Vento di Libertà ~ Abisso

[Aurora Occidentale]

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    Le minacce, in qualche modo, sembravano aver sortito il loro effetto e il dottor Blue era diventato finalmente collaborativo – nel senso più lato del termine, ovviamente. Trovatosi dinanzi alla possibilità di poter reagire diversamente, doveva aver capito che quella doveva essere l’unica scelta possibile e da vigliacco quale si era presentato anche la mossa più furba e saggia da prendere in una situazione così movimentata come poteva essere quella in cui si stava trovando. E così non restava fare altro che seguirlo silenziosamente, seppure con lo sguardo vigile e senza abbassare neppure per un istante la rabbia: i dubbi di Mugen, dopotutto, potevano essere fondati e ad essere sinceri nemmeno Amon riponeva così tanta fiducia in un essere abietto e vile come lo scienziato; aveva deciso, però, di voler essere migliore e di trovare la forza di perdonare.

    Ripercorsero quindi la strada a ritroso e la cosa non insinuò alcun dubbio nello Scorpione: stavano tornando lì dove c’erano le prigioni, lì dove le creature erano state imprigionate e tenute segregate al mondo intero per il solo e semplice fatto di essere dei diversi, osteggiati e discriminati per le credenze di folli che pensavano di essere signori e padroni. E più andava avanti, più sentiva il fervore di tutti quei cuori imprigionati e vincolati da catene di ottusa stupidità, provando odio incondizionato; ma più andava avanti, più continuava passo dopo passo ad avvicinarsi alle prigioni, e più il cuore in qualche modo cominciava a rischiararsi, a lasciar perdere quella coltre di rabbia che lo stava permeando per lasciar spazio alla speranza: erano ormai ad un passo dal rendere la libertà a quelle creature e subito dopo sarebbe toccata anche ad Elia la medesima sorte. Non vedeva l’ora di incontrare nuovamente il ragazzino ed adempiere così alle volontà di Odayaka, miseramente e barbaramente uccisa a sangue fredda proprio in occasione del loro primo incontro.

    Finalmente! ” esclamò nel vedere le celle aprirsi.

    Gli pianse il cuore nel vedere la titubanza di quelle creature, della sincera paura che brillava nei loro occhi come retaggio degli orrori passati in quella struttura, vittima di uomini piccoli e vigliacchi. Ora potevano finalmente riassaporare il dolce sapore della libertà, calcare nuovamente la terra ed alzare lo sguardo al cielo liberi da qualsivoglia catena o prigione; avrebbero ripreso le redini della propria vita, dando sfogo ai loro più intimi desideri ed alle speranze coltivate nelle lunghe giornate di prigionia. Abbassata la guardia, ormai, per essere riuscito nell’intento di liberare loro come aveva promesso, sarebbe stato impossibile accorgersi del passo falso del dottore: non visto, questi aveva attivato qualcosa e d’un tratto lo sguardo dei prigionieri era cambiato. Non vi era più spavento o emozione per la libertà ritrovata, bensì nulla che potesse essere definito chiaramente come tale: una maschera del tutto inespressiva, priva del più banale raziocinio. Il caro dottore si era quindi dileguato in mezzo a quella folla che non faceva altro che avanzare verso tutti loro, cominciando ad attaccare briga come meglio potevano, senza però arrivare ad essere realmente incisivi – se presi singolarmente. C’era sicuramente qualcosa di strano e il fatto che lo scienziato fosse sparito così di punto in bianco doveva avere a che fare con quanto stava succedendo davanti ai loro occhi; eppure non c’era il tempo per preoccuparsi di lui, senza peraltro fare del male a quei corpi mossi da chissà quale insano e perverso istinto.

    Rinfoderata la spada, Amon aveva cominciato a scansare i colpi di quelli che gli venivano addosso, senza rispondere ai loro attacchi: aveva deciso che si sarebbe semplicemente difeso, senza contrattaccare mai se non fosse stato strettamente necessario; scansare e parare ogni schiaffo, pugno o calcio. Ogni morso, graffio, spinta e chissà quali altre vessazioni pur di non fare loro del male: aveva la pelle dura e di certo quei colpi erano ben lungi dal provocargli danni considerevoli, se non qualche piccolo graffio o qualche livido superficiale; nulla che in qualche modo potesse creargli un vero e proprio danno. E così anche gli altri e in simili condizioni, purtroppo, a soccombere sarebbero potuti essere loro soltanto: chiunque, infatti, avrebbe analizzato quella situazione allo stesso modo. Erano numericamente inferiori e presto o tardi, contro tutti quegli avversari, avrebbero consumato energie preziose ed essere così sopraffatti e turlupinati da tutti loro. Continuare ad affrontarli in quel modo sarebbe stato un mero suicidio e presto o tardi le prime avvisaglie di stanchezza si sarebbero fatte sentire; probabilmente se avessero combattuto senza riserve, sarebbero certamente riusciti ad avere la meglio – forse. Eppure, in quella circostanza, era difficile farlo: le riserve morali erano molteplici e nessuno di loro – a giudicare dalle azioni di ciascuno – si sarebbe permesso di alzare anche soltanto un dito contro quelle inermi creature.

    A superare la situazione di stallo, dopo poco, giunse la ferocia di Mugen: con una tecnica atta a tentare di disperdere la folla, pur senza far loro alcun male, avrebbe cercato di aprire un varco e permettere quindi a loro di potersi insinuare. In quell’istante l’avrebbe attraversata ed avrebbe fatto quindi sfoggio del suo più brillante talento oculare: lo scienziato non doveva essere andato troppo lontano e così avrebbe tentato di aggirare mura e pareti al fine di scovarlo; avrebbe lasciato fluire molta più energia nei suoi occhi, lasciando che la perla nei suoi occhi s’illuminasse molto più del solito, molto più del normale irradiata dal suo flusso (il Respiro Divino). Avrebbe osservato l’intera zona immobile, ben concentrato ignorando tutto il resto: d’altronde era risaputo, il suo dono funzionava meglio quand’era immobile e fermo, concentrato soltanto su quell’unico scopo. Così avrebbe lasciato andare la sua vista ed avrebbe tentato d’aggirare ogni ostacolo, anche il più piccolo al fine di scovare anche la più minima e blanda traccia del flusso di quel vigliacco con la sola intenzione di trucidarlo.

    Gli taglierò la gola senza alcuna pietà.



    Promesso!

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    « B l O c K n O t E s »

    { Critico ~ 40% . Alto ~ 20 % . Medio ~ 10 % . Basso ~ 5% }

    Energia ~ 100% - 40%= 60%;
    Status Fisico ~ Ottimo. Qualche livido dovuto alla colluttazione della battaglia iniziale, ma nulla di preoccupante o di invalidante. Lividi sparsi, qualche graffio: nulla di così preoccupante, grazie alla passiva di Resistenza.

    « EQUIPAGGIAMENTO »

    . Lama del destino .

    Lama del destino ”, così come rinominata da Amon, è una spada composta dalle più pregiate e resistenti leghe metalliche in possesso dello Scorpione Nero. La sua forma è inusuale per le spade dell'epoca, assegnate all'esercito regolare egiziano e difatti ricorda solamente le più comuni “khopesh”, essendo più assimilabile per forma e resistenza ad una scimitarra; anche il suo aspetto è il frutto di esperimenti, dovuti soprattutto alle contaminazioni culturali di altre popolazioni confinanti che hanno permesso ai fabbri dell'ordine di trovare la forma e la resistenza più adatte per un più efficiente ed efficace utilizzo dell'arma in battaglia. Nel complesso, “ Lama del destino ” è il risultato di un pregevole lavoro di manifattura dovuto all'abilità manifesta dei fabbri e degli 'ingegneri' dell'ordine dello Scorpione Nero: la lama, infatti, lucente come non poche è lunga all'incirca cinquanta centimetri ed è rifinita con intarsi e rilevi lungo tutta la sua superficie, sul cui lato destro è inciso il simbolo dell'ordine: uno scorpione nero, proprio come il tatuaggio che ha sulla spalla; l'elsa è lunga all'incirca venti – anche venticinque – centimetri ed è composta di legno e lega, uniti insieme con intarsi d'oro e fascette di cuoio nero, per renderne la presa confortevole. Nel complesso, l'arma risulta ben bilanciata ed equilibrata nel suo peso – forse eccessivo per alcuni – con un filo resistente ed affilato, utilissima sia in difesa che in attacco. Quando non è sguainata, “ Lama del destino ” è conservata in un fodero di cuoio nero, solitamente posizionato dietro alla schiena ed assicurato al corpo di Amon grazie ad ulteriori fasce della medesima fattura per una duplice ragione: anzitutto gli è possibile sguainare la spada in modo semplice ed immediato, in qualsiasi situazione; ciò gli permette di nasconderla sotto ampi mantelli, consentendogli di passare inosservato laddove lo desideri.

    . Oracolo della Morte .

    Oracolo della morte ”, così come chiamato da Amon, è un pugnale composto dalle più pregiate e resistenti leghe metalliche in possesso dell'ordine dello Scorpione Nero. La sua forma è molto particolare, studiata appositamente per poter essere potenzialmente mortale per chiunque ne incontri il filo; principalmente utilizzato nell'assassinio, non è difficile vedere Amon utilizzarlo anche nel corso di un normale combattimento, come ausilio e supporto nel corpo a corpo. La lama è lunga all'incirca venticinque centimetri, ed è ricurva sul fronte, con una zigrinatura sul retro ed è finemente rifinita con intarsi e rilievi lungo tutta la sua superficie; il manico, a sua volta, è lungo all'incirca quindici centimetri presentandosi leggermente ricurvo, sul lato opposto rispetto al fronte della lama. È composto da legno e metallo, uniti tra loro con intarsi dorati e lacci di cuoio nero che ne rendono l'impugnatura comoda e confortevole, in modo da non comportare difficoltà nella presa; nel suo lato interno presenta un piccolo anello, grande abbastanza da farci passare il dito indice ed utile per cambiare la presa del pugnale per ogni evenienza, permettendo di rivolgere la lama verso l'alto o verso il basso a seconda della situazione contingente. Per via della particolarità della lama, zigrinata sul retro, è abbastanza utile per bloccare le altre spade e consentirgli un vantaggio – laddove possibile – nella corta distanza. Frutto di un lavoro di pregevole manifattura, si presenta bilanciato e ben equilibrato nel suo peso, potendo essere utilizzato anche come arma da lancio, per ogni evenienza; il filo della lama, infine, è molto affilato e resistente. Quando non è impugnato, “ Oracolo della morte ” è riposto in un fodero di cuoio nero agganciato al bacino di Amon con altrettante guaine della medesima fattura; è solito posizionarlo dietro al bacino, ben nascosto, con il manico rivolto verso il lato sinistro e permettergli di impugnarlo con semplicità in qualsivoglia situazione.

    . Aculei dello Scorpione .

    Nell’equipaggiamento di uno Scorpione era immancabile la presenza di un set di pugnali da lancio, utili soprattutto dalla distanza medio-lunga, per favorire così tattiche offensive – o diversive – in missione. Solitamente presenti in numero non inferiore a cinque, sono fissati ad una cinta di cuoio (la stessa alla quale era fissato il pugnale) e posizionati dietro il bacino così da restare occultati alla vista altrui. Composti unicamente di una lega metallica della più pregiata fattura, non presentano fregi particolari se non il simbolo di uno Scorpione inciso sulla lama; sono lunghi approssimativamente dieci centimetri (comprensivi del ‘ manico ’), risultano leggermente squilibrati sulla lama sì da permetterne il lancio. Il taglio poco affilato di questi pugnali è compensato in realtà dalla forza impressa con il lancio, dal quale scaturisce l’effettiva capacità perforante di questi minuti oggetti di morte. Date le loro caratteristiche intrinseche, Amon ha deciso di denominarli “ Aculei dello Scorpione ” in onore all’aracnide dal quale prende il nome il suo ordine.

    ∙ ∙ ∙

    « POTERI SPECIALI »

    . Occhio di Ra .

    Byakugan

    Nell'ordine dello Scorpione Nero sono diverse le abilità che – sono state e che – vengono tramandate di adepto in adepto, di generazione in generazione fin dalla sua istituzione; ve ne sono alcune però che sono legate in modo particolarmente stretto al sangue ed all'innato talento di pochi, che non è stato possibile tramandare per via di particolarità intrinseche delle medesime abilità. Gli studiosi dell'ordine e gli alti vertici hanno pertanto deciso di studiare e documentare simili capacità in rotoli segreti, conosciuti a pochi – e sconosciuti ai molti – al fine di facilitare l'apprendimento di coloro i quali fossero riusciti ad ottenerle per una ragione, piuttosto che per un'altra, e di indirizzarli verso il loro sviluppo. È stato riscontrato nel corso della lunga vita dell'ordine, che tali e particolari abilità si ripresentassero ciclicamente in ogni generazione, alle volte saltandone anche una o due, permettendo pertanto una sorta di studio previsionale in tal senso e comprendere più o meno quando simili capacità si sarebbero ripresentate a vantaggio esclusivo dello Scorpione Nero e del Faraone.

    L'“ Occhio di Ra ”, in particolare, appartiene alla schiatta delle abilità che si tramandano con il sangue, piuttosto che con il talento, finendo per essere appannaggio di pochissimi elemento nella storia dello Scorpione Nero in quanto legata al sangue reale: il sangue del Faraone; era accaduto infatti che alcuni eredi, rinunciando al titolo reale, si fossero uniti all'ordine con lo scopo precipuo di essere d'aiuto al futuro Faraone ed allontanarsi così dai futili giochi di intrighi e potere di palazzo. Si tratta dell'abilità più rara e più imprevedibile in fatto di presentazione, in quanto ben pochi erano stati i membri della famiglia reale che si erano uniti all'ordine, destando difficoltà nel prevedere quando e come l'occhio sarebbe potuto rivelarsi utile agli scopi dello Scorpione Nero, nonché dell'ordine.

    Quest'abilità, come tante altre, non richiedeva la 'purezza' del sangue, ma necessitava unicamente della presenza di sangue reale per poter essere – potenzialmente – risvegliata; il che, comunque, non significava che potesse risvegliarsi automaticamente, in quanto richiedeva comunque che il soggetto avesse sviluppato la capacità di richiamare ed utilizzare il “ Respiro divino ”, appannaggio esclusivo degli adepti dello Scorpione Nero. Ad un normale essere umano era dunque precluso il suo risveglio.

    L'“ Occhio di Ra ” comincia a risvegliarsi nel soggetto in un età compresa tra i sette e gli undici anni, qualora abbia già avuto modo di padroneggiare – anche in modo abbastanza incompleto – il “ Respiro divino ” così che quella stessa energia possa essere utilizzata come catalizzatore dell'abilità stessa. Nel presentarsi, il soggetto denota fortissimi mal di testa, accompagnati da cecità temporanea o da vista estremamente sensibile alla luce, tanto da costringerlo in quest'ultimo caso a tenere gli occhi chiusi; tali sintomi verranno accompagnati da senso di vertigine e spossatezza, in quanto il soggetto non è ancora in grado di controllare il proprio potere ed utilizzare il giusto quantitativo di energia per poter fare completo affidamento sull'abilità oculare. Poco a poco, man mano che il soggetto continua nei suoi addestramenti per affinare la padronanza nel “ Respiro divino ”, affiorano in modo confuso le singole capacità donate dall'abilità, confondendosi tra loro e costringendo il soggetto ad interrompere forzatamente i propri allenamenti in quanto potrebbe essere soggetto anche a perdita di sensi, mettendo a serio rischio la sua vita. Il completamento dell'addestramento d'uopo previsto specificatamente per la sola abilità – unitamente agli sforzi per padroneggiare in modo completo il “ Respiro divino ” –, gli consente di poter incanalare le proprie energie ed i propri sforzi su di una capacità per volta o sulla combinazione di più capacità per volta, senza alcuna difficoltà; l'utilizzo dell'abilità resta comunque legato alle forze ed alle energie residue: da questo dipende infatti l'effettiva fruibilità delle sue capacità nel suo complesso. [Malus: al raggiungimento di determinate soglie di riserva energetica, Amon non sarà in grado di accedere alle proprie capacità passive; le percentuali di riferimento saranno indicate in corrispondenza delle singole capacità.] Il soggetto, custode dell'abilità, ha presentato nel corso dei secoli un'indole riflessiva e mai impulsiva, affidandosi ciecamente alle capacità donategli dall'“ Occhio di Ra ” e risultando prezioso nella fasi strategiche, per evitare ingenti perdite di adepti.

    Fisicamente e visivamente, l'“ Occhio di Ra ” si presenta agli occhi altrui per una sorta di mutazione che avviene nel volto del soggetto, del custode, il quale viene trasfigurato per permettere al “ Respiro divino ” di apportare i propri benefici agli occhi; per poter fare affidamento sulla propria abilità, il custode non dovrà fare altro che concentrare il proprio potere negli occhi e lasciare che il “ Respiro divino ” interagisca con gli stessi. Le vene alle tempi, sino alle orbite, cominceranno a gonfiarsi pompando il sangue – e l'energia – più velocemente; i bulbi oculari, frattanto, perderanno la loro consueta colorazione assumendo un pigmento perlaceo, sovrapponendosi quasi completamente sia alla pupilla, sia alla cornea, di cui permangono semplicemente i contorni sbiaditi.

    Amon ha appreso i primi rudimenti sul “ Respiro divino ” all'età di sette anni, riuscendo nell'intento di controllarlo indirettamente all'età di circa otto anni; ciò gli ha consentito di risvegliare l'“ Occhio di Ra ” a questa età. Infine, è riuscito a perfezionare il controllo sull'abilità e sulla propria energia all'età di dodici anni, con grande sorpresa dei suoi istruttori.

    L'“ Occhio di Ra ” consente al suo custode di poter vedere distintamente l'essenza degli altri soggetti – siano essi amici o nemici –, sotto forma di un fittissimo reticolato energetico che ricorda molto il complesso sistema circolatorio del sangue, la cui colorazione risulterà essere differente a seconda dell'entità che si troverà di fronte. In questa fase, i colori si sbiadiranno assumendo tinte spente, tenenti al grigio, mentre la trama energetica assumerà ai suoi occhi una colorazione più vivida e brillante, consentendogli di concentrare l'attenzione su questo particolare; ad una osservazione più attenta e meticolosa – sostituita, con il tempo, dall'esperienza – è possibile notare che vi sono dei punti nella trama energetica, nei quali l'energia è più condensata rispetto ad altri e ciò in quanto si trovano in corrispondenza degli organi vitali, permettendo al custode una maggiore precisione nei suoi colpi. La visione della trama gli consente un vantaggio ulteriore, soprattutto se lo si combina con una efficace tattica difensiva, poiché ciò gli permette di reagire in modo più veloce ad una offensiva avversaria basata strettamente sull'utilizzo della trama stessa; infatti, in tali situazioni contingenti, la trama energetica subisce una repentina accelerazione dovuta all'utilizzo dell'energia vitale convogliata in quello specifico attacco, potenziando di gran lunga riflessi e reazioni del custode. In tali situazioni, il custode avrà quindi la possibilità di reagire più velocemente alle tattiche offensive avversarie, consentendogli di agire per tempo nella manipolazione del “ Respiro Divino ” e rispondere così in modo più efficace alle sollecitazioni rinvenienti dalle differenti situazioni contingenti. [Auspex passivo di ‘ Percezione magica ’ (la visione della trama energetica è puramente interpretativa e giustifica peraltro la passiva di empatia descritta più avanti). Limitazioni: è possibile vedere le energie impresse su cose e persone, ma non quella emessa naturalmente dalle persone; è possibile avvertire/vedere la presenza di un oggetto incantato e riconoscerlo da –e tra- gli altri; è possibile avvertire quando qualcuno casta tecniche (limite collegato alla passiva che segue). Passiva di Istant Casting dovuta all'osservazione del moto repentino della trama energetica, giustificata dai riflessi repentini rinvenienti nella capacità in oggetto. Malus: al raggiungimento della soglia del 20% della riserva energetica, Amon non sarà in grado di utilizzare ulteriormente queste capacità nel corso dell'evento.] Altra caratteristica peculiare legata alla vista, è quella che consente al custode di poter avere una visuale completa di tutto quanto lo circonda, tranne che un unico punto cieco posto dietro alla sua nuca; si tratta di un cono d'ombra nel quale gli è impossibile vedere o percepire alcunché, trattandosi potenzialmente del vero ed unico punto debole di questa capacità. Per sfruttare un più ampio raggio di visione, deve trovarsi nella più completa immobilità per consentirgli di concentrarsi pienamente su quanto gli accade intorno; qualora voglia sfruttare questa capacità – combinandola con altre – in movimento, il raggio della visuale è più contenuto. [Visuale di 359° intorno a sé per un raggio di 20m. Malus: se Amon si trova in movimento, il raggio della visuale si riduce a 5m; al raggiungimento della soglia del 30% della riserva energetica, Amon non sarà in grado di utilizzare ulteriormente questa capacità nel corso dell'evento.] Ulteriore capacità donata dall'“ Occhio di Ra ”, è quella di vedere al di là di cose e persone, senza alcun impedimento; solitamente, questa capacità è abbinata alle altre donate dall'occhio – in special modo, se sfruttata per scandagliare la zona circostante –, seppure sia valida anche se utilizzata da sola. [Possibilità di vedere ogni cosa aggirando gli ostacoli; Consumo Variabile Critico.] Anni ed anni di esperienza nella “ lettura ” della trama energetica consentono al custode di poter leggere l'aura emotiva altrui, permettendo a questi di conoscerne lo stato d'animo, a meno che non vi siano incanti o protezioni che ne blocchino la percezione. Infatti la trama energetica rappresenta uno specchio, una sorta di riflesso di quelli che sono i diversi stati emotivi che colpiscono l'animo altrui; ciò è dovuto, in particolare, al moto del flusso energetico, al suo scorrere nel fittissimo reticolato del sistema circolatorio, permettendo al custode – dopo una fase di conoscenza e di studio più o meno breve – di comprenderne lo stato d'animo con uno scarto di errore infinitesimale. Ovviamente, per la stragrande maggioranza dei soggetti i segnali sono più o meno simili, se non identici; ma è possibile che vi siano dei soggetti particolari che poco si prestino alla lettura dell'aura emotiva, rendendo più difficoltoso al custode comprendere quale sia il loro stato d'animo, riuscendo persino a raggirarlo vanificando così ogni suo sforzo. Ciò non toglie che la lettura dello stato emotivo sia estremamente utile al custode in situazioni contingenti particolari, poiché potrebbe consentirgli – a titolo di esempio – di scoprire attraverso questa “ lettura ” se il soggetto che ha davanti gli sta mentendo o meno. Si tratta pertanto di una capacità estremamente versatile, potendo essere utilizzata nelle situazioni più disparate. [Lettura dell'aura emotiva utilizzando come tramite la visione della trama energetica (Passiva di Empatia); Passiva di Lie-Detector. Malus: al raggiungimento della soglia del 20% della riserva energetica, Amon non sarà in grado di utilizzare ulteriormente queste capacità nel corso dell'evento.]

    . Essere un adepto dello Scorpione Nero .

    Gli adepti dello Scorpione Nero vengono sottoposti fin dalla più tenera età ad allenamenti fisici e psichici molto particolari, il cui scopo è quello di formarli anzitutto come guerrieri, dotandoli di fisici forti e resistenti, agili e veloci, in virtù dei ruoli e dei compiti che andranno a ricoprire una volta divenuti membri dell'ordine; secondariamente, vengono formati – con altrettanta attenzione e dedizione – come assassini, fornendo loro una preparazione (teorico-pratica) completa sulle tecniche di omicidio, sviluppando principalmente le particolari capacità fisiche – e psichiche – necessarie per metterle in atto.

