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    Probabilmente Drusilia non avrebbe mai immaginato di dover finire quella storia da sola, senza più Orm né i suoi aviatori. Aveva iniziato da sola ed a quanto pare era destinata anche a finire da sola. Mentre si spostava da quelli che adesso erano in tutto e per tutto i domini esclusivi del nuovo Re del Cielo, Drusilia si ritrovò ancora una volta ad affrontare l'atmosfera depressa di una Klemvor sepolta sotto la cappa pesante e oppressiva di un cielo grigio ed un'aria morta e priva di vita. La destinazione era poco distante, troppo vicina per sciogliere l'influsso delle Sky Regalia sui Gravity Children. Dopo un primo momento di straniamento, però, Drusilia fu presto in grado di riconoscere quelle vie come familiari: era passata per quelle strade durante la Messa dei Diluvi, di notte, quando il posto era invaso dalle bancherelle, da luci di lanterne e da un'esplosione di vita, con centinaia di ragazzini impegnati a divertirsi, passeggiare sotto la pioggia battente e giocare nei modi più stupidi e pericolosi, alla maniera degli Storm Riders. Anche la destinazione finale dell'Alfiere era familiare: lo stesso posto dove aveva trascorso la notte dopo l'attentato di Nui, sotto le cure della Makigami. Ormai l'ex Regina del Legame aveva già abbandonato Klemvor da un pezzo, preferendo tornare alle sue occupazioni di tutti i giorni nel Pentauron, tuttavia restavano le giovanissime ragazze della Tool Toul To impegnate a far funzionare quel minuscolo ospedale dalle attrezzature minimali, ed infatti fu una di loro ad accogliere Drusilia e ad accompagnarla per delle scale fino al terzo piano, dove le indicò una porta che dava su di una stanza spaziosa dalla moquette verde smeraldo e dalle larghe vetrate occupate spesse tende bianche. Il luogo era arioso, conteneva soltanto una piccola biblioteca di tre soli scaffali, tre piante dalle foglie larghe simili a quelle che Drusilia aveva già visto la prima volta che aveva incontrato la persona che stava andando a visitare, e poi un letto dissimile da quelli soliti da ospedale, piuttosto un grosso letto a due piazze e mezzo, occupato per intero dalla donna più grassa che la Galanodel aveva avuto modo di incontrare.

    La vecchia Jabba aveva gli occhi chiusi quando la porta si aprì, tuttavia non stava realmente dormendo e si destò subito, grugnendo di disapprovazione ed umettandosi le grosse labbra carnose come quelle di un ranocchio. Senza il berretto da aviatore della prima guerra mondiale, i capelli della donna erano radi e sottili, color pelle di topo e con evidenti chiazze sulla sommità del capo. In meno di un mese sembrava invecchiata di anni: gli occhi assai più infossati di quanto Drusilia ricordava, la pelle dei bracci rugosa come carta vetrata e spezzata in più punti dove le flebo insinuavano i loro aghi in cerca delle vene, i bendaggi bianchi macchiati di marrone che mandavano un odore sgradevole.

    « Mia cara ragazza! »
    Esclamò la vecchia, allargando il faccione da rospo in un sorriso gioviale.
    « Vieni avanti, prendi una sedia! Oh, ero sicura che saresti venuta, avrei dovuto farmi portare preventivamente nella mia serra. Oh, la verità è che le vecchie maniere sono sorpassate da un po', ai miei tempi se un politico decideva di far visita ad una donna, si premurava di avvertire con almeno una settimana di preavviso. Quando il primo ministro venne in visita al nostro impianto, servirono due mesi di preparativi! Immagina che disastro se avesse deciso di piombare dal nulla! Avrebbe trovato una sorta di asilo nido gestito malissimo, con tutti quei mocciosi che correvano da tutte le parti, con Thufir che grida loro contro, Harold armato di asciugamani che insegue mocciosi nudi appena usciti dalle vasche di clonazione e Lando che rimbecca tutti quanti! Che figura ci avremmo fatto! »
    Se Drusilia avesse avuto modo di comunicare con la donna per telefono, mai avrebbe intuito le sue reali condizioni. La sua voce era ancora vitale, in qualche modo tutt'ora allegra. E dopotutto doveva avere un fisico forte, chissà se non fosse lì per qualche controllo di routine, o magari per una semplice precauzione per un malore?

