Sand’s Council

[EM] All the World's Evil ▪ Audient Void

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    { Merovish, Sala del Concilio delle Sabbie }
    pov – يقبرني

    I Cristalli di Luce incastonati nei pilastri del salone diffondevano un’illuminazione fredda e soffusa, che lambiva a fatica le volte di pietra. In quell’antro sotterraneo il mobilio consisteva soltanto di un massiccio tavolo esagonale - circondato da una dozzina di sgabelli spartani - il tutto delimitato da un circolo pieno d’acqua incavato nel marmo. L’ambiente sacrale e silenzioso pareva più adatto ad un contesto religioso che politico, eppure in quel luogo inaccessibile ai più si riunivano occasionalmente le eminenze del Presidio Sud, prendendo parte al cosiddetto “Concilio delle Sabbie”.

    In assenza di un Alfiere sul trono meridionale, quest’istituzione era l’organo deliberativo che faceva le veci di Lord Aeon nel Dominio della Violenza. I rappresentanti dell’Esarcato dei Pasha e della Legione delle Sabbie, da sempre i piatti della bilancia che reggevano il delicato equilibrio di Merovish, si riunivano per decidere le sorti del loro popolo e votare i provvedimenti che non potevano intraprendere autonomamente.

    Pur trattandosi di un esempio di democrazia notevole per gli standard del semipiano - sorretto da tiranni o sporadici sovrani illuminati - un quesito sorgeva spontaneamente al cospetto di quell’esagono sospeso sull’acqua: chi poteva assicurare un sereno svolgimento delle assemblee nel clima di perenne tensione che si respirava nelle alte sfere, dove perfino le coltellate alle spalle erano parte integrante del sistema di successione?

    Il suo nome nell’antica lingua del Sud era يقبرني (pronunciato Ya'aburnee), un lemma ormai dimenticato e probabilmente intraducibile. Era un’entità insondabile, d’incerta matrice biotecnologica o arcana (se non addirittura una sintesi delle due). Esisteva da quando si aveva memoria del Concilio, era contemporaneamente custode di quel luogo e depositaria di ogni procedura codificata: disciplinava il tipo di votazione necessaria per le diverse materie, verificava l’autenticità dei partecipanti, moderava le discussioni in caso di degenerazioni e vigilava sul corretto funzionamento dell’istituzione. Era un’autorità imparziale, indifferente all’una o all’altra fazione, perciò impossibile da corrompere. In ausilio alla sua sorveglianza vigeva anche un complesso sistema d’incantamenti imposto sul tavolo delle riunioni, che impediva l’uso di poteri, malie o congegni che potessero traviare di nascosto il giudizio degli altri convenuti.

    Il senzavolto d’avorio fluttuava sulla superficie specchiante della polla d’acqua, attendendo che i membri del Concilio scendessero la scalinata dopo le perquisizioni di rito che li attendevano ai piani superiori. Ciascun Pasha si sarebbe seduto davanti all’emblema del rispettivo Distretto (nonché strumento di voto universale in quella sede), mentre il Comandante della Legione avrebbe occupato uno dei posti liberi – dato che la lastra esagonale assegnatagli era quella centrale.

    Ya'aburnee sapeva che all’ordine del giorno ci sarebbe stata la votazione finale per l’elezione del successore di Pasha Preek, brutalmente assassinato durante una spedizione archeologica da lui patrocinata. Non era dato sapere se avesse una qualunque opinione sull’evento, o se più semplicemente il suo approccio asettico si estendesse anche alle tragedie in cui incorrevano gli Ufficiali fuori della sua giurisdizione.

    Un rumore di passi contaminò il silenzio: il primo convenuto stava scendendo le scale reggendosi al corrimano. Si trattava di Egon Emeros, Pasha del Distretto delle Ceneri, che per il regolamento di quel luogo aveva lasciato la sua inseparabile guardia del corpo Alarya ad attenderlo di sopra. Dopo aver sondato che non si trattasse di un impostore e che non stesse subendo influssi di terzi, l’entità notò un’impercettibile alterazione nei suoi pattern mentali: l’anomalia non rientrava nelle casistiche che le davano autorità di estromettere un partecipante dal Concilio, ma era sufficiente per attivare un determinato protocollo.

