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Campagne, Latifondo.
Presidio Errante, Endlos.POV: Ted Carter.
”H-ha funzionato?!”
Incredulo del proprio successo, Ted fissò Rhaziel allibito.
”Intendo dire che ha funzionato meglio del previsto, ovvio. Tutte le ragazze mi si gettano al collo quando canto, anche se non mi aspettavo che iniziasse a piangere. Ehi coso! Dico a te Junichi, aiutami a tranquillizzarla e poi potremmo prendere il latte per Drusilla. Al burro penseremo poi.”
In risposta alla richiesta disperata del povero e confuso Ted, il Famiglio dell'Alfiere Errante si avvicinò a passo leggero verso l'Aviatore, quasi strisciando. Sorridendo candido ed infido al tempo stesso, dopo aver squadrato la povera bestia da capo a zampe, diede infine la sua pacata e brutale sentenza.
-Oh, poveri noi!- si sarebbe portato una mano al capo, quasi mortificato -E' proprio innamorata!
Questo non lasciava presagire nulla di buono eppure, se davvero -giunti sul fondo- a quel punto si era intenzionati a scavare, piegandosi lievemente su di lui gli avrebbe sussurrato la sua soluzione.
-Potresti... ecco... coccolarla un po'. Così, mentre è distratta, posso mungerla. Oppure... beh, sono sicuro che non ci vedrebbe nulla di male se la toccassi un po' tu.
”Ehi, tranquilla va tutto bene. Adesso calmati …”
Nel mentre la mucca Melona si era docilmente accoccolata al sicuro fra le sue possenti braccia da guerriero che, ne era certa, l'avrebbero sempre difesa e salvata come la più bella delle principesse. Dopo alcuni singhiozzi, a sentire il tocco gentile del pugile, si era addirittura calmata.
-Mu ♥
POV: Rhaziel.In effetti c'è qualcosa di sospetto.
Fiutando che qualcosa non andava, il compagno -fortunatamente- rimasto in disparte decise finalmente di interrogare la padrona di casa riguardo il marito sospetto.
Mi scusi... ultimamente ha per caso notato qualche comportamento strano in suo marito?
Questa, però, non ebbe l'acume di afferrare il punto della situazione, quindi si limitò ad elencare le numerose attività del marito durante il giorno. Blaterò, blaterò... finché non raggiunse questioni più interessanti.
-... e come digevo, la sera mio marito è sempre attento cogli animali! Infatti, prima di addormire, scende sempre un'ora a controllare tutto e tutti. Da qualche jorno, però, non lo fa più perchè è cascato e s'è fatto male a gamba!
Come avrebbe analizzato tali dichiarazioni il novello Sherlock Holmes, quale era Rhaziel?
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_MajinZ_.
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La mucca Melona si era infine ripresa e aveva trovato conforto tra le braccia muscolose del prode Ted, il quale fece fare un sospiro di sollievo al Cacciatore: non era il tipo da starsene li a coccolare una mucca, preferiva avere a che fare con argomenti molto più affini alla sua professione. E adesso aveva un caso da seguire, doveva trovare il responsabile del trauma inferto alla povera bovina, un trauma sia fisico che psicologico. Aveva già un sospetto, ma non poteva incolpare nessuno senza fare prima qualche domanda per trovare delle prove, anche se il comportamento dell'animale poteva essere già una di queste. Comunque dovette attendere diversi minuti prima di ricevere qualche notizia utile dalla logorroica contadina, che infine raccontò come il marito andasse a controllare le bestie prima di andare a dormire, ma ultimamente evitava di farlo a causa di un infortunio alla gamba causato da una caduta.
Interessante...
Rhaziel si appuntò tutto su di un taccuino tirato fuori con un gioco di prestigio, iniziando a fare una lista delle deboli prove raccolte. Doveva indagare ancora.
Le ha per caso raccontato di preciso la dinamica della caduta? Sa, gli infortuni sul lavoro non vanno presi alla leggera. Inoltre vorrei scambiare due parole con suo marito, crede sia possibile?
