Astrolabio

alle pendici di Kijani Fahari

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  1. Lord Gromet Telkier
     
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    altrove...

    A sinistra un lungo litoraneo, ornato di sabbie bianche e di onde spumeggianti che lambiscono con delicata lentezza scogli e conchiglie. A destra una pianura erbosa e puntigliata di arbusti che s'affretta a lasciar spazio ad una folta foresta - alberi verdi e dal tronco marrone, lussureggianti sotto ogni aspetto.

    Una cosa era sempre più ovvia a Lord Gromet Telkier, signore del suo casato:

    « Questo luogo non è in Scandrial. »

    Il cavallo su cui era arcionato nitrì debolmente, come a consentire alla sua elaborata analisi dei fatti. O forse a espletare la necessità di deiettare violentemente il contenuto della sua pancia dopo i turbamenti del viaggio, il nobiluomo non ne era sicuro. Di certo questa faccenda della 'traslazione dimensionale' si era rivelata molto più movimentata e scombussolata del previsto: se al suo destriero era capitata una certa indisposizione di stomaco, lui non era certo da meno. Il povero Jasper aveva vomitato, peltro o non peltro, e certo lui non gli avrebbe dato torto!

    Ora, se solo potesse capire meglio dove, in nome del Lord Reggente, erano finiti...




    Lady Elise Telkier arieggiò il viso col ventaglio e trattenne l'impulso sempre più irrefrenabile di erompere in un assai poco signorile sbuffo. Uomini si disse per quella che, ne era sicura, era perlomeno la centesima volta. Appena ripreso dai turbamenti dei viaggio il suo irruente sposo aveva preso un cavallo ed era immediatamente andata in esplorazione del circondario... lasciando a lei il compito di calmare la servitù, naturalmente. « Un compito appropriato alle mie capacità » lo aveva definito suo marito, sottintendendo che la medesima cosa fosse vera per la sua parte. Cosa assolutamente vera, s'intende (il giorno in cui non fosse capace di Sobillare un po' di quiete nella servitù avrebbe messo da parte lo zinco e si sarebbe data al cucito!), ma di un tedio e di una noia mortale.
    Non sarebbe stato meglio per lei andare nel consueto giro di esplorazione, in modo da poter contare su qualcuno dotato di più carisma dei tipici grugniti e cipigli imperiosi di Gromet per fare colpo sui nativi del luogo? Una prima impressione poteva fare miracoli per permetter loro di insediarsi più facilmente.

    Uomini.

    Alfred, servitore fedele e rispettato, si accostò rispettosamente alle sue spalle e diede il più lieve dei colpetti di tosse. « Il té è servito, madam. »
    « La ringrazio, Alfred. » disse lei, rivolgendogli un sorriso leggero e Sobillando appena le emozioni del maggiordomo. « Sarò da voi fra un attimo. »
    L'allampato uomo s'inchinò, il minimo accenno di sorriso sui suoi lineamenti, prima di voltarsi e tornare.

    Agitò un'altra volta il ventaglio, immersa nei pensieri. Vi era un'altro motivo per cui non voleva che suo marito si allontanasse, legato tuttavia ad una sua supposizione piuttosto che alla ineccepibile logica di Gromet.

    Il bosco.

    Vi erano apparsi proprio accanto, orientati come per penetrare nelle arboree arcate, e sembrava in tutto e per tutto normale - o perlomeno, normale come un bosco della dimensione di Basiledra. Ma non per lei. Lei, che era una Sobillatrice e delle emozioni faceva arma, scudo, moneta e strumento, non poteva non notare il modo in cui tutti loro - e si, anche lei - stavano agendo in modo sottilmente diverso. Era come se un Repulsore avesse inferto la più leggera spintacciaio sulla casa ove era vissuta lasciando tutto spostato d'un pelo fuori posto: troppo per non notarlo, troppo poco per esserne sicura.

    Il ventaglio si mosse ancora una volta, poi si chiuse con uno scatto secco del polso.
    Inutile pontificare; il té - e il futuro - attendevano.


