It's a wonderful night for a moondance

Game of Prompt: Romanticismo

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    “Nei tuoi occhi mi son perso e, ora che son schiavo del mio cuore,
    non distinguo più il passato dal presente, e cerco in te l'inaspettato amore”




    Le luci al neon dell’insegna “Joyland” illuminavano il marciapiede desolato intorno a lui. Una luna piena si stagliava alta nel cielo imitando invano i suoi capelli dallo stile ribelle ma curato al tempo stesso. Si guardava intorno alla ricerca della sua “amica” mentre con una mano impugnava un grande mazzo di rose rosse da porgerle all’ arrivo e con l’altra si sistemava la cravatta abbinata con lo smoking grigio chiaro. Probabilmente era vestito anche troppo elegante per una semplice uscita al Luna Park ma mai prima d’ora aveva avuto un appuntamento con una ragazza, e viste le rigide regole imposte dalla sua famiglia e il freddo rapporto con i suoi genitori si è ritrovato a chiedere consiglio a Gon e a Leorio che al solo sentire la parola “appuntamento” si “improvvisarono” esperti anche troppo entusiasti e sicuri di se, ma alla fine quel vestito e quelle rose furono il risultato dei loro consigli.
    Il brusio, le urla e risate misto ai rumori delle varie attrazioni oltre il grande cancello alle sue spalle lo distrassero e si tranquillizzò. Sorrise. Kora gli era sembrata una ragazza molto carina e simpatica fin dal primo momento, ovvero quando l’aveva incontrata all’esame per Hunter. Era certo che si sarebbe divertito in sua compagnia quella sera.
     
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    L'ora dell'appuntamento era arrivata, ma i secondi iniziarono ben presto a susseguirsi senza che la ragazza facesse la sua apparizione, accumulando un ritardo di già qualche minuto prima che l'albino sentisse quella voce conosciuta -melodiosa e dolce- chiamarlo per nome.

    « Ehi! Killuaaah! Sono quiiih!♪ »

    Il suono proveniva da un punto imprecisato alle sue spalle, dai pressi dei cancelli di ingresso, e voltandosi a cercarne la fonte con lo sguardo, non sarebbe stato arduo identificarla nella figura rannicchiata in un punto poco illuminato, nei pressi di alcuni cespugli ornamentali.

    Nonostante per quella sera avesse deciso di tenerli legati in una coda alta, i lunghi capelli biondi erano il suo inconfondibile tratto di riconoscimento, e saltavano all'occhio anche lontano dalla luce dei lampioni, rendendola piuttosto appariscente pur a dispetto degli abiti tutto sommato ordinari -una camicia bianca con cravattino e una gonnellina a pieghe-, anche se forse un po' troppo sbarazzini; le iridi verdi e vivaci brillavano del suo più tipico infantile entusiasmo, risaltando la luce che irradiava dal suo sorriso allegro.


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    « Guarda! Questo gatto ti somiglia! ♥ »

    ...e, no, dal momento che si trattava di un esemplare dal manto pezzato, era evidente che la somiglianza a cui la bionda si riferiva non stava nel colore del pelo morbido dell'animaletto, ma nel muso imbronciato con cui sembrava rassegnato a subire le coccole.

    « Non ti ho visto arrivare! E' molto che aspetti? »

     
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    L’ora alla quale si erano dati appuntamento era già passata da qualche minuto e ancora la ragazza non si era fatta viva, iniziava un po' a spazientirsi e un’espressione imbronciata accompagnata da un ritmico battito del piede mostrava anche esternamente il suo disappunto. Non era mai stato un tipo paziente.
    Con lo sguardo continuava a girarsi a destra che a sinistra nella speranza di veder arrivare la sua dama, fino a quando una melodiosa voce attirò la sua attenzione portandolo a voltarsi verso i cancelli d’ingresso. La riconobbe immediatamente.
    « Ehi! Killuaaah! Sono quiiih!♪ »

    Nonostante la scarsa illuminazione, era impossibile non distinguere quei biondi e lunghi capelli. Kora era chinata a giocare con un piccolo gattino probabilmente trovato nei paraggi mentre con passo deciso Killua le si avvicinava.
    « Guarda! Questo gatto ti somiglia! ♥ »
    “Non mi assomiglia per niente quel gatto… baka!”
    Brontolò laconico il ragazzino imbronciandosi, distogliendo lo sguardo da lei con una smorfia seccata, e arrossendo lievemente, confermando così involontariamente l’affermazione della ragazza.

    « Non ti ho visto arrivare! È molto che aspetti? »
    “No, sono qui da solo qualche minuto.” Il rossore sul viso aumento vistosamente “E senti, ho preso questi… Per te. Spero che ti piacciano.”

    Allungò in un rapido gesto il profumato mazzo di fiori verso la giovane amica, mentre cercava in tutti i modi di nascondere il suo imbarazzo.
    Doveva riprendersi. Non era da lui comparsi in quella maniera con una ragazza, lui era Killa, un temuto assassino della famiglia degli Zoldyck che aveva ucciso a sangue freddo un monte di persone. Perché quando era con Kora sentiva quella strana sensazione allo stomaco, quasi sgradevole, che lo faceva sentire a disagio.
    Tirò un leggero sospiro per prendere coraggio e tornare in se.
    “Andiamo?”

    Sorrise allungando il braccio piegato, come a volerla invitare a camminare a suo fianco a braccetto, verso quella magica sera ancora tutta da vivere, ancora tutta da scrivere.
     
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    jpg“Non mi assomiglia per niente quel gatto… baka!”

    L'obiezione del bambino arrivò rapida e tempestiva come era facile aspettarsi, e mentre un timido rossore gli colorava il viso imbronciato, la ragazza gorgheggiò una lieve e deliziosa risatina, dolce come il tintinnare di campanelli d'argento, che non recava scherno, ma solo tenerezza.

