Una Giostra e Via

Game of Prompt: Romanticismo

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    Viaggiatore dei Mondi

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    Mi scuso in quanto le scene romantiche non sono il mio forte e mi sono cimentata in quella che per me equivale a una "bella sfida". XD
    Ci tengo a specificare che ogni riferimento a luoghi e persone è puramente casuale pur essendo, inizialmente, tentata a dar ai protagonisti i nomi di due staffer.
    Un bacione e un ringraziamento a chi leggerà questo one-shot, vi saluto con la speranza di strapparvi un sorriso.
    Vostra
    Jester



    [NSFW]: (Melius est abundare quam deficere)
    Luogo: Luna Park
    Frase scelta: "È che mi piaci..."
    "Se ti piacciono i fiori -e li strappi dai prati-, ti piacciono i conigli -e li mangi-, questo vuol dire che..."
    "Dovresti avere paura."
    Partecipante: Solitario
    Tema: Romanticismo
    Versione finale: 02.04.2017




    Andrea

    “È che mi piaci...”
    Farfuglia il giovane contorcendo le mani con frenesia e palese nervosismo mentre la frangetta corvina cela il suo sguardo sfuggente. A quella visione la mia risata sovrasta la musichetta allegra e monotona di sottofondo interrompendo la sofferta dichiarazione. Forse qualcuno potrebbe pensare che sono uno sfrontato, ma è difficile restare calmi quando succede qualcosa che non si era previsto.

    “Se ti piacciono i fiori -e li strappi dai prati-, ti piacciono i conigli -e li mangi-, questo vuol dire che...”

    “Dovresti avere paura.”
    Sta volta è lui a spezzare il mio discorso spiazzandomi; cosi, senza accorgermene, mi perdo nelle sue iridi di topazio e per un attimo mi chiedo se lo scarlatto che vi vedo riflesso gli appartenga, poi rinvengo, si tratta delle luci del parco ovviamente. Nonostante ciò la sua espressione indecifrabile mi mette in soggezione, ammutolisco non riuscendo a ignorare la sensazione d'allerta che s'annida nella mia mente, la superficie del mio spirito s'increspa rispecchiandosi nella pelle d'oca sulle mie braccia mentre un brivido risale su per la spina dorsale. In un attimo ho capito cosa intendono i ragazzi al corso di diritto privato quando descrivono Matteo come un tipo inquietante.


    Matteo

    Un germoglio nasce nel mio cuore arrampicandosi per la mia anima e facendola fiorire di speranza. Sono felice che Andrea abbia accettato di uscire con me per questo appuntamento, non pensavo che si sarebbe fatto convincere così facilmente.
    Sorrido notando che mi scruta con l'espressione seria e corrucciata e mi rendo conto di aver fatto qualcosa di strano. <maledizione> probabilmente devo essermi assentato un attimo e ho detto qualcosa d'inappropriato. Qualche volta mi capita e mi rendo conto che non è proprio una cosa ordinaria, ma non lo faccio di proposito.
    Ragiono un attimo sul da farsi mentre i miei occhi si perdono dietro un tendone colorato ammirando alta nel cielo notturno la risposta alle mie incertezze. “Andiamo sulla ruota panoramica?”
    Propongo con fare vispo e allegro mentre, senza attendere una risposta, afferro il mio interlocutore per l'avambraccio e lo trascino nella vivacità delle vie del Luna Park senza lasciarmi sfuggire il suo tentennamento.
    “Prometto di non farti male...”


    Andrea

    “Per il momento”
    Mi ritrovo a sussurrare confuso dagli sbalzi d'umore del mio accompagnatore cambiando ruolo e assumendo il ruolo di elemento a disagio. La situazione è anomala per me e in tutta sincerità devo ammettere di ritrovarmi in balia di emozioni contrastanti. Da un lato mi ripeto che non faccio nulla di male, che si tratta solo di un giro tra amici e che non accadrà niente; dall'altro canto mi pare già d'assaggiare il gusto invitante del proibito e non posso negare la mia soddisfazione alla rivelazione dei sentimenti del ragazzo.
    Infine... so che dovrei negare quello che sento, la cosa giusta da fare sarebbe frequentare una ragazza, tuttavia non vorrei che ci fosse nessun altro al suo posto. Il comportamento lunatico, a tratti infantile, di questo tipo mi diverte e incuriosisce e al momento ci sono molte poche cose che mi affascinano. Perciò spero che non troppi biasimino il mio atteggiamento. Con queste premesse, dopo essermi appena divincolato dalla sua morsa _ invero non così decisa_ mi lascio trascinare tra la folla mentre mi beo dell'odore di zucchero filato e inizio un'avventura nella trasgressione di questa fugace storia fuori dagli schemi.


    In poco tempo ci ritroviamo sulla cabina aperta e ciondolante della ruota panoramica, siamo a circa venticinque metri da terra e questo mi spaventa un po', tuttavia il mio compare non sembra condividere le mie stesse paure. Strano, considerando che qualche giorno prima mi aveva confidato di non amare particolarmente le altezze...


    Matteo

    “Sono così felice, è fichissimo!”
    Chioccio sporgendomi il più possibile in una sorta di masochismo personale ai bordi della piattaforma guardando giù per ammirare le luci della città che appaiono come lucciole nella notte mentre le vertigini mi pervadono. Poi odo la voce di Andrea ribattere con un “Sì” dal tono talmente erotico da farmi arrossire, mi chiedo se lo sentirò mai sospirare quel monosillabo con tale intensità in un altro contesto. Mi volto di scatto in sua direzione e mi ritrovo a fissare a occhi sgranati il ragazzo sulla ventina dalle iridi scure e la chioma castana seduto al mio fianco. “Prego?”
    “Cosa?”
    Lui non se n'è accorto neanche e continua a guardare davanti a sé con aria pensierosa e controllata degna di una statua, così un'insana idea mi travolge e la mia mancina corre sbadatamente sulla sua coscia.


