Gathering Storm

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    ~ Undarm, quasi dieci anni fa.

    La fitta boscaglia era una brutta bestia da attraversare, il sentiero era a malapena visibile in mezzo alle fronde e c'erano tante di quelle sterpaglie che perfino un bisonte di tre quintali avrebbe avuto difficoltà ad attraversarle. Per fortuna le tracce erano talmente facili da seguire che perfino lo scemo del villaggio sarebbe stato in grado di seguirle, e una volta tanto erano anche abbastanza familiari a Jattur Shattur: pneumatici, ruote dentate di gomma dura o altri materiali simili, ed una seconda scia che si sovrapponeva ad essa provocata da un semicinghiolato come quelli usati nelle industrie pesanti, e più raramente nei carri bellici da trasporto truppe nei mondi post-moderni. Si trattava di un solo carro, ma doveva pesare almeno venticinque-trenta tonnellate completo del suo carico, un bestione notevole per gli standard di Endlos, come non se ne vedevano in giro da diciannove mesi, dai tremendi "Quattro Giorni di Klemvor", quando la città delle macchine era stata presa d'assalto da un'armata di creature pelleverdi armate fino ai denti e con in dotazione equipaggiamenti di quel tipo. Laputa si era preparata al peggio al termine di quei quattro giorni, quando era successo davvero di tutto. Al culmine dei combattimenti, gli Orki si erano inspiegabilmente ritirati in massa abbandonando la città e tutte le strade conquistate in quattro giorni di guerriglia incessante. Era scomparso il magistrato della città dei cieli, Raylek era rientrato con tanta rabbia in corpo da sfondare una delle porte del mastio con un braccio meccanico sfoggiato quel giorno per la prima volta, la guarnigione dell'approdo si era ridotta di tre uomini su dieci e l'armata meccanica acquistata dall'Autocrate era ridotta a meno di un quinto del totale, solo gli Aviatori avevano abbozzato un tentativo di inseguire il nemico in ritirata e solo il Gran Maestro si era fatto sentire a gran voce, facendo notare quello che avrebbe dovuto essere ovvio a tutti: gli Orki erano troppi, troppo in forze e troppo bene equipaggiati, erano una minaccia non solo per Klemvor ma per tutta Endlos, e se si fossero spostati verso Sequeros avrebbero potuto ridurla ad un cumulo di macerie nel giro di una settimana, con decine di migliaia di morti fra i civili e nessuno che avrebbe potuto opporsi. I soldati dell'Ovest erano una casta feudale di samurai, combattevano con cavalli, lance, picche e spade, erano terribilmente inadeguati contro un nemico che aveva armi pesanti, carri armati e perfino veivoli da combattimento alimentati con propulsori nucleari come quello che aveva abbordato e distrutto Jattur stesso.

    Poiché l'Autocrate esitava e dal Mastio arrivavano ordini contraddittori, Laputa si era mossa con scarsa decisione e con pochi mezzi, anche per gli enormi rischi a cui si andava incontro spedendo pattuglie isolate nelle paludi brulicanti Orki. Tuttavia i giorni erano passati senza che succedesse alcunché, e neanche un pelleverde era stato avvistato ai confini ovest delle paludi, segno che quei mostri armati fino ai denti dovevano essere ancora rintanati laggiù, da qualche parte. Quando infine, quasi un mese dopo, si riuscì ad organizzare un corpo di spedizione misto di Aviatori e Guardie dell'Approdo, per lo più scout veterani, degli Orki non c'era più nessuna traccia. Non venne trovato né un accampamento, né tracce di una migrazione di massa, neanche l'ombra di una sentinella o una pattuglia. Si pensò che avevano preso direzione nord-est, verso il Pentauron, ma la via era più impervia e tagliava di netto nell'Undarm, fino alla striscia di terreno dove le paludi diventano foresta e piegano verso il lontano Fanedell, nel presidio Est controllato dai ranger Elfi. Dopo tre mesi, il vortice di eventi che aveva portato agli avvenimenti che ronzavano nella testa di Jattur Shattur mentre avanzava nell'Undarm si era già messo in moto e gli Orki scomparsi erano passati ormai in secondo piano, per poi finire inesorabilmente nel dimenticatoio. Solo gli Aviatori avevano mantenuto un minimo grado di allerta a quella minaccia ormai quiescente, anche perché il rischio di vedere un vero e proprio esercito di mostri alti due metri grossi come armadi, bene equipaggiati, combattivi e organizzati era ancora presente e rischiava di spazzar via intere civiltà se si fossero scatenati senza controllo. Tuttavia erano stati fortunati: per diciannove mesi niente Orki. Niente di niente. Cinquecentosessantanove giorni di nulla assoluto, e mai come in questo caso il detto "nessune nuove, buone nuove" era stato valido. Niente fino a quella mattina, quando un drappello di mercanti erano emersi dalle paludi più morti che vivi e con venti uomini di scorta che mancavano all'appello. Dalle loro testimonianze e dalle ferite che si portavano dietro non c'erano dubbi: erano Orki quelli che avevano incontrato, forse gli stessi che avevano dato l'assalto a Klemvor durante le Guerre della Fondazione. La notizia era stata segretata ed i testimoni messi a tacere: non c'erano ancora prove sufficienti a dichiarare la minaccia dei pelleverde nuovamente tale e diffondere una tale notizia significava scatenare il panico nella città e bloccare tutti i transiti commerciali che dai quattro angoli del semipiano convergevano su Laputa, con un danno economico incalcolabile e inaccettabile per quello che, dopotutto, era ancora solo una supposizione.

    Neanche un'ora dopo l'arrivo dei mercanti alla città dei cieli, Jattur Shattur era già stato messo in allarme ed aveva ricevuto un plico direttamente da Drusilia: una missione top secret che coinvolgeva lui e lui solo: investigare, scoprire se nell'Undarm esisteva ancora una minaccia rappresentata da un esercito di Orki, se possibile trovare la loro base e stimare le loro forze e capire che cosa diavolo hanno combinato in tutto quel tempo. Significava essenzialmente dover riuscire là dove un corpo di scout scelti aveva fallito, ma con una differenza sostanziale: stavolta Jattur aveva delle tracce da seguire...

    Tracce di pneumatici e cinghioli.

    Benvenuto nella miniquest.
    Ti trovi in tarda serata, il sole scenderà oltre gli alberi nel giro di un paio di ore, e sei nel bel mezzo delle paludi dell'Undarm, bene equipaggiato e con una chiara traccia da seguire. Decidi il da farsi tenendo conto che, stando alle tue stime, il tuo obbiettivo non è transitato dalla tua posizione da più di un venti minuti circa, e ti muovi decisamente più rapidamente di loro, sia a causa della vegetazione fitta che li ostacola, sia perché sono soggetti a frequenti pause per motivi che puoi solo supporre.
     