    « E' la stessa cosa che ha detto anche il gatto! ♪ »

    Divertita da quella situazione, la bionda sollevò l'animaletto fino alla faccia e cominciò a strofinargli una guancia contro la testolina... un'effusione che il felino non parve gradire, poiché subito rizzò il pelo, iniziò ad agitarsi, e -nel futile tentativo di opporre resistenza a quell'umana (?) invadente- le posò una zampa sulla boccuccia sorridente, cercando di tenerla a distanza. E meno male che non era ancora passato ad usare le unghie.

    “No, sono qui da solo qualche minuto. E senti, ho preso questi…”
    nell'accorgersi di avere qualcosa sospeso davanti al viso, smise di tormentare il micio
    “Per te. Spero che ti piacciano.”

    Sbattendo le palpebre bordate di lunghe ciglia con aria sorpresa, la fanciulla dagli occhi verdi fissò prima il mazzo di fiori, poi il volto basso e rosso di imbarazzo del suo Cavaliere, e infine li lasciò scivolare al suolo; decisamente, era il caso di smettere di scherzare, e dare il giusto peso a Killua: un tipo introverso come lui doveva star facendo un grosso sforzo in quel momento, e se lei fosse stata stupidamente maldestra, avrebbe potuto ferirlo... Trasse un profondo respiro, ed esalò un sospiro teatrale.

    « Mi dispiace, Killua-due, ma debbo lasciarti...! »
    recitò con tono solenne, rimettendo il gatto con le zampe per terra
    « Non sei tu: sono io... »

    L'animaletto -che non aspettava altro che quell'occasione di fuga- voltò la coda e scappò via, gettandosi nella notte e in qualche altro cespuglio; la bionda, invece, afferrò la tracolla della propria borsa -rimasta per terra accanto a lei-, se la appese alla spalla, e si tirò lentamente in piedi: così, lo superava in altezza per una ventina di centimetri, e anche se il rampollo degli Zoldick continuava a guardare altrove per dissimulare l'imbarazzo, Kora gli sorrise con gentilezza, e allungò ambo le mani per accogliere il bouquet in un abbraccio e avvicinarlo al viso, inclinando il capo in avanti, per avvicinare il nasino delicato alle ricche corolle odorose.

    « Sono davvero belli.. e hanno un profumo dolcissimo. Grazie. »

    jpgIn quell'ammissione, il tono della sua voce da usignolo suonò sincero, eppure sfumato di una nota malinconica, ma se il ragazzino avesse cercato di guardarla in viso per indagarne le espressioni, sarebbe presto stato costretto a cambiare programma, perché la bionda, chinatasi in avanti perché i loro volti fossero allo stesso livello, gli depose un fugace bacio sulla guancia senza alcuna vergogna o esitazione.

    « Anche io ho una cosa per te..! »

    Ridacchiando -di nuovo allegra ed esuberante- si tirò su, e mentre la sinistra teneva stretto contro il petto l'omaggio floreale, la destra raggiunse l'apertura della borsa e vi frugò qualche istante prima di cavarne fuori un sacchetto di carta da regalo colorata; all'interno, Killua avrebbe trovato parecchie confezioni di Choco-robot. Ricordava che quelli erano i suoi preferiti, e poi... a San Valentino si regala il cioccolato, no?

    “Andiamo?”

    Il giovane Cavaliere le porse il braccio, e lei accettò volentieri, afferrandosi all'incavo del suo gomito e affiancandolo, adattando senza difficoltà le loro andature mentre i passi li conducevano nel mondo onirico e senza tempo del Luna-Park: le luci colorate ad intermittenza, i motivetti brillanti che accompagnavano i caroselli, le grida dei banditori, le risate della gente, il profumo dei pop-corn, dello zucchero filato, delle crepes... tutte quelle cose le mettevano addosso una nostalgia tremenda (soprattutto i dolci, che da piccola adorava e ora non poteva più assaporare), ma non avrebbe permesso a quel sentimento dolce-amaro di oscurare neppure un istante di quella bella serata.

    Spingendo gli occhi verdi per l'ambiente racchiuso dalle recinzioni, Kora passò rapidamente in rassegna le attrazioni: c'erano le montagne russe e l'ottovolante, ma li escluse per timore che l'alta velocità danneggiasse i fiori che le avevano regalato; la giostra dei cavallini le sarebbe piaciuta un sacco, ma a quanto pare era troppo “grande” per salirci, e la casa degli specchi, non la prese nemmeno in considerazione:
    gli specchi ci guardano, e lei non voleva rischiare che qualche riflesso dispettoso sgomitasse per sostituirla in quella serata.

    Restavano comunque un sacco di altri posti da visitare: la pesca dei pesci rossi, il tunnel dell'orrore attraverso la casa infestata, il tunnel dell'amore con le barchette a cigno, la ruota panoramica, il gioco dove devi colpire le talpe con un martelletto, l'autoscontro, la caccia al tesoro nel gazebo pieno di palline di plastica, gli scivoli gonfiabili, i tappeti elastici, e... il tirassegno con in palio i peluche.


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    « Awww, che carini! ♥ »
    cinguettò d'istinto, avvicinandosi e trascinandosi Killua dietro
    « Guarda quanto è gigante quello! »

    Eh, già: il colossale orso di pezza, che stava seduto sulla mensola più alta, -troneggiando accanto all'insegna dello stand del tirassegno- doveva essere ad occhio e croce persino più alto dello Zoldick... A solo guardarlo, scatenava incontrollati raptus di pucchume.

