Il Corteo di Dioniso

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    « E' quaggiù!! »
    Fortunatamente -o per sfortuna?- la trappola di Riful scattò e questa si precipitò a vedere cosa era riuscita a prendere. Drusilia si sarebbe limitata a seguirla con un dubbio irrisolto e martellante, sostanzialmente in allerta data la situazione non proprio "normale" in cui si trovavano e da cui non erano ancora uscite.

    Avevano due prigionieri: una fatina dai tratti non completamente umani -molto simile ad una pecorella- e qualcosa che le ricordava molto un lupo mascherato da agnello.

    « E' un kindred. » disse la piccola, rimanendo nascosta e mordendosi il pollice, come se fosse nervosa « Questo è un problema... un problema del cavolo... E' il secondo kindred che mi ritrovi di fronte, l'altro aveva l'aspetto di un airone bianco ed un cinghiale nero, ed è stato una faticaccia. Non voglio averci di nuovo a che fare, dovrei andarmene ma non mi va di lasciar fare a quell'obeso del cavolo! »

    Mentre attendevano chissà cosa, la creatura femminile prese a suonare dolci note finchè non venne interrotta da quella sottospecie di lupo.

    « Agnellina! Agnellina!! Eccoli, eccoli!!! Non li vedo!!! Non li vedo, ma li sento!!! Li sento, agnellina!!! Eccoli, sono qui!!! »
    « Mio caro lupo... Lascia che siano loro a mostrarsi. L'eterno tramonto già li chiama a se... »

    L'Alfiere Errante fu improvvisamente colta da uno strano prurito, esattamente come la streghetta al suo fianco che -spostate le dita dalla guancia- avrebbe rivelato una voglia circolare prima inesistente. Non era un buon segno.

    « Conosciamo il tuo nome! Conosciamo il tuo nome!!! »
    « Lo conosciamo da sempre... »

    Drusilia tacque, ma non si sentì ancora abbastanza spaventata. Rimanendo in allerta come un predatore tra la sterpaglia, avrebbe lanciato un'occhiata alla ragazzina che l'accompagnava. Abbassando la voce le avrebbe parlato: una domanda semplice ed anche abbastanza ovvia le sarebbe sfuggita, vista la situazione.

    -Punti deboli e punti di forza?

    Qualora si fosse trovata costretta a combattere, non si sarebbe certo tirata indietro.
    Stava a Riful darle la conoscenza che le mancava riguardo quelle bestie senzienti.

     
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    -Punti deboli e punti di forza?
    Riful sembrò riflettere, poi dopo qualche istante passato a titubare rispose:

    « ... Di certo non è ancora legato alla foresta. Non può averlo fatto, è passato troppo poco tempo. E' un kindred abbastanza vecchio, avrà fra i cinque e i dieci secoli almeno, credo gli serviranno almeno... credo almeno qualche settimana. Forse di più. Sempre che la foresta è compatibile, altrimenti deve migrare. »
    Quelli, a giudicare dal tono di voce, dovevano essere i punti deboli. Il problema era: che cosa significava? Persa nei propri pensieri com'era, Riful impiegò più di qualche momento per realizzare che Drusilia non aveva la minima idea di che cos'era un kindred.
    « E' un'anima umana che ha dimenticato se stessa e si è scissa in due poli, quello positivo bianco e quello negativo nero. Benevolo e malvagio, femminile e maschile, impulsivo e riflessivo... Yin e Yang, hai presente? Sopravvive cacciando, ma si nutre esclusivamente delle energie vitali della foresta con cui stabilisce un legame, non mangia le sue vittime. In pratica è uno spirito della natura, proprio come un Kodama o una driade, un simbionte delle foreste. Una volta stabilito un legame con il proprio elemento naturale inizia a cacciare altre creature in grado di provare sentimenti come paura, ansia, nostalgia. Le uccide e passa al suo elemento simbiotico le energie spirituali sottratte alla preda, che vengono assorbite e rese nutrimento, così come la carcassa diventa concime per le piante. Più il Kindred uccide, più la foresta prospera e si ingrandisce, aumentando la riserva di caccia e quindi guadagnando altre prede. »
    Gesticolò animatamente per sottolineare il concetto di "ingrandire" e Drusilia poté solo supporre quanto quel ciclo poteva estendersi. L'Undarm non è composto da una sola foresta, quindi probabilmente quello strano spirito dalla natura duale si sarebbe stabilito solo in quella zona, tuttavia se quanto asserito da Riful era vero sarebbe diventato una minaccia per qualsiasi viandante che si fosse avventurato in quella parte dell'Ovest. Quante persone transitavano per quei luoghi? Poche, però c'erano le rare carovane di mercanti del sud ed i pellegrini che talvolta sceglievano quei sentieri poco sicuri per un motivo o per l'altro, senza dimenticare i profughi dimensionali.