    Concluso l'addestramento, Amon possiede una forza fisica notevole considerato il livello medio di un normale essere umano, retaggio degli intensi allenamenti cui è stato sottoposto sin da piccolo che gli hanno consentito di sviluppare la propria vera forza, rendendolo oltremodo pericoloso in un confronto corpo a corpo; ciò gli consente anche di sopportare pesi notevoli, ma mai eccessivi, in virtù del fatto che gli allenamenti erano basati proprio su questo: sollevamento di pesi e macigni e loro spostamento come fossero una sorta di zavorra dalla mattina alla sera, anche durante le sessioni di combattimento. La sua muscolatura, in tal senso, risulta tonica, scolpita ed asciutta: un buon compromesso che non lo vincola nei movimenti. [Power Up passivo + 50% Forza] Le sessioni di combattimento corpo a corpo e con le armi, gli hanno consentito inoltre di sviluppare una resistenza fisica impareggiabile: concluso l'addestramento, infatti, la sua pelle e le sue ossa sono divenute coriacee, tanto da consentirgli di resistere anche ai colpi più duri se corroborati da una buona tattica difensiva. Ciò gli consente di resistere meglio ai colpi altrui, riuscendo a rialzarsi in piedi laddove altri si sarebbero già arresi; inoltre ciò gli consente di risentire meno dello sforzo e della stanchezza, in virtù di questa sua stessa resistenza. [Power Up passivo + 50% Resistenza]

    « TECNICHE E STILI »

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    Note a margine ~ approfitterei della bolgia creata da Mugen per fermarmi io stesso e scandagliare la zona con la tecnica di visione a consumo Critico. Spero possa servire a qualcosa :)
     
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    Viaggiatore dei Mondi

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    Cella Speciale.

    Con la rapidità e la sicurezza che solo una lunga e attenta pianificazione possono conferire a dei gesti, le dita affusolate del sedicente medico danzarono sul pannello dei comandi della porta blindata e pressurizzata, digitando il complesso codice numerico che ne avrebbe permesso l'apertura: sia che il trio di boy-scout si fosse risolto a ricorrere alle maniere forti contro i prigionieri condizionati, sia che avessero trovato un altro modo per averne ragione senza far loro del male, il Dottor Horrible sapeva di non avere molto tempo a disposizione per fare quello di cui aveva bisogno.

    Il tizio moro e il demone-volpe gli avevano già dato ampia dimostrazione di esser a corto di pazienza nei suoi riguardi, e se pure la gnocca in tutina aderente aveva cercato di trattenere gli animi per spingere la situazione ad una risoluzione civile, era piuttosto certo che la sua ultima mossa li avesse fatti incazzare tutti e tre: se l'avessero riacciuffato, e sicuramente non gliel'avrebbero lasciata passare liscia senza provare ad inseguirlo, stavolta gli avrebbero presentato il benservito senza più alcuna remora o scrupolo. Garantito al limone.

    Quando i sigilli si sciolsero, un pesante capogiro gli sdoppiò la vista, ma non avrebbe certo rinunciato per così poco: sapeva benissimo che i sintomi, da quel momento in poi -nei pochi metri che lo separavano dall'obiettivo-, non sarebbero che peggiorati, ma quell'incontro era troppo importante per lui; quell'occasione, l'unica finestra di tempo possibile... Non poteva permettersi di cedere ad un passo dal traguardo.

    La porta -un liscio pannello di spesso metallo rinforzato- si aprì con un sibilo leggero, scivolando all'interno della parete, e la nausea gli aggredì immediatamente lo stomaco, ma l'avrebbe tenuta sotto controllo; stringendo i denti, il Ricercatore si forzò a varcare la soglia della piccola camera asettica, e -immediatamente- le iridi imperscrutabili, sempre nascoste dalle lenti spesse degli occhiali, incrociarono quelle vacue, scure e disperate del Paziente Zero. Il seme della discordia attorno a cui un intero Presidio aveva costruito le basi della sua tragedia. Un bambino di otto anni.

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    « . . . »

    « Ehilà...! Tu sei Elia, giusto...? »

    Completamente solo entro i confini di quella cella imbottita e isolata, perso nei suoi pensieri -che erano l'unica cosa che non avevano potuto portargli via-, il piccolo sollevò gli occhi verso quella figura alta e slanciata: conosceva bene il camice bianco e quello che significava, ma era la prima volta che vedeva quella faccia coronata di riccioli scuri... così come era anche la prima volta da molto tempo che qualcuno di loro gli rivolgeva la parola.

    Di solito, ad occuparsi di lui c'era quell'altro uomo, con gli occhi blu e freddi, e la faccia cattiva... e lui -insieme a quelli che lo accompagnavano- si limitavano ad entrare nella stanza, afferrarlo come un pupazzo, e infilarlo dentro qualche macchinario terrificante e doloroso.
    Poiché gli era stata rivolta una domanda, il bimbo annuì.

    « Bene! Ciao, Elia! »
    continuò lo sconosciuto con voce allegra, e un sorriso convincente seppur tirato
    « Io mi chiamo Harold... Harold Blue, e... ti stavo cercando. »

    Lo scienziato era impallidito in maniera abbastanza evidente, e la chioma scura e arruffata gli si era appiccicata alla fronte ora madida di sudore; ogni passo gli costava fatica, ma non doveva darlo a vedere. Doveva avvicinarsi...

    « E' tutto finito... o quasi: tre miei amici stanno venendo a prenderti proprio ora... »
    gli raccontò per rassicurare il piccolo interlocutore, che -inerte e inerme- lo fissava
    « Però, prima che arrivino, c'è una... una cosa che... Hn- »

    Uno spasmo indusse il Dottore a tacere, costringendolo in ginocchio, mentre nausea e capogiro gli distorcevano le percezioni, minacciando di trascinarlo oltre le soglie dell'incoscienza; decisamente, l'Antigene era più potente di quel che aveva stimato, ma -per quanto il momento non fosse dei migliori- sperimentarlo sulla sua pelle era l'unico modo per esser sicuro della sua effettiva portata. Non che cambiasse qualcosa: non avrebbe permesso a quell'imprevisto di frenarlo.
    Doveva resistere.

    « No...! NO! Vattene! Vattene via! Devi andartene! »

    Nel vederlo crollare a quella maniera, il bambino si riscosse all'istante dalla sua apatia; d'un tratto terrorizzato, corse a rifugiarsi sul fondo della piccola camera, schiacciandosi con le spalle contro la parete e rannicchiandosi con le ginocchia al petto, cercando di scomparire; non ebbe alcun bisogno di fare domande a quello strano signore: sapeva fin troppo bene cosa stesse accadendo, perché non era la prima volta che lo vedeva succedere.

    « Vattene...! Non voglio far male a nessuno... »

    « Non avere paura, Elia... è tutto a posto. Davvero. Andrà tutto bene se mi ascolti... »
    anche piegato in due dal malessere, Harold perseverò nel mostrarsi pacato
    « Io posso aiutarti. Posso farti smettere di fare quello che fai. Posso farlo. »
    con mano tremante, si tolse gli occhiali, e il suo sguardo cercò quello del piccolo
    « Se me lo permetterai, lo porterò via... ma devi essere tu a chiedermelo. »

    I loro occhi si incontrarono e si incatenarono, e quel che Elia scorse nel Dottore ebbe il potere di infondergli abbastanza forza per alzarsi e sufficiente fiducia per avvicinarsi lentamente, donandogli l'ombra di una pallida speranza; tirando su col naso, il bambino si sforzò di parlare chiaramente.

    « ...c-che... che cosa devo dire...? »

    png

    Seppur un bruciante sentimento di collera facesse loro ribollire il sangue, gli Eroi di Sequerus non persero la lucidità: l'oggetto della loro furia non erano certo le povere vittime che erano giunti a liberare, e che -soggiogate da chissà quale volontà- si erano ora chiuse ad anello intorno a loro per bersagliarli di colpi, bensì l'infido Dottore che li aveva condotti a quella trappola, più crudele che pericolosa...

    Essendo stato lui la causa di quella situazione, o perlomeno rappresentante e strumento dei Governatori, sarebbe stato il primo papabile bersaglio su cui sfogare il peso della frustrazione dei giustizieri.. non appena fossero riusciti a mettergli le mani addosso, si intende.

    Direzionando il potere di Anguriel verso il pavimento, Mugen generò un'onda d'urto di grande potenza, che fu senz'altro risolutiva nel diradare la folla, spezzando i ranghi caotici degli aggressori, e proiettandoli contro le pareti del corridoio con tanta veemenza da lasciarli tramortiti per qualche prezioso momento; non appena l'accerchiamento si fu allentato, i tre Eroi della Resistenza partirono all'inseguimento del Dottor Blue senza ulteriori indugi, guidati dalle percezioni di Amon...

    “Dobbiamo trovarlo.”
    « Questa non gliela perdono. »
    Gli taglierò la gola senza alcuna pietà.
    Promesso!


    La profondissima scansione dell'Occhio di Ra rilevò infatti due fonti vitali nel raggio di una cinquantina di metri, dando allo Scorpione una direzione ben precisa, e gli bastò prendere mentalmente nota del percorso da fare per capire come destreggiarsi tra le barriere architettoniche senza percorrere tempo in quei corridoi labirintici e tutti uguali; oltre a questo, i suoi sensi riconobbero l'essenza del piccolo Elia accanto a quella di Blue... quest'ultima, sempre più flebile e rarefatta.

    Quando ormai mancavano pochi metri, la presenza di Harold Blue si dissolse; non appena raggiunsero la cella speciale, destinata alla reclusione del Paziente Zero, i tre combattenti della Resistenza trovarono la porta pressurizzata aperta, e la biro del Dottore (lo strumento usato per innescare il berserk nei non-umani reclusi) abbandonata al suolo: sarebbe stata di certo utile per riportarli alla normalità, quando avrebbero dovuto ripercorrere la via a ritroso verso l'uscita.

    Al di là della soglia, un bimbetto dai capelli castani e arruffati li attendeva, seduto al centro della stanzetta, con le ginocchia strette al petto e il mento posato su di esse; in lui, Amon riconobbe subito il volto del piccolo trovato da lui e Odayaka nell'ultima missione dello Specchio Tranquillo... ma, diversamente da quella notte nel Palazzo del Governo, l'Egiziano poté constare una strana quiete nella sofferenza che già allora lo logorava. Qualcosa di buono, dopo tanta oscurità e dolore...

    Ma quella non fu l'unica differenza in Elia che Amon notò:
    il mal di testa, la nausea, le vertigini, la momentanea inefficienza del suo potere oculare...
    Tutti quei problemi che aveva sperimentato in prima persona già al loro ultimo incontro:
    perché non stava provando niente di tutto quello...?


    .Istruzioni ~ Vento di Libertà ~ AbissoRiuscite a smarcarvi dall'aggressione dei prigionieri e a seminarli approfittando dell'onda d'urto che li ha lasciati storditi, e -armati delle migliori intenzioni- vi gettate all'inseguimento del Dottor Blue. :qwl: Quando raggiungete la stanza del Paziente Zero, oltre a rinvenire il telecomando che ha innescato lo status alterato dei prigionieri, trovate il bambino solo nella stanza, ad attendervi – e di Harold Blue nessuna traccia.

    Siete liberi di reagire e commentare l'accaduto come preferite, ma tenete a mente che -in ogni caso- è meglio che vi affrettiate a recuperare il piccolo e gli altri prigionieri, e a dirigervi fuori di lì.

    Scadenza: 6/3/2017 - ore 23.59

     
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    Non impiegò che qualche istante ad individuare due fonti vitali, neanche troppo distanti da loro: una doveva essere quella del dottore – che evidentemente non era ancora riuscito a scappare troppo lontano – mentre l’altra doveva essere sicuramente quella di Elia. Titubò all’inizio nel riconoscerla, ma il suo cuore ebbe un fremito nel vedere quella traccia: era il bambino. Ed era ancora vivo.
    Nel continuare a guardare, però, non aveva potuto fare a meno di constatare quanto la presenza del dottore stesse diventando debole e tenue, come se in qualche modo avesse accusato qualche colpo o come se fosse in procinto di sparire, seduta stante, lasciandolo così privo della possibilità di recidergli la carotide, come aveva promesso di fare solo qualche minuto prima che si scatenasse quella bolgia infernale.

    Presto, andiamo! ” intimò loro senza dire nient’altro.

    Mugen avrebbe certamente capito che Amon era stato in grado di trovare qualcosa, una seppure minima traccia da seguire per raggiungere il vigliacco dottore e forse anche il ragazzino. Nell’osservare il punto in cui si trovava, lo Scorpione aveva preso nota nella sua testa di ogni punto di riferimento utile per attraversare quel labirinto di ferro e cemento, così da raggiungere nel più breve tempo possibile e senza alcun intoppo il ragazzino, mentre la presenza del dottore continuava a farsi più rada e sottile ad ogni passo che faceva, ad ogni falcata utile a falcidiare la distanza che li stava separando. Il cuore dello Scorpione sembrava essere ormai in procinto di esplodere fuori dal suo petto ed il respiro irregolare, accompagnato dalla sudorazione massiccia lasciavano intendere quanto fosse grande la sua agitazione – mista alla rabbia ed alla furia che avevano tinto i suoi occhi, lasciando che calasse su di essi un profondo velo rosso di chi, ormai, non avrebbe avuto più pietà per nessuno.

    « Ancora qualche passo, Elia: ancora qualche passo e sarai libero! » esclamò tra sé e sé.
    Forza, manca poco! ” disse invece ai suoi compagni, allungano la falcata.

    E quando ormai era in prossimità della porta, ancora distante qualche metro, la presenza del dottore svanì nel nulla, come se non fosse mai esistito in quel luogo lasciando Amon sbigottito e sorpreso per quanto aveva visto davanti ai suoi stessi occhi. Era stato gabbato sotto il suo naso, senza poter fare altro se non prendere atto di quanto era successo: il dottore non c’era più. Eppure, nonostante sapesse quanto accurata fosse la sua vista, aveva deciso di non credere ai suoi sensi per vedere davanti ai suoi occhi quale fosse la verità e quale invece la menzogna, sperando in cuor suo di trovarlo ancora lì, magari agonizzante, per dargli infine il colpo di grazia. Ma quando raggiunsero la cella speciale, la cui porta era stata lasciata aperta, la delusione risultò schiacciante nei suoi occhi, provando a guardare in ogni angolo della stanza per sincerarsi che quel vigliacco non si stesse nascondendo da qualche parte. Fugato ogni dubbio nel giro di qualche secondo, fece segno ai suoi due compagni di viaggio di restare dietro di lui, in disparte, ed attendere disposizioni: aveva già spiegato loro quanto fosse pericoloso avvicinarsi al ragazzino, pertanto sarebbe stato lui – e lui soltanto – ad avvicinarsi, forte della circostanza di averlo già conosciuto in passato.

    Elia! Ehi, Elia: ti ricordi di me? Sono venuto a salvarti, proprio come ti avevamo promesso: questa volta non permetterò a nessun altro di avvicinarsi. Ti porterò sano e salvo fuori da questo inferno. ” disse cercando di assumere il tono più rassicurante possibile con le sue corde.

    Nel guardarlo, nell’osservarlo Amon trovava Elia cambiato; ma non si trattava di qualcosa di negativo: la tristezza e la sofferenza del ragazzino erano rimaste le stesse, ma vi era altrettanta quiete in quegli occhietti diversamente da quanto aveva potuto vedere in quella fatidica notte, dove quella stessa sofferenza era fonte di interminabile ed indefinibile logorio psico-fisico. Il suo flusso era straordinariamente calmo, seppure al contempo agitato da tutto quanto aveva dovuto sopportare nelle mani di quegli idioti sino a quel momento.

    Ma c’era anche qualcos’altro.

    « I miei occhi… la mia testa… non fanno male, non mi sento male! » constatò finalmente.

    Al loro primo incontro aveva dovuto sopportare il dolore, ma questo era nulla se confrontato a quella che il Principe aveva ricacciato dentro di sé, avvicinandosi al ragazzino quella sera pur di fargli capire quanto non dovesse preoccuparsi della sua temibile maledizione; eppure il ragazzino che aveva davanti non era più in grado di nuocergli, né avrebbe potuto farlo nei confronti del suo caro amico Mugen. In cuor suo Amon si sentiva sollevato e felice: almeno qualcosa di buono, in tutta quella tragedia, era accaduto e tanto gli bastava per il momento; lasciò perdere persino i sentimenti di vendetta ed omicidio nei confronti del vile dottore, avvicinandosi ancora di più al ragazzino. Lentamente, per non turbarlo. Ed altrettanto, per non turbarlo ancora, fece rilasciando il suo potere oculare e lasciando che il pigmento dei suoi occhi virasse al verde foglia, com’erano al loro solito. Era sua ferma intenzione fare tutto quanto in suo potere per mettere il ragazzino a suo agio, persino abbassare la guardia: avrebbe lasciato che fossero i suoi compagni a guardargli le spalle, in un momento tanto delicato quanto lo era altrettanto la psiche di un bambino vittima di tremendi esperimenti, imprigionato in una cella di massima sicurezza per via del suo straordinario talento/maledizione.

    Avrebbe lasciato a dopo le domande, i dubbi e le circostanze che avevano portato Elia alla perdita del suo potere peculiare, perché non era quello il momento di metterlo sotto torchio e procurargli altra ed altrettanto inutile agitazione: forse tutto era dovuto ad un qualche esperimento andato a male e forse era per questo che il dottore aveva permesso loro di avvicinarsi così tanto al ragazzino; forse non era più utile ai loro scopi e quindi tanto valeva lasciarlo libero, in qualche modo. Qualsiasi fosse stata la risposta alle sue domande, in quel preciso istante non gli interessava: aveva la possibilità di mantenere la promessa fatta giorni addietro e liberare così quel povero diavolo dall’infinita prigionia cui era stato suo malgrado costretto.

    Fece quindi segno ai due di entrare, qualora l’avessero voluto, e di presentarsi a loro volta al piccolo affinché potesse fidarsi anche di loro.

    Dai, vieni qui adesso: sali sulle mie spalle e fuggiamo via da qui. Loro sono miei amici e mi hanno aiutato a raggiungerti qui. Ti aspetta anche il Principe Namas, ti ricordi di lui? Siamo venuti qui tutti e due per liberarti: andiamo e portiamogli la buona novella. Tu e gli altri siete finalmente liberi! ” proseguì aspettando che il ragazzino gli salisse sulle spalle, qualora l’avesse voluto.

    La dittatura è caduta! ” esclamò in conclusione.

    Aspettò piegato sul ginocchio destro, sì da agevolargli la salita. Non sapeva quali fossero le effettive condizioni fisiche del ragazzino, pertanto sarebbe stato molto più sicuro portarselo in groppa così da non perderlo di vista neanche per un istante: avrebbe sacrificato la sua stessa vita per lui.

    Lo Scorpione non si era però reso conto della penna lasciata sul pavimento, evidentemente retaggio dello scienziato e anche se l’avesse vista, non avrebbe saputo che farci: ad una prima occhiata, infatti, si presentava come un oggetto comune e pertanto privo del benché minimo significato per lui.

    __ ___ _________________ ___ __


    « B l O c K n O t E s »

    { Critico ~ 40% . Alto ~ 20 % . Medio ~ 10 % . Basso ~ 5% }

    Energia ~ 60%;
    Status Fisico ~ Ottimo. Qualche livido dovuto alla colluttazione della battaglia iniziale, ma nulla di preoccupante o di invalidante. Lividi sparsi, qualche graffio: nulla di così preoccupante, grazie alla passiva di Resistenza.

    « EQUIPAGGIAMENTO »

    . Lama del destino .

    Lama del destino ”, così come rinominata da Amon, è una spada composta dalle più pregiate e resistenti leghe metalliche in possesso dello Scorpione Nero. La sua forma è inusuale per le spade dell'epoca, assegnate all'esercito regolare egiziano e difatti ricorda solamente le più comuni “khopesh”, essendo più assimilabile per forma e resistenza ad una scimitarra; anche il suo aspetto è il frutto di esperimenti, dovuti soprattutto alle contaminazioni culturali di altre popolazioni confinanti che hanno permesso ai fabbri dell'ordine di trovare la forma e la resistenza più adatte per un più efficiente ed efficace utilizzo dell'arma in battaglia. Nel complesso, “ Lama del destino ” è il risultato di un pregevole lavoro di manifattura dovuto all'abilità manifesta dei fabbri e degli 'ingegneri' dell'ordine dello Scorpione Nero: la lama, infatti, lucente come non poche è lunga all'incirca cinquanta centimetri ed è rifinita con intarsi e rilevi lungo tutta la sua superficie, sul cui lato destro è inciso il simbolo dell'ordine: uno scorpione nero, proprio come il tatuaggio che ha sulla spalla; l'elsa è lunga all'incirca venti – anche venticinque – centimetri ed è composta di legno e lega, uniti insieme con intarsi d'oro e fascette di cuoio nero, per renderne la presa confortevole. Nel complesso, l'arma risulta ben bilanciata ed equilibrata nel suo peso – forse eccessivo per alcuni – con un filo resistente ed affilato, utilissima sia in difesa che in attacco. Quando non è sguainata, “ Lama del destino ” è conservata in un fodero di cuoio nero, solitamente posizionato dietro alla schiena ed assicurato al corpo di Amon grazie ad ulteriori fasce della medesima fattura per una duplice ragione: anzitutto gli è possibile sguainare la spada in modo semplice ed immediato, in qualsiasi situazione; ciò gli permette di nasconderla sotto ampi mantelli, consentendogli di passare inosservato laddove lo desideri.

    . Oracolo della Morte .

    Oracolo della morte ”, così come chiamato da Amon, è un pugnale composto dalle più pregiate e resistenti leghe metalliche in possesso dell'ordine dello Scorpione Nero. La sua forma è molto particolare, studiata appositamente per poter essere potenzialmente mortale per chiunque ne incontri il filo; principalmente utilizzato nell'assassinio, non è difficile vedere Amon utilizzarlo anche nel corso di un normale combattimento, come ausilio e supporto nel corpo a corpo. La lama è lunga all'incirca venticinque centimetri, ed è ricurva sul fronte, con una zigrinatura sul retro ed è finemente rifinita con intarsi e rilievi lungo tutta la sua superficie; il manico, a sua volta, è lungo all'incirca quindici centimetri presentandosi leggermente ricurvo, sul lato opposto rispetto al fronte della lama. È composto da legno e metallo, uniti tra loro con intarsi dorati e lacci di cuoio nero che ne rendono l'impugnatura comoda e confortevole, in modo da non comportare difficoltà nella presa; nel suo lato interno presenta un piccolo anello, grande abbastanza da farci passare il dito indice ed utile per cambiare la presa del pugnale per ogni evenienza, permettendo di rivolgere la lama verso l'alto o verso il basso a seconda della situazione contingente. Per via della particolarità della lama, zigrinata sul retro, è abbastanza utile per bloccare le altre spade e consentirgli un vantaggio – laddove possibile – nella corta distanza. Frutto di un lavoro di pregevole manifattura, si presenta bilanciato e ben equilibrato nel suo peso, potendo essere utilizzato anche come arma da lancio, per ogni evenienza; il filo della lama, infine, è molto affilato e resistente. Quando non è impugnato, “ Oracolo della morte ” è riposto in un fodero di cuoio nero agganciato al bacino di Amon con altrettante guaine della medesima fattura; è solito posizionarlo dietro al bacino, ben nascosto, con il manico rivolto verso il lato sinistro e permettergli di impugnarlo con semplicità in qualsivoglia situazione.

    . Aculei dello Scorpione .

    Nell’equipaggiamento di uno Scorpione era immancabile la presenza di un set di pugnali da lancio, utili soprattutto dalla distanza medio-lunga, per favorire così tattiche offensive – o diversive – in missione. Solitamente presenti in numero non inferiore a cinque, sono fissati ad una cinta di cuoio (la stessa alla quale era fissato il pugnale) e posizionati dietro il bacino così da restare occultati alla vista altrui. Composti unicamente di una lega metallica della più pregiata fattura, non presentano fregi particolari se non il simbolo di uno Scorpione inciso sulla lama; sono lunghi approssimativamente dieci centimetri (comprensivi del ‘ manico ’), risultano leggermente squilibrati sulla lama sì da permetterne il lancio. Il taglio poco affilato di questi pugnali è compensato in realtà dalla forza impressa con il lancio, dal quale scaturisce l’effettiva capacità perforante di questi minuti oggetti di morte. Date le loro caratteristiche intrinseche, Amon ha deciso di denominarli “ Aculei dello Scorpione ” in onore all’aracnide dal quale prende il nome il suo ordine.

    ∙ ∙ ∙

    « POTERI SPECIALI »

    . Occhio di Ra .

