro animo. Dovevano irrompere nelle segrete dell'Enclave e liberare le vittime di Kikio Ho.

    Solo allora avrebbero potuto dedicarsi alla ricerca di Namas, di certo non era l'unico a provare quegli stessi sentimenti e magari avrebbe potuto cercare Tristan e chiedergli se aveva già visto l'uomo che aveva fatto sparire il loro comandante o se c'era qualche informazione che non gli aveva rivelato.

    ---

    Una strana puzza di umidità accolse quei valorosi guerrieri che avevano scelto di inoltrarsi nelle profondità del labirinto sotterraneo. Avanzavano coraggiosi senza esitare in quel dedalo che li avrebbe portati fino alle prigioni in cui le vittime della follia che aveva devastato l'Occidente aspettavano la loro libertà.

    Stranamente non avevano ancora incontrato nessun soldato ed era improbabile che avessero abbandonato le loro posizioni. Mugen dal canto suo avanzava forse un po' più cauto dei suoi compagni, era già stato vittima delle trappole con cui quei nemici difendevano i loro domini e guardava con sospetto ogni cosa, aspettandosi da un momento all'altro l'avvio di qualche meccanismo mortale.

    Ma la scena che gli si parò davanti improvvisamente fu abbastanza inaspettata. Lo spazio che avevano raggiunto era un caos di corpi di soldati nemici, cenere e fori di proiettile nel pavimento e nelle pareti. Braccia di metallo impazzite si agitavano ancorate al soffitto puntando i nuovi venuti ma senza presentare una reale minaccia. Sembravano aver esaurito la potenza di fuoco e non erano altro che inutili pezzi di ferraglia in movimento.

    Senza perdere troppo tempo bisognava andare avanti, la battaglia per ora era solo rimandata. Dovevano ancora raggiungere il cuore della prigione e lì probabilmente c'erano ancora guardie o altri pericoli ad aspettarli.

    Con un po' di attenzione non fu difficile oltrepassare quella zona e giungere alle celle.
    Il demone Volpe non poteva prepararsi in nessun modo all'orrendo spettacolo che gli si parò dinnanzi una volta raggiunta quella che era in fondo la meta designata. Una moltitudine di celle disposte in file ordinate e su più piani con i prigionieri messi in vetrina ed isolati dal resto del mondo.

    La rabbia di Mugen era oltre ogni limite ed a stento poteva essere contenuta. La mano si stringeva spasmodicamente attorno all'elsa di Anguirel e il suo cuore combatteva contro i suoi istinti primari. Come Amon stava per scagliarsi contro quei vetri, disposto a sfondare a pugni ogni singola cella pur di liberare i prigionieri.

    Ma uno dei soldati giunti con loro sembrava saperne molto di più di come funzionavano quei marchingegni e cominciò a farli ragionare. A detta sua non potevano fare molto da lì, e la scelta più conveniente era quella di cercare una sala comandi e manomettere i sistemi che governavano l'intera struttura.

    Il Demone dovette ammettere che quella era una mossa ragionevole, ma l'idea di lasciare quelle creature nelle celle anche solo un secondo di più era insopportabile. Se il suo cuore sanguinava, il suo spirito era un fuoco di odio pronto a riversarsi su chiunque o qualunque cosa avesse provato a fermarlo.

    “Tenete duro.”

    I non-umani chiusi nelle celle -tra i quali gli sembrò di scorgere proprio qualche suo simile- non potevano certo sentirlo, ma Mugen in cuor suo voleva, quasi ingenuamente, che sapessero che avrebbe fatto di tutto pur di liberarli.

    “Andiamo. Dobbiamo fare presto.”


    CITAZIONE
    Condizioni fisiche: ottime
    Condizioni psicologiche: deciso
    Energie: 100%

    Tecniche utilizzate: //

    Passive:

    ~Retaggio di una volpe Rossa:
    [SPOILER]Che cos'è esattamente un demone volpe? Nessuno lo sa con esattezza, ne esistono varie razze, varie tribù e una moltitudine di sottospecie... sebbene siano molto difficili da incontrare, creature furbe e sfuggenti. La varietà a cui appartiene Mugen ha molti tratti in comune con la comune volpe rossa selvatica, una descrizione spicciola porta infatti a definirlo come una grossa volpe dalla postura eretta, col pollice opponibile e in grado di parlare. Inoltre un demone volpe ha un ciclo vitale molto molto lungo, infatti Mugen, con qualche centinaio di anni, è da considerarsi nel pieno della giovinezza. Non è chiaro cosa accada ad un demone volpe una volta invecchiando... si sa solo che il suo manto diventa completamente bianco e abbandona il branco dei più giovani per andare chissà dove. O almeno è questo che si crede, uno strano meccanismo si innesca nelle giovani volpi nei confronti dei membri anziani, o per lo meno nei confronti dei membri anziani che hanno superato la Soglia. Non riescono più a ricordarsi di loro, o meglio non riescono a focalizzare l'attenzione su coloro che hanno superato la Soglia. Per questo si parla di Soglia, una sorta di soglia dell'esistenza. Certo ci si ricorda della vita trascorsa insieme e delle imprese compiute da un membro scomparso, ma ad un certo punto questi scompare nell'oblio ed è anche difficile da individuare il momento esatto in cui avviene l'attraversamento della Soglia. Si tramanda inoltre di incontri con volpi bianche nel corso dei secoli e in momenti particolari della storia, ma i racconti sono tutti un po' vaghi e si perdono nel ricco folklore delle volpi rosse.
    Come detto un demone volpe è una creatura fuori dall'ordinario, i loro sensi sono superiori a quelli di un qualsiasi umano. Sono in grado di fiutare ed identificare una qualsiasi creatura in un raggio d'azione estremamente ampio e seguire una traccia per loro è estremamente facile.
    Se non bastasse sono creature forti e veloci, in grado di affrontare qualsiasi avversità. Le loro capacità uditive si estendono oltre l'immaginabile, un demone volpe riesce facilmente a distinguere il battito di un cuore e un sussurro appena sospirato in un raggio d'azione di decine forse centinaia di metri...Inoltre dispongono di micidiali armi naturali: artigli in grado di lacerare la carne e zanne in grado di spappolare le ossa. Non bisogna lasciarsi ingannare se spesso si mostrano come esseri bonari e pacifici. Una volta fiutata la preda, difficilmente la lasciano andare...
    [Bonus forza +50% (5 punti), Olfatto iper sviluppato raggio d'azione: 30 metri in duello (5 punti), zanne e artigli (2 punti); Caratteristiche bloccate: Vista notturna, udito iper sviluppato (5 punti)]


    ~Reliquie di una volpe Bianca:
    Mugen è uno dei pochi che può vantare di aver incontrato una Volpe Bianca nella sua vita. Forse perché i più se ne dimenticano. In realtà anche lui dubita di quanto avvenuto e dei vaghi ricordi che ha dell'incontro, se non fosse che quell'incontro gli ha lasciato una prova tangibile. Infatti l'unica certezza della Volpe Rossa è il dono ricevuto dalla misteriosa Volpe Bianca: il velo. Un nome sibillino per una reliquia altrettanto enigmatica. Il velo ha l'aspetto di un haori bianco, che al tatto sembra fatto di seta. Nessuno potrebbe mai sospettare l'origine indefinita di un tale manufatto né tanto meno indovinare il suo potere latente. Oltre ad essere baluardo e prova di un'esperienza vissuta l'haori dona a chi lo indossa straordinarie capacità. Mugen ha infatti scoperto che indossando l'haori può facilmente fluttuare in aria, come se fosse privo di peso, come se fosse uno fantasma...
    [Abilità passiva di volo (1+5 punti), altre particolarità per ora sconosciute]


    ~Ombra del Drago
    Ogniqualvolta Mugen si ritrova ad impugnare Anguirel contro un nemico, questi si ritrova a fare i conti non solo con la ferocia del Demone Volpe ma con l'antico retaggio della spada. Infatti Anguirel riversa ai danni dei nemici di Mugen un'aura di sottomissione.


    Equip:

    ~Anguirel
    Anguirel è stata forgiata per volere dello stesso Mugen Fudo con elementi da lui raccolti nel corso delle sue avventure su Endlos.
    Sebbene sia una spada di recente fattura nei suoi costituenti si nasconde una storia molto antica. É stata forgiata utilizzando alcune scaglie della corazza di Khellendros, il gigantesco drago Divora-Mondo, e il leggendario bokken di Fanedell, artefatto donato dalla foresta alla Volpe Rossa in segno di gratitudine per aver combattuto contro un nemico che ne minacciava il secolare equilibrio.

    Con queste premesse non è difficile immaginare come Anguirel sia una spada straordinaria e unica nel suo genere. Dal punto di vista puramente strutturale la lama è stata forgiata colando e temprando più volte attorno all'anima lignea una lega di acciaio e scaglie di Khellendros.
    La lama raggiunge con facilità il metro e venti di lunghezza, perfetta e bilanciata con uno spessore di circa due centimetri nella nella sezione centrale, che assottigliandosi sempre più verso i bordi crea un doppio filo estremamente tagliente ed una terribile punta acuminata.

    Esteticamente la sezione centrale centrale è di color chiaro, rivelando appunto l'anima dell'artefatto ricavata utilizzando il legno di Fanedell, che in questa parte della lama è abbracciata da un sottile strato di metallo che la rende comunque visibile. Spostandosi verso i bordi la densità della lega aumenta virando la colorazione verso un nero scuro e opaco ai bordi, ma passando attraverso varie increspature di grigio lungo la superficie.

    La guardia, di fattura apparentemente più rozza, deriva da un intaglio grezzo delle scaglie e riporta dei glifi in basso rilievo. Mentre l'impugnatura è tutt'uno col corpo centrale dell'oggetto in legno di Fanedell, coperto in questa sezione da una fettuccia si seta e pelle atta a rendere l'impugnatura più comoda e salda.

    Per quanto riguarda il peso non supera i tre chilogrammi.
    Normalmente è riposta nel suo fodero grigio senza particolari ornamenti, che la Volpe tiene al fianco sinistro.

    Come legittimo discendente del bokken di Fanedell anche Anguirel è in grado di attingere alle energie di Mugen Fudo, ma forse per una memoria ancestrale custodita al suo interno la lama chiederà un doppio pegno. Mugen avvertirà le sue energie fluire nell'arma in maniera violenta e a volte dolorosa, come se la stessa Anguirel gli stesse mordendo il braccio e la mano in cambio del suo supporto in battaglia.
     
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    Impeto e tempesta

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    Sala Comandi.

    “ Ti libererò da qui! Vi libereremo tutti da qui! ”
    “ FERMATI! FERMATI, È INUTILE! ”
    Non lascerò queste persone qui a marcire. Se necessario le aprirò una ad una, dovessi farlo a costo della vita! Ci sono dei bambini li dentro, non li vedi? E sei disposto ad abbandonarli così? EH?!
    Assolutamente no. Sto dicendo che è inutile fare come dici tu: non è possibile aprire quelle celle con la sola forza bruta, a suon di pugni. Ragiona!
    Parla, ti ascolto!
    In questa stanza c’è dell’elettricità, pertanto il sistema difensivo è ancora attivo e funzionante. Non vedo congegni da poter manomettere, pertanto l’unica scelta possibile è quella di raggiungere la sala dei comandi e manomettere il sistema direttamente da li. Da qui possiamo fare ben poco e sarebbe soltanto uno spreco di forze ed energie, proprio come stavi per fare con quella cella. Avresti potuto bruciare persino la tua stessa vita, ma il sistema difensivo di quella cella avrebbe potuto avere ragione di te. Hai capito adesso perché ti ho fermato?

    Sorridendo quasi fra se', Mavros rifletté che -anni prima- in una situazione del genere avrebbe potuto perdere le staffe, magari insultarli per incompetenza. Eppure, nel momento di massima tensione, si sentiva così calmo.
    Dopotutto, dopo tutto ciò che aveva visto, sarebbe stato complicato urtare la sua sensibilità.

    “ Scusami, non volevo. A questo punto penso che tu abbia ragione, ma dobbiamo fare in fretta: hanno già sofferto abbastanza! ”
    « Vi seguo. »
    “Tenete duro. Andiamo. Dobbiamo fare presto.”

    Era diventato più mansueto, forse pragmatico: in una scena del genere, la sua unica priorità fu che fossero tutti in accordo. Al resto ci avrebbe pensato nel momento opportuno.

    "Manca poco".

    Fu così che, continuando la loro traversata verso il cuore dell'inferno meccanico che il Mastio di Sequerus era diventato, raggiunsero una zona meno asettica delle altre e la puzza di disinfettante appena percepibile ovunque nelle prigioni sparì come per magia... sostituita da una rete a dir poco impressionante di cavi elettrici, blocchi metallici ed inquietanti lucine.
    Ovviamente, nessuno a parte Mavros avrebbe avuto la più pallida idea di cosa fossero o come funzionassero, ragion per cui sarebbe stato meglio descriverlo come una foresta di rovi in ferro e dai boccioli di luce. Questa terminava in un'enorme scatola metallica altrettanto luminosa, su cui erano ben distinguibili immagini di ambienti e strani simboli accompagnati da numeri. Proprio lì, di spalle ai visitatori, vi era un uomo in camice bianco.

    I capelli scuri crescevano disordinati sulla sua testa ma -a dispetto di qualche credenza- non sembrava portatore di difetti fisici o disturbi alimentari: era abbastanza anonimo e nemmeno troppo vecchio. Immancabili, ovviamente, degli spessi occhiali che, nel buio di quella sala intervallato dalle violente luci dei monitor che vi si riflettevano sopra, riuscivano a nascondergli perfettamente gli occhi.
    Accorgendosi degli Eroi, avrebbe lasciato cadere una tazza di caffè -prima stretta nella mancina- per terra, sollevando spaventato le mani. Una targhetta sul taschino portava inciso quello che probabilmente doveva essere il suo nome: "Dr.H.Blue".

    « MI ARRENDO! »

    Avrebbe urlato, forse cogliendoli alla sprovvista. Sembrava anche risoluto... ma solo all'inizio. Poi prese a piagnucolare, cercando di spiegar loro le sue ragioni e -probabilmente- aver salva la vita.