    « Una volta su Celentir un battaglione di mercenari Von Liebewtiz scomparvero in una boscaglia. »
    Iniziò a raccontare la strega.
    « Il Vicecomandante di allora inviò un drappello di esploratori a cercarli, ma ne tornarono solo due, capaci solo di vaneggiare riguardo un grande cinghiale nero. Andò a finire che c'entrava un kindred, e lui mi chiese di investigare. In quel periodo non andavamo molto d'accordo, anche se non ricordo bene perché. Fatto sta che presi la cosa sottogamba, e quasi mi costò la pelle. Il polo nero è incorporeo e quasi del tutto invulnerabile alle armi convenzionali, mentre il polo bianco è molto resistente alle stregonerie ed alle tecniche elementari. Anche se ferito si rigenera quasi istantaneamente, almeno finché la foresta gli fornisce energia spirituale per risanare le ferite, inoltre è praticamente impermeabile a qualsiasi intrusione mentale. Insomma: per me era una bestia nera, tornai indietro arrabbiatissima e litigai con quello là, incolpandolo per la missione e biasimandolo perché mi aveva mandata da sola. Ad essere onesta fui ingiusta, però lui era uno scemo. Beh, risolsero il problema sigillando la boscaglia, tre-quattrocento acri di terreno Von Liebewitz messi in quarantena, un vero spreco. E' però il sistema più semplice, se il Kindred non riceve alcuna preda muore di inedia nel giro di un paio di secoli al massimo. »
    Sigillare mezza Undarm? Facile. Assicurarsi che nessuno entra in una foresta del genere per due secoli o più?? Sì, niente di più semplice. Fare in modo che il maelstrom evita di gettare poveri sventurati in quella zona di Endlos? Massì, dove sta il problema?

    « Comunque non c'è da preoccuparsi troppo. La mia barriera è a prova di benemoth! Può contenere dieci wurm dei ghiacci senza problemi, non c'è verso che riesca a liberarsi tanto facilmente! Abbiamo tempo per girare i tacchi e andarcene di corsa. Una volta fuori dalla foresta saremo al sicuro. »
    Loro sarebbero state al sicuro, forse. C'era da chiedersi se le creature impegnate a svagarsi poche centinaia di metri più in là fossero altrettanto capaci di mettersi in salvo, di certo c'era poco da "scappare allegramente" davanti ad un cacciatore del genere. Ed anche ammettendo che fossero in qualche modo immuni alla caccia perpetrata dal Kindred -dopotutto chi l'aveva evocato doveva trovarsi fra loro!- lo stesso poteva dirsi degli umani della compagnia teatrale che in quel momento era impegnata a recitare "Sogno di una Notte di Mezza Estate"?

    « Non temere di mostrare il tuo volto alla luce... la luce ti appartiene, anche se da essa stai fuggendo... »
    L'agnella tendeva una mano delicata e bianca alla luce che filtrava attraverso le fronde degli alberi. Sembrava parlare con qualcuno, ma Drusilia avrebbe avuto la tremenda sensazione che si stesse rivolgendo a lei. Poc'anzi, avevano detto di "conoscere il suo nome", era una specie di bluff? Ma sopratutto: un essere del genere era in grado di bluffare?
    « Stai fuggendo da sempre... lascia che poniamo fine a tanta miseria... »
    Ridendo sguaiatamente, il lupo si levò in aria fino al confine della barriera di energia di Riful.

    « NO!!! NO!!! AHAHAHAH, FUGGI, FUGGI UCCELLINO!!! STIAMO VENENDO A PRENDERTI!!! »
    La terra ebbe un sussulto di fronte alla risata del lupo, l'aria si smosse ed uno stormo di averle si levò in volo, scappando via da quell'essere di oscurità e fame. L'incantesimo di contenimento che imprigionava il kindred iniziò a sfarfallare, faticando a reggere la presenza dell'essere. Riful sgranò gli occhi e per un momento rimase a bocca aperta, salvo trarre un sospiro di sollievo quando la sua magia infine resse... almeno per il momento.

     
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    Bene, quindi senza prede sarebbero morti da soli.
    Perfetto... peccato che l'Alfiere non fosse del tutto convinta della longevità relativa alla barriera della streghetta, in particolar modo per quello strano marchio che era apparso sulla faccia di entrambe. Premettendo che le sapeva tanto di "legame" con quell'anima spezzata, l'idea che potesse attingere energie da coloro -e in particolar modo Riful- che avevano eretto la barriera... non lasciava presagire nulla di buono, ecco.

    « Non temere di mostrare il tuo volto alla luce... la luce ti appartiene, anche se da essa stai fuggendo... Stai fuggendo da sempre... lascia che poniamo fine a tanta miseria... »
    « NO!!! NO!!! AHAHAHAH, FUGGI, FUGGI UCCELLINO!!! STIAMO VENENDO A PRENDERTI!!! »

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    -Riful?- avrebbe detto Drusilia alla bambina, con un fil di voce -Credo ci abbiano marchiate già.

    Avrebbe indicato il simbolo alla bambina, e poi il suo.
    A spiarli a quel modo -nascosta fra i cespugli come una ladra- dovette ammettere di sentirsi abbastanza stupida, ma in quel momento erano presenti solo loro due, nessuno le conosceva a parte (forse) il nemico che tuttavia aveva già programmato di eliminare e... beh, atteggiamenti imbarazzanti erano comunque preferibili ad agire come scriteriate e senza neanche un piano.

    -Ammettendo che ci stiano già assorbendo... hai altre idee per distruggerli?

    Ecco, quello era molto importante, se non fondamentale.

    -... tipo non so. Far ricordare all'anima chi fosse prima?

     
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    -Ammettendo che ci stiano già assorbendo... hai altre idee per distruggerli?
    Sotto gli occhi di Drusilia, Riful gonfiò le guanciotte in un evidente gesto di frustrazione e fastidio
    -... tipo non so. Far ricordare all'anima chi fosse prima?