    Byakugan

    Nell'ordine dello Scorpione Nero sono diverse le abilità che – sono state e che – vengono tramandate di adepto in adepto, di generazione in generazione fin dalla sua istituzione; ve ne sono alcune però che sono legate in modo particolarmente stretto al sangue ed all'innato talento di pochi, che non è stato possibile tramandare per via di particolarità intrinseche delle medesime abilità. Gli studiosi dell'ordine e gli alti vertici hanno pertanto deciso di studiare e documentare simili capacità in rotoli segreti, conosciuti a pochi – e sconosciuti ai molti – al fine di facilitare l'apprendimento di coloro i quali fossero riusciti ad ottenerle per una ragione, piuttosto che per un'altra, e di indirizzarli verso il loro sviluppo. È stato riscontrato nel corso della lunga vita dell'ordine, che tali e particolari abilità si ripresentassero ciclicamente in ogni generazione, alle volte saltandone anche una o due, permettendo pertanto una sorta di studio previsionale in tal senso e comprendere più o meno quando simili capacità si sarebbero ripresentate a vantaggio esclusivo dello Scorpione Nero e del Faraone.

    L'“ Occhio di Ra ”, in particolare, appartiene alla schiatta delle abilità che si tramandano con il sangue, piuttosto che con il talento, finendo per essere appannaggio di pochissimi elemento nella storia dello Scorpione Nero in quanto legata al sangue reale: il sangue del Faraone; era accaduto infatti che alcuni eredi, rinunciando al titolo reale, si fossero uniti all'ordine con lo scopo precipuo di essere d'aiuto al futuro Faraone ed allontanarsi così dai futili giochi di intrighi e potere di palazzo. Si tratta dell'abilità più rara e più imprevedibile in fatto di presentazione, in quanto ben pochi erano stati i membri della famiglia reale che si erano uniti all'ordine, destando difficoltà nel prevedere quando e come l'occhio sarebbe potuto rivelarsi utile agli scopi dello Scorpione Nero, nonché dell'ordine.

    Quest'abilità, come tante altre, non richiedeva la 'purezza' del sangue, ma necessitava unicamente della presenza di sangue reale per poter essere – potenzialmente – risvegliata; il che, comunque, non significava che potesse risvegliarsi automaticamente, in quanto richiedeva comunque che il soggetto avesse sviluppato la capacità di richiamare ed utilizzare il “ Respiro divino ”, appannaggio esclusivo degli adepti dello Scorpione Nero. Ad un normale essere umano era dunque precluso il suo risveglio.

    L'“ Occhio di Ra ” comincia a risvegliarsi nel soggetto in un età compresa tra i sette e gli undici anni, qualora abbia già avuto modo di padroneggiare – anche in modo abbastanza incompleto – il “ Respiro divino ” così che quella stessa energia possa essere utilizzata come catalizzatore dell'abilità stessa. Nel presentarsi, il soggetto denota fortissimi mal di testa, accompagnati da cecità temporanea o da vista estremamente sensibile alla luce, tanto da costringerlo in quest'ultimo caso a tenere gli occhi chiusi; tali sintomi verranno accompagnati da senso di vertigine e spossatezza, in quanto il soggetto non è ancora in grado di controllare il proprio potere ed utilizzare il giusto quantitativo di energia per poter fare completo affidamento sull'abilità oculare. Poco a poco, man mano che il soggetto continua nei suoi addestramenti per affinare la padronanza nel “ Respiro divino ”, affiorano in modo confuso le singole capacità donate dall'abilità, confondendosi tra loro e costringendo il soggetto ad interrompere forzatamente i propri allenamenti in quanto potrebbe essere soggetto anche a perdita di sensi, mettendo a serio rischio la sua vita. Il completamento dell'addestramento d'uopo previsto specificatamente per la sola abilità – unitamente agli sforzi per padroneggiare in modo completo il “ Respiro divino ” –, gli consente di poter incanalare le proprie energie ed i propri sforzi su di una capacità per volta o sulla combinazione di più capacità per volta, senza alcuna difficoltà; l'utilizzo dell'abilità resta comunque legato alle forze ed alle energie residue: da questo dipende infatti l'effettiva fruibilità delle sue capacità nel suo complesso. [Malus: al raggiungimento di determinate soglie di riserva energetica, Amon non sarà in grado di accedere alle proprie capacità passive; le percentuali di riferimento saranno indicate in corrispondenza delle singole capacità.] Il soggetto, custode dell'abilità, ha presentato nel corso dei secoli un'indole riflessiva e mai impulsiva, affidandosi ciecamente alle capacità donategli dall'“ Occhio di Ra ” e risultando prezioso nella fasi strategiche, per evitare ingenti perdite di adepti.

    Fisicamente e visivamente, l'“ Occhio di Ra ” si presenta agli occhi altrui per una sorta di mutazione che avviene nel volto del soggetto, del custode, il quale viene trasfigurato per permettere al “ Respiro divino ” di apportare i propri benefici agli occhi; per poter fare affidamento sulla propria abilità, il custode non dovrà fare altro che concentrare il proprio potere negli occhi e lasciare che il “ Respiro divino ” interagisca con gli stessi. Le vene alle tempi, sino alle orbite, cominceranno a gonfiarsi pompando il sangue – e l'energia – più velocemente; i bulbi oculari, frattanto, perderanno la loro consueta colorazione assumendo un pigmento perlaceo, sovrapponendosi quasi completamente sia alla pupilla, sia alla cornea, di cui permangono semplicemente i contorni sbiaditi.

    Amon ha appreso i primi rudimenti sul “ Respiro divino ” all'età di sette anni, riuscendo nell'intento di controllarlo indirettamente all'età di circa otto anni; ciò gli ha consentito di risvegliare l'“ Occhio di Ra ” a questa età. Infine, è riuscito a perfezionare il controllo sull'abilità e sulla propria energia all'età di dodici anni, con grande sorpresa dei suoi istruttori.

    L'“ Occhio di Ra ” consente al suo custode di poter vedere distintamente l'essenza degli altri soggetti – siano essi amici o nemici –, sotto forma di un fittissimo reticolato energetico che ricorda molto il complesso sistema circolatorio del sangue, la cui colorazione risulterà essere differente a seconda dell'entità che si troverà di fronte. In questa fase, i colori si sbiadiranno assumendo tinte spente, tenenti al grigio, mentre la trama energetica assumerà ai suoi occhi una colorazione più vivida e brillante, consentendogli di concentrare l'attenzione su questo particolare; ad una osservazione più attenta e meticolosa – sostituita, con il tempo, dall'esperienza – è possibile notare che vi sono dei punti nella trama energetica, nei quali l'energia è più condensata rispetto ad altri e ciò in quanto si trovano in corrispondenza degli organi vitali, permettendo al custode una maggiore precisione nei suoi colpi. La visione della trama gli consente un vantaggio ulteriore, soprattutto se lo si combina con una efficace tattica difensiva, poiché ciò gli permette di reagire in modo più veloce ad una offensiva avversaria basata strettamente sull'utilizzo della trama stessa; infatti, in tali situazioni contingenti, la trama energetica subisce una repentina accelerazione dovuta all'utilizzo dell'energia vitale convogliata in quello specifico attacco, potenziando di gran lunga riflessi e reazioni del custode. In tali situazioni, il custode avrà quindi la possibilità di reagire più velocemente alle tattiche offensive avversarie, consentendogli di agire per tempo nella manipolazione del “ Respiro Divino ” e rispondere così in modo più efficace alle sollecitazioni rinvenienti dalle differenti situazioni contingenti. [Auspex passivo di ‘ Percezione magica ’ (la visione della trama energetica è puramente interpretativa e giustifica peraltro la passiva di empatia descritta più avanti). Limitazioni: è possibile vedere le energie impresse su cose e persone, ma non quella emessa naturalmente dalle persone; è possibile avvertire/vedere la presenza di un oggetto incantato e riconoscerlo da –e tra- gli altri; è possibile avvertire quando qualcuno casta tecniche (limite collegato alla passiva che segue). Passiva di Istant Casting dovuta all'osservazione del moto repentino della trama energetica, giustificata dai riflessi repentini rinvenienti nella capacità in oggetto. Malus: al raggiungimento della soglia del 20% della riserva energetica, Amon non sarà in grado di utilizzare ulteriormente queste capacità nel corso dell'evento.] Altra caratteristica peculiare legata alla vista, è quella che consente al custode di poter avere una visuale completa di tutto quanto lo circonda, tranne che un unico punto cieco posto dietro alla sua nuca; si tratta di un cono d'ombra nel quale gli è impossibile vedere o percepire alcunché, trattandosi potenzialmente del vero ed unico punto debole di questa capacità. Per sfruttare un più ampio raggio di visione, deve trovarsi nella più completa immobilità per consentirgli di concentrarsi pienamente su quanto gli accade intorno; qualora voglia sfruttare questa capacità – combinandola con altre – in movimento, il raggio della visuale è più contenuto. [Visuale di 359° intorno a sé per un raggio di 20m. Malus: se Amon si trova in movimento, il raggio della visuale si riduce a 5m; al raggiungimento della soglia del 30% della riserva energetica, Amon non sarà in grado di utilizzare ulteriormente questa capacità nel corso dell'evento.] Ulteriore capacità donata dall'“ Occhio di Ra ”, è quella di vedere al di là di cose e persone, senza alcun impedimento; solitamente, questa capacità è abbinata alle altre donate dall'occhio – in special modo, se sfruttata per scandagliare la zona circostante –, seppure sia valida anche se utilizzata da sola. [Possibilità di vedere ogni cosa aggirando gli ostacoli; Consumo Variabile Critico.] Anni ed anni di esperienza nella “ lettura ” della trama energetica consentono al custode di poter leggere l'aura emotiva altrui, permettendo a questi di conoscerne lo stato d'animo, a meno che non vi siano incanti o protezioni che ne blocchino la percezione. Infatti la trama energetica rappresenta uno specchio, una sorta di riflesso di quelli che sono i diversi stati emotivi che colpiscono l'animo altrui; ciò è dovuto, in particolare, al moto del flusso energetico, al suo scorrere nel fittissimo reticolato del sistema circolatorio, permettendo al custode – dopo una fase di conoscenza e di studio più o meno breve – di comprenderne lo stato d'animo con uno scarto di errore infinitesimale. Ovviamente, per la stragrande maggioranza dei soggetti i segnali sono più o meno simili, se non identici; ma è possibile che vi siano dei soggetti particolari che poco si prestino alla lettura dell'aura emotiva, rendendo più difficoltoso al custode comprendere quale sia il loro stato d'animo, riuscendo persino a raggirarlo vanificando così ogni suo sforzo. Ciò non toglie che la lettura dello stato emotivo sia estremamente utile al custode in situazioni contingenti particolari, poiché potrebbe consentirgli – a titolo di esempio – di scoprire attraverso questa “ lettura ” se il soggetto che ha davanti gli sta mentendo o meno. Si tratta pertanto di una capacità estremamente versatile, potendo essere utilizzata nelle situazioni più disparate. [Lettura dell'aura emotiva utilizzando come tramite la visione della trama energetica (Passiva di Empatia); Passiva di Lie-Detector. Malus: al raggiungimento della soglia del 20% della riserva energetica, Amon non sarà in grado di utilizzare ulteriormente queste capacità nel corso dell'evento.]

    . Essere un adepto dello Scorpione Nero .

    Gli adepti dello Scorpione Nero vengono sottoposti fin dalla più tenera età ad allenamenti fisici e psichici molto particolari, il cui scopo è quello di formarli anzitutto come guerrieri, dotandoli di fisici forti e resistenti, agili e veloci, in virtù dei ruoli e dei compiti che andranno a ricoprire una volta divenuti membri dell'ordine; secondariamente, vengono formati – con altrettanta attenzione e dedizione – come assassini, fornendo loro una preparazione (teorico-pratica) completa sulle tecniche di omicidio, sviluppando principalmente le particolari capacità fisiche – e psichiche – necessarie per metterle in atto.

    Concluso l'addestramento, Amon possiede una forza fisica notevole considerato il livello medio di un normale essere umano, retaggio degli intensi allenamenti cui è stato sottoposto sin da piccolo che gli hanno consentito di sviluppare la propria vera forza, rendendolo oltremodo pericoloso in un confronto corpo a corpo; ciò gli consente anche di sopportare pesi notevoli, ma mai eccessivi, in virtù del fatto che gli allenamenti erano basati proprio su questo: sollevamento di pesi e macigni e loro spostamento come fossero una sorta di zavorra dalla mattina alla sera, anche durante le sessioni di combattimento. La sua muscolatura, in tal senso, risulta tonica, scolpita ed asciutta: un buon compromesso che non lo vincola nei movimenti. [Power Up passivo + 50% Forza] Le sessioni di combattimento corpo a corpo e con le armi, gli hanno consentito inoltre di sviluppare una resistenza fisica impareggiabile: concluso l'addestramento, infatti, la sua pelle e le sue ossa sono divenute coriacee, tanto da consentirgli di resistere anche ai colpi più duri se corroborati da una buona tattica difensiva. Ciò gli consente di resistere meglio ai colpi altrui, riuscendo a rialzarsi in piedi laddove altri si sarebbero già arresi; inoltre ciò gli consente di risentire meno dello sforzo e della stanchezza, in virtù di questa sua stessa resistenza. [Power Up passivo + 50% Resistenza]

    « TECNICHE E STILI »

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    Note a margine ~ cerco di far ricordare ad Elia chi sono, convincendolo a salire in spalla e fuggire insieme. Dato il momento, ho preferito non far concentrare Amon sulla penna per due ragioni di motivi: 1. il bambino ha avuto la priorità su tutto; 2. anche se l'avesse vista, non sarebbe stato granché di aiuto. Per lui è una banalissima penna (sempre che sappia cosa sia, dato che non ci è granché abituato). :)

    Lascio quindi questa rogna agli altri o, se possibile, a Genos: salvatore della patria XD
     
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  4. Deneb Eilean
     
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    Lasciandoci alle spalle la folla aizzata, seguiamo le tracce dello scienziato fino ai livelli di detenzione inferiori. Lì la soglia blindata della cella di massima sicurezza è aperta, mentre del fuggitivo non c’è traccia. Sul pavimento noto un modello di stilografica familiare, che prontamente raccolgo mentre Amon s’inoltra nella cella.

    « Questa ce l’aveva in mano il Dottore, se non ricordo male. Dove sarà scappato? »

    Guardandomi intorno non trovo altri indizi, perciò mi presento al cosiddetto Paziente Zero – che d’ora in avanti potrà tornare ad essere semplicemente Elia.

    « Ciao piccolo, mi chiamo Deneb. Sai dirci dov’è andato il signore in camice che ha lasciato questa? »

    Mostro la penna ed esibisco un sorriso, mentre rifletto sul comportamento di Harold Blue: si è precipitato ai livelli inferiori e ha fatto il possibile per precederci dal Paziente Zero; eppure il bambino si trova ancora qui, perciò lui cosa ci ha guadagnato esattamente? Non riuscendo a venirne a capo, avanzo un’altra domanda al piccolo.

    « Ti ha detto qualcosa prima di andarsene? »

    A prescindere dalla risposta, era imperativo far rinsavire i detenuti e abbandonare il penitenziario,
    perciò ero pronta a risalire il labirinto di corridoi.


    Stato fisico: lividi sparsi
    Stato mentale: pensosa
    Energia: 100%
    Equipaggiamento:
    Gáe Bolg [ Lancia | passiva di richiamo | passiva di bruciore delle ferite inflitte ]

    Lancer Suit [ Armatura ]

    Passive:
    Acrobatics [ Passiva di movenze acrobatiche ]

    Attive utilizzate: /
     
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    Quegli aggressori non avevano armature o scudi di sorta, né tantomeno sembravano possedere specifiche doti utili alla battaglia. Così non poterono che rimanere inermi e subire in pieno la controffensiva lanciata -seppure con cautela- dal Demone Volpe. L'onda d'urto generata da Anguirel travolse in pieno la folla fuori controllo trascinandoli contro le pareti del corridoio e regalando ai tre eroi abbastanza tempo per riorganizzarsi e dare la caccia al caro dottore.

    Presto, andiamo!"

    Mugen era consapevole che gli occhi dello Scorpione nascondevano un grande potere, pertanto sapeva bene che le direzioni impartite dall'amico non erano certo date dal solo istinto.
    Amon aveva trovato qualcosa.

    Così, senza esitazione, si mossero rapidi e precisi in quel labirinto di corridoi seguendo il percorso tracciato dallo Scorpione. La loro corsa si interruppe quando raggiunsero finalmente la cella del Paziente Zero. La porta era spalancata, ma del dottore non c'era nessuna traccia.

    La Volpe, rimasta in disparte come segnalatogli, era a conoscenza degli effetti pericolosi che la sola vicinanza al cucciolo d'uomo poteva causargli. Così, mentre Amon si occupava del bambino, il Demone prese ad esaminare l'ambiente antistante la cella cercando un qualsiasi segno della presenza del dottore, cercando di immaginare quale possibile via potesse aver preso, ma non ne ricavò alcuno indizio.

    Mugen non aveva che domande arrivati fino a quel punto. Perché aveva aperto la porta del Paziente Zero? Dove si nascondeva adesso? Stava tramando qualcos'altro?

    Tanti interrogativi e poco tempo. In una situazione del genere non restava che rimanere pragmatici e concentrarsi sugli obiettivi concreti. Così avvicinandosi con cautela al resto del gruppo, notando di non risentire di alcuna malevola conseguenza, si rivolse per primo al bambino.

    “Ciao io sono Mugen. Siamo qui per salvarti.”

    Poi si rivolse pragmatico agli altri due.

    “Dobbiamo recuperare gli altri prigionieri e portarli fuori di qui.”


    CITAZIONE
    Condizioni fisiche: Ottime, contusioni lievi e graffi sparsi
    Condizioni psicologiche: deciso
    Energie: 80%
    Riepilogo: //


    Tecniche utilizzate: //

    Passive:

    ~Retaggio di una volpe Rossa:
    [SPOILER]Che cos'è esattamente un demone volpe? Nessuno lo sa con esattezza, ne esistono varie razze, varie tribù e una moltitudine di sottospecie... sebbene siano molto difficili da incontrare, creature furbe e sfuggenti. La varietà a cui appartiene Mugen ha molti tratti in comune con la comune volpe rossa selvatica, una descrizione spicciola porta infatti a definirlo come una grossa volpe dalla postura eretta, col pollice opponibile e in grado di parlare. Inoltre un demone volpe ha un ciclo vitale molto molto lungo, infatti Mugen, con qualche centinaio di anni, è da considerarsi nel pieno della giovinezza. Non è chiaro cosa accada ad un demone volpe una volta invecchiando... si sa solo che il suo manto diventa completamente bianco e abbandona il branco dei più giovani per andare chissà dove. O almeno è questo che si crede, uno strano meccanismo si innesca nelle giovani volpi nei confronti dei membri anziani, o per lo meno nei confronti dei membri anziani che hanno superato la Soglia. Non riescono più a ricordarsi di loro, o meglio non riescono a focalizzare l'attenzione su coloro che hanno superato la Soglia. Per questo si parla di Soglia, una sorta di soglia dell'esistenza. Certo ci si ricorda della vita trascorsa insieme e delle imprese compiute da un membro scomparso, ma ad un certo punto questi scompare nell'oblio ed è anche difficile da individuare il momento esatto in cui avviene l'attraversamento della Soglia. Si tramanda inoltre di incontri con volpi bianche nel corso dei secoli e in momenti particolari della storia, ma i racconti sono tutti un po' vaghi e si perdono nel ricco folklore delle volpi rosse.
    Come detto un demone volpe è una creatura fuori dall'ordinario, i loro sensi sono superiori a quelli di un qualsiasi umano. Sono in grado di fiutare ed identificare una qualsiasi creatura in un raggio d'azione estremamente ampio e seguire una traccia per loro è estremamente facile.
    Se non bastasse sono creature forti e veloci, in grado di affrontare qualsiasi avversità. Le loro capacità uditive si estendono oltre l'immaginabile, un demone volpe riesce facilmente a distinguere il battito di un cuore e un sussurro appena sospirato in un raggio d'azione di decine forse centinaia di metri...Inoltre dispongono di micidiali armi naturali: artigli in grado di lacerare la carne e zanne in grado di spappolare le ossa. Non bisogna lasciarsi ingannare se spesso si mostrano come esseri bonari e pacifici. Una volta fiutata la preda, difficilmente la lasciano andare...
    [Bonus forza +50% (5 punti), Olfatto iper sviluppato raggio d'azione: 30 metri in duello (5 punti), zanne e artigli (2 punti); Caratteristiche bloccate: Vista notturna, udito iper sviluppato (5 punti)]


    ~Reliquie di una volpe Bianca:
    Mugen è uno dei pochi che può vantare di aver incontrato una Volpe Bianca nella sua vita. Forse perché i più se ne dimenticano. In realtà anche lui dubita di quanto avvenuto e dei vaghi ricordi che ha dell'incontro, se non fosse che quell'incontro gli ha lasciato una prova tangibile. Infatti l'unica certezza della Volpe Rossa è il dono ricevuto dalla misteriosa Volpe Bianca: il velo. Un nome sibillino per una reliquia altrettanto enigmatica. Il velo ha l'aspetto di un haori bianco, che al tatto sembra fatto di seta. Nessuno potrebbe mai sospettare l'origine indefinita di un tale manufatto né tanto meno indovinare il suo potere latente. Oltre ad essere baluardo e prova di un'esperienza vissuta l'haori dona a chi lo indossa straordinarie capacità. Mugen ha infatti scoperto che indossando l'haori può facilmente fluttuare in aria, come se fosse privo di peso, come se fosse uno fantasma...
    [Abilità passiva di volo (1+5 punti), altre particolarità per ora sconosciute]


    ~Ombra del Drago
    Ogniqualvolta Mugen si ritrova ad impugnare Anguirel contro un nemico, questi si ritrova a fare i conti non solo con la ferocia del Demone Volpe ma con l'antico retaggio della spada. Infatti Anguirel riversa ai danni dei nemici di Mugen un'aura di sottomissione.


    Equip:

    ~Anguirel
    Anguirel è stata forgiata per volere dello stesso Mugen Fudo con elementi da lui raccolti nel corso delle sue avventure su Endlos.
    Sebbene sia una spada di recente fattura nei suoi costituenti si nasconde una storia molto antica. É stata forgiata utilizzando alcune scaglie della corazza di Khellendros, il gigantesco drago Divora-Mondo, e il leggendario bokken di Fanedell, artefatto donato dalla foresta alla Volpe Rossa in segno di gratitudine per aver combattuto contro un nemico che ne minacciava il secolare equilibrio.

    Con queste premesse non è difficile immaginare come Anguirel sia una spada straordinaria e unica nel suo genere. Dal punto di vista puramente strutturale la lama è stata forgiata colando e temprando più volte attorno all'anima lignea una lega di acciaio e scaglie di Khellendros.
    La lama raggiunge con facilità il metro e venti di lunghezza, perfetta e bilanciata con uno spessore di circa due centimetri nella nella sezione centrale, che assottigliandosi sempre più verso i bordi crea un doppio filo estremamente tagliente ed una terribile punta acuminata.

    Esteticamente la sezione centrale centrale è di color chiaro, rivelando appunto l'anima dell'artefatto ricavata utilizzando il legno di Fanedell, che in questa parte della lama è abbracciata da un sottile strato di metallo che la rende comunque visibile. Spostandosi verso i bordi la densità della lega aumenta virando la colorazione verso un nero scuro e opaco ai bordi, ma passando attraverso varie increspature di grigio lungo la superficie.

    La guardia, di fattura apparentemente più rozza, deriva da un intaglio grezzo delle scaglie e riporta dei glifi in basso rilievo. Mentre l'impugnatura è tutt'uno col corpo centrale dell'oggetto in legno di Fanedell, coperto in questa sezione da una fettuccia si seta e pelle atta a rendere l'impugnatura più comoda e salda.

    Per quanto riguarda il peso non supera i tre chilogrammi.
    Normalmente è riposta nel suo fodero grigio senza particolari ornamenti, che la Volpe tiene al fianco sinistro.

    Come legittimo discendente del bokken di Fanedell anche Anguirel è in grado di attingere alle energie di Mugen Fudo, ma forse per una memoria ancestrale custodita al suo interno la lama chiederà un doppio pegno. Mugen avvertirà le sue energie fluire nell'arma in maniera violenta e a volte dolorosa, come se la stessa Anguirel gli stesse mordendo il braccio e la mano in cambio del suo supporto in battaglia.
     
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    Impeto e tempesta

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    Cella Speciale.