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    Jattur Shattur. Membro dei Servizi Segreti Asghabardiani, Aviatore di Endlos. Esperto di combattimento corpo a corpo, armi ad energia, protezione di bersagli civili e guerriglia urbana.
    E attualmente impegnato a saltare da un albero all'altro.

    Era un'esperienza piuttosto bizzarra. La sua armatura poteva essere riconfigurata per emettere un campo antigravitazionale che forniva una esperienza a gravità zero, cosa che gli aveva permesso di circuire i rami più sottili senza ricadere al suolo in un diluvio di corteccia spezzata e foglie. Una volta raggiunto la cima dell'albero, cambiare residenza arborea era meramente questione di un piccolo balzo al rallentatore. Far ciò senza lasciare segni visibili (o udibili) si era tuttavia rivelato più difficile del previsto. Da qui l'attuale sessione di pratica.

    L'attuale indulgenza in un'attività apparentemente fanciullesca da parte del veterano di guerra era causata dalle elevate capacità tecnologiche del nemico. Gran parte degli apparati sensoriali moderni (come rilevatori di calore e sensori gravitazionali) erano un pelino troppo avanzati per il livello tecnologico di Endlos: un vantaggio inestimabile per Jattur. Non così per gli Orki, la cui tecnologia aveva dato prova di poter interferire con la sua... sia pure accidentalmente.

    Il suo problema era che, nonostante la sua designazione come Aviatore Rosso, l'addestramento ricevuto da Jattur in patria non era specializzato in missioni furtive. Il suo equipaggiamento rifletteva le necessità previste: la ssa-TAmultitask che indossava, ad esempio, era un'armatura da guerriglia urbana progettata per muoversi nelle ecumenopoli e deflettere colpi di mortaio e mitragliatori laser con relativa facilità, non per addentrarsi in una palude alla ricerca di un nemico con capacità sensoriali avanzate.

    Ma Jattur Shattur era un ssa. Avversità come quella erano il suo pane quotidiano.
    Dunque, in attesa del contatto col nemico, aveva progettato delle contromisure.

    Evoluzionalmente parlando, specie non naturalmente dotate di capacità di volo difficilmente guardavano in alto. A giudicare dalla forma del cranio e dalla posizione degli occhi nell'anatomia Orkesca, la loro razza decisamente non era facilitata a guardare verso il cielo. Passare da un albero all'altro riduceva il rischio di essere avvistato o essere individuato da sensori unidirezionali. Seguire le tracce non era un problema: apparentemente gli Orki non avevano sviluppato carri armati a levitazione gravitazionale, e bestioni come quello che aveva arato la palude sotto di lui si facevano notare.

    La rifinitura in toni di grigio della sua armatura, progettata per camuffarlo contro i muri di edifici futuristici, era ora coperta da un gradevole strato di fango punteggiato dall'occasionale corteccia o porzione di arbusto. Non la più raffinata mimesi visiva della galassia, ma sufficiente ad ingannare l'occhio in assenza di amplificatori ottici.

    Per eventuali rilevatori omnidirezionali a tecnologia avanzata, senza un equipaggiamento adeguato Jattur non aveva molte possibilità. Controllare il terreno, a qualunque altitudine, era una scelta non efficiente data l'enormità di nascondigli offerti dalla folta vegetazione. Rimanere in aria conferiva un vantaggio passivo: il volume di efficacia utile di suddetti dispositivi era sferico, dunque il raggio di azione era massimo all'altezza del sensore e diminuiva con l'aumentare dell'altitudine dei nemici.

    Altro problema era la luce. Attualmente Jattur non prevedeva alcun problema, ma con il calare del sole la diversa angolazione della luce avrebbe potuto far risaltare la sua sagoma in controluce. In quella zona il fogliame era abbastanza fitto da rendere il problema nullo, ma l'inseguimento era appena iniziato e il terreno poteva cambiare. Disgraziatamente, nulla cui lui potesse rimediare.

    Ad ogni modo, qualcosa aveva trovato. Ora rimaneva solo da recuperare terreno sui nemici in fuga, infiltrarsi nella base dell'unico nemico sufficientemente avanzato dal punto di vista tecnologico da essere per lui una minaccia, scoprire tutto lo scopribile su di loro e andarsene via, possibilmente vivo, senza ferite permanenti e senza essere scoperto dagli Orki. Una passeggiata.

    ...certo, se solo avesse trovato un modo dignitoso per saltellare da un albero all'altro...



    Attenzione: stimate due ore al tramonto-

    « Conto alla rovescia silenzioso. » borbottò Jattur. Diamine, aveva dimenticato quanto irritante fosse la vi integrata nell'armatura.

    Scuotendo la testa, Jattur si accucciò dietro ad un albero dal tronco spesso e approfittò per riprendere fiato e fare il punto della situazione.
    Due tipi di veicoli, niente levitazione antigravitazionale, la velocità di una lumaca in pieno attacco cardiaco, passati di lì almeno da venti minuti. EndlosDex a parte, non aveva con sé un apparato sensoriale particolarmente impressionante: una volta arrivato il tramonto avrebbe dovuto fermarsi per la notte. Tuttavia in due ore avrebbe dovuto raggiungere gli Orki senza particolari problemi, ed era in grado di seguire il nemico di notte una volta avvistatolo.

    Essendo molto più veloce degli Orki, poteva permettersi una tattica diversa: piuttosto che andare in linea retta verso la presunta posizione del nemico, poteva costeggiare la loro pista presunta salvo poi verificare ad intervalli regolari che non ci fossero deviazioni. In questo modo avrebbe evitato eventuali trappole o sensori lasciati indietro dal nemico e allo stesso tempo fiancheggiato la colonna. Se uno dei mezzi leggeri si fosse allontanato in perlustrazione, però, non avrebbe avuto modo di accorgersene... no, meglio non rischiare. Era vero che la colonna aveva proceduto nella medesima direzione senza mai fermarsi o separarsi, ma non ne sapeva abbastanza per predire le mosse del nemico. In effetti non sapeva abbastanza su nulla, riguardo agli Orki, e poco di quello che sapeva aveva senso.