    « Ma dimmi, sei stata ai Giardini, non è vero? Raccontami, ti prego! Detesto le notizie di seconda mano, passano sempre sotto troppi filtri, ed i filtri offuscano il giudizio... »

     
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    Incontrò la vecchia Jabba nel palazzo dove si era svegliata a seguito dell'attentato, lo stesso improvvisato ad ospedale. La Regina del Legame era ormai andata via e le sue Regalia erano state concesse ad un gruppo di Trident che -col tempo- si era rivelato essere il meno astuto di tutti, finendo anch'esso mutilato per la propria vanagloria. Restavano comunque le ragazze della Tool Toul To, di cui una si offrì ad accompagnare Drusilia là dove era suo desiderio arrivare.
    La vecchia aprì gli occhi al sua arrivo, fingendo di essersi in qualche modo appena svegliata. Era molto invecchiata rispetto al loro primo incontro, precedente di un mese soltanto, ma a perplimerla maggiormente furono le bende bianche macchiate di marrone di cui sembrava avvolta in più punti.

    « Mia cara ragazza! » esclamò sorridendole allegra « Vieni avanti, prendi una sedia! Oh, ero sicura che saresti venuta, avrei dovuto farmi portare preventivamente nella mia serra. Oh, la verità è che le vecchie maniere sono sorpassate da un po', ai miei tempi se un politico decideva di far visita ad una donna, si premurava di avvertire con almeno una settimana di preavviso. Quando il primo ministro venne in visita al nostro impianto, servirono due mesi di preparativi! Immagina che disastro se avesse deciso di piombare dal nulla! Avrebbe trovato una sorta di asilo nido gestito malissimo, con tutti quei mocciosi che correvano da tutte le parti, con Thufir che grida loro contro, Harold armato di asciugamani che insegue mocciosi nudi appena usciti dalle vasche di clonazione e Lando che rimbecca tutti quanti! Che figura ci avremmo fatto! »

    La voce era insolitamente allegra e vitale. In quel momento Drusilia si trovò a pensare che fosse esattamente quell'atteggiamento positivo a tenere in vita una creatura come lei: anziana, probabilmente umana -dunque mortale- e sicuramente abbastanza fragile per trovarsi in uno stato simile.

    « Ma dimmi, sei stata ai Giardini, non è vero? Raccontami, ti prego! Detesto le notizie di seconda mano, passano sempre sotto troppi filtri, ed i filtri offuscano il giudizio... »

    L'Alfiere Errante rimase qualche attimo in silenzio a fissarla, e fu una delle poche volte in cui il bel volto d'angelo non sembrava plasmato in una qualche espressione accogliente o accigliata. Dopotutto, Drusilia era sempre stata estremamente espressiva. Quella volta, però, non sapeva davvero cosa pensare.
    Sospettava di lei più di ogni altro e non vi era nulla che detestasse maggiormente di essere manipolata da estranei. Ciò nonostante, il suo semplice essere le ispirava pietà e tristezza tali da non darle la forza di accanirsi contro lei. Poteva aver la camera più bella ed arieggiata, un gran numero di badanti, eppure... tutto quel posto sapeva di miseria. Anche lei, fiore appassito in un bel vaso.

    -Ho visto i cloni, se è quello che desidera sapere- si sarebbe limitata a dire, prendendo una sedia lì vicino e sedendosi nei pressi del letto matrimoniale -Hanno sofferto molto... e forse continueranno a farlo: non vorrei mai essere nella loro posizione.

     
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    -Ho visto i cloni, se è quello che desidera sapere.
    La donna annuì, accennando ad un sorriso.
    -Hanno sofferto molto... e forse continueranno a farlo: non vorrei mai essere nella loro posizione.

    « Sono stati molto impazienti. I bambini lo sono sempre, dovresti saperlo. Avrebbero dovuto solo accettare di attendere un poco nell'Antica Dimora, dove avrebbero potuto girare liberamente senza li rischio di fare del male a nessuno. Invece hanno rifiutato di tornarci, testardi fino in fondo. E pensa che è lì che sono nati la prima volta, restare per qualche tempo al sicuro in quei luoghi era una soluzione molto meno drammatica di quel cimitero malsano, circondati da fango e cadaveri e senza nemmeno la possibilità di vedere la luce del sole ogni tanto... non è questo che avrei voluto per loro, ma è ciò che hanno scelto ed io non ho mai voluto negare ai miei bambini il libero arbitrio. »
    Aprì un cassetto e ne tirò fuori alcuni piccoli pacchetti di carta stagnola coloratissima, ne offrì uno a Drusilia e ne scartò uno per se. Era una caramella di zucchero alla frutta, di quelle adatte ai bambini.
    « Mettila in tasca, se non la vuoi subito. C'è sempre il momento adatto per mettersi un po' di zucchero sotto la lingua, aiuta ad esaltare quanto di amaro ti offre la vita, senza nasconderlo. Preferirei una boccata di tabacco, ma se la piccola Ine viene a sapere che ho fumato nel suo ospedale... »
    Rise fra se, dopodiché fece una lunga pausa ed un sospiro, poi riprese.