    « Chissà quanto è abbraccioso?! »

     
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    Con un rapido saluto la bionda ragazza lasciò “Killua-due” libero dalle sue grinfie, e il piccolo gatto approfittando dell’occasione corse via scomparendo nell’oscurità di quella sera. Mollato il piccolo felino la dolce dama afferrò il profumato dono che le offri, odorandolo e lasciando che il delicato odore delle rose l’avvolgesse
    « Sono davvero belli.. e hanno un profumo dolcissimo. Grazie. »

    Nel voler vedere la reazione del suo regalo sul volto della ragazza, si voltò, guardandola negli occhi, e il risultato fu il più inaspettato che mai. Kora si chinò fino a raggiungere l’altezza del suo viso, sapeva cosa stava per accadere e ormai era troppo tardi per tirarsi indietro e gli occhi gli si spalancarono mentre le iridi dal colore del cielo si dilatavano, e un fugace bacio gli accarezzò le rosee guance. Rimase una manciata di secondi immobile, come paralizzato da quella effusione.
    « Anche io ho una cosa per te..! »

    L’amica con quell’affermazione lo fece tornare in sé, riprendendosi un attimo ma senza perdere quel leggero rossore sul viso.
    Frugando nella borsa la bella ragazza tirò fuori un piccolo sacchetto dal colore vivace per poi porgergliela.
    “Ho… Grazie mille”

    Guardando dentro la busta ci ritrovò tante piccole scatole dalla forma di un robot,e ha quella vista gli occhi gli si illuminarono, brillando quasi come diamanti
    “Woaa! Una montagna di Choco-robot!?
    Davvero grazie mille Kora!”


    Senza esitare un istante di più, prese una delle dolci prelibatezze e se la infilo in bocca, lasciando che il coccolato si sciogliesse sulla lingua assaporandone cosi ogni suo aspetto. Consumato il dolce si sentiva più tranquillo, decidendo cosi di invitare la sua dama a seguirlo a braccetto facendola sentire al sicuro sotto la sua protezione e quest’ultima senza esitare accettò affiancandolo mentre si incamminavano verso il parco. Camminavano in quel via vai di persone e luci colorate di quel posto,ma lo sguardo di Killua ricadde più volte sul viso di Kora, rimanendo ha osservarla mentre guardava le meraviglie che gli circondavano; i colori e le luci di quel posto si rispecchiavano nei suoi occhi abbinandosi alla perfezione con quel suo biondo fluente e il brillare dei raggi al chiaro di luna si riflettevano aul rossore delle sue guance.
    Camminarono svariati minuti, perdendosi nell'indecisione di scegliere quale attrazione affrontare per prima quando lo sguardo della ragazza non ricadde sul gioco del tiro a segno
    « Awww, che carini! »
    cinguettò d'istinto la ragazza, avvicinandosi e trascinandosi Killua dietro
    « Guarda quanto è gigante quello! »

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    Lasciandosi trasportare dall'entusiasmo della ragazza decise di accettare la sua implicita richiesta di partecipare a quel gioco d’abilità. Come si avvicinarono il gestore si rivolse verso di loro, con fare gentile mentre impugnava un finto fucile ad aria compressa
    *Ciao ragazzi! Volete fare due tiri?*
    “ Si. Quante lattine devo colpire per vincere quell'orso?” Indicò il ragazzo con un dito il grande orso di pezza appoggiato alla parete su una mensola alla loro destra.
    *mhmm, quindi vuoi cacciare grosso amico? Ottima scelta per un regalo per la tua bella fidanzatina* sorrise il gestore guardando la giovane ragazza

    Distaccando lo sguardo e portando entrambe le mani a incrociarsi dietro la testa,Killua controbatté assumendo un’espressione imbronciata
    “ Lei non è la mia fidanzata… “
    *Hoo… Peccato, sareste davvero una bella coppia.
    Comunque ragazzo*
    si girò verso le lattine alle sue spalle, distanti circa 3 o 4 metri da loro * Buttami giù 10 di quelle lattine e l’orso è tuo.*
    “ Perfetto. Ecco, tenga”

    porsi i soldi, il gestore frugò un attimo sotto il banco tirando fuori una piccola scatoletta di plastica rotonda contenente 20 piccole palline gialle poggiandola sul bancone accanto a loro, per poi porgere al ragazzo il fucile. Killua rifiutò lasciando con una faccia perplessa il brav’uomo. Prese una decina di palline dalla piccola scatola per poi poggiarsene una alla volta a pugno chiuso sull'indice della mano destra, e sfruttando il gomito creato dal pollice ripiegato su se stesso per prendere la mira, distese il braccio e chiuse un occhio per favorire la mira tirando fuori un pezzettino di lingua come se lo aiutasse ha concentrarsi. Con un rapido gesto fece schizzare in avanti il pollice, sparando il pallino a una velocità impressionante colpendo in pieno la prima lattina e forando da parte a parte la sottile lamina facendo cascare quest’ultima solo un attimo dopo che la piccola sfera fermo la sua corsa andando a colpire il morbido telone di sfondo. E cosi fece anche per tutti i tiri successivi. Colpi 20 lattine su 20 senza mancare nemmeno un colpo.

    Il gestore rimase letteralmente ha bocca aperta nel vedere la performance del ragazzo; nessuno era mai riuscito a colpire 20 lattine senza sbagliare un bersaglio, e preso alla sprovvista e non avendo ha disposizione due orsi di pezza fu costretto a cederli l’unico che possedeva e afferrandolo con entrambe le braccia lo porse hai due giovani.
    *Ecco a voi, e complimenti ragazzo, hai una mira fenomenale! *
    “ Grazie. Ecco tieni.”