    Vi erano alcune domande che assillavano Jattur da un po' di tempo, ormai. Cosa diamine volevano gli Orki? Il terreno di Endlos lo rendeva ricco di risorse per una società pre-industriale, ma altri tipi di società avrebbero avuto grossi problemi a stabilirsi: primo fra tutti la plateale mancanza di infrastrutture, da sola capace di costringere ogni civiltà immigrata a creare un sistema produttivo dal nulla. A causa di ciò, il fatto che ad essere attaccato dagli Orki fosse Klemvor (il dominio delle macchine) non era di alcuna sorpresa una volta categorizzato il nemico.
    Che l'attacco fosse più strutturato per annientare il nemico che per razziare il suo territorio era una grossa sorpresa, invece.

    Come facevano gli Orki a mantenere operativo il loro esercito? Proiettili solidi e combustibili fossili implicavano una economia basata su risorse non rinnovabili, con l'uso del nucleare nella fregata da lui disattivata una sgradita sorpresa. Le sostanze esplosive usate come propellente dai proiettili potevano essere fabbricate in quantità ragionevoli. Il combustibile fossile, tuttavia, era più raro. Oltre a ciò, un'armata necessitava di cibo, scorte mediche, parti meccaniche di ricambio, energia. Secondo le analisi fatte dall'Argonath era possibile che gli Orki fossero riusciti a sostentare la loro macchina bellica senza farsi notare... ma ciò richiedeva un livello di sottigliezza e astuzia che semplicemente non sembrava essere nel loro stile. Possibile si, probabile certo no.

    Perché non si erano fatti vivi prima? Tutto si poteva dire degli Orki, tranne che fossero timidi! Erano passati diciannove mesi dall'ultimo avvistamento, non un sussurro né un indizio prima di allora. L'intera vicenda era completamente priva di senso. C'era qualcosa che non sapeva, qualche brandello di informazione che una volta svelato avrebbe fatto luce sulle azioni degli Orki e che al momento gli sfuggiva nascondendosi nell'ombra.
    Doveva scoprire che cosa stesse succedendo.

    Con un grugnito Jattur si rimise in piedi e attivò il dispositivo antigravitazionale dell'armatura prima di librarsi in aria. Aveva degli alberi da scalare e una colonna di corazzati da raggiungere.



    Jattur Shattur - SSA Delta 1.287661A

    _Premessa: Status generale:

    Status - Fisico » Ottimale
    Status - Psicologico » Ottimale
    Status - Energetico » 100%
    Sforzi » 1xbasso
    Riassunto azioni » Nel tratto finale dell'inseguimento cerco di raggiungere la colonna di orki dall'aria.
    Note » Curiosamente, le tattiche ivi presenti sono state ispirate dai recenti capitoli di Tomb Rider - in cui i fucili laser non esistono, ma le piccozze funzionano da favola.




    Stili di combattimento »

    Shii-Cho ~ Addestramento standard » +25% agilità e resistenza
    Soresu ~ Guardia standard » Percezione a 360° dei pericoli
    Armatura ssa - Dispositivo antigravitazionale » levitazione, 1/2

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    Arma laser da corpo a corpo »
    Bastone Laser unifase blu personalizzato (id: #5r96s2e8sa9):
    ___ » Distrugge facilmente ogni oggetto non magico
    ___ » Fende la magia come la materia

    .
    Armatura completa »
    ssa-TAmultitask personalizzata (id: #6es5e1j8a4k98s):
    ___ » Rivestimento in lega di di titanio spesso 2mm, converte danni fisici in danni da impatto



    Addestramento




  3. Al fine di garantire una via d'uscita dai peggiori scenari possibili, l'emettitore di campo dell'armatura SSA-TAmultitask é in grado di mutare intensità e frequenza. Qualora venga attivata questa opzione, per una durata media di due turni il campo di forza difensivo dell'armatura dimezza la sua efficacia ed assume proprietà anti-gravitazionali, permettendo all'utilizzatore di levitare in aria ad una velocità media molto simile a quella dell'utilizzatore appiedato. [1pt, basso]
    Autorizzazione minima: Alfa ~ Jattur Shattur è addestrato per il combattimento a gravità zero ed in grado di usare il campo anti-gravitazionale della SSA-TAmultitask per ruotare attorno al suo baricentro senza roteare all'impazzata. (Redattore: Tanek Asjurbag)




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    L'azione di Jattur cessò di definirsi un inseguimento già dopo mezz'ora dal momento in cui riprese la marcia, a circa ottanta minuti dal tramonto, quando già l'orizzonte sugli alberi palustri dell'Undarm iniziava a tingersi di arancio, preannunciando l'imminente riduzione di visibilità portata dalla sera. I primi echi dell'inconfondibile rombo di un motore del tipo alimentato a combustibile fossile arrivarono all'aviatore garantendo un avvicinamento sicuro sia perpendicolarmente alla colonna armata, sia alle sue spalle proseguendo sulla scia di devastazione lasciata dal pesante mezzo di trasporto. Tuttavia neanche quello riuscì a preparare l'uomo a quanto avrebbe avuto di fronte, dandogli un assaggio di quanto avrebbe dovuto rivedere il suo modo di pensare se voleva entrare nella mente di quei nemici così diversi da qualsiasi cosa avesse mai incontrato prima di allora...

    Anzitutto, i mezzi erano due esattamente come preventivato, ma le tracce visibili -sia quelle pneumatiche che quelle cinghiolate- appartenevano ambedue ad un unico, colossale mezzo da trasporto più simile ad una piccola fortezza in movimento che ad un camion. Anche da lontano era evidente come si trattasse di un grosso patchwork, Jattur riuscì a contare materiali da non meno di quattro differenti mezzi di dubbia provenienza (civile, militare o industriale, difficile dirlo) arrangiati assieme a formare qualcosa di ancora più grosso, più rumoroso, più alto, più massiccio e capace di trasportare interi plotoni di armati. Era un mostro composito formato da due distinte strutture: frontalmente una sorta di camion su tre file di ruote alimentato da tre distinti motori situati frontalmente, capace di emettere dagli scarichi di fianco all'abitacolo tanto di quel fumo nero ed acre che l'SSA poteva percepirne l'odore anche da quella distanza; la parte posteriore era invece un cassone cinghiolato da parecchie tonnellate di peso trainato di peso dalla sezione frontale e che formava un'autentica fortezza semovente, i parapetti alti non meno di due metri e mezza con tanto di passerelle gremite di vedette con i fucili spianati, tre sezioni di armi pesanti collocate su torrette in grado di colpire con un angolo di novanta gradi ciascuna ed un numero imprecisato di guerrieri a riposo sul fondo. Era incredibile che un mostro del genere non si fosse impantanato nelle strade fangose di quella zona dell'Ovest, ed ancora più sconvolgente era il semplice fatto che fosse in grado di muoversi quando di norma avrebbe dovuto andare in pezzi al primo scossone. Ma la cosa più universalmente inaccettabile ed assolutamente stupida, era il fatto che nonostante quel mostro fosse capace di dragare il sottobosco con l'efficacia di una ruspa scavatrice, di fronte ad esso procedeva arrancando una piccola buggy rosso fiammante su quattro ruote motrici indipendenti ciascuna dall'altra, che veniva sbalzata malamente ad ogni sasso o buca, laddove il titano che la seguiva si limitava a ridurre alle dimensioni di una sottiletta qualsiasi ostacolo, obliterandone le tracce e rendendo di fatto impossibile per chi la inseguiva notare la sua sola esistenza. Di fatto se l'aviatore era stato in grado di raggiungere il bersaglio con tanta facilità doveva ringraziare l'idea disgraziata dell'Orko al volante, ma ad un'occhiata più attenta la responsabilità di tanta scelleratezza doveva invece ricadere sul colosso in piedi lì dove avrebbe dovuto esserci il sedile passeggero, un gigante dalla pelle verde con addosso tanti di quei piastroni di metallo da rifornire di metallo le industrie pesanti del Pentauron, un colossale fucile a doppia canna innestato sul braccio destro ed un palo culminante con il faccione stilizzato di un orko anch'esso verniciato di rosso legato alla schiena, nonché un enorme palco di corna innestate sull'elmo, forse appartenute a chissà quale bestia preistorica. Era evidentemente il capo di quella pattuglia, e come tutti gli orki non doveva essere la creatura più amichevole del mondo.