    « Sono solo una loro pedina... e anche disarmato!» pigolò, ed in effetti -qualora avessero controllato- non avrebbero trovato nessuna pistola, pugnale o arma tipica di quell'esercito « Mi hanno costretto con la forza! E poi... poi porto gli occhiali!»

    Occhiali a parte, si presentava ora loro un'ardua scelta. A giudicare dalla voce ed i tremolii era sicuramente impaurito e probabilmente qualunque vigliacco avrebbe fatto una scenata simile. C'era però un dettaglio insolito: a giudicare dagli ambienti ripresi dai monitor, tutti o quasi appena percorsi, avrebbe potuto benissimo precederli e far loro in qualche modo del male. Invece non li aveva mai attaccati, pur sapendo che stavano arrivando.
    Strano.

    Che fare?



    .Istruzioni ~ Vento di Libertà ~ AbissoTurno semplice ed avete la possibilità di gestire la situazione come vi aggrada.
    Non avendo chiarito in che modo procedete, ho dato per scontato che vi siete mossi senza accorgimenti come camminate silenziose o altro.

    Per questo il "nemico" ha ottenuto la prima mossa. A voi tocca decidere se credergli o no e cosa fare di conseguenza.

    PS: le descrizioni meccaniche sono volutamente fantasiose, in modo da farvi ben calare nel pov dei vostri pg che, a quanto avete detto, non conoscono questi oggetti tecnologici.

    Scadenza: 5/2/2017 - ore 23.59

     
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    Proseguirono quindi tutti con intento comune: raggiungere la sala di comando e armeggiare quindi direttamente con il sistema difensivo della prigione. Per fortuna che con loro c’era quel tale, Mavros: senza di lui tutto sarebbe finito molto prima di quanto avesse effettivamente sperato; senza di lui avrebbe certamente deluso gli intenti e la volontà di Namas.

    Lungo il tragitto non incontrarono nessuno: evidentemente chi aveva potuto, era riuscito a battere in ritirata bene in anticipo rispetto a loro; ma la domanda più semplice da porsi era una soltanto arrivati a quel punto: come avevano fatto ad eludere tutti loro e fuggire indisturbati?

    « Non è possibile che non ci sia nessuno in questo posto se non i prigionieri. È tutto troppo strano, tutto troppo silenzioso: che siano riusciti a scappare senza che noi potessimo accorgercene? No, non è possibile… a meno che non ci siano altri passaggi o altre vie di fuga! » rimuginava tra sé e sé, mentre continuava a guardarsi intorno guardingo.

    Era anche probabile, però, che tutto il personale fosse stato fatto fuggire bene in tempo, prima ancora che giungessero le forze ribelli al mastio, ormai consci dell’inevitabile sorte; avevano quindi provato a salvare il salvabile, coloro i quali erano ancora di una qualche utilità al regime dittatoriale. Insomma, si trattava di mere elucubrazioni ma bisognava cominciare a ragionarci fin dal principio e quel silenzio assordante, rotto soltanto dal rumore dei loro passi e dei loro respiri non lasciava di certo presagire nulla di buono. Nella sua lunga esperienza di guerra e battaglie della più varia specie, quello poteva essere il classico esempio di trappola o di imboscata e loro, sempre che di tale si trattasse, ci erano cascati in pieno.
    Per questo continuava a guardarsi intorno, lasciando fare la sua parte anche all’Occhio di Ra, pur consapevole che il raggio di lettura in movimento era considerevolmente ridotto ad una manciata di metri – seppure utili per approntare una valida difesa.

    Passo dopo passo, giunsero in un nuovo ambiente del tutto differente dal precedente: l’umidità ed il tanfo di disinfettante sembravano essere spariti, lasciando spazio ad un’intricata foresta di rovi metallici e boccioli di luce. Alla vista quell’ambiente scatenava in Amon un po’ di nostalgia, come se quel posto così freddo e cupo gli ricordasse per un momento il bosco ed il suo delicato intreccio di rami e foglie; tra di essi, nello spiraglio creato dal groviglio di naturale bellezza, alcuni raggi del sole timidamente si affacciavano tra di essi creando un bellissimo spettacolo di luci ed ombre. Ma a guardarlo meglio, quello era un groviglio di metallo, cavi e luci dal cuore freddo e senz’anima che nulla avevano da spartire con il bellissimo bosco della sua signora.
    Scosse il capo, quasi a rimproverarsi per l’immancabile svista, ma in realtà si trattava semplicemente di malinconia: da che era partito, non era ancora riuscito a tornare nel bosco e adempiere al suo dovere di guardiano e custode e si chiedeva immancabilmente se qualcuno o qualcosa ne stesse minacciando l’integrità fisica e spirituale. Anche per questo combatteva: per far ritorno a casa.

    Di spalle, davanti a loro, vi era un tale in camice bianco dall’aspetto piuttosto anonimo in una strana stanza piena di luci violente ed una scatola metallica su cui vi erano le immagini di alcuni ambienti, contrassegnate ciascuna di esse da numeri. Amon non diede molta attenzione al contorno, anche perché non ne sapeva molto e di certo sforzarsi su quell’aspetto invece che sulla presenza di quel soggetto avrebbe portato certamente a sforzi inutili. Ma quello, invero, lo prese alla sprovvista lasciando cadere la tazza per terra e sollevando le mani in alto in segno di resa, urlandolo per giunta. Lo Scorpione ne rimase sconcertato, almeno per un attimo, incredulo dinanzi ad una simile reazione; non del tutto, almeno, dato che non aveva affatto l’aspetto di un guerriero. Era più un uomo di scienza, uno di quelli che facevano funzionare quel posto, uno di quelli che aveva certamente contribuito alla reclusione di tutte le creature che avevano visto attraversando i sotterranei del mastio. E la rabbia, questo doveva ammetterlo, cresceva ogni momento di più; più quello parlava, più quello piagnucolava, più la sua ira cresceva momento dopo momento ricordando tra i prigionieri la presenza di cuccioli o di bambini che nulla avevano fatto all’intero creato se non patire per la propria stessa esistenza.

    E loro, invece? ” disse indicando indietro, più o meno in direzione dov’erano i prigionieri.
    Loro sono vittima delle circostanze, non è così? Sei così vigliacco da non riuscire ad assumerti nemmeno le tue stesse responsabilità, non è così? Signor Blue! ” rimarcò il suo nome con tono particolare. Inquisitorio.

    E gli occhi, i suoi occhi stranissimi erano puntati su quell’individuo per provare a leggerne il flusso, per provare a capirne le reazioni e comprendere se stesse recitando o se invece la sua fosse paura sincera e genuina. E nonostante la sua ignoranza in materia, ad Amon non era affatto sfuggito – nel guardarsi attorno – che le immagini su quella scatola di metallo appartenevano senz’altro agli ambienti che avevano poc’anzi attraversato. Non riusciva a spiegarsene il funzionamento, pensando si trattasse di qualche strana magia sulla quale non soprassedere. Ma ci sarebbe arrivato, poco a poco. Sperava inoltre che anche gli altri in qualche modo arrivassero a provocarlo, così da provocare una qualche reazione istintiva e provare a capire a quale gioco stesse giocando.

    Un respiro profondo prima di riprendere a parlare ancora una volta, cercando di calmare i bollori – che forse lo avrebbero spinto a saltargli addosso e tagliargli la gola. Restare fermo, nel punto in cui si era fermato, stava risultando molto più complicato del previsto.

    Dimostraci la tua buona fede allora: liberali tutti. Qui. Adesso. ” avrebbe continuato, cercando di metterlo in difficoltà.
    Se come dici sei solo una vittima, una pedina di questa grande scacchiera sappi che non c’è nessuno dei tuoi aguzzini qui intorno. Dimostraci la tua lealtà! ” avrebbe poi concluso.

    Fermo com’era, il suo raggio di visuale era molto più ampio che in movimento, pertanto avrebbe potuto avvisare gli altri in qualsiasi momento; nello stesso istante, i suoi occhi erano certamente puntati sullo scienziato con l’intento di scorgere anche la più piccola increspatura nel suo flusso – e magari sgozzarlo come aveva immaginato di fare già più e più volte in quel breve istante che l’aveva incontrato.

    __ ___ _________________ ___ __


    « B l O c K n O t E s »

    { Critico ~ 40% . Alto ~ 20 % . Medio ~ 10 % . Basso ~ 5% }

    Energia ~ 100%;
    Status Fisico ~ Ottimo. Qualche livido dovuto alla colluttazione della battaglia iniziale, ma nulla di preoccupante o di invalidante.

    « EQUIPAGGIAMENTO »

    . Lama del destino .

    Lama del destino ”, così come rinominata da Amon, è una spada composta dalle più pregiate e resistenti leghe metalliche in possesso dello Scorpione Nero. La sua forma è inusuale per le spade dell'epoca, assegnate all'esercito regolare egiziano e difatti ricorda solamente le più comuni “khopesh”, essendo più assimilabile per forma e resistenza ad una scimitarra; anche il suo aspetto è il frutto di esperimenti, dovuti soprattutto alle contaminazioni culturali di altre popolazioni confinanti che hanno permesso ai fabbri dell'ordine di trovare la forma e la resistenza più adatte per un più efficiente ed efficace utilizzo dell'arma in battaglia. Nel complesso, “ Lama del destino ” è il risultato di un pregevole lavoro di manifattura dovuto all'abilità manifesta dei fabbri e degli 'ingegneri' dell'ordine dello Scorpione Nero: la lama, infatti, lucente come non poche è lunga all'incirca cinquanta centimetri ed è rifinita con intarsi e rilevi lungo tutta la sua superficie, sul cui lato destro è inciso il simbolo dell'ordine: uno scorpione nero, proprio come il tatuaggio che ha sulla spalla; l'elsa è lunga all'incirca venti – anche venticinque – centimetri ed è composta di legno e lega, uniti insieme con intarsi d'oro e fascette di cuoio nero, per renderne la presa confortevole. Nel complesso, l'arma risulta ben bilanciata ed equilibrata nel suo peso – forse eccessivo per alcuni – con un filo resistente ed affilato, utilissima sia in difesa che in attacco. Quando non è sguainata, “ Lama del destino ” è conservata in un fodero di cuoio nero, solitamente posizionato dietro alla schiena ed assicurato al corpo di Amon grazie ad ulteriori fasce della medesima fattura per una duplice ragione: anzitutto gli è possibile sguainare la spada in modo semplice ed immediato, in qualsiasi situazione; ciò gli permette di nasconderla sotto ampi mantelli, consentendogli di passare inosservato laddove lo desideri.

    . Oracolo della Morte .

    Oracolo della morte ”, così come chiamato da Amon, è un pugnale composto dalle più pregiate e resistenti leghe metalliche in possesso dell'ordine dello Scorpione Nero. La sua forma è molto particolare, studiata appositamente per poter essere potenzialmente mortale per chiunque ne incontri il filo; principalmente utilizzato nell'assassinio, non è difficile vedere Amon utilizzarlo anche nel corso di un normale combattimento, come ausilio e supporto nel corpo a corpo. La lama è lunga all'incirca venticinque centimetri, ed è ricurva sul fronte, con una zigrinatura sul retro ed è finemente rifinita con intarsi e rilievi lungo tutta la sua superficie; il manico, a sua volta, è lungo all'incirca quindici centimetri presentandosi leggermente ricurvo, sul lato opposto rispetto al fronte della lama. È composto da legno e metallo, uniti tra loro con intarsi dorati e lacci di cuoio nero che ne rendono l'impugnatura comoda e confortevole, in modo da non comportare difficoltà nella presa; nel suo lato interno presenta un piccolo anello, grande abbastanza da farci passare il dito indice ed utile per cambiare la presa del pugnale per ogni evenienza, permettendo di rivolgere la lama verso l'alto o verso il basso a seconda della situazione contingente. Per via della particolarità della lama, zigrinata sul retro, è abbastanza utile per bloccare le altre spade e consentirgli un vantaggio – laddove possibile – nella corta distanza. Frutto di un lavoro di pregevole manifattura, si presenta bilanciato e ben equilibrato nel suo peso, potendo essere utilizzato anche come arma da lancio, per ogni evenienza; il filo della lama, infine, è molto affilato e resistente. Quando non è impugnato, “ Oracolo della morte ” è riposto in un fodero di cuoio nero agganciato al bacino di Amon con altrettante guaine della medesima fattura; è solito posizionarlo dietro al bacino, ben nascosto, con il manico rivolto verso il lato sinistro e permettergli di impugnarlo con semplicità in qualsivoglia situazione.

    . Aculei dello Scorpione .

    Nell’equipaggiamento di uno Scorpione era immancabile la presenza di un set di pugnali da lancio, utili soprattutto dalla distanza medio-lunga, per favorire così tattiche offensive – o diversive – in missione. Solitamente presenti in numero non inferiore a cinque, sono fissati ad una cinta di cuoio (la stessa alla quale era fissato il pugnale) e posizionati dietro il bacino così da restare occultati alla vista altrui. Composti unicamente di una lega metallica della più pregiata fattura, non presentano fregi particolari se non il simbolo di uno Scorpione inciso sulla lama; sono lunghi approssimativamente dieci centimetri (comprensivi del ‘ manico ’), risultano leggermente squilibrati sulla lama sì da permetterne il lancio. Il taglio poco affilato di questi pugnali è compensato in realtà dalla forza impressa con il lancio, dal quale scaturisce l’effettiva capacità perforante di questi minuti oggetti di morte. Date le loro caratteristiche intrinseche, Amon ha deciso di denominarli “ Aculei dello Scorpione ” in onore all’aracnide dal quale prende il nome il suo ordine.

    ∙ ∙ ∙

    « POTERI SPECIALI »

    . Occhio di Ra .

    Byakugan

    Nell'ordine dello Scorpione Nero sono diverse le abilità che – sono state e che – vengono tramandate di adepto in adepto, di generazione in generazione fin dalla sua istituzione; ve ne sono alcune però che sono legate in modo particolarmente stretto al sangue ed all'innato talento di pochi, che non è stato possibile tramandare per via di particolarità intrinseche delle medesime abilità. Gli studiosi dell'ordine e gli alti vertici hanno pertanto deciso di studiare e documentare simili capacità in rotoli segreti, conosciuti a pochi – e sconosciuti ai molti – al fine di facilitare l'apprendimento di coloro i quali fossero riusciti ad ottenerle per una ragione, piuttosto che per un'altra, e di indirizzarli verso il loro sviluppo. È stato riscontrato nel corso della lunga vita dell'ordine, che tali e particolari abilità si ripresentassero ciclicamente in ogni generazione, alle volte saltandone anche una o due, permettendo pertanto una sorta di studio previsionale in tal senso e comprendere più o meno quando simili capacità si sarebbero ripresentate a vantaggio esclusivo dello Scorpione Nero e del Faraone.