    Il gruppo è formato da ventiquattro persone: dieci servitori, dieci guardie e quattro membri della famiglia, con annessi armi e (un più che cospicui numero di) bagagli. Gromet Telkier è andato in esplorazione con un cavallo, Elise Telkier e i due figli sono rimasti con la servitù e i carri, carretti e carrozze varie.

    Si noti che Elise Telkier ha una notevole esperienza con le manipolazioni allomantiche emotive, ma non con quelle magiche in generale.

    Titolo:
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    Sottotitolo:
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  2. Shui Yoe Tu
     
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    Come la primavera che, dopo l'inverno, prima sfiora timida le fronde, poi esplode in fiori e vita, allo stesso modo la Signora aveva fatto col Bosco Vivente delle terre Occidentali, all'inizio accarezzando la terra con Suo Potere, e ora permeando l'aria e restituendo l'antico vigore: nel cuore di Kijani Fahari, pur non essendo bella la stagione, le piante ed i fiori crescevano forti e nuovi, ed era come un'onda di marea, lenta nell'investire tutte le spiagge, ma irrefrenabile; così, poco alla volta tutti gli alberi crescevano forti e sotto una primavera in anticipo, carichi di fiori e profumi, presto trasformando l'intera zona in un verde giardino.
    Mentre, dunque, sempre più in fretta il Bosco fioriva fuori stagione, e l'amato della Signora continuava la sua comunione col Verde, Ella camminava per la terra ch'aveva pulito e che ora Le era devota: ed ecco le voci della natura svegliarsi e di foglia in foglia arrivare alle orecchie della Signora, raccontando dell'uomo a cavallo e del corteo che lo aveva accompagnato; poiché la Dama stava scendendo verso Undarm, a rivedere la bella città, si disse di voler andare lui incontro, e insieme invitare quella strana compagnia, intenta a bere tè, in rifugi più comodi.
    E dunque divise il suo volere.

    Bosco, davanti al corteo

    La Natura cresce piano, e finché l'albero non sia nato, non ci si accorge di quanto lontano sia dalla ghianda che l'aveva generato: e tutti i movimenti dell e piante e de di fiori sono impercettibili, e non si vede l'esito del processo finché non sia compiuto. Allo stesso modo, finché gli alberi non furono del tutto separati e curvai, tali da formare un'arcata vera e propria, nessuno si accorse che stavano cambiando, apparendo sempre fermi in quella esatta posizione, finché, in un dato istante, volgendo lo sguardo s'era aperto un passaggio. La primavera aveva raggiunto quel limitare, e ora il verde si mescolava a molti colori di fiori e germogli, e tutto era e chiaro pieno di vita, e ogni cosa profumava: l'odore era dolce e delizioso, invitando ad inebriarsi del gusto del bosco e delle infiorescenze; la terra pareva bassa e battuta, come se gli alberi volessero mostrare una via sicura. Non vi erano malumori nell'aria, ma desideri materni di cura e protezione, perché Kijani era amico di chi cercasse rifugio.
    E così, cercando di amarli e aiutarli, il Bosco Vivente si era aperto ai naufraghi.

    Bosco, inseguendo l'uomo

    Ascoltando le voci dei kami, la Signora aveva raggiunto, presto e bene, i margini di Kijani Fahari dove l'uomo sarebbe passato, cercando aiuto: stava al confine degli alberi, ferma a guardare il cavaliere arrivare, sicura della Sua bellezza che lo avrebbe distolto dal viaggio.
    Ella era la Signora, e non poteva esse eguagliata in alcun modo per l'incanto del corpo e della voce, alta e splendida, vestiva di un lungo abito verde e un corpetto bruno come corteccia, e tutto era decorato di fiori di magnolia; i capelli stavano raccolti in alto, con stecche intrecciate a fermarli, castani dell'abbraccio del legno, oro di grano nei riflessi al sole; sulla dolce pelle del viso si apriva un sorriso rosato, che invitava all'estasi e alla pace, e gli occhi erano pozzi di foglie, smeraldi più preziosi di qualunque gemma della terra; con Lei veniva profumo di fiori e di mare, ed era assai curioso, poiché la costa le stava di rimpetto.
    Questa era la Signora del Bosco, e qualunque bestia o uomo l'amava, ed era attratto da Lei e dalla Sua grazia: il cavaliere naufrago non avrebbe fatto differentemente.