    « Non puoi fare niente del genere. Quello è uno spirito della natura, ha perso del tutto la sua identità propria ed è un tutt'uno con il suo elemento. E non ci sta assorbendo, il Kindred prende nutrimento dall'elemento con cui si fonde, si limita ad uccidere fisicamente chi entra nel suo raggio d'azione lasciando che sia la foresta a nutrirsi dei cadaveri. Questo è... è un... »
    Fissò il viso di Drusilia, o più nello specifico il marchio. Esitò, formulò qualche ipotesi, la scartò, finì con l'afferrare con entrambe le mani la faccia dell'Alfiere per fissare più da vicino quella specie di voglia che aveva pure lei marchiata sulla guancia.
    « E' un qualcosa. »
    Concluse sovrappensiero.
    « E serve a... mmh... serve... ahnn... serve a... »
    Fece passare il pollice sulla voglia. Non successe assolutamente niente.
    In uno scatto di irritazione mollò Drusilia, si alzò e si fece avanti, uscendo dal nascondiglio per fronteggiare il lupo e l'agnella.

    « Vi ordino immediatamente di dirmi che cosa cavolo ci avete fatto!!! »
    Ingiunse in tono imperioso, esibendo il marchio a spirale con l'espressione più arrabbiata di cui era capace.
    Naturalmente non impressionò granché i due "prigionieri".

    « Guarda, Agnellina, uno degli uccellini è uscito allo scoperto, e adesso sta cinguettando! »
    Rise il Lupo, ergendosi nella sua forma semigassosa fatta di ombra nera, mentre l'agnella sotto di lui sostava immobile sorreggendosi su di una sola zampa esile e delicata, giocando lentamente con le corde nere dell'arco corto.
    « Sì, la sento, dolce Lupo. Ma la domanda è: perché l'altra rimane nascosta? »

    « Dovresti chiederlo, Agnellina! »
    Gongolò il Lupo, sempre più divertito.
    « UCCELLIIIINOOOOOOOO? Uccellino...??! Vieni fuori! Avanti, vieni a giocare! »

    « Badate bene! »
    Folgori di energia baluginarono attorno alla strega, mentre avanzava ancora di un passo e si faceva minacciosa, i pugni serrati ed il tono di voce autoritario per quanto autoritaria potesse essere la voce di una bambina di undici anni.
    « Io sono la potente strega del reame incantato dei draghi, e posso sigillarvi per l'eternità nel buio e nel silenzio, da dove non avrete più scampo! La prigione che ora vi incatena è un mio incantesimo, e posso farvi molto male se vi rifiutate di... »
    Ci fu un tonfo, un boato. La terra tremò tutta, vibrando come se fosse un tavoliere scosso dalla caduta di una parete di marmo, come se un gigante fosse caduto da cento metri di altezza squassando la terra. Alle parole di Riful, l'Agnella aveva toccato la barriera con un dito, e quella era venuta giù spegnendosi come una vecchia porta di legno erosa da umidità e tarli tirata giù a calci dal diavolo in persona. Riful sobbalzò, arretrò di tre passi e rimase a fissare la scena, atterrita, mentre si levava alta e canzonatoria la risata allegra del Lupo.

    « Dimmi ancora, cara Agnellina, che cosa è mio da prendere...? »
    L'agnella poggiò entrambi gli zoccoli a terra, tendendo l'arco e incoccando una freccia, seguitando a fissare la punta del dardo uscito fuori da chissà dove come se fosse la cosa più meravigliosa che avesse mai visto, e distrattamente rispose:
    « Ogni cosa, mio dolce Lupo... »

     
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    « Non puoi fare niente del genere. Quello è uno spirito della natura, ha perso del tutto la sua identità propria ed è un tutt'uno con il suo elemento. E non ci sta assorbendo, il Kindred prende nutrimento dall'elemento con cui si fonde, si limita ad uccidere fisicamente chi entra nel suo raggio d'azione lasciando che sia la foresta a nutrirsi dei cadaveri. Questo è... è un... E' un qualcosa. E serve a... mmh... serve... ahnn... serve a... »

    Quindi non lo sapeva nemmeno una strega.
    Bene.
    Probabilmente l'Alfiere Errante sarebbe portata una mano sulla faccia nel più che evidente gesto di facepalm, se solo non l'avesse paralizzata quella stessa bambina che -così dal nulla- si era appena sollevata dal nascondiglio di foglie e sterpaglie, avvicinandosi pericolosamente a quei così strani e probabilmente cattivi.

    « Vi ordino immediatamente di dirmi che cosa cavolo ci avete fatto!!! »
    « Guarda, Agnellina, uno degli uccellini è uscito allo scoperto, e adesso sta cinguettando! »
    « Sì, la sento, dolce Lupo. Ma la domanda è: perché l'altra rimane nascosta? »
    « Dovresti chiederlo, Agnellina! »
    « UCCELLIIIINOOOOOOOO? Uccellino...??! Vieni fuori! Avanti, vieni a giocare! »
    « Badate bene! Io sono la potente strega del reame incantato dei draghi, e posso sigillarvi per l'eternità nel buio e nel silenzio, da dove non avrete più scampo! La prigione che ora vi incatena è un mio incantesimo, e posso farvi molto male se vi rifiutate di... »

    Ci fu un tonfo.
    Un boato.

    Per qualche ragione l'Agnella aveva appena sfiorato la barriera, e questa era caduta giù come un castello di carte. Riful parve giustamente spaventata, probabilmente più per l'inutilità del suo incantesimo che per la risata canzonatoria del Lupo.
    « Dimmi ancora, cara Agnellina, che cosa è mio da prendere...? »
    « Ogni cosa, mio dolce Lupo... »

    -Dannazione.