    L'“ Occhio di Ra ”, in particolare, appartiene alla schiatta delle abilità che si tramandano con il sangue, piuttosto che con il talento, finendo per essere appannaggio di pochissimi elemento nella storia dello Scorpione Nero in quanto legata al sangue reale: il sangue del Faraone; era accaduto infatti che alcuni eredi, rinunciando al titolo reale, si fossero uniti all'ordine con lo scopo precipuo di essere d'aiuto al futuro Faraone ed allontanarsi così dai futili giochi di intrighi e potere di palazzo. Si tratta dell'abilità più rara e più imprevedibile in fatto di presentazione, in quanto ben pochi erano stati i membri della famiglia reale che si erano uniti all'ordine, destando difficoltà nel prevedere quando e come l'occhio sarebbe potuto rivelarsi utile agli scopi dello Scorpione Nero, nonché dell'ordine.

    Quest'abilità, come tante altre, non richiedeva la 'purezza' del sangue, ma necessitava unicamente della presenza di sangue reale per poter essere – potenzialmente – risvegliata; il che, comunque, non significava che potesse risvegliarsi automaticamente, in quanto richiedeva comunque che il soggetto avesse sviluppato la capacità di richiamare ed utilizzare il “ Respiro divino ”, appannaggio esclusivo degli adepti dello Scorpione Nero. Ad un normale essere umano era dunque precluso il suo risveglio.

    L'“ Occhio di Ra ” comincia a risvegliarsi nel soggetto in un età compresa tra i sette e gli undici anni, qualora abbia già avuto modo di padroneggiare – anche in modo abbastanza incompleto – il “ Respiro divino ” così che quella stessa energia possa essere utilizzata come catalizzatore dell'abilità stessa. Nel presentarsi, il soggetto denota fortissimi mal di testa, accompagnati da cecità temporanea o da vista estremamente sensibile alla luce, tanto da costringerlo in quest'ultimo caso a tenere gli occhi chiusi; tali sintomi verranno accompagnati da senso di vertigine e spossatezza, in quanto il soggetto non è ancora in grado di controllare il proprio potere ed utilizzare il giusto quantitativo di energia per poter fare completo affidamento sull'abilità oculare. Poco a poco, man mano che il soggetto continua nei suoi addestramenti per affinare la padronanza nel “ Respiro divino ”, affiorano in modo confuso le singole capacità donate dall'abilità, confondendosi tra loro e costringendo il soggetto ad interrompere forzatamente i propri allenamenti in quanto potrebbe essere soggetto anche a perdita di sensi, mettendo a serio rischio la sua vita. Il completamento dell'addestramento d'uopo previsto specificatamente per la sola abilità – unitamente agli sforzi per padroneggiare in modo completo il “ Respiro divino ” –, gli consente di poter incanalare le proprie energie ed i propri sforzi su di una capacità per volta o sulla combinazione di più capacità per volta, senza alcuna difficoltà; l'utilizzo dell'abilità resta comunque legato alle forze ed alle energie residue: da questo dipende infatti l'effettiva fruibilità delle sue capacità nel suo complesso. [Malus: al raggiungimento di determinate soglie di riserva energetica, Amon non sarà in grado di accedere alle proprie capacità passive; le percentuali di riferimento saranno indicate in corrispondenza delle singole capacità.] Il soggetto, custode dell'abilità, ha presentato nel corso dei secoli un'indole riflessiva e mai impulsiva, affidandosi ciecamente alle capacità donategli dall'“ Occhio di Ra ” e risultando prezioso nella fasi strategiche, per evitare ingenti perdite di adepti.

    Fisicamente e visivamente, l'“ Occhio di Ra ” si presenta agli occhi altrui per una sorta di mutazione che avviene nel volto del soggetto, del custode, il quale viene trasfigurato per permettere al “ Respiro divino ” di apportare i propri benefici agli occhi; per poter fare affidamento sulla propria abilità, il custode non dovrà fare altro che concentrare il proprio potere negli occhi e lasciare che il “ Respiro divino ” interagisca con gli stessi. Le vene alle tempi, sino alle orbite, cominceranno a gonfiarsi pompando il sangue – e l'energia – più velocemente; i bulbi oculari, frattanto, perderanno la loro consueta colorazione assumendo un pigmento perlaceo, sovrapponendosi quasi completamente sia alla pupilla, sia alla cornea, di cui permangono semplicemente i contorni sbiaditi.

    Amon ha appreso i primi rudimenti sul “ Respiro divino ” all'età di sette anni, riuscendo nell'intento di controllarlo indirettamente all'età di circa otto anni; ciò gli ha consentito di risvegliare l'“ Occhio di Ra ” a questa età. Infine, è riuscito a perfezionare il controllo sull'abilità e sulla propria energia all'età di dodici anni, con grande sorpresa dei suoi istruttori.

    L'“ Occhio di Ra ” consente al suo custode di poter vedere distintamente l'essenza degli altri soggetti – siano essi amici o nemici –, sotto forma di un fittissimo reticolato energetico che ricorda molto il complesso sistema circolatorio del sangue, la cui colorazione risulterà essere differente a seconda dell'entità che si troverà di fronte. In questa fase, i colori si sbiadiranno assumendo tinte spente, tenenti al grigio, mentre la trama energetica assumerà ai suoi occhi una colorazione più vivida e brillante, consentendogli di concentrare l'attenzione su questo particolare; ad una osservazione più attenta e meticolosa – sostituita, con il tempo, dall'esperienza – è possibile notare che vi sono dei punti nella trama energetica, nei quali l'energia è più condensata rispetto ad altri e ciò in quanto si trovano in corrispondenza degli organi vitali, permettendo al custode una maggiore precisione nei suoi colpi. La visione della trama gli consente un vantaggio ulteriore, soprattutto se lo si combina con una efficace tattica difensiva, poiché ciò gli permette di reagire in modo più veloce ad una offensiva avversaria basata strettamente sull'utilizzo della trama stessa; infatti, in tali situazioni contingenti, la trama energetica subisce una repentina accelerazione dovuta all'utilizzo dell'energia vitale convogliata in quello specifico attacco, potenziando di gran lunga riflessi e reazioni del custode. In tali situazioni, il custode avrà quindi la possibilità di reagire più velocemente alle tattiche offensive avversarie, consentendogli di agire per tempo nella manipolazione del “ Respiro Divino ” e rispondere così in modo più efficace alle sollecitazioni rinvenienti dalle differenti situazioni contingenti. [Auspex passivo di ‘ Percezione magica ’ (la visione della trama energetica è puramente interpretativa e giustifica peraltro la passiva di empatia descritta più avanti). Limitazioni: è possibile vedere le energie impresse su cose e persone, ma non quella emessa naturalmente dalle persone; è possibile avvertire/vedere la presenza di un oggetto incantato e riconoscerlo da –e tra- gli altri; è possibile avvertire quando qualcuno casta tecniche (limite collegato alla passiva che segue). Passiva di Istant Casting dovuta all'osservazione del moto repentino della trama energetica, giustificata dai riflessi repentini rinvenienti nella capacità in oggetto. Malus: al raggiungimento della soglia del 20% della riserva energetica, Amon non sarà in grado di utilizzare ulteriormente queste capacità nel corso dell'evento.] Altra caratteristica peculiare legata alla vista, è quella che consente al custode di poter avere una visuale completa di tutto quanto lo circonda, tranne che un unico punto cieco posto dietro alla sua nuca; si tratta di un cono d'ombra nel quale gli è impossibile vedere o percepire alcunché, trattandosi potenzialmente del vero ed unico punto debole di questa capacità. Per sfruttare un più ampio raggio di visione, deve trovarsi nella più completa immobilità per consentirgli di concentrarsi pienamente su quanto gli accade intorno; qualora voglia sfruttare questa capacità – combinandola con altre – in movimento, il raggio della visuale è più contenuto. [Visuale di 359° intorno a sé per un raggio di 20m. Malus: se Amon si trova in movimento, il raggio della visuale si riduce a 5m; al raggiungimento della soglia del 30% della riserva energetica, Amon non sarà in grado di utilizzare ulteriormente questa capacità nel corso dell'evento.] Ulteriore capacità donata dall'“ Occhio di Ra ”, è quella di vedere al di là di cose e persone, senza alcun impedimento; solitamente, questa capacità è abbinata alle altre donate dall'occhio – in special modo, se sfruttata per scandagliare la zona circostante –, seppure sia valida anche se utilizzata da sola. [Possibilità di vedere ogni cosa aggirando gli ostacoli; Consumo Variabile.] Anni ed anni di esperienza nella “ lettura ” della trama energetica consentono al custode di poter leggere l'aura emotiva altrui, permettendo a questi di conoscerne lo stato d'animo, a meno che non vi siano incanti o protezioni che ne blocchino la percezione. Infatti la trama energetica rappresenta uno specchio, una sorta di riflesso di quelli che sono i diversi stati emotivi che colpiscono l'animo altrui; ciò è dovuto, in particolare, al moto del flusso energetico, al suo scorrere nel fittissimo reticolato del sistema circolatorio, permettendo al custode – dopo una fase di conoscenza e di studio più o meno breve – di comprenderne lo stato d'animo con uno scarto di errore infinitesimale. Ovviamente, per la stragrande maggioranza dei soggetti i segnali sono più o meno simili, se non identici; ma è possibile che vi siano dei soggetti particolari che poco si prestino alla lettura dell'aura emotiva, rendendo più difficoltoso al custode comprendere quale sia il loro stato d'animo, riuscendo persino a raggirarlo vanificando così ogni suo sforzo. Ciò non toglie che la lettura dello stato emotivo sia estremamente utile al custode in situazioni contingenti particolari, poiché potrebbe consentirgli – a titolo di esempio – di scoprire attraverso questa “ lettura ” se il soggetto che ha davanti gli sta mentendo o meno. Si tratta pertanto di una capacità estremamente versatile, potendo essere utilizzata nelle situazioni più disparate. [Lettura dell'aura emotiva utilizzando come tramite la visione della trama energetica (Passiva di Empatia); Passiva di Lie-Detector. Malus: al raggiungimento della soglia del 20% della riserva energetica, Amon non sarà in grado di utilizzare ulteriormente queste capacità nel corso dell'evento.]

    . Essere un adepto dello Scorpione Nero .

    Gli adepti dello Scorpione Nero vengono sottoposti fin dalla più tenera età ad allenamenti fisici e psichici molto particolari, il cui scopo è quello di formarli anzitutto come guerrieri, dotandoli di fisici forti e resistenti, agili e veloci, in virtù dei ruoli e dei compiti che andranno a ricoprire una volta divenuti membri dell'ordine; secondariamente, vengono formati – con altrettanta attenzione e dedizione – come assassini, fornendo loro una preparazione (teorico-pratica) completa sulle tecniche di omicidio, sviluppando principalmente le particolari capacità fisiche – e psichiche – necessarie per metterle in atto.

    Concluso l'addestramento, Amon possiede una forza fisica notevole considerato il livello medio di un normale essere umano, retaggio degli intensi allenamenti cui è stato sottoposto sin da piccolo che gli hanno consentito di sviluppare la propria vera forza, rendendolo oltremodo pericoloso in un confronto corpo a corpo; ciò gli consente anche di sopportare pesi notevoli, ma mai eccessivi, in virtù del fatto che gli allenamenti erano basati proprio su questo: sollevamento di pesi e macigni e loro spostamento come fossero una sorta di zavorra dalla mattina alla sera, anche durante le sessioni di combattimento. La sua muscolatura, in tal senso, risulta tonica, scolpita ed asciutta: un buon compromesso che non lo vincola nei movimenti. [Power Up passivo + 50% Forza] Le sessioni di combattimento corpo a corpo e con le armi, gli hanno consentito inoltre di sviluppare una resistenza fisica impareggiabile: concluso l'addestramento, infatti, la sua pelle e le sue ossa sono divenute coriacee, tanto da consentirgli di resistere anche ai colpi più duri se corroborati da una buona tattica difensiva. Ciò gli consente di resistere meglio ai colpi altrui, riuscendo a rialzarsi in piedi laddove altri si sarebbero già arresi; inoltre ciò gli consente di risentire meno dello sforzo e della stanchezza, in virtù di questa sua stessa resistenza. [Power Up passivo + 50% Resistenza]

    « TECNICHE E STILI »

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    Note a margine ~ provo a metterlo alla prova, per provare a leggergli il flusso e capire se mente oppure no. Utilizzo la mia passiva di lettura emotiva. :)
     
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  7. Deneb Eilean
     
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    Attraversando le prigioni trovo arduo accettare che una tale opera di segregazione abbia realmente avuto luogo nella capitale del mio Presidio. Certo, la propaganda xenofoba era stata una costante negli scorsi anni, ma le effettive implicazioni di tutto quell’odio mi erano scivolate addosso. Pur non avendo mai alzato un dito su questi reclusi, mi sento sporca – complice e connivente nella mia indifferenza. Il minimo che posso fare per quelle persone è restituir loro la libertà.

    Non so se pensieri simili attanagliano anche gli altri infiltrati. Nei loro volti c’è molta tensione. Per un momento temo per l’incolumità del tecnico che incrociamo più avanti: l’astio accumulato potrebbe riversarsi su di lui e precluderci la possibilità di liberare le carceri. Fortunatamente i presenti sembrano possedere sufficiente autocontrollo e per ora viene solo pressato psicologicamente.

    « Dove sono finiti gli altri carcerieri? »

    Gli chiedo senza preamboli, restando in allerta
    e pronta a scattare al primo movimento sospetto.