    Ho trovato più comodo dividere le cose in due: da un lato, il bosco ha formato una galleria per invitare tutti i naufraghi dimensionali a trovare rifugio nel sentiero formatosi; dall'altro Yoe, parlando con le piante, ha monitorato il tragitto di Gromet e si è fatta trovare nel punto dove sarebbe passato, accanto al bosco (non è specificato quanto tempo passi dalla sua partenza, ovviamente), così da poter interagire con lui nella speranza (ma per Yoe è più che altro convinzione) che possa vederla e fermarsi :D
     
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  3. Lord Gromet Telkier
     
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    altrove...

    Illusionisti.

    Nonostante l'assenza di siffatti figuri nel suo pianeta natio, Gromet Telkier aveva più di una passabile esperienza con la loro razza. L'uomo grazie a cui erano giunti fin qui era uno dei peggiori - o migliori - della sua categoria, dopotutto, e l'aveva dimostrato in più di un'occasione orchestrando piani e strategie che parevano presi direttamente dalla mente di un folle romanziere. Il tutto senza neppure una goccia di magia, per giunta.

    Così egli non fu poi troppo sorpreso quando si rese conto che una donna sfuggita alla sua attenzione (o più probabilmente mai esistita prima). Dopo quella disastrosa escursione nelle grotte nella parte nord del continente, qualcosa di così plebeo come arrivare alle sue spalle era una quisquilia. Non aveva dubbi che la damigella potesse indurgli visioni, penetrare nella sua mente, distorcere la sua visione della realtà, indurgli paranoia, indottrinarlo o possibilmente ucciderlo senza neppure levare un dito. Dunque nulla di anormale.

    Almeno questa volta non si trattava di un drago sotto mentite spoglie.
    Forse.
    In teoria.
    ...
    ...meglio non pensare a certe cose. Per scaramanzia.

    Il suo cavallo non ebbe alcuna reazione nell'appropinquarsi alla signora. Nessuna reazione, buona reazione. « Un buon giorno a lei, gentile madamigella. » s'introdusse, smontando dal destriero ed esibendosi in un cortese inchino. « Il mio nome è Gromet Telkier, Lord del nobile Casato Telkier, e mi domandavo quale fosse il nome di questo pianeta? »




    Un delicato sopraciglio nobile si arcuò con grazia ed eleganza.

    « O povera me. » commentò con leggerezza Lady Elise. « Pare le foreste di Scandrial siano le più noiose dell'universo, dopotutto. »

    Le sue labbra si accostarono all'orlo della tazzina di té ancora fumante, accogliendo senza sorpresa esteriore il plasmarsi di irremovibili tronchi e felci selvagge in un boulevard puntato dritto al cuore del bosco. Un invito, se mai Elise Telkier ne avesse visto uno. Il suo fin troppo trattenuto sospiro, tratto dall'irrefrenabile impulso di libertà, scappò dalle sue crudeli labbra e si dileguò all'aria aperta - con malcelata sorpresa da parte di sua figlia Allriane.
    Cosa, oh, cosa aveva combinato questa volta Gromet...?

    « Mamma, il bosco si muove! » esclamò suo figlio Jasper con entusiasmo.
    « Ho visto, Jasper. » disse lei. La tazzina da té fu accostata sul piano del tavolino portatile; disgraziatamente pareva che i convenevoli della società dovessero attendere. Si alzò in piedi, subito seguita da sua figlia. « Ritengo che il nostro té debba essere posticipato. Alfred? »
    « Si, madam? » inquierì il querelato, imperturbabile roccia nell'agitarsi tempestoso della servitù.
    « A quanto pare abbiamo ricevuto un- » pausa « -invito. Faccia preparare le carrozze, la prego. »
    Un inchino. « Subito, madam. »

    Si, Lady Elise Telkier avrebbe accettato l'invito, e con lei sarebbero venuti tutti quanti. Certo lei non si sarebbe avventurata da sola a vagabondare per lande sperdute e potenzialmente pericolose come qualcheduno di sua conoscenza, lasciando affetti e bagagli da soli, indifesi ai mali del mondo!
    Se suo marito voleva raggiungerla, una scia di monetine e il suo cavallo sarebbero serviti allo scopo.