Aveva bisogno di torchiare un po' quell'uomo, era evidente infatti che non aveva detto tutta la verità riguardo l'accaduto e il comportamento di Melona faceva ricadere su di lui più di un sospetto. Forse quella persona così scorbutica ma bonacciona, nascondeva un lato nascosto persino alla moglie, dove gli animali diventavano il centro del suo desiderio... un comportamento che andava ben oltre il semplice volersi prendere cura degli animali.. -
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Ted Carter
Ted non sapeva proprio come fare a risolvere quella spinosa situazione.
Junichi gli diede conferma di quello che già per lui era una certezza, Melona si era innamorata pazzamente di lui e dei suoi muscoli definiti.
”Non la posso certamente biasimare, anche io mi innamorerei dei miei muscoli.”
Quel suo pensiero era alquanto narcisista, ma non lo era da un po di tempo e gli sembrò giusto fare quella battuta mentale.
Smise però di farneticare quando si accorse che il supervisore gli stava parlando su chi avesse dovuto mungere la mucca.
Avrebbe potuto continuare ad accarezzarla e a cantargli qualche canzone, ma nel profondo sapeva benissimo quale era la cosa giusta da fare per rendere felice l’animale.
”Ti dirò una cosa Junichi. La vita è strana e complicata, noi umani non potremmo mai apprezzarla appieno come Drusilia o altri esseri immortali che perdurano nelle ere più di quanto potrebbe fare una nostra dinastia. Ma è proprio questo che ci permette di apprezzare ogni giorno, nella gioia e nel dolore. Alcuni giorni non vorresti proprio viverli, preferiresti saltarli come si fa con una panchina bassa. Eppure è proprio in quei giorni, quelli che ci spingono al massimo e che ci fanno stringere i denti, che bisogna andare avanti e dimostrare di essere uomini. Oggi non è quel giorno ma sarò io a mungere Melona, perché resto comunque un’uomo …”
Smise di accarezzare la testa pelosa dell’animale e allontanò il tamburo, alzandosi.
Notò che proprio lì vicino vi era uno sgabello e un secchio per mungere.
Prese entrambi senza pensarci troppo.
” … un gran pezzo d’uomo”
Lanciò lo sgabello e il secchio dietro il culo di Melona.
Si tirò su le maniche e i pantaloni. Non sapeva come si mungeva una mucca, lo aveva fatto solo qualche volta alla fattoria dello zio.
”Tranquilla Melona. Non sono molto pratico, ma cercherò di fare … piano.”
Pretendendo tanta volontà e fiducia nelle mani, iniziò a mungere. Solo il tempo avrebbe dato a lui e a Junichi una risposta.. -
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POV: Ted.”Ti dirò una cosa Junichi. La vita è strana e complicata, noi umani non potremmo mai apprezzarla appieno come Drusilia o altri esseri immortali che perdurano nelle ere più di quanto potrebbe fare una nostra dinastia. Ma è proprio questo che ci permette di apprezzare ogni giorno, nella gioia e nel dolore. Alcuni giorni non vorresti proprio viverli, preferiresti saltarli come si fa con una panchina bassa. Eppure è proprio in quei giorni, quelli che ci spingono al massimo e che ci fanno stringere i denti, che bisogna andare avanti e dimostrare di essere uomini. Oggi non è quel giorno ma sarò io a mungere Melona, perché resto comunque un’uomo …”
Illuminato da una nuova e strabiliante epifania, il pugile abbandonò il tempo delle carezze sulla testolina del bovino con risolutezza davvero maschia, allontanando il tamburo e sollevandosi in piedi. Prese uno sgabello ed un secchio, le si sedette vicino.
” … un gran pezzo d’uomo”
Si tirò su le maniche e i pantaloni.
Avvicinò le mani alle grazie della sua ammiratrice che, a disagio, lanciò un lieve muggito, discostando lo sguardo con timidezza ma rimanendo comunque ferma e docile.
”Tranquilla Melona. Non sono molto pratico, ma cercherò di fare … piano.”