    “ Elia! Ehi, Elia: ti ricordi di me? Sono venuto a salvarti, proprio come ti avevamo promesso: questa volta non permetterò a nessun altro di avvicinarsi. Ti porterò sano e salvo fuori da questo inferno. ”

    Amon fu il primo ad entrare nella sua cella. Ancora confuso, il bambino sollevò la testolina verso di lui, forse per mettere a fuoco il suo volto fra i tanti incrociati prima della prigionia -perché dopo, in effetti, non ne aveva incontrati troppi, e nella maggior parte dei casi non erano nemmeno amichevoli. Per un attimo, solo uno, parve come suo solito titubare, abituato come era ad arrecare involontariamente sofferenza negli altri, ma non appena vide Amon avvicinarglisi ancora e non crollare al suolo si trovò inspiegabilmente a sorridere.
    Era... felice.

    “ Dai, vieni qui adesso: sali sulle mie spalle e fuggiamo via da qui. Loro sono miei amici e mi hanno aiutato a raggiungerti qui. Ti aspetta anche il Principe Namas, ti ricordi di lui? Siamo venuti qui tutti e due per liberarti: andiamo e portiamogli la buona novella. Tu e gli altri siete finalmente liberi! La dittatura è caduta!

    In realtà, per un pargoletto già per natura timido ed introverso, costretto come era stato alla prigionia ed all'isolamento per un periodo che gli era parso infinito, la politica era un argomento sconosciuto -se non, addirittura, alieno!- e sentire che questa signora dittatura fosse caduta e si fosse fatta male lo preoccupò non poco. Il bel faccino candido si rabbuiò preoccupato, ma non fu sicuro di aver compreso bene la faccenda... perché il suo amico Amon era felice, e allora anche lui doveva esserlo. Così funzionava, giusto?

    Assecondando l'invito del salvatore, con movimenti insicuri -più per timidezza che per reali impedimenti fisici- il piccolo Elia si arrampicò piano alla schiena di Amon, non limitandosi a cavalcarla ma stringendosi ad essa in un abbraccio che suggeriva un infinito bisogno di contatto umano, oltre alla paura che qualche brutta situazione potesse strappargli via quel misero attimo di gioia.

    Fu allora che gli altri gli rivolsero la parola e -controllando le reazioni di Amon- il paziente Zero si accertò che fossero amici.
    « Ciao piccolo, mi chiamo Deneb. Sai dirci dov’è andato il signore in camice che ha lasciato questa? Ti ha detto qualcosa prima di andarsene? »

    Elia fissò attentamente la penna, per poi alzare gli occhietti sulla signorina e scuotere semplicemente la testa. Non era muto, ma fissarla gli provocò un lieve arrossamento delle gote morbide e diversi tentativi di rifuggire il suo sguardo.

    “Ciao io sono Mugen. Siamo qui per salvarti. Dobbiamo recuperare gli altri prigionieri e portarli fuori di qui.”

    Diverso fu per la kitsune che, nonostante l'evidente maestosità ed il portamento da abile guerriero, agli occhi di quel bambino parve più qualcosa di si, taaaanto alto, ma anche morbido! Un peluche gigante!
    Inutile dire che si incantò su di lui, quasi innamorato.

    BOOOOM!

    Un'esplosione inquietante quanto violenta avrebbe scosso quel felice incontro, arrivando addirittura a far tremare la terra: nessuno dei presenti sarebbe stato in grado di comprenderne la matrice, ma era evidente che la situazione fosse quanto mai delicata. Dovevano portare in salvo Elia, e tutti i prigionieri lì dentro.
    Stava a loro, a quel punto, decidere l'esito di quella missione di salvataggio.


    .Istruzioni ~ Vento di Libertà ~ AbissoIl tempo delle domande è finito ed avete solo questo turno per andarvene di corsa e portarvi con voi il maggior numero di innocenti possibile... prima che crolli tutto.
    Descrivete la vostra fuga e la strategia che intendete applicare (ovviamente al condizionale). Fermatevi infine alla soglia che vi condurrà all'uscita: descriverò io, al prossimo turno, cosa vedrete. Oltre, ovviamente, a dirvi quanti riuscite a salvarne <3

    Scadenza: 13/3/2017 - ore 23.59

     
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  7. Deneb Eilean
     
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    Il piccolo Elia si limita a scuotere la testa, trovandosi in imbarazzo per le molte domande che gli ho rivolto. Non abbiamo nessun nuovo elemento per inquadrare il comportamento del dottore, ma tale problema passa velocemente in secondo piano non appena un boato riverbera fin nelle profondità delle carceri.

    « Andiamo! »

    Senza pensarci due volte mi lancio in corsa attraverso i corridoi, ripercorrendo a ritroso la strada che avevo memorizzato all’andata. Giunti presso la folla, potevamo sperare che riacquistassero il senno solo grazie all’operato di Mavros – l’unico dei presenti che poteva armeggiare con il dispositivo inserito nella penna del dottor Blue. Se fosse riuscito nel suo intento mi sarei prodigata per agevolare la fuga degli ex-carcerati: qualche parola d’incoraggiamento, inviti a mantenere la calma, un occhio di riguardo ad eventuali strettoie nel percorso d'uscita in cui l’eccessiva pressione della calca avrebbe potuto ostruire il passaggio; in casi simili avrei applicato un pizzico di forza bruta per fare in modo che la fila non si bloccasse. Sarei stata soprattutto attenta ad evitare che qualcuno dei più piccoli potesse inciampare e finire calpestato e - se necessario - avrei fatto montare in spalla qualcuno che avesse difficoltà a mantenere un passo sostenuto.

    Lo sforzo fisico è stremante, ma stringo i denti e non demordo. Slittando nelle retrovie per assicurarmi che tutti riescano ad uscire, corro naturalmente il rischio che mi crolli il soffitto addosso. Poco m’importa, perché l’aura nefasta della mia lancia interverrebbe sicuramente per proteggermi da un cedimento, ma altrettanto non si può dire dei civili che stiamo aiutando. Se anche finissi sepolta perché mi sono attardata, forse riuscirei a riemergere dalle macerie cavandomela con qualche osso rotto… o forse no?

    Davvero posso permettermi di comportarmi così?
    Ho un figlio neonato che mi aspetta a casa.
    Ho una sorella da riabbracciare.

    Nella concitazione di quell’esodo l’affanno è troppo per pensare lucidamente.
    Se mai raggiungerò l’uscita, chiederò al mio fisico già provato un ultimo sforzo,
    percorrendo gli ultimi metri come se avessi le ali ai piedi
    e un vento di libertà che sospinge i miei passi.


    Stato fisico: lividi sparsi, molto affaticata
    Stato mentale: affannata
    Energia: 100 – 5 – 5 = 90%
    Equipaggiamento:
    Gáe Bolg [ Lancia | passiva di richiamo | passiva di bruciore delle ferite inflitte ]

    Lancer Suit [ Armatura ]

    Passive:
    Acrobatics [ Passiva di movenze acrobatiche ]

    Attive utilizzate:
    Step Forward
    Ci siamo trascinati in una radura illuminata debolmente dalla luna. Sento che fra poco sarà tutto finito. Sei di fronte a me, in cima all’altura. Corri, ti accovacci e salti. Lo stacco è meraviglioso, ti sollevi verso il cielo di qualche metro. Con la lancia stretta in pugno, mi guardi. In questi occhi riesci ancora ad intravedere qualcosa di me? Avevo uno sguardo amorevole, un tempo. Ora non saprei dire cosa sto provando. Paura? Sollievo? Forse mi sono innamorato una seconda volta di te. Solenne come un angelo della morte ti sei levata in volo nella notte per giudicarmi.
    Consumo: basso (tecnica di scatto utilizzata due volte di fila)
     
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    black s c o r p i o

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    Ehi, ehi: vacci piano! ” lo canzonò scherzosamente l’egiziano.

    Non appena fu sicuro di averlo sulle spalle, Amon si alzò in piedi agganciando il piccolo con le proprie braccia al fine di rendergli la presa ancora più sicura e stabile. Il guerriero sentiva una stretta al cuore, tanto era palese il bisogno di affetto e di contatto umano che doveva avere un bambino di quell’età così atrocemente e barbaramente ingabbiato ed intrappolato in quattro mura per una maledizione che di certo non era affatto una sua colpa.
    Nel frattempo i suoi due compagni gli rivolsero la parola e rassicurando il piccolo che fossero amici suoi con un lieve accenno del capo, lasciò che interagissero con lui per ottenere le informazioni di cui necessitavano o anche soltanto per presentarsi. Il piccolo Elia doveva averne passate fin troppe insieme a quei vigliacchi, ma finalmente era arrivato il momento di assaporare la tanto agognata libertà.

    -BOOOOM!-

    Un boato interruppe il filo dei suoi pensieri, una fortissima esplosione che per poco non lo portò a cadere sulle ginocchia, tanto aveva tremato al terra in quel momento. E loro erano in un sotterraneo, in profondità, nel posto meno sicuro in quel momento e con una scossa di quella portata che di certo non doveva essere stata indolore per l’intera struttura nella quale si trovavano in quel momento.

    Sì, andiamo! Dobbiamo cercare di far uscire anche gli altri prigionieri! ” sì, ma come? A quello avrebbe pensato soltanto una volta che sarebbero arrivati sopra!

    Ma prima di andare, c’era un’altra cosa che doveva fare: lasciare il piccolo sulle sue spalle avrebbe certamente messo in pericolo la sua vita nella malaugurata opportunità che cadesse qualche calcinaccio o peggio ancora pezzi di cemento e ferro. La cosa più saggia dare era tenerlo in braccio davanti, in modo da poterlo proteggere eventualmente con la sua schiena o con le sue braccia; inoltre, in questo modo, avrebbe potuto correre anche più velocemente senza rischiare di fargli perdere la presa su di sé. Lo avrebbe quindi invitato a passare davanti e richiesto l’aiuto di Mugen avrebbe utilizzato il mantello per assicurare il bimbo al suo petto, pur continuando a tenerlo saldamente con il braccio sinistro così da farlo sentire al sicuro.

    Assicuratosi di ciò, nel più breve tempo possibile, ripercorsero a ritroso la strada che li aveva condotti sino alla cella del bimbo; nella corsa aveva riattivato l’Occhio di Ra al fine di potersi accorgere – anche se in un raggio più limitato, perché in movimento – di eventuali pericoli, dall’alto soprattutto. “ Andrà tutto bene, non devi preoccuparti. ” avrebbe sussurrato di tanto in tanto alle orecchie del piccolo, cercando di farlo stare calmo in una situazione così concitata. Farsi prendere dal panico non sarebbe servito proprio a nulla, se non portare alla morte tutti coloro i quali si trovavano in quella struttura ed in effetti, una volta arrivati sopra, sarebbe stato a dir poco complesso coordinare tutte quelle teste, tutte quelle creature al fine di portarle ad uscire fuori senza instillare ancora più panico di quanto già non ne avessero per conto proprio. Ma come avrebbero riportato il senno in quelle menti vuote? Continuava a pensarci da quando erano ripartiti dalla cella di Elia, pensando ad un modo per convincere quelle zucche vuote a fuggire via senza far loro del male e permetterne la sopravvivenza alla catastrofe imminente che di li a poco si sarebbe scatenata sulla struttura.

    Giunti presso la folla, avrebbe visto Mavros – il ragazzo che era insieme a loro – armeggiare con la penna del dottore, proprio quella che Deneb aveva mostrato al ragazzino giù nella prigione. Era forse quella la chiave per liberare i prigionieri dal loro torpore indotto? Ignorante com’era, avrebbe creduto che potesse trattarsi di un qualche sortilegio, una magia e non di certo scienza e tecnologia: probabilmente nella penna doveva esserci un qualche congegno di controllo mentale, ma questo di certo lo Scorpione non poteva saperlo e anche se l’avesse saputo, avrebbe potuto fare ben poco in merito se non stare a guardare inerme gli effetti dell’invenzione di una mente malata quale poteva essere per l’appunto quella del dottor Blue.
    Qualora Mavros fosse riuscito nel suo intento di liberare i prigionieri dalla morsa mentale di quella tecnologia diabolica, la fase successiva sarebbe stata quella di convincerli a fuggire nel più breve tempo possibile, indicando loro la strada ed evitare che potessero perdersi in quell’intricato labirinto di cemento e ferro coordinando quindi l’evacuazione della struttura evitando che potessero esserci degli ingorghi o comunque delle zone in cui – presi dal panico – i prigionieri potessero bloccarsi, fermando quindi la corsa anche degli altri.

    Non abbiamo molto tempo: presto! Siete liberi adesso, la resistenza ha vinto! ” avrebbe detto loro indicando la strada che li avrebbe condotti verso la libertà.
    Questo posto potrebbe crollare da un momento all’altro e lì fuori c’è ancora bisogno di noi. Di tutti noi: aiutatevi, aiutate chi non ce la fa! Non dobbiamo lasciare indietro nessuno, anche a costa di caricarcelo sulle spalle! ” disse loro con fervore.

    Non avrebbe voluto lasciare nessuno indietro, anche a costo di rimetterci la vita; ma la sua vita era legata a stretto filo con quella di Elia, in braccio a lui. Non si sarebbe potuto permettere di abbandonare il piccolo e neanche tutta quella gente, pertanto dalla sua avrebbe cercato di non lasciare indietro nessuno, spingendo e strattonando avanti coloro i quali si sarebbero rivelati più lenti e meno reattivi alle sue parole; d’altro canto avrebbe cercato – insieme a Deneb – di evitare degli ingorghi e che in taluni punti i prigionieri potessero in qualche modo finire per intrappolarsi da soli, occludendo il passaggio a tutti gli altri. Il tempo, in circostanze come quella, era un lusso che non potevano permettersi ed il loro scopo in quel momento era di agevolare il passaggio di tutti, rincuorando i prigionieri facendo credere loro che ce l’avrebbero fatta e che tutto si sarebbe sistemato; ma per fare quanto paventato avrebbe usato finanche la forza, caricandosi in spalla coloro i quali non sarebbero stati in grado – durante quella traversata – di continuare con le sole proprie forze. Avrebbe quindi offerto la propria schiena a coloro i quali ne avessero avuto bisogno; le proprie spalle per far sì che qualcuno potesse appoggiarvisi in quella corsa disperata e le proprie braccia, cercando di strattonare chi avesse indugiato o avesse deciso di darla vinta a quell’avversità.

    Solo in prossimità dell’uscita, quando ormai la luce sembrava essere vicina, avrebbe dato fondo ad energie nascoste per fare un paio di scatti in rapida successione: avrebbe approfittato di quelle piccole spinte per portarsi dietro quanta più gente possibile, facendo particolare attenzione ad Elia ed al suo fragile corpicino affinché ne potesse uscire indenne. Affinché, adempiendo alla sua promessa, il piccolo potesse tornare a credere negli altri e nella bontà delle loro intenzioni.

    __ ___ _________________ ___ __


    « B l O c K n O t E s »

    { Critico ~ 40% . Alto ~ 20 % . Medio ~ 10 % . Basso ~ 5% }

    Energia ~ 60% - 10% - 10% = 40%;
    Status Fisico ~ Ottimo. Qualche livido dovuto alla colluttazione della battaglia iniziale, ma nulla di preoccupante o di invalidante. Lividi sparsi, qualche graffio: nulla di così preoccupante, grazie alla passiva di Resistenza. Comincia ad accusare stanchezza per via della corsa sostenuta e dell'eventuale peso in più portato sulle spalle, sulla schiena ed in braccio.

    « EQUIPAGGIAMENTO »

    . Lama del destino .

    Lama del destino ”, così come rinominata da Amon, è una spada composta dalle più pregiate e resistenti leghe metalliche in possesso dello Scorpione Nero. La sua forma è inusuale per le spade dell'epoca, assegnate all'esercito regolare egiziano e difatti ricorda solamente le più comuni “khopesh”, essendo più assimilabile per forma e resistenza ad una scimitarra; anche il suo aspetto è il frutto di esperimenti, dovuti soprattutto alle contaminazioni culturali di altre popolazioni confinanti che hanno permesso ai fabbri dell'ordine di trovare la forma e la resistenza più adatte per un più efficiente ed efficace utilizzo dell'arma in battaglia. Nel complesso, “ Lama del destino ” è il risultato di un pregevole lavoro di manifattura dovuto all'abilità manifesta dei fabbri e degli 'ingegneri' dell'ordine dello Scorpione Nero: la lama, infatti, lucente come non poche è lunga all'incirca cinquanta centimetri ed è rifinita con intarsi e rilevi lungo tutta la sua superficie, sul cui lato destro è inciso il simbolo dell'ordine: uno scorpione nero, proprio come il tatuaggio che ha sulla spalla; l'elsa è lunga all'incirca venti – anche venticinque – centimetri ed è composta di legno e lega, uniti insieme con intarsi d'oro e fascette di cuoio nero, per renderne la presa confortevole. Nel complesso, l'arma risulta ben bilanciata ed equilibrata nel suo peso – forse eccessivo per alcuni – con un filo resistente ed affilato, utilissima sia in difesa che in attacco. Quando non è sguainata, “ Lama del destino ” è conservata in un fodero di cuoio nero, solitamente posizionato dietro alla schiena ed assicurato al corpo di Amon grazie ad ulteriori fasce della medesima fattura per una duplice ragione: anzitutto gli è possibile sguainare la spada in modo semplice ed immediato, in qualsiasi situazione; ciò gli permette di nasconderla sotto ampi mantelli, consentendogli di passare inosservato laddove lo desideri.

    . Oracolo della Morte .

    Oracolo della morte ”, così come chiamato da Amon, è un pugnale composto dalle più pregiate e resistenti leghe metalliche in possesso dell'ordine dello Scorpione Nero. La sua forma è molto particolare, studiata appositamente per poter essere potenzialmente mortale per chiunque ne incontri il filo; principalmente utilizzato nell'assassinio, non è difficile vedere Amon utilizzarlo anche nel corso di un normale combattimento, come ausilio e supporto nel corpo a corpo. La lama è lunga all'incirca venticinque centimetri, ed è ricurva sul fronte, con una zigrinatura sul retro ed è finemente rifinita con intarsi e rilievi lungo tutta la sua superficie; il manico, a sua volta, è lungo all'incirca quindici centimetri presentandosi leggermente ricurvo, sul lato opposto rispetto al fronte della lama. È composto da legno e metallo, uniti tra loro con intarsi dorati e lacci di cuoio nero che ne rendono l'impugnatura comoda e confortevole, in modo da non comportare difficoltà nella presa; nel suo lato interno presenta un piccolo anello, grande abbastanza da farci passare il dito indice ed utile per cambiare la presa del pugnale per ogni evenienza, permettendo di rivolgere la lama verso l'alto o verso il basso a seconda della situazione contingente. Per via della particolarità della lama, zigrinata sul retro, è abbastanza utile per bloccare le altre spade e consentirgli un vantaggio – laddove possibile – nella corta distanza. Frutto di un lavoro di pregevole manifattura, si presenta bilanciato e ben equilibrato nel suo peso, potendo essere utilizzato anche come arma da lancio, per ogni evenienza; il filo della lama, infine, è molto affilato e resistente. Quando non è impugnato, “ Oracolo della morte ” è riposto in un fodero di cuoio nero agganciato al bacino di Amon con altrettante guaine della medesima fattura; è solito posizionarlo dietro al bacino, ben nascosto, con il manico rivolto verso il lato sinistro e permettergli di impugnarlo con semplicità in qualsivoglia situazione.

    . Aculei dello Scorpione .

    Nell’equipaggiamento di uno Scorpione era immancabile la presenza di un set di pugnali da lancio, utili soprattutto dalla distanza medio-lunga, per favorire così tattiche offensive – o diversive – in missione. Solitamente presenti in numero non inferiore a cinque, sono fissati ad una cinta di cuoio (la stessa alla quale era fissato il pugnale) e posizionati dietro il bacino così da restare occultati alla vista altrui. Composti unicamente di una lega metallica della più pregiata fattura, non presentano fregi particolari se non il simbolo di uno Scorpione inciso sulla lama; sono lunghi approssimativamente dieci centimetri (comprensivi del ‘ manico ’), risultano leggermente squilibrati sulla lama sì da permetterne il lancio. Il taglio poco affilato di questi pugnali è compensato in realtà dalla forza impressa con il lancio, dal quale scaturisce l’effettiva capacità perforante di questi minuti oggetti di morte. Date le loro caratteristiche intrinseche, Amon ha deciso di denominarli “ Aculei dello Scorpione ” in onore all’aracnide dal quale prende il nome il suo ordine.

    ∙ ∙ ∙

    « POTERI SPECIALI »

    . Occhio di Ra .

    Byakugan

    Nell'ordine dello Scorpione Nero sono diverse le abilità che – sono state e che – vengono tramandate di adepto in adepto, di generazione in generazione fin dalla sua istituzione; ve ne sono alcune però che sono legate in modo particolarmente stretto al sangue ed all'innato talento di pochi, che non è stato possibile tramandare per via di particolarità intrinseche delle medesime abilità. Gli studiosi dell'ordine e gli alti vertici hanno pertanto deciso di studiare e documentare simili capacità in rotoli segreti, conosciuti a pochi – e sconosciuti ai molti – al fine di facilitare l'apprendimento di coloro i quali fossero riusciti ad ottenerle per una ragione, piuttosto che per un'altra, e di indirizzarli verso il loro sviluppo. È stato riscontrato nel corso della lunga vita dell'ordine, che tali e particolari abilità si ripresentassero ciclicamente in ogni generazione, alle volte saltandone anche una o due, permettendo pertanto una sorta di studio previsionale in tal senso e comprendere più o meno quando simili capacità si sarebbero ripresentate a vantaggio esclusivo dello Scorpione Nero e del Faraone.

    L'“ Occhio di Ra ”, in particolare, appartiene alla schiatta delle abilità che si tramandano con il sangue, piuttosto che con il talento, finendo per essere appannaggio di pochissimi elemento nella storia dello Scorpione Nero in quanto legata al sangue reale: il sangue del Faraone; era accaduto infatti che alcuni eredi, rinunciando al titolo reale, si fossero uniti all'ordine con lo scopo precipuo di essere d'aiuto al futuro Faraone ed allontanarsi così dai futili giochi di intrighi e potere di palazzo. Si tratta dell'abilità più rara e più imprevedibile in fatto di presentazione, in quanto ben pochi erano stati i membri della famiglia reale che si erano uniti all'ordine, destando difficoltà nel prevedere quando e come l'occhio sarebbe potuto rivelarsi utile agli scopi dello Scorpione Nero, nonché dell'ordine.

    Quest'abilità, come tante altre, non richiedeva la 'purezza' del sangue, ma necessitava unicamente della presenza di sangue reale per poter essere – potenzialmente – risvegliata; il che, comunque, non significava che potesse risvegliarsi automaticamente, in quanto richiedeva comunque che il soggetto avesse sviluppato la capacità di richiamare ed utilizzare il “ Respiro divino ”, appannaggio esclusivo degli adepti dello Scorpione Nero. Ad un normale essere umano era dunque precluso il suo risveglio.

    L'“ Occhio di Ra ” comincia a risvegliarsi nel soggetto in un età compresa tra i sette e gli undici anni, qualora abbia già avuto modo di padroneggiare – anche in modo abbastanza incompleto – il “ Respiro divino ” così che quella stessa energia possa essere utilizzata come catalizzatore dell'abilità stessa. Nel presentarsi, il soggetto denota fortissimi mal di testa, accompagnati da cecità temporanea o da vista estremamente sensibile alla luce, tanto da costringerlo in quest'ultimo caso a tenere gli occhi chiusi; tali sintomi verranno accompagnati da senso di vertigine e spossatezza, in quanto il soggetto non è ancora in grado di controllare il proprio potere ed utilizzare il giusto quantitativo di energia per poter fare completo affidamento sull'abilità oculare. Poco a poco, man mano che il soggetto continua nei suoi addestramenti per affinare la padronanza nel “ Respiro divino ”, affiorano in modo confuso le singole capacità donate dall'abilità, confondendosi tra loro e costringendo il soggetto ad interrompere forzatamente i propri allenamenti in quanto potrebbe essere soggetto anche a perdita di sensi, mettendo a serio rischio la sua vita. Il completamento dell'addestramento d'uopo previsto specificatamente per la sola abilità – unitamente agli sforzi per padroneggiare in modo completo il “ Respiro divino ” –, gli consente di poter incanalare le proprie energie ed i propri sforzi su di una capacità per volta o sulla combinazione di più capacità per volta, senza alcuna difficoltà; l'utilizzo dell'abilità resta comunque legato alle forze ed alle energie residue: da questo dipende infatti l'effettiva fruibilità delle sue capacità nel suo complesso. [Malus: al raggiungimento di determinate soglie di riserva energetica, Amon non sarà in grado di accedere alle proprie capacità passive; le percentuali di riferimento saranno indicate in corrispondenza delle singole capacità.] Il soggetto, custode dell'abilità, ha presentato nel corso dei secoli un'indole riflessiva e mai impulsiva, affidandosi ciecamente alle capacità donategli dall'“ Occhio di Ra ” e risultando prezioso nella fasi strategiche, per evitare ingenti perdite di adepti.