    Uomini...

    Gromet è un pelino paranoico. A sua difesa, vi è un motivo per ciò.
     
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  4. Shui Yoe Tu
     
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    Bosco, nel sentiero fra gli alberi

    Il potere che scorreva nel Bosco plasmava le fronde e le foglie ad ogni passo del corteo, svelando una larga strada nel verde rigoglioso la quale, pur essendo ovvio che si fosse creata per invitare quello a seguirla, appariva del tutto formata e battuta, come avesse segnato la flora di Kijani Fahari da molti e molti anni; sotto le grandi arcate dei rami antichi, la natura esplodeva in colori e dorme magnifiche, perché il sentiero era un tutt'uno con la primavera, e fiori si schiudevano profumati mentre la via proseguiva; e tuttavia, a poco a poco, mentre il corteo avanzava, la strada dietro si richiudeva, come non fosse mai esistita: non vi erano rumori oscuri, né ghigni di una crescita perversa, stava solo l'odore del mare ad abbracciare le infiorescenze, e tutto era come una grande culla di Vita, che invitava a farsi esplorare, al tempo proteggendo anche chi la stesse penetrando.
    E dunque, nella Vita rigogliosa, senza ostacoli, senza inquietudini dei legni, il corteo passava attraverso il Bosco.

    Bosco, la Signora e il Lord

    La donna sorrise allo straniero, e fu bella come la notte sotto la luna, estatica come l'esplosione del mare sugli scogli; gli occhi di smerlando stavano fissi su quelli di lui, volendo assieme amarlo e sondarne le intenzioni. Del resto, non vi era creatura che, dinnanzi alla gloria di Lei restasse indifferente al miracolo cui assisteva, poiché non vi era alcun fiore, alcuna Vita in quel mondo e in altri, che fosse simile o maggiore per bellezza.
    Con la testa mostrò di inchinarsi all'uomo, e presto rispose:

    -Questa terra ha nome Endlos, e voi siete al limitare di Kijani Fahari, il Bosco Vivente nel Presidio Ovest del mondo.-

    La voce dell'Essenza era melodiosa e dolce, sensuale come la carezza di un'amante, rassicurante come l'abbraccio di una madre; le parole, orgogliose e compiaciute, erano però belle e innocue, poiché, nell'incanto dei suoni, Ella rivelava cose grandiose e non mendaci; dunque, continuò:

    -Io sono Shui Yoe Tu, la Signora del Bosco.-
    Con la mano parve indicare il folto degli alberi dietro di Sé
    -I tuoi compagni stanno camminando nei Miei domini, sulla strada che ho tracciato per loro: non desidero che un tale corteo sosti sulle coste del mondo, così, come fossero accattoni.-

    Il fiero sorriso portava assieme sincerità e vanità, perché, per belle che fossero le azioni della Guardiana, pure Ella voleva che Le si rendesse grazie, e non era mai chiaro cosa facesse per amore, e cosa per presunzione. Tuttavia, le intenzioni di quelli non erano ostili, sicché un riparo voleva, in effetti, concederlo.

    -Se avranno piacere nel restare, così come Io ne ho nell'ospitarli, troveranno rifugio nella Mia Reggia.-
    Il dito, teso e bello, puntava in alto, oltre le chiome del bosco alle Sue spalle, dove, in lontananza, svettava un alto tetto
    -Questo vale anche per te, ovviamente-

    Nell'ultima parola pronunciata, i suoni erano sottili e dolci, come un profumo che inebri il cuore e lo attanagli in una morsa di voluttà: tale era il potere della Signora, simile al fiore più bello, che con la bellezza rapisca tutta l'attenzione.