-...muh ♥
Nonostante fosse calato su entrambi gli Aviatori un velo cupo di trasudante attesa, l'arguto Serpente Junichi percepì che vi era dell'altro nell'atmosfera, un'aria dolce e sensuale che profumava di rose ed aliti affannati di bovino. Le labbra sottili e pallide si assottigliarono maliziose a formare una falce e gli occhi da rettile si posarono sul forse inconsapevole Ted, concentrato nell'essere sempre e comunque delicato... nonostante tutto. Eppure, era stata proprio quella qualità a tornar loro utile... la ragione per cui il cuore di Melona aveva ripreso a battere e la speranza di una felicità ormai perduta aveva fatto luce sulla sua misera e buia esistenza.
-... direi che è meglio se vi lascio soli.
Fu così che Junichi voltò le spalle all'amico, preferendo piuttosto seguire Rhaziel che -intanto- era sul punto di entrare in casa assieme alla padrona. Qualora Ted si fosse distratto a quella vista, Melona avrebbe lanciato un muggito infastidito... forse per la delicatezza di quel momento, o perchè magari doveva andare più piano.
-Muuu-mu muuuuh!
Perché si sa, le donne son gelose di attenzioni...
... e quel momento era solo loro.
Di Ted e Melona.
POV: Rhaziel.Interessante...
Ormai novello investigatore, Rhaziel aveva cacciato un taccuino dalla giacca ed aveva iniziato a prendere appunti con solerzia, intuendo già da solo fino a che punto la situazione poteva esser degenerata.
Le ha per caso raccontato di preciso la dinamica della caduta? Sa, gli infortuni sul lavoro non vanno presi alla leggera. Inoltre vorrei scambiare due parole con suo marito, crede sia possibile?
-E c'hai ragione pure tu, figghio mio bello!- avrebbe esclamato la signora, gesticolando -E nu-u-saccio come è successo, quello lì manco mi dice nulla! Sta sempre a fa e cose sue! Ma vieni, vieni, ne parli con lui e vediamo...
La disponibilità della signora era ammirevole, e forse per quello sarebbe stata evidente anche la sua innocenza nel peggiore dei casi. Entrando comunque nella piccola fattoria, i due furono seguiti da Junichi che, intanto, aveva lasciato Ted assieme a Melona. Non spiegò le ragioni di quel gesto, ma dal suo volto tranquillo e rilassato era possibile capire che fosse andato tutto a buon fine, almeno con la vittima. Ora, invece, era tempo di trovare il colpevole.
-Aho!- avrebbe urlato la signora, bussando alla camera da letto una volta giunti al primo piano -Agapri! Agapri a scè, che t'hanna chied alcune cose!
Dall'altro capo della porta sentirono dei rumori, evidentissima prova che il marito fosse esattamente lì. Eppure non rispondeva al richiamo, tantomeno apriva quella dannata porta.
-Che sia successo qualcosa di grave?- si sarebbe domandato Junichi, portandosi una mano al mento con fare pensoso -Perché non apre?
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Ted Carter
-... direi che è meglio se vi lascio soli.
Ted sgranò gli occhi.
Avrebbe pagato a peso d’oro chiunque fosse stato in grado di spiegarli cosa stavano pensando tutti. Junichi sparì dentro la casa, lasciando il pugile e la mucca da soli.
”Ma cosa crede di avere capito quello là? Fare quel sorriso e dirmi quelle cose. Ha preso sicuramente un granchio.”
Pensando che fosse brutto che l’unica cosa a riempire l’aria cose il rumore del latte di Melona che cadeva nel secchio, Ted provò a iniziare una conversazione con la mucca.
”Sai Melona, con queste mani sono in grado di fare gradi cose. Ad esempio se lo volessi potrei riuscire a distruggere perfino un palazzo. Non per vantarmi ma ho anche affrontato delle divinità, tenuto incontri in arene di ossidiana e molto altro.”
Sorrise.
”Ed invece ora sono qui a mungerti. Tutto per te.”
Smise di sorridere pensando a quanto fosse strano, ma ricordandosi che tutti gli ultimi eventi che lo avevano visto coinvolto erano strani, decise che forse era molto meglio metterci una pietra sopra e non pensarci proprio affatto.
”Sai ultimamente me ne succedono di tutti i colori. Alcuni giorni non riesco a distinguere la realtà da certe visioni che mi vengono in mente. Ricordi che non sono miei.”