    Stato fisico: ottimale
    Stato mentale: concentrata
    Energia: 100%
    Equipaggiamento:
    Gáe Bolg [ Lancia | passiva di richiamo | passiva di bruciore delle ferite inflitte ]

    Lancer Suit [ Armatura ]

    Passive:
    Acrobatics [ Passiva di movenze acrobatiche ]

    Attive utilizzate: /
     
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    Viaggiatore dei Mondi

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    Con passo deciso abbandonarono la zona delle celle alla ricerca del cuore della prigione, laddove -a detta di quel Mavros- avrebbero trovato gli strumenti per liberare in un colpo solo tutti i prigionieri.
    La voglia di mettere fine alla sofferenza di quelle creature costrette in quelle gabbie di vetro e metallo era tanta, e forse per questo il Demone Volpe avanzava un po' più incautamente di quanto avrebbero dovuto. A coadiuvare questo atteggiamento sconsiderato c'era anche il fatto che le uniche guardie incontrate erano i cadaveri di poco prima.

    L'ambiente cambiò rapidamente d'aspetto, la puzza che aleggiava un po' ovunque era svanita e nei corridoi avevano fatto la loro comparsa grovigli di rovi e blocchi metallici. Mugen non aveva idea di come quella scienza umana funzionasse, ma intuiva che l'aumentare di quegli strani congegni e di quelle lucine innaturali fosse un segno che la meta designata doveva essere vicina.

    Ci siamo quasi, pensò.

    L'intrigo di rovi andò a terminare in una grossa e luminosa scatola di metallo, sulla cui superficie brillavano immagini, numeri e simboli sconosciuti. Fu proprio lì davanti che fecero l'incontro con il primo carceriere.

    « MI ARRENDO! »

    L'uomo fece cadere la tazza che reggeva in mano ed alzò le braccia in segno di resa alla vista del manipolo di ribelli. Proclamava di essere una semplice pedina e di essere stato costretto con la forza. A prima vista non aveva né l'aspetto di una guardia né quello di un guerriero, e la sua bizzarra reazione un po' non faceva che confermarlo. Ma spacciarsi per una pedina e dire di essere stato costretto, poteva essere solo un trucco per salvarsi la vita. Era fin troppo facile cambiare schieramento a guerra quasi finita.

    Amon fu il primo a reagire dando voce a quelli che forse erano i pensieri di tutti, seguito poi da una donna che chiese pragmaticamente che ne era stato degli altri carcerieri. La Volpe si fece allora avanti affiancando lo Scorpione, come a rafforzare la forza delle sue affermazioni.
    I suoi occhi dorati ben puntati su quelli di Blue.

    Brandendo con grazia la lama di Anguirel disegnò un arco nell'aria fino a puntare infine la tazza appena infranta e il liquido scuro rovesciato sul pavimento.

    “Non sei in una gabbia e non c'è nessuno qui a costringerti, eppure dici di essere una vittima.
    Se non non ti avessimo trovato staresti lì a gustarti la tua bevanda mentre fuori infuria la battaglia e quelle povere creature marciscono nelle vostre celle.”


    In un istante sollevò la lama nera nella sua direzione, senza avanzare di un passo ma lasciando che il peso di Anguirel -l'ombra del Drago- gli scivolasse addosso come un manto.

    “Rispondi alle domande ed apri le celle immediatamente...
    o non ci penserò due volte a farti saltare la testa.”


    Aveva vissuto e visto troppi inganni e sofferenze, adesso era il momento di prendere con forza in mano gli eventi.


    CITAZIONE
    Condizioni fisiche: ottime
    Condizioni psicologiche: deciso
    Energie: 100%

    Tecniche utilizzate: //

    Passive:

    ~Retaggio di una volpe Rossa:
    [SPOILER]Che cos'è esattamente un demone volpe? Nessuno lo sa con esattezza, ne esistono varie razze, varie tribù e una moltitudine di sottospecie... sebbene siano molto difficili da incontrare, creature furbe e sfuggenti. La varietà a cui appartiene Mugen ha molti tratti in comune con la comune volpe rossa selvatica, una descrizione spicciola porta infatti a definirlo come una grossa volpe dalla postura eretta, col pollice opponibile e in grado di parlare. Inoltre un demone volpe ha un ciclo vitale molto molto lungo, infatti Mugen, con qualche centinaio di anni, è da considerarsi nel pieno della giovinezza. Non è chiaro cosa accada ad un demone volpe una volta invecchiando... si sa solo che il suo manto diventa completamente bianco e abbandona il branco dei più giovani per andare chissà dove. O almeno è questo che si crede, uno strano meccanismo si innesca nelle giovani volpi nei confronti dei membri anziani, o per lo meno nei confronti dei membri anziani che hanno superato la Soglia. Non riescono più a ricordarsi di loro, o meglio non riescono a focalizzare l'attenzione su coloro che hanno superato la Soglia. Per questo si parla di Soglia, una sorta di soglia dell'esistenza. Certo ci si ricorda della vita trascorsa insieme e delle imprese compiute da un membro scomparso, ma ad un certo punto questi scompare nell'oblio ed è anche difficile da individuare il momento esatto in cui avviene l'attraversamento della Soglia. Si tramanda inoltre di incontri con volpi bianche nel corso dei secoli e in momenti particolari della storia, ma i racconti sono tutti un po' vaghi e si perdono nel ricco folklore delle volpi rosse.
    Come detto un demone volpe è una creatura fuori dall'ordinario, i loro sensi sono superiori a quelli di un qualsiasi umano. Sono in grado di fiutare ed identificare una qualsiasi creatura in un raggio d'azione estremamente ampio e seguire una traccia per loro è estremamente facile.
    Se non bastasse sono creature forti e veloci, in grado di affrontare qualsiasi avversità. Le loro capacità uditive si estendono oltre l'immaginabile, un demone volpe riesce facilmente a distinguere il battito di un cuore e un sussurro appena sospirato in un raggio d'azione di decine forse centinaia di metri...Inoltre dispongono di micidiali armi naturali: artigli in grado di lacerare la carne e zanne in grado di spappolare le ossa. Non bisogna lasciarsi ingannare se spesso si mostrano come esseri bonari e pacifici. Una volta fiutata la preda, difficilmente la lasciano andare...
    [Bonus forza +50% (5 punti), Olfatto iper sviluppato raggio d'azione: 30 metri in duello (5 punti), zanne e artigli (2 punti); Caratteristiche bloccate: Vista notturna, udito iper sviluppato (5 punti)]


    ~Reliquie di una volpe Bianca:
    Mugen è uno dei pochi che può vantare di aver incontrato una Volpe Bianca nella sua vita. Forse perché i più se ne dimenticano. In realtà anche lui dubita di quanto avvenuto e dei vaghi ricordi che ha dell'incontro, se non fosse che quell'incontro gli ha lasciato una prova tangibile. Infatti l'unica certezza della Volpe Rossa è il dono ricevuto dalla misteriosa Volpe Bianca: il velo. Un nome sibillino per una reliquia altrettanto enigmatica. Il velo ha l'aspetto di un haori bianco, che al tatto sembra fatto di seta. Nessuno potrebbe mai sospettare l'origine indefinita di un tale manufatto né tanto meno indovinare il suo potere latente. Oltre ad essere baluardo e prova di un'esperienza vissuta l'haori dona a chi lo indossa straordinarie capacità. Mugen ha infatti scoperto che indossando l'haori può facilmente fluttuare in aria, come se fosse privo di peso, come se fosse uno fantasma...
    [Abilità passiva di volo (1+5 punti), altre particolarità per ora sconosciute]


    ~Ombra del Drago
    Ogniqualvolta Mugen si ritrova ad impugnare Anguirel contro un nemico, questi si ritrova a fare i conti non solo con la ferocia del Demone Volpe ma con l'antico retaggio della spada. Infatti Anguirel riversa ai danni dei nemici di Mugen un'aura di sottomissione.


    Equip:

    ~Anguirel
    Anguirel è stata forgiata per volere dello stesso Mugen Fudo con elementi da lui raccolti nel corso delle sue avventure su Endlos.
    Sebbene sia una spada di recente fattura nei suoi costituenti si nasconde una storia molto antica. É stata forgiata utilizzando alcune scaglie della corazza di Khellendros, il gigantesco drago Divora-Mondo, e il leggendario bokken di Fanedell, artefatto donato dalla foresta alla Volpe Rossa in segno di gratitudine per aver combattuto contro un nemico che ne minacciava il secolare equilibrio.

    Con queste premesse non è difficile immaginare come Anguirel sia una spada straordinaria e unica nel suo genere. Dal punto di vista puramente strutturale la lama è stata forgiata colando e temprando più volte attorno all'anima lignea una lega di acciaio e scaglie di Khellendros.
    La lama raggiunge con facilità il metro e venti di lunghezza, perfetta e bilanciata con uno spessore di circa due centimetri nella nella sezione centrale, che assottigliandosi sempre più verso i bordi crea un doppio filo estremamente tagliente ed una terribile punta acuminata.

    Esteticamente la sezione centrale centrale è di color chiaro, rivelando appunto l'anima dell'artefatto ricavata utilizzando il legno di Fanedell, che in questa parte della lama è abbracciata da un sottile strato di metallo che la rende comunque visibile. Spostandosi verso i bordi la densità della lega aumenta virando la colorazione verso un nero scuro e opaco ai bordi, ma passando attraverso varie increspature di grigio lungo la superficie.

    La guardia, di fattura apparentemente più rozza, deriva da un intaglio grezzo delle scaglie e riporta dei glifi in basso rilievo. Mentre l'impugnatura è tutt'uno col corpo centrale dell'oggetto in legno di Fanedell, coperto in questa sezione da una fettuccia si seta e pelle atta a rendere l'impugnatura più comoda e salda.

    Per quanto riguarda il peso non supera i tre chilogrammi.
    Normalmente è riposta nel suo fodero grigio senza particolari ornamenti, che la Volpe tiene al fianco sinistro.

    Come legittimo discendente del bokken di Fanedell anche Anguirel è in grado di attingere alle energie di Mugen Fudo, ma forse per una memoria ancestrale custodita al suo interno la lama chiederà un doppio pegno. Mugen avvertirà le sue energie fluire nell'arma in maniera violenta e a volte dolorosa, come se la stessa Anguirel gli stesse mordendo il braccio e la mano in cambio del suo supporto in battaglia.
     
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    Impeto e tempesta

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    Sala Comandi.

    E loro, invece? Loro sono vittima delle circostanze, non è così? Sei così vigliacco da non riuscire ad assumerti nemmeno le tue stesse responsabilità, non è così?
    Signor Blue!


    « Precisamente. » replicò il Dottore, con un tono neutro, che trasmetteva dimessa stanchezza « Loro sono vittima di circostanze prodotte da una coppia di pazzi. E io sono un vigliacco: uno che ha passato i suoi anni curvo sui libri invece che a giocare con le spade o le pistole. » continuò, con una pacata amarezza nella voce « Ho preferito lavorare per loro, che mettermi contro di loro – perché volevo vivere. »

    Nel trovarsi bersagliato dal risentimento dello Scorpione, lo scienziato non tradì alcuna sorpresa: non si era aspettato nulla di diverso, pertanto non sembrava neppure intenzionato a difendersi, ma... era davvero giusto biasimarlo? Certamente aveva delle responsabilità, e meritava di pagarne le conseguenze, ma aver assecondato il proprio desiderio di sopravvivenza sotto il clima totalitario che i Governatori avevano creato poteva propriamente definirsi una colpa? Quanto pesa una scelta sbagliata quando essa coincide con un percorso obbligato?

    L'Occhio di Ra avrebbe avuto difficoltà a discernere gli stati d'animo del Ricercatore, perché al timore si mescolavano anche molti altri sentimenti.

    Dimostraci la tua buona fede allora: liberali tutti. Qui. Adesso. Se come dici sei solo una vittima, una pedina di questa grande scacchiera sappi che non c’è nessuno dei tuoi aguzzini qui intorno. Dimostraci la tua lealtà!

    A quella dichiarazione -che aveva più i toni di un'ultimatum che quelli di una richiesta-, Mr. Blue aprì la bocca per dire qualcosa, ma... parve ripensarci subito dopo, tornando serrare le labbra in una linea incolore, sospirando in maniera lenta e profonda, e reclinando da una parte la testa mora e riccioluta. Sembrava avere qualcosa da dire, senza saper bene come dirlo.

    « Dove sono finiti gli altri carcerieri? »

    La domanda della fanciulla si inserì nelle pieghe dell'incerto silenzio del Nerd, attirando l'attenzione delle iridi imperscrutabili al di là degli occhiali; abbozzando un mezzo sorriso, e continuando a sventolare le mani in aria per tenerle bene in vista, Harold rispose a quel quesito.

    « Beh... considerando che il nostro datore di lavoro ha perso la sua guerra, che siamo circondati su tutti i fronti, e che là fuori è pieno di gente incazzata che spera solo di sfogarsi sui cattivi... » non troppo furtivamente, lanciò uno sguardo in direzione del Guerriero delle Sabbie, e poi lo riportò su Deneb « ...la risposta è “non qui”; immagino abbiano tagliato la corda appena i superiori si sono girati da un'altra parte, e che adesso stiano cercando un modo di scappare. E' quello che farebbe una persona di buonsens- »

    In quel momento, Mugen venne avanti per posizionarsi accanto all'amico Amon, e nell'incrociare quegli occhi gialli, che lo fissavano inquisitori, il Quattrocchi trasalì, si zittì, e arretrò di un passo, certamente intimidito dalla sua figura alta e possente; quando la Kitsune gli puntò contro la spada, il Dottore deglutì, tremando leggermente.

    “Non sei in una gabbia e non c'è nessuno qui a costringerti, eppure dici di essere una vittima. Se non non ti avessimo trovato staresti lì a gustarti la tua bevanda mentre fuori infuria la battaglia e quelle povere creature marciscono nelle vostre celle. Rispondi alle domande ed apri le celle immediatamente... o non ci penserò due volte a farti saltare la testa.”

    « Ehm... cerchiamo di mantenere la calma... » piagnucolò di nuovo l'intellettuale, tenendo i palmi aperti davanti a sé come se frapporli tra la sua faccia e la lama bastasse come difesa « Il fatto è che da qui non posso liberare tutti i prigionieri... »

    Rimbalzando lo sguardo dalla Volpe allo Scorpione, il Ricercatore puntò un indice verso gli schermi della sorveglianza, che mostravano le celle e i loro occupanti.