    E' attiva la seguente abilità passiva:

    Velo della Notte

    "...Come la luna è regina sulla notte, così la Seconda domina il proprio regno, che è la Terra, perché in Lei sono gloria e devozione..."

    Bella è la Seconda Guardiana, terribile a vedersi nello splendore del Suo volto, sì da ammaliare chiunque la guardi, e pure chi distolga da Essa lo sguardo, o mai lo appoggi, un richiamo sente, divenendone quasi uno schiavo, accogliendola come propria Signora. Tale è il potere di Shui Yoe Tu: una bellezza così sconvolgente che inviterà chiunque, con lacci di miele, a venerarla come una dea, a percepirla come l'amore ultimo della vita di ognuno, un sogno proibito che si sia realizzato.

    E quando Essa parlerà, dirà dolci comandi, e vorrà essere ubbidita, perché è Signora di ogni creatura che Le si accosti, e per la sua bellezza, nel corpo e nella parola, nessuna cosa potrà rifiutare l'ordine. Più sarà il potere che eserciterà nel dire, meno facile sarà sottrarsi al Suo volere. Ma, d'altronde, chi mai vorrebbe rifiutare di compiacere tale splendore?

    Durata: Istantanea
    Consumo: Variabile
    Specifica: Passiva consistente in un'aura di devozione dovuta all'immensa bellezza della Guardiana, con tecnica variabile di coercizione, sempre causata dalla smodata bellezza di Lei, attivabile volontariamente da Yoe, e a sua discrezione.

     
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  5. Lord Gromet Telkier
     
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    altrove...

    Il bosco... vivente?
    Gromet aveva sentito parlare di boschi infestati, posseduti, immaginari e 'sfasati dimensionalmente'... qualsiasi cosa volesse dire ciò... ma questa era la prima volta che visitava -incontrava?- un bosco vivente.

    Il Lord del Casato Telkier batté le palpebre, poi accantonò momentaneamente la questione. Ignorando cosa fosse normale per Endlos e cosa no, la strategia migliore era adeguarsi alle situazioni senza pregiudizi o ipotesi, salvo successivamente redigere le sue opinioni e far lavorare le meningi.
    ad averlo saputo la prima volta che aveva viaggiato fra i mondi...

    « Un invito cortese e affatto sgradito, Lady Tu. » proferì - con un altro inchino, naturalmente. « Sarò ben lieto di accettare. »

    E su questo non v'era alcun dubbio.
    Anche se non vedeva ferrolinee anomale sulla figura della donna, non era sua intenzione lasciare la sua famiglia inattesa: di certo non dopo le ripetute dimostrazioni ricevute sulla varietà e sulla pericolosità di quella che era chiamata magia. La sua convinzione sulle intenzioni di lei non corrispondeva ad un'effettiva fattualità della medesima. La possibilità che sua moglie e i suoi due figli fossero nelle sue mani lo spronò a sorridere all'interlocutore e ad offrirle il braccio in cortese invito; non minacciato - conosceva Elise fin troppo bene per ritenerla in serio pericolo - ma convinto nell'esercizio del suo dovere di patriarca.

    Gli sovvenne tuttavia un pensiero.

    Il suo primo atto su questo pianeta è stato quello di allontanarsi da solo in una località sperduta, ove aveva trovato una donna di non indifferente bellezza con cui attualmente stava passeggiando amabilmente - sia pur motivato da buone intenzioni.

    ...per qualche ragione dubitava Elise avrebbe sprizzato di gioia al vederlo.




    « Gromet, caro. » disse Elise Telkier.

    Allriane girò di scatto la testa,
    -graziosamente e senza fretta, s'intende, non si dica il contrario!-
    dritto verso sua madre, poi verso dove sua madre stava guardando. Il legno della carrozza vibrò violentemente sotto le sue gambe quando suo fratello saltò sul pianale accanto a lei, lo sguardo nella medesima direzione.