Iniziò a mungere più lentamente, man mano che il secchio iniziava a riempirsi.
”Anche la canzone di prima. Era come se qualcuno accanto a me l’avesse messa e io mi limitavo a ripetere soltanto le parole. Ma che diavolo mi sta succedendo?!”
Prese un bel respiro.
”Non ho capito dove sia finito Rhaziel, ma penso che sia andato a trovare indizi su quello che ti ha dato fastidio. Vedrai che dopo che l’abbiamo trovato, riusciremo a farli passare la voglia.”
Sorridendo accarezzò la pancia della mucca.. -
_MajinZ_.
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Il signor fattore doveva essere una persona davvero misteriosa e riservata, se nascondeva importanti dettagli persino a una moglie così devota e gentile. Non aveva idea di come si era procurato l'infortunio alla gamba, quindi non restava altro da fare che chiedere al diretto interessato. Ancora una volta la signora si rese disponibile a collaborare, accompagnando il novello Sherlock Holmes all'interno dell'abitazione insieme a Junichi, il quale aveva abbandonato Ted per ragioni non molto chiare... ma forse era meglio così, bastava una persona per tenere al sicuro la bovina e nessuno meglio del pugile poteva proteggerla. Ad ogni modo la donna condusse i due investigatori al piano superiore, fino a raggiungere quella che doveva essere la camera da letto. La signora chiamò il marito, ma questi non rispose. Inoltre la porta era stranamente chiusa a chiave, ma da dentro si udivano comunque provenire dei rumori.
La prego signore, ci faccia entrare.
Disse il Cacciatore avvicinandosi alla porta per bussare un paio di volte, avvicinando l'orecchio alla superficie di legno per sentire meglio, abbassando infine la maniglia per constatare la chiusura a chiave della porta. Non restava altro da fare che forzarne l'apertura e a giudicare dal materiale non sembrava troppo resistente. Rhaziel si voltò quindi verso la signora, fissandola con occhi seri e determinati.
Mi dispiace signora, suo marito potrebbe essere in pericolo: bisogna agire in fretta. Ripagherò io stesso gli eventuali danni.
Lentamente si fece indietro di qualche passo, rivolgendo uno sguardo anche al pensoso Junichi: in questi casi bisognava solo agire e anche il più presto possibile.
Ora lo scopriremo.
Dopo aver preso la rincorsa, il Verde si scagliò contro la porta per sfondarla con un possente calcione, mostrando una discreta esperienza visto che non era la prima volta che faceva irruzione in una stanza.
Che diavolo succede?
Avrebbe urlato, forse facendosi prendere un po' troppo dalla foga, tirando fuori il revolver con un riflesso incondizionato: in genere tirare fuori quel cannone intimidiva anche i più coraggiosi. Tuttavia si trattava di una mossa involontaria, anche se ormai non poteva più tornare indietro... sperava solo di non scatenare il panico.. -
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POV: Ted.
”Sai Melona, con queste mani sono in grado di fare gradi cose. Ad esempio se lo volessi potrei riuscire a distruggere perfino un palazzo. Non per vantarmi ma ho anche affrontato delle divinità, tenuto incontri in arene di ossidiana e molto altro. Ed invece ora sono qui a mungerti. Tutto per te.”
Mentre Ted Carter si avvicinava a Melona e la rassicurava, la mucca taceva tranquilla e soddisfatta.
”Sai ultimamente me ne succedono di tutti i colori. Alcuni giorni non riesco a distinguere la realtà da certe visioni che mi vengono in mente. Ricordi che non sono miei. Anche la canzone di prima. Era come se qualcuno accanto a me l’avesse messa e io mi limitavo a ripetere soltanto le parole. Ma che diavolo mi sta succedendo?!”
Prese un bel respiro.
”Non ho capito dove sia finito Rhaziel, ma penso che sia andato a trovare indizi su quello che ti ha dato fastidio. Vedrai che dopo che l’abbiamo trovato, riusciremo a farli passare la voglia.”