    Digrignando i denti per la brutta piega che quella situazione stava prendendo, Drusilia fu perfettamente consapevole di ciò che andava fatto. A parte uccidere quei due mostri, che sarebbe giunto dopo. Lesta e rapida quanto una folata di vento, la bella premette appena la suola degli stivali sulla terra umida, per poi schizzare alla velocità della luce verso la bambina, afferrarla di peso e compiere un nuovo balzo. Questa volta rimanendo sospesa in aria.
    Sapeva che anche lì non erano al sicuro, ma a quel punto avrebbe ipoteticamente dovuto tener conto solo dell'Agnella.
    A meno che al lupo non fossero spuntate le ali.

    -Perchè volete distruggere questo posto e cosa vi è dentro?

     
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    -Perchè volete distruggere questo posto e cosa vi è dentro?
    Alle parole di Drusilia rispose la risata allegra e sguaiata del lupo, mentre la scia di oscurità incorporea culminante nel volto ringhiante dalla maschera bianca della belva si contorceva e si muoveva, le fauci che rilucevano di un bagliore azzurro stregato come quello dei fuochi fatui.
    « Perchè volete distruggere questo posto e cosa vi è dentro? »
    Rise canzonatorio il lupo, agitandosi qua e là ridendo, scimmiottando la voce di Drusilia come se fosse il gioco più divertente del mondo.
    « E cosa vi è dentro!!! E cosa vi è dentro!!! Mwaahahahahahah!!! »

    adfsdasdfsda

    « Ma non è ovvio, piccolo uccellino!!! Perché... »
    L'agnella incrociò le braccia al petto, con un piccolo sbuffo a malapena udibile.
    Il lupo, esitò. Smise di ridere. Fissò più attentamente Drusilia, poi abbassò il lungo muso per guardare la sua compagna.
    « ... Perché vogliamo distruggere questo posto, angellina cara??? Ah, e sopratutto: che cosa vi è dentro??? Lo voglio sapere, è qualcosa di veloce? Posso dargli la caccia??? »

    « Come hai detto tu... dovresti chiedere a loro, caro Lupo. »
    Ribatté placida la voce fatata di fanciulla, così delicata e argentina in stridente contrasto con la maschera buia e minacciosa indossata dall'essere dal vello bianco. Il lupo annuì in tono convulso, una lunga lingua azzurra grondante bava emerse dalle fauci di tenebra, poi si sollevò con la velocità di una serpe, distendendo il suo corpo di vapore nero fino a raggiungere l'altezza di Drusilia, dimostrando a quest'ultima come fosse futile cercare di fuggire da quell'essere, con o senza l'uso di ali.
    « Sì! Sì! Sì! Chiediamo a loro, chiediamo a loro!!! »
    Piazzò il grosso e spaventoso muso da lupo a pochi centimetri dal viso dell'Alfiere, ansimando e rantolando come un cane in attesa della pallina rossa. Il lupo non aveva una coda, ma l'impressione era che se ne avesse avuta una adesso la starebbe dimenando furiosamente.
    « Che cosa c'è dentro??? Che cosa c'è dentro, piccolo uccellino??? Racconta, racconta, a noi piacciono le storie!!! »

    Aggrappata a Drusilia e con il faccino abbastanza stranito, Riful dette voce ai propri pensieri con un sussurro a malapena udibile, che per fortuna il lupo ignorò completamente: « Ma questo qui... è scemo? » disse con tutto il candore di questo mondo, ed in effetti...

     
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    « Perchè volete distruggere questo posto e cosa vi è dentro? E cosa vi è dentro!!! E cosa vi è dentro!!! Mwaahahahahahah!!! Ma non è ovvio, piccolo uccellino!!! Perché... Perché vogliamo distruggere questo posto, angellina cara??? Ah, e sopratutto: che cosa vi è dentro??? Lo voglio sapere, è qualcosa di veloce? Posso dargli la caccia??? »
    « Come hai detto tu... dovresti chiedere a loro, caro Lupo. »
    « Sì! Sì! Sì! Chiediamo a loro, chiediamo a loro!!! »
    Improvvisamente il Lupo la raggiunse e, sebbene il raccapriccio di Drusilia per aver avuto una pessima idea nel credere che quell'essere non potesse volare la rattristò non poco, qualcosa di lui la incuriosì. Che non volesse mangiarla, ad esempio, nonostante le avesse messo il muso spaventoso a pochi centimetri dalla sua faccia. Nonostante i commenti di Riful su quanto potessero essere spaventosi, in quel momento, all'Alfiere Errante parve di aver a che fare con un cagnolino giocoso.
    « Che cosa c'è dentro??? Che cosa c'è dentro, piccolo uccellino??? Racconta, racconta, a noi piacciono le storie!!! »

    « Ma questo qui... è scemo? »
    Sussurrò candidamente Riful a voce bassa, ottenendo in risposta dalla madre una semplice alzata di spalle.
    -Beh... cosa c'è dentro...- parlò Drusilia fra sé e sé, mimando una pausa teatrale ma -di fatto- cercando il più possibile di guadagnare tempo in cerca di un'idea per uscire fuori da quel casino -Cosa c'è dentro, tu mi chiedi?

    In quei pochi attimi cercò di impostare bene la voce, tendendo le spalle ed assumendo una mimica il più possibile simile a quella di un cantastorie. Se intrattenerli avrebbe potuto in qualche modo rallentarli, allora era il caso di proseguire.

    -Cosa ci sarà mai in questo bosco misterioso dai -ahem....- MILLE MISTERI???
    Alzò la voce, convintissima, indicando un imprecisato punto nel cielo ed assumendo una posa che -almeno nella sua testa- doveva in qualche modo apparire epica.
    -Potrebbe essere ciò che ci si aspetta... oppure molto altro!- continuò, questa volta sussurrando -Potrebbe esserci... potrebbe esserci...

