Il Corteo di Dioniso

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    « ... Quindi, in pratica, ogni volta che devi evadere da un ricevimento ti basta spargere questa polvere per tutta la stanza. E' facile: ciascuno di quei barbagianni inizierà a vagare come uno zombie per la sala, credendo di intrattenere interessantissime conversazioni con gente che nemmeno esiste, e quando dopo alcune ore si esaurirà l'effetto saranno tutti in uno stato di demenza tale che ti basterà cacciarli a pedate. E' facile, e non devi nemmeno uccidere nessuno per fabbricare la polvere, ti basterà portarmi un paio di sacchi di petali secchi di un certo tipo di rose e naturalmente qualche decina di chili di polvere d'osso di Averla. »
    Agitò il ditino, mentre con l'altra mano si reggeva saldamente alla scopa che volteggiava placida nell'aria pomeridiana dell'Undarm, seguendo lentamente l'incedere del destriero di Drusilia, mentre con calma attraversavano i campi fioriti di una foresta in procinto di uscire dal torpore invernale.
    Sia chiara una cosa: a Riful non capita spesso di avere conversazioni, principalmente perché se ne sta rintanata nelle sue stanze tutto il tempo senza uscire quasi mai, se non di notte e di nascosto. Ci vuole magari un pochino prima di convincerla a parlare, ma se ci si riesce... Riful parla eccome. Parla tanto. E diventa difficile farla smettere...

    png

    « In questo modo non dovrai per forza scomodare l'illustre sottoscritta ogni volta che devi evadere gli impegni politici del misero frammento di Celentir di cui ti sei appropriata, sai? Insomma: sono una strega, non una dama di compagnia! Anzi, in effetti dovresti piangere dalla gioia e ringraziarmi almeno dieci volte al minuto se ho accettato di venire con te. E sia chiaro che l'ho fatto solo perché sto cercando dei reagenti speciali per... oh? »
    ... E se si ferma all'improvviso di solito c'è un motivo valido.

    « Puoi ripetermi dove ci troviamo di preciso e come si chiama questo posto...? »
    Disse con aria assente, concentrando la sua attenzione in un punto imprecisato della foresta.
    « Laggiù c'è un villaggio di umani. E' normale che un branco di bestie magiche ci passeggia a fianco? Se fossimo nel confine nord della Foresta dei Druidi direi che si stanno accingendo ad un pranzo a base di carne umana, tuttavia non vedo draghi in giro quindi sono abbastanza sicura che siamo lontani da Celentir... »

     
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    « ... Quindi, in pratica, ogni volta che devi evadere -blablabla- come uno zombie per la sala, credendo di intrattenere interessantissime conversazioni con gente che nemmeno esiste, e quando -blablabla- cacciarli a pedate. E' facile, e non devi nemmeno -bla bla-, ti basterà portarmi un paio di -bla- e naturalmente qualche decina di -blabla-. »

    Iniziamo dalle cose semplici: Drusilia Galanodel non era un mago.
    Certo, i disturbi atmosferici, le onde d'urto ed il lunghissimo elenco di tecniche che padroneggiava abilmente potevano trarre in inganno, ma di fatto non aveva mai studiato realmente nulla di quel tipo. In effetti, sarebbe stato maggiormente corretto considerarla una "creatura magica", quindi naturalmente predisposta a tali pratiche, piuttosto che una reale studiosa. Dopotutto, aveva sempre mal tollerato l'apatia del restare a lungo fermi, anche se seduti a leggere. Caotica come era, le riusciva addirittura difficile superare le lunghe e noiose giornate di riposo rinchiusa nel Mastio a non far praticamente nulla. Nemmeno uno scontro, nemmeno una festa... nemmeno una torta.
    Insomma: noia.

    « In questo modo non dovrai per forza -blablablare-blabla- impegni politici -bla-noia-sono-noiosa-blabla- in effetti dovresti piangere dalla gioia e ringraziarmi -sempre le solite cose, uffa uffa uffa- al minuto se ho accettato di venire con te. E sia chiaro che l'ho fatto solo perché sto cercando dei reagenti speciali per... oh? »

    La piccola Riful, quel giorno sua accompagnatrice, si fermò d'un tratto e -sebbene il motivo sarebbe potuto essere qualunque- Drusilia andò letteralmente in panico alla sola idea -fulminante, oltretutto- che la streghetta si fosse accorta di quanto la quasi-mamma (?) non la stesse ascoltando.

    « Puoi ripetermi dove ci troviamo di preciso e come si chiama questo posto...? »

    Fiuuuu, meno male.
    Pericolo scampato.

    « Laggiù c'è un villaggio di umani. E' normale che un branco di bestie magiche ci passeggia a fianco? Se fossimo nel confine nord della Foresta dei Druidi direi che si stanno accingendo ad un pranzo a base di carne umana, tuttavia non vedo draghi in giro quindi sono abbastanza sicura che siamo lontani da Celentir... »

    Giusta osservazione... ma abbastanza ovvia dato che non si trovavano su Celentir.

    -Ehm, guarda che Endlos è un altro posto, te l'ho anche detto- avrebbe cercato di ri-spiegare con garbo -Ed anche se fosse vero, Laputa non appartiene più a quel posto da più di un decennio. Ormai si chiama Presidio Errante.

    Aggiustandosi sulla chioma scomposta dal vento il cappuccio della mantella bianca, diede un lievissimo colpetto di talloni alla sua cavalcatura improvvisata: un elegante stallone nero rubato la Capitano Gilbert durante la fuga dalla "festa a sorpresa" che le aveva preparato una famiglia di mercanti troppo fastidiosi per essere tollerati e troppo viscidi per riuscire a cacciarli per davvero.

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    -Andando verso la vegetazione si arriva ad Undarm, nel Presidio dell'Ovest- spostò l'indice dalla parte opposta, verso il centro del semipiano -da quelle parti sta il Pentauron, Capitale di Endlos.

     
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    -Andando verso la vegetazione si arriva ad Undarm, nel Presidio dell'Ovest-
    « Uhm. »
    Riful rivolse uno sguardo indagatore alla direzione indicata, come se lo trovasse sospetto.
    Poi rivolse la stessa espressione a Drusilia, che però poté rendersi conto dell'occhiataccia solo dopo che si fu voltata di nuovo.
    -da quelle parti sta il Pentauron, Capitale di Endlos.

    « Me la ricordo quella città, è quella dove siamo state. Un postaccio dove non voglio rimettere più piede. »
    Blandì Riful, scocciata, accennando ad una direzione del tutto diversa.
    « Andiamo da quella parte, tagliamo dal sentiero. Voglio vedere che sta succedendo. »

    Calcò ben bene il largo cappello da strega sulla testa e condusse la vecchia scopa di saggina a volteggiare oltre una vasta fila di cespuglio di rovi, i quali però al suo passaggio iniziarono a scostarsi lasciando un passaggio abbastanza ampio da permettere al cavallo di Drusilia di seguirla. Uscirono dal percorso inoltrandosi nel bosco, dove il terreno era molle e gli zoccoli ferrati del destriero avrebbero fatto molta fatica ad avanzare, mettendo fra l'altro a dura prova le doti del conducente, dato che era necessario mantenere tranquillo l'animale, sempre più nervoso ad ogni passo. Si erano allontanate solo di poche decine di metri, però la foresta era cambiata notevolmente. La depressione di fine inverno aveva fatto posto ad un'atmosfera decisamente più primaverile, e perfino al temperatura si era alzata di qualche grado. Le betulle ed i noci selvatici compatibili con l'ambiente palustre di quella zona dell'Undarm avevano lasciato il posto all'improvviso a querce di dimensioni notevoli ed enormi Liriodendron fioriti decisamente fuori stagione, con i grossi boccioli grandi quanto la testa di un uomo adulto che già spandevano nell'aria i loro pollini.