    Prendendolo a due mani porse il grande orso a terra accanto a lui per poi mettersi accanto a quest’ultimo, come a voler comparare la differenza fra le due altezza, e dato che quest’ultima non era molta, si affianco al grande orso portandosi guancia a guancia porgendoli un braccio dietro la testa fino a raggiungere la spalla opposta del pupazzo,sfoggiando un grande sorriso a 32 denti alla bionda ragazza.
    Conclusa quella scenetta e vista la reazione di Kora a quell'ennesimo regalo, si sarebbe offerto di portare lui il loro nuovo amico, porgendo cosi la busta piena di Choco-robot a Kora e tenendo l’orso sotto il suo braccio per quanto li fosse possibile, per poi invitarla a camminare ancora una volta al suo fianco in quel mix di luci e colori
    “ Dove andiamo adesso? “
     
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    jpgQuanto tempo era passato da quando era morta? Nel soffermarsi ad osservare i comportamenti del suo accompagnatore, la bionda si sorprese a chiederselo, ma... date le pessime condizioni della sua mente, si rese presto conto di non essere affatto sicura della risposta, così si limitò ad accantonare la questione: a causa della Maledizione, lei non poteva più toccare cibo umano da ormai diverso tempo, ma anche se molti dei suoi simili sviluppavano per quel motivo una apatica indifferenza o una velenosa invidia verso la cosa, vedere l'albino gustarsi felicemente il suo cioccolato con tanta soddisfazione la mise invece di buon umore.

    Le faceva sempre quell'effetto vedere gli altri felici...
    soprattutto se si trattava di Killua; con tutto quel che lui aveva dovuto subire e sopportare già a quell'età per via dei suoi natali di Zoldick, ogni emozione che gli illuminava il viso o gli colorava l'aura era un piccolo miracolo, le faceva tanta tenerezza, e... se solo ne avesse avuto uno ancora funzionante, le avrebbe di certo scaldato il cuore.

    Quando furono davanti al banco del tirassegno, là dove lo aveva trascinato -istintivamente attratta dalle forme e dai colori della vasta gamma di peluche in esposizione-, i suoi occhi verdi seguirono con una certa curiosità il ragazzino farsi avanti per partecipare...


    *Ciao ragazzi! Volete fare due tiri?*
    “ Si. Quante lattine devo colpire per vincere quell'orso?”

    ...e lei ristette, un po' sorpresa: quando aveva fatto quei commenti sull'orso non aveva realmente inteso far sentire il suo Cavaliere in obbligo di far qualcosa a riguardo, lanciandosi in quell'impresa di conquista per lei. Se ne sentì subito un po' in colpa: Killua era sempre troppo gentile con lei...

    *mhmm, quindi vuoi cacciare grosso amico?
    Ottima scelta per un regalo per la tua bella fidanzatina*

    “ Lei non è la mia fidanzata… “
    *Hoo… Peccato, sareste davvero una bella coppia.

    Dissimulando un lieve accesso di imbarazzo dietro un sorriso un po' tirato e una risatina nervosa, la fanciulla dai lunghi capelli dorati non si scompose più di tanto, ripetendosi che -di certo- il giostraio voleva solamente fare il simpatico con una battuta di spirito, così da ingraziarsi o destabilizzare il suo piccolo cliente (anche perché Killua è ancora minorenne e lei decisamente no), e consolandosi col fatto che le sue amiche non fossero presenti a commentare l'episodio.

    Quelle due erano davvero perfide quando si trattava di metterla in imbarazzo, e ci avevano preso particolarmente gusto a farlo quando si trattava di Killua: nulla le avrebbe rese più contente di continuare a tormentarla fino alla fine dei tempi...! Che poi... che c'era di male se le piaceva passarci del tempo insieme? Killua era adorabile: si trovava bene a parlare con lui... e anche a stare in silenzio... e...


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    « . . . »

    Il vociare di una piccola folla di curiosi, radunatisi attorno alla bancarella, ridestò la fanciulla dai suoi pensieri, e -nel tornare alla realtà- la prima cosa che ella notò fu la faccia sconvolta del gestore dello stand; una rapida occhiata alla fila dei bersagli le fece capire al volo quel che era successo mentre divagava: senza nessuna sorpresa, l'albino aveva centrato tutte quante le lattine -bucherellando anche il tessuto della tenda-, riportando una facile vittoria e conquistando il gigantesco orso di pezza...

    *Ecco a voi, e complimenti ragazzo, hai una mira fenomenale! *
    “ Grazie. Ecco tieni.”

    ...mentre il gestore dello stand non doveva essere contento come sembrava; il ragazzino, però, non se ne accorse o non ci badò affatto: dopotutto, perché avrebbe dovuto? Aveva partecipato a un gioco, e vinto secondo le regole, e -ridacchiando- Kora lo osservò mettersi in posa accanto al peluche per comparare la loro rispettive dimensioni: erano alti più o meno uguale... e nonostante l'ingombro che gli avrebbe dato, Killua si propose di portarlo al suo posto -affidandole momentaneamente la busta di Chocorobo-, offerta che la ragazza accettò volentieri perché...

    “ Dove andiamo adesso? “

    jpg...con le mani libere -e complice la sua maggior statura-, la bionda poté chinarsi sul bambino e stringerlo in un abbraccione, accoccolandosi con la guanciotta sulla testolina bianca e soffice, e vedendo subito confermata la risposta alla domanda che le era balenata in testa alla vista del ragazzo e dell'orso di pezza: non che avesse mai avuto dubbi su quale dei due fosse il più abbraccioso.

    « Non lo so: ci sono così tante cose da vedere, qui...! ♥ »
    gli rispose, restandogli tranquillamente appiccicata
    « Il tunnel degli orrori, la casa degli specchi, l'autoscontro, la ruota panoramica, le montagne russe... tu hai qualche preferenza? »

    Visto che era stata lei a imporre decidere la prima tappa della serata, era giusto che fosse lui a scegliere la seconda; dopotutto, alla ragazza andava bene un posto qualsiasi: finché c'era Killua con lei, sarebbe stata contenta lo stesso... e lo avrebbe sciolto dall'abbraccio -e lasciato libero di muoversi- solo una volta scelta la meta.