    « Le telecamere funzionano ancora, ma buona parte dei sistemi sono andati in avaria, e non rispondono agli input della sala-comandi... però potrei ripristinarli, se voi mi scortaste fino alla centralina dei dispositivi: da lì potrei ordinare l'apertura manuale. » suggerì, sistemando nervosamente gli occhiali sul naso e sperando che la proposta di una soluzione compensasse l'aver dovuto annunciare un problema « ...poi resterebbe solo la cella del Paziente Zero, ma Kikio Ho aveva disposto per lui il massimo livello di sorveglianza, così dovreste permettermi di recarmi a recuperarlo. »

    ...e solo a questo punto gli occhi di Amon avrebbero visto qualche emozione emergere più chiaramente sulle altre che vorticavano nel flusso del Dottor Blue: sincero rammarico.

    « E' un bambino di otto anni - ed è da solo.
    Lo hanno rinchiuso nell'ultimo livello...
    »



    .Istruzioni ~ Vento di Libertà ~ AbissoTurno semplice di dialogo. Come al solito, potete decidere che fare. Ovviamente per domande o altro mi trovate in bacheca =D

    Scadenza: 15/2/2017 - ore 23.59

     
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  10. Deneb Eilean
     
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    Il ricercatore non nasconde la propria debolezza, ammettendo che aveva assecondato i Governatori per sopravvivere. Mentre rivela che i suoi colleghi erano probabilmente fuggiti non appena l’assedio aveva pregiudicato i loro rapporti di lavoro, la volpe samurai del nostro gruppo si spazientisce e rincara la dose delle minacce. Alla fine della spiegazione sullo status del carcere, cerco di placare il livello di tensione e con un cenno gentile invito gli altri ad abbassare le armi.

    « Sono d’accordo, bisogna restare lucidi. Segua le nostre istruzioni e nessuno le farà del male. »

    La giustizia avrebbe fatto il suo corso al termine della guerra, il nostro compito era soltanto quello di liberare i prigionieri e difenderci da eventuali assalti. Se uno dei Ribelli si fosse elevato a giudice, giuria e boia contemporaneamente, in cosa sarebbe stato diverso dagli Usurpatori di Sequerus?

    « Perché tutte queste precauzioni per un solo bambino? »

    È la mia domanda spontanea, non avendo mai sentito parlare di questo “Paziente Zero”. Il mio istinto m’instilla un misto di pena e inquietudine non appena immagino questo bimbo tenuto in isolamento, forse per la sua pericolosità.

    « Ci porti alla centralina. »

    Un passo alla volta faremo rivedere la luce a tutti i detenuti.


    Stato fisico: ottimale
    Stato mentale: concentrata
    Energia: 100%
    Equipaggiamento:
    Gáe Bolg [ Lancia | passiva di richiamo | passiva di bruciore delle ferite inflitte ]

    Lancer Suit [ Armatura ]

    Passive:
    Acrobatics [ Passiva di movenze acrobatiche ]

    Attive utilizzate: /
     
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    Viaggiatore dei Mondi

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    Quel Blue non fece altro che piagnucolare all'avvertimento di Mugen, spiegando loro di non avere la facoltà di aprire tutte le celle da lì. A detta sua i sistemi che controllavano la prigione erano in avaria e l'unico modo per ripristinarli era quello di portarlo alla centralina dei dispositivi.
    Purtroppo il Demone non aveva le competenze necessarie per verificare che l'uomo dicesse il vero. Ma dato che dava l'impressione di voler essere collaborativo non aveva neanche molto senso insistere con le maniere forti con quella che poteva effettivamente essere una richiesta impossibile.
    Per il momento bisognava quindi assecondarlo, e Mugen non era il solo a pensarla così.

    « Ci porti alla centralina. »

    Tuttavia continuava ad essere diffidente e faticava a fidarsi di quel tipo. Blue si era già definito un vigliacco, e sebbene ne avesse parlato con amarezza aveva già dato prova di essere disposto a mettere da parte la propria morale -se ne aveva davvero una- a costo di sopravvivere. Lo aveva già dimostrato assecondando le follie del suo sovrano e svolgendo per lui un ignobile compito.

    Mugen avrebbe quindi preso Amon in disparte esponendogli i suoi dubbi e cercando il parere dell'amico, che sapeva essere in grado di leggere le emozioni umane molto meglio di lui.

    “Non mi fido di lui. Secondo te vuole davvero aiutarci o ci sta conducendo in una trappola?”

    In fondo Blue aveva già spiegato che i sistemi della prigione erano in avaria e dalla centralina avrebbe potuto ripristinarli. Magari il suo piano non era aiutarli ad aprire le celle, quanto piuttosto farsi aiutare a rimettere in funzione le diavolerie meccaniche messe a difesa della struttura.

    Con questo sospetto in mente avrebbe tenuto l'uomo sotto stretta sorveglianza, pronto ad agire ad ogni sua minima azione sospetta.



    CITAZIONE
    Condizioni fisiche: ottime
    Condizioni psicologiche: deciso
    Energie: 100%

    Tecniche utilizzate: //

    Passive:

    ~Retaggio di una volpe Rossa:
    [SPOILER]Che cos'è esattamente un demone volpe? Nessuno lo sa con esattezza, ne esistono varie razze, varie tribù e una moltitudine di sottospecie... sebbene siano molto difficili da incontrare, creature furbe e sfuggenti. La varietà a cui appartiene Mugen ha molti tratti in comune con la comune volpe rossa selvatica, una descrizione spicciola porta infatti a definirlo come una grossa volpe dalla postura eretta, col pollice opponibile e in grado di parlare. Inoltre un demone volpe ha un ciclo vitale molto molto lungo, infatti Mugen, con qualche centinaio di anni, è da considerarsi nel pieno della giovinezza. Non è chiaro cosa accada ad un demone volpe una volta invecchiando... si sa solo che il suo manto diventa completamente bianco e abbandona il branco dei più giovani per andare chissà dove. O almeno è questo che si crede, uno strano meccanismo si innesca nelle giovani volpi nei confronti dei membri anziani, o per lo meno nei confronti dei membri anziani che hanno superato la Soglia. Non riescono più a ricordarsi di loro, o meglio non riescono a focalizzare l'attenzione su coloro che hanno superato la Soglia. Per questo si parla di Soglia, una sorta di soglia dell'esistenza. Certo ci si ricorda della vita trascorsa insieme e delle imprese compiute da un membro scomparso, ma ad un certo punto questi scompare nell'oblio ed è anche difficile da individuare il momento esatto in cui avviene l'attraversamento della Soglia. Si tramanda inoltre di incontri con volpi bianche nel corso dei secoli e in momenti particolari della storia, ma i racconti sono tutti un po' vaghi e si perdono nel ricco folklore delle volpi rosse.
    Come detto un demone volpe è una creatura fuori dall'ordinario, i loro sensi sono superiori a quelli di un qualsiasi umano. Sono in grado di fiutare ed identificare una qualsiasi creatura in un raggio d'azione estremamente ampio e seguire una traccia per loro è estremamente facile.
    Se non bastasse sono creature forti e veloci, in grado di affrontare qualsiasi avversità. Le loro capacità uditive si estendono oltre l'immaginabile, un demone volpe riesce facilmente a distinguere il battito di un cuore e un sussurro appena sospirato in un raggio d'azione di decine forse centinaia di metri...Inoltre dispongono di micidiali armi naturali: artigli in grado di lacerare la carne e zanne in grado di spappolare le ossa. Non bisogna lasciarsi ingannare se spesso si mostrano come esseri bonari e pacifici. Una volta fiutata la preda, difficilmente la lasciano andare...
    [Bonus forza +50% (5 punti), Olfatto iper sviluppato raggio d'azione: 30 metri in duello (5 punti), zanne e artigli (2 punti); Caratteristiche bloccate: Vista notturna, udito iper sviluppato (5 punti)]


    ~Reliquie di una volpe Bianca:
    Mugen è uno dei pochi che può vantare di aver incontrato una Volpe Bianca nella sua vita. Forse perché i più se ne dimenticano. In realtà anche lui dubita di quanto avvenuto e dei vaghi ricordi che ha dell'incontro, se non fosse che quell'incontro gli ha lasciato una prova tangibile. Infatti l'unica certezza della Volpe Rossa è il dono ricevuto dalla misteriosa Volpe Bianca: il velo. Un nome sibillino per una reliquia altrettanto enigmatica. Il velo ha l'aspetto di un haori bianco, che al tatto sembra fatto di seta. Nessuno potrebbe mai sospettare l'origine indefinita di un tale manufatto né tanto meno indovinare il suo potere latente. Oltre ad essere baluardo e prova di un'esperienza vissuta l'haori dona a chi lo indossa straordinarie capacità. Mugen ha infatti scoperto che indossando l'haori può facilmente fluttuare in aria, come se fosse privo di peso, come se fosse uno fantasma...
    [Abilità passiva di volo (1+5 punti), altre particolarità per ora sconosciute]


    ~Ombra del Drago
    Ogniqualvolta Mugen si ritrova ad impugnare Anguirel contro un nemico, questi si ritrova a fare i conti non solo con la ferocia del Demone Volpe ma con l'antico retaggio della spada. Infatti Anguirel riversa ai danni dei nemici di Mugen un'aura di sottomissione.


    Equip:

    ~Anguirel
    Anguirel è stata forgiata per volere dello stesso Mugen Fudo con elementi da lui raccolti nel corso delle sue avventure su Endlos.
    Sebbene sia una spada di recente fattura nei suoi costituenti si nasconde una storia molto antica. É stata forgiata utilizzando alcune scaglie della corazza di Khellendros, il gigantesco drago Divora-Mondo, e il leggendario bokken di Fanedell, artefatto donato dalla foresta alla Volpe Rossa in segno di gratitudine per aver combattuto contro un nemico che ne minacciava il secolare equilibrio.

    Con queste premesse non è difficile immaginare come Anguirel sia una spada straordinaria e unica nel suo genere. Dal punto di vista puramente strutturale la lama è stata forgiata colando e temprando più volte attorno all'anima lignea una lega di acciaio e scaglie di Khellendros.
    La lama raggiunge con facilità il metro e venti di lunghezza, perfetta e bilanciata con uno spessore di circa due centimetri nella nella sezione centrale, che assottigliandosi sempre più verso i bordi crea un doppio filo estremamente tagliente ed una terribile punta acuminata.

    Esteticamente la sezione centrale centrale è di color chiaro, rivelando appunto l'anima dell'artefatto ricavata utilizzando il legno di Fanedell, che in questa parte della lama è abbracciata da un sottile strato di metallo che la rende comunque visibile. Spostandosi verso i bordi la densità della lega aumenta virando la colorazione verso un nero scuro e opaco ai bordi, ma passando attraverso varie increspature di grigio lungo la superficie.

    La guardia, di fattura apparentemente più rozza, deriva da un intaglio grezzo delle scaglie e riporta dei glifi in basso rilievo. Mentre l'impugnatura è tutt'uno col corpo centrale dell'oggetto in legno di Fanedell, coperto in questa sezione da una fettuccia si seta e pelle atta a rendere l'impugnatura più comoda e salda.

    Per quanto riguarda il peso non supera i tre chilogrammi.
    Normalmente è riposta nel suo fodero grigio senza particolari ornamenti, che la Volpe tiene al fianco sinistro.

    Come legittimo discendente del bokken di Fanedell anche Anguirel è in grado di attingere alle energie di Mugen Fudo, ma forse per una memoria ancestrale custodita al suo interno la lama chiederà un doppio pegno. Mugen avvertirà le sue energie fluire nell'arma in maniera violenta e a volte dolorosa, come se la stessa Anguirel gli stesse mordendo il braccio e la mano in cambio del suo supporto in battaglia.
     
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    black s c o r p i o

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    La risposta del dottore, ad un primo momento, fomentava sempre più il suo spirito di vendetta e senza il dovuto – e necessario – autocontrollo si sarebbe sicuramente già lanciato verso di lui per tagliargli la gola. Il tono era dapprima neutro, anche se distrattamente gli era parso persino stanco, per poi invece divenire amaro. Si sentiva realmente vittima delle circostanze, ma Amon non era decisamente dell’idea di concedergli quella opportunità: non era lui ad essere in gabbia; non era lui ad essere vittima di vili esperimenti; non era lui ad essere perseguitato. Lui aveva offerto il proprio intelletto ed il proprio cervello ad una causa nella quale – secondo il suo pensiero – aveva creduto fintanto che il potere precostituito era riuscito a tenere a bada gli sparuti dissidenti ed i ribelli, fino al momento in cui la rivoluzione era finalmente esplosa in tutta la sua veemenza e violenza.

    Non poteva certo biasimarlo per aver scelto di vivere, seppure consapevole del male che stava perpetrando con le sue subdole ricerche, ma d’altro canto lui aveva avuto un’educazione differente: era forte abbastanza da prendere il suo destino per le redini e condurlo verso la direzione voluta senza dover sottostare ad una volontà superiore. Non più, almeno. Era libero di muoversi e comportarsi come più si confaceva alla sua coscienza ed assistere ad un atteggiamento vile e vigliacco come quello lo faceva infervorare ancora di più. Continuava a guardarlo con ostilità, persino con disprezzo, continuando a leggerne il flusso che però era assolutamente illeggibile: discernere quale fosse lo stato d’animo della persona che aveva davanti era quantomeno difficoltoso, se non impossibile. Il flusso era talmente scombussolato da mostrare invero un’infinità di sentimenti, tra i quali il plausibile timore di trovarsi davanti tre nemici armati e pronti a tutto. Ma c’era qualcosa che non andava assolutamente ed il suo atteggiamento così ritroso a parlare lasciava intendere che avesse qualcosa da dire in risposta al suo ultimatum, restando però in silenzio – come se non sapesse come dirlo. Ad interrompere quel breve silenzio fu invece Deneb, la guerriera che era insieme a loro, decisamente la più diplomatica del gruppo in quel momento che gli chiese dove fossero gli altri carcerieri. Continuando a tenere le mani bene in vista, sventolandole in aria, il dottore rispose loro che dovevano essere scappati, dato l’incedere dell’esercito ribelle, facendo allusione sui bollori che questi potevano avere nei confronti dei cosiddetti cattivi, guardandolo per un attimo. Amon lo guardò di rimando, cercando di fulminarlo con lo sguardo, ma quello fu lesto abbastanza da riportare i suoi occhi sulla donna, continuando con la sua irriverente risposta. Ad intimidirlo una volta di più fu invece Mugen che, al pari suo, doveva essersi stancato di sentirlo farneticare puntandogli la spada ed intimandogli di aprire immediatamente la gabbia.