    « Questo semipiano è schifosamente instabile! »
    Iniziò a brontolare Riful, sottolineando che la situazione non era poi così normale, infatti guardandosi alle spalle Drusilia non sarebbe stata più in grado di riconoscere il sentiero aperto dalla giovane strega, e quindi di attraversarlo a ritroso. La maghetta comunque non sembrava affatto allarmata, semmai era scocciata!
    « Ma a nessuno viene mai l'idea di collocare, chessò, dei banali pilastri? Delle pietrevia come quelle elfiche, o magari anche solo semplici sigilli di contenimento alla maniera degli orientali! Prima o poi vi ritroverete col terreno che vi sfugge da sotto i piedi, per allora cercate di non venire a piangere da me, io vi avevo avertiti! »

    Sbucarono in un nuovo sentiero, trovandosi di fronte quella che a prima vista sembrava una carovana. Poi però lo sguardo di Drusilia sarebbe cascato su di un gigante alto più di venticinque piedi, facendole notare fin da subito che quella non era una fila di semplici esseri umani.
    Era un'accozzaglia eterogenea di razze di tutti i tipi, c'era una famiglia di uomini-lucertola con tanto di cuccioli al seguito, dei kappa armati di sacche da viaggio ed una fila di dodici gnomi contorti dalla faccia butterata a cavallo di enormi granchi di dimensioni sempre decrescenti, partendo dal primo che era grande quasi quanto il cavallo di Drusilia, fino all'ultimo a malapena abbastanza grande da contenere le gambette grassocce del suo cavaliere. Goblin, coboldi e gnoblar saltellavano un po' dappertutto, qua e là sgraffignando scarselle e attirandosi l'ira di orchi alti due metri con elmi muniti di corna e clave sulla spalla. Un ogre grasso quanto un grosso barile marciava in mezzo ad una famiglia di mezz'uomini riccamente vestiti, impegnati a litigare con una coppia di giovani centauri dai corpi slanciati. C'erano blemii completamente nudi e palesemente ubriachi che ridevano divertiti di qualsiasi sciocchezza come se fossero in una festa a tarda notte, ed un piccolo sciame di fatine, non più grandi di un palmo di mano, che ronzavano allegramente trasportando bisacce ricolme di liquidi ambrati che sembravano buonissimi. Queste erano solo gli esseri più comuni, quelli non troppo strampalati, ma poi ce n'erano altrettante più brutte, più belle o semplicemente più strane di cui probabilmente Drusilia non conosceva nemmeno i nomi.

    « Attenta, ci sono dei satiri. »
    La avvertì Riful in arcione sulla sua scopa, indicando un gruppetto di grossi caproni umanoidi impegnati ad importunare alcune signorine scarsamente abbigliate se non per foglie e arbusti collocati in punti strategici, che sorridevano e li ignoravano. Forse era delle naiadi oppure chissà quale razza di ninfe, fatto sta che i satiri in questione tentavano di convincerle a bere dalle loro coppe quelli che sembravano in tutto e per tutto degli alcolici...
    « Tieni su il cappuccio e se si avvicinano dì loro che hai la sifilide, così li spaventi e vanno a cercare qualcun altro con cui accoppiarsi. Altrimenti puoi sempre tirar loro una craniata in testa, ma attenta perché hanno la zucca più dura della tua. »
    Riful riuscì ad insinuarsi fra uno stuolo piuttosto nutrito di uomini-mosca impegnati in una fitta conversazione ed una coppia di creature tarchiate di circa un metro e venti di altezza, ma con facce squamose da pesce ed enormi occhi umidi e bocche perennemente spalancate in quella che sembrava un'espressione idiota. Avevano gli occhi talmente grandi che sembravano fissarti anche se in realtà stavano rivolgendo i loro sguardi di fronte a loro...
    La streghetta comunque non aveva la minima intenzione di procedere tanto lentamente, e di lì a poco tentò di superare i mosconi umanoidi che aveva davanti.
    « Proviamo a capire che cosa sta succedendo! Riesci a starmi dietro senza farti mangiare il cavallo? Mi raccomando di non provocare nessuno e di non cacciarti in litigi o quant'altro! Ricordati che sono una strega, ho una reputazione da difendere! »

     
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    Per qualche strano capriccio della piccola, alla fine decisero entrambe di seguire il corteo. In effetti Drusilia avrebbe potuto mostrare qualche segno di perplessità, tuttavia il contesto storico dell'Ovest le dava modo di giustificarla come una qualche migrazione di non-umani verso luoghi felici o, viceversa, a combattere per i loro diritti. Insomma: per quanto strano, era comunque plausibile.
    Uscirono quindi dal sentiero ed iniziarono ad inoltrarsi nel bosco. Lo stallone, nonostante i suoi trascorsi, parve innervosirsi non poco e -nonostante fosse probabilmente per la fanghiglia su cui si spostavano- a Drusilia giunse uno strano sospetto per quel comportamento... che tuttavia lasciò a tempi futuri in un'alzata di spalle ed una carezza alla bestia agitata. Altra bizzarria fu il brusco cambiamento del paesaggio che, dopo solo poche decine di metri, divenne rigoglioso di betulle, querce ed alberi di tulipani. Anche il clima si era fatto meno rigido, risultando di fatto primaverile.

    « Questo semipiano è schifosamente instabile! » brontolava intanto la figlia « Ma a nessuno viene mai l'idea di collocare, chessò, dei banali pilastri? Delle pietrevia come quelle elfiche, o magari anche solo semplici sigilli di contenimento alla maniera degli orientali! Prima o poi vi ritroverete col terreno che vi sfugge da sotto i piedi, per allora cercate di non venire a piangere da me, io vi avevo avertiti! »

    -Messaggio ricevuto.

    Drusilia si limitò ad annuire, più distratta dall'ambiente esotico e dalla propria volontà di orientarsi in qualche modo. Era evidente che fossero sbucate in qualche altro posto, una piega del Maelstrom o qualche altra diavoleria: fortunatamente pensò -nel caso Riful non fosse stata in grado di ritrovare la via- che conservava ancora nella sua borsa un blocco di Arcani Maggiori, grazie ai quali sarebbe stata in grado di farsi trovare dai Fratelli, Kalia compresa. Quindi... si. La situazione era pessima, ma non disperata.
    Raggiunsero un nuovo sentiero, ed anche la carovana a cui davano la caccia. Peccato che non fossero esattamente umani... ma nemmeno simili: un'accozzaglia eterogenea di razze le precedeva, alcune delle quali non aveva mai visto su Endlos, nei mondi visitati o fra gli schedari della propria Accademia, la quale vantava una mole di documenti sulle chimere a dir poco impressionante.

    « Attenta, ci sono dei satiri. » Avvisata da Riful, Drusilia si voltò verso una banda di uomini-capre, tutti presi a corteggiare fanciulle praticamente nude. Arrossì quando vide loro offrire vino con evidente volontà di farle ubriacare, poi si voltò dall'altra pare con sguardo infastidito « Tieni su il cappuccio e se si avvicinano dì loro che hai la sifilide, così li spaventi e vanno a cercare qualcun altro con cui accoppiarsi. Altrimenti puoi sempre tirar loro una craniata in testa, ma attenta perché hanno la zucca più dura della tua. »

    Ecco, quello era un ottimo consiglio.
    In ogni caso Riful, non distogliendo le proprie attenzioni dal fine ultimo della loro traversata, si insinuò fra alcuni uomini mosca e delle creature simili a pesci palesemente ubriache. Si affrettava come una matta, ed in effetti per Drusilia fu arduo stare al suo passo.
    « Proviamo a capire che cosa sta succedendo! Riesci a starmi dietro senza farti mangiare il cavallo? Mi raccomando di non provocare nessuno e di non cacciarti in litigi o quant'altro! Ricordati che sono una strega, ho una reputazione da difendere! »
    -Ammesso che accada qualcosa- rispose a tono la Dama, sogghignando -ho i miei dubbi che qualcuno possa averne memoria domattina.
    In effetti...
    -Sono ubriachi persi... forse festeggiano qualcosa di bello.