    « Si sente bene, Eminenza? »

    Chiese con voce impersonale, senza trasmettere una genuina preoccupazione per la sua salute.

    « Sì, sto solo smaltendo una sbornia, ma sono lucido. »

    Archiviò la risposta e diede il suo lasciapassare estendendo un braccio scheletrico verso il lato del tavolo riservatogli. Il Pasha si sedette cercando di sopprimere i tremori del nervosismo: quella maledetta cosa fiutava nell’anima meglio del diavolo, e ciò lo inquietava da sempre.
    Per un attimo aveva temuto che lo avrebbe scoperto…

     
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    A distanza di pochi minuti, due altre figure si apprestarono a scendere quella stessa scala, parlottando a bassa foce l'uno all'altra.
    Si trattava dei due Pasha della Fame e dei Caduti, il Boggart e l'Automa.
    Il primo, basso e bitorzoluto, vestiva una larga giacca di cuoio rossa, elegantemente rifinita con dettagli dorati, e semplici braghe di tela nere. La barba di Zimmer, un tempo dello stesso colore dei suoi pantaloni, era ora bianca e tristemente incolta. Ciuffetti ribelli spuntavano di qua e di la, conferendogli quell'aspetto rustico che tanto faceva impazzire le donne.
    Aveva un espressione stanca scolpita nel viso, e le profonde occhiaie disegnate sotto gli occhi la dicevano lunga su quanto poco dormisse il molliccio in quei giorni.
    Alla cintura portava da un lato il pugnale cerimoniale dalla lama rossa, dall'altro un pesante tomo, nascosto sotto la giacca e fissato alla cinta con una spessa catena metallica.

    Il Pasha dei Caduti portava il medesimo pugnale, legato al collo come fosse una squisita decorazione... ma li finivano le similitudini con il suo collega.
    La Dama del Tè era un automa, una bambola meccanica dalla pelle diafana e l'espressione scolpita in una smorfia serena. Vestiva con un elegante kimono rosso, ornato da decorazioni floreali dello stesso colore, e avanzava senza fretta, come se avesse tutto il tempo del mondo.
    Sembrava esattamente quello che era stata costruita ad essere: una geisha artificiale.
    Una geisha artificiale che gestiva uno dei mercati di schiavi più grande del semipiano.

    … cinquecento schiavi, si. E' raro assistere ad acquisti così corposi. Il pagamento è avvenuto subito e senza problemi: subito dopo i due son ripartiti per il Porto Sepolto. stava mormorando la Dama verso Zimmer, con la stessa scioltezza di chi descriverebbe l'acquisto di un paio di scarpe.

    Zimmer ascoltava, con espressione corrucciata, come se la cosa lo turbasse. Poi scacciò via il pensiero con una scrollata di spalle. Gente ha soldi da buttare, mia cara. Importante è che tu è stata pagata.

    I due avevano preso l'abitudine di scambiarsi pareri, di tanto in tanto.
    Dopo anni di intrighi e affari stipulati assieme, ora che erano entrambi sullo stesso piano un briciolo di cameratismo non guastava.
    Dopo i fatti avvenuti alla riunione degli Elldroc, era ormai chiaro a tutti cosa poteva succedere, ad essere scortesi fra colleghi. C'era da perderci la testa.

    Una volta arrivati in fondo alla scala, il senzavolto – l'unica sentinella in grado di preservare l'integrità di quella sala – si interessò ai due.
    Accertarsi dell'identità e degli intenti della Dama del Tè fu rapido e indolore.
    Per quanto terribilmente umana potesse sembra a volte, il Pasha dei Caduti era pur sempre un costrutto artificiale. Anche se dotato di autocoscienza, si muoveva lungo codici rigidissimi, che come sacri dettami inviolabili... dettami che se hakerati, sarebbero stati ben più facili da scoprire di qualsiasi sotterfugio mentale.