    « Uh-oh, pare che papà sia nei guai. » canticchiò Jasper sottovoce. Il bastone da addestramento nelle sue mani girò piuttosto velocemente

    Allrianne annuì. Oh, inutile negarlo: era vero. Il tono di voce era perfetto, signorile e compito e tutto, così come postura, e porteme- portamento, e tutto insomma... ma quando la mamma era arrabbiata non era la stessa cosa. Nessuno tranne lei, suo fratello Jasper e suo padre se ne accorgeva, però. Strano...

    « È un piacere rivederti. » Sua madre guardò alla signora verde che accompagnava suo padre. « Ed è un piacere vedere che hai trovato compagnia durante il suo viaggio. Posso chiederti di presentarmi alla tua compagna di viaggio? »

    Allriane si girò a sussurrare all'orecchio di Jasper: « Papà è nei guai grossi! »

    « Mia cara. » disse loro padre, il quale decisamente non stava sudando freddo a quel punto - nossignore, no. « Posso presentarti Lady Shui Yoe Tu, signora di Kijani Fahari, il Bosco Vivente in cui noi ora ci troviamo? Lady Tu, vi presento la mia amata moglie: Lady Elise Telkier. »

    Allrianne e Jasper si girarono a guardarsi negli occhi.

    « Molto grossi! » dissero all'unisono.
     
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  6. Shui Yoe Tu
     
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    Nell'andare e nell'accettare, il viaggio della Signora e di Gromet trascorse breve e senza molte parole, ciascuno rimestando nei propri pensieri; presto, dunque, si convenne dove la Guardiana aveva desiderato condurre la famiglia di quello, presso il grande lago al centro del quale si innalzava la Reggia. La reazione dei presenti, a quella unione così improvvisa, mosse la Dama al riso, che, per la prima volta, tutto il corteo poteva osservare: bella, più nobile dei grandi alberi e più dolce del miele, ma fiera e indomita come il mare burrascoso. Non vi era creatura, sulla terra, che potesse essere più bella e più desiderabile, poiché Ella era Vita e Creazione, e ogni cosa si muoveva per congiungersi a Lei. Muovendo le belle forme, lasciò la presa di Gromet, ma non si inchinò ad alcuno dei presenti: al contrario, ferma e fiera, sorrideva a tutti, sensuale e materna:

    -Gromet ha detto bene: Il Mio nome Shui Yoe Tu, e questo è Kijiani Fahari, il Bosco Vivente delle terre occidentali; Molto posso essere, e molto Io sono: per ora, sappiate soltanto che sono la Signora di questo verde.-
    La voce era morbida e calma, come un Potere che si emani placido e costante quanto la crescita lenta dei grandi alberi
    -E' un piacere fare la vostra conoscenza, Lady Elise Telkier: spero che abbia apprezzato, e con lei tutta la corte, la primavera degli alberi, nel percorso dalla spiaggia al cuore di Kijani Fahari.-

    Le sinuose braccia, come steli sotto un vento lieve, ondeggiavano ad indicare il grande Lago, e l'alto palazzo che sorgeva nel mezzo, la cui stazza era ben visibile da ogni punto del Bosco. Lì, dove stava la Signora, quella strana primavera era oltremodo rigogliosa, e fiori e piante sbocciavano tutto attorno, ogni cosa facendosi più florida e festosa.

    -Bambini-
    Disse, rivolgendosi ai figli di Gromet
    -Non temete per le sorti di vostro padre, né di vostra madre: Io amo ogni cosa e ogni creatura, perché tutti sono come figli Miei, e tocco la pianta e tocco l'animale cose voi toccate l'uomo, e tocco l'uomo e la donna, e le creature di ogni regno con lo stesso amore e lo stesso desiderio.-
    Benché fosse naturale, al Suo Cuore, questo pensiero, s'avvide che tali dichiarazioni avrebbero potuto, in certi modi, urtare le anime di quelli, e così cambiò materia del discorso
    -Come ho detto a Gromet, siete i benvenuti nella Mia Reggia: in un mondo nuovo, quale questo è per voi, è importante che non vi sentiate persi e soli. Piuttosto, ditemi:chi siete tutti voi? E da dove venite?-



    E' attiva la seguente abilità passiva:

    Velo della Notte

    "...Come la luna è regina sulla notte, così la Seconda domina il proprio regno, che è la Terra, perché in Lei sono gloria e devozione..."