     
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    -Ammesso che accada qualcosa, ho i miei dubbi che qualcuno possa averne memoria domattina.
    Tenendosi di fronte al destriero di Drusilia, le mani ben salde sul manico di scopa, Riful le rivolse uno sguardo di sufficienza.
    -Sono ubriachi persi... forse festeggiano qualcosa di bello.

    « Stai di nuovo misurando tutto con i parametri degli umani! » Ribatté lei in tono di rimprovero, mentre sullo sfondo qualcuno ebbe la magnifica idea di iniziare a suonare un tamburo. « Guardati bene intorno: non sono tutti ubriachi! O almeno, non tutti-tutti. Ci sono razze difficili da far ubriacare con del semplice vino, ed altre ancora fisiologicamente incapaci di-MA INSOMMA, SI PUO' SAPERE COS'E' 'STO FRACASSO??? »
    Mentre Riful parlava, i tamburi erano diventati dieci, ed al contempo avevano guadagnato ritmo fino a trasformarsi in un fracasso infernale. Al contempo, un sacco di gente aveva iniziato a vociare e saltellare sul posto, quasi quella fosse il segnale di inizio di un festival. Il punto era che stavano ancora procedendo lungo il sentiero nella foresta, e non era ancora possibile vedere cosa stava esattamente succedendo in testa alla processione.
    Alla fine Riful adocchiò una bestiaccia di due metri e mezza, interamente coperta di squame simili a grossi pezzi di pietra insozzati di fango e peluria scura e ispida, con grandi orecchie a sventola, il naso che sembrava una proboscide e due occhi rossi come se fossero coperti di sangue. Incedeva gobba con la pancia che emergeva prominente da sopra il perizoma, e le gambette sproporzionatissime che lo facevano sembrare una papera.

    « Signora! Signora!! »
    Dovette alzarsi di qualche centimetro con la scopa, in modo da attirare l'attenzione del mostro smanacciando. Alla fine ci riuscì, ma tutto ciò che uscì dalla bocca del mostro fu un fiume di grugniti simili a quelli dei porci, che tuttavia Riful sembrava in grado di capire...
    « Ci può spiegare che cosa sta succedendo? Cosa sono questi tamburi?? »
    Alle orecchie di Drusilia la risposta fu una sorta di GLUBLUBRU, GLAGLAGRU e ed altri suoni simili a sputazzi, poi ad un certo punto accennò a Drusilia stessa, arrivando ad indicarla inequivocabilmente con le dita grassocce. Riful sembrò spazientirsi, e rispose sfoderando tutto il suo repertorio di leggendaria diplomatica di fama planare:
    « Non è umana, non è malata di peste, e sopratutto il suo cavallo sta benissimo al suo posto! Prova a toccarlo e giuro che te ne faccio pentire! Vogliamo solo sapere dov'è diretto questo corteo! »
    Ancora un fiotto di grugniti. L'essere in un gesto inequivocabile smanacciò all'indirizzo di Riful come a voler scacciare una mosca (e in effetti attorno alle narici ne aveva parecchie, di mosche...), poi aggiunse dell'altro, sputazzando di fronte a se grumi di catarro grossi come getti di idrante.

    « Ma hai visto che maleducata??! »
    Insorse la piccola strega, sfogandosi con l'Alfiere.
    « Dice che viene da una palude dal nome troppo complicato, l'ho già dimenticato. In ogni caso non esiste più: alcuni umani hanno deciso di bruciarla per scacciare i troll che ci vivevano. Stanno tutti scappando da non ho capito cosa, ma una sorta di divinità ha detto loro di farlo in modo allegro. »
    Pronunciò quell'ultima frase come se fosse un insulto.
    « Che cosa assurdamente stupida! Come cavolo si fa a scappar via in modo allegro? Che c'è di allegro in una fuga?? Tutto questo non ha senso! Comunque quella più in avanti dovrebbe essere una specie di rappresentazione teatrale, ma non ho capito bene... in ogni caso, adesso voglio conoscere questa divinità e scambiarci due paroline!! »
    Un po' più di due, tenendo conto della parlantina forbita della ragazzina. E chissà se dopo aver convinto una popolazione di mostri a compiere un esodo in piena regola in modo allegro, la divinità in questione era in grado di convincere anche una strega a riempirla di insulti in modo altrettanto spensierato?

     
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    « Stai di nuovo misurando tutto con i parametri degli umani!
    Guardati bene intorno: non sono tutti ubriachi! O almeno, non tutti-tutti. Ci sono razze difficili da far ubriacare con del semplice vino, ed altre ancora fisiologicamente incapaci di-MA INSOMMA, SI PUO' SAPERE COS'E' 'STO FRACASSO???
    »

    Quindi non erano proprio tutti ubriachi.
    Solo qualcuno.
    Bene... o forse era male?

    « Signora! Signora!! »
    Mentre Drusilia rimuginava sul perché si fosse generato un corteo di ubriachi e sbroccati praticamente dal nulla, Riful raggiunse sulla propria scopa l'altezza di un grosso mostro, in modo da attirare la sua attenzione. Questo, in risposta, iniziò a grugnire. Parlarci non parve tuttavia un problema per la piccola.
    « Ci può spiegare che cosa sta succedendo? Cosa sono questi tamburi?? Non è umana, non è malata di peste, e sopratutto il suo cavallo sta benissimo al suo posto! Prova a toccarlo e giuro che te ne faccio pentire! Vogliamo solo sapere dov'è diretto questo corteo! »

    Seguirono diversi suoni atroci e sputacchi copiosi. In effetti l'Alfiere Errante dovette addirittura schivarne un paio. A quel punto le parve dedurre che... la "signora" volesse mangiare il suo cavallo (?). In effetti si trattava solo di un'ipotesi: non poteva certo dirsi del tutto sicura di quanto le era parso di capire e la discussione accesa fra la streghetta ed il mostro non la aiutò sicuramente. Decise quindi di lasciarle ai loro battibecchi e dare un'occhiata in giro, prima di chiedere informazioni.

    « Ma hai visto che maleducata??! » avrebbe detto più tardi Riful « Dice che viene da una palude dal nome troppo complicato, l'ho già dimenticato. In ogni caso non esiste più: alcuni umani hanno deciso di bruciarla per scacciare i troll che ci vivevano. Stanno tutti scappando da non ho capito cosa, ma una sorta di divinità ha detto loro di farlo in modo allegro. »

    Scappare da qualcosa? Dagli abitanti dell'Ovest? Oppure si trattava di altro?
    In ogni caso, col senno di poi, ritenne un bene quel loro gesto avventato di indagare. Si erano risparmiate di trovare ciò che inseguiva le bestie e, se la fortuna le avesse assistite, avrebbero potuto contribuire in qualche modo ad aiutarli.

    -... in modo allegro?

    Se la bocca di Riful aveva pronunciato il dettaglio "succoso" della vicenda in modo offensivo, quella di Drusilia lo calcò con genuina curiosità, quasi lo trovasse estremamente interessante. A dimostrazione di ciò, si lasciò sfuggire un mezzo sorriso.

    « Che cosa assurdamente stupida! Come cavolo si fa a scappar via in modo allegro? Che c'è di allegro in una fuga?? Tutto questo non ha senso! Comunque quella più in avanti dovrebbe essere una specie di rappresentazione teatrale, ma non ho capito bene... in ogni caso, adesso voglio conoscere questa divinità e scambiarci due paroline!! »

    Non appena Riful riprese la sua marcia completamente adirata, Drusilia approfittò del momento per portare una mano alle labbra rosse e ridacchiare da sola come una matta. "Scappare in modo allegro"... chiunque l'avesse pensato doveva necessariamente essere un genio.
    In effetti... anche lei voleva conoscerlo.
    Per altri motivi, però.

