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Una casa.
Finalmente lo strano trio era riuscito a togliersi dalla strada, comprando un’abitazione vicino ai cunicoli d’ingresso.
Per il Re era piccola, nonostante si sviluppasse su tre piani, ma agli occhi di Scratch e Cut assomigliava ad una reggia.
Era ancora spoglia di qualsiasi cosa assomigliasse ad un confort e dal soffitto colava un denso liquido vermiglio. Karakuriki era riuscito a rimediarsi il “pranzo”, ma non sapendo dove metterlo l’aveva depositato al piano di sopra.
Non immaginava che avrebbe perso così tanto sangue.
"Guarda Cut. Ho trovato un ratto morto di peste sotto un mattone ..."
Le parole piene di gioia vennero soffocate dall’animale che lentamente scivolava nella gola del goblin cyborg.
Il rosso invece aveva trovato altro con cui divertirsi: una vecchia picca arrugginita.
La casa doveva appartenere ad un minatore, forse morto in miniera. A quel punto la casa era passata da proprietario a proprietario.
I vari oggetti ammassati negli angoli erano una conferma di ciò. Karakuriki ammirava fiero il suo nuovo palazzo dalla soglia della porta.
Avrebbe potuto finalmente mettersi a lavoro.
”Dimmi, Scratch, il piano di sotto è spazioso come quello di sopra?”
Il sottoposto sorrise e annuì.
”Molto bene. Meglio iniziare allora …”
Una goccia si staccò dal soffitto e attirò l’attenzione di Colui con tutti gli arti.
Le mani scivolarono in tasca e lentamente iniziò a salire le scale che conducevano al piano di sopra.
Ogni suo passo produceva un sinistro cigolio.
L’ora di pranzo era vicina.
Fece passare un’intero giorno prima di uscire di casa.
La pulizia non era proprio il suo forte, ma con i suoi servitori riuscì a fare un lavoro alquanto passabile.
Tante cose vennero gettate via e altre ancora vennero riusate.
Durante le pulizie aveva discusso su quale cosa sarebbe stata meglio fare una volta che la casa sarebbe stata completamente pulita.
Cut aveva suggerito di riempirla di oggetti, come letti e mobilia varia, Scratch non aveva fatto altro che tradurre le parole del Goblin rosso, che non sapeva dire altro se non “Zazza”.
Karakuriki aveva invece le idee più chiare e si avviò ad un negozio che aveva attirato la sua attenzione.
Alcune voci avevano detto che in quel posto si faceva patti di anime e a lui le anime interessavano poco, avrebbe dato quella dei suoi servitori e ne avrebbe ottenuto dei vantaggi.
Quando entrò nel negozio notò qualcosa che gli fece storcere il naso: l’odore.
Incastonati nelle pareti vi erano degli scaffali, nei quali vi erano spezie e quant’altro. Alcuni di essi producevano odori particolarmente forti e che entravano in mostrato con quelli già presenti nella stanza.
La testa gli iniziò a girare, ma non si fermò e a andò al banco.
”Salve, vorrei parlare con qualche responsabile. Ho alcune faccende da sistemare, alcune di esse molto delicate. Inoltre mi potrebbe dare anche un vasetto di menta?”
Il Re adorava la menta.
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Lucius Nyx
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Dietro il banco, in realtà, non c'è nessuno.
Ma sopra il bancone sì.
E con sopra, intendo "sul soffitto". Lì infatti dormiva un... Pipistrello gigante?!
Ma no, scherzavo. È un ragazzino merovisho in piedi, a testa in giù, che dorme infagottato in un lungo mantello nero. La gravità non pare aver alcun effetto su di lui: i capelli scuri rimangono al posto, il manto scuro gli avvolge il corpo anziché penzolare giù.
I suoi occhi si aprono, però, nel sentirti entrare. Sbatte le palpebre, pondera sulla situazione, e poi decreta con uno sbadiglio:
«Sono io il responsabile.»
Allarga le braccia, stiracchiandosi, e con uno slancio e una capriola scende giù. Atterra sul bancone, facendolo tremare.
«E un barattolo di menta costa cinque pezzi d'argento.»
Ti fissa nelle palle degli occhi. I suoi, di occhi, hanno bulbi neri e le iridi chiarissime. Il faccino è giovanissimo, segnato di tribali color sangue.
A metà tra l'innocenza e la più selvaggia follia.. -
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Qualcuno si calò dal soffitto, atterrando sul bancone del negozio come il migliore dei circensi.