    No, la pallida guardiana impiegò solo qualche secondo ad accertarsi che la Dama fosse chi effettivamente diceva di essere... si soffermò invece sul suo accompagnatore, il rossissimo Zimmer.
    Lo squadrò a lungo, per interminabili secondi. La mente di un Boggart era intricata come quella di un labirinto disegnato da un neonato ubriaco.
    SIGNORA: MEROVGAS, PER IL CAMBIO DEL CONTATORE DEL METANO! MI APRE PER CORTESIA? le urlò contro invece il Boggart, lanciandole al contempo un Meter chiuso per morosità.

    Una volta ricevuto il benestare, i due raggiunsero silenziosamente i relativi seggi.
    Il Boggart ruttò rumorosamente, si sedette sul suo scranno e, dopo essersi messo comodo, si accese la pipa d'avorio intagliato.
     
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    jpg« E'.... è davvero affascinante...! »

    Fermo in cima alla rampa di gradini che collegava il posto di blocco all'ingresso dalla Sala del Concilio, le iridi dorate dello Speziale abbracciarono in una sola occhiata quell'ambiente ricercato, studiato per risultare suggestivo, ricco e solenne, pur conservando in sé il carattere semplice e spartano del massimo pragmatismo: un tavolo, delle sedie e nient'altro...a parte Ya'aburnee, la strana creatura che apparteneva alla stanza come parte integrante del suo arredo, e che avrebbe presieduto alla discussione in qualità di moderatore. E a cui Kalanjanus aveva dedicato quel commento.

    « Che uomo crudele e indelicato...! »
    lo punzecchiò con tono finto-offeso la bellissima fanciulla al suo braccio
    « Fare un commento del genere a un'altra, quando io sono qui. »

    Gli occhi rossi della Signora delle Polveri si appuntarono in quelli del Mercante di Spezie col tono eloquente (e terribile) di una donna che aspetta spiegazioni... ma la curva divertita delle sue belle labbra -dipinte di rosso come era voga nel Presidio Occidentale, di cui ella era originaria- rendeva piuttosto evidente che la sua gelosia fosse solamente uno scherzo; una parodia di quel sentimento velenoso. Un ruolo fittizio in quel gioco delle parti.

    Il Pasha del Distretto delle Luci e quella del Distretto della Polvere si erano presentati insieme, come ormai non era raro capitasse di vederli, tanto nel corso di contesti ufficiali analoghi, quanto in situazioni più informali: che lui le avesse salvato la vita durante l'attacco dei terroristi dell'Arena Nera gli era certamente valso un'ottima prima impressione ai di lei occhi di rubino, e il fatto che -fresco di nomina- lo Speziale avesse preso la donna come punto di riferimento e buona consigliera nella gestione di quella nuova carica aveva finito per avvicinarli sempre più.

    « Sono stato scortese? Posso farmi perdonare... »

    Recitando magistralmente il ruolo, e modulando volto e voce per suonar costernato, lo Speziale prese una mano della Dama tra le sue e se la portò alle labbra, per sfiorarne la pelle con un baciamano.

    jpg
    « Vedremo... »
    replicò la donna con un'occhiata compiaciuta e tornando a rivolgersi alla Sala
    « ...adesso sarà meglio accomodarci ai nostri posti. »

    Dopotutto, tergiversare era inutile: tutti gli altri membri dell'Esarcato erano già arrivati -seppur da poco-, ed era davvero il caso di raggiungerli: così, Kalanjanus le offrì il braccio, e -dopo che Najaran lo ebbe accolto- la scortò con passo sicuro giù per la scalinata e fino al posto contrassegnato dall'emblema del Distretto corrispondente, scostandole la poltroncina e aiutandola a sedersi.