    -Aspettami! Arrivo!

     
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    Il mistero rappresentato dalla genesi di quel corteo infine ebbe una risposta almeno circa la sua destinazione, che si rivelò essere un vasto tendone di stoffa azzurra e rossa, disteso su di un palco improvvisato formato da un cumulo di pietre piatte, probabilmente radunate lì dallo stesso gigante che in quel momento era impegnato a disporre l'ultimo di sette menhir a formare una sorta di corona attorno alla struttura. Il colosso era una gargantua di oltre trenta piedi vestita di pelli di pecora e con il faccione glabro e stupido, aveva un paio di piccoli goblin seduti sulle sue larghe spalle che si reggevano saldamente ai peli delle orecchie per non cadere, e cercavano di indirizzarne i passi con voci discordanti ottenendo per lo più il risultato di far inciampare il mostro e renderlo ancora più confuso e indeciso di quanto già non era. Comunque l'opera era completa, e Drusilia avvicinandosi riuscì facilmente ad intuire di cosa si trattava, avendone infine la conferma definitiva quando un attore salì sulle pietre, impegnato a far calare i lembi di stoffa per creare il sipario di quel teatro improvvisato.

    « Degli umani! »
    Disse Riful, che ormai era costretta a far muovere la sua scopa a passo d'uomo, cosa che purtroppo toccava anche a Drusilia stessa sul suo cavallo. La folla di creature di tutti i tipi si stava accalcando attorno al palco, e l'attesa iniziava a farsi palpabile mano a mano che passavano i minuti.

    « Quello è il Dio!!! Quello là, quello sulla lettiga rossa! »
    Una lucertola.
    Una lucertola grossa e spaparanzata circondata da serpenti, ramarri, rospi e testuggini di terra.
    Quelli che dovevano essere i suoi "compagni" erano abbigliati con stendardi, gagliardetti o cappelli da politici francesi di fine settecento.
    Bene.

    « Credo di aver capito!!! L'aria è satura di magia! Si percepiva da chilometri! In parte è a causa di tutte queste creature magiche, però c'è dell'altro. Quella struttura incanala le loro energie, riesco a percepire il flusso di potere che turbina e si raccoglie in direzione del palco! Non ho dubbi: è un rituale di evocazione, ed anche molto potente! Scommetto che nelle parole degli attori ci saranno parole di potere in grado di portare al culmine il rituale! Non posso dire che cosa, né perché, ma di una cosa sono certa: stanno richiamando su questo semipiano qualcosa di grosso e pericoloso... Altro che "fuggire allegramente", accidenti a lui!!! Ora vado là e lo trasformo in un mucchietto di polvere parlante! »



    Edited by Yomi - 2/2/2017, 18:54
     
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    « Degli umani! »
    Disse Riful, che ormai era costretta a far muovere la sua scopa a passo d'uomo, cosa che purtroppo toccava anche a Drusilia stessa sul suo cavallo. La folla di creature di tutti i tipi si stava accalcando attorno al palco, e l'attesa iniziava a farsi palpabile mano a mano che passavano i minuti.

    « Quello è il Dio!!! Quello là, quello sulla lettiga rossa! »
    Una lucertola.
    Una lucertola grossa e spaparanzata circondata da serpenti, ramarri, rospi e testuggini di terra.
    Quelli che dovevano essere i suoi "compagni" erano abbigliati con stendardi, gagliardetti o cappelli da politici francesi di fine settecento.
    Bene.

    « Credo di aver capito!!! L'aria è satura di magia! Si percepiva da chilometri! In parte è a causa di tutte queste creature magiche, però c'è dell'altro. Quella struttura incanala le loro energie, riesco a percepire il flusso di potere che turbina e si raccoglie in direzione del palco! Non ho dubbi: è un rituale di evocazione, ed anche molto potente! Scommetto che nelle parole degli attori ci saranno parole di potere in grado di portare al culmine il rituale! Non posso dire che cosa, né perché, ma di una cosa sono certa: stanno richiamando su questo semipiano qualcosa di grosso e pericoloso... Altro che "fuggire allegramente", accidenti a lui!!! Ora vado là e lo trasformo in un mucchietto di polvere parlante! »

    Non fu del tutto sicura di ciò che l'altra aveva detto.
    -Su questo semipiano, ma... siamo ancora su Endlos?
    In effetti, non le sembrava. No.

    Avrebbe in effetti continuato a mostrare la sua perplessità, ma venne fermata da quattro rospi blu in versione antropomorfa e gigante. Le porsero grandi foglie su cui erano disposti mucchietti di cibo dall'odore buonissimo, cosparsi di gelatina e quello che sembrava miele dall'aspetto esotico.
    « Effendi! Effendi!! » le dicevano « Le prenda, sono doni per lei! Stiamo organizzando una piccola orgia con i centauri, una cosina da niente, per ammazzare il tempo e onorare il Dio che ci ha permesso questo giorno. Potete permettere al vostro nobile compagno di unirsi a noi? Sarebbe il benvenuto! »

    Volevano il cavallo.
    Bene.

    Lanciando un'occhiata al destriero, la Dama del Vento ne percepì una nota di disagio. Proprio lì, nel profondo dei suoi occhi da equino: spostava addirittura il capo altrove, restio al contatto umano. E come dargli torto: dopotutto era un cavallo da guerra, mica la comparsa di un porno da quattro soldi!

    -Non so, pare non abbia molta voglia adesso- avrebbe risposto gentilmente -Sapete, non è tipo per queste cose.

    Che razza di situazione...

     
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    -Su questo semipiano, ma... siamo ancora su Endlos?
    Riful si ritrovò impossibilitata a proseguire con la sua scopa, a causa di un grosso ogre a due teste, l'una impegnata a litigare con l'altra, che le impediva il passaggio, costringendola ad aspettare.
    « Siamo in una tasca dimensionale! Questa è Endlos sotto tutti i punti di vista, però è come se fosse un ritaglio di giornale messo a parte. Prima o poi collasserà, se non viene alimentato, tornando semplicemente a fondersi con la zona in cui si trovava prima. E' lo stesso principio con cui ho nascosto il mio Abbadon sotto la città che chiamate Klemvor: si trova su di un piano a parte, ma contenuto all'interno di Endlos stesso, non è niente di troppo complicato! »
    Spazientita, o forse preoccupata di perdere di vista il "Dio" che aveva organizzato tutto quel casino unico, la piccola strega iniziò a litigare con il massiccio ogre grande cinque volte lei sotto gli occhi di Drusilia, e le due teste litigiose del mostro ci misero poco per coalizzarsi contro un nemico comune. Fra minacce e grida alla fine la streghetta ebbe ragione del rivale, e fece cenno all'Alfiere di proseguire sulla sua scia, proprio mente quest'ultimo veniva assediato da quella piccola folla di folletti blu interessati al suo cavallo...

    -Non so, pare non abbia molta voglia adesso-
    rispose Drusilia con fin troppa cortesia -Sapete, non è tipo per queste cose.

    « Si divertirà molto! »
    Assicurò il folletto che reggeva la foglia piena di leccornie, avvicinandola alla Dama dei Venti con sempre maggiore insistenza.
    « Assaggi i nostri frutti, le piaceranno moltissimo! La aiuteranno a cambiare idea, dopotutto siamo fra amici! »
    Aggiunse un'altra di quelle strambe creature dalla bocca larga, ma fu allora che intervenne Riful, assai più abituata a trattare con esseri del genere...