    Si avvicinò al Lupo, come se stesse per svelargli un qualche insondabile e importantissimo segreto.

    -Potremmo giocare per scoprirlo!
    Esclamò infine, vittoriosa.
    -Se indovinerai qualcosa che vi è dentro, ti racconterò la sua incredibile storia!

    Ok, non era qualcosa utile nel lungo termine... ma almeno lo avrebbe in qualche modo arrestato per un po'. Intanto sperò in qualche lampo di genio di Riful, perché al momento era così agitata che a stento sarebbe riuscita a pensare a due cose contemporaneamente.

     
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    -Potremmo giocare per scoprirlo!
    Esclamò dopo un po' Drusilia.
    -Se indovinerai qualcosa che vi è dentro, ti racconterò la sua incredibile storia!
    E... ci fu il nulla.
    Il lupo non rispose, e lo stesso fece l'agnella.
    Per un po' ci fu un silenzio di tomba, almeno finché una coppietta di tortore nelle vicinanze decise che nella radura si era creato troppo trambusto e decise che era meglio cercarsi un posticino migliore.

    C'era talmente silenzio che si udì fin troppo chiaramente la mano di Riful spiaccicarsi sul suo viso esasperato e perfino l'agnella sfiorarsi la fronte con due dita, scuotendo il capo in cenno di inequivocabile imbarazzo.
    Poi dalla gola della belva scoppiò come un tuono fragoroso.

    « MwAhahaAHahahAHAHAHahaahahAHahah »
    Quella del lupo sarebbe stata una risata minacciosa, di quelle in grado di far tremare i viandanti e far fuggire contadini e pastorelle itineranti, capaci di creare leggende oscure su foreste infestate da spettri ed anime dannate... se solo il lupo non si agitasse come una specie di serpe nera in preda ad un attacco epilettico, ridendo e sghignazzando come un usuraio ebreo che ha appena trovato per terra il biglietto vincente della lotteria di capodanno.
    L'essere di oscurità si fiondò verso il basso, piazzandosi con il muso sorridente a due palmi dalla maschera nera della compagna.

    « Agnellina!!! Agnellina!!! L'uccellino vuole giocare con me, ha detto... »
    La creatura bianca depose l'arco ed incrociò le braccia esili al petto.
    « ... , dolce lupo. Credo di aver udito ciò che ha detto. »
    Iniziò a girarle attorno, la nube di fumo oscuro che creava come un anello attorno all'essere fatato.
    « E' un gioco con in palio una storia, devo indovinare!!! Hai capito?? Indovinare!!! »
    Da dietro la maschera, l'agnella sembrò rivolgere gli occhi al cielo.
    « ... , dolce lupo. Credo di aver udito ciò che devi fare. »
    Con le fauci spalancate, da cui proveniva un inquietante bagliore simile a quello di un fuoco fatuo, e la grossa lingua che sporgeva dal lato del cranio, il lupo iniziò a dimenarsi a destra e a manca, volgendo gli occhi avari in ogni direzione, guardandosi attorno in una ricerca ossessiva.

    « Ci sono... ci sono... »
    Nel suo compulsivo rigirarsi, iniziò lentamente a rallentare, ora guardando a destra, ora a sinistra...
    « Ci sono... F... f... Fuooooglie? »
    Sussurrò poco convinto, rivolto più a se stesso che a Drusilia.
    « Sassi! »
    Esclamò poi con maggior convinzione, poi ci pensò su e si corresse immediatamente.
    « No, no, no. Alberi! No, conigli! Tanti coniglietti succulenti che corrono veloci!!! »
    Si innalzò verso l'alto, rantolando a metà fra la risata divertita e l'affanno, dopodiché esclamò con foga:
    « Ma non quanto me!! Io sono più veloce!!! »

    Più in basso, l'agnella si passò il palmo della mano sulla maschera scura, mentre ancora sorretta da Drusilia Riful fissava di traverso l'iperattivo lupo.

    « Tu hai un piano, vero? »
    Chiese cauta.
    « Perché per il momento ho l'impressione che stai prendendo tempo a caso senza sapere bene dove andare a parare... »
    Bang. Dritta al punto senza mezze misure.

     
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    « MwAhahaAHahahAHAHAHahaahahAHahah »

    Il suo riso terrificante sarebbe parso troppo per chiunque, ancor più se alla medesima vicinanza con cui gli sostava innanzi la Dama del Vento. Eppure, esperienza voleva poiché esperta di bestie, che non provasse alcuna minaccia: il lupo si agitava sghignazzando felicissimo, ed il suo scodinzolare felice era ben percepibile anche se in apparenza assente.

    « Agnellina!!! Agnellina!!! L'uccellino vuole giocare con me, ha detto... »
    « ... , dolce lupo. Credo di aver udito ciò che ha detto. »
    « E' un gioco con in palio una storia, devo indovinare!!! Hai capito?? Indovinare!!! »
    « ... , dolce lupo. Credo di aver udito ciò che devi fare. »
    Con le fauci spalancate, da cui proveniva un inquietante bagliore simile a quello di un fuoco fatuo, e la grossa lingua che sporgeva dal lato del cranio, il lupo iniziò a dimenarsi a destra e a manca, volgendo gli occhi avari in ogni direzione, guardandosi attorno in una ricerca ossessiva.