    Ma ciò che dopo un primo istante riuscì a catalizzare su di se l'attenzione fu ciò che giaceva impalato sul fianco destro del leviatano di coda: una carcassa putrescente di cui ormai restavano solo ossa sbiancate e chitina marcescente, oltre a pochi brandelli di pelle essiccata dal sole e divorata dagli insetti palustri. In un primo momento Jattur poté immaginare essere una specie autoctona delle paludi dell'Ovest di endlos, ma poi a ben vedere i pali posizionati sui parapetti erano irti di trofei minori, per lo più teste e lame ossee, oltre ad altre parti anatomiche che ricordavano quelle degli scarafaggi, solo in versione gargantuesca. Era difficile fare la stima di quanto dovevano essere grossi da vivi i possessori di quei trofei, ma di certo la carcassa ancora integra doveva essere di almeno due metri, al netto degli arti inferiori mozzati di netto all'altezza delle articolazioni. Jattur non aveva mai visto niente del genere fino a quel momento, non erano trofei recenti ma gli orki dovevano provare particolare avversione per quegli esseri per esporre in quel modo i trofei di guerra. Erano tutti quanti vecchi di circa un mese o un mese e mezzo, quindi forse si trattava di una recente acquisizione da parte del warp, sebbene era davvero impossibile che combattimenti fossero scoppiati nell'Undarm senza essere notati, specie perché i pelleverde non sono affatto la razza più silenziosa del multiuniverso.

    Di lì a poco la situazione già grottesca ebbe una svolta notevole. Il sentiero era bloccato, c'erano tre grossi tronchi d'albero schiantati sul percorso e di lì a poco iniziarono cori di imprecazioni ed urla da parte del grosso mostro a capo della pattuglia poiché il titanico camion che chiudeva la piccola colonna aveva frenato un attimo troppo tardi, ora di fatto impedendo qualsiasi manovra alla buggy di testa, che come risultato ne ostruiva il passaggio e rendeva impossibile qualsiasi tentativo di usare la colossale mole del mezzo per sgomberare il terreno. Dall'altro lato del sentiero, inoltre, attendeva una seconda pattuglia di pelleverde stavolta in sella a minacciose moto da strada su due e tre ruote, dotate di pneumatici tanto spessi da far concorrenza con quelli montati sul camion stesso. Jattur probabilmente avrebbe riso riconoscendo su piccole torrette laterali quelle che indiscutibilmente erano mitragliatori leggeri, posizionati a pochi centimetri dai piedi del guidatore ed attivati dio solo sa come, forse da leve poste sui manuvri stessi. Il come quel tipo di arma poteva colpire qualcosa da quella posizione era un bel mistero, di certo dovevano vomitare una discreta cadenza di fuoco, ennesima riprova del fatto che gli orki non erano tipi da risparmiare sulle munizioni. Come facessero a non finire le scorte di proiettili alla prima schermaglia col nemico, però, era tutt'ora da verificare. Di certo quelli non ne erano privi, a giudicare dalle numerose banderuole di proiettili di grosso calibro che si portavano dietro incrociate sui petti.

    Il gigantesco orko a capo della prima colonna ed il bruto con giacca di pelle nera alla testa del trio di moto salirono sui tronchi ed iniziarono a conversare animatamente. Praticamente gridavano. Ora Jattur aveva tempo e modo di agire, volendo, oppure poteva aspettare di capire come la situazione andava evolvendosi...

    Dunque, l'ambiente è abbastanza allo scoperto, si eccettua per le file di alberi e sottobosco su entrambi i lati del sentiero. Quello percorso dagli orki era un piccolo sentiero palustre tracciato dalle bestie, ma ora è diventato un percorso largo quasi tre metri e mezza per effetto del passaggio del superpesante. Dalla distanza di sicurezza da cui inizi il turno non sei in grado di verificare l'esatto numero di occupanti del mezzo, né di udire distintamente il dialogo fra i due capipattuglia in piedi sui tronchi d'albero. Avvicinandoti saresti in grado di sentirli, ma ti ricordo che gli orki parlano uno slang particolare e non ricordo se il tuo traduttore universale è in grado di leggerlo, in tutti i casi ti basterà comunicarmi per PM la tua intenzione di avvicinarti e ti passerò per via privata ciò che riesci a sentire.

    Per contare l'esatto numero di Orki nel veicolo da trasporto devi praticamente portarti al di sopra di esso, il che ti espone molto. Il numero preciso di Orki allo scoperto, invece, ammonta a cinque unità: i due capi in piedi sui tronchi d'albero, altri due guerrieri orki sulle rispettive moto al di là dell'ostacolo, a cui si aggiunge il guidatore della buggy rossa che tiene il motore acceso in attesa dell'ufficiale. Il superpesante sta tentando complicate manovre di retromarcia che si stanno rivelando più complesse del previsto, che cosa sono in procinto di fare per liberare la via, invece, puoi solo immaginarlo...
     
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    La società orkesca era... affascinante.
    Davanti ai suoi occhi si stava dipanando il più strambo, strampalato e scoppiettante mix di stupidità e intraprendenza. A parte qualche differenza culturale o parola che il suo traduttore stentava a tradurre -un grot?!-, il dialogo fra i due sergenti orki era degno della migliore soap opera.