    « Sono solo dei Tamardini!! »
    Disse in tono di voce sbrigativo.
    « Se ti importunano prendili a calci e basta! Se li tratti con gentilezza peggiori solo le cose! »

    « Ma... eccellenza! Lei non può intromettersi! »
    Disse una delle creature, mortalmente offesa.
    « Con il patrocinio del Dio siamo nel pieno dei preparativi di una grossa org... »
    Riful le puntò addosso un dito e la fulminò sul posto con una scarica elettrostatica da chissà quanti volts. Il folletto Tamardino si irrigidì, le braccia distese sui fianchi e gli occhi sgranati per la sorpresa, poi cadde al suolo con un'espressione beota sul viso blu.

    « Sono una strega, e mi intrometto dove mi pare. Il prossimo che ha qualcosa da ridire lo trasformo in un blocchetto di ghiaccio, intesi? »
    I restanti Tamardini furono lestissimi a recuperare il loro compagno svenuto e scappare via.

    Risolto il problema dei folletti e rimosso l'ostacolo dell'ogre bicefalo, Riful costrinse Drusilia a seguirla mentre si apriva una strada nella calca, e con molta fatica infine riuscirono a superare la calca e raggiungere il palco, dove però nel frattempo il Dio si era già spostato per raggiungere le quinte dietro i menhir.

    « Saliamo! »
    Disse Riful indicando il palcoscenico.
    « Tagliamo da dentro. Cinque minuti in più in mezzo a quella folla e giuro che faccio esplodere qualcuno. »
    Le mostrò un piccolo specchio, di quelli adatti ad essere contenuti nel palmo di una mano, dai bordi decorati in ottone e privo di manico.
    « Il cavallo non puoi lasciarlo qui, te lo mangerebbero nel giro di cinque minuti. Non ho una bottiglia per contenerlo, e se lo metti in tasca rischi di spezzargli le gambe per sbaglio, quindi è meglio se lo metti qua dentro. Sarà al sicuro, promesso. La stanza è abbastanza alta, e non ho ancora iniziato ad arredarla quindi il massimo danno che può fare è morsicarmi le lenzuola del letto. »
    Mostrò a Drusilia il piccolo specchio, come se stesse facendo una cosa del tutto ovvia e non una delle sue ennesime stranezze...

     
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    Quindi erano ancora su Endlos.
    Bene.
    Anzi no... male.

    In effetti non sapeva dire con esattezza se la inquietassero maggiormente gli sconosciuti esserini che volevano passare minuti bollenti con il suo cavallo o il fatto che avessero appena scoperto una potenziale pericolosissima minaccia per una pura casualità. Per colpa di un paio di nobili appiccicosi e vagamente viscidi, oltretutto.
    Che amarezza, la vita.

    « Ma... eccellenza! Lei non può intromettersi! Con il patrocinio del Dio siamo nel pieno dei preparativi di una grossa org... »
    « Sono una strega, e mi intrometto dove mi pare. Il prossimo che ha qualcosa da ridire lo trasformo in un blocchetto di ghiaccio, intesi? »

    Dopo un breve battibecco della piccola Riful con l'ennesimo soggetto ad ostacolarle -ormai ci si stava abituando- questa le porse uno specchietto. Rimanendo genuinamente perplessa da quel gesto, la Dama del Vento lo accolse fra le dita affusolate, fissandolo con sguardo perso.

    « Il cavallo non puoi lasciarlo qui, te lo mangerebbero nel giro di cinque minuti. Non ho una bottiglia per contenerlo, e se lo metti in tasca rischi di spezzargli le gambe per sbaglio, quindi è meglio se lo metti qua dentro. Sarà al sicuro, promesso. La stanza è abbastanza alta, e non ho ancora iniziato ad arredarla quindi il massimo danno che può fare è morsicarmi le lenzuola del letto. »

    Fissò Riful, che non sembrava volerla prendere in giro.
    Poi lo specchietto.
    Poi di nuovo Riful.

    -Ehm...- disse, imbarazzata -Vuoi che faccia... specchiare il cavallo?

    E si, in quel momento si sentì stupida.
    Tanto.

     
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    -Ehm...- Riful sbatté le palpebre, impaziente di proseguire -Vuoi che faccia... specchiare il cavallo?

    « Spiritosa. »
    Ribatté secca, senza sospettare minimamente che Drusilia poteva non aver capito assolutamente ciò che le stava chiedendo.
    Indicò lo specchio con fare secco e sbrigativo:
    « Devi infilare il cavallo qui dentro! Non è così difficile, si fa così! »
    Senza chiedere il permesso o aspettare altro, si avventò sui quarti posteriosi della povera bestia, spiaccicando il piccolo specchio proprio sul deretano, istigando nell'animale un grido disperato mentre nel modo più assurdo possibile veniva letteralmente fagocitato dal piccolo specchio, finendoci dentro con tutta la metà posteriore prima, e con il resto del corpo poi, nitrendo di paura mentre centimetro per centimetro veniva costretto dentro la minuscola superficie riflettente, e gettando verso Drusilia un ultimo, disperato sguardo implorante quando anche il muso allungato scompariva come risucchiato in un portale dimensionale verso un abisso senza fine.

    « Ecco fatto. »
    Disse Riful con sufficienza, consegnando l'oggetto a Drusilia.
    Alla scena avevano assistito circa un centinaio di creature di tutti i tipi, ma non ce ne fu nemmeno uno che si dimostrò troppo sorpreso, anzi un paio di piccoli goblin alti come bambini vestiti di stracci e con lunghe orecchie verde muco iniziarono pure ad applaudire, divertiti dalla scenetta come se facesse parte di uno spettacolo. Ed era parecchio inquietante, perché praticamente sia lei che Riful erano proprio a ridosso di un palco teatrale... lo stesso dove ora la piccola strega si arrampicava arrancando un poco, facendo cenno a Drusilia di seguirla.

    « Facci ancora una magia!!! »
    Squittì uno dei piccoli goblinoidi, applaudendo in direzione di Drusilia e saltellando sul posto mentre lo faceva.
    Purtroppo l'Alfiere aveva davvero poco tempo per stare a sentire quei pazzoidi, tant'è che ormai la streghetta che le faceva da guida stava già sgattaiolando sul palco con la tipica disinvoltura dei bambini, scomparendo oltre il muro di stoffa rossa del sipario, in direzione delle quinte. Subito si ritrovarono davanti una figura tanto fuori posto in quel pandemonio, quanto stranamente... normale.

    Una ragazza umana. Vestita con abiti normali, con il volto normalmente stupito di vedere delle persone non autorizzate salire sul palco, e con una reazione di normalissima ansia dipinta in viso.

    « Ma... voi che ci fate qui?? Non è permesso, fra poco inizia lo spettacolo! »

    « Non mi interessa cosa pensa un ingrediente per un incantesimo di evocazione da quattro soldi. L'uscita è da quella parte? »
    La ragazza guardò Riful, poi gettò un'occhiata disperata a Drusilia e sembrava sul punto di avere un attacco di panico.
    « I... ingrediente...? Ma... ci avevano detto che non ci avrebbero fatto alcun male... ci avevano detto che avrebbero anche pagato con dell'oro... io... io... io non voglio essere mangiata... »
    Riful sbatté un piede sul pavimento di legno.
    « L'uscita! »
    La ragazza allungò un dito, tremante.
    « Da quella parte... »
    Riful si incamminò con decisione in quella direzione, ma la ragazza fu lesta ad afferrare un lembo della mantella di Drusilia.
    « Ci mangeranno davvero?? Vogliono cucinarci?? »
    Drusilia a quel punto si ritrovò letteralmente costretta a calmare la ragazza, o quanto meno a trovare un modo per scrollarsela di dosso. Riful si era già avventata in direzione delle quinte, e per starle dietro doveva fare in fretta, tant'è che la trovò già impegnata nella sua classica filippica diretta ad un pubblico quanto mai inusuale: un cinque lucertole in abiti cinquecenteschi, una testuggine vestita da giudice francese, due ramarri armati di alabarda e corpetto da lanzichenecchi, un camaleonte con la parrucca impomatata, una ventina umani in abiti di scena per "Sogno di una notte di Mezza Estate" ed un grosso, grasso lucertolone divino spaparanzato su di una lettiga.

