[LAM] La torta al cioccolato più buona del mondo!!!!

Ted guardò l’elefante, che silenziosamente era sparito in un angolo della stanza.
Iniziò a pensare se fosse stato una buona idea portare anche lui, forse aveva cose migliori da fare in quel giorno.
Il pugile provò ad avvicinarsi a lui per provare a parlare senza dare troppo nell’occhio.

”Che hai intenzione di fare? Vuoi venire con noi oppure vuoi un giorno libero?”

L’elefante prese qualche momento per pensarci su, iniziando a toccarsi le zanne d’avorio con l’indice della mano destra.
Un classico gesto che stava a significare che il suo cervello si era messo in moto.

”Penso proprio che, come dici tu, coglierò la palla al balzo e andrò al Magisterium a leggermi qualche libro.”

Carter si sentì sollevato nel vedere il maestro imboccare il sentiero per la biblioteca, avrebbe avuto modo di dedicarsi completamente alla ricerca di ingredienti assieme a Rhaziel.
Poi un sibilo gli entrò nell’orecchio.

”Ah già, ci sei anche te … Lilith.”

Preferì non perdere altro tempo e con il Guercio si avviò fuori, seguito anche dal loro Caposquadra.
Fra i tre era sicuramente quello più “rilassato” e subito si notò questa sua pacatezza, da una caduta iniziale.

"Siamo in una botte di ferro ..."

Pensò guardando Darkness, il cavallo di Rhaziel.
Sentendo gli ingredienti non si stupì più di tanto, erano sicuramente quelli per un comune dolce.

”Si, penso che sia la cosa migliore. Iniziamo a darci una mossa, non vorrei che Jester vincesse e venisse poi a vantarsi”.

A sentire quel nome perfino il serpente si agitò, per poi tornare a stringere il braccio dell’uomo a cui era aggrappata.

Finalmente riuscirono a raggiungere il Latifondo.
Nonostante fossero in mezzo ad una sfida il trio sembrava avere una certa confidenza nelle proprie capacità, oppure erano tutte e tre dei sempliciotti che avevano mancato in maniera madornale alcune priorità, ad esempio prendere un cavallo per andare più veloci o semplicemente correre.
Ted, però, sorrideva soddisfatto.
Quella tranquilla passeggiata lo aveva rilassato molto ed era pronto a fare del suo meglio.
Annuì quando Rhaziel propose di andare a parlare direttamente con un pastore per chiedere del latte, ma trovò profondamente sbagliato il suo modo di approcciarsi.

”Rhaziel, ma cosa fai? Non è certamente questo il modo di chiedere una cosa, sembra che tu lo voglia far uscire per ucciderlo …”

Le mani si chiusero a pugno e un doppio, veloce, colpo rimbalzò sul legno.

”Salve, siamo Aviatori di Laputa. Siamo alla ricerca di un po’ di latte di mucca, per caso lo avete?”

Si girò verso il guercio dopo aver dimostrato quanta classe potesse adoperare.
I contadini erano persone difficili, lo sapeva bene dato che il suo rapporto con i contadini era sempre stato quello.
Ogni volta che aveva avuto la possibilità di incontrare un allevatore, quest’ultimo, lo aveva sempre usato per qualche compito che la sua povera schiena non poteva più sopportare.
Per di più aveva spostato enormi massi o alzato carri con una ruota rotta.
Tutta gente molto simpatica ma che vedendo la sua enorme massa muscolare, finiva con lo sfruttarlo con qualche noioso lavoro.
Avrebbe volentieri sgobbato se questo gli avesse permesso di ottenere gli ingredienti che cercavano.
Guardò Junichi.

”Vedi di non allontanarti e vedrai che riusciremo a portare a termine questa missione.”

Sorriso bianco, sguardo sicuro e pollice alzato.
Cosa poteva andare mai storto?