Karakuriki alzò un sopracciglio dalla sorpresa.
”Un’entrata di tutto rispetto.”
Accompagnò la battuta sarcastica con un piccolo e leggero applauso.
La figura si era presentata come il responsabile di tutta la baracca, muovendo le mani e gli occhi per incontrare quelli del Re dei Goblin. Stizzito voltò la faccia da tutt’altra parte.
”Un’altro umano ancora. Ma in quanti ce ne sono in questa città?”
Prese un bel respiro e tornò a guardarlo. Non gli piaceva fare affari con quelli della sua razza, ma quello in particolare sembrava avere qualcosa di diverso, non solo nell’aspetto ma anche dentro l’anima.
Rimase però soltanto una mera sensazione.
”Molto bene. Sono venuto per proporre un affare. Ho sentito che fate contratti con le anime, giusto?! Sa come sono le voci a Merovish ...”
Si appoggiò al balcone avvicinando la sua faccia a quella del ragazzo.
”... non sempre vere.”
Si diede una piccola spinta e si allontanò di poco dal banco di legno.
”Per la menta si potrebbe fare quattro monete? Non ho molti soldi con me oggi.”
Mentiva. Ne era pieno come un salvadanaio.. -
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Lucius Nyx
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Al tuo avvicinarti lui replica con un battito di palpebre, il volto immobile. Ti fissa nelle palle degli occhi, le labbra arricciate in un'espressione dubbiosa.
«Beh c'è scritto sulla porta d'ingresso che siamo specialisti spirituali.» risponde con la calma di chi sta dicendo un'ovvietà. Voci che corrono? Il loro nome non è uno che si sussurri tra i vicoli: tutti sanno esattamente cosa fa la Seele, hanno riempito di volantini le strade di Merovish più di una volta. Sono un'azienda pulita, non spacciatori.
Il cosa ne pensino i Merovishi dei loro traffici, però, è un discorso a parte.
«E non facciamo sconti.» prosegue, allungando una mano.
«Cinque pezzi. Ci vuole aggiungere anche la sua anima?» un accenno di sorriso sul viso del ragazzo «O quella di qualcun altro? Esponga il suo affare.»
Nei suoi occhi, finalmente, una scintilla d'interesse.. -
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«E non facciamo sconti.»
Se lo sarebbe dovuto immaginare. Mentire ad un mercante era una sfida persa in partenza in modo particolare per uno come lui, tutt’altro che abile nell’ingannare.
Riusciva a destreggiarsi meglio in altre cose.
”Che cinque siano allora. Al termine però di quest’altro affare.”
Sentenziò infine.
Il motivo della sua visita era uno e uno soltanto sarebbe rimasto.
«O quella di qualcun altro? Esponga il suo affare.»
Il suo interlocutore sembrava non avere peli sulla lingua. Tanto meglio.
Si sentiva terribilmente esposto senza i suoi goblin, anche se si trattava semplicemente di una discussione riguardante un piccolo progetto.
”Proprio questo è il punto. Sono qui nelle veci di un altro ...”
Si staccò dal balcone ed iniziò a girare vicino agli scaffali, senza toccare nulla.
Non avrebbe sopportato l’idea che qualcosa cadesse a terra per colpa sua.
”... per l'esattezza si tratta di un mio amico. Un goblin per la precisione. Penso che abbia un’anima che gli pesa e la vorrebbe vendere. Un’anima resta sempre un’anima per voi … sciamani. Dico bene?”
Si fermò qualche secondo in più a leggere un paio di etichette.
Fuori dalla porta arrivava qualche schiamazzo tipico di Merovish.
”Vorrebbe venderla per avere l’opportunità di visitare il mio mondo d’origine. Richiesta complessa, penso. Avete modo di esaudirla?”
Alla fine il gomito scivolò nuovamente sul balcone.. -
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Lucius Nyx
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Inarca un sopracciglio nel sentirti parlare di un "amico" - da come la questione è posta, sembra una di quelle situazioni in cui non vuoi ammettere che l' "amico" in realtà sei tu.
"Ciao redazione di Cioè, una mia amica ha baciato un ragazzo e voleva sapere se rischia di diventare incinta".
«La sua richiesta è tecnicamente fattibile; I goblin sono creature senzienti, e le loro anime hanno una carica energetica non dissimile da quelle umane. Non facciamo discriminazioni.» un lieve sorriso «Tuttavia, vi sono numerosi dettagli da definire in questa faccenda, e preferirei discutere la questione direttamente con il suo amico.»