     
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    Era stato anche fin troppo facile vincere quel pupazzo, e forse aveva esagerato con la forza con cui aveva sparato quelle piccole palline di plastica,ma l’importante era che Kora si fosse divertita e che questo secondo piccolo regalo le fosse piaciuto e quando scherzosamente decise di compararsi in altezza con l’orso, vide un sorriso illuminarle il volto, e questo gli riscaldò il cuore. Era felice e si stava divertendo con lei quella sera, e non avrebbe voluto chiedere altro in quel momento.
    Dovendo mantenere il titolo di “buon cavaliere” si offri di portare il nuovo loro morbido amico, anche al prezzo di dover abbandonare i suoi preziosi choco-robot, ma pensò che sicuramente sarebbero stati in buone mani; Kora non si sarebbe mai ingozzata come aveva fatto Gon l’ultima volta che ne aveva comprato un paio di scatole, lasciandoli solo le briciole.
    “ Dove andiamo adesso? “

    Col peluche sotto braccio e Kora al suo fianco, si incamminarono ancora una volta per quelle larghe vie piene di musica, suoni e soprattutto colori. Gli piacevano le giostre, il paradiso di ogni bambino, era solo la seconda volta che ne visitava una ma già se n’era innamorato.
    Si guardava intorno alla ricerca della prossima attrazione che lo avrebbe attratto maggiormente quando Kora con la spontaneità e dolcezza che la caratterizzava si fiondo su di lui avvolgendosi al suo collo in un caloroso abbraccio. Un’altra effusione inaspettata e quasi nuova per lui; un semplice abbraccio. Come poco fa alle porte del Luna Park, rimase sbigottito per una manciata di secondi da quell'azione improvvisa della ragazza, per poi lasciarsi coinvolgere e ammorbidirsi ricambiando a sua volta la dolce stretta.
    « Non lo so: ci sono così tante cose da vedere, qui...! »
    gli rispose, restandogli tranquillamente appiccicata
    « Il tunnel degli orrori, la casa degli specchi, l'autoscontro, la ruota panoramica, le montagne russe... tu hai qualche preferenza? »

    Poteva sentire il dolce profumo dei suoi capelli mentre delicatamente gli accarezzavano il viso, ma ciò che non si aspettava in quel momento era la freddezza che il suo corpo gli stava trasmettendo: più che freddo percepiva l'assenza di calore che invece le avrebbe dovuto trasmettere, e fu quello il momento in cui notò anche l'assenza del suo battito. Contro il suo petto non riusciva a percepire il minimo ritmo cardiaco. Gli tornò in mente di quando gli parlò del suo "problema", lei non era come lui, non era umana. Quel ricordo gli invase la mente rattristandolo per un attimo: in mezzo a quella gioia e felicità che li circondavano aveva escluso quel pensiero, non doveva essere facile per una vampira vivere in un mondo di umani.
    In quel momento decise che per quella sera si sarebbe impegnato per divertirsi e farla divertire, dimenticandosi di tutto e tutti. Quella sera ci sarebbero stati solo Lui, e Lei.
    " Visto il magnifico cielo che c'è sta sera, che ne dici di fare un giro sulla ruota panoramica?"

    Sorrise mentre cercava di scacciare dalla mente quei tristi pensieri, mollando quella dolce stretta e porgendole ancora una volta il suo braccio, invitandola cosi ad affiancarlo e a raggiungere insieme la grande ruota panoramica.
     
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    "Visto il magnifico cielo che c'è sta sera, che ne dici di fare un giro sulla ruota panoramica?"

    « Mi sembra davvero un'ottima idea: andiamoci subito! ♥ »

    Il ragazzo le rivolse un sorriso luminoso, e la bionda acconsentì allegramente alla sua proposta, sorridendogli di rimando e lasciandolo libero dall'ingombro in cui lo aveva invischiato franandogli addosso, così da permettergli di camminare; sapeva di risultare un po' appiccicosa quando cedeva ai suoi raptus di coccolume (e le sue amiche glielo facevano presente a più riprese, quando le abbracciava), ma non poteva farci niente: accoccolarsi alle persone a cui voleva bene era una cosa che le piaceva davvero troppo per rinunciarci... Per quella volta, però, la cosa era solo rimandata.

    Accettando con il braccio che le veniva porto, mentre i loro passi li conducevano verso la gigantesca struttura che si stagliava alta contro la volta del parco-divertimenti, Kora si sentiva decisamente contenta: stavano andando a vedere il cielo da vicino, e... a lei piace un sacco guardare il cielo. Aveva il colore profondo e mutevole degli occhi di Killua.

    Una mezz'oretta più tardi, dopo aver atteso in fila che arrivasse il loro turno, il giro sulla ruota panoramica cominciò: colta da chissà quale estro artistico, la ragazza aveva collocato l'orso di pezza su uno dei posti a sedere -costringendo l'albino a stringersi insieme a lei sull'altro sedile-, gli aveva sistemato il mazzo di rosse sotto un braccio e la busta dei Choco-robot nell'altro, e dopo avergli fatto indossare un paio di occhiali da sole -pescati dagli oscuri meandri della sua borsa- per completare l'opera, impugnò il telefono e gli scattò diverse foto, continuando a chiacchierare e scherzare con il suo accompagnatore.

    jpgTuttavia, la cabina continuava a sollevarsi lentamente da terra, e quando furono abbastanza in alto da poter vedere le luci artificiali che si stendevano sotto di loro -luccicando come gioielli sul manto della notte-, la fanciulla si fece d'un tratto silenziosa; gli occhi verdi si persero oltre il finestrino, ma mentre il loro sguardo contemplava quel semplice spettacolo con meraviglia, i suoi stessi pensieri la rapirono altrove, e il riflesso del suo volto sulla liscia superficie di vetro avrebbe mostrato anche qualcos'altro al ragazzo che le stava affianco:
    malinconia. Una malinconia profonda, e struggente - eppure incredibilmente calma.