    Punto numero uno: il carro armato e la jeep erano parte di un gruppo di ricognitori incaricati di trovare gli "umi", cosa in cui disgraziatamente erano riusciti. L'ultima cosa di cui avevano bisogno era un'incursione mirata da parte degli orki: quell'informazione non doveva raggiungere il comandante nemico. Il carro armato rendeva le cose un pizzico più difficili, tuttavia.

    Punto numero due: qualcuno -sorpresa, sorpresa- aveva ostacolato i ricognitori. Un albero poteva cadere, ma tre assieme e con il giusto tempismo per bloccare entrambi i mezzi? Jattur al momento puntava sull'altro sergente orko, magari in cerca di una promozione tramite azioni sottobanco. Poteva sfruttare la cosa in qualche modo? Forse, ma avrebbe dovuto fare attenzione al sergente delle motociclette: era di certo più intelligente dell'altro.
    ...non che ci volesse molto. Insomma, chi portava un carro armato pesante in missione di ricognizione?


    Attenzione: stimate una ora e cinquanta minuti al-
    « Computer, accedi il log di comandi e cerca "conto alla rovescia silenzioso". »
    Comando trovato.
    « Perché il comando non è stato eseguito? »
    Comando non compreso.
    « ...ovvio. »



    Resistendo l'impulso di sbattere violentemente la testa sulla corteccia del più vicino albero, Jattur Shattur riportò lo sguardo sul gruppo di orki che stava armeggiando con una corda sul tronco d'albero. Esattamente quale strumento aveva usato il sergente dei motociclisti per abbattere gli alberi. Non vedeva vani portabagagli, sidecar o altri luoghi dove poter nascondere una sega... e persino il primo orko non era così stupido da non capire perché gli alberi erano caduti se il collega vantava una motosega in piena vista. Jattur non aveva bisogno di una motosega - la sua spada laser era più che all'altezza del compito - ma usare lo stesso metodo del Srg. Furbo sarebbe stato piuttosto stupido.

    No, la cosa migliore sarebbe stato scaricare la colpa sul Srg. Stupido. Magari trovare un modo per attivare in remoto le mitragliatrici brandeggiabili del carro armato e "mancare" Srg. Furbo. Avrebbe messo i due sergenti l'uno contro l'altro: quello intelligente avrebbe affrontato un carro armato più supporto a terra, probabilmente uscendone crivellato di colpi, e nel caos nessuno avrebbe trovato strana la brutta fine di quello scemo.
    Peccato che Jattur difettasse di un modo per scivolare inosservato nella fortezza semovente e scatenare un incidente diplomatico fra ufficiali nemici.

    Con un grugnito non particolarmente divertito, Jattur si preparò a quello che era al tempo stesso il compito più frequente e meno gradito di un soldato:
    aspettare.



    Jattur Shattur - SSA Delta 1.287661A

    _Premessa: Status generale:

    Status - Fisico » Ottimale
    Status - Psicologico » Ottimale
    Status - Energetico » 95%
    Sforzi » 1xbasso
    Riassunto azioni » Non faccio nulla. Letteralmente.
    Note » Perdere familiarietà con la scheda del proprio pg è terribile!




    Stili di combattimento »

    Shii-Cho ~ Addestramento standard » +25% agilità e resistenza
    Soresu ~ Guardia standard » Percezione a 360° dei pericoli
    Armatura ssa - Dispositivo antigravitazionale » levitazione, 2/2

    .
    Arma laser da corpo a corpo »
    Bastone Laser unifase blu personalizzato (id: #5r96s2e8sa9):
    ___ » Distrugge facilmente ogni oggetto non magico
    ___ » Fende la magia come la materia

    .
    Armatura completa »
    ssa-TAmultitask personalizzata (id: #6es5e1j8a4k98s):
    ___ » Rivestimento in lega di di titanio spesso 2mm, converte danni fisici in danni da impatto



    Addestramento




  7. Al fine di garantire una via d'uscita dai peggiori scenari possibili, l'emettitore di campo dell'armatura SSA-TAmultitask é in grado di mutare intensità e frequenza. Qualora venga attivata questa opzione, per una durata media di due turni il campo di forza difensivo dell'armatura dimezza la sua efficacia ed assume proprietà anti-gravitazionali, permettendo all'utilizzatore di levitare in aria ad una velocità media molto simile a quella dell'utilizzatore appiedato. [1pt, basso]
    Autorizzazione minima: Alfa ~ Jattur Shattur è addestrato per il combattimento a gravità zero ed in grado di usare il campo anti-gravitazionale della SSA-TAmultitask per ruotare attorno al suo baricentro senza roteare all'impazzata. (Redattore: Tanek Asjurbag)






  8. Edited by Jattur Shattur - 7/5/2017, 13:52
     
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    Impiegarono del tempo per assicurare uno dei tre massicci tronchi d'albero al traino del raffazzonato mezzo da trasporto militare, ma una volta terminate le operazioni preliminari ci volle ancora più tempo perché iniziassero materialmente a smuovere gli ostacoli. Da quella distanza era impossibile capire bene che cosa stava succedendo, forse il pannello di controllo della carrucola a cui era assicurato il cavo da traino era guasto, oppure c'erano problemi di natura logistica. Ma a giudicare dalla mole di insulti e gridacci che arrivò fino a dove Jattur Shattur se ne stava nascosto, i motivi erano diversi, meno "normali". A dire il vero il motivo poteva anche essere che, molto semplicemente, l'irascibile capopattuglia del primo convoglio ed il più piccolo ma non meno feroce capo della squadriglia di motociclisti non erano ancora scesi dalla pila di tronchi, ma era impossibile capire se non scendevano perché non si poteva rimuovere l'ostacolo o non rimuovevano l'ostacolo perché non scendevano.

    Comunque ancora una volta gli orki ribaltarono ogni possibile buon senso, dato che a prima vista i due capi decisero di scendere proprio mentre il carro trasporti si attivava con un fracasso infernale ed una nube di acre gas di scarico nero come pece che fuoriusciva dalle marmitte multiple innestate sul fronte della fortezza mobile su ruote. Fu allora che Shattur notò un lampo partire da qualche parte dalla boscaglia e rimbalzare con un getto di scintille sul cranio coperto dal totemico elmo munito di corna del "Srg. Stupido", come era stato ribattezzato dall'Aviatore, tuttavia dato che non successe assolutamente niente e perfino l'Orko sembrò a malapena rendersi conto dell'accaduto la cosa poteva anche essere stata una banale svista. Sebbene quel bagliore era davvero identico a quello prodotto dalle armi laser.