    « ... Pertanto, interrompete immediatamente questo rituale, o sarò costretta a prendere provvedimenti! »
    Riful aveva parlato per, più o meno, tre minuti abbondanti consecutivamente e senza quasi prendere fiato, al che i presenti rimasero comprensibilmente straniti e non era impossibile che ad un certo punto avevano anche smesso di capire i grossi paroloni sparati da quella strana ragazzina vestita da streghetta che aveva fatto irruzione sulla scena. In effetti, il primo a reagire fu uno degli umani, che puntò un dito sulla bimba un po' interdetto, e si rivolse all'unica, vera autorità del posto: il lucertolone obeso, che dal canto suo sembrava più interessato a fissare una mosca che gli ronzava attorno alla faccia.

    « Che... che ha detto...? »
    Chiese l'uomo, probabilmente l'attore protagonista che avrebbe dovuto interpretare Oberon.
    Il lucertolone-dio alzò una zampa squamosa dalle tre dita, e la fece roteare nell'aria.
    « SoVo sicuVo di non sapeVe alcunché. »
    Ribatté leccandosi le labbra prive di denti, salvo poi far partire una slinguazzata che afferrò la mosca al volo e la catapultò dentro le sue fauci. Mosse le fauci rumorosamente e con grande soddisfazione, ma purtroppo per lui Riful aveva a malapena iniziato.

    « Non provare a negare l'evidenza, sai?? Non hai certo a che fare con una strega qualsiasi! Io sono la potente strega della terra dei Draghi, la malvagia strega dell'Est dai poteri illimitati, ho messo in ginocchio popoli e sradicato culture, ho devastato città e demolito portali in adamantio ed orialco, so riconoscere un rituale di evocazione quando ne vedo uno!!! »
    In tutta risposta sulla scena piombò un silenzio a dir poco clamoroso, con tutti quanti impegnati a fissare Riful senza capire minimamente di cosa stava parlando, salvo poi una risposta placida e tranquilla da parte del Dio:

    « SoVo dispiaViuto, signoVina StreVa, ahimé il DVio dello StVagno qVi preVente non siusce alcunché di qVesto incanteVimo di cui andate discuVendo. »
    Riful indicò in tutta risposta i menhir:
    « Come mi spieghi, allora, quelli?? Sette pilastri, e cinque stringhe, canalizzano le energie prodotte dagli spettatori sul palco e le raccolgono affinché i vostri attori le possano plasmare nella forma di un portale dimensionale adatto a far passare sul semipiano di Endlos chissà quale creatura!!! Voi non siete in fuga da un pericolo, siete in attesa di spazzare via i vostri nemici usando chissà quale entità richiamata quest'oggi a scopo bellico! »
    Il gigantesco rospo non sembrava granché impressionato... e neanche tanto propenso a scopi bellicosi, a dire la verità. Drusilia inoltre avrebbe potuto giurare in un tribunale che non stava mentendo, questo secondo il suo intuito ed anche grazie alle sue capacità speciali. Il problema però era farlo capire a Riful, convinta com'era della colpevolezza del "Dio sello stagno".

    « InveVo stViamo fujendo, sVì. TuttaVia neV fVattempo doVViamo puVe ammazzare il tVempo, e dedicaVci a qVualche orgetta che amo tVanto. Oh, qVante nuove piccoVe oVa saVanno fVecondate quest'oVVi, ho dVato oVdine che a tutti i giVini fVecondati duVante l'eVodo sia dVato il mio noVe, così cVe geneVazioni futuVe ricorderanno di me nelle orgette ventuVe! »
    Riful non si aspettava certo un'ammissione di colpevolezza, ed aveva già preparato una risposta secca a quel tipo di reazione:

    « Allora non vi dispiacerà certo se piazzo un campo di contenimento sul vostro eptagramma, non è vero? Servirà ad impedire alla creatura evocata di vedere la luce. »
    ... Ma contro ogni previsione, di nuovo la divinità fece roteare placidamente una zampa nell'aria.
    « Fate puVe, se vi aggraVa. »
    Riful, stavolta, non si aspettava una risposta così... istantanea.
    « ... Davvero? »
    « DavveVo, se vi fa felije. »
    « ... Il mio campo di contenimento imprigionerà per sempre la creatura evocata! »
    Di nuovo l'essere obeso fece roteare una zampa nell'aria con fare indolente.
    « Non vi è alcuVa creatuVa, potete procedeVe. »

    « ... »
    Non era proprio ciò che si aspettava la strega...



    Edited by Yomi - 3/2/2017, 03:32
     
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    Dopo aver infilato il cavallo nello specchio (con estremo raccapriccio dell'Alfiere) ed un paio di scene al limite della decenza -sia data la situazione, sia considerando il modo di approcciarsi agli altri della streghetta- Drusilia fece tutto il possibile per seguirla senza evitare catastrofi. Questo finchè non si trovarono davanti a quel tale Dioniso.

    « ... Pertanto, interrompete immediatamente questo rituale, o sarò costretta a prendere provvedimenti! »

    Riful aveva parlato più di tre minuti, distogliendo così l'attenzione dei festaioli ed anche quella di Drusilia, imbarazzata oltre ogni misura ed abbastanza inquietata dalla quantità di parole che quella ragazzina riusciva a pronunciare tutte d'un fiato.

    « Che... che ha detto...? »
    Chiese un tale mascherato, e Drusilia non aveva la minima intenzione di capire a cosa servisse il costume.
    « SoVo sicuVo di non sapeVe alcunché. »
    « Non provare a negare l'evidenza, sai?? Non hai certo a che fare con una strega qualsiasi! Io sono la potente strega della terra dei Draghi, la malvagia strega dell'Est dai poteri illimitati, ho messo in ginocchio popoli e sradicato culture, ho devastato città e demolito portali in adamantio ed orialco, so riconoscere un rituale di evocazione quando ne vedo uno!!! »
    « SoVo dispiaViuto, signoVina StreVa, ahimé il DVio dello StVagno qVi preVente non siusce alcunché di qVesto incanteVimo di cui andate discuVendo. »
    « Come mi spieghi, allora, quelli?? Sette pilastri, e cinque stringhe, canalizzano le energie prodotte dagli spettatori sul palco e le raccolgono affinché i vostri attori le possano plasmare nella forma di un portale dimensionale adatto a far passare sul semipiano di Endlos chissà quale creatura!!! Voi non siete in fuga da un pericolo, siete in attesa di spazzare via i vostri nemici usando chissà quale entità richiamata quest'oggi a scopo bellico! »
    « InveVo stViamo fujendo, sVì. TuttaVia neV fVattempo doVViamo puVe ammazzare il tVempo, e dedicaVci a qVualche orgetta che amo tVanto. Oh, qVante nuove piccoVe oVa saVanno fVecondate quest'oVVi, ho dVato oVdine che a tutti i giVini fVecondati duVante l'eVodo sia dVato il mio noVe, così cVe geneVazioni futuVe ricorderanno di me nelle orgette ventuVe! »
    « Allora non vi dispiacerà certo se piazzo un campo di contenimento sul vostro eptagramma, non è vero? Servirà ad impedire alla creatura evocata di vedere la luce. »
    ... Ma contro ogni previsione, di nuovo la divinità fece roteare placidamente una zampa nell'aria.
    « Fate puVe, se vi aggraVa. »
    « ... Davvero? »
    « DavveVo, se vi fa felije. »
    « ... Il mio campo di contenimento imprigionerà per sempre la creatura evocata! »
    « Non vi è alcuVa creatuVa, potete procedeVe. »
    « ... »

    Wow.
    Drusilia non seppe dire se avesse torto o ragione, ma sicuramente aveva un certo talento nello stroncare sul nascere le chiacchiere di una fanciulla indolente. Fu forse per quello che gli abissi verdi della Dama del Vento rivelarono un riflesso di soddisfazione mista a genuina ammirazione.
    A quel punto non restava che dare il colpo di grazia!