    Fisicamente e visivamente, l'“ Occhio di Ra ” si presenta agli occhi altrui per una sorta di mutazione che avviene nel volto del soggetto, del custode, il quale viene trasfigurato per permettere al “ Respiro divino ” di apportare i propri benefici agli occhi; per poter fare affidamento sulla propria abilità, il custode non dovrà fare altro che concentrare il proprio potere negli occhi e lasciare che il “ Respiro divino ” interagisca con gli stessi. Le vene alle tempi, sino alle orbite, cominceranno a gonfiarsi pompando il sangue – e l'energia – più velocemente; i bulbi oculari, frattanto, perderanno la loro consueta colorazione assumendo un pigmento perlaceo, sovrapponendosi quasi completamente sia alla pupilla, sia alla cornea, di cui permangono semplicemente i contorni sbiaditi.

    Amon ha appreso i primi rudimenti sul “ Respiro divino ” all'età di sette anni, riuscendo nell'intento di controllarlo indirettamente all'età di circa otto anni; ciò gli ha consentito di risvegliare l'“ Occhio di Ra ” a questa età. Infine, è riuscito a perfezionare il controllo sull'abilità e sulla propria energia all'età di dodici anni, con grande sorpresa dei suoi istruttori.

    L'“ Occhio di Ra ” consente al suo custode di poter vedere distintamente l'essenza degli altri soggetti – siano essi amici o nemici –, sotto forma di un fittissimo reticolato energetico che ricorda molto il complesso sistema circolatorio del sangue, la cui colorazione risulterà essere differente a seconda dell'entità che si troverà di fronte. In questa fase, i colori si sbiadiranno assumendo tinte spente, tenenti al grigio, mentre la trama energetica assumerà ai suoi occhi una colorazione più vivida e brillante, consentendogli di concentrare l'attenzione su questo particolare; ad una osservazione più attenta e meticolosa – sostituita, con il tempo, dall'esperienza – è possibile notare che vi sono dei punti nella trama energetica, nei quali l'energia è più condensata rispetto ad altri e ciò in quanto si trovano in corrispondenza degli organi vitali, permettendo al custode una maggiore precisione nei suoi colpi. La visione della trama gli consente un vantaggio ulteriore, soprattutto se lo si combina con una efficace tattica difensiva, poiché ciò gli permette di reagire in modo più veloce ad una offensiva avversaria basata strettamente sull'utilizzo della trama stessa; infatti, in tali situazioni contingenti, la trama energetica subisce una repentina accelerazione dovuta all'utilizzo dell'energia vitale convogliata in quello specifico attacco, potenziando di gran lunga riflessi e reazioni del custode. In tali situazioni, il custode avrà quindi la possibilità di reagire più velocemente alle tattiche offensive avversarie, consentendogli di agire per tempo nella manipolazione del “ Respiro Divino ” e rispondere così in modo più efficace alle sollecitazioni rinvenienti dalle differenti situazioni contingenti. [Auspex passivo di ‘ Percezione magica ’ (la visione della trama energetica è puramente interpretativa e giustifica peraltro la passiva di empatia descritta più avanti). Limitazioni: è possibile vedere le energie impresse su cose e persone, ma non quella emessa naturalmente dalle persone; è possibile avvertire/vedere la presenza di un oggetto incantato e riconoscerlo da –e tra- gli altri; è possibile avvertire quando qualcuno casta tecniche (limite collegato alla passiva che segue). Passiva di Istant Casting dovuta all'osservazione del moto repentino della trama energetica, giustificata dai riflessi repentini rinvenienti nella capacità in oggetto. Malus: al raggiungimento della soglia del 20% della riserva energetica, Amon non sarà in grado di utilizzare ulteriormente queste capacità nel corso dell'evento.] Altra caratteristica peculiare legata alla vista, è quella che consente al custode di poter avere una visuale completa di tutto quanto lo circonda, tranne che un unico punto cieco posto dietro alla sua nuca; si tratta di un cono d'ombra nel quale gli è impossibile vedere o percepire alcunché, trattandosi potenzialmente del vero ed unico punto debole di questa capacità. Per sfruttare un più ampio raggio di visione, deve trovarsi nella più completa immobilità per consentirgli di concentrarsi pienamente su quanto gli accade intorno; qualora voglia sfruttare questa capacità – combinandola con altre – in movimento, il raggio della visuale è più contenuto. [Visuale di 359° intorno a sé per un raggio di 20m. Malus: se Amon si trova in movimento, il raggio della visuale si riduce a 5m; al raggiungimento della soglia del 30% della riserva energetica, Amon non sarà in grado di utilizzare ulteriormente questa capacità nel corso dell'evento.] Ulteriore capacità donata dall'“ Occhio di Ra ”, è quella di vedere al di là di cose e persone, senza alcun impedimento; solitamente, questa capacità è abbinata alle altre donate dall'occhio – in special modo, se sfruttata per scandagliare la zona circostante –, seppure sia valida anche se utilizzata da sola. [Possibilità di vedere ogni cosa aggirando gli ostacoli; Consumo Variabile.] Anni ed anni di esperienza nella “ lettura ” della trama energetica consentono al custode di poter leggere l'aura emotiva altrui, permettendo a questi di conoscerne lo stato d'animo, a meno che non vi siano incanti o protezioni che ne blocchino la percezione. Infatti la trama energetica rappresenta uno specchio, una sorta di riflesso di quelli che sono i diversi stati emotivi che colpiscono l'animo altrui; ciò è dovuto, in particolare, al moto del flusso energetico, al suo scorrere nel fittissimo reticolato del sistema circolatorio, permettendo al custode – dopo una fase di conoscenza e di studio più o meno breve – di comprenderne lo stato d'animo con uno scarto di errore infinitesimale. Ovviamente, per la stragrande maggioranza dei soggetti i segnali sono più o meno simili, se non identici; ma è possibile che vi siano dei soggetti particolari che poco si prestino alla lettura dell'aura emotiva, rendendo più difficoltoso al custode comprendere quale sia il loro stato d'animo, riuscendo persino a raggirarlo vanificando così ogni suo sforzo. Ciò non toglie che la lettura dello stato emotivo sia estremamente utile al custode in situazioni contingenti particolari, poiché potrebbe consentirgli – a titolo di esempio – di scoprire attraverso questa “ lettura ” se il soggetto che ha davanti gli sta mentendo o meno. Si tratta pertanto di una capacità estremamente versatile, potendo essere utilizzata nelle situazioni più disparate. [Lettura dell'aura emotiva utilizzando come tramite la visione della trama energetica (Passiva di Empatia); Passiva di Lie-Detector. Malus: al raggiungimento della soglia del 20% della riserva energetica, Amon non sarà in grado di utilizzare ulteriormente queste capacità nel corso dell'evento.]

    . Essere un adepto dello Scorpione Nero .

    Gli adepti dello Scorpione Nero vengono sottoposti fin dalla più tenera età ad allenamenti fisici e psichici molto particolari, il cui scopo è quello di formarli anzitutto come guerrieri, dotandoli di fisici forti e resistenti, agili e veloci, in virtù dei ruoli e dei compiti che andranno a ricoprire una volta divenuti membri dell'ordine; secondariamente, vengono formati – con altrettanta attenzione e dedizione – come assassini, fornendo loro una preparazione (teorico-pratica) completa sulle tecniche di omicidio, sviluppando principalmente le particolari capacità fisiche – e psichiche – necessarie per metterle in atto.

    Concluso l'addestramento, Amon possiede una forza fisica notevole considerato il livello medio di un normale essere umano, retaggio degli intensi allenamenti cui è stato sottoposto sin da piccolo che gli hanno consentito di sviluppare la propria vera forza, rendendolo oltremodo pericoloso in un confronto corpo a corpo; ciò gli consente anche di sopportare pesi notevoli, ma mai eccessivi, in virtù del fatto che gli allenamenti erano basati proprio su questo: sollevamento di pesi e macigni e loro spostamento come fossero una sorta di zavorra dalla mattina alla sera, anche durante le sessioni di combattimento. La sua muscolatura, in tal senso, risulta tonica, scolpita ed asciutta: un buon compromesso che non lo vincola nei movimenti. [Power Up passivo + 50% Forza] Le sessioni di combattimento corpo a corpo e con le armi, gli hanno consentito inoltre di sviluppare una resistenza fisica impareggiabile: concluso l'addestramento, infatti, la sua pelle e le sue ossa sono divenute coriacee, tanto da consentirgli di resistere anche ai colpi più duri se corroborati da una buona tattica difensiva. Ciò gli consente di resistere meglio ai colpi altrui, riuscendo a rialzarsi in piedi laddove altri si sarebbero già arresi; inoltre ciò gli consente di risentire meno dello sforzo e della stanchezza, in virtù di questa sua stessa resistenza. [Power Up passivo + 50% Resistenza]

    « TECNICHE E STILI »

    . Stile dello Scorpione Nero ~ Tattiche offensive e difensive di base .

    Il “ Respiro divino ” consente ad Amon la capacità di potenziare i propri attacchi fisici, sfruttando quanto appreso durante i lungi anni di addestramento; si tratta di utilizzare la propria energia in modo semplice e basilare, in quanto basterà convogliarla all'interno del corpo e, successivamente, nell'arto desiderato al fine di poter eseguire un attacco che risulti potenzialmente pericoloso in qualsivoglia situazione; che si tratti di calci o pugni non fa differenza, poiché il “ Respiro divino ” consentirà di rendere qualsiasi colpo, anche il più semplice ed irrisorio, pericoloso agli occhi del proprio avversario. Tenuto conto di questa applicazione base, sarà possibile convogliare la propria energia anche all'interno delle proprie armi – spada e pugnale – per rendere il loro taglio ancora più affilato del solito, con lo scopo di menare fendenti ed affondi sicuramente più efficaci in battaglia. [Potenziamento attivo dei colpi fisici – compresi i colpi eseguiti con spada e pugnale –; Consumo Variabile] Parimenti, concentrando però diversamente la propria energia nel proprio fisico – o nelle proprie armi – potrà fronteggiare attacchi di tipo etereo, opponendovisi direttamente; basterà infatti fronteggiare questo tipo di tecniche con il proprio fisico, ricoperto dalla propria energia o di 'tagliarlo' – laddove possibile – con le proprie armi, opponendo un quantitativo di potere eguale o superiore. Laddove non sia possibile fronteggiarlo con movimenti d'attacco, imporrà il proprio fisico incrociando dinanzi a sé le braccia ed abbassando leggermente le proprie gambe in modo da imporsi letteralmente alla tecnica che gli è stata lanciata contro. [Difesa contro gli attacchi di tipo magico (taglio dell'etereo e irrobustimento); Consumo Variabile] Altrimenti, nella normalità dei casi, Amon ha imparato a convogliare la propria energia nelle gambe e, per converso, in tutto il suo fisico per velocizzare i propri movimenti spingendolo ben oltre i normali limiti impostigli dalla sua condizione umana, al fine di poter sfuggire alle tecniche di attacco altrui; con lo stesso principio, potrebbe sfruttare il medesimo movimento per favorire tatticamente le proprie offensive e rendersi così imprevedibile agli occhi dei suoi avversari. [Scatto; Consumo <del>Variabile/del> Medio + Medio]

    _ ___ ______________________ ___ _

    Note a margine ~ la mia priorità è Elia, ma non mi dimentico degli altri. Con quei due scatti finali cerco di dare fondo alla mia forza fisica per agganciare quante più persone possibile e spingerle fuori, facendo attenzione al piccolo. Ovviamente mi serve anche per darmi la spinta qualora sia riuscito a caricarmi altra gente, quindi nel caso serve soprattutto per questo. Fortuna che ho anche una passiva in resistenza, almeno dovrei sopportare la fatica più facilmente.

    Detto questo, l'azione finale sono per l'appunto due spinte a Medio.
     
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    In seguito a quell'esplosione tanto forte da far tremare la terra non ci fu molto da dire, i tre guerrieri erano tacitamente d'accordo su quello che bisognava fare. Le loro priorità erano uscire da lì il prima possibile e cercare di portare in salvo tutti i prigionieri. Ma prima di mettersi a correre verso la zona delle altre celle Mugen aiutò Amon nell'assicurare il bambino al suo petto. Fatto questo si misero rapidamente in moto percorrendo a ritroso il labirinto di corridoi che li aveva condotti alla cella del Paziente Zero.

    Raggiunti i prigionieri non restava che sperare che quel Mavros -che già aveva dato prova di saperne qualcosa della scienza umana- riuscisse con quell'oggetto, presumibilmente abbandonato da Blue, a far ritrovare il senno alle povere creature contro cui avevano dovuto combattere poco prima.

    Inconsapevole di come avrebbero reagito alla sua presenza, Mugen si sarebbe comunque avvicinato a più piccoli e con fare tranquillo -cercando di non far trasparire la sua preoccupazione per quanto stava succedendo- si sarebbe inginocchiato accanto a loro.

    “Se non soffrite di vertigini posso portarvi io.”

    Il Demone avrebbe offerto allora la schiena e le braccia ai piccoli prigionieri provando a mascherare in un gioco la gravità della situazione.

    Qualora avessero accettato l'invito si sarebbe sollevato da terra di qualche centimetro e avrebbe cominciato a scivolare per i corridoi verso l'uscita. In questo modo le vibrazioni non avrebbero intralciato la sua corsa verso l'uscita e sarebbe stato più facile mantenere la presa sui suoi piccoli passeggeri.

    “Tenetevi forte.”

    In prossimità dell'uscita avrebbe poi dato fondo alle sue ultime forze per uscire finalmente da quelle carceri infernali, facendo comunque attenzione a mantenere ben salda la presa su coloro i quali avrebbero accettato il suo invito.


    CITAZIONE
    Condizioni fisiche: Contusioni lievi e graffi sparsi. Affaticato dalla lunga corsa.
    Condizioni psicologiche: deciso
    Energie: 80%-10%=70%
    Riepilogo:

    Tecniche utilizzate:
    ~Scatto della Volpe
    L'haori bianco, dono dalla misteriosa volpe dal pelo bianco, ha donato a Mugen la possibilità di fluttuare nell'aria in libertà. Il demone ha dunque sviluppato delle particolari manovre che gli consentono di sfruttare al meglio la possibilità di questa libertà di movimento.
    In particolare Mugen scalciando l'aria con vigore ottiene come risultato un movimento ultra rapido. Un azione veloce che sfrutta la forza delle gambe e i poteri dell'haori, che consente alla volpe di ritrovarsi in pochi istanti ad una distanza massima di 7 metri.
    Consumo: Medio Durata: Istantanea


    Passive:

    ~Retaggio di una volpe Rossa:
    [SPOILER]Che cos'è esattamente un demone volpe? Nessuno lo sa con esattezza, ne esistono varie razze, varie tribù e una moltitudine di sottospecie... sebbene siano molto difficili da incontrare, creature furbe e sfuggenti. La varietà a cui appartiene Mugen ha molti tratti in comune con la comune volpe rossa selvatica, una descrizione spicciola porta infatti a definirlo come una grossa volpe dalla postura eretta, col pollice opponibile e in grado di parlare. Inoltre un demone volpe ha un ciclo vitale molto molto lungo, infatti Mugen, con qualche centinaio di anni, è da considerarsi nel pieno della giovinezza. Non è chiaro cosa accada ad un demone volpe una volta invecchiando... si sa solo che il suo manto diventa completamente bianco e abbandona il branco dei più giovani per andare chissà dove. O almeno è questo che si crede, uno strano meccanismo si innesca nelle giovani volpi nei confronti dei membri anziani, o per lo meno nei confronti dei membri anziani che hanno superato la Soglia. Non riescono più a ricordarsi di loro, o meglio non riescono a focalizzare l'attenzione su coloro che hanno superato la Soglia. Per questo si parla di Soglia, una sorta di soglia dell'esistenza. Certo ci si ricorda della vita trascorsa insieme e delle imprese compiute da un membro scomparso, ma ad un certo punto questi scompare nell'oblio ed è anche difficile da individuare il momento esatto in cui avviene l'attraversamento della Soglia. Si tramanda inoltre di incontri con volpi bianche nel corso dei secoli e in momenti particolari della storia, ma i racconti sono tutti un po' vaghi e si perdono nel ricco folklore delle volpi rosse.
    Come detto un demone volpe è una creatura fuori dall'ordinario, i loro sensi sono superiori a quelli di un qualsiasi umano. Sono in grado di fiutare ed identificare una qualsiasi creatura in un raggio d'azione estremamente ampio e seguire una traccia per loro è estremamente facile.
    Se non bastasse sono creature forti e veloci, in grado di affrontare qualsiasi avversità. Le loro capacità uditive si estendono oltre l'immaginabile, un demone volpe riesce facilmente a distinguere il battito di un cuore e un sussurro appena sospirato in un raggio d'azione di decine forse centinaia di metri...Inoltre dispongono di micidiali armi naturali: artigli in grado di lacerare la carne e zanne in grado di spappolare le ossa. Non bisogna lasciarsi ingannare se spesso si mostrano come esseri bonari e pacifici. Una volta fiutata la preda, difficilmente la lasciano andare...
    [Bonus forza +50% (5 punti), Olfatto iper sviluppato raggio d'azione: 30 metri in duello (5 punti), zanne e artigli (2 punti); Caratteristiche bloccate: Vista notturna, udito iper sviluppato (5 punti)]


    ~Reliquie di una volpe Bianca:
    Mugen è uno dei pochi che può vantare di aver incontrato una Volpe Bianca nella sua vita. Forse perché i più se ne dimenticano. In realtà anche lui dubita di quanto avvenuto e dei vaghi ricordi che ha dell'incontro, se non fosse che quell'incontro gli ha lasciato una prova tangibile. Infatti l'unica certezza della Volpe Rossa è il dono ricevuto dalla misteriosa Volpe Bianca: il velo. Un nome sibillino per una reliquia altrettanto enigmatica. Il velo ha l'aspetto di un haori bianco, che al tatto sembra fatto di seta. Nessuno potrebbe mai sospettare l'origine indefinita di un tale manufatto né tanto meno indovinare il suo potere latente. Oltre ad essere baluardo e prova di un'esperienza vissuta l'haori dona a chi lo indossa straordinarie capacità. Mugen ha infatti scoperto che indossando l'haori può facilmente fluttuare in aria, come se fosse privo di peso, come se fosse uno fantasma...
    [Abilità passiva di volo (1+5 punti), altre particolarità per ora sconosciute]


    ~Ombra del Drago
    Ogniqualvolta Mugen si ritrova ad impugnare Anguirel contro un nemico, questi si ritrova a fare i conti non solo con la ferocia del Demone Volpe ma con l'antico retaggio della spada. Infatti Anguirel riversa ai danni dei nemici di Mugen un'aura di sottomissione.


    Equip:

    ~Anguirel
    Anguirel è stata forgiata per volere dello stesso Mugen Fudo con elementi da lui raccolti nel corso delle sue avventure su Endlos.
    Sebbene sia una spada di recente fattura nei suoi costituenti si nasconde una storia molto antica. É stata forgiata utilizzando alcune scaglie della corazza di Khellendros, il gigantesco drago Divora-Mondo, e il leggendario bokken di Fanedell, artefatto donato dalla foresta alla Volpe Rossa in segno di gratitudine per aver combattuto contro un nemico che ne minacciava il secolare equilibrio.

    Con queste premesse non è difficile immaginare come Anguirel sia una spada straordinaria e unica nel suo genere. Dal punto di vista puramente strutturale la lama è stata forgiata colando e temprando più volte attorno all'anima lignea una lega di acciaio e scaglie di Khellendros.
    La lama raggiunge con facilità il metro e venti di lunghezza, perfetta e bilanciata con uno spessore di circa due centimetri nella nella sezione centrale, che assottigliandosi sempre più verso i bordi crea un doppio filo estremamente tagliente ed una terribile punta acuminata.

    Esteticamente la sezione centrale centrale è di color chiaro, rivelando appunto l'anima dell'artefatto ricavata utilizzando il legno di Fanedell, che in questa parte della lama è abbracciata da un sottile strato di metallo che la rende comunque visibile. Spostandosi verso i bordi la densità della lega aumenta virando la colorazione verso un nero scuro e opaco ai bordi, ma passando attraverso varie increspature di grigio lungo la superficie.

    La guardia, di fattura apparentemente più rozza, deriva da un intaglio grezzo delle scaglie e riporta dei glifi in basso rilievo. Mentre l'impugnatura è tutt'uno col corpo centrale dell'oggetto in legno di Fanedell, coperto in questa sezione da una fettuccia si seta e pelle atta a rendere l'impugnatura più comoda e salda.

    Per quanto riguarda il peso non supera i tre chilogrammi.
    Normalmente è riposta nel suo fodero grigio senza particolari ornamenti, che la Volpe tiene al fianco sinistro.

    Come legittimo discendente del bokken di Fanedell anche Anguirel è in grado di attingere alle energie di Mugen Fudo, ma forse per una memoria ancestrale custodita al suo interno la lama chiederà un doppio pegno. Mugen avvertirà le sue energie fluire nell'arma in maniera violenta e a volte dolorosa, come se la stessa Anguirel gli stesse mordendo il braccio e la mano in cambio del suo supporto in battaglia.
     
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    Sequerus.


    « Vi prego di rimanere calmi e non oltrepassare queste persone. »

    A parlare fu un uomo sulla trentina. Completamente glabro e dalla testa rasata, portava indosso una curiosa veste gialla ed arancio al pari di decine di suoi commilitoni. Il solo vederli in quel modo, tutti allineati a formare una barriera che separava i superstiti dal reale campo di battaglia, privi di ogni peluria e dagli occhi a mandorla -neri, liberi dalla collera o dalla rabbia... nonostante tutto-, dava un'idea di ordine e pace del tutto aliena alla situazione.
    Era bizzarro e destabilizzante... ed al tempo stesso rincuorante.
    Ispiravano fiducia.

    « Tutti coloro che hanno vissuto la prigionia sotto i crudeli Kuroi ed Ho, sono sotto la protezione del mio Signore: Zheng Amunhasses »

    Parlava piano, e la sua voce era bella e piacevole.
    Anche quel nome lo era: famoso Saggio e Mistico, guidava una delle grandi famiglie della Resistenza. Un Alleato, dunque, molto potente ed amato.

    « Ci occuperemo di voi, così che i guerrieri rimasti continuino la battaglia. »

    In questo modo avrebbero portato in salvo, lontano dal campo, tutti coloro che mai avrebbero impugnato una lancia o una spada. Allo stesso modo lo impedirono a chi -in un impeto di rabbia- era pronto ad azioni suicide pur di avere vendetta. Pur avendo riottenuto la ragione per mano degli Eroi e della penna abbandonata dal Dr.Blue, nulla era cambiato nei loro sentimenti. C'era chi aveva paura, chi odio e chi immensa gioia... proprio come Elia.
    In ogni caso, il piccolino sarebbe stato l'ultimo ad essere portato in salvo e, quando uno di quegli strani alleati fece per prenderlo fra le braccia, il bambino si strinse ancora più forte ad Amon, acquattandosi alle sue spalle come nella speranza di potersi nascondere in qualche modo. Avrebbe opposto resistenza anche al secondo tentativo finché fra gli uomini in arancio non si aprì una breccia da cui uscì un vecchio in tunica dorata.

    « Il tempo del piacere sfugge fra le dita come acqua... ma non sarebbe tanto prezioso, se così non fosse. »

    La voce era debole ma ferma, di un'autorevolezza innata ed evidentissima.
    La lunga barba bianca scendeva liscia fino al ventre, ed altrettanto lisci erano i lunghi capelli alla base della nuca. A coprire la calvizie era invece un curioso cappello dai motivi simili all'abito e del medesimo colore.