    I pelleverde interruppero la rimozione dei tronchi. Per lunghi istanti non ci fu nemmeno un vago accenno di movimento, giuro un paio di bruti armati fino ai denti che scendevano per aiutare il conducente della buggy a... combinare qualcosa di non meglio identificato al di sotto di tronchi. L'orko da qualche istante si era infatti chinato, infilando una manona nella fessura che si era aperta dallo spostamento del tronco assicurato al camion, e sembrava rovistare con un certo interesse. I suoi due commilitoni erano intervenuti per curiosare, anche se di lì a poco iniziarono a dargli man forte, rimuovendo a viva forza larghi brani di corteccia per aumentare lo spazio in cui l'orko poteva infilare il braccio. Nel frattempo "Srg. Stupido" aveva preso vaga consapevolezza del fatto che qualcosa era rimbalzato sul suo cranio, ed ora faceva vagare il faccione idiota in direzione del cielo, come a voler cercare nuvole gravide di pioggia o magari un qualche volatile con la diarrea, possibili responsabili dell'evento.

    Fu in quel momento che i tre bestioni dalla pelle verde impegnati a ravanare con vivo interesse sotto gli alberi detonarono in uno scoppio che proiettò sul monumentale mezzo da trasporto alle loro spalle un gayser di fango, corteccia, membra dilaniate, interiora scure ed icore nera densa come pece. Il conducente del mezzo anzitutto accese i tergicristalli, che aprirono due mezzelune sanguinolente sul parabrezza, poi si sporse dal finestrino per avvertire i guerrieri ammassati sul cassone che erano sotto attacco, salvo vedere il proprio cranio esplodere in una nuvoletta di sangue.

    Scoppiò il finimondo.
    "Srg. Furbo" volle meritarsi il decisamente lusinghiero soprannome appioppato dal soldato di Laputa e scese di gran carriera dai tronchi, ormai diventati instabili nonché posizione decisamente esposta, corse verso la sua moto e saltò in sella senza pensarci due volte, mentre attorno a lui iniziava a piovere una granicola di colpi laser che lasciarono striature carbonizzate sugli alberi e sulla carrozzeria delle moto, facendo saltare fra l'altro una gamba ad uno dei tre motociclisti, che neanche urlò fissando stupito il moncherino cauterizzato che aveva al posto dell'arto inferiore sinistro, salvo poi mettere in moto il suo veicolo per derpare con violenza e dare gas per levarsi di torno il più in fretta possibile.
    "Srg. Stupido" invece vinse tutti gli oscar del multiuniverso per "azione eroica più inutile", decidendo di ergersi con virile possanza sulla posizione più esposta e rialzata possibile immaginabile (il tronco d'albero che costituiva la sommità della mini-piramide, appunto), spianare il braccio destro meccanizzato su cui spiccava un mitragliatore leggero ed iniziare ad eruttare una trafila indicibile di insulti e bestemmie mentre al contempo sparava ad alzo zero praticamente ridefinendo l'aspetto generico della boscaglia che lo circondava, radendo al suolo alberi, massi, cespugli e terrapieni con democratica cura, senza badar troppo a cosa (o chi) colpiva, di fatto senza la più pallida idea di dove diavolo fossero i suoi nemici, effettivamente invisibili perfino all'occhio nudo di Shattur.

    « PIKKOLI IUMIES, TUTTI ROZA CON FEGATO DI KAKKOLA CODARDA!!! VENITE QUA, CHE VI DAKKO COME GROT SCHIFOSI!!! VENITE QUA, CHE VI SLASCIO A TOCCHETTI FINI-FINI!!! »

    Sbraitava facendo fuoco con tutto ciò che aveva, mentre attorno a lui e su di lui piovevano una grandinata di proiettili laser, quasi tutti a bersaglio, deflessi dalla spessa corazza borchiata dell'ufficiale oppure semplicemente incassati dall'eccezionale fisico del mostro pelleverde, apparentemente invulnerabile ed incapace di morire anche dopo che un proiettile gli strappò parte della guancia e l'orecchio destro ed un altro gli scoperchiò il cranio esponendo il bianco dell'osso sotto cui pulsava la materia grigia del cervello. La creatura non sembrava curarsi delle ferite subite, e continuava a vomitare piombo in ogni direzione, rispondendo alle vampate rosse dei laser radendo al suolo la parte di foresta da cui uscivano, presto supportato ed imitato nella sistematica opera di violenza sulla natura anche dai cannoncini pesanti istallati sul vagone del trasporto truppe sotto il suo comando, i cui proiettili di calibro sufficiente a forare la corazza di un corazzato medio facevano saltare in aria perfino i tronchi di grossi alberi. Ben presto attorno alla pattuglia si alzò un polverone tale che Jattur iniziò a non vedere più bene la scena sottostante che vedeva protagonisti gli Orki, e questo nonostante le fiammate dei laser iniziarono ad affievolirsi per intensità, fino a cessare del tutto nel giro di pochi minuti, segno che l'attacco era passato (anche se su questo gli Orki non parevano tanto d'accordo, vista la veemenza con cui urlavano e bestemmiavano e sparavano e insultavano il nemico invisibile).

    Toccava a Jattur, adesso, decidere il da farsi. Seguire un nemico, cercare di identificare la nuova presenza, che pure poteva rivelarsi tanto un alleato che una minaccia, oppure cercare la terza via...?

    Per qualsiasi domanda, PM!
     
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    Il lampo di un fucile laser diede all'intera vicenda una tinta tutta nuova.

    Imboscata.

    Come diamine quel cretino di un orko non si fosse accorto di avere il suo faccione verde inquadrato nel mirino di un cecchino, Jattur non l'avrebbe mai capito (e il suo successivo rapporto scritto fu alquanto eloquente sul fatto). Gli orki erano sotto attacco... e neppure se ne accorsero, all'inizio. Oh, certo, dopo che la squadra di soldati nemici aveva abbandonato ogni sottigliezza e aperto il fuoco alla massima cadenza possibile vi era stato il finimondo nelle file dei pelleverdi, ma prima? Ignari come campane.
    E poi, il punto di maggiore interesse.

    Srg. Stupido identificò gli aggressori come umani.

    Jattur sapeva che non esistevano gruppi con in mano armi laser, umani o meno. La tecnologia laser era la seconda più distintiva in campo di armi, seconda solo a quella ionica, e grazie all'Argonath egli aveva sottoposto a scansione praticamente tutta Endlos alla ricerca di un pattern nelle fluttuazioni dei territori. Gli aggressori degli orki dovevano essere nuovi ai nativi di Endlos ma noti agli orki... e Jattur non credeva che la loro comparsa dopo quella degli orki fosse una coincidenza. Ma questo poteva aspettare, dopotutto tutto quello che sapeva sui nuovi giunti veniva dalla bocca del più 'brillante' degli orki. Prima doveva trovare un modo per entrare in contatto...