Mentre aspettava con impazienza sulla soglia della porta, dei suoni molto simili a delle voci, iniziarono a riempire l’aria.
Il pugile provò a tendere l’orecchio a quello strano linguaggio, ma non gli fu subito chiaro in cosa si fosse cacciato quel giorno. La mente intanto vagava nei suoi ricordi, perché quel dialetto non era affatto nuovo per lui.
Qualche tempo prima, nel terzo girone, era andato in missione con il comandante Khatep. Non gli capitava spesso infatti di girare per il mercato, preferendo invece tenersi ben lontano da tutta quella massa di persone. Però durante la missione aveva sentito delle persone usare quel tipo di linguaggio e sapeva quindi, già per esperienza, di non capirci assolutamente una mazza.

I due strambi personaggi che si presentarono davanti a loro, anche più strani del trio improvvisato, fu un chiaro avvertimento su quello che sarebbe successo da li a prima della fine della giornata.
Carter si lasciò ovviamente toccare abituato com’era dai fans e neanche il buffetto gli causò troppi problemi.
A “perquisizione” finita provò a parlare lui.

”Buongiorno …”

Alzò la mano con un po’ meno sicurezza rispetto a prima.

” … stiamo cercando il latte di mucca. Latte, capite?!”

Dubbioso che una semplice parola potesse risolvere la differenza di linguaggio, il campione si voltò verso il caposquadra.
Sicuramente doveva essere un uomo fidato e con molta probabilità doveva possedere delle abilità da invidiare.
E invece no.
Lo ritrovò a guardare le nuvole con un’espressione ebete sul volto.
Rapido si voltò verso la coppia e provò a pensare.
Dopo un’attimo la risposta saltò fuori in maniera spontanea.
Alzò le mani in modo che la coppia le potesse vedere e poi le chiuse in modo tale da emulare la stretta intorno a qualcosa e poi iniziò a muoverle su e giù, in maniera quasi sensuale, mentre con la bocca produceva uno strano rumore usando la lingua.

”TOK, TOK, TOK, TOK, TOK …”

Dopo un po’ che muoveva la lingua si fermò, per la fatica di fare quello strano rumore, e fece finta di prendere un recipiente e di berne il contenuto.
Per essere più realistico si asciugò anche i baffi.
Ma nella sua imitazione serviva un messaggio forte in grado di scuotere la coppia e i loro animi da contadini.

”MUUUUUUUU”

A opera conclusa si sentì unicamente in un solo modo: un vincente.

SPOILER (clicca per visualizzare)

I due sembrarono capire ciò che i due aviatori andavano cercando, esponendoli però un grave problema che affliggeva la loro prediletta, se non unica, mucca di nome Melona.
Un terribile incontro l’aveva sconvolta e per quanto le dinamiche risultassero più oscure della pelle del pugile, la signora gli lasciò comunque la possibilità di provare.
Ted cercò di essere cortese con chi li aveva permesso di entrare nella casa, mettendosi quindi a vedere quale approccio aveva deciso di usare Rhaziel.
Sicuramente il suo stretto rapporto con il cavallo Darkenss gli sarebbe servito, eppure Carter era sicuro che esisteva un modo migliore per risolvere la cosa.
Seduto su una sedia, mentre osservava la situazione, iniziò a ricordare di come lo zio, che viveva in campagna, avesse avuto lo stesso problema.
Un gruppo di teppisti aveva disturbato il suo gregge di pecore durante la notte e per una settimana queste avevano smesso di produrre latte a causa dello stress dovuto allo scherzo.
Si ricordò subito la lunga lista di cose che aveva provato a fare prima di trovare un metodo che funzionasse.

”Lascia fare a me Rhaziel, conosco la situazione…”

Avrebbe detto entrando in mezzo ai due con estrema tranquillità, dando l’impressione di essersi allenato per anni per quel momento.

”… per risolvere il problema di Melona bisogna cantare e per nostra fortuna io sono un cantante provetto. Una volta mi hanno invitato anche ad una trasmissione sai?!”