    « Bambino, tu più degli altri martiri ne hai bisogno: potrai rimetterti presto in sesto e tornare a casa dai tuoi cari. »

    Nonostante Elia fosse ancora saldamente aggrappato allo Scorpione, parve meno ostile alla presenza del vecchietto, forse succube del carisma. Eppure un alone di tristezza avrebbe oscurato il suo visino allegro. Forse perché -in effetti- a casa non era rimasto più nessuno ad attenderlo.
    Il vecchio -tuttavia- parve non rendersi conto di ciò. Sorrise e, vedendolo così affettuoso nei confronti del salvatore, rivolse uno sguardo mite al buon Amon.

    « E' suo figlio, giusto? »


    .Istruzioni ~ Vento di Libertà ~ AbissoMolto bene, considerando che avete già descritto perfettamente le manovre per uscire indenni, sono passata direttamente al passo successivo. In ogni caso, il numero dei morti è zero. Siete riusciti a salvare tutti i presenti :)

    Premetto che questo turno è molto interpretativo. Essendo comunque usciti dalle prigioni, potete decidere che fare: continuare a combattere, seguire i superstiti, chiacchierare o chiedere cure. Potete anche dare suggerimenti ad Amon riguardo la sua scelta, premettendo che sarà comunque il pg a dare la risposta definitiva al suo bivio personale. Queste non sono le uniche alternative: sentitevi quindi liberi di interpretare i vostri pg come credete.

    Amon, per te la situazione è lievemente diversa: come è evidente in questo post, ti trovi davanti all'ultimo bivio -questa volta più "personale". Devi decidere cosa dire al signore che vuole portar via Elia: la verità, quindi lasciarlo totalmente alle loro cure, oppure dire che è tuo figlio, dunque una bugia. Nel secondo caso il finale della quest non muta rispetto all'altra scelta, ma il png ti verrà reso il prima possibile in una giocata che hai già in programma in seguito. Potrai tenere Elia come mascotte da 0pt (di quelli fuffa, perchè tanto non ha più poteri: è un bimbo di otto anni XD).

    Scadenza: 24/3/2017 - ore 23.59

     
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    Non fu facile percorrere la via che conduceva all'uscita mantenendo la calma. Ma Mugen doveva tenere i nervi saldi, aveva promesso che avrebbe condotto quelle povere creature alla salvezza ed ora era sua responsabilità fare di tutto pur di mantenere quella promessa. Fortunatamente riuscirono ad attraversare i corridoi senza incontrare ostacoli e solo grazie agli sforzi combinati di tutti gli eroi fu possibile far uscire dalla struttura tutti i prigionieri.

    La Volpe riuscì così a tirare un sospiro di sollievo solo dopo aver fatto scendere i suoi piccoli passeggeri e dopo essersi appurato che anche Amon e il bambino erano riusciti ad uscire senza problemi.

    « Vi prego di rimanere calmi e non oltrepassare queste persone. »

    Abbandonate le prigioni si ritrovarono di fronte ad un uomo in una curiosa veste gialla e arancio che con i suoi uomini separava il gruppo di sopravvissuti dal campo di battaglia.

    « Tutti coloro che hanno vissuto la prigionia sotto i crudeli Kuroi ed Ho, sono sotto la protezione del mio Signore: Zheng Amunhasses »

    La voce dell'uomo appariva calma, nonostante il campo di battaglia fosse così vicino.

    « Ci occuperemo di voi, così che i guerrieri rimasti continuino la battaglia. »

    Congedandosi dal gruppo di superstiti Mugen si avvicinò all'uomo.

    “Vi prego di prendervi cura di loro. Ne hanno davvero bisogno.”

    Non dubitava delle loro intenzioni, ma il ricordo delle creature chiuse in gabbia e portate alla follia dalla prigionia era ancora troppo vivido, e sentiva il bisogno di raccomandare gli alleati affinché si prendessero cura delle vittime di quella mostruosa guerra.

    La Volpe avrebbe poi lanciato uno sguardo in direzione degli altri Eroi che con lui erano penetrati nel cuore della prigione per poi rivolgersi nuovamente all'uomo.

    “La mia battaglia non è ancora finita.”


    Detto questo avrebbe attraversato la fila di soldati per dirigersi nuovamente verso il campo di battaglia e dare manforte all'esercito ribelle.


    CITAZIONE
    Condizioni fisiche: Contusioni lievi e graffi sparsi. Affaticato dalla lunga corsa.
    Condizioni psicologiche: deciso
    Energie:70%
    Riepilogo: //

    Tecniche utilizzate: //


    Passive:

    ~Retaggio di una volpe Rossa:
    [SPOILER]Che cos'è esattamente un demone volpe? Nessuno lo sa con esattezza, ne esistono varie razze, varie tribù e una moltitudine di sottospecie... sebbene siano molto difficili da incontrare, creature furbe e sfuggenti. La varietà a cui appartiene Mugen ha molti tratti in comune con la comune volpe rossa selvatica, una descrizione spicciola porta infatti a definirlo come una grossa volpe dalla postura eretta, col pollice opponibile e in grado di parlare. Inoltre un demone volpe ha un ciclo vitale molto molto lungo, infatti Mugen, con qualche centinaio di anni, è da considerarsi nel pieno della giovinezza. Non è chiaro cosa accada ad un demone volpe una volta invecchiando... si sa solo che il suo manto diventa completamente bianco e abbandona il branco dei più giovani per andare chissà dove. O almeno è questo che si crede, uno strano meccanismo si innesca nelle giovani volpi nei confronti dei membri anziani, o per lo meno nei confronti dei membri anziani che hanno superato la Soglia. Non riescono più a ricordarsi di loro, o meglio non riescono a focalizzare l'attenzione su coloro che hanno superato la Soglia. Per questo si parla di Soglia, una sorta di soglia dell'esistenza. Certo ci si ricorda della vita trascorsa insieme e delle imprese compiute da un membro scomparso, ma ad un certo punto questi scompare nell'oblio ed è anche difficile da individuare il momento esatto in cui avviene l'attraversamento della Soglia. Si tramanda inoltre di incontri con volpi bianche nel corso dei secoli e in momenti particolari della storia, ma i racconti sono tutti un po' vaghi e si perdono nel ricco folklore delle volpi rosse.
    Come detto un demone volpe è una creatura fuori dall'ordinario, i loro sensi sono superiori a quelli di un qualsiasi umano. Sono in grado di fiutare ed identificare una qualsiasi creatura in un raggio d'azione estremamente ampio e seguire una traccia per loro è estremamente facile.
    Se non bastasse sono creature forti e veloci, in grado di affrontare qualsiasi avversità. Le loro capacità uditive si estendono oltre l'immaginabile, un demone volpe riesce facilmente a distinguere il battito di un cuore e un sussurro appena sospirato in un raggio d'azione di decine forse centinaia di metri...Inoltre dispongono di micidiali armi naturali: artigli in grado di lacerare la carne e zanne in grado di spappolare le ossa. Non bisogna lasciarsi ingannare se spesso si mostrano come esseri bonari e pacifici. Una volta fiutata la preda, difficilmente la lasciano andare...
    [Bonus forza +50% (5 punti), Olfatto iper sviluppato raggio d'azione: 30 metri in duello (5 punti), zanne e artigli (2 punti); Caratteristiche bloccate: Vista notturna, udito iper sviluppato (5 punti)]


    ~Reliquie di una volpe Bianca:
    Mugen è uno dei pochi che può vantare di aver incontrato una Volpe Bianca nella sua vita. Forse perché i più se ne dimenticano. In realtà anche lui dubita di quanto avvenuto e dei vaghi ricordi che ha dell'incontro, se non fosse che quell'incontro gli ha lasciato una prova tangibile. Infatti l'unica certezza della Volpe Rossa è il dono ricevuto dalla misteriosa Volpe Bianca: il velo. Un nome sibillino per una reliquia altrettanto enigmatica. Il velo ha l'aspetto di un haori bianco, che al tatto sembra fatto di seta. Nessuno potrebbe mai sospettare l'origine indefinita di un tale manufatto né tanto meno indovinare il suo potere latente. Oltre ad essere baluardo e prova di un'esperienza vissuta l'haori dona a chi lo indossa straordinarie capacità. Mugen ha infatti scoperto che indossando l'haori può facilmente fluttuare in aria, come se fosse privo di peso, come se fosse uno fantasma...
    [Abilità passiva di volo (1+5 punti), altre particolarità per ora sconosciute]


    ~Ombra del Drago
    Ogniqualvolta Mugen si ritrova ad impugnare Anguirel contro un nemico, questi si ritrova a fare i conti non solo con la ferocia del Demone Volpe ma con l'antico retaggio della spada. Infatti Anguirel riversa ai danni dei nemici di Mugen un'aura di sottomissione.


    Equip:

    ~Anguirel
    Anguirel è stata forgiata per volere dello stesso Mugen Fudo con elementi da lui raccolti nel corso delle sue avventure su Endlos.
    Sebbene sia una spada di recente fattura nei suoi costituenti si nasconde una storia molto antica. É stata forgiata utilizzando alcune scaglie della corazza di Khellendros, il gigantesco drago Divora-Mondo, e il leggendario bokken di Fanedell, artefatto donato dalla foresta alla Volpe Rossa in segno di gratitudine per aver combattuto contro un nemico che ne minacciava il secolare equilibrio.

    Con queste premesse non è difficile immaginare come Anguirel sia una spada straordinaria e unica nel suo genere. Dal punto di vista puramente strutturale la lama è stata forgiata colando e temprando più volte attorno all'anima lignea una lega di acciaio e scaglie di Khellendros.
    La lama raggiunge con facilità il metro e venti di lunghezza, perfetta e bilanciata con uno spessore di circa due centimetri nella nella sezione centrale, che assottigliandosi sempre più verso i bordi crea un doppio filo estremamente tagliente ed una terribile punta acuminata.

    Esteticamente la sezione centrale centrale è di color chiaro, rivelando appunto l'anima dell'artefatto ricavata utilizzando il legno di Fanedell, che in questa parte della lama è abbracciata da un sottile strato di metallo che la rende comunque visibile. Spostandosi verso i bordi la densità della lega aumenta virando la colorazione verso un nero scuro e opaco ai bordi, ma passando attraverso varie increspature di grigio lungo la superficie.

    La guardia, di fattura apparentemente più rozza, deriva da un intaglio grezzo delle scaglie e riporta dei glifi in basso rilievo. Mentre l'impugnatura è tutt'uno col corpo centrale dell'oggetto in legno di Fanedell, coperto in questa sezione da una fettuccia si seta e pelle atta a rendere l'impugnatura più comoda e salda.

    Per quanto riguarda il peso non supera i tre chilogrammi.
    Normalmente è riposta nel suo fodero grigio senza particolari ornamenti, che la Volpe tiene al fianco sinistro.

    Come legittimo discendente del bokken di Fanedell anche Anguirel è in grado di attingere alle energie di Mugen Fudo, ma forse per una memoria ancestrale custodita al suo interno la lama chiederà un doppio pegno. Mugen avvertirà le sue energie fluire nell'arma in maniera violenta e a volte dolorosa, come se la stessa Anguirel gli stesse mordendo il braccio e la mano in cambio del suo supporto in battaglia.
     
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  12. Deneb Eilean
     
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    La concitata evacuazione si conclude senza tragedie e tutti gli internati riescono finalmente a riassaporare la libertà. Pur essendo stremata e col fiatone, sorrido soddisfatta per l’esito dell’operazione di salvataggio. Mentre le truppe di un certo Amunhasses prendono in custodia i sopravvissuti, scorgo nella folla un volto familiare e a quel punto grido con quanto fiato mi resta in gola.

    « Aoko! »

    Mi precipito da mia sorella e l’abbraccio con impeto,
    tanto che a momenti rischiamo di cadere entrambe.

    « Stai bene? Ti hanno fatto qualcosa? Io… »

    Lei mi rassicura, dicendo che la sua prigionia è stata leggera in confronto a quella di molti altri sventurati. Ormai è tutto finito e non posso trattenermi dal piangere di gioia, stringendola forte. Per quanto la guerra non sia ancora conclusa, sento di aver adempiuto alla mia battaglia personale. Ora la mia priorità è tenerla al sicuro finché non potremo far ritorno a Skye insieme.


    Stato fisico: lividi sparsi, affaticata
    Stato mentale: felice
    Energia: 90%
    Equipaggiamento:
    Gáe Bolg [ Lancia | passiva di richiamo | passiva di bruciore delle ferite inflitte ]

    Lancer Suit [ Armatura ]

    Passive:
    Acrobatics [ Passiva di movenze acrobatiche ]

    Attive utilizzate: /
     
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  13.  
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    Erano liberi, finalmente.

    Il respiro di Amon si era fatto pesante per la fatica del momento: aveva forzato il suo corpo ad uno sforzo incredibile ed era normale si sentisse spossato ed affaticato. Un paio di boccate profonde, stringendo il piccolo Elia al suo petto posando la guancia sulla sua testolina per rassicurarlo che ormai era tutto finito, che tutto quanto aveva vissuto sino a quel momento non era altro che un lontano e brutto ricordo.

    Hai visto? Ce l’abbiamo fatta: siamo fuori. Sei libero finalmente! ” gli avrebbe sussurrato, prima che una voce estranea interrompesse quel momento utopico.

    Lo Scorpione alzò lo sguardo collerico sulle prime, come a voler fulminare con lo sguardo il nuovo arrivato per averlo interrotto. Continuando a guardarlo, però, insieme agli altri tutti uguali come lui – e nell’aspetto e nell’abbigliamento –, tutti allineati come a formare una barriera tra loro ed il campo di battaglia dove ancora imperversava la guerra, Amon si sentì quasi sollevato: gli ispiravano fiducia, nonostante tutto. Continuò ad ascoltarlo per sentire cos’avesse da dire loro, soprattutto ai prigionieri ormai liberati: questi affermò infatti che le creature sarebbero state sotto la protezione di Zheng Amunhasses, una personalità di spicco nella Resistenza; lo stesso Amon sembrò sorpreso nell’udirlo in quel momento. Ne aveva sentito parlare come di un Saggio ed un Mistico proprio nell’accampamento nei giorni passati, ma mai avrebbe pensato di trovarsi dinanzi a suoi commilitoni. La sua espressione si fece ancora più leggera, ormai conscio di trovarsi davanti a degli alleati. Nel frattempo continuava a massaggiare la testa del piccolo con fare amorevole, facendo attenzione a non fargli del male: non era affatto abituato a quel genere di cose, ma con Elia sembrava venirgli facile. Forse si sentiva un po’ simile a lui, per quello che aveva passato nella sua infanzia quando venne strappato dai suoi affetti dagli accoliti dell’Ordine dello Scorpione Nero e sottoposto ad addestramenti e torture irripetibili; forse, in un certo senso, non erano poi così distanti per esperienze. Entrambi, infatti, erano stati vittime di un pensiero distorto, di un ideale maledetto.

    Slegò il mantello, sì da cominciare a liberare Elia dalla posizione in cui era stato costretto sino a quel momento, proprio mentre quelli si prendevano cura degli altri impedendo che potessero essere coinvolti ulteriormente nel conflitto; fermarono anche chi, presi dalla collera e dalla rabbia si sarebbero buttati certamente volentieri contro i soldati nemici, imbracciando lance, spade e la propria stessa vita. Osservando l’evolversi degli eventi, ed ormai libero dal mantello che lo teneva costretto al petto dello Scorpione, Elia prese ad arrampicarsi sul corpo di Amon sino a tornargli sulle spalle, accoccolandosi ancora di più – come se volessi nascondersi – quando arrivarono infine per prendere e portare via anche lui. In due non riuscirono a svincolarlo dalle grinfie del guerriero, finché non arrivò anche un terzo figuro, il più anziano del gruppo dalla voce piuttosto debole, ma ferma e decisa, della cui autorevolezza nessuno avrebbe mai messo alcun dubbio. Questi era diverso dagli altri, aveva una lunga barba bianca che gli scendeva sino al ventre ed altrettanto bianchi erano i lunghi capelli lisci, che lo rendevano di fatto non completamente calvo; sulla testa un copricapo a nascondere la calvizie della medesima fattura del suo abito tradizionale.

    A dire la verità Amon era apparso piuttosto infastidito dagli altri due: il bambino non aveva evidentemente intenzione di muoversi ed a quella resistenza resa manifesta dalle sue intenzioni, sarebbe intervenuto egli stesso se non fosse arrivato quell’altro. I turbamenti del suo cuore sembrarono calmarsi per un momento, dando ascolto alle parole del vecchio e doveva ammettere che Elia era diventato meno ostile almeno nei suoi confronti. Era come se avesse toccato l’anima del bimbo ed in effetti, girando lo sguardo verso di lui – con la coda negli occhi – notò che il suo visino si era fatto triste, come se si fosse incupito per quanto aveva appena avuto modo di sentire. Sentì come il cuore stringersi, stritolarsi a quella reazione così pura ed innocente che si sarebbe scaraventato volentieri anche contro tutti loro. A riportarlo alla realtà, con i piedi ben saldi sul terreno, fu infine la domanda del vecchio che gli chiedeva se Elia fosse suo figlio.

    Sì! ” rispose secco. D’istinto.

    Non era mai stato così sicuro di sé nella sua vita, mai come in quel momento. E dentro di sé sapeva di aver fatto la cosa giusta: era forse l’unico che poteva realmente capire quali fossero i sentimenti del bimbo in quel momento ed era forse l’unico a sapere di cosa potesse avere realmente bisogno. Però, per far sì che il bimbo potesse finalmente crescere tranquillo e privo di qualsivoglia preoccupazione, avrebbe dovuto continuare a combattere. Una ragione in più per continuare a farlo, forse la più importante di tutte.

    Ma ho bisogno che vi prendiate cura di lui finché non avrò reso tutti i miei servigi al Principe Namas. Gli ho promesso la mia cieca obbedienza e gli ho donato le mie armi e le mie capacità, finanche questa stessa vita. A lui, come a Lady Odayaka. ” chinò il capo lievemente, nel suo ricordo.

    Avrebbe poi preso il bimbo, lasciando che potesse finalmente stare sulle sue gambe, inginocchiandosi davanti a lui e posandogli la fronte contro la sua; avrebbe rilasciato poi i suoi Occhi, lasciando che migrassero di nuovo al verde puntando direttamente i suoi. Gli occhi del guerriero si inumidirono, trascinati dalle emozioni del momento, buttando fuori tutto quanto il suo cuore – se solo avesse potuto – avrebbe gridato al cielo. Gliel’avrebbe sussurrato, per far sì che il vecchio non potesse udirli; che quelle parole fossero soltanto loro e di nessun altro.

    C’è ancora una cosa che devo fare Elia, per te: per loro. Ti prometto che mi prenderò cura di te. Sai, vivo in un bosco molto grande, ma è diverso dagli altri: è un bosco vivo e t’insegnerò tutto quello che so e che ho imparato sulle creature che lo abitano. Sono sicuro che ti piacerà e li potrai finalmente vivere in pace, libero dalle catene che ti hanno tenuto prigioniero sino ad oggi. Potrai andare dove vorrai, conoscere chi vorrai e mangiare tutti i cibi ed i dolci che vorrai. Sarai libero finalmente: nel cuore e nell’anima. Me ne prenderò cura io, ma lasciami combattere ancora un po’. Solo un altro po’. ” e lo avrebbe abbracciato stretto a sé.

    Forse la sua anima di assassino poteva ancora essere redenta.

    __ ___ _________________ ___ __


    « B l O c K n O t E s »

    { Critico ~ 40% . Alto ~ 20 % . Medio ~ 10 % . Basso ~ 5% }

    Energia ~ 40%;
    Status Fisico ~ Ottimo. Qualche livido dovuto alla colluttazione della battaglia iniziale, ma nulla di preoccupante o di invalidante. Lividi sparsi, qualche graffio: nulla di così preoccupante, grazie alla passiva di Resistenza. Comincia ad accusare stanchezza per via della corsa sostenuta e dell'eventuale peso in più portato sulle spalle, sulla schiena ed in braccio. Spossato per la lunga corsa, ancora abile a combattere.

    « EQUIPAGGIAMENTO »

    . Lama del destino .

    Lama del destino ”, così come rinominata da Amon, è una spada composta dalle più pregiate e resistenti leghe metalliche in possesso dello Scorpione Nero. La sua forma è inusuale per le spade dell'epoca, assegnate all'esercito regolare egiziano e difatti ricorda solamente le più comuni “khopesh”, essendo più assimilabile per forma e resistenza ad una scimitarra; anche il suo aspetto è il frutto di esperimenti, dovuti soprattutto alle contaminazioni culturali di altre popolazioni confinanti che hanno permesso ai fabbri dell'ordine di trovare la forma e la resistenza più adatte per un più efficiente ed efficace utilizzo dell'arma in battaglia. Nel complesso, “ Lama del destino ” è il risultato di un pregevole lavoro di manifattura dovuto all'abilità manifesta dei fabbri e degli 'ingegneri' dell'ordine dello Scorpione Nero: la lama, infatti, lucente come non poche è lunga all'incirca cinquanta centimetri ed è rifinita con intarsi e rilevi lungo tutta la sua superficie, sul cui lato destro è inciso il simbolo dell'ordine: uno scorpione nero, proprio come il tatuaggio che ha sulla spalla; l'elsa è lunga all'incirca venti – anche venticinque – centimetri ed è composta di legno e lega, uniti insieme con intarsi d'oro e fascette di cuoio nero, per renderne la presa confortevole. Nel complesso, l'arma risulta ben bilanciata ed equilibrata nel suo peso – forse eccessivo per alcuni – con un filo resistente ed affilato, utilissima sia in difesa che in attacco. Quando non è sguainata, “ Lama del destino ” è conservata in un fodero di cuoio nero, solitamente posizionato dietro alla schiena ed assicurato al corpo di Amon grazie ad ulteriori fasce della medesima fattura per una duplice ragione: anzitutto gli è possibile sguainare la spada in modo semplice ed immediato, in qualsiasi situazione; ciò gli permette di nasconderla sotto ampi mantelli, consentendogli di passare inosservato laddove lo desideri.

    . Oracolo della Morte .

    Oracolo della morte ”, così come chiamato da Amon, è un pugnale composto dalle più pregiate e resistenti leghe metalliche in possesso dell'ordine dello Scorpione Nero. La sua forma è molto particolare, studiata appositamente per poter essere potenzialmente mortale per chiunque ne incontri il filo; principalmente utilizzato nell'assassinio, non è difficile vedere Amon utilizzarlo anche nel corso di un normale combattimento, come ausilio e supporto nel corpo a corpo. La lama è lunga all'incirca venticinque centimetri, ed è ricurva sul fronte, con una zigrinatura sul retro ed è finemente rifinita con intarsi e rilievi lungo tutta la sua superficie; il manico, a sua volta, è lungo all'incirca quindici centimetri presentandosi leggermente ricurvo, sul lato opposto rispetto al fronte della lama. È composto da legno e metallo, uniti tra loro con intarsi dorati e lacci di cuoio nero che ne rendono l'impugnatura comoda e confortevole, in modo da non comportare difficoltà nella presa; nel suo lato interno presenta un piccolo anello, grande abbastanza da farci passare il dito indice ed utile per cambiare la presa del pugnale per ogni evenienza, permettendo di rivolgere la lama verso l'alto o verso il basso a seconda della situazione contingente. Per via della particolarità della lama, zigrinata sul retro, è abbastanza utile per bloccare le altre spade e consentirgli un vantaggio – laddove possibile – nella corta distanza. Frutto di un lavoro di pregevole manifattura, si presenta bilanciato e ben equilibrato nel suo peso, potendo essere utilizzato anche come arma da lancio, per ogni evenienza; il filo della lama, infine, è molto affilato e resistente. Quando non è impugnato, “ Oracolo della morte ” è riposto in un fodero di cuoio nero agganciato al bacino di Amon con altrettante guaine della medesima fattura; è solito posizionarlo dietro al bacino, ben nascosto, con il manico rivolto verso il lato sinistro e permettergli di impugnarlo con semplicità in qualsivoglia situazione.

    . Aculei dello Scorpione .