    « Ci sono... ci sono... Ci sono... F... f... Fuooooglie? »
    Dopo aver iniziato a girarsi attorno, cercando di risolvere l'indovinello, iniziò a mugugnare tutte le soluzioni che gli venivano in mente. In tutto ciò, Drusilia sudava freddo, consapevole che quella pantomima non sarebbe comunque durata abbastanza per i suoi gusti.
    « Sassi! No, no, no. Alberi! No, conigli! Tanti coniglietti succulenti che corrono veloci!!! »
    A quel punto, ci tenne pure a fare le sue dovute specificazioni.
    « Ma non quanto me!! Io sono più veloce!!! »

    « Tu hai un piano, vero? » Approfittando del momento di sconforto dell'Agnella, Riful -ancora fra le braccia della madre- le domandò chiarezza su ciò che già sospettava. « Perché per il momento ho l'impressione che stai prendendo tempo a caso senza sapere bene dove andare a parare... »

    -Spero tu lo abbia appena visto.-
    sussurrò la Dama a denti stretti, mostrando al nemico un sorriso tirato ed innaturale -E' veloce, forte. A meno di trovare un punto debole... prevaricherebbe se tentassi la via del duello. Peggio ancora se si aggiunge lei, che è pure quella assennata.

    Semplice e un po' brutale, ma sicuramente sincera.
    Col senno di poi avrebbe probabilmente condiviso con la bambina che quella sua idea fosse decisamente stupida, ridicola e priva di una reale strategia... ma era sempre meglio che lanciarsi a caso in un'azione in cui era palesemente sfavorita. In ogni caso, doveva continuare: si rivolse quindi al lupo.

    -Ooooh!- avrebbe finto sorpresa -Hai già indovinato molte cose!

    La mano libera si portò al petto, quasi volesse aggiungere teatralità alla faccenda.

    -Ma hai dimenticato la cosa più importante... e cioè cosa rende diversa questa foresta dalle altre!

    Pensa, Drusilia.
    Pensa.




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    -Ooooh!- Esclamò l'uccellino, con quella che agli occhi del lupo sembrava sorpresa ed ammirazione. -Hai già indovinato molte cose!

    « MwAhahaAHahahAHAHAHahaahahAHahah »
    Rise ancora la nera belva spirituale, agitandosi qua e là con le fauci spalancate, tronfio del suo successo e dei complimenti appena ricevuti dalla sua preda.
    « Io sono bravo con gli indovinelli!!! »
    Si vantò felice, mentre più in basso l'agnella scuoteva il capo mestamente.
    « No, mio caro lupo... temo proprio che non lo sei, ma vederti felice mi allieta. Ora vogliamo...? »

    -Ma hai dimenticato la cosa più importante... e cioè cosa rende diversa questa foresta dalle altre!
    Drusilia catturò di nuovo l'attenzione della creatura, che si fiondò su di lei con il faccione ansimante e la lingua bene esposta.
    « Diversa?? Questa foresta è diversa!!! Hai sentito, mia cara agnellina, questa foresta è diversa dalle altre!!! »

    « Sono stupita del fatto che esistano due foreste identiche, mio dolce lupo... »
    Ribatté lei, sconfortata, ma il suo nero compagno non colse la tutt'altro che sottile ironia nelle sue parole.
    « Diversa!! E' diversa!!! Ci sono cose diverse!!! Foglie! Sassi! Alberi! Conigli! »
    Il lupo tornò a guardarsi attorno freneticamente, cercando a destra e a manca un qualsiasi spunto per risolvere l'indovinello di Drusilia, stavolta per il puro gusto di farlo dato che chiaramente aveva già dimenticato la promessa di una ricompensa.

    « Ah, ci sono!!! »
    Esultò la belva, tornando a piazzarsi proprio a pochi centimetri dalla faccia di Drusilia:
    « Conigli più veloci!!! »
    Esclamò convintissimo, certo di aver risolto il rompicapo.
    « Più rapidi! Più forti a scappare!! Ma io li prenderò tutti!!! MWHAHAHAHAHAH!!! »

    « U... una gara di racconti!!! »
    Sussurrò piano Riful.
    « Presto, proponi una gara di favole! Se funziona con i troll e con il diavolo funziona anche con un Kindred... »
    E c'era un "... credo" non detto, ma facile da intuire.



    Edited by Yomi - 22/3/2017, 22:49
     
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    Col senno di poi, Drusilia ne era certa, avrebbe trovato quel lupo estremamente carino... al punto -forse- di volerlo prendere con sé e giocarci tutti i giorni. Quasi le faceva tenerezza, infatti, il modo in cui saltellava e correva: bastava così poco per renderlo felice?

    « Sono stupita del fatto che esistano due foreste identiche, mio dolce lupo... »
    « Diversa!! E' diversa!!! Ci sono cose diverse!!! Foglie! Sassi! Alberi! Conigli! Ah, ci sono!!! Conigli più veloci!!! Più rapidi! Più forti a scappare!! Ma io li prenderò tutti!!! MWHAHAHAHAHAH!!! »

    Peccato che, almeno al momento, Drusilia e Riful lottavano per la propria sopravvivenza.
    Doveva rimanere concentrata.

    « U... una gara di racconti!!! Presto, proponi una gara di favole! Se funziona con i troll e con il diavolo funziona anche con un Kindred... »

    Sebbene non fosse del tutto convinta, l'idea di Riful restava comunque più sensata del suo temporeggiare a caso. Certo, modificare totalmente il senso del discorso in quel preciso istante non era certo l'impresa più facile del mondo... eppure aveva senso provarci.

    -Potrei darti un suggerimento!- esclamò infine Drusilia, alzando l'indice e mostrando un'ispirata convinzione verso ciò che diceva -Questo qualcosa si può ottenere solo con il più bel racconto di sempre!