    -Beh, facciamo che magari il campo di contenimento lo creiamo per davvero... perché non si sa mai. Poi, magari stanno davvero festeggiando e basta, ma così stiamo tranquille, no?

    In quel modo sarebbe stata indaffarata e, stancandosi, si sarebbe in qualche modo rilassata.
    In ogni caso, aveva ancora qualcosa da chiedere a quello strano dio obeso.

    occhiettidru_zpsa9aec61b

    -Ehm... scusi signor... signor Dio Ramarro. Ecco- avrebbe cercato di attirare la sua attenzione, avvicinandosi -Per caso si può sapere da chi scappate? E poi... siete proprio sicuri vi raggiungano qui, in una tasca dimensionale? Noi ci siamo cadute per sbaglio, ma penso sia difficile arrivare qui, no?

     
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    -Beh, facciamo che magari il campo di contenimento lo creiamo per davvero... perché non si sa mai. Poi, magari stanno davvero festeggiando e basta, ma così stiamo tranquille, no?
    Riful faticava a contenersi, fremeva con le mani strette a pugno con l'evidente bisogno di prendere a botte il lucertolone obeso sdraiato sulla sua portantina, ma poi alle parole di Drusilia si limitò a gonfiare le guance in un segno di frustrazione e recuperare la sua scopa di saggina, facendo.

    « Torno subito! »
    Disse con foga, salvo schizzare verso l'alto, in direzione della cima dei Menhir senza aggiungere altro. Dalla distanza, Drusilia poté vedere la piccola strega intenta a passare da pilastro in pilastro, dipingendo con le dita complicati ghirigori nell'aria, lasciando scie luminose visibili anche da quella distanza come piccole macchie sulla pietra.

    -Ehm... scusi signor... signor Dio Ramarro. Ecco-
    La divinità rivolse a Drusilia uno sguardo obliquo, che dagli occhi poteva dirsi sia divertito che contrariato.
    « RamaVVo? Cosa essere ramaVVo? Io soVo un varano, e fieVo di esserlo. DaVe alla miVa augusta perfona del RamaVVo mi offenVe, ma faVò finta di nulla poiché qVesto è un giorno felice, di giuoia e armonia! »
    Il seguito di rettili annuirono all'unisono in un solenne gesto di approvazione alle parole del Dio.
    -Per caso si può sapere da chi scappate? E poi... siete proprio sicuri vi raggiungano qui, in una tasca dimensionale? Noi ci siamo cadute per sbaglio, ma penso sia difficile arrivare qui, no?

    « Ma è oVVio, bambina mia. StViamo scappando da LoVo. »
    E... indicò la compagine teatrale dagli strambi abiti di scena. I quali, giustamente, rimasero profondamente straniti da quell'affermazione, tant'è che l'attore protagonista si piantò platealmente l'indice sul petto ed esclamò:

    « N... noi?? Ma sua eccellenz... sua maest... ehm, sua santità! Noi non stiamo assolutamente inseguendo nessuno, se non al massimo un ingaggio... »
    Il varano mosse la testa a destra ed a sinistra, in un gesto di disapprovazione.
    « Nnon Voi! Voi come raffa! Voi umaVi. Gli umaVi ci stanno steVminando, quindi abbiamo doVuto sceVieVe fVa la gueVVa e la fuga. ColoVo che hanno sceVto la gueVVa soVo rimafti e soVo moVfti, sepolti maVamente in fosse come appeVftati. ColoVo inVefe che hanno sceVto la fuga soVo diretti con me ad eft, doVe ci sottometteVemo al grandioVo dio-titano del gVande staVgno della infinita foVefta di smeValdo. »

    « Qui siamo al sicuro! »
    Annunciò poi uno dei ciambellani, una grossa testuggine che sembrava vecchia come il mondo, con ciglia cespugliose bianchissime sopra gli occhi semichiusi e cosparsi di rughe profonde come solchi.
    « Nessuno armato di cattive intenzioni può raggiungerci, siamo protetti dall'aura del nostro Dio, il qui presente Matepenestevicheresitvion il benevolo!. »
    A sentir pronunciare per intero (e correttamente!) il proprio nome, il grosso varano sorrise beato, crogiolandosi fra i cuscini rossi della lettiga.
    « StaVo meditanVo di cambiaVe nome in onoVe dell'esoVo! DuVante le orVette che ho patrofinato ho chiefto ai miei sudditi di daVe nomi in mio onoVe, così che nelle orVette futuVe vi sia sempre un piccoVo Matepenestevicheresitvion! »

    Chissà, magari Drusilia poteva suggerire un nome un po' più adatto alle persone provviste di labbra e con una lingua normale, non biforcuta come quella dei rettili...

    « Fatto. »
    Annunciò Riful, scura in viso, tornando di gran carriera dal suo giro attorno ai menhir.
    « Ho collocato la trappola in quella boscaglia laggiù. Andiamo là ad aspettare che iniziano la pantomima. »

    « Non Volete fermarVi per le orVette durante la rappresentaftione? »
    Chiese il dio-lucertola, stupito.
    Riful, dal canto suo, lo fissò a metà fra il disgustata e l'irritata.
    « Si può sapere che cosa cavolo intende questo schifoso ammasso di grasso e menzogne quando parla di "orvette"?? »
    Chiese a Drusilia, con un gesto spazientito.
    E... magari l'Alfiere preferiva intrattenere mercanti pomposi e nobili spocchiosi, piuttosto che iniziare a parlare di api e fiori con sua figlia...

     
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    « Ma è oVVio, bambina mia. StViamo scappando da LoVo. »
    Il dio indicò a caso gli attori. Questi, giustamente, si riscossero a quell'accusa e cercarono di giustificarsi come poterono.
    « N... noi?? Ma sua eccellenz... sua maest... ehm, sua santità! Noi non stiamo assolutamente inseguendo nessuno, se non al massimo un ingaggio... »
    « Nnon Voi! Voi come raffa! Voi umaVi. Gli umaVi ci stanno steVminando, quindi abbiamo doVuto sceVieVe fVa la gueVVa e la fuga. ColoVo che hanno sceVto la gueVVa soVo rimafti e soVo moVfti, sepolti maVamente in fosse come appeVftati. ColoVo inVefe che hanno sceVto la fuga soVo diretti con me ad eft, doVe ci sottometteVemo al grandioVo dio-titano del gVande staVgno della infinita foVefta di smeValdo. »

    Quindi erano diretti ad Est. Fortunatamente non vi era posto più adatto di Fanedell, in effetti, per ospitare creature bizzarre come loro.

    « Qui siamo al sicuro! » continuò una testuggine... che doveva rappresentare la versione animalesca del ciambellano « Nessuno armato di cattive intenzioni può raggiungerci, siamo protetti dall'aura del nostro Dio, il qui presente Matepenestevicheresitvion il benevolo!. »
    « StaVo meditanVo di cambiaVe nome in onoVe dell'esoVo! DuVante le orVette che ho patrofinato ho chiefto ai miei sudditi di daVe nomi in mio onoVe, così che nelle orVette futuVe vi sia sempre un piccoVo Matepenestevicheresitvion! »
    -Immagino sia una cosa molto carina...- rispose Drusilia, titubante. Perchè in effetti non era troppo sicura nemmeno lei, dato che quel nome le sembrava più una condanna che altro -...si, cioè. Bello. Si.
    Si guardò intorno, cercando aiuto e trovando infine solo una Riful seccata ed in procinto di raggiungerla.
    « Fatto. Ho collocato la trappola in quella boscaglia laggiù. Andiamo là ad aspettare che iniziano la pantomima. »
    « Non Volete fermarVi per le orVette durante la rappresentaftione? »

    ...
    Lo aveva chiesto davvero?
    Seriamente?!?!
    « Si può sapere che cosa cavolo intende questo schifoso ammasso di grasso e menzogne quando parla di "orvette"?? »

    -Ha-ha, niente che ci riguardi!
    Lo disse con una di quelle risate isteriche, finte ed imbarazzate al tempo stesso, segno che indicare con "disagio" il suo stato umorale sarebbe parso assai riduttivo rispetto alla realtà dei fatti. Prese la bimba per le spalle, ed iniziò a trascinarla lontano da quelle lucertole perverse e disgustose.
    Roba da matti.