    « . . . »

    Sbalzi d'umore come quello non le capitavano certamente di rado, ma solitamente c'era sempre qualcosa -qualche ricordo, qualche parola o riflessione, un dettaglio in apparenza insignificante- che ne era la causa... perché per incrinare un cuore fragile come il cristallo, a volte non basta che l'eco di un pensiero, o l'ombra di un sussurro nel vento.

     
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    Kora accettò con entusiasmo la sua proposta di fare un giro sulla ruota panoramica, e dopo che la bionda aveva mollato la dolce morsa i due si sarebbero diretti a braccetto verso il grande occhio luminoso che sovrastava il resto delle attrazioni. Raggiunta la vetta avrebbero potuto sicuramente ammirare a pieno il mix perfetto fra le luci della città e lo splendore delle stelle, e in qualche modo Killua sapeva che sotto quel carattere vivace e giocoso si nascondeva una Kora dolce e sensibile, dall’animo buono che avrebbe sicuramente gradito la magnifica vista da quell’altezza.
    Dopo una breve attesa in fila, finalmente toccò a loro e come la porta dai vetri trasparenti si chiuse il giro panoramico cominciò, e subito Kora non perse l’occasione di mostrare il suo lato creativo “vestendo” l’orso di pezza con fiori, busta di Choco-robot e occhiali da sole.

    “ Carino. Potresti fare l’artista da grande “disse in tono ironico, per poi alzarsi e dirigersi verso il grande orso “ non ti dispiace se ne prendo uno giusto? “ Frugò rapidamente nel sacchetto estraendo un paio di Chocho-robot e portarsene uno alla bocca. “ Ne vuoi uno? “

    I secondi passavano e lentamente la giostra si alzava sempre di più, e raggiunta la vetta un calmo silenzio riempì la cabina. Oltre il finestrino alla loro destra fecero capolino centinaia di luci, che illuminavano la città vicina, mentre un cielo stellato faceva da contorno a una luna bianco latte. Rimase dieci buoni secondi a osservare la meravigliosa vista prima finché il suo sguardo non si posò su quello malinconico della bionda ragazza. Aveva sbagliato qualcosa? Forse non le piaceva il panorama? Aveva detto qualcosa che l’aveva offesa?

    “Kora…” Si girò con il busto verso di lei “ qualcosa non va? Se… se vuoi, puoi parlarmene”
     
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    “ non ti dispiace se ne prendo uno giusto? ...Ne vuoi uno? “

    Con gli occhi e i pensieri persi tra le vuote porzioni di oscurità che separavano le luci, la fanciulla udì appena quelle domande, limitandosi ad incurvare le labbra ben disegnate in un sorriso condiscendente e scuotere un po' il capo con fare distratto, in un riflesso dettato dall'abitudine; i lunghi decenni di non-vita, e la necessità di fingere in ogni istante, le rendevano ormai tragicamente facile recitare e dissimulare: gli occhi dei mortali erano come i riflettori di un palcoscenico per lei, e -da attrice consumata- era piuttosto brava a mostrare agli altri solo quello che voleva dar a vedere.

    “Kora… qualcosa non va? Se… se vuoi, puoi parlarmene”

    Eppure -forse per il suo addestramento, forse semplicemente per sensibilità-, Killua doveva aver intuito ci fosse qualcosa di più della semplice distrazione tra le pieghe nel suo silenzio, e... nel percepirlo così vicino, nel sentire il peso del suo sguardo addosso, Kora si sentì doppiamente in colpa: perché si trovava lì in quel momento, a divertirsi spensieratamente come una qualsiasi normalissima ragazza benché non ne avesse alcun diritto... e perché con i suoi musi lunghi stava rovinando la serata al suo amico.

    Sospirò. Avrebbe potuto vestirsi il volto di un'espressione allegra e rassicurarlo con un gran sorriso, dicendo che era solo un po' stanca, o che si era distratta rimanendo soprappensiero, ma... l'ultima volta che si era comportata così con lui, Killua aveva capito che gli stava nascondendo qualcosa; non si era propriamente arrabbiato, però... ecco, c'era rimasto un po' male.

    Dicendo che andava tutto bene gli avrebbe fatto pensare che -qualsiasi problema ci fosse- lei non si fidasse abbastanza per parlargliene, e... l'avrebbe fatto sentire escluso; ma, d'altro canto, rovesciargli addosso le sue paranoie l'avrebbe sicuramente fatto preoccupare... insomma: non sapeva bene cosa fare.
    E ferirlo era l'ultima cosa che voleva.

    jpg« Scusa... »
    fu la prima cosa che disse, senza voltarsi a guardarlo
    « E' solo che... »

    Non voleva turbarlo con pensieri tristi, però... non voleva mentirgli; avrebbe voluto voltarsi e rasserenarsi con il blu profondo dei suoi occhi, ma temeva di scoprirlo adombrato dal ricordo delle notti di inverno che ella portava con sé, e così -in un gesto un po' impacciato-, la bionda si portò una mano al gomito, e continuò a guardare lontano.