Premendo serenamente le mammelle della mucca per ottenere il preziosissimo latte, necessario alla loro missione, Ted aveva iniziato a discorrerci e, sebbene fosse strano, era un pochino come parlare a se' stesso, confessare di essere abbastanza confuso. Non fu certamente una rivelazione, ma la consapevolezza generò uno strano meccanismo che avrebbe iniziato a fargli aprire gli occhi.
Era tutto così strano... e -musiche a parte e dialoghi senza senso- a ben pensarci non avrebbe ricordato esattamente tutti i passaggi di quella missione. Come se soffrisse di perdita di memoria a breve termine... o forse allucinazioni di qualche tipo?
Aveva per caso mangiato qualcosa di strano? O era sotto effetto di una potente illusione?
Portandosi la mani al ventre, improvvisamente spaventato dal suo stato di salute, avrebbe abbassato lo sguardo... e avrebbe scoperto di essere improvvisamente nudo. In mezzo al latifondo e con dei contadini che lo fissavano.
Infine la terra perse di consistenza e... Ted iniziò anche a cadere.
Giù da Laputa, dritto su Klemvor.
Immediatamente prima di toccare il suolo, le tenebre sarebbero calate sui suoi occhi, e poi la luce lo abbagliò e sentì chiaramente qualcosa di soffice sotto il suo corpo -curiosamente ancora in vita. Si sarebbe levato di scatto, voltato a destra e poi sinistra, riscoprendosi con sollievo nella propria camera da letto all'Albero Casa.
Ma... era davvero stato tutto un sogno?
Nessuno avrebbe mai scoperto la risposta, eppure un muggito si levò nell'aria al di fuori dell'albero. Voltandosi a quel richiamo, il pugile avrebbe notato una tazza di latte mai vista prima delicatamente posata sul suo comodino, vicino alla lampada, assieme ad una rosa rossa con un biglietto adagiato sopra. La pergamena profumava di fiori.
"Da una timida ammiratrice", firmato: "Melona".
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Ted Carter
Qualcosa andò diversamente da come era stato programmato in origine. Almeno questo pensò Ted, che da un momento ad un’altro, iniziò a sentirsi scombussolato.
”Ma cosa …?!"
Neanche il tempo di capire cosa gli stesse succedendo, che i suoi vestiti se la battiedero a gambe levate, lasciandolo nudo e crudo come era nato davanti a dei contadini.
Quel problema passò però in secondo piano quando si ritrovò miracolosamente a cadere dal cielo. Vedeva Laputa che si allontanava e la città metallica di Klemvor che gli veniva incontro a velocità pazzesca.
La paura che iniziò a provare fu tanta che chiuse gli occhi.
Ma niente si scontrò con la sua pelle, eccetto qualcosa di soffice. Molto piacevole.
Quando si svegliò era nel suo letto, tremendamente sudato ma pur sempre il suo letto.
Si guardò attorno per accertarsi che fosse proprio in quel modo.
Sul comodino vicino al letto notò una tazza di latte accompagnata da un biglietto.
"Chi sarebbe questa Melona?"
Chiese il grosso pachiderma, rintanato in un piccolo angolo, con un occhiolino.
”Ehm …. come?! Melona? Credo sia … un’ammiratrice. Si, proprio così.”
Senza pensarci troppo prese la tazza di latte e la iniziò a bere.
Rinacque.
"Sembra che tu abbia fatto proprio un brutto sogno."
Ted alzò lo sguardo verso Agrodon. Dalla finestra entrava una calda luce, un profumato vento e un delicato muggito.
”Sembra che vada così da un paio di giorni …”
Scostando le coperte si rivestì come meglio poteva.
” … ma come fai a conoscere quella canzone?”
Il lossodonte alzò solo la fronte sorpreso com’era dalla domanda.
"Di che canzone stai parlando?" gli chiese.
”Africa dei Toto. Mentre dormivo mi sembrava che qualcuno mi ripetesse le parole e quindi …”
" … non la conosco. Mi spiace Ted." rispose interrompendolo.
Carter allungò un sorriso amaro sul volto. Prese la giubba e uscì dalla porta, diretto a parlare con Drusilia. Lei l’avrebbe aiutata.
Gli avrebbe parlato ma non del sogno.
Quella avventura sperò che fosse finita lì..
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