    Prima di allontanarsi per raggiungere la propria postazione, il giovane dalla pelle bronzea si fermò accanto al seggio occupato dal Pasha del Distretto della Fame, per porgergli i suoi saluti mentre questi sfumacchiava una pipa: anche il Boggart era arrivato in compagnia di una signora (seppur meccanica), e per quanto avesse pensato di esordire con qualche battuta per complimentarsi di quella conquista, rompendo il ghiaccio e salutando un vecchio compagno d'armi -oltre che esimio collega-, la goliardia fu sostituita da una certa preoccupazione quando ebbe modo di vedere da vicino la sua faccia.


    « Ehi, Zimmy! Che brutta cera, che hai... »
    gli disse, imbronciandosi un poco, come un bambino triste
    « Può servirti qualche medicina per aiutarti a dormire?
    ...o a restare sveglio? »

     
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    L’ultimo partecipante della seduta plenaria scese la scalinata con passo severo, squadrando dall’alto i Pasha che si erano già accomodati ai loro posti. Indossava la divisa nera da Comandante della Legione e - dopo che l’analisi dell’entità guardiana ne confermò l’identità - Bid’daum prese posto nel lato lasciato vuoto dal defunto Eunuco, ovviamente senza poter interagire con l’emblema del Distretto del Kanti.

    Come di consueto Ya'aburnee non si sedette, restando in disparte ad aleggiare sull’acqua, a riprova del fatto che non era un partecipante del Concilio, bensì un ente super partes.

    « Bentrovati, v’informo che le indagini hanno prodotto un profilo dell’assassino di Pasha Preek. »

    Rispettando l’ordine del giorno, iniziò l’assemblea aggiornando i Pasha su quanto avevano scoperto gli inquirenti della Legione. Appoggiò sul tavolo un piccolo congegno che proiettò un fascicolo olografico con tutte le informazioni: il sicario era un maschio adulto di razza umana con capelli e occhi scuri, come si vedeva dal ritratto ricostruito tramite i ricordi dei testimoni oculari. L’analisi della sgozzatura aveva identificato l’arma del delitto, ovvero un pugnale di fattura esotica imbevuto di una tossina sedativa. Erano rimaste anche flebili tracce della manifestazione energetica con cui il killer aveva scagliato un sottoposto di Preek contro i testimoni, il che aveva permesso di schedare la sua aura insieme al resto delle generalità.

    « Per quanto riguarda eventuali mandanti, le piste battute finora non hanno mostrato riscontri. »

    Dato il numero esorbitante di nemici che si era fatto Preek, sarebbe stato arduo risalire a chi ne aveva ordinato l’omicidio. Considerando inoltre la sua posizione a Yasul, non si poteva escludere l’ipotesi di un mandante estero.

    « Disponiamo comunque di un identikit sufficiente per assicurarci che non metta piede a Merovish e che sia ricercato in tutto il Presidio. »

    Se nessuno dei presenti aveva intenzione di avventurarsi fuori dalla Tana senza una scorta dell'esercito, potevano facilmente scongiurare ulteriori spargimenti di sangue. Esaurita quindi la questione dell’assassino, era doveroso riferire l’insolita condizione della vittima.

    « L’autopsia di Preek ha rivelato che al posto del suo spirito era presente un parassita di origine ignota: l’anima originale ha lasciato il corpo molto tempo prima della sua morte corporale, all'incirca nel periodo in cui avvenne l’attentato all’Arena Nera. Inoltre mancano i resti del parassita, perciò non si esclude che potrebbe essere migrato altrove. »

    A quel punto i suoi occhi passarono in rassegna i convenuti, fermandosi infine sulla Signora del Distretto della Polvere, ormai l’ultima rappresentante della vecchia guardia dell’Esarcato.

    « Pasha Najaran, tra i presenti lei è l’unica che potrebbe aver notato delle differenze nel suo comportamento. Ha qualcosa da dire al riguardo? »

    Incrociando le mani sul tavolo terminò il suo intervento.
    Il Concilio si prospettava ricco di colpi di scena.