    « Oggi è una giornata speciale, e... avresti dovuto passarla con qualcuno della tua età, o... beh... vivo, almeno... »
    esitava, in difficoltà nel condividere quel pensiero, ma... stava provando
    « ...mi chiedo se posso... o se... se va davvero bene così... »

     
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    Kora si apri a lui, o al meno era quello che cercò di fare
    « Scusa... E' solo che... »
    La ragazza lasciò trasparire il suo lato più timido e dolce:
    « Oggi è una giornata speciale, e... avresti dovuto passarla con qualcuno della tua età, o... beh... vivo, almeno... »
    esitava, in difficoltà nel condividere quel pensiero, ma... stava provando
    « ...mi chiedo se posso... o se... se va davvero bene così... »

    Il ragazzino con un rapido passo si portò davanti a lei, la osservava dritta negli occhi
    “Kora… Non è per quello che sei: è per quello che sono quando sono con te...”
    Il cuore inizio gradualmente ad aumentare di pulsazioni. Voleva rincuorare Kora, e si sentiva come se l’unico modo per farlo fosse che anche lui le dicesse ciò che provava e agì quasi d’istinto, lasciandosi trasportare dal momento:
    “è tutta la sera che non riesco a toglierti gli occhi di dosso; la tua vivacità, la tua simpatia, il tuo sguardo…il modo in cui affronti la vite e le sue difficoltà, sempre a testa alta e con un sorriso che ogni volta che lo vedi, ti scalda il cuore… se sono qui sta sera, è perché volevo stare con te, e con nessun altro.”
    Si lasciò andare, le disse tutto ciò che avrebbe voluto dirle mentre il cuore gli batteva ha mille. Si avvicinò a lei e l’abbracciò. Non era da lui comportarsi in quel modo, ma dopo tutto quello che aveva passato sentiva quasi il bisogno di sfogarsi, voleva almeno per una volta esprimersi liberamente con qualcuno, e data la sua indole fredda e crudele, fino a quel momento era riuscito ad aprirsi a qualcuno come quella sera solo con Gon e la sua sorellina Alluka,.
     
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    “Kora…”

    Era un gesto talmente piccolo, da risultar banale ed insignificante per chiunque, eppure... udire quella voce pronunciare il suo nome ebbe il potere di riportarla indietro; in qualche modo che neppure lei riusciva a comprendere, a Killua veniva incredibilmente naturale raggiungere quel che le restava di umano... e quando si confrontavano come in quel momento, la fanciulla avvertiva quasi la sensazione di quelle dita chiudersi con delicatezza attorno al suo cuore morto per portarlo lontano dai flutti scuri e freddi che -ad ogni capriccio della marea- minacciavano di sommergerlo.

    “Non è per quello che sei: è per quello che sono quando sono con te...”

    In un istante, Killua si era insinuato tra lei e il finestrino, rivendicando ogni attenzione delle iridi di smeraldo, e lo sguardo che la bionda aveva lasciato a perdersi nella vastità scura e lontana della volta stellata, si ritrovò ad affondare nel blu profondo -limpido e sereno- degli occhi dell'albino. E senza riuscire a pensare a niente altro, quasi timorosa che bastasse un movimento per spezzare l'equilibrio di quell'incanto, Kora rimase a fissarlo con sguardo smarrito.

    “è tutta la sera che non riesco a toglierti gli occhi di dosso; la tua vivacità, la tua simpatia, il tuo sguardo…il modo in cui affronti la vita e le sue difficoltà, sempre a testa alta e con un sorriso che ogni volta che lo vedi, ti scalda il cuore…”

    E d'un tratto, ciò che non sarebbe dovuto esistere fin da principio, il fantasma che attraversava il tempo del mondo immutato, lo spettro maligno che ingannava i mortali rubando loro la vita per continuare ad esistere, si sentì reale ...e con ancor più intensità, si sentì felice, perché era come se lui riuscisse davvero a vederla -proprio Lei, al di là delle sue maschere-, e... per qualche ragione che non riusciva a comprendere, era come se quel che vedeva gli piacesse.

    “…se sono qui sta sera, è perché volevo stare con te, e con nessun altro.”

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    « . . . »

    Se solo fosse stata viva, e con qualche decennio di meno sulle spalle, quelle parole l'avrebbero probabilmente ridotta ad una gelatina alla fragola: un ammasso molliccio, appiccicoso e tremolante, rosso di vergogna e sicuramente troppo zuccheroso... ma essendo la sua condizione leggermente diversa da quella della giovane ragazza che appariva essere, la Vampira rimase pietrificata sul posto, mentre il colorito lunare del suo viso acquistava sulle gote una sfumatura rosea appena più salubre del solito, che sarebbe stata quasi indistinguibile con quella luce.

    Non di meno, preda di emozioni confuse a cui non seppe dare un nome, la bionda si ritrovò combattuta tra il desiderio pressante di
    fuggire, magari lanciandosi fuori dalla porta della cabina (e il fatto che fossero ormai all'apice della ruota panoramica non era un gran problema: insomma, che male poteva mai esserci nello schiantarsi sull'asfalto dopo un salto nel vuoto e un volo di alcune decine di metri?), e un'opprimente voglia -violenta irrazionale- di scoppiare a piangere... forse per la paura atavica che sempre la coglieva con un presagio di separazione ogni volta che si legava a qualcuno, forse perché -semplicemente- tutt'altro che abituata al dolce peso con cui una gioia così intensa sembrava volerle schiantare il cuore.

    Mentre lo Zoldick -in piedi davanti a lei- sollevava le braccia per stringerla gentilmente contro il petto, circondandola in un gesto di protezione, la Malkavian rimase perfettamente immobile sul sedile della cabina, intimamente stordita dal mescolarsi dentro di lei di dubbi e timori con quel sentimento tenero che la invitava al tiepido torpore di un sereno abbandono... ma le bastò qualche istante per capire che,
    se solo avesse potuto, sarebbe rimasta così per sempre.
    jpg
    « Grazie, Killua... »

    Con quel mormorio sottile sulle labbra ben disegnate, la fanciulla non accennò a volersi scostare da lui; anzi, mentre le mani bianche risalivano la schiena del ragazzo, aggrappandosi debolmente alla stoffa della sua maglia, la testolina dorata di lei si accoccolò completamente sul suo torace.