    Bella è la Seconda Guardiana, terribile a vedersi nello splendore del Suo volto, sì da ammaliare chiunque la guardi, e pure chi distolga da Essa lo sguardo, o mai lo appoggi, un richiamo sente, divenendone quasi uno schiavo, accogliendola come propria Signora. Tale è il potere di Shui Yoe Tu: una bellezza così sconvolgente che inviterà chiunque, con lacci di miele, a venerarla come una dea, a percepirla come l'amore ultimo della vita di ognuno, un sogno proibito che si sia realizzato.

    E quando Essa parlerà, dirà dolci comandi, e vorrà essere ubbidita, perché è Signora di ogni creatura che Le si accosti, e per la sua bellezza, nel corpo e nella parola, nessuna cosa potrà rifiutare l'ordine. Più sarà il potere che eserciterà nel dire, meno facile sarà sottrarsi al Suo volere. Ma, d'altronde, chi mai vorrebbe rifiutare di compiacere tale splendore?

    Durata: Istantanea
    Consumo: Variabile
    Specifica: Passiva consistente in un'aura di devozione dovuta all'immensa bellezza della Guardiana, con tecnica variabile di coercizione, sempre causata dalla smodata bellezza di Lei, attivabile volontariamente da Yoe, e a sua discrezione.

     
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  7. Lord Gromet Telkier
     
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    il bosco vivente...

    Da qualche parte, Gromet Telkier ne era sicuro, un certo criminale statutoriamente privo di nome stava sghignazzando apertamente circondato dai suoi preoccupati complici. Ne era sicuro. Sicuro.

    Dall'altra parte della radura il cortese sorriso di sua moglie Elise (un inquietante Poi Io E Te Parleremo, Mk. III) fu momentaneamente alterato da un guizzo dell'angolo sinistro delle labbra, tramutandolo nel più rassicurante Sto Godendo, Oh Come Godo, Mk. IX. Sfortunatamente la transizione durò appena qualche istante, ma fu abbastanza da dare al nobiluomo l'impressione che forse sarebbe riuscito a sopravvivere l'incontro.
    Forse.

    Per un momento il Lord Telkier si trastullò con l'idea di gettare la Signora del Bosco in pasto ai lupi a sua moglie.
    Poi ricordò che il brutale omicidio di una nobildonna locale non era il più auspicabile esordio alla loro nuova avventura in questo mondo.


    Il suo momento di distrazione fu straordinariamente privo di tempismo, tuttavia, poiché proprio in quel momento la Lady Tu stava finendo di parlare...

    - ...e tocco l'uomo e la donna, e le creature di ogni regno con lo stesso amore e lo stesso desiderio.-

    ...e l'espressione di sua moglie mutò ancora una volta... nel temuto Tu. Sei. Nei. Guai.TM

    Il ridacchiare niente affatto discreto della sua prole traditrice a rincuorarlo degli affetti familiari, Gromet trattenne un sospiro e si fece forza in vista della titanica impresa che ivi gli si presentava innanzi. Tempo di riprendere il controllo della situazione prima che il disastro diventi imminente.

    Un appellativo cortese ma non causa di future lesioni personali? Mmm...

    « Siamo viaggiatori fra le stelle, Signora. » disse Gromet.
    Il nobiluomo constatò con piacere che le lezioni di "poker" ricevute avevano dato buoni frutti.
    « Veniamo dal pianeta Scandrial, da cui siamo stati strappati a causa di mala sorte e dell'intervento di ignoti, e a cui abbiamo ripetutamente cercato di tornare. Disgraziatamente, tuttavia, pare che le modalità del nostro ultimo tentativo siano rivelatesi più imprecise del previsto. È a causa di ciò che ci troviamo ora suoi ospiti. »

     
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