    A cercare di calmare gli evidenti bollori cercò di provarci lo stesso dottore, sicuramente intimidito da quella prova di forza, conscio che forse sarebbe bastato ben poco a far trasalire il demone-volpe – e di certo anche lo Scorpione. Si aggiunse al coro anche Deneb, cercando di far rinsavire entrambi. E, infatti, il dottore aveva altre ed ulteriori rivelazioni da fare: da quel punto non poteva fare alcunché poiché – a sua detta – i sistemi erano in avaria ed avrebbero dovuto scortarlo sino alla centralina dei dispositivi da dove, evidentemente, sarebbe stato in grado di aprire finalmente le celle. A farlo trasalire – e sbiancare – per un attimo furono le parole che seguirono: il Paziente Zero era anche lui lì, in quella struttura; era forse il sorvegliato speciale di quella prigione, ma Amon lo conosceva. Lo Scorpione l’aveva conosciuto nella precedente incursione, nella notte maledetta dove Odayaka era stata barbaramente uccisa da Kikio Ho. Non riuscì a trattenere l’impeto del Respiro Divino che aveva evidentemente reagito al suo stato d’animo: era furibondo. Dagli occhi cominciarono ad uscire copiose le lacrime, mentre con gli occhi rabbiosi continuava a guardare il dottore, digrignando i denti come fosse una belva feroce.

    Sarebbe avanzato d’un paio di passi, superando Mugen il quale si era avvicinato per chiedergli consiglio. Gli avrebbe risposto poi, in un secondo momento: era il momento di affrontare a viso aperto quella carogna.

    Elia è qui, quindi! È ancora vivo! ” esclamò con un tono che aveva ben poco di amichevole.
    Quella carogna di Kikio Ho la pagherà per tutto questo. È una promessa! ” proseguì sempre in direzione del dottore.

    Si sarebbe fermato ad un paio di passi da lui, sì da guardarlo dritto in faccia.

    Elia, il Paziente Zero, è la chiave di tutto: ha un potere molto particolare ed è in grado di interferire e provocare doloro verso coloro che non sono esseri umani- ” proseguì guardandolo dritto negli occhi, rispondendo però a Deneb “ -ma ha un influsso negativo anche per chi ha dei poteri particolari. Indubbiamente chi ne soffre di più sono i non-umani, come li chiamano loro.

    Si sarebbe poi girato un attimo verso Mugen, e tramite labiale gli avrebbe detto un’unica cosa: non riesco. Il demone-volpe lo conosceva, avrebbe certamente capito che non era stato in grado di leggerlo e quindi, in un certo senso, avrebbero dovuto fare buon viso a cattivo gioco.
    Tornando poi a guardare il dottore con ostilità, gli avrebbe parlato di nuovo.

    Non so che razza di esperimenti abbiate portato avanti su di lui, ma se gli avrete torto un solo capello da quando l’ho visto l’ultima volta giuro che ti ammazzo. Se proverai a tradirci, giuro che ti ammazzo. Se proverai a fuggire, te lo giuro, ti ammazzo. Prova solo a pensare di farci qualcosa e giuro che ti ammazzo: per me sei un libro aperto, un solo passo falso e lascerai questo mondo e proverai sulla tua pelle quanto io sia incazzato e voglia sfogarmi su di voi. ” nel dirlo, le vene intorno ai suoi occhi sembrarono gonfiarsi ancora più di quanto già non lo fossero.

    Detto questo facci pure strada, ti seguiamo. ” avrebbe concluso infine spostandosi di lato per lasciare così libero il passaggio.

    Un solo passo falso e gli avrebbe tagliato la gola. Promesso.

    __ ___ _________________ ___ __


    « B l O c K n O t E s »

    { Critico ~ 40% . Alto ~ 20 % . Medio ~ 10 % . Basso ~ 5% }

    Energia ~ 100%;
    Status Fisico ~ Ottimo. Qualche livido dovuto alla colluttazione della battaglia iniziale, ma nulla di preoccupante o di invalidante.

    « EQUIPAGGIAMENTO »

    . Lama del destino .

    Lama del destino ”, così come rinominata da Amon, è una spada composta dalle più pregiate e resistenti leghe metalliche in possesso dello Scorpione Nero. La sua forma è inusuale per le spade dell'epoca, assegnate all'esercito regolare egiziano e difatti ricorda solamente le più comuni “khopesh”, essendo più assimilabile per forma e resistenza ad una scimitarra; anche il suo aspetto è il frutto di esperimenti, dovuti soprattutto alle contaminazioni culturali di altre popolazioni confinanti che hanno permesso ai fabbri dell'ordine di trovare la forma e la resistenza più adatte per un più efficiente ed efficace utilizzo dell'arma in battaglia. Nel complesso, “ Lama del destino ” è il risultato di un pregevole lavoro di manifattura dovuto all'abilità manifesta dei fabbri e degli 'ingegneri' dell'ordine dello Scorpione Nero: la lama, infatti, lucente come non poche è lunga all'incirca cinquanta centimetri ed è rifinita con intarsi e rilevi lungo tutta la sua superficie, sul cui lato destro è inciso il simbolo dell'ordine: uno scorpione nero, proprio come il tatuaggio che ha sulla spalla; l'elsa è lunga all'incirca venti – anche venticinque – centimetri ed è composta di legno e lega, uniti insieme con intarsi d'oro e fascette di cuoio nero, per renderne la presa confortevole. Nel complesso, l'arma risulta ben bilanciata ed equilibrata nel suo peso – forse eccessivo per alcuni – con un filo resistente ed affilato, utilissima sia in difesa che in attacco. Quando non è sguainata, “ Lama del destino ” è conservata in un fodero di cuoio nero, solitamente posizionato dietro alla schiena ed assicurato al corpo di Amon grazie ad ulteriori fasce della medesima fattura per una duplice ragione: anzitutto gli è possibile sguainare la spada in modo semplice ed immediato, in qualsiasi situazione; ciò gli permette di nasconderla sotto ampi mantelli, consentendogli di passare inosservato laddove lo desideri.

    . Oracolo della Morte .

    Oracolo della morte ”, così come chiamato da Amon, è un pugnale composto dalle più pregiate e resistenti leghe metalliche in possesso dell'ordine dello Scorpione Nero. La sua forma è molto particolare, studiata appositamente per poter essere potenzialmente mortale per chiunque ne incontri il filo; principalmente utilizzato nell'assassinio, non è difficile vedere Amon utilizzarlo anche nel corso di un normale combattimento, come ausilio e supporto nel corpo a corpo. La lama è lunga all'incirca venticinque centimetri, ed è ricurva sul fronte, con una zigrinatura sul retro ed è finemente rifinita con intarsi e rilievi lungo tutta la sua superficie; il manico, a sua volta, è lungo all'incirca quindici centimetri presentandosi leggermente ricurvo, sul lato opposto rispetto al fronte della lama. È composto da legno e metallo, uniti tra loro con intarsi dorati e lacci di cuoio nero che ne rendono l'impugnatura comoda e confortevole, in modo da non comportare difficoltà nella presa; nel suo lato interno presenta un piccolo anello, grande abbastanza da farci passare il dito indice ed utile per cambiare la presa del pugnale per ogni evenienza, permettendo di rivolgere la lama verso l'alto o verso il basso a seconda della situazione contingente. Per via della particolarità della lama, zigrinata sul retro, è abbastanza utile per bloccare le altre spade e consentirgli un vantaggio – laddove possibile – nella corta distanza. Frutto di un lavoro di pregevole manifattura, si presenta bilanciato e ben equilibrato nel suo peso, potendo essere utilizzato anche come arma da lancio, per ogni evenienza; il filo della lama, infine, è molto affilato e resistente. Quando non è impugnato, “ Oracolo della morte ” è riposto in un fodero di cuoio nero agganciato al bacino di Amon con altrettante guaine della medesima fattura; è solito posizionarlo dietro al bacino, ben nascosto, con il manico rivolto verso il lato sinistro e permettergli di impugnarlo con semplicità in qualsivoglia situazione.

    . Aculei dello Scorpione .

    Nell’equipaggiamento di uno Scorpione era immancabile la presenza di un set di pugnali da lancio, utili soprattutto dalla distanza medio-lunga, per favorire così tattiche offensive – o diversive – in missione. Solitamente presenti in numero non inferiore a cinque, sono fissati ad una cinta di cuoio (la stessa alla quale era fissato il pugnale) e posizionati dietro il bacino così da restare occultati alla vista altrui. Composti unicamente di una lega metallica della più pregiata fattura, non presentano fregi particolari se non il simbolo di uno Scorpione inciso sulla lama; sono lunghi approssimativamente dieci centimetri (comprensivi del ‘ manico ’), risultano leggermente squilibrati sulla lama sì da permetterne il lancio. Il taglio poco affilato di questi pugnali è compensato in realtà dalla forza impressa con il lancio, dal quale scaturisce l’effettiva capacità perforante di questi minuti oggetti di morte. Date le loro caratteristiche intrinseche, Amon ha deciso di denominarli “ Aculei dello Scorpione ” in onore all’aracnide dal quale prende il nome il suo ordine.

    ∙ ∙ ∙

    « POTERI SPECIALI »

    . Occhio di Ra .

    Byakugan

    Nell'ordine dello Scorpione Nero sono diverse le abilità che – sono state e che – vengono tramandate di adepto in adepto, di generazione in generazione fin dalla sua istituzione; ve ne sono alcune però che sono legate in modo particolarmente stretto al sangue ed all'innato talento di pochi, che non è stato possibile tramandare per via di particolarità intrinseche delle medesime abilità. Gli studiosi dell'ordine e gli alti vertici hanno pertanto deciso di studiare e documentare simili capacità in rotoli segreti, conosciuti a pochi – e sconosciuti ai molti – al fine di facilitare l'apprendimento di coloro i quali fossero riusciti ad ottenerle per una ragione, piuttosto che per un'altra, e di indirizzarli verso il loro sviluppo. È stato riscontrato nel corso della lunga vita dell'ordine, che tali e particolari abilità si ripresentassero ciclicamente in ogni generazione, alle volte saltandone anche una o due, permettendo pertanto una sorta di studio previsionale in tal senso e comprendere più o meno quando simili capacità si sarebbero ripresentate a vantaggio esclusivo dello Scorpione Nero e del Faraone.

    L'“ Occhio di Ra ”, in particolare, appartiene alla schiatta delle abilità che si tramandano con il sangue, piuttosto che con il talento, finendo per essere appannaggio di pochissimi elemento nella storia dello Scorpione Nero in quanto legata al sangue reale: il sangue del Faraone; era accaduto infatti che alcuni eredi, rinunciando al titolo reale, si fossero uniti all'ordine con lo scopo precipuo di essere d'aiuto al futuro Faraone ed allontanarsi così dai futili giochi di intrighi e potere di palazzo. Si tratta dell'abilità più rara e più imprevedibile in fatto di presentazione, in quanto ben pochi erano stati i membri della famiglia reale che si erano uniti all'ordine, destando difficoltà nel prevedere quando e come l'occhio sarebbe potuto rivelarsi utile agli scopi dello Scorpione Nero, nonché dell'ordine.

    Quest'abilità, come tante altre, non richiedeva la 'purezza' del sangue, ma necessitava unicamente della presenza di sangue reale per poter essere – potenzialmente – risvegliata; il che, comunque, non significava che potesse risvegliarsi automaticamente, in quanto richiedeva comunque che il soggetto avesse sviluppato la capacità di richiamare ed utilizzare il “ Respiro divino ”, appannaggio esclusivo degli adepti dello Scorpione Nero. Ad un normale essere umano era dunque precluso il suo risveglio.

    L'“ Occhio di Ra ” comincia a risvegliarsi nel soggetto in un età compresa tra i sette e gli undici anni, qualora abbia già avuto modo di padroneggiare – anche in modo abbastanza incompleto – il “ Respiro divino ” così che quella stessa energia possa essere utilizzata come catalizzatore dell'abilità stessa. Nel presentarsi, il soggetto denota fortissimi mal di testa, accompagnati da cecità temporanea o da vista estremamente sensibile alla luce, tanto da costringerlo in quest'ultimo caso a tenere gli occhi chiusi; tali sintomi verranno accompagnati da senso di vertigine e spossatezza, in quanto il soggetto non è ancora in grado di controllare il proprio potere ed utilizzare il giusto quantitativo di energia per poter fare completo affidamento sull'abilità oculare. Poco a poco, man mano che il soggetto continua nei suoi addestramenti per affinare la padronanza nel “ Respiro divino ”, affiorano in modo confuso le singole capacità donate dall'abilità, confondendosi tra loro e costringendo il soggetto ad interrompere forzatamente i propri allenamenti in quanto potrebbe essere soggetto anche a perdita di sensi, mettendo a serio rischio la sua vita. Il completamento dell'addestramento d'uopo previsto specificatamente per la sola abilità – unitamente agli sforzi per padroneggiare in modo completo il “ Respiro divino ” –, gli consente di poter incanalare le proprie energie ed i propri sforzi su di una capacità per volta o sulla combinazione di più capacità per volta, senza alcuna difficoltà; l'utilizzo dell'abilità resta comunque legato alle forze ed alle energie residue: da questo dipende infatti l'effettiva fruibilità delle sue capacità nel suo complesso. [Malus: al raggiungimento di determinate soglie di riserva energetica, Amon non sarà in grado di accedere alle proprie capacità passive; le percentuali di riferimento saranno indicate in corrispondenza delle singole capacità.] Il soggetto, custode dell'abilità, ha presentato nel corso dei secoli un'indole riflessiva e mai impulsiva, affidandosi ciecamente alle capacità donategli dall'“ Occhio di Ra ” e risultando prezioso nella fasi strategiche, per evitare ingenti perdite di adepti.

    Fisicamente e visivamente, l'“ Occhio di Ra ” si presenta agli occhi altrui per una sorta di mutazione che avviene nel volto del soggetto, del custode, il quale viene trasfigurato per permettere al “ Respiro divino ” di apportare i propri benefici agli occhi; per poter fare affidamento sulla propria abilità, il custode non dovrà fare altro che concentrare il proprio potere negli occhi e lasciare che il “ Respiro divino ” interagisca con gli stessi. Le vene alle tempi, sino alle orbite, cominceranno a gonfiarsi pompando il sangue – e l'energia – più velocemente; i bulbi oculari, frattanto, perderanno la loro consueta colorazione assumendo un pigmento perlaceo, sovrapponendosi quasi completamente sia alla pupilla, sia alla cornea, di cui permangono semplicemente i contorni sbiaditi.