    Non aveva il minimo senso.
    Nemmeno per sbaglio.
    Però... poteva usare la scusa della magia, qualora avessero posto domande articolate sulla faccenda. Ovviamente si riferiva all'Agnella: dubitava seriamente che il Lupo fosse in grado di argomentare logicamente qualcosa.

    -Però... chissà- continuò, mimando dubbio -Sareste in grado di raccontare la storia più bella di sempre e trovare ciò che rende questa foresta diversa dalle altre?

     
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    -Però... chissà -disse Drusilia, che agli occhi di Riful somigliava ora ad un attore di teatro principiante che tentava di sembrare dubbioso- Sareste in grado di raccontare la storia più bella di sempre e trovare ciò che rende questa foresta diversa dalle altre?

    « CERTO CHE CI RIUSCIAMO!!! »
    Esclamò il lupo con entusiasmo straripante, inarcandosi in simile ad una serpe di fumo nero, ridendo e sghignazzando da sotto la maschera bianca. Peccato che l'Agnella non era altrettanto entusiasta, altrimenti si sarebbe detto che l'idea di Drusilia aveva funzionato al duecento percento.

    « Non potresti soffermarti per un solo istante sul senso di quanto ci viene detto, mio caro lupo? »
    Chiese lo spirito bianco con voce neutra e pacifica, la cui espressione nascosta dalla maschera nera sfortunatamente non era visibile in alcun modo. Le sue parole erano criptiche: se da una parte sottintendevano l'aver compreso tutto o in parte il tentativo maldestro di inganno, dall'altra sembrava rassegnata in partenza a lasciarsi trascinare dall'indole frenetica del lupo, che di contro non aveva capito assolutamente niente salvo "raccontare storie -> trovare cose -> vincere". E di fatti lo spirito nero nemmeno recepì le parole della sua metà bianca, preso com'era dallo scodinzolare qua e là contento, canticchiando come un bambino autistico a cui avevano appena regalato una caramella. « lalala ♪ ci riusciamo, ci riusciamo ♫ lalala, bim pum pam ♪ Oh??? » Dopo qualche attimo, finalmente si abbassò di quota, mettendo il muso dai denti affilati a pochi centimetri dalla maschera della compagna, sorridendo ebete.
    « Hai detto qualcosa, mia dolce agnellina? »
    Quella sospirò, esasperata ma arrendevole.
    « No, caro lupo. Non ho detto niente. E sia, umani... accettiamo la vostra sfida. Avete la prima mossa. Se vincerete sarà vostra premura rivelarci -anzi!- rivelare al signor Lupo qui presente cos'è che differenzia questa foresta da ogni altra foresta. »
    Lo disse con un tono talmente rassegnato da suscitare quasi tenerezza. Non fosse che sottintendeva anche un: finiamola con questa farsa, voglio prendermi le vostre anime in fretta e poi passare a cose più importanti quindi c'era davvero poco di cui ridere per Drusilia e Riful.

    « Dì qualcosa... »
    Sussurrò la maghetta, che visibilmente non aveva più molto controllo della situazione.
    « E' il gioco delle immagini e delle entità. E' lo shiritori dei demoni. Inventati qualcosa, qualsiasi cosa!! Tu sei qualcosa, il kindred è qualcosa che la prevarica, tu allora devi prevaricare l'entità scelta dal kindred, e così via... ma perché un gioco del genere deve essere così complicato da spiegare??? »



    Edited by Yomi - 1/9/2019, 14:51
     
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    « Dì qualcosa... »
    Al sussurro della maghetta, Drusilia strinse le labbra, evidentemente indecisa sul da farsi.
    « E' il gioco delle immagini e delle entità. E' lo shiritori dei demoni. Inventati qualcosa, qualsiasi cosa!! Tu sei qualcosa, il kindred è qualcosa che la prevarica, tu allora devi prevaricare l'entità scelta dal kindred, e così via... ma perché un gioco del genere deve essere così complicato da spiegare??? »

    Annuendo appena, non particolarmente sicura della resa della sua proposta, la Dama del Vento si fece comunque avanti. Lo sguardo smeraldino era fermo e determinato, segno che avrebbe fatto qualunque cosa pur di sfuggire ai loro attacchi.

    -Ok...- temporeggiò qualche istante, giusto per riordinare le idee -Io sono... Un Drago. Che sputa fuoco e vi divora!
    Con uno sbuffo di polvere azzurra, un'immagine eterica di un dragone sputafiamme comparve fra lei ed il Kindred, incombendo minacciosa su quest'ultimo. L'agnella si limitò ad osservarne l'immagine, non mostrando paura e rispondendo pigramente.
    « Ed io sono il cavaliere eroico delle fiabe, che cavalca alla volta della principessa e trafigge il drago. »
    Comparve al galoppo l'immagine di un cavaliere in armatura, che con la lancia trafisse il ventre del drago, uccidendolo.
    -Ed io... Io sono la Malattia, che gli indebolisce il corpo e lo porta alla morte!

    Il cavaliere rallentò la sua cavalcata, si strinse il petto. Poi crollò di sella e morì, in agonia.
    Il Kindred osservò la scena, portando una mano delicata alla maschera nera che ne copriva il volto, per poi esclamare con voce flautata:
    « Io sono un Dio. Un ercole possente, che non teme né debilitazione, né malattia »
    Comparve una figura muscolosa ed armata di clava, che camminava fra la nebbia, l'aspirava... ma si ergeva comunque su di essa, ruggendo una sfida.
    -...e io sono la Sventura, a cui nessuno può sottrarsi, prima o poi. Nemmeno gli dei o gli eroi.