     
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    Non appena la scintilla dell'acciarino accese il contenuto della pipa, un aroma speziato si diffuse attorno al rossiccio, che aspirando avidamente il venefico fumo fu finalmente capace di alleviare la tensione dei suoi poveri, ormai vecchi nervi.
    Un sorriso tirato gli si disegnò in volto, quando il suo collega del Distretto delle Luci si avvicinò per salutarlo. Dalla loro nomina non avevano poi avuto molte occasioni per confrontarsi, e il Boggart si sorprese a dispiacersene.

    Stava diventando troppo morbido con i bipedi, lo sapeva.
    Maledetta vecchiaia. Era arrivato non solo a rispettare, ma anche a provar simpatia per quelle inutilmente alte creature, che nascevano e morivano così in fretta...

    Tu no preoccupa per mie vecchie ossa, Kalancoso... mie zanne sono ancora affilate, e per quanto riguarda sonno... Zimmer picchiettò discretamente due dita sul dorso della pipa. ... io ha miei metodi.
    Forse l'esperto naso del Pasha delle Luci avrebbe potuto riconoscere qualche ingrediente di qualsiasi cosa stesse bruciando nella pipa di Zimmer, ma non tutti. Quella miscela aveva dello speziato, del piccante, del dolce e del rancido: era una miscela Boggart, e il rosso si sarebbe portato il segreto nella tomba, con ogni probabilità.
    Chissà quante ore avrebbero piacevolmente potuto passare, quei due, a discutere di alchimia.

    Non è che tu ha qualcosa contro prurito, invece? Io ha già provato di tutto. domandò invece, mentre si sorprendeva - di nuovo - a grattarsi il braccio destro.

    Anche il Castigo fece il suo enigmatico ingresso. Il Boggart gli lanciò un rapido saluto mentale mentre prendeva posto a quella tavola di segreti, mentre si costringeva a tener le mani ferme e non scorticarsi l'arto apparentemente urticato. Lui e Bid ormai si incontravano solo in riunioni e concili segreti... i giorni della caccia ai cinghiali erano lontani quanto i sogni d'infanzia di un vecchio.

    Poi, la riunione iniziò.

    Zimmer si fece scuro in volto, fumando con più intensità.
    Preek era morto.
    Uno dei suoi innumerevoli nemici aveva finalmente avuto l'ardire di privarlo della vita.
    Era parecchio che un Pasha non veniva assassinato, e nel giro di poco, ecco che due di loro avevano lasciato questa valle di lacrime. E nonostante il rosso non avesse nulla da dire sulla dipartita del vecchio proprietario della Casa del Sangue, se non risate e insulti, questo non valeva per Preek.

    Quell'uomo non era stato solo un Pasha, ma anche un formidabile uomo di Merovish.
    Una larghissima fetta dell'economia della Tana era riemersa dal limbo grazie a quel buffo e rotondo uomo pelato, che da solo era riuscito a rabbonire tutti i lavoratori del distretto minerario, intervenendo spesso a loro favore. Zimmer era sicuro che Preek avesse i suoi motivi per essere un “uomo del popolo”, e di tanto in tanto gli era anche capitato di inciampare in uno dei fili della sua fittissima ragnatela di segreti... ma questo non gli impediva di ammirarlo.

    La riunione dei Due Popoli, che ormai era stata battezzata, non aveva fatto altro che rafforzare quel sentimento.
    E ora era morto.

    L'autopsia operata sul suo corpo, poi, gettava ulteriori ombre.
    Tu sta suggerendo che chelo che noi ha avuto modo di conoscere, dopo fatti di arena nera... no era Preek? domandò Zimmer, con espressione corrucciata. Anche il suo sguardo volò verso la Lady della Polvere, aspettando una sua risposta.
     
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    Tu no preoccupa per mie vecchie ossa, Kalancoso...
    Mie zanne sono ancora affilate, e per quanto riguarda sonno... io ha miei metodi.

    lo strano accento del Boggart e la pipa che sfumacchiava dettero pronta risposta
    Non è che tu ha qualcosa contro prurito, invece? Io ha già provato di tutto.