    La nuova fazione aveva utilizzato tattiche di guerriglia contro gli orki. Attacca, causa più scompiglio che puoi, ritirati in buon ordine. Primo e indispensabile requisito è la conoscenza del territorio: gli "iumies" dovevano avere visuale sugli orki, perlomeno in modo da indirizzare un eventuale tentativo di inseguimento in una trappola precedentemente organizzata. Jattur non conosceva il territorio abbastanza da poter supporre dove erano le loro vedette (né sarebbe sgattaiolato furtivamente verso le nervose sentinelle di una fazione che non lo conosceva), ma ciò non era un problema: poteva effettuare un primo contatto in altro modo, possibilmente dimostrando che i loro interessi erano allineati. Dopotutto "il nemico del mio nemico non è mio amico ma ci si avvicina parecchio". Dunque, se lui...

    Attenzione: stimate una ora e quaranta minuti al tramonto.

    Ma che d'arvit...

    « ...computer, inizia diagnostica completa dei sistemi. Poi imposta il conto alla rovescia silenzioso! »



    ...ricapitolando, se lui faceva cadere in testa agli orki un albero o due con la sua spada laser, gli "umi" avrebbero dovuto accorgersene. Considerato che le mitragliatrici nemiche erano puntate dalla parte opposta, la prontezza di riflessi degli orki (cioé, la mancanza degli stessi) e il diametro dei tronchi d'albero, Jattur avrebbe potuto far cadere addosso agli orki anche una mezza dozzina di tronchi, ma il soldato preferì limitarsi a due.

    Il primo tronco avrebbe dovuto seppellire il mai compianto Srg. Stupido, sperando che qualche quintale di corteccia e felci riuscisse ad abbatterlo là dove i colpi di fucile laser si erano dovuto piegare all'adrenalina e alla bieca idiozia dell'orko. Effetto sorpresa dovuto alla direzione d'attacco inaspettata più assenza di leadership più mancanza di disciplina uguale caos: un'equazione innegabile. Per di piì, se Srg. Stupido moriva chi avrebbe portato al leader orko le informazioni sulla posizione degli umani di Endlos?

    Il secondo sarebbe piombato sul carro armato, dritto dritto sulla postazione di armi pesanti più vicina. Probabilmente non sarebbe bastato a fare danni alle armi, ma avrebbe distratto, ferito, confuso e gettato a terra gli artiglieri. La distrazione perfetta per la sua ritirata, immediata e repentina: prima in linea diretta, quanto bastava perché Jattur fosse sicuro di aver seminato ogni eventuale inseguitore, poi circumnavigando il teatro della schermaglia in modo da trovarsi là dove si erano appostati gli aggressori.

    Il pensiero che gli scarsi riflessi degli orki gli avrebbero permesso di colpire e ritirarsi prima di essere avvistato passò nella mente di Jattur, ma il veterano non volle farvi troppo affidamento. Dopotutto la sua armatura era buona... ma non così buona.



    Jattur Shattur - SSA Delta 1.287661A

    _Premessa: Status generale:

    Status - Fisico » Ottimale
    Status - Psicologico » Ottimale
    Status - Energetico » 95%
    Sforzi » 1xbasso
    Riassunto azioni » Caaaaaaaaaaade! :guru: Uso la passiva sotto citata del bastone laser per tagliare un paio di alberi ad hoc, poi scappo via e cerco di arrivare là dove gli "umi" erano quando hanno attaccato Srg. Stupido.
    Note »




    Stili di combattimento »

    Shii-Cho ~ Addestramento standard » +25% agilità e resistenza
    Soresu ~ Guardia standard » Percezione a 360° dei pericoli
    ? - ? » ?, ?/?

    .
    Arma laser da corpo a corpo »
    Bastone Laser unifase blu personalizzato (id: #5r96s2e8sa9):
    ___ » Distrugge facilmente ogni oggetto non magico
    ___ » Fende la magia come la materia

    .
    Armatura completa »
    ssa-TAmultitask personalizzata (id: #6es5e1j8a4k98s):
    ___ » Rivestimento in lega di di titanio spesso 2mm, converte danni fisici in danni da impatto



    Addestramento




    CITAZIONE
    La lama della spada laser, che assume visivamente l'aspetto di un cilindro intangibile di lunghezza variabile, è fisicamente costituita da plasma surriscaldato e fotoni ad alta potenza racchiusi in un campo di forza selettivo che conferisce la forma alla lama. Fisicamente parlando quando il flusso di plasma e fotoni viene a contatto con un corpo estraneo, sotto forma di materia o energia (laser, campi di forza, ecc..), esso viene disintegrato fin nelle particelle fondamentali o per la rottura dei legami elettronucleari fra i componenti degli atomi o per assorbimento/dispersione dell'energia. Sebbene negli schemi comparativi la forza di una spada laser sia classificata come di media potenza, un uomo addestrato all'uso di una spada laser è più che in grado di distruggere o deflettere un colpo di fucile laser con essa, nonché distruggere la maggior parte delle armi e delle armature disponibili nella terza galassia. Sfuggono a tale regola generale le armi laser dall'alto potenziale distruttivo e alcuni materiali sintetici esplicitamente designati per rasentare l'indistruttibilità, solitamente utilizzati nella costruzione di astronavi e difese planetarie, con i quali la spada laser non risulta dotata di particolari capacità.
    Aggiornamento ~ Di recente specifiche truppe anti-SSA sono state equipaggiante con armi rivestite da un campo di forza che annulla l'azione della spada laser. Non essendoci differenze immediatamente visibili fra un'arma bianca comune e una appositamente trattata, si invita gli SSA a fare attenzione ad eventuali "difese" poste sulle armi prima di tentarne la distruzione. [5pt, passiva]