    L'agnella tentennò.
    Per un momento parve non ribattere, mentre il lupo si ergeva su di lei e le sue fauci schioccavano impazienti.
    « Lei è la sventura, piccola agnella! » Disse contento. « Anche noi lo siamo?? »
    « No, mio dolce lupo »rispose lei, tranquilla. L'ercole materializzato si fuse con una figura femminile, sembrò baciarla ed abbracciarla, ma poi giacque a terra, morto. « Noi siamo il Destino, che è ineluttabile. E che nessuna sventura può impedire »
    Dal corpo senza vita dell'eroe sorse un filo, che si tese nell'aria fra il Kindred e Drusilia.

    A quel punto, fu l'Alfiere stesso a tentennare. Portandosi la mano al petto, pensò a lungo a cosa potesse -in effetti- sconfiggere il Destino. Poi, improvvisamente, ricordò una vecchia conversazione intrapresa a Palanthas, in compagnia del Saggio Amarth. Fu allora che capì cosa avrebbe dovuto dire.
    -Io sono il Libero Arbitrio, che può cambiare anche il Destino.

     
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    Il filo di nebbia azzurra, sospeso nell'aria e teso come una sentenza, brillò per un istante, alle parole di Drusilia. Una dopo l'altra, ombre delle sfumature del cobalto danzarono attorno al filo, mani di vecchia si protesero su di esso, ed un lucente paio di forbici si strinsero sul filo del destino pronte a reciderlo. L'agnella rimase silente, mentre al suo fianco il lupo si drizzò in cenno di vittoria.

    « Mwahahahah! Uccellino!!! Uccellino!!! Hai perso!!! Hai perso!!! »
    Chiamò il lupo, trionfante.
    « Siamo noi, il destino che attende la preda!!! E l'unica decisione concessa alla preda è una sola!!! »
    Lo spirito nero dalla maschera bianca si protese su Drusilia e Riful, facendo brillare il marchio del kindred imposto su di loro. Divenne enorme, una gigantesca nube corvina minacciosa e feroce. Spalancò le fauci, grondanti appetito famelico. Divenne talmente grande che sembrava pronto a divorare sia la streghetta che l'angelo in un sol boccone.
    « Non importa quale scegliete... Fuggite e fatevi inseguire. O restate immobili e accettate il vostro fato. »
    L'altra metà, quella bianca, non disse niente. Alle spalle del lupo, le forbici scattarono, chiudendosi sul filo del destino e poi svanendo nel nulla. Nella radura scese il silenzio, che entrambi i poli del Kindred non aggiunsero alcunché, anzi il lupo cessò di incombere sui due uccellini, virando gli occhi dorati sullo scenario illusorio dove fino a pochi momenti prima capeggiava il filo del destino e le forbici che intendevano reciderlo.
    Non era successo niente. Il filo era ancora lì, intatto.

    « No!!! »
    Con un ruggito, la lunga serpe di fumo nero che era il lupo saettò su di esso, lo cinse e lo guardò da ogni direzione, ma il risultato era sempre lo stesso. Il filo era intatto, intonso.
    « Mia piccola agnella!!! Il gioco si è rotto, non funziona più!!! »
    Uggiolò in preda allo sconforto il lupo, al che la metà bianca sospirò portando le dita affusolate di una mano a lambire la maschera nera che ne celava i lineamenti femminili.

    « E come sarebbe successo un tale prodigio, mio dolce lupo? »
    Chiese lei, sulle labbra lo sconforto di chi non riesce ad abituarsi a situazioni del genere.
    Quasi piagnucolando, il lupo alzò gli occhi dorati sull'altra metà di se stesso, cercando una spiegazione.
    « Non lo so, agnellina!!! Un attimo fa sono comparse delle forbici, grandi e lucenti! Hanno premuto su questo filo, piccolo e fragile! Si sono chiuse, l'ho visto bene!!! Eppure, vedi...??? Com'è possibile che sia ancora intatto??? »

    « Già, mio caro lupo... »
    L'agnella tornò a rivolgersi a Drusilia, riponendo l'arco mentre la nebbia azzurra svaniva, ponendo fine al gioco.
    « E' un mistero come possa una decisione, la forza di volontà, opporsi al destino e arrivare a mutarne il corso. A questa domanda forse potrebbe rispondere il nostro uccellino, se solo volesse. Ma, mio adorato lupo, la risposta che avevi chiesto... che avevamo messo in palio a questa disputa, era un'altra. »
    Mosse una mano, ed il marchio del kindred scomparve sia da Drusilia, poi da Riful.
    « Siete liberi, uccellini. Potete volare via, non vi inseguiremo. »

    « Noooo!!! »
    Ruggì il lupo, furioso, lanciandosi fino a pochi centimetri dal volto di Drusilia, ringhiante e sbuffante.
    « Non lo accetto! Nulla mi sfugge!!! »
    L'agnella emise una risata argentina, mentre con entrambe le mani affondava nel pelo di fumo nero del collo del compagno oscuro, come accarezzandone l'enorme testa serpentina.
    « Non essere sciocco, mio caro lupo! Nulla sfugge al destino ultimo. »
    Da dietro la maschera nera, l'agnella sembrò sorridere.
    « Poiché noi siamo la morte. E presto o tardi, tutti sono destinati ad incontrarci.
    Ora andate. Avvertite tutti coloro che incontrate. Questa da ora in poi è la foresta del Kindred, i cacciatori eterni. La morte vi risiede, e morte attende coloro che ne attraversano i confini...
    »

     
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