    « ….sei davvero meraviglioso. »

    Forse era un po' poco a dirsi, per una come lei che era solita ciarlare molto, ma quello era l'unico pensiero coerente che la sua mente infranta riuscisse a formulare in quel momento... perché non aveva bisogno di preoccuparsi delle apparenze, di difendere il segreto della sua razza, di dissimulare la sua natura, o di nascondere le sue emozioni: si sentiva sicura in quell'abbraccio come le capitava solamente talvolta in alcuni sogni, era in pace in compagnia di quella persona, e con l'orecchio accostato al suo cuore sentiva nella melodia di quel battito energico e vitale la musica più bella del mondo.

    Chissà quando l'albino avrebbe realizzato di aver fatto un grosso errore?
    Perché se anche il giro sulla ruota panoramica fosse giunto all'inevitabile termine,
    adesso, non si sarebbe più staccata per un bel pezzo...



    Edited by Madhatter - 18/3/2017, 20:02
     
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    Si sentiva in pace con se stesso, felice, come se potesse volare rimanendo stretto in quell’abbraccio mentre provava quella sensazione di leggerezza e di liberazione unica nel suo genere. Chiuse gli occhi mentre ricambiava quell’abbraccio stringendosela a se con maggiore forza ma sempre con delicatezza. In quel momento, gli tornò alla mente lui e la sua sorellina che da piccoli giocavano nel cortile della loro villa, l’affinità che c’era tra di loro, quel suo segreto che solo loro conoscevano. E poi la sua mente viaggiò rapida negli anni fra i suoi ricordi fino a riportarlo a Gon, quell’amico incontrato per caso che gli cambiò la vita. Insieme a lui si era divertito, arrabbiato, aveva riso, pianto, sofferto e nonostante tutto la loro amicizia era rimasta sempre più solida che mai, rafforzandosi maggiormente ogni volta che superavano un ostacolo o che raggiungevano un nuovo obbiettivo.
    Un celo stellato andava piano piano a scomparire intorno a loro via via che il tempo passava, e che la giostra girava. E nonostante i minuti continuavano a scorrere senza sosta, nessuno dei due sembrava intenzionato a mollare quell’abbraccio, a voler spezzare la magia di quel momento come se volessero far durare quell’istante in eterno ma poi il giostraio li riportò alla realtà aprendo la porta della loro cabina e invitandoli a scendere.
    Killua fu il primo ad allentare la presa, prendendola dolcemente per le braccia, stringendola delicatamente con le mani poco sotto le sue spalle. Rimase qualche secondo a guardarla, scrutando quel suo viso pulito e quei capelli che ricordavano l’oro per poi concentrarsi e perdersi ancora una volta nei suoi verdi occhi

    “che ne dici, andiamo?”
    Disse accennando un leggero sorriso che trasmetteva dolcezza.
     
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    Stretti in un sereno abbraccio, la bionda e l'albino rimasero quietamente in silenzio, assaporando senza fretta quei momenti di calore umano e armonia perfetta... e, con ogni probabilità, sarebbero potuti rimanere così ancora più a lungo se la porta della cabina non si fosse lentamente aperta, rivelando oltre lo spiraglio il viso rubicondo e allegro del giostraio: il giro era terminato, e -come l'omino fece presente- era il tempo di scendere e lasciare il posto sulla ruota panoramica anche agli altri visitatori in attesa.

    Allentando la loro stretta quel tanto che bastava per scostarsi da lei, Killua le fece scivolare le mani sulle spalle, fermando la presa sulle corte maniche della camicia bianca della ragazza, e rimase così a guardarla in viso per un lungo momento, cercando i suoi occhi verdi con le iridi di cielo, limpide e blu.


    “Che ne dici, andiamo?”

    Forse avrebbe dovuto concentrarsi almeno un po' per mantenere un certo distacco davanti a quell'estraneo, ma... non riusciva davvero preoccuparsi di niente e nessuno, in quegli istanti: il sorriso dolce di Killua, il suo sguardo premuroso, il tepore delicato del suo tocco... Si sentiva felice come una bambina, e non voleva pensare a nient'altro; dopotutto, la serata volgeva già al termine, il momento della separazione sarebbe arrivato fin troppo presto.

    « Sì, direi che è proprio l'ora! »

    E dopo aver recuperato il gigantesco orso, il bel mazzo di fiori, la borsa e la busta dei Chocorobot, i due si lasciarono alle spalle la ruota panoramica, passeggiando lentamente lungo i viali rischiarati dai lampioni e tenendosi per mano; dopo aver gironzolato per un po', si ritrovarono davanti al cancello dell'uscita... ed era ormai il tempo di salutarsi.

    « Grazie per la bella serata: sono stata molto bene...! ♥ »

    Accogliendo tra le braccia l'ingombrante peluche che lo Zoldick aveva avuto la cortesia di trasportare per lei, Kora restituì al ragazzino la busta dei dolci... approfittando di quel gesto per sporgersi un po' di più verso di lui e schioccargli un bacio su una guancia; poi, raddrizzatasi nella sua altezza, e rinsaldata la presa su bouquet floreale, girò i tacchi e mosse qualche passo per allontanarsi: non che non le andasse di godersi ancora una volta lo spettacolo delle guance dell'albino che si surriscaldavano, ma... preferì non mostrargli l'imbarazzo che colorò le sue.

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    « E non stare in pensiero: prometto di non spaventare nessun malintenzionato...! »
    lo rassicurò, lanciandogli un ultimo sorriso da sopra una spalla
    « Ti scrivo appena arrivo a casa! ♥ »

    E con l'incedere morbido ed elegante che le era proprio,
    la Vampira scomparve nella notte.

     
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