Avrebbe provato a prendere il guercio sotto braccio, avvicinandosi così al suo orecchio. La presa sarebbe stata molto tattica, perché eseguita dalla parte in cui il compagno era cieco.

”Certo è da un bel po che non canto, ma penso di poter riprendere il “tocco”. Anche se forse questa non è la parola più appropriata alla situazione. Chi diamine è che va a fare una visitina notturna ad una mucca?”

Avrebbe lasciato Rhaziel iniziando a pensare ad una canzone degna di nota e non dai toni gravi, in modo da tranquillizzare la mucca.
Erano da mesi che non sentiva qualche tipo di canzone e la sua “playlist” sembrava aver tolto le tende dalla sua mente, lasciando al suo posto un’enorme buco nero.
Poi una luce nell’oscurità si accese e di colpo si ricordò di una canzone. Lui stesso si sorprese nel ricordare ogni parola della medesima.

”Okay. Ho la canzone e adesso usando questo tamburo …”

Fece un cenno alla donna e prese tranquillamente lo strumento musicale, non chiedendosi come mai si trovasse li, iniziando a suonare. Il suono che ne usciva era sgradevole, ma con il tempo migliorò e la voce di Ted, che si rivelò calda e morbida, iniziò a cantare.

"I hear the drums echoing tonight
But she hears only whispers of some quiet conversation
She's coming in twelve-thirty flight
Her moonlit wings reflect the stars that guide me towards salvation
I stopped an old man along the way
Hoping to find some old forgotten words or ancient melodies
He turned to me as if to say. "Hurry, boy, it's waiting there for you."

Guardò per un’attimo il compagno Aviatore.

”Te continua ad avvicinarti e credi in me.”

In quale parte di Ted dovesse credere, rimane tutt’ora un mistero.

“It's gonna take a lot to drag me away from you
There's nothing that a hundred men or more could ever do
I bless the rains down in Africa
Gonna take some time to do the things we never had”

Le parole continuavano a fluire dalla sua bocca come un fiume, senza mai fermarsi e senza mancarne mai una. Da quando conosceva quella canzone?

Ted chiuse gli occhi mentre eseguì il pezzo.
Mentre suonava lo strumento musicale e lanciava parole nell’aria, si sentì come pervaso da un senso di calma e pace, un piacevole calore gli riempì il cuore e provò una sensazione simile ad un’abbraccio.
Si accorse solo dopo che nelle sue parole vi era molta più malinconia di quanto volesse. Era da tempo che non provava quella sensazione e nell’intimo arrivò perfino a sentirsi solo. Non sarebbe riuscito a spiegarlo a parole ed era per quello che usava quelle di un’altro cantando. La sensazione diventata sempre più spiacevole, eppure Ted non riuscì a fermarsi continuando invece a suonare.
Le lacrime gli stavano per cadere dagli occhi, quando qualcosa gli colpì il torace.
L’impatto, molto dolce, lo fece smettere di suonare e aprendo gli occhi, con sua grande sorpresa, vide Melona vicino a lui.

”H-ha funzionato?!”

Guardò Rhaziel come se fosse un fantasma.

”Intendo dire che ha funzionato meglio del previsto, ovvio. Tutte le ragazze mi si gettano al collo quando canto, anche se non mi aspettavo che iniziasse a piangere.”

La mucca invece piangeva e anche tanto.
Carter rimase un’attimo in imbarazzo pensando a cosa fare con Melona.
Il guercio preferì non averci niente a che fare e svelto tornò dentro casa.

”Ehi coso! Dico a te Junichi, aiutami a tranquillizzarla e poi potremmo prendere il latte per Drusilla. Al burro penseremo poi.”

Con un tocco leggero accarezzò la fronte della maestosa mucca, la quale continuava a piangere.

”Ehi, tranquilla va tutto bene. Adesso calmati …”

Cercò di usare un tono particolarmente calmo, solitamente con gli animali funzionava.