Se davvero esiste, questo tuo "amico", perché non mandarlo a parlare in prima persona?
Forse è un fifone che ha paura della Seele. Forse ha qualcosa da nascondere. O forse ha mandato te perché non gli sembrava così importante occuparsi in prima persona della burocrazia.
La superficialità umana - goblinesca, pardon - non finirà mai di stupirlo. Un viaggio dimensionale non è nemmeno un favore così difficile da ottenere, qui su Endlos; perché bruciarsi l'anima per così poco?
Perché nessuno pensa che vendersi l'anima sia davvero così grave finché non finiscono al piano di sotto. Ovviamente.
Così banale. Così poco interessante.
Tanto di guadagnato per la Seele, comunque.
«Lei conosce le coordinate precise del suo mondo d'origine, o è un naufrago? Nel secondo caso, ce ne possiamo occupare noi...» mentre attende risposta si fruga nelle tasche, tirandone fuori un taccuino ed una penna a sfera.
Preme il bottone, facendo uscire la punta con un soddisfacente click.
«Fissiamo un appuntamento?». -
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«La sua richiesta è tecnicamente fattibile; I goblin sono creature senzienti, e le loro anime hanno una carica energetica non dissimile da quelle umane. Non facciamo discriminazioni.»
Perfetto!
Proprio quello che voleva sentirsi dire dall’umano smilzo. Mandare Scratch sul suo pianeta d’origine avrebbe significato fare un piccolo passo in avanti nel suo piano.
«Tuttavia, vi sono numerosi dettagli da definire in questa faccenda, e preferirei discutere la questione direttamente con il suo amico.»
Se prima aveva accennato ad un sorriso, esso morì sul nascere.
”Già, avrei dovuto immaginarlo. Ha mandato me a causa di un impegno, al momento è occupato. Proverò a farlo liberare.”
Sentenziò infine.
«Lei conosce le coordinate precise del suo mondo d'origine, o è un naufrago? Nel secondo caso, ce ne possiamo occupare noi...»
Karakuriki scostò lo sguardo dal responsabile al pavimento.
Non sapeva le coordinate del suo piano d’origine, eppure gli era difficile ammettere che aveva bisogno di aiuto.
”Per mia sfortuna non ne sono a conoscenza. Quindi si, meglio fissare un piccolo appuntamento.”. -
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Lucius Nyx
Lord of the Dusk.
"Ha mandato me a causa di un impegno, al momento è occupato."
Un rapido roteare d'occhi. Davvero siamo arrivati ad un punto in cui la gente delega la vendita della propria anima, nella stessa maniera in cui i genitori mandano i figli a comprare il latte?
In realtà, riflette, la penna premuta contro un labbro, la cosa è positiva. Significa che la Seele è ormai vista come un'organizzazione di fiducia, una a cui delegare simili faccende senza bisogno d'essere presente di persona. O questo, o l'anima è vista oramai come una comodità così secondaria da poter essere gettata via con gusto.
Buono per il business. Un segno di successo.
«Tornate entrambi tra due giorni, alle due del pomeriggio.» scarabocchia la data sul taccuino, per poi tendere una mano a stringere la tua. Un sorriso da commesso navigato, poco sincero, con troppi denti.
«È un piacere fare affari con voi. Buona giornata.»
Un capriccio semplice da accontentare: più di un membro dell'azienda è un grado di viaggiare tra le Dimensioni, e basterà una gita in quel di Palanthas per rintracciare le coordinate corrette.
Un cliente felice. Un guadagno facile.
(Facile è noioso.). -
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Il suo piano stava raggiungendo le fasi finali, sarebbero bastati solo due giorni e poi avrebbe potuto finalmente incontrare la sua “spina nel fianco”.
Karakuriki era sempre stato sincero nelle sue risposte e affermazioni, ciò aveva aiutato a non far scattare il sesto senso tipico del mercante e inoltre, il proprietario del negozio era stato incredibilmente collaborativo.
”Due giorni dice? Ci sarò sicuramente e porterò anche lui ...”
Sorrise mentre iniziava a frugarsi in tasca, dal quale uscirono cinque monete per prendersi il vasetto con la menta.
Non vedeva che arrivasse il momento di concludere anche quella tappa.
Il potere del drago sarebbe stato presto suo..
[SC] I Goblin hanno un'anima? |