    Amon ha appreso i primi rudimenti sul “ Respiro divino ” all'età di sette anni, riuscendo nell'intento di controllarlo indirettamente all'età di circa otto anni; ciò gli ha consentito di risvegliare l'“ Occhio di Ra ” a questa età. Infine, è riuscito a perfezionare il controllo sull'abilità e sulla propria energia all'età di dodici anni, con grande sorpresa dei suoi istruttori.

    L'“ Occhio di Ra ” consente al suo custode di poter vedere distintamente l'essenza degli altri soggetti – siano essi amici o nemici –, sotto forma di un fittissimo reticolato energetico che ricorda molto il complesso sistema circolatorio del sangue, la cui colorazione risulterà essere differente a seconda dell'entità che si troverà di fronte. In questa fase, i colori si sbiadiranno assumendo tinte spente, tenenti al grigio, mentre la trama energetica assumerà ai suoi occhi una colorazione più vivida e brillante, consentendogli di concentrare l'attenzione su questo particolare; ad una osservazione più attenta e meticolosa – sostituita, con il tempo, dall'esperienza – è possibile notare che vi sono dei punti nella trama energetica, nei quali l'energia è più condensata rispetto ad altri e ciò in quanto si trovano in corrispondenza degli organi vitali, permettendo al custode una maggiore precisione nei suoi colpi. La visione della trama gli consente un vantaggio ulteriore, soprattutto se lo si combina con una efficace tattica difensiva, poiché ciò gli permette di reagire in modo più veloce ad una offensiva avversaria basata strettamente sull'utilizzo della trama stessa; infatti, in tali situazioni contingenti, la trama energetica subisce una repentina accelerazione dovuta all'utilizzo dell'energia vitale convogliata in quello specifico attacco, potenziando di gran lunga riflessi e reazioni del custode. In tali situazioni, il custode avrà quindi la possibilità di reagire più velocemente alle tattiche offensive avversarie, consentendogli di agire per tempo nella manipolazione del “ Respiro Divino ” e rispondere così in modo più efficace alle sollecitazioni rinvenienti dalle differenti situazioni contingenti. [Auspex passivo di ‘ Percezione magica ’ (la visione della trama energetica è puramente interpretativa e giustifica peraltro la passiva di empatia descritta più avanti). Limitazioni: è possibile vedere le energie impresse su cose e persone, ma non quella emessa naturalmente dalle persone; è possibile avvertire/vedere la presenza di un oggetto incantato e riconoscerlo da –e tra- gli altri; è possibile avvertire quando qualcuno casta tecniche (limite collegato alla passiva che segue). Passiva di Istant Casting dovuta all'osservazione del moto repentino della trama energetica, giustificata dai riflessi repentini rinvenienti nella capacità in oggetto. Malus: al raggiungimento della soglia del 20% della riserva energetica, Amon non sarà in grado di utilizzare ulteriormente queste capacità nel corso dell'evento.] Altra caratteristica peculiare legata alla vista, è quella che consente al custode di poter avere una visuale completa di tutto quanto lo circonda, tranne che un unico punto cieco posto dietro alla sua nuca; si tratta di un cono d'ombra nel quale gli è impossibile vedere o percepire alcunché, trattandosi potenzialmente del vero ed unico punto debole di questa capacità. Per sfruttare un più ampio raggio di visione, deve trovarsi nella più completa immobilità per consentirgli di concentrarsi pienamente su quanto gli accade intorno; qualora voglia sfruttare questa capacità – combinandola con altre – in movimento, il raggio della visuale è più contenuto. [Visuale di 359° intorno a sé per un raggio di 20m. Malus: se Amon si trova in movimento, il raggio della visuale si riduce a 5m; al raggiungimento della soglia del 30% della riserva energetica, Amon non sarà in grado di utilizzare ulteriormente questa capacità nel corso dell'evento.] Ulteriore capacità donata dall'“ Occhio di Ra ”, è quella di vedere al di là di cose e persone, senza alcun impedimento; solitamente, questa capacità è abbinata alle altre donate dall'occhio – in special modo, se sfruttata per scandagliare la zona circostante –, seppure sia valida anche se utilizzata da sola. [Possibilità di vedere ogni cosa aggirando gli ostacoli; Consumo Variabile.] Anni ed anni di esperienza nella “ lettura ” della trama energetica consentono al custode di poter leggere l'aura emotiva altrui, permettendo a questi di conoscerne lo stato d'animo, a meno che non vi siano incanti o protezioni che ne blocchino la percezione. Infatti la trama energetica rappresenta uno specchio, una sorta di riflesso di quelli che sono i diversi stati emotivi che colpiscono l'animo altrui; ciò è dovuto, in particolare, al moto del flusso energetico, al suo scorrere nel fittissimo reticolato del sistema circolatorio, permettendo al custode – dopo una fase di conoscenza e di studio più o meno breve – di comprenderne lo stato d'animo con uno scarto di errore infinitesimale. Ovviamente, per la stragrande maggioranza dei soggetti i segnali sono più o meno simili, se non identici; ma è possibile che vi siano dei soggetti particolari che poco si prestino alla lettura dell'aura emotiva, rendendo più difficoltoso al custode comprendere quale sia il loro stato d'animo, riuscendo persino a raggirarlo vanificando così ogni suo sforzo. Ciò non toglie che la lettura dello stato emotivo sia estremamente utile al custode in situazioni contingenti particolari, poiché potrebbe consentirgli – a titolo di esempio – di scoprire attraverso questa “ lettura ” se il soggetto che ha davanti gli sta mentendo o meno. Si tratta pertanto di una capacità estremamente versatile, potendo essere utilizzata nelle situazioni più disparate. [Lettura dell'aura emotiva utilizzando come tramite la visione della trama energetica (Passiva di Empatia); Passiva di Lie-Detector. Malus: al raggiungimento della soglia del 20% della riserva energetica, Amon non sarà in grado di utilizzare ulteriormente queste capacità nel corso dell'evento.]

    . Essere un adepto dello Scorpione Nero .

    Gli adepti dello Scorpione Nero vengono sottoposti fin dalla più tenera età ad allenamenti fisici e psichici molto particolari, il cui scopo è quello di formarli anzitutto come guerrieri, dotandoli di fisici forti e resistenti, agili e veloci, in virtù dei ruoli e dei compiti che andranno a ricoprire una volta divenuti membri dell'ordine; secondariamente, vengono formati – con altrettanta attenzione e dedizione – come assassini, fornendo loro una preparazione (teorico-pratica) completa sulle tecniche di omicidio, sviluppando principalmente le particolari capacità fisiche – e psichiche – necessarie per metterle in atto.

    Concluso l'addestramento, Amon possiede una forza fisica notevole considerato il livello medio di un normale essere umano, retaggio degli intensi allenamenti cui è stato sottoposto sin da piccolo che gli hanno consentito di sviluppare la propria vera forza, rendendolo oltremodo pericoloso in un confronto corpo a corpo; ciò gli consente anche di sopportare pesi notevoli, ma mai eccessivi, in virtù del fatto che gli allenamenti erano basati proprio su questo: sollevamento di pesi e macigni e loro spostamento come fossero una sorta di zavorra dalla mattina alla sera, anche durante le sessioni di combattimento. La sua muscolatura, in tal senso, risulta tonica, scolpita ed asciutta: un buon compromesso che non lo vincola nei movimenti. [Power Up passivo + 50% Forza] Le sessioni di combattimento corpo a corpo e con le armi, gli hanno consentito inoltre di sviluppare una resistenza fisica impareggiabile: concluso l'addestramento, infatti, la sua pelle e le sue ossa sono divenute coriacee, tanto da consentirgli di resistere anche ai colpi più duri se corroborati da una buona tattica difensiva. Ciò gli consente di resistere meglio ai colpi altrui, riuscendo a rialzarsi in piedi laddove altri si sarebbero già arresi; inoltre ciò gli consente di risentire meno dello sforzo e della stanchezza, in virtù di questa sua stessa resistenza. [Power Up passivo + 50% Resistenza]

    « TECNICHE E STILI »

    _ ___ ______________________ ___ _

    Note a margine ~ non leggo niente e provo a fare gioco di squadra con Mugen, che sicuramente conosce molto di più Amon; inoltre provo a bluffare un po'. Lo minaccio soltanto.

    Non dovrei aver fatto nulla di autoconclusivo. Spero ç____ç

    Ps. conosco Elia perché l'ho conosciuto nella giocata dove Odayaka è morta, pertanto so chi è il Paziente Zero e quali siano le sue effettive capacità. :)
     
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    Impeto e tempesta

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    Prigioni di Sequerus.

    « Sono d’accordo, bisogna restare lucidi. Segua le nostre istruzioni e nessuno le farà del male. Perché tutte queste precauzioni per un solo bambino? »

    “ Elia è qui, quindi! È ancora vivo! Quella carogna di Kikio Ho la pagherà per tutto questo. È una promessa! ” Amon si fece avanti, dando risposta alle domande della fanciulla " Elia, il Paziente Zero, è la chiave di tutto: ha un potere molto particolare ed è in grado di interferire e provocare dolore verso coloro che non sono esseri umani ma ha un influsso negativo anche per chi ha dei poteri particolari. Indubbiamente chi ne soffre di più sono i non-umani, come li chiamano loro."

    In risposta a ciò, quello strano scienziato -ben attento al rimanere in posizione inoffensiva per non generare ulteriori "scatti omicidi" da parte dei suoi aguzzini- si limitò ad indicare il guardiano del Bosco.

    « Quello che ha detto lui. »

    Il suo sorriso era teso, a dir poco spaventato.
    Il volto completamente bagnato, unto dai sudori freddi
    che non ancora se ne andavano.

    « Ci porti alla centralina. »
    Non mi fido di lui. Secondo te vuole davvero aiutarci o ci sta conducendo in una trappola?
    “ Non so che razza di esperimenti abbiate portato avanti su di lui, ma se gli avrete torto un solo capello da quando l’ho visto l’ultima volta giuro che ti ammazzo. Se proverai a tradirci, giuro che ti ammazzo. Se proverai a fuggire, te lo giuro, ti ammazzo. Prova solo a pensare di farci qualcosa e giuro che ti ammazzo: per me sei un libro aperto, un solo passo falso e lascerai questo mondo e proverai sulla tua pelle quanto io sia incazzato e voglia sfogarmi su di voi. Detto questo facci pure strada, ti seguiamo. ”

    Tremando un poco ed ingoiando rumorosamente una buona dose di saliva, il Dottor Blue rimase per un attimo interdetto, poi comprese che non era il tempo propizio per attardarsi ulteriormente. Abbassando le braccia in segno di sconfitta e mormorando un insicuro "seguitemi", avrebbe percorso a ritroso la strada appena fatta dagli Eroi di Sequerus. Curiosa scelta, ma abbastanza normale considerando che -in effetti- lungo il cammino avevano incontrato delle gabbie. Dopo averle aperte, i prigionieri erano rimasti all'interno, impauriti da quella novità e con le evidenti movenze di condannati a morte sul punto di doversi incamminare al patibolo.

    « Siete liberi, la Resistenza ha vinto » sarebbe stato proprio il giovane Blue a far loro cenno di uscire e questi, ancora insicuri, avrebbero obbedito guardandosi poi attorno con aria sperduta. La cosa positiva, se così si poteva dire, era che fossero tutti illesi, oltre che in grado di camminare da soli « Tornerete a casa, i signori qui vi diranno come uscire senza correre rischi... »

    Tutto bene quel che finisce bene, si sarebbe potuto dire.
    Eppure, se da un lato la tolleranza e la pietà erano indubbio segno di nobiltà e superiorità morale quanto intellettuale dei vincitori sugli sconfitti, dall'altra era soluzione assai sconveniente in tempi di guerra, lì dove le regole umane crollavano e non restava altro che puro e semplice istinto di sopravvivenza. Si trattava dell'ovvia e comunissima "legge del più forte", non solo di forza bruta, come Madre Natura stessa aveva scritto dall'alba dei tempi.

    Fu così che, approfittando della distrazione degli Eroi, intenti ad aiutare quelle povere creature spaventate, il Dr.Blue estrasse dal taschino la sua adorata penna. Fissandola con occhi gongolanti, l'avrebbe fatta ruotare sui polpastrelli.
    Infine, il colpo di grazia.

    Click.

    Sarebbe sparito fra la folla, il caro dottore, aprendo con un colpo di mano ben assestato un pannello nascosto sulla parete metallica. Lì sarebbe sparito, e nessuno di loro avrebbe potuto rincorrerlo. Non in quel momento, almeno: improvvisamente, esattamente nello stesso istante in cui il dorso della penna era stato schiacciato, gli schiavi ormai liberi avevano cambiato espressione. Non più volti spaventati o in qualche modo emozionati, piuttosto gelide maschere inespressive... manichini controllati da chissà cosa, completamente votati ad attaccare i tre salvatori.
    Li avrebbero accerchiati, chiudendo loro ogni possibilità di fuga.

    Si sarebbero gettati addosso ai tre Eroi, sferrando calci, pugni, graffi e morsi. Nulla di eccessivo per soldati esperti... ma comunque il peggior combattimento che si sarebbero potuti aspettare.
    Combattere contro le reali vittime di quella guerra per la loro vita... ed una giusta causa.


    .Istruzioni ~ Vento di Libertà ~ AbissoIl dottore vi accompagna alle gabbie e, dopo aver liberato i prigionieri, vi concede di indicare loro cosa fare per allontanarsi in sicurezza dalla struttura. Mentre siete occupati, clicca sulla sua penna nel taschino, innescando qualcosa nelle cavie. Diventano macchine votate a farvi del male ma, trattandosi di bambini e persone abbastanza comuni e non soldati o maghi di sorta, gli attacchi non sono un reale problema (considerateli tutti fisici). Il problema vero è l'essere accerchiati, quindi è necessaria una qualche azione per uscire fuori dalla gabbia di corpi che vi si lanciano addosso. Ancora peggio, il dottore si è infilato in un corridoio nascosto, probabilmente diretto dal bambino rimasto prigioniero.