     
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    Secondo i calcoli approssimativi dell'aviatore, frutto di esperienza militare e di una ponderata stima rigorosamente a spanne, un tronco d'albero di quelle dimensioni era sufficiente a ridurre ad una frittella un orko e quanto meno ammaccare il titanico carro corazzato, seminando scompiglio fra la crew e magari scardinando uno dei cannoncini mobili fissati sulla sommità simile ad una torretta mobile. Non era la prima vola che quella particolare genia di pelleverde stupiva il mondo in un modo o nell'altro, e di certo non sarebbe stata l'ultima. "Mr.Stupido", ferito in più punti sul faccione già brutto in partenza e con la calotta cranica esposta per metà dal fuoco dei laser, venne letteralmente messo sotto dal tronco d'albero, che lo schiantò lì sul posto nonostante la più inaspettata reazione da parte del bruto, che invece di proteggersi la faccia come avrebbe fatto una qualsiasi creatura dotata di istinto di sopravvivenza tentò inutilmente di sparare all'albero che gli cadeva addosso. La quercia piantò l'ufficiale al suolo come un martello pianta un chiodo, poi rotolò rovinosamente giù dal pendio sfasciando metà del terreno e proseguendo per qualche metro fino a valle, dove venne bloccata dal resto della fitta vegetazione dell'Undarm senza altri danni. L'altra sequoia, invece, esplose all'impatto in un catastrofico schianto di schegge di legno e foglie, praticamente tagliata sulla sommità dalla superficie metallica del cassone su cui impattò con tutto il proprio peso. Conseguenze secondarie del botto furono il tettuccio corazzato del mezzo ammaccato, un paio di serventi dei cannoncini che volavano in direzioni casuali per il contraccolpo e poco altro. Anche stavolta, il tronco spaccato in due venne trascinato giù dalla forza di gravità e rotolò via senza altri danni.

    Non fu una sorpresa, ma volarono tanti di quegli insulti e bestemmie che probabilmente gli orki stavano tentando di smuovere il mezzo a parolacce. Una volta tanto non andarono contro la logica e gli insulti non servirono a niente se non a sfogare la frustrazione, e ci volle un orko un po' più sveglio degli altri che si decise ad entrare nella cabina del trasporto pesante, scagliare via di malagrazia il cadavere del precedente conducente decapitato dai cecchini e prenderne il posto alla guida, accendendo i fari e costringendo i quattro motori a tossire ed accendersi con un rombo seguito da una fiammata tossica dagli scarichi dei gas, indice del fatto che gli additivi aggiunti alla benzina non erano granché performanti. Fu allora che il primo evento della serie "non ha senso" ebbe luogo, allorché "Mr.Stupido" emerse infangato per tre quarti dal cratere lasciato dal tronco d'albero rivelandosi immune non solo ai proiettili, ma anche alle sequoie dritte sulla sua testa. Aveva la guancia destra distrutta, un orecchio mozzato, un occhio ridotto ad una poltiglia di sangue e tutto un intero lato del cranio spaccato e privo di pelle, l'arto meccanizzato a pezzi e buchi di proiettile su tutta la corazza dorsale, ma clamorosamente era vivo e ancora sufficientemente in forze da riempire di insulti il conducente...

    ... Che nemmeno si accorse di lui e gli passò sopra, spiaccicandolo sotto il paraurti del veicolo.
    Fine della gloriosa carriera militare di mr.Stupido.

    Il nuovo conducente del camion dette vagamente l'impressione di aver notato ciò che era successo allorché si sporse dal finestrino per guardare che cosa cavolo aveva schiacciato, guadagnandosi il beneficio del dubbio sul fatto che magari l'aveva fatto apposta, in modo da scalare in qualche modo la decisamente confusa gerarchia militare orchesca, ma vista la mole di casini confusa e senza senso osservata da Jattur Shattur fino a quel momento, non c'era da aspettarselo. Comunque il camion passò sopra a ciò che restava dello sbarramento di alberi in una manovra decisamente suicida, le ruote slittarono e derparono paurosamente con la massa tremenda del mezzo di trasporto che rischiava di far crollare su se stessa ciò che restava della strada di montagna, poi per miracolo e per pura rozza ignoranza il mezzo riuscì ad avere ragione dei tronchi d'albero rimasti e passò oltre, subito imitato dai ben più agili veicoli di scorta che si misero sulla sua scia con una destinazione ignota.

    La decisione di mettersi sulle tracce dei misteriosi aggressori mise Jattur Shattur nella situazione di non poter nuocere ulteriormente ai pelleverde, ma dopotutto il convoglio era già piuttosto menomato dall'assalto subito e perdere ulteriore tempo poteva significare solo il perdere le tracce degli attaccanti, spariti nel fitto della boscaglia. Nella zona da cui erano partite le vampe laser Jattur trovò tracce inequivocabili di tecnologia che andava ben oltre le sue iniziali stime: caricatori per fucili laser che dovevano appartenere ad armi dall'aspetto rozzo e tozzo rispetto a quelli a cui era abituato, ma decisamente efficaci, probabilmente meno potenti ed eleganti rispetto agli strumenti di guerra a cui era avvezzo ma ad intuito provenienti da una civiltà che produce armi simili su scala talmente vasta da dare la precedenza alla produzione in gran massa e quindi andando a discapito in parte dell'efficacia in favore dell'efficienza. Su tutti i caricatori abbandonati spiccava in piccolo un simbolo che sembrava quello di un'aquila bicefala come quella dei grandi imperi germanici medievali e numeri di serie. In un primo momento fu facile seguire le tracce, ma quasi subito il gruppo di guerriglieri dette mostra di aver presto precauzioni su eventuali inseguitori e nel colmo della sfortuna la pioggia sottile aumentò progressivamente di intensità diventando un diluvio biblico, devastando le poche tracce lasciate indietro dal gruppo che oltretutto si rivelò essere piuttosto esperto del territorio, al contrario di Jattur cui pesavano i minuti di svantaggio persi a mettersi sulla loro scia. Mentre l'acquazzone già straordinario aumentava ulteriormente di intensità il timer messo sul silenzioso continuava implacabile a segnalare lo scorrere del tempo obbligando il ranger ad una decisione: proseguire col rischio di girare a vuoto o peggio essere scambiato per un nemico e prendersi una scarica di laser, oppure tornare indietro e fare rapporto. Con le piogge pluviali dell'Undarm che davvero non sembravano tanto propense alla pietà e spesso duravano anche giorni interi, la scelta fu quasi obbligata e Jattur Shattur, suo malgrado, dovette per forza di cose ripiegare sui suoi passi in direzione di Laputa.

    Raylek non gliene avrebbe voluto di certo per quella scelta, ed inoltre la missione di ricognizione non poteva assolutamente definirsi un insuccesso. Basandosi sulla direzione intrapresa dal convoglio poteva stimare grosso modo la zona in cui doveva trovarsi l'accampamento di orki superstiti della tremenda battaglia di Klemvor di poche settimane prima, inoltre aveva scoperto la presenza di altre forze ostili in quella zona, che per di più erano potenziali alleati qualora Laputa intendeva epurare le ultime sacche di pelleverde. Tutto sommato, non tornava a casa a mani vuote...

     
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