    Nell’equipaggiamento di uno Scorpione era immancabile la presenza di un set di pugnali da lancio, utili soprattutto dalla distanza medio-lunga, per favorire così tattiche offensive – o diversive – in missione. Solitamente presenti in numero non inferiore a cinque, sono fissati ad una cinta di cuoio (la stessa alla quale era fissato il pugnale) e posizionati dietro il bacino così da restare occultati alla vista altrui. Composti unicamente di una lega metallica della più pregiata fattura, non presentano fregi particolari se non il simbolo di uno Scorpione inciso sulla lama; sono lunghi approssimativamente dieci centimetri (comprensivi del ‘ manico ’), risultano leggermente squilibrati sulla lama sì da permetterne il lancio. Il taglio poco affilato di questi pugnali è compensato in realtà dalla forza impressa con il lancio, dal quale scaturisce l’effettiva capacità perforante di questi minuti oggetti di morte. Date le loro caratteristiche intrinseche, Amon ha deciso di denominarli “ Aculei dello Scorpione ” in onore all’aracnide dal quale prende il nome il suo ordine.

    ∙ ∙ ∙

    « POTERI SPECIALI »

    . Occhio di Ra .

    Byakugan

    Nell'ordine dello Scorpione Nero sono diverse le abilità che – sono state e che – vengono tramandate di adepto in adepto, di generazione in generazione fin dalla sua istituzione; ve ne sono alcune però che sono legate in modo particolarmente stretto al sangue ed all'innato talento di pochi, che non è stato possibile tramandare per via di particolarità intrinseche delle medesime abilità. Gli studiosi dell'ordine e gli alti vertici hanno pertanto deciso di studiare e documentare simili capacità in rotoli segreti, conosciuti a pochi – e sconosciuti ai molti – al fine di facilitare l'apprendimento di coloro i quali fossero riusciti ad ottenerle per una ragione, piuttosto che per un'altra, e di indirizzarli verso il loro sviluppo. È stato riscontrato nel corso della lunga vita dell'ordine, che tali e particolari abilità si ripresentassero ciclicamente in ogni generazione, alle volte saltandone anche una o due, permettendo pertanto una sorta di studio previsionale in tal senso e comprendere più o meno quando simili capacità si sarebbero ripresentate a vantaggio esclusivo dello Scorpione Nero e del Faraone.

    L'“ Occhio di Ra ”, in particolare, appartiene alla schiatta delle abilità che si tramandano con il sangue, piuttosto che con il talento, finendo per essere appannaggio di pochissimi elemento nella storia dello Scorpione Nero in quanto legata al sangue reale: il sangue del Faraone; era accaduto infatti che alcuni eredi, rinunciando al titolo reale, si fossero uniti all'ordine con lo scopo precipuo di essere d'aiuto al futuro Faraone ed allontanarsi così dai futili giochi di intrighi e potere di palazzo. Si tratta dell'abilità più rara e più imprevedibile in fatto di presentazione, in quanto ben pochi erano stati i membri della famiglia reale che si erano uniti all'ordine, destando difficoltà nel prevedere quando e come l'occhio sarebbe potuto rivelarsi utile agli scopi dello Scorpione Nero, nonché dell'ordine.

    Quest'abilità, come tante altre, non richiedeva la 'purezza' del sangue, ma necessitava unicamente della presenza di sangue reale per poter essere – potenzialmente – risvegliata; il che, comunque, non significava che potesse risvegliarsi automaticamente, in quanto richiedeva comunque che il soggetto avesse sviluppato la capacità di richiamare ed utilizzare il “ Respiro divino ”, appannaggio esclusivo degli adepti dello Scorpione Nero. Ad un normale essere umano era dunque precluso il suo risveglio.

    L'“ Occhio di Ra ” comincia a risvegliarsi nel soggetto in un età compresa tra i sette e gli undici anni, qualora abbia già avuto modo di padroneggiare – anche in modo abbastanza incompleto – il “ Respiro divino ” così che quella stessa energia possa essere utilizzata come catalizzatore dell'abilità stessa. Nel presentarsi, il soggetto denota fortissimi mal di testa, accompagnati da cecità temporanea o da vista estremamente sensibile alla luce, tanto da costringerlo in quest'ultimo caso a tenere gli occhi chiusi; tali sintomi verranno accompagnati da senso di vertigine e spossatezza, in quanto il soggetto non è ancora in grado di controllare il proprio potere ed utilizzare il giusto quantitativo di energia per poter fare completo affidamento sull'abilità oculare. Poco a poco, man mano che il soggetto continua nei suoi addestramenti per affinare la padronanza nel “ Respiro divino ”, affiorano in modo confuso le singole capacità donate dall'abilità, confondendosi tra loro e costringendo il soggetto ad interrompere forzatamente i propri allenamenti in quanto potrebbe essere soggetto anche a perdita di sensi, mettendo a serio rischio la sua vita. Il completamento dell'addestramento d'uopo previsto specificatamente per la sola abilità – unitamente agli sforzi per padroneggiare in modo completo il “ Respiro divino ” –, gli consente di poter incanalare le proprie energie ed i propri sforzi su di una capacità per volta o sulla combinazione di più capacità per volta, senza alcuna difficoltà; l'utilizzo dell'abilità resta comunque legato alle forze ed alle energie residue: da questo dipende infatti l'effettiva fruibilità delle sue capacità nel suo complesso. [Malus: al raggiungimento di determinate soglie di riserva energetica, Amon non sarà in grado di accedere alle proprie capacità passive; le percentuali di riferimento saranno indicate in corrispondenza delle singole capacità.] Il soggetto, custode dell'abilità, ha presentato nel corso dei secoli un'indole riflessiva e mai impulsiva, affidandosi ciecamente alle capacità donategli dall'“ Occhio di Ra ” e risultando prezioso nella fasi strategiche, per evitare ingenti perdite di adepti.

    Fisicamente e visivamente, l'“ Occhio di Ra ” si presenta agli occhi altrui per una sorta di mutazione che avviene nel volto del soggetto, del custode, il quale viene trasfigurato per permettere al “ Respiro divino ” di apportare i propri benefici agli occhi; per poter fare affidamento sulla propria abilità, il custode non dovrà fare altro che concentrare il proprio potere negli occhi e lasciare che il “ Respiro divino ” interagisca con gli stessi. Le vene alle tempi, sino alle orbite, cominceranno a gonfiarsi pompando il sangue – e l'energia – più velocemente; i bulbi oculari, frattanto, perderanno la loro consueta colorazione assumendo un pigmento perlaceo, sovrapponendosi quasi completamente sia alla pupilla, sia alla cornea, di cui permangono semplicemente i contorni sbiaditi.

    Amon ha appreso i primi rudimenti sul “ Respiro divino ” all'età di sette anni, riuscendo nell'intento di controllarlo indirettamente all'età di circa otto anni; ciò gli ha consentito di risvegliare l'“ Occhio di Ra ” a questa età. Infine, è riuscito a perfezionare il controllo sull'abilità e sulla propria energia all'età di dodici anni, con grande sorpresa dei suoi istruttori.

    L'“ Occhio di Ra ” consente al suo custode di poter vedere distintamente l'essenza degli altri soggetti – siano essi amici o nemici –, sotto forma di un fittissimo reticolato energetico che ricorda molto il complesso sistema circolatorio del sangue, la cui colorazione risulterà essere differente a seconda dell'entità che si troverà di fronte. In questa fase, i colori si sbiadiranno assumendo tinte spente, tenenti al grigio, mentre la trama energetica assumerà ai suoi occhi una colorazione più vivida e brillante, consentendogli di concentrare l'attenzione su questo particolare; ad una osservazione più attenta e meticolosa – sostituita, con il tempo, dall'esperienza – è possibile notare che vi sono dei punti nella trama energetica, nei quali l'energia è più condensata rispetto ad altri e ciò in quanto si trovano in corrispondenza degli organi vitali, permettendo al custode una maggiore precisione nei suoi colpi. La visione della trama gli consente un vantaggio ulteriore, soprattutto se lo si combina con una efficace tattica difensiva, poiché ciò gli permette di reagire in modo più veloce ad una offensiva avversaria basata strettamente sull'utilizzo della trama stessa; infatti, in tali situazioni contingenti, la trama energetica subisce una repentina accelerazione dovuta all'utilizzo dell'energia vitale convogliata in quello specifico attacco, potenziando di gran lunga riflessi e reazioni del custode. In tali situazioni, il custode avrà quindi la possibilità di reagire più velocemente alle tattiche offensive avversarie, consentendogli di agire per tempo nella manipolazione del “ Respiro Divino ” e rispondere così in modo più efficace alle sollecitazioni rinvenienti dalle differenti situazioni contingenti. [Auspex passivo di ‘ Percezione magica ’ (la visione della trama energetica è puramente interpretativa e giustifica peraltro la passiva di empatia descritta più avanti). Limitazioni: è possibile vedere le energie impresse su cose e persone, ma non quella emessa naturalmente dalle persone; è possibile avvertire/vedere la presenza di un oggetto incantato e riconoscerlo da –e tra- gli altri; è possibile avvertire quando qualcuno casta tecniche (limite collegato alla passiva che segue). Passiva di Istant Casting dovuta all'osservazione del moto repentino della trama energetica, giustificata dai riflessi repentini rinvenienti nella capacità in oggetto. Malus: al raggiungimento della soglia del 20% della riserva energetica, Amon non sarà in grado di utilizzare ulteriormente queste capacità nel corso dell'evento.] Altra caratteristica peculiare legata alla vista, è quella che consente al custode di poter avere una visuale completa di tutto quanto lo circonda, tranne che un unico punto cieco posto dietro alla sua nuca; si tratta di un cono d'ombra nel quale gli è impossibile vedere o percepire alcunché, trattandosi potenzialmente del vero ed unico punto debole di questa capacità. Per sfruttare un più ampio raggio di visione, deve trovarsi nella più completa immobilità per consentirgli di concentrarsi pienamente su quanto gli accade intorno; qualora voglia sfruttare questa capacità – combinandola con altre – in movimento, il raggio della visuale è più contenuto. [Visuale di 359° intorno a sé per un raggio di 20m. Malus: se Amon si trova in movimento, il raggio della visuale si riduce a 5m; al raggiungimento della soglia del 30% della riserva energetica, Amon non sarà in grado di utilizzare ulteriormente questa capacità nel corso dell'evento.] Ulteriore capacità donata dall'“ Occhio di Ra ”, è quella di vedere al di là di cose e persone, senza alcun impedimento; solitamente, questa capacità è abbinata alle altre donate dall'occhio – in special modo, se sfruttata per scandagliare la zona circostante –, seppure sia valida anche se utilizzata da sola. [Possibilità di vedere ogni cosa aggirando gli ostacoli; Consumo Variabile.] Anni ed anni di esperienza nella “ lettura ” della trama energetica consentono al custode di poter leggere l'aura emotiva altrui, permettendo a questi di conoscerne lo stato d'animo, a meno che non vi siano incanti o protezioni che ne blocchino la percezione. Infatti la trama energetica rappresenta uno specchio, una sorta di riflesso di quelli che sono i diversi stati emotivi che colpiscono l'animo altrui; ciò è dovuto, in particolare, al moto del flusso energetico, al suo scorrere nel fittissimo reticolato del sistema circolatorio, permettendo al custode – dopo una fase di conoscenza e di studio più o meno breve – di comprenderne lo stato d'animo con uno scarto di errore infinitesimale. Ovviamente, per la stragrande maggioranza dei soggetti i segnali sono più o meno simili, se non identici; ma è possibile che vi siano dei soggetti particolari che poco si prestino alla lettura dell'aura emotiva, rendendo più difficoltoso al custode comprendere quale sia il loro stato d'animo, riuscendo persino a raggirarlo vanificando così ogni suo sforzo. Ciò non toglie che la lettura dello stato emotivo sia estremamente utile al custode in situazioni contingenti particolari, poiché potrebbe consentirgli – a titolo di esempio – di scoprire attraverso questa “ lettura ” se il soggetto che ha davanti gli sta mentendo o meno. Si tratta pertanto di una capacità estremamente versatile, potendo essere utilizzata nelle situazioni più disparate. [Lettura dell'aura emotiva utilizzando come tramite la visione della trama energetica (Passiva di Empatia); Passiva di Lie-Detector. Malus: al raggiungimento della soglia del 20% della riserva energetica, Amon non sarà in grado di utilizzare ulteriormente queste capacità nel corso dell'evento.]

    . Essere un adepto dello Scorpione Nero .

    Gli adepti dello Scorpione Nero vengono sottoposti fin dalla più tenera età ad allenamenti fisici e psichici molto particolari, il cui scopo è quello di formarli anzitutto come guerrieri, dotandoli di fisici forti e resistenti, agili e veloci, in virtù dei ruoli e dei compiti che andranno a ricoprire una volta divenuti membri dell'ordine; secondariamente, vengono formati – con altrettanta attenzione e dedizione – come assassini, fornendo loro una preparazione (teorico-pratica) completa sulle tecniche di omicidio, sviluppando principalmente le particolari capacità fisiche – e psichiche – necessarie per metterle in atto.

    Concluso l'addestramento, Amon possiede una forza fisica notevole considerato il livello medio di un normale essere umano, retaggio degli intensi allenamenti cui è stato sottoposto sin da piccolo che gli hanno consentito di sviluppare la propria vera forza, rendendolo oltremodo pericoloso in un confronto corpo a corpo; ciò gli consente anche di sopportare pesi notevoli, ma mai eccessivi, in virtù del fatto che gli allenamenti erano basati proprio su questo: sollevamento di pesi e macigni e loro spostamento come fossero una sorta di zavorra dalla mattina alla sera, anche durante le sessioni di combattimento. La sua muscolatura, in tal senso, risulta tonica, scolpita ed asciutta: un buon compromesso che non lo vincola nei movimenti. [Power Up passivo + 50% Forza] Le sessioni di combattimento corpo a corpo e con le armi, gli hanno consentito inoltre di sviluppare una resistenza fisica impareggiabile: concluso l'addestramento, infatti, la sua pelle e le sue ossa sono divenute coriacee, tanto da consentirgli di resistere anche ai colpi più duri se corroborati da una buona tattica difensiva. Ciò gli consente di resistere meglio ai colpi altrui, riuscendo a rialzarsi in piedi laddove altri si sarebbero già arresi; inoltre ciò gli consente di risentire meno dello sforzo e della stanchezza, in virtù di questa sua stessa resistenza. [Power Up passivo + 50% Resistenza]

    « TECNICHE E STILI »

    n.a.

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    Note a margine ~ n.a.
     
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    Impeto e tempesta

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    Sequerus.

    “Vi prego di prendervi cura di loro. Ne hanno davvero bisogno.”
    Avrebbe detto la volpe, prima di recuperare ogni forza rimasta e prepararsi al gran finale: la conclusione di quella guerra logorante e dai cupi toni di malvagità e follia.
    “La mia battaglia non è ancora finita.”


    Mentre la fanciulla riabbracciava ciò che più amava -miracolosamente in salvo- giurando a sè stessa di far tesoro del proprio dolore e non ripetere mai più i propri sbagli, Amon lasciò scendere Elia dalle sue spalle... ma solo dopo aver affermato il falso, mentito all'anziano Mistico Zheng Amunhasses riguardo la propria paternità con la sola volontà di proteggere quella piccola creatura ferita per il resto dei propri giorni.

    "C’è ancora una cosa che devo fare Elia, per te: per loro. Ti prometto che mi prenderò cura di te. Sai, vivo in un bosco molto grande, ma è diverso dagli altri: è un bosco vivo e t’insegnerò tutto quello che so e che ho imparato sulle creature che lo abitano. Sono sicuro che ti piacerà e li potrai finalmente vivere in pace, libero dalle catene che ti hanno tenuto prigioniero sino ad oggi. Potrai andare dove vorrai, conoscere chi vorrai e mangiare tutti i cibi ed i dolci che vorrai. Sarai libero finalmente: nel cuore e nell’anima. Me ne prenderò cura io, ma lasciami combattere ancora un po’. Solo un altro po’."

    Gli avrebbe fatto forza, poi stretto fra le braccia.
    Ma era saggio fare promesse simili, donare una speranza quando non si era poi così sicuri di vedere la nuova alba?

    Fu così che i martiri furono allontanati e le spade di nuovo sguainate: in guerra non vi era riposo e, considerando il numero di nemici ancora in vita, stupidamente intenzionati a combattere fino alla morte nella speranza di portarsi dietro qualche non-umano, il tempo della fine si dilatava nelle menti dei guerrieri con arroganza, quasi volesse raggiungere l'infinito.
    Eppure, in ogni mondo, ogni cosa aveva un inizio... ed ogni cosa era destinata ad una fine.
    Fu la più primordiale espressione di dolore ad annunciarla.

    -AAAAAAAAAAAAAAARGH!!!!

    Un urlo agghiacciante squarciò il cielo sovrastando il clangore delle spade, lo scoppio dei fucili ed i versi dei soldati sul campo; sarebbe stato bizzarro per gli Eroi scoprire che non provenisse da alcun uomo esistente. O una donna... o, in generale, da un vivente. La figura traslucida di un soldato di Kikio-Ho osservava le proprie mani ed il volto era trasfigurato in una maschera di orrore. Forse perchè, immediatamente oltre, vi era il suo corpo mortale -stroncato da un colpo di spada e lercio del suo stesso sangue.
    Quasi ad imitarlo, seguirono altre urla provenire da altrettanti fantasmi: in una stranissima apparizione di centinaia -anzi, migliaia!- di morti che si rialzavano come nulla fosse e che scoprivano improvvisamente di essere prossimi ai loro cadaveri, probabilmente i presenti si sarebbero potuti chiedere come questo fosse possibile.
    Quel fenomeno non era comune e men che meno naturale!
    Ancor più che -come sarebbe stato evidente dopo pochi attimi- chiunque fosse in grado di vederli.

    Il panico si scatenò per le strade: anime sconvolte giravano per il campo di guerra, investendo i duellanti e passandoci attraverso, persone ancora vive urlavano terrorizzate, lanciando fendenti o fucilate a destra e manca col rischio di colpire alleati. In pochi continuarono a combattere, eppure quella bizzarria non fece altro che generare inutile ed insensato caos.

    Cosa diavolo era accaduto?
    Ma soprattutto... perché? Non aveva il minimo senso! Nessuno, alleati o nemici, avrebbe tratto vantaggio da una situazione simile. Che senso aveva quella follia?

    Forse nessuno avrebbe trovato risposta. Eppure, quando le nubi coprirono improvvisamente il sole, un vento malsano e gelido si levò implacabile. Come foglie abbandonate al suolo, tutte quelle anime ne furono travolte, finendo per essere trascinate via. Prima a gruppi, poi divennero fasci: vorticando attorno a loro in una spirale luminescente disegnarono strani quanto inquietanti cerchi nel cielo ormai grigio. Infine, dopo quella macabra rappresentazione, una colonna nera poco distante si sarebbe manifestata e come dotata di gravità infinita le richiamò tutte a sè senza dar loro modo di fuggire. Così sarebbero scomparse, trascinate in quella fessura nera.
    La stessa che, poco dopo, scomparve.
    Lasciando i pochi rimasti in vita nel più assoluto ed inquietato silenzio.

    Dei soldati nemici, invece, nessun sopravvissuto.


    .Istruzioni ~ Vento di Libertà ~ AbissoMolto bene, bellissimi! :)
    Siamo arrivati all'epilogo di questa lunga campagna fatta di intrighi, parecchi morti (praticamente un'ecatombe di png, anche importanti) e squarci di umanità terrificanti e disgustosi... sfortunatamente plausibili ed ispirati a ciò che l'uomo è già stato in grado di mostrare nel corso della sua storia nei secoli.

    Scrivete pure ora il vostro ultimo post (il 9°, quindi ve lo consiglio per ottenere il secondo punto) ed al termine del giro inserirò ufficialmente il link al topic aperto da Madhatter/Destino. Considerate il post che dovrete scrivere come la vostra chiusura, perchè la vostra avventura termina qui.
    Da come è evidente, ciò che è stato descritto rappresenta tutto ciò che ai vostri pg è concesso vedere. Per voi giocatori ci sta il finale della campagna già accennato prima, dove molti nodi verranno al pettine.

    Ovvio è che provvederò alla chiusura definitiva e valutazione. Qualora voleste dare più informazioni ai personaggi su questa guerra, in futuro sarà possibile farlo tramite altre trame ad Ovest da cui potrebbero uscire sporadicamente nuovi dettagli. A quanto dice la mia agendina, solo una è particolarmente ricca di dettagli (potrei segnalarvela su richiesta, quando sarà aperto il bando), mentre nelle altre saranno un pò sparsi.

    In ogni caso, grazie per aver partecipato alla quest finale di questa campagna e grazie per la fiducia riposta negli sforzi miei, dei QM che mi hanno preceduta in tutte le quest e soprattutto di Madhatter, che se ne sta occupando praticamente da anni con non poche difficoltà lungo il cammino. Vedere l'affiatamento e la costanza con cui avete giocato mi rende leggera ogni fatica e ricordato quanto sia bello giocare con persone sinceramente motivate.
    Grazie, grazie, grazie :grab:

    PS: non sparite, perchè in Bacheca ho un annuncio da fare ;)


    Scadenza: 28/3/2017 - ore 23.59

     
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    black s c o r p i o

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    Non sapeva se quella sarebbe stata la scelta più saggia, dopotutto non poteva avere la certezza matematica di riuscire a tornare incolume dal campo di battaglia; con dovuta autocritica, poi, doveva ammettere di non essere propriamente nel pieno delle sue facoltà psico-fisiche, ma il senso del dovere e dell’onore avevano in qualche modo avuto la meglio su qualsiasi altro ragionamento di auto-preservazione.

    E così, congedatosi da Elia e dagli altri prigionieri in compagnia degli altri alleati, Amon aveva preso la decisione di continuare a combattere con tutta la forza e la determinazione che aveva in corpo; con la coda nell’occhio, nella sua avanzata, guardò più di una volta il piccolo voltandosi poi solo all’ultimo, portare la mano destra sul cuore e fare un cenno con il capo con il quale voleva lasciare intendere soltanto una cosa al piccolo: tornerò. Con la malcelata speranza di tornare quindi vivo da suo figlio, lo Scorpione premeva sulla sua determinazione affinché gli desse la forza e la spinta necessarie a mettere la parola fine una volta per tutte su quel conflitto, soprattutto in virtù del fatto che il nemico era restio ad arrendersi e ad accettare la sconfitta.

    Orde di soldati ancora si ergevano a cercare di difendere chissà cosa, forse il proprio onore o forse ancora l’ideale distorto di quell’immondo di Kikio Oh; arrivati a quel punto ad Amon interessava poco quali fossero le loro intenzioni, quale fosse il fuoco che alimentasse la loro voglia di continuare a spargere sangue: ne avrebbe uccisi quanti più possibile, scivolando tra di essi ed attentando direttamente ai loro punti vitali sì da chiudere la faccenda in maniera piuttosto sbrigativa, approfittando soprattutto dei punti scoperti lasciati dalle loro armature; aiutato dall’Occhio di Ra, poi, il tutto risultava piuttosto semplice in alcuni casi. In altri avrebbe dovuto invece lavorare più sodo per reclamare quelle vite. Tutto pur di mettere la parola fine ad una guerra che ormai non aveva più ragione di esistere: gli avamposti nemici erano caduti, così come i loro leader; le loro prigioni svuotate di ogni prigioniero ancora vivo. Tutto quanto era stato espugnato e depurato dalla presenza dell’oppressore, anche se adesso cominciava ad essere in pensiero per Namas che era sparito ormai da un po’ dalla scene insieme a quello strano tipo dai capelli rossi. Ma, seppure a malincuore, avrebbe pensato a quella faccenda più in là: le loro vite erano ancora minacciate da soldati la cui fede era incrollabile ed incontrastabile se non con la loro stessa morte. Ad ogni colpo che tirava, ad ogni fendente che menava sentiva però il suo cuore diventare pesante, ricolmo d’angoscia; ogni colpo inferto, ogni arto mozzato o corpo infilzato gli provocava pena. Amon non sembrava più essere animato dalla cieca follia della guerra, ma aveva cominciato ad impietosirsi, immaginando che anche lui avrebbe fatto altrettanto se fosse stato dall’altra parte. Come poteva, quindi, biasimarli? Non poteva. Non doveva.