    Andrea

    “Che cazzo vuoi?”
    Sbotto afferrando e bloccando la sua mano che corre sul cavallo dei miei pantaloni, per tutta risposta il giovane mi rivolge un sorrisetto divertito e sghignazza al che io non posso che ringhiargli contro. Ancora una volta sono io quello che si sente un pesce fuor d'acqua e tutta l'arroganza che mi ha caratterizzato dall'inizio serata si perde in un mare di nulla.
    “Il tuo, ovvio!”
    Cinguetta lui deciso e, ignorando il mio nervosismo, si sporge pericolosamente verso di me con il chiaro intento di strapparmi un bacio. Prontamente mi ritraggo con fare rigido e confuso; anche se non posso ammetterlo ad alta voce sono salito qui con l'intenzione di concludere, eppure il mio coraggio sembra dissolversi come neve al sole. Provo ansia ai giudizi della gente e mi chiedo se riuscirò a mantenere una relazione come questa clandestina, senza contare che non so se Matteo voglia che sia tale. Per quel poco che lo conosco mi sembra il tipo di persona pronta a urlarlo al mondo con un megafono. Eppure, guardando il suo viso proteso e le labbra piene mi viene davvero voglia di assaporare questa fetta di peccaminoso desiderio. Inoltre sarebbe un vero peccato arrivare fin a qui e non giungere in fondo alla faccenda.
    “Va bene, facciamolo!”
    “...”
    Proprio quando mi decido a rispondere a quel possibile contatto due occhioni azzurri tornano a sbirciare con un evidente punto di domanda.

    Matteo

    “Va bene, facciamolo!”
    Lo canzono riprendendo possesso della mia mano stretta ancora nella sua e battendola a pugno sul palmo della destra. “Mi sembri un soldatino”
    Lo stuzzico con l'intento di suscitare una reazione che non tarda ad arrivare. Andrea mi spinge con l'irruenza tipica di chi vuole nascondere l'imbarazzo sullo schienale e mi ruba un bacio umido e voglioso. Si vede che non è la prima volta che fa una cosa del genere, eppure il sottile velo d'imbarazzo che lo caratterizza inceppa i suoi movimenti che diventano quasi impacciati.
    Passato l'attimo di shock ricambio facendo scivolare la mia lingua tra le sue labbra e ingaggiando una lotta silenziosa. Intanto gli intreccio le braccia al collo scompigliandogli i capelli con le dita e attorcigliando corte ciocche ad esse. A questo punto siamo nel bel mezzo di un'effusione appassionata, famelica e imbranata che ci cala nella perfezione semplice e animalesca del momento.


    Forse un magico e sciocco attimo di follia.
    Dopo un minuto buono ci scostiamo affannati l'uno dall'altro e ne approfittiamo per guardare l'espressione dolce e al contempo sconvolta l'uno dell'altro. Una volta giunti fin qui anche lui si rende conto che mantenere una maschera d'indifferenza è controproducente; così mi rifiuta quando mi spingo addosso a lui e assaporo nuovamente le sue labbra mordicchiandole, leccandole e violandole. Intanto una mia mano si fa spazio sotto la sua camicia tastando il bassoventre per poi ritrarsi, non passa oltre la soglia, non ora perlomeno.
    “Questo è...”
    “Interessante!”


    Andrea

    Concludo con un sorriso da squalo riprendendo finalmente il controllo mentre la giostra si blocca al suolo segnalando che è ora di scendere. Veloce mi libero dalla sbarra di ferro e accingo a uscire dalla cabina per poi fermarmi sulla soglia. “Vieni?”
    Chiedo al corvino che non accenna ad alzarsi porgendo la mano che lui afferra immediatamente.


    Matteo


    “Dove vuoi” Rispondo con tono carico di malizia ammiccando e accettando il suo invito. Poi, senza pensarci, aggiungo con fare timido e un po' troppo zuccheroso. “Tunnel dell'amore?”
    L'occhiataccia che l'altro mi lancia mi fa capire che forse sto tirando un po' troppo la corda. Al che il mio sguardo non può far a meno di rattristarsi, ci rimango male se penso che Andrea non voglia dar nell'occhio e che si vergogna di noi. Perché stiamo insieme, giusto?
    “Casa degli orrori.”
    Decide lui mentre il mio sguardo cade sulle nostre dita ancora intrecciate, <oh, non c'avevo fatto caso>.
    Sorrido, in fondo anche tra streghe e vampiri ho delle buone possibilità; ad esempio posso fingere di aver paura del mostro random e approfittarne per rifugiarmi fra le sue braccia. Ghigno, non c'è che dire, sono proprio una sgualdrina. “Certo!”
    Mi accollo al suo braccio come una cozza ad uno scoglio, poi mi alzo sulle punte per vincere il divario dall'altezza.
    “Fiorellino, non vedo l'ora di coglierti. <3”
    Gli soffiò in un orecchio la mia provocazione mentre l'eccitazione si fa palpabile e l'unica domanda possibile aleggia fra noi.
    “Casa mia o tua?”



    Edited by Jester - 2/4/2017, 14:20
     
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