    -Gentilissimi, ma decliniamo! Fate... fate pure le vostre cose! Noi... n-non siamo degne! Arrivederci!

    Non era del tutto sincera ma... meglio altri che loro, no?
    Viva l'egoismo.

     
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    -Ha-ha, niente che ci riguardi!
    « Ma dove mi stai portando? Siamo dirette in quella direzione! »
    Riful si lasciò trascinare via con un'espressione indisponente dipinta in viso e la sensazione crescente di non aver afferrato il senso di qualcosa.

    -Gentilissimi, ma decliniamo! Fate... fate pure le vostre cose! Noi... n-non siamo degne! Arrivederci!
    Drusilia doveva ritenersi fortunata se Riful, sbuffando, aveva appena deciso che quella situazione era troppo ridicola e quindi non voleva indagare oltre. Il fatto che la piccola strega era concentrata completamente sul voler dimostrare al mondo che aveva ragione, e che la rappresentazione teatrale, che nel frattempo aveva inizio sul palco dietro di loro, altro non era se non un complesso rituale volto ad evocare chissà quale entità diabolica sul già fin troppo affollato semipiano di Endlos.

    « Il mio Campo di Contenimento distorce il fulcro di evocazione, pertanto la creatura dovrebbe sorgere più o meno in questa zona... »
    Spiegò la streghetta, che una volta a debita distanza da quello stuolo di rettili aveva dato il cambio all'Alfiere nel fare da guida.
    « C'è una grossa approssimazione sul "dove" esattamente avverrà l'evocazione, tuttavia ho settato la prigione energetica in un'area sei-sette volte più vasta del normale, è quasi impossibile mancare il bersaglio... »
    Quel "quasi" avrebbe dovuto allarmare la Galanodel, poiché già in passato Riful aveva dato prova di sopravvalutare un po' troppo le sue capacità. In effetti non era chiaro fino a che punto fosse lei a sopravvalutarsi o fino a che punto, invece, a trarla in inganno era la differenza apparentemente abissale fra le capacità di questa Riful e della Riful che aveva vissuto decenni prima sul piano dimensionale di Celentir. Le possibilità erano due: o le storie e le leggende su quel piccolo disastro in abiti da strega erano decisamente esagerate, oppure il potenziale di quella bambina era decisamente inferiore alle sue capacità originali, il che influiva decisamente sul suo metro di giudizio. Fatto sta che fortunatamente non era quello il caso, poiché di lì a poco annunciò con soddisfazione che la trappola era scattata e l'evocazione era imprigionata.

    « E' quaggiù!! »
    Sogghignò con soddisfazione, facendosi prendere dalla foga di raggiungere il prima possibile il luogo, poiché una volta tanto aveva dimostrato di aver ragione. Dal punto di vista di Drusilia, però, la cosa sarebbe apparsa fin da subito molto strana, sia perché il grasso dio-varano sembrava tutto fuorché un essere bellicoso e vendicativo, sia perché effettivamente l'Alfiere di Laputa aveva i mezzi per asserire con completa sicurezza che non aveva affatto mentito quando diceva di essere estraneo a quella faccenda...
    Fatto sta che la cella di contenimento c'era: un cilindro lucente collocato proprio al centro di una minuscola radura larga sì e no sei metri, ed all'interno del campo di forza c'era il prigioniero.
    Anzi... i prigionieri, dato che apparentemente erano due.

    Non sembrava una creatura in carne ed ossa, agli occhi di Drusilia sembrava piuttosto un'entità spirituale, o qualcosa del genere. Era piccola, poco più alta di una bambina, aveva l'aspetto di una capretta antropomorfa dal pelo bianco, gli arti esili e delicati che culminavano con piccoli zoccoli da cerbiatta e mani affusolate coperte di un folto vello niveo, lo stesso che formava anche una sorta di capigliatura attorno ad una maschera nera che rappresentava le fattezze di un lupo. Attorno ad essa, volteggiava fumosa una seconda entità distinta, un muro nero di gas munito di faccia e fauci, la sagoma spettrale di un predatore dalle fauci enormi. Questo secondo essere aveva una maschera bianca collocata al di sopra del muso bestiale, la quale di contro riproduceva la sagoma di un agnello.

    « E' un kindred. »
    Spiegò Riful, rimanendo nascosta dietro i cespugli e facendo cenno a Drusilia di fare altrettanto.
    La piccola strega si morsicò un pollice.
    « Questo è un problema... un problema del cavolo... »
    Proprio mentre osservavano la scena, il lupo spettrale aprì le fauci annusando l'aria, e Drusilia ebbe per un istante una panoramica su lunghe file di denti aguzzi come pugnali seghettati, tanto grandi da sembrare in grado di decapitare un cavallo da guerra con un solo morso. L'agnella, di contro, sembrava molto meno letale del lupo, ma fra le mani delicate aveva quello che sembrava un arco corto di foggia mai vista, come fatto di viticci bianchi. Non aveva faretra né frecce con se, ma qualcosa suggeriva che non ne aveva bisogno...

    « E' il secondo kindred che mi ritrovi di fronte, l'altro aveva l'aspetto di un airone bianco ed un cinghiale nero, ed è stato una faticaccia. Non voglio averci di nuovo a che fare, dovrei andarmene ma non mi va di lasciar fare a quell'obeso del cavolo! »
    Mentre osservavano, senza preavviso alcuno l'agnella alzò lo sguardo al cielo ed iniziò ad intonare una piccola nenia della durata di pochi attimi, poche note che si sparsero nell'aria come vento, facendo calare nella radura un forte senso di malinconia e nostalgia del passato. Venne interrotta nella sua canzone dal lupo, che si scosse e ringhiò feroce.

    « Agnellina! Agnellina!! Eccoli, eccoli!!! »
    Ringhiò una voce maschile proveniente da qualche da parte da dentro la barriera.
    Il lupo aveva iniziato a scuotersi, ed ora si agitava a destra ed a sinistra del campo di forza, di tanto in tanto impattando contro la superficie traslucida creando piccole onde che si spandevano in ogni direzione.
    « Non li vedo!!! Non li vedo, ma li sento!!! Li sento, agnellina!!! Eccoli, sono qui!!! »

    « Mio caro lupo... »
    Rispose un'altra voce, femminile e delicatissima, la stessa che aveva intonato quelle poche note melodiose poc'anzi.
    « Lascia che siano loro a mostrarsi. L'eterno tramonto già li chiama a se... »
    In quell'istante, Drusilia avrebbe sentito un prurito fastidioso sulla guancia destra, seguito da una sensazione come di bruciore in quello stesso punto. Quasi contemporaneamente Riful mosse una mano sulla guancia sinistra per grattarla, salvo poi rendersi conto che non era una sensazione normale. L'Alfiere di Laputa poté intravedere in quello stesso punto una specie di voglia circolare che fino a quel momento Riful non aveva...
    Il lupo iniziò a ridere, e c'era una gioia genuina nella sua voce, mista a desiderio ed impazienza.

    « Conosciamo il tuo nome! Conosciamo il tuo nome!!! »
    Iniziò a sbraitare, muovendosi di qua e di là con sempre maggiore impazienza.
    « Lo conosciamo da sempre... »
    Aggiunse placida l'agnella, la voce bassa di una delle cacciatrici più letali del multiverso...

     
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