    « Beh... dipende dal tipo e dalla causa del prurito... »
    commentò distrattamente lo Speziale, carezzandosi il mento
    « Magari ci vorrebbe un unguento lenitivo... o un impacco oleoso... o un chier-... »

    Ma il tempo dei convenevoli era terminato, e l'arrivo del Comandante della Legione delle Sabbie lo rese ben chiaro nell'istante stesso in cui la sua figura intimidatoria emerse sulla cima della scalinata, dipanando il silenzio quando si accomodò al posto del defunto Pasha del Distretto del Kanti e prendendo la parola per riportare tutti i presenti all'ordine del giorno... il fulcro attorno a cui vertevano quelle riunioni straordinarie.

    « Bentrovati, v’informo che le indagini hanno prodotto un profilo dell’assassino di Pasha Preek. Per quanto riguarda eventuali mandanti, le piste battute finora non hanno mostrato riscontri. »
    espose, mentre un proiettore olografico forniva supporto visivo ai presenti
    « Disponiamo comunque di un identikit sufficiente per assicurarci che non metta piede a Merovish e che sia ricercato in tutto il Presidio. »

    jpgNell'osservare le immagini che Bid'daum aveva selezionato per loro, un fosco velo di quieta rabbia era calato -silenzioso e discreto- sugli occhi di rubino della Signora del Distretto della Polvere; sebbene il suo incantevole aspetto non lo dimostrasse, era più vecchia e rigida di quel che sembrasse, e per quanto non potesse definire l'assassinato come qualcosa di vagamente simile ad un amico-un termine rischioso da usare a Merovish- , il tempo che li aveva visti vegliare sul Sud, il rispetto per il suo operato, e il cameratismo che provava nei suoi confronti erano sufficienti a farle desiderare per l'uomo ritratto nell'identikit una morte lenta e dolorosa.

    « L’autopsia di Preek ha rivelato che al posto del suo spirito era presente un parassita di origine ignota: l’anima originale ha lasciato il corpo molto tempo prima della sua morte corporale, all'incirca nel periodo in cui avvenne l’attentato all’Arena Nera. Inoltre mancano i resti del parassita, perciò non si esclude che potrebbe essere migrato altrove.

    Pasha Najaran, tra i presenti lei è l’unica che potrebbe aver notato delle differenze nel suo comportamento.
    Ha qualcosa da dire al riguardo?
    »

    Quel che udì dopo, invece, la raggelò sul suo scranno, facendola -se possibile- impallidire ancora di più per la sorpresa: che storia era quella? Cosa stava dicendo il Legionario? Un parassita spirituale nel corpo di Preek... Addirittura dall'attentato all'Arena Nera? Non aveva nessun senso... Non... Non era possibile che...

    Tu sta suggerendo che chelo che noi ha avuto modo di conoscere,
    dopo fatti di arena nera... no era Preek?


    Contrariamente a quel che ci si sarebbe potuti aspettare, sentire su di sé gli occhi del Khutiano e quelli del Boggart aiutò la donna a tornare lucida; ciò non di meno, mentre raccoglieva lo sguardo di Zimmer e poi volgeva la sua attenzione a Bid'daum, ella non si sforzò di nascondere il suo turbamento: non solo per la notizia in sé, quanto per le sue oscure implicazioni.

    « E' vero che, a causa dei rispettivi incarichi, non siamo stati troppo spesso in contatto se non in occasioni formali come questa o per discutere di affari, ma... una parte di me trova assurdo credere che qualche altra creatura o entità abbia potuto sostituirsi al Pasha Preek: niente nel suo comportamento o nelle sue parole ha dato adito ad anche solo un sospetto che egli non fosse pienamente in sé. »

    Nel parlare, la voce dell'interrogata era sicura e sincera: mai una volta Preek aveva vacillato nell'incertezza di un impostore, agito diversamente dal suo solito, sbagliato nel cogliere qualche riferimento ad aneddoti passati -come si trattasse di un codice privato-, o detto qualcosa di strano... eppure, non parve neppure incline