    Così continuava a colpire, continuava a ferire e ad uccidere mettendo da parte qualsiasi ripensamento: in quel momento non stava combattendo per sé, ma per un ideale superiore – l’opposto del loro. E nonostante il suo corpo cominciasse a reclamare una tregua per i troppi sforzi sostenuti sino a quel momento, lui continuava imperterrito nella sua avanzata di morte, estirpando le vite che gli si paravano dinanzi una ad una senza colpo ferire; nonostante le ferite cominciassero a fare male ed il sangue a colargli lungo il corpo, lui continuava a combattere proprio come gli era stato insegnato in Egitto. Proprio come avrebbe dovuto fare uno Scorpione Nero, seppure ormai avesse lasciato indietro quel suo titolo onorifico ad una schiatta che aveva tradito ed abbandonato.

    A catturare la sua attenzione in quella sua trance auto-imposta fu un urlo agghiacciante, forte abbastanza da scuoterlo dal suo torpore portandolo ad abbassare la guardia e girarsi in direzione della sua fonte – o pressappoco da quella parte, perché ormai l’eco si era sparso un po’ ovunque.
    Lontano, gli bastò però riportare gli occhi dov’era per vedere quanto stava accadendo: altre urla, altra disperazione e l’essenza stessa di quei corpi martoria dalla resistenza essere trascinata via, aspirata da qualcosa di nero e tenebroso; seguì con gli occhi quella straziante visione, angosciato e con il cuore pesante per un fenomeno che era a dir poco straordinario, ma altrettanto spaventoso. Anime urlanti e disperate, che tentavano ancora di tornare ai propria corpi mostrando un attaccamento alla vita notevole, ma triste al tempo stesso; cercavano con tutte le forze di sfuggire da quella colonna nera che s’era formata nei pressi del Picco della Memoria, fin dove il suo sguardo poteva arrivare e si trattava di qualcosa di incredibile, da lasciarlo assolutamente senza parole. Le anime vorticavano, trascinate da quella cosa ed aggredivano chiunque fosse sul loro passaggio, nel vano tentativo di trovare un valido appoggio e sfuggire a quella cattura indesiderata: ironia della sorte, erano passati dall’essere predatori ad essere preda, senza neanche la possibilità di riuscire in qualche modo a difendersi. La cosiddetta legge del contrappasso o, per le culture orientali, il karma. Avevano raccolto quanto avevano seminato, senza alcuna possibilità di sfuggire al loro destino infausto, senza avere la possibilità redimersi ed i pentirsi per quanto avevano fatto. D’altronde quello era stato il loro stesso peccato.

    Amon continuò a guardare amaro quella scena, avendo provato a sua volta qualche istante prima a difendersi da quei flussi d’energia, constatando solo dopo qualche sforzo di non essere in grado di colpire quelle manifestazioni eteree: erano sì energia, ma si trattava di un qualcosa che andava al di là della sua stessa comprensione. E così, inerme, assistette come gli altri alla cattura di quel corteo di anime, avviluppate in quel vortice di tempesta che aveva lasciato loro alcuno scampo. Il cielo, influenzato da quel fenomeno osceno, si era fatto grigio e pesante e su di esso degli strani ed inquietanti cerchi andarono a disegnarsi poco prima che le anime fossero reclamate da quel pilastro nero, di tenebra. E da li, proprio da li Amon non poté fare a meno di notare quella cosa calare su Sequerus senza che nessuno potesse fare alcunché: ai suoi occhi apparve come un miasma, come una nube di fumo e tenebra (assumendo una colorazione particolarmente scura nella scala di azzurro della sua visione); a giudicare dal brivido che gli correva lungo la schiena, doveva trattarsi di qualcosa di puramente malvagio e negativo. Una sensazione che difficilmente sarebbe stato in grado di spiegare agli altri.
    Arretrò di un paio di passi spaventato, cercando di scansare quella cosa; tentò di tagliarla con la spada e con il pugnale, ma come era successo per le anime purtroppo era qualcosa che andava al di là del suo mero controllo: ne era inerme testimone, senza alcuna possibilità di reazione.

    Avvisare gli altri, in quel momento di puro panico, sarebbe stato assolutamente fuori luogo e quindi – nonostante fosse ancora decisamente sotto shock per tutto quanto aveva visto – decise che sarebbe stato molto più saggio tacere. Avrebbe fatto rapporto in un secondo momento, quando i tempi sarebbero stati molto più maturi; magari ne avrebbe parlato con gli alleati o comunque con qualcuno con poteri decisamente più affini ai suoi, che sarebbe stato certamente in grado di comprendere cosa avesse colpito il Presidio Ovest e, in particolare, Sequerus.

    Restò in muto silenzio, quindi, senza dire una parola continuando a guardare verso il punto in cui erano confluite le anime di quei derelitti e da dove era calato quel manto di tenebra; si rese conto di stare tremando, anche se impercettibilmente, mentre l’ennesimo brivido gli correva lungo la schiena. Le emozioni che stava provando in quel momento erano piuttosto contrastanti: la guerra era finita ed avevano vinto, ma a quale caro prezzo?

    Poteva una guerra reclamare un simile dazio? Dalla sua si sarebbe impegnato per far sì che mai più potesse ripetersi una simile sventura.
    Mai più.

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    « B l O c K n O t E s »

    { Critico ~ 40% . Alto ~ 20 % . Medio ~ 10 % . Basso ~ 5% }

    Energia ~ 40% - 15% = 25%;
    Status Fisico ~ Ottimo. Qualche livido dovuto alla colluttazione della battaglia iniziale, ma nulla di preoccupante o di invalidante. Lividi sparsi, qualche graffio: nulla di così preoccupante, grazie alla passiva di Resistenza. Comincia ad accusare stanchezza per via della corsa sostenuta e dell'eventuale peso in più portato sulle spalle, sulla schiena ed in braccio. Spossato per la lunga corsa, ancora abile a combattere.

    « EQUIPAGGIAMENTO »

    . Lama del destino .

    Lama del destino ”, così come rinominata da Amon, è una spada composta dalle più pregiate e resistenti leghe metalliche in possesso dello Scorpione Nero. La sua forma è inusuale per le spade dell'epoca, assegnate all'esercito regolare egiziano e difatti ricorda solamente le più comuni “khopesh”, essendo più assimilabile per forma e resistenza ad una scimitarra; anche il suo aspetto è il frutto di esperimenti, dovuti soprattutto alle contaminazioni culturali di altre popolazioni confinanti che hanno permesso ai fabbri dell'ordine di trovare la forma e la resistenza più adatte per un più efficiente ed efficace utilizzo dell'arma in battaglia. Nel complesso, “ Lama del destino ” è il risultato di un pregevole lavoro di manifattura dovuto all'abilità manifesta dei fabbri e degli 'ingegneri' dell'ordine dello Scorpione Nero: la lama, infatti, lucente come non poche è lunga all'incirca cinquanta centimetri ed è rifinita con intarsi e rilevi lungo tutta la sua superficie, sul cui lato destro è inciso il simbolo dell'ordine: uno scorpione nero, proprio come il tatuaggio che ha sulla spalla; l'elsa è lunga all'incirca venti – anche venticinque – centimetri ed è composta di legno e lega, uniti insieme con intarsi d'oro e fascette di cuoio nero, per renderne la presa confortevole. Nel complesso, l'arma risulta ben bilanciata ed equilibrata nel suo peso – forse eccessivo per alcuni – con un filo resistente ed affilato, utilissima sia in difesa che in attacco. Quando non è sguainata, “ Lama del destino ” è conservata in un fodero di cuoio nero, solitamente posizionato dietro alla schiena ed assicurato al corpo di Amon grazie ad ulteriori fasce della medesima fattura per una duplice ragione: anzitutto gli è possibile sguainare la spada in modo semplice ed immediato, in qualsiasi situazione; ciò gli permette di nasconderla sotto ampi mantelli, consentendogli di passare inosservato laddove lo desideri.

    . Oracolo della Morte .

    Oracolo della morte ”, così come chiamato da Amon, è un pugnale composto dalle più pregiate e resistenti leghe metalliche in possesso dell'ordine dello Scorpione Nero. La sua forma è molto particolare, studiata appositamente per poter essere potenzialmente mortale per chiunque ne incontri il filo; principalmente utilizzato nell'assassinio, non è difficile vedere Amon utilizzarlo anche nel corso di un normale combattimento, come ausilio e supporto nel corpo a corpo. La lama è lunga all'incirca venticinque centimetri, ed è ricurva sul fronte, con una zigrinatura sul retro ed è finemente rifinita con intarsi e rilievi lungo tutta la sua superficie; il manico, a sua volta, è lungo all'incirca quindici centimetri presentandosi leggermente ricurvo, sul lato opposto rispetto al fronte della lama. È composto da legno e metallo, uniti tra loro con intarsi dorati e lacci di cuoio nero che ne rendono l'impugnatura comoda e confortevole, in modo da non comportare difficoltà nella presa; nel suo lato interno presenta un piccolo anello, grande abbastanza da farci passare il dito indice ed utile per cambiare la presa del pugnale per ogni evenienza, permettendo di rivolgere la lama verso l'alto o verso il basso a seconda della situazione contingente. Per via della particolarità della lama, zigrinata sul retro, è abbastanza utile per bloccare le altre spade e consentirgli un vantaggio – laddove possibile – nella corta distanza. Frutto di un lavoro di pregevole manifattura, si presenta bilanciato e ben equilibrato nel suo peso, potendo essere utilizzato anche come arma da lancio, per ogni evenienza; il filo della lama, infine, è molto affilato e resistente. Quando non è impugnato, “ Oracolo della morte ” è riposto in un fodero di cuoio nero agganciato al bacino di Amon con altrettante guaine della medesima fattura; è solito posizionarlo dietro al bacino, ben nascosto, con il manico rivolto verso il lato sinistro e permettergli di impugnarlo con semplicità in qualsivoglia situazione.

    . Aculei dello Scorpione .

    Nell’equipaggiamento di uno Scorpione era immancabile la presenza di un set di pugnali da lancio, utili soprattutto dalla distanza medio-lunga, per favorire così tattiche offensive – o diversive – in missione. Solitamente presenti in numero non inferiore a cinque, sono fissati ad una cinta di cuoio (la stessa alla quale era fissato il pugnale) e posizionati dietro il bacino così da restare occultati alla vista altrui. Composti unicamente di una lega metallica della più pregiata fattura, non presentano fregi particolari se non il simbolo di uno Scorpione inciso sulla lama; sono lunghi approssimativamente dieci centimetri (comprensivi del ‘ manico ’), risultano leggermente squilibrati sulla lama sì da permetterne il lancio. Il taglio poco affilato di questi pugnali è compensato in realtà dalla forza impressa con il lancio, dal quale scaturisce l’effettiva capacità perforante di questi minuti oggetti di morte. Date le loro caratteristiche intrinseche, Amon ha deciso di denominarli “ Aculei dello Scorpione ” in onore all’aracnide dal quale prende il nome il suo ordine.

    ∙ ∙ ∙

    « POTERI SPECIALI »

    . Occhio di Ra .

    Byakugan

    Nell'ordine dello Scorpione Nero sono diverse le abilità che – sono state e che – vengono tramandate di adepto in adepto, di generazione in generazione fin dalla sua istituzione; ve ne sono alcune però che sono legate in modo particolarmente stretto al sangue ed all'innato talento di pochi, che non è stato possibile tramandare per via di particolarità intrinseche delle medesime abilità. Gli studiosi dell'ordine e gli alti vertici hanno pertanto deciso di studiare e documentare simili capacità in rotoli segreti, conosciuti a pochi – e sconosciuti ai molti – al fine di facilitare l'apprendimento di coloro i quali fossero riusciti ad ottenerle per una ragione, piuttosto che per un'altra, e di indirizzarli verso il loro sviluppo. È stato riscontrato nel corso della lunga vita dell'ordine, che tali e particolari abilità si ripresentassero ciclicamente in ogni generazione, alle volte saltandone anche una o due, permettendo pertanto una sorta di studio previsionale in tal senso e comprendere più o meno quando simili capacità si sarebbero ripresentate a vantaggio esclusivo dello Scorpione Nero e del Faraone.

    L'“ Occhio di Ra ”, in particolare, appartiene alla schiatta delle abilità che si tramandano con il sangue, piuttosto che con il talento, finendo per essere appannaggio di pochissimi elemento nella storia dello Scorpione Nero in quanto legata al sangue reale: il sangue del Faraone; era accaduto infatti che alcuni eredi, rinunciando al titolo reale, si fossero uniti all'ordine con lo scopo precipuo di essere d'aiuto al futuro Faraone ed allontanarsi così dai futili giochi di intrighi e potere di palazzo. Si tratta dell'abilità più rara e più imprevedibile in fatto di presentazione, in quanto ben pochi erano stati i membri della famiglia reale che si erano uniti all'ordine, destando difficoltà nel prevedere quando e come l'occhio sarebbe potuto rivelarsi utile agli scopi dello Scorpione Nero, nonché dell'ordine.

    Quest'abilità, come tante altre, non richiedeva la 'purezza' del sangue, ma necessitava unicamente della presenza di sangue reale per poter essere – potenzialmente – risvegliata; il che, comunque, non significava che potesse risvegliarsi automaticamente, in quanto richiedeva comunque che il soggetto avesse sviluppato la capacità di richiamare ed utilizzare il “ Respiro divino ”, appannaggio esclusivo degli adepti dello Scorpione Nero. Ad un normale essere umano era dunque precluso il suo risveglio.

    L'“ Occhio di Ra ” comincia a risvegliarsi nel soggetto in un età compresa tra i sette e gli undici anni, qualora abbia già avuto modo di padroneggiare – anche in modo abbastanza incompleto – il “ Respiro divino ” così che quella stessa energia possa essere utilizzata come catalizzatore dell'abilità stessa. Nel presentarsi, il soggetto denota fortissimi mal di testa, accompagnati da cecità temporanea o da vista estremamente sensibile alla luce, tanto da costringerlo in quest'ultimo caso a tenere gli occhi chiusi; tali sintomi verranno accompagnati da senso di vertigine e spossatezza, in quanto il soggetto non è ancora in grado di controllare il proprio potere ed utilizzare il giusto quantitativo di energia per poter fare completo affidamento sull'abilità oculare. Poco a poco, man mano che il soggetto continua nei suoi addestramenti per affinare la padronanza nel “ Respiro divino ”, affiorano in modo confuso le singole capacità donate dall'abilità, confondendosi tra loro e costringendo il soggetto ad interrompere forzatamente i propri allenamenti in quanto potrebbe essere soggetto anche a perdita di sensi, mettendo a serio rischio la sua vita. Il completamento dell'addestramento d'uopo previsto specificatamente per la sola abilità – unitamente agli sforzi per padroneggiare in modo completo il “ Respiro divino ” –, gli consente di poter incanalare le proprie energie ed i propri sforzi su di una capacità per volta o sulla combinazione di più capacità per volta, senza alcuna difficoltà; l'utilizzo dell'abilità resta comunque legato alle forze ed alle energie residue: da questo dipende infatti l'effettiva fruibilità delle sue capacità nel suo complesso. [Malus: al raggiungimento di determinate soglie di riserva energetica, Amon non sarà in grado di accedere alle proprie capacità passive; le percentuali di riferimento saranno indicate in corrispondenza delle singole capacità.] Il soggetto, custode dell'abilità, ha presentato nel corso dei secoli un'indole riflessiva e mai impulsiva, affidandosi ciecamente alle capacità donategli dall'“ Occhio di Ra ” e risultando prezioso nella fasi strategiche, per evitare ingenti perdite di adepti.

    Fisicamente e visivamente, l'“ Occhio di Ra ” si presenta agli occhi altrui per una sorta di mutazione che avviene nel volto del soggetto, del custode, il quale viene trasfigurato per permettere al “ Respiro divino ” di apportare i propri benefici agli occhi; per poter fare affidamento sulla propria abilità, il custode non dovrà fare altro che concentrare il proprio potere negli occhi e lasciare che il “ Respiro divino ” interagisca con gli stessi. Le vene alle tempi, sino alle orbite, cominceranno a gonfiarsi pompando il sangue – e l'energia – più velocemente; i bulbi oculari, frattanto, perderanno la loro consueta colorazione assumendo un pigmento perlaceo, sovrapponendosi quasi completamente sia alla pupilla, sia alla cornea, di cui permangono semplicemente i contorni sbiaditi.

    Amon ha appreso i primi rudimenti sul “ Respiro divino ” all'età di sette anni, riuscendo nell'intento di controllarlo indirettamente all'età di circa otto anni; ciò gli ha consentito di risvegliare l'“ Occhio di Ra ” a questa età. Infine, è riuscito a perfezionare il controllo sull'abilità e sulla propria energia all'età di dodici anni, con grande sorpresa dei suoi istruttori.

    L'“ Occhio di Ra ” consente al suo custode di poter vedere distintamente l'essenza degli altri soggetti – siano essi amici o nemici –, sotto forma di un fittissimo reticolato energetico che ricorda molto il complesso sistema circolatorio del sangue, la cui colorazione risulterà essere differente a seconda dell'entità che si troverà di fronte. In questa fase, i colori si sbiadiranno assumendo tinte spente, tenenti al grigio, mentre la trama energetica assumerà ai suoi occhi una colorazione più vivida e brillante, consentendogli di concentrare l'attenzione su questo particolare; ad una osservazione più attenta e meticolosa – sostituita, con il tempo, dall'esperienza – è possibile notare che vi sono dei punti nella trama energetica, nei quali l'energia è più condensata rispetto ad altri e ciò in quanto si trovano in corrispondenza degli organi vitali, permettendo al custode una maggiore precisione nei suoi colpi. La visione della trama gli consente un vantaggio ulteriore, soprattutto se lo si combina con una efficace tattica difensiva, poiché ciò gli permette di reagire in modo più veloce ad una offensiva avversaria basata strettamente sull'utilizzo della trama stessa; infatti, in tali situazioni contingenti, la trama energetica subisce una repentina accelerazione dovuta all'utilizzo dell'energia vitale convogliata in quello specifico attacco, potenziando di gran lunga riflessi e reazioni del custode. In tali situazioni, il custode avrà quindi la possibilità di reagire più velocemente alle tattiche offensive avversarie, consentendogli di agire per tempo nella manipolazione del “ Respiro Divino ” e rispondere così in modo più efficace alle sollecitazioni rinvenienti dalle differenti situazioni contingenti. [Auspex passivo di ‘ Percezione magica ’ (la visione della trama energetica è puramente interpretativa e giustifica peraltro la passiva di empatia descritta più avanti). Limitazioni: è possibile vedere le energie impresse su cose e persone, ma non quella emessa naturalmente dalle persone; è possibile avvertire/vedere la presenza di un oggetto incantato e riconoscerlo da –e tra- gli altri; è possibile avvertire quando qualcuno casta tecniche (limite collegato alla passiva che segue). Passiva di Istant Casting dovuta all'osservazione del moto repentino della trama energetica, giustificata dai riflessi repentini rinvenienti nella capacità in oggetto. Malus: al raggiungimento della soglia del 20% della riserva energetica, Amon non sarà in grado di utilizzare ulteriormente queste capacità nel corso dell'evento.] Altra caratteristica peculiare legata alla vista, è quella che consente al custode di poter avere una visuale completa di tutto quanto lo circonda, tranne che un unico punto cieco posto dietro alla sua nuca; si tratta di un cono d'ombra nel quale gli è impossibile vedere o percepire alcunché, trattandosi potenzialmente del vero ed unico punto debole di questa capacità. Per sfruttare un più ampio raggio di visione, deve trovarsi nella più completa immobilità per consentirgli di concentrarsi pienamente su quanto gli accade intorno; qualora voglia sfruttare questa capacità – combinandola con altre – in movimento, il raggio della visuale è più contenuto. [Visuale di 359° intorno a sé per un raggio di 20m. Malus: se Amon si trova in movimento, il raggio della visuale si riduce a 5m; al raggiungimento della soglia del 30% della riserva energetica, Amon non sarà in grado di utilizzare ulteriormente questa capacità nel corso dell'evento.] Ulteriore capacità donata dall'“ Occhio di Ra ”, è quella di vedere al di là di cose e persone, senza alcun impedimento; solitamente, questa capacità è abbinata alle altre donate dall'occhio – in special modo, se sfruttata per scandagliare la zona circostante –, seppure sia valida anche se utilizzata da sola. [Possibilità di vedere ogni cosa aggirando gli ostacoli; Consumo Variabile.] Anni ed anni di esperienza nella “ lettura ” della trama energetica consentono al custode di poter leggere l'aura emotiva altrui, permettendo a questi di conoscerne lo stato d'animo, a meno che non vi siano incanti o protezioni che ne blocchino la percezione. Infatti la trama energetica rappresenta uno specchio, una sorta di riflesso di quelli che sono i diversi stati emotivi che colpiscono l'animo altrui; ciò è dovuto, in particolare, al moto del flusso energetico, al suo scorrere nel fittissimo reticolato del sistema circolatorio, permettendo al custode – dopo una fase di conoscenza e di studio più o meno breve – di comprenderne lo stato d'animo con uno scarto di errore infinitesimale. Ovviamente, per la stragrande maggioranza dei soggetti i segnali sono più o meno simili, se non identici; ma è possibile che vi siano dei soggetti particolari che poco si prestino alla lettura dell'aura emotiva, rendendo più difficoltoso al custode comprendere quale sia il loro stato d'animo, riuscendo persino a raggirarlo vanificando così ogni suo sforzo. Ciò non toglie che la lettura dello stato emotivo sia estremamente utile al custode in situazioni contingenti particolari, poiché potrebbe consentirgli – a titolo di esempio – di scoprire attraverso questa “ lettura ” se il soggetto che ha davanti gli sta mentendo o meno. Si tratta pertanto di una capacità estremamente versatile, potendo essere utilizzata nelle situazioni più disparate. [Lettura dell'aura emotiva utilizzando come tramite la visione della trama energetica (Passiva di Empatia); Passiva di Lie-Detector. Malus: al raggiungimento della soglia del 20% della riserva energetica, Amon non sarà in grado di utilizzare ulteriormente queste capacità nel corso dell'evento.]

    . Essere un adepto dello Scorpione Nero .

    Gli adepti dello Scorpione Nero vengono sottoposti fin dalla più tenera età ad allenamenti fisici e psichici molto particolari, il cui scopo è quello di formarli anzitutto come guerrieri, dotandoli di fisici forti e resistenti, agili e veloci, in virtù dei ruoli e dei compiti che andranno a ricoprire una volta divenuti membri dell'ordine; secondariamente, vengono formati – con altrettanta attenzione e dedizione – come assassini, fornendo loro una preparazione (teorico-pratica) completa sulle tecniche di omicidio, sviluppando principalmente le particolari capacità fisiche – e psichiche – necessarie per metterle in atto.

    Concluso l'addestramento, Amon possiede una forza fisica notevole considerato il livello medio di un normale essere umano, retaggio degli intensi allenamenti cui è stato sottoposto sin da piccolo che gli hanno consentito di sviluppare la propria vera forza, rendendolo oltremodo pericoloso in un confronto corpo a corpo; ciò gli consente anche di sopportare pesi notevoli, ma mai eccessivi, in virtù del fatto che gli allenamenti erano basati proprio su questo: sollevamento di pesi e macigni e loro spostamento come fossero una sorta di zavorra dalla mattina alla sera, anche durante le sessioni di combattimento. La sua muscolatura, in tal senso, risulta tonica, scolpita ed asciutta: un buon compromesso che non lo vincola nei movimenti. [Power Up passivo + 50% Forza] Le sessioni di combattimento corpo a corpo e con le armi, gli hanno consentito inoltre di sviluppare una resistenza fisica impareggiabile: concluso l'addestramento, infatti, la sua pelle e le sue ossa sono divenute coriacee, tanto da consentirgli di resistere anche ai colpi più duri se corroborati da una buona tattica difensiva. Ciò gli consente di resistere meglio ai colpi altrui, riuscendo a rialzarsi in piedi laddove altri si sarebbero già arresi; inoltre ciò gli consente di risentire meno dello sforzo e della stanchezza, in virtù di questa sua stessa resistenza. [Power Up passivo + 50% Resistenza]

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    n.a.

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    Note a margine ~ Grazie per la splendida giocata: sono stato orgoglioso di far partecipare a questa campagna Amon dall'inizio alla fine. Vi adoro <3
     
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32 replies since 19/1/2017, 00:14   711 views
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