    Scadenza: 26/2/2017 - ore 23.59

     
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    Viaggiatore dei Mondi

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    Incapace di fidarsi di quel dottore Mugen aveva esposto i suoi dubbi all'amico Amon.
    Purtroppo anche lo Scorpione non era riuscito a vedere oltre le sue parole, così non ebbero altra scelta che assecondarlo nella speranza che stesse dicendo il vero e che fosse disposto ad aiutarli. Così presero a seguirlo mentre l'uomo indicava loro la via. Curiosamente ripercorsero la strada appena fatta a ritroso, quantomeno non si stavano addentrando in spazi sconosciuti e questo poteva essere in qualche modo rassicurante. Considerando poi che avevano anche incontrato delle gabbie venendo fin lì il tutto era in qualche modo ragionevole.

    Quando poi finalmente le celle si aprirono la Volpe tirò un sospiro di sollievo, ma ahimè un nuovo peso fece presa sul cuore del demone. Non poteva immaginare quali torture potevano aver subito, ma era chiaro alla vista che il tempo trascorso in cattività aveva lasciato un segno profondo su quelle povere creature. Confusi e impauriti i prigionieri erano rimasti all'interno delle celle, non sapendo come comportarsi o cosa stava accadendo.

    « Siete liberi, la Resistenza ha vinto»

    Mugen stava quindi per farsi avanti, speranzoso che la sua natura di non umano potesse convincerli che i loro oppressori erano stati effettivamente sconfitti, e che a parte il dottore non c'erano i loro carcerieri lì ad attenderli.

    «Tornerete a casa, i signori qui vi diranno come uscire senza correre rischi...»

    I prigionieri convinti allora dalle parole dell'uomo si decisero finalmente a lasciare le celle e constatare che fossero fisicamente illesi era una piccola consolazione di cui comunque essere grati.
    Sembrava quindi che la loro missione aveva avuto successo.

    Ma improvvisamente qualcosa cambiò.
    I volti impauriti e confusi lasciarono spazio a visi inespressivi, privi di ogni possibile emozione.
    Gli ex-prigionieri presero quindi ad accerchiarli lanciandosi all'attacco dello sparuto gruppo.
    Non erano armati e i loro colpi non erano particolarmente insidiosi.

    Mugen riuscì a parare i primi colpi senza difficoltà, respingendo i pugni e parando i calci. Non davano l'impressione di essere addestrati al combattimento, ma la loro pericolosità era costituita dal loro numero. Ben presto furono troppi anche per un guerriero esperto come lui e i colpi cominciarono a fare breccia tra le sue difese, tra pugni, morsi e graffi.

    In una battaglia normale, non si sarebbe limitato a respingere i colpi, ma avrebbe passato a fil di spada ogni aggressore aiutandosi con artigli e zanne per sfoltire i suoi nemici. Ma in quella mischia sleale quelle che stava fronteggiando non erano altro che delle vittime. Quello non era che l'ennesimo abominio di una guerra insana.
    Non voleva e doveva far loro alcun male.

    Così, nella speranza di aprire un varco in quel mare di gente, Mugen decise di ricorrere all'unico modo che conosceva per poterli respingere senza tagliare o lacerare. Con un rapido movimento di Anguirel verso il basso andò a generare un'onda d'urto per travolgere gli aggressori e allontanarli dal gruppo.

    Non voleva recare loro danni permanenti, ma sperava fosse abbastanza per dargli un po' di tempo. Abbastanza per sfuggirgli e rintracciare il caro dottore. Già perché in tutto quel caos Blue era scomparso ed era quasi scontato che ci fosse lui dietro a quell'attacco.

    “Dobbiamo trovarlo.”

    Ringhiò tra i denti ai suoi compagni. Quel bastardo poteva anche aver liberato i prigionieri dalle loro celle, ma era ancora il carceriere delle loro menti.

    Adesso più che mai niente avrebbe vietato al demone Volpe di farsi Giustizia.


    CITAZIONE
    Condizioni fisiche: Ottime, contusioni lievi e graffi sparsi
    Condizioni psicologiche: deciso
    Energie: 100%-20%=80%
    Riepilogo: Mugen utilizza la tecnica della Zanna Spuntata per generare un'onda d'urto per aprire un varco per lui e i suoi compagni



    Tecniche utilizzate:
    ~Zanna Spuntata
    Mugen ha sviluppato nel tempo non solo uno stile di combattimento selvaggio e primitivo ma ha anche affinato le sue doti di spadaccino, infatti è da sempre impegnato nell'elaborazione e nell'apprendimento di inusuali quanto sofisticate tecniche di spada. La tecnica della Zanna Spuntata è una di esse. Il nome ricalca il fatto che questa tecnica non mira a tagliare o lacerare come la maggior parte delle tecniche di spada. Mugen con un rapido movimento della spada verso il basso va a generare a partire dal piatto una speciale onda d'urto. Questa si estende per diversi metri (proporzionale al consumo) con una forma semisferica a partire dal punto sorgente e va ad intercettare e bloccare o quanto meno deviare i colpi diretti alla Volpe Rossa o a travolgere e scaricare la sua forza sui bersagli, sebbene la sua potenza vada via via diminuendo. Nota particolare della tecnica è che può essere utilizzata adoperando qualsiasi oggetto assimilabile ad una spada, nel caso di Mugen il demone è in grado di generare l'onda d'urto utilizzando sia il bokken di Fanedell che la sua katana.
    Consumo: Variabile (usata ad alto) Durata: Istantanea

    Passive:

    ~Retaggio di una volpe Rossa:
    [SPOILER]Che cos'è esattamente un demone volpe? Nessuno lo sa con esattezza, ne esistono varie razze, varie tribù e una moltitudine di sottospecie... sebbene siano molto difficili da incontrare, creature furbe e sfuggenti. La varietà a cui appartiene Mugen ha molti tratti in comune con la comune volpe rossa selvatica, una descrizione spicciola porta infatti a definirlo come una grossa volpe dalla postura eretta, col pollice opponibile e in grado di parlare. Inoltre un demone volpe ha un ciclo vitale molto molto lungo, infatti Mugen, con qualche centinaio di anni, è da considerarsi nel pieno della giovinezza. Non è chiaro cosa accada ad un demone volpe una volta invecchiando... si sa solo che il suo manto diventa completamente bianco e abbandona il branco dei più giovani per andare chissà dove. O almeno è questo che si crede, uno strano meccanismo si innesca nelle giovani volpi nei confronti dei membri anziani, o per lo meno nei confronti dei membri anziani che hanno superato la Soglia. Non riescono più a ricordarsi di loro, o meglio non riescono a focalizzare l'attenzione su coloro che hanno superato la Soglia. Per questo si parla di Soglia, una sorta di soglia dell'esistenza. Certo ci si ricorda della vita trascorsa insieme e delle imprese compiute da un membro scomparso, ma ad un certo punto questi scompare nell'oblio ed è anche difficile da individuare il momento esatto in cui avviene l'attraversamento della Soglia. Si tramanda inoltre di incontri con volpi bianche nel corso dei secoli e in momenti particolari della storia, ma i racconti sono tutti un po' vaghi e si perdono nel ricco folklore delle volpi rosse.
    Come detto un demone volpe è una creatura fuori dall'ordinario, i loro sensi sono superiori a quelli di un qualsiasi umano. Sono in grado di fiutare ed identificare una qualsiasi creatura in un raggio d'azione estremamente ampio e seguire una traccia per loro è estremamente facile.
    Se non bastasse sono creature forti e veloci, in grado di affrontare qualsiasi avversità. Le loro capacità uditive si estendono oltre l'immaginabile, un demone volpe riesce facilmente a distinguere il battito di un cuore e un sussurro appena sospirato in un raggio d'azione di decine forse centinaia di metri...Inoltre dispongono di micidiali armi naturali: artigli in grado di lacerare la carne e zanne in grado di spappolare le ossa. Non bisogna lasciarsi ingannare se spesso si mostrano come esseri bonari e pacifici. Una volta fiutata la preda, difficilmente la lasciano andare...
    [Bonus forza +50% (5 punti), Olfatto iper sviluppato raggio d'azione: 30 metri in duello (5 punti), zanne e artigli (2 punti); Caratteristiche bloccate: Vista notturna, udito iper sviluppato (5 punti)]


    ~Reliquie di una volpe Bianca:
    Mugen è uno dei pochi che può vantare di aver incontrato una Volpe Bianca nella sua vita. Forse perché i più se ne dimenticano. In realtà anche lui dubita di quanto avvenuto e dei vaghi ricordi che ha dell'incontro, se non fosse che quell'incontro gli ha lasciato una prova tangibile. Infatti l'unica certezza della Volpe Rossa è il dono ricevuto dalla misteriosa Volpe Bianca: il velo. Un nome sibillino per una reliquia altrettanto enigmatica. Il velo ha l'aspetto di un haori bianco, che al tatto sembra fatto di seta. Nessuno potrebbe mai sospettare l'origine indefinita di un tale manufatto né tanto meno indovinare il suo potere latente. Oltre ad essere baluardo e prova di un'esperienza vissuta l'haori dona a chi lo indossa straordinarie capacità. Mugen ha infatti scoperto che indossando l'haori può facilmente fluttuare in aria, come se fosse privo di peso, come se fosse uno fantasma...
    [Abilità passiva di volo (1+5 punti), altre particolarità per ora sconosciute]


    ~Ombra del Drago
    Ogniqualvolta Mugen si ritrova ad impugnare Anguirel contro un nemico, questi si ritrova a fare i conti non solo con la ferocia del Demone Volpe ma con l'antico retaggio della spada. Infatti Anguirel riversa ai danni dei nemici di Mugen un'aura di sottomissione.


    Equip:

    ~Anguirel
    Anguirel è stata forgiata per volere dello stesso Mugen Fudo con elementi da lui raccolti nel corso delle sue avventure su Endlos.
    Sebbene sia una spada di recente fattura nei suoi costituenti si nasconde una storia molto antica. É stata forgiata utilizzando alcune scaglie della corazza di Khellendros, il gigantesco drago Divora-Mondo, e il leggendario bokken di Fanedell, artefatto donato dalla foresta alla Volpe Rossa in segno di gratitudine per aver combattuto contro un nemico che ne minacciava il secolare equilibrio.

    Con queste premesse non è difficile immaginare come Anguirel sia una spada straordinaria e unica nel suo genere. Dal punto di vista puramente strutturale la lama è stata forgiata colando e temprando più volte attorno all'anima lignea una lega di acciaio e scaglie di Khellendros.
    La lama raggiunge con facilità il metro e venti di lunghezza, perfetta e bilanciata con uno spessore di circa due centimetri nella nella sezione centrale, che assottigliandosi sempre più verso i bordi crea un doppio filo estremamente tagliente ed una terribile punta acuminata.

    Esteticamente la sezione centrale centrale è di color chiaro, rivelando appunto l'anima dell'artefatto ricavata utilizzando il legno di Fanedell, che in questa parte della lama è abbracciata da un sottile strato di metallo che la rende comunque visibile. Spostandosi verso i bordi la densità della lega aumenta virando la colorazione verso un nero scuro e opaco ai bordi, ma passando attraverso varie increspature di grigio lungo la superficie.

    La guardia, di fattura apparentemente più rozza, deriva da un intaglio grezzo delle scaglie e riporta dei glifi in basso rilievo. Mentre l'impugnatura è tutt'uno col corpo centrale dell'oggetto in legno di Fanedell, coperto in questa sezione da una fettuccia si seta e pelle atta a rendere l'impugnatura più comoda e salda.

    Per quanto riguarda il peso non supera i tre chilogrammi.
    Normalmente è riposta nel suo fodero grigio senza particolari ornamenti, che la Volpe tiene al fianco sinistro.

    Come legittimo discendente del bokken di Fanedell anche Anguirel è in grado di attingere alle energie di Mugen Fudo, ma forse per una memoria ancestrale custodita al suo interno la lama chiederà un doppio pegno. Mugen avvertirà le sue energie fluire nell'arma in maniera violenta e a volte dolorosa, come se la stessa Anguirel gli stesse mordendo il braccio e la mano in cambio del suo supporto in battaglia.
     
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  15. Deneb Eilean
     
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    Sentendo la spiegazione sull’identità del Paziente Zero, molti dei miei presentimenti si concretizzano: un bambino di nome Elia è stato sfruttato per compiere la cernita dei non-umani. Convinta di poterlo raggiungere non appena lo scienziato avesse liberato gli altri prigionieri tramite la centralina, abbasso la guardia in un momento cruciale. Il Dottor Blue ne approfitta per rivoltarci contro gli ex-carcerati, ridotti in qualche modo a marionette bellicose.

    Accerchiati dalla folla, io e gli altri diventiamo bersagli di colpi blandi ma che ci travolgono a cascata. La mia tuta rinforzata incassa la maggior parte delle percosse, perciò mi resta da proteggere solo il viso. Mentre devio e allontano i pugni con l’accortezza di non spaccare i polsi di quegli innocenti, mi rendo conto che difficilmente potrò aprirmi un varco senza fare del male a qualcuno. Eppure non posso materializzare la mia lancia in mezzo a questa ressa, è un’arma troppo pericolosa per delle persone indifese! Fortunatamente la volpe samurai trova un modo per farci strada e io mi getto in quello spiraglio il prima possibile, confermando il proposito di rintracciare quello scienziato infame.

    « Questa non gliela perdono. »

    Se fino a poco fa ho cercato d’intermediare tra la rabbia dei Ribelli e la priorità della missione, adesso quel bastardo in camice è riuscito a far alterare anche me. Aveva la possibilità di collaborare e uscirne con dignità, ma ha deciso diversamente. L’avrei inseguito fin nelle profondità di quella maledetta montagna per costringerlo a disattivare qualunque congegno stesse manovrando gli ex-detenuti… tra cui potrebbe esserci perfino mia sorella.


    Stato fisico: lividi sparsi, leggermente affannata
    Stato mentale: infuriata
    Energia: 100%
    Equipaggiamento:
    Gáe Bolg [ Lancia | passiva di richiamo | passiva di bruciore delle ferite inflitte ]

    Lancer Suit [ Armatura ]

    Passive:
    Acrobatics [ Passiva di movenze acrobatiche ]

    Attive utilizzate: /
     
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32 replies since 19/1/2017, 00:14   711 views
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