    « Ho intenzione di affidarvi il completamento della nostra istruzione. Hai visto il culmine del nostro lavoro, e sai meglio di me quando sia imperfetto. Siamo arrivati in quattro, ma ormai siamo tutti troppo vecchi e stupidi per proseguire. Abbiamo bisogno di nuovi punti di vista, nuove vie... possibilmente nuovi maestri. Voi potete farlo. Potete insegnarci, anche se non saremo certo allievi facili da addomesticare... »

     
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    Mentre la vecchia parlava, Drusilia rimase in educato silenzio. Da sempre nutriva enorme rispetto per gli anziani, e forse era quella la ragione della sua pacatezza, nonostante tutto. La vecchia Jabba parlava di impazienza, di rispetto del libero arbitrio, eppure qualcosa non le tornava. Che fosse il giocare con la vita ad infastidirla? Il Grande Disegno di umani che volevano agire come dei? Era naturale uscisse un'opera imperfetta, dopotutto, se generata da creature altrettanto imperfette...

    Aprendo un cassetto, la signora le offrì una caramella e Drusilia la accettò con garbo. "C'è sempre il momento adatto per mettersi un po' di zucchero sotto la lingua, aiuta ad esaltare quanto di amaro ti offre la vita, senza nasconderlo" le aveva anche detto, ragion per cui la bella Galanodel non si esimette dal portarla immediatamente alle labbra, come a sottolineare il suo sconforto.

    « Ho intenzione di affidarvi il completamento della nostra istruzione. Hai visto il culmine del nostro lavoro, e sai meglio di me quando sia imperfetto. Siamo arrivati in quattro, ma ormai siamo tutti troppo vecchi e stupidi per proseguire. Abbiamo bisogno di nuovi punti di vista, nuove vie... possibilmente nuovi maestri. Voi potete farlo. Potete insegnarci, anche se non saremo certo allievi facili da addomesticare... »

    Lo sapeva, esattamente come le era chiaro quanto i "figli" somigliassero ai "genitori".
    Era ovvio, in un certo senso.

    -Non sono mai stata una intellettuale- si sarebbe limitata a dire, fissando distrattamente fuori dalla finestra -Però ho sempre percepito la Scienza -quella vera- come la più alta forma di Giustizia. Esiste per sè stessa ed ha delle leggi. Non pretende di addomesticare nessuno, ma se non la si capisce o non la si vuol capire è naturale sbagliare... e pagarne le conseguenze. Non importano le intenzioni ma la capacità di adattarsi a lei. Per questo la scienza è giusta.

    Sospirò mesta, prima di tornare a fissare l'umana.

    -Penso anche sia giusta ogni forma di conoscenza fondata su ciò che esiste da prima degli uomini. Ciò che non dipende da loro. E' per questo che ho sempre dato grande libertà ai miei intellettuali. Non ho mai preteso il loro appoggio, nemmeno in guerra civile, perchè la Giustizia non vacilla, non fa favoritismi. Il Sapere esiste per sè stesso e tale deve restare: senza bandiere.


    Che quello fosse un pensiero fugace o l'Alfiere stesse mirando a qualcosa, non era ancora dato sapere.

    -Nel momento in cui scenderà al livello degli uomini, quando seguirà i loro capricci o sarà usata per sottomettere gli altri, allora perderà la sua essenza e distruggerà ogni cosa. Per questo, signora Jabba, non è possibile che ci siano manipolazioni o dialettica. Nessuno dei miei Magistri vi addomesticherà mai, nemmeno se lo chiedete. Non ne sono interessati- la sua voce, in quel preciso istante, si tradì con una punta di orgoglio -Se peccherete di egoismo e non vi adeguerete al Sapere, semplicemente non lo raggiungerete. E' una scelta vostra.

    Chiara e precisa.
    Il modo migliore, secondo lei, di essere onesti.

     
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    « Oh, ma noi non vogliamo essere addomesticati nel senso che intendete voi, mia cara. »
    Rispose la donna, con una nota di sincera allegria nella voce.
    « Vogliamo essere istruiti, che è ben diverso. Siamo troppo vecchi e troppo legati ad una cultura e ad un modo di pensare che ormai non ci appartiene più. Del tutto incapaci di estraniarci da quel vecchio ed obsoleto concetto di scienza, che le vostre stregonerie ed alchimie ormai hanno sgretolato. Quanto abbiamo appreso in gioventù è polvere, credevamo di sapere tutto delle fondamenta della genetica ed invece non eravamo arrivati nemmeno vicini a scalfire la superficie di quella branca specifica, figuriamoci di tutto il resto. »
    Qualcuno bussò sommessamente alla porta, ed una infermiera con le insegne della tool toul to sul copricapo scuro chiese di entrare con cortesia. La Vecchia Jabba acconsentì con tranquillità, quindi una signorina sui quindici anni al massimo entrò nella stanza, piazzandosi in piedi a pochi passi dall'ingresso gettando occhiate nervose dirette a Drusilia.

    « Dicevo: noi siamo stati in grado di creare la vita dal nulla, e pensavamo di avere del sapere. Oh, quanto ci siamo sbagliati! Ma siamo ancora in tempo per rimediare. C'è sempre tempo. »
    Interruppe il discorso e guardò la Storm Riders.
    « Dì pure, cara. »

    « Ehm... »
    La ragazzina guardò Drusilia, visibilmente a disagio.
    « In realtà... potrei avere due minuti in privato per comunicare un messaggio all'Alfiere...? »
    La Vecchia Jabba si abbandonò ad una breve risata.
    « Dovresti chiederlo a lei, non a me. »
    La diretta interessata guardò allora Drusilia, sperando in una risposta affermativa. In caso di risposta affermativa l'avrebbe condotta nel corridoio appena fuori la stanza, a pochi passi dalla porta...

     
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    Chiedeva dunque della conoscenza.
    Certo, Drusilia non era in grado di concedergliela: per quello avrebbe dovuto far domanda a Shantotto, che da sola reggeva una realtà quasi separata dal governo, per molti versi assimilabile a un "presidio dentro il presidio". In realtà -con buone probabilità- avrebbe anche accettato; dopotutto nessun Magister aveva mai preso posizione sul non concedere insegnamenti secondo principi che fossero anche lontanamente etici.

    « Dicevo: noi siamo stati in grado di creare la vita dal nulla, e pensavamo di avere del sapere. Oh, quanto ci siamo sbagliati! Ma siamo ancora in tempo per rimediare. C'è sempre tempo. » interrompendo il discorso, la vecchia Jabba lanciò un'occhiata ad una ragazzina appena entrata « Dì pure, cara. »

    « Ehm... In realtà... potrei avere due minuti in privato per comunicare un messaggio all'Alfiere...? »
    La Vecchia Jabba era allegra, ma la ragazzina sembrava parecchio a disagio.
    « Dovresti chiederlo a lei, non a me. »

    Sospirando mestamente in segno affermativo, Drusilia si sarebbe limitata a chinare il capo e sollevarsi piano da quello strano capezzale. Prima di dirigersi verso la fanciullina, di poco fuori alla porta, avrebbe comunque approfittato di quel brevissimo lasso di tempo per rasserenare la vecchia e dare un pò di pace a quel cuore ancora palpitante, nonostante gli anni e la triste condizione umana.

    -Non penso ci siano problemi per i miei Magistri: è una cosa che si può fare.

     
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    -Non penso ci siano problemi per i miei Magistri: è una cosa che si può fare.

    « Allora devi solo venire a prenderci tutti e quattro. »
    Ribatté lei, sorridente.
    « A due mesi da oggi, il piccolo Nue viaggerà all'Antica Dimora per prendere la prossima cucciolata, come sempre al termine di ogni periodo. Sono già passati tre anni. L'ultima volta sono stata io a far uscire quei piccolini dalle loro vasche, sembra ieri... questa volta, però, il piccolo Nue dovrà accontentarsi di undici cuccioli, i restanti quattro sono per voi... Per te, mia cara. Vieni a prenderci e portaci sulla tua bella isola volante, e magari... sì, magari lascia volare uno di quei meravigliosi zeppelin, se puoi farlo. Sarebbe un bel regalo per questa povera vecchia... Ora vai pure, credo che la signorina muoia dalla voglia di parlare con te, ufuf... »

    La donna concluse ridendo in modo tenue e forzato, ma mentre volgeva lo sguardo annuì più volte, dapprima a malapena accennando il gesto e poi con sempre maggiore convinzione, guardando in direzione delle tende bianche, oltre il panorama brullo di una Klemvor che vista da lì sembrava tanto una distesa informe di cemento grigio, edifici brulli ed un cielo terso come se stesse per scoppiare a piovere da un momento all'altro. Seguendo l'infermiera, Drusilia abbandonò la stanza chiudendo la porta dietro di se, portandosi in corridoio dove, fatti pochi passi, la giovanissima Storm Rider con le icone della Tool Toul To sul copricapo le mostrò un piccolo mazzo di documenti ed iniziò a parlarle in tono esitante:

    « Sono i fogli per il trapianto. »
    Disse con ben poca convinzione nella voce.
    « Ecco, la signora rifiuta di farsi trasferire nel Pentauron, per l'operazione... La dottoressa si è disinteressata, ha detto che alla capitale non hanno reni sani da sprecare per una vecchia che non li vuole, però... questa mattina, quando è passato quel signore vestito elegante, ha detto chiaramente che al sud, possono... che lui può... insomma, che c'è tanta disponibilità, e che serve solo una firma. Ora: la signora si rifiuta, però è molto anziana, in questi casi spetta ai parenti decidere, però purtroppo non ha alcun parente... ma lei è l'Alfiere, lei può decidere ciò che è più giusto, può firmare e nel Pentauron non diranno certo di no alla firma di un Alfiere... »
    Mentre le porgeva i fogli era a metà fra il chiedere e l'implorare. Una scena del genere non sarebbe capitata, se ci fosse stata la dottoressa Ine Makigami, difficilmente quella donna razionale e tutta d'un pezzo avrebbe approvato una simile iniziativa...

     
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    Non le era ben chiara la situazione, eppure l'Alfiere Errante aveva già vagamente intuito di cosa quella vecchia stesse parlando: aveva ormai raggiunto il limite del tempo agli umani concesso e le creature che Drusilia avrebbe presto recuperato, accompagnata da Nue, altro non erano che cloni dello stesso tipo -o quasi- di quelli scambiati per zombie ai Giardini Senza Vento.
    Un buon piano, comunque: il fatto che non si trattasse realmente di resurrezione, ma di semplici creature con lo stesso codice genetico, la fece sembrare ai suoi occhi più simile ad una madre che ad una ricercatrice invasata quale -probabilmente- era stata in passato.
    Congedandola con un rispettoso inchino, Drusilia si diresse infine dalla fanciullina che -fissandola a disagio- prese a balbettare qualcosa che le suonava come una disperata (ma inutile) richiesta di aiuto.

    « Sono i fogli per il trapianto. Ecco, la signora rifiuta di farsi trasferire nel Pentauron, per l'operazione... La dottoressa si è disinteressata, ha detto che alla capitale non hanno reni sani da sprecare per una vecchia che non li vuole, però... questa mattina, quando è passato quel signore vestito elegante, ha detto chiaramente che al sud, possono... che lui può... insomma, che c'è tanta disponibilità, e che serve solo una firma. Ora: la signora si rifiuta, però è molto anziana, in questi casi spetta ai parenti decidere, però purtroppo non ha alcun parente... ma lei è l'Alfiere, lei può decidere ciò che è più giusto, può firmare e nel Pentauron non diranno certo di no alla firma di un Alfiere... »

    -Anziana ma lucida, almeno così pare- avrebbe risposto con garbo, raccogliendo i documenti e lanciando rapide occhiate al contenuto -Di quale signore parli?

    « Non l'ho mai visto prima, pensavo fosse degli Abusivi... uno così me lo sarei ricordata, insomma, era, come dire... » arrossì leggermente « ehm, era un signore con un cappotto lungo elegante, alto e longilineo, capelli neri e ricci... »

    Drusilia non ricordava nessuno dei suoi con quell'aspetto, a parte Augustus che però non brillava di fascino o particolari abilità con il gentilsesso. Per questa ragione, non fu che ulteriormente spronata a mantenere ben salda la sua unica e sola posizione, dall'inizio di quella lunga e frustrante avventura.

    -Non so come possiate sentirvi, ma posso immaginarlo- avrebbe introdotto con garbo, sorridendo pacata -Dovete però avere rispetto della volontà della signora Jabba: firmare questi documenti sarebbe un atto di violenza verso di lei, non un reale aiuto. La signora in quel letto non è pazza: se non desidera firmare avrà le sue ragioni.
    Sospirò, probabilmente avvilita all'idea che quei suoi approcci non avevano mai portato a nulla di buono, eppure non si sentiva ancora abbastanza importante per decidere della vita -o della morte- di persone appena conosciute. Quello era davvero troppo, anche per lei.

    -Se lo desiderate potete continuare a chiederglielo, ma non deciderò al suo posto.

    E con quelle parole se ne sarebbe andata, probabilmente diretta verso casa.

     
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7 replies since 30/1/2017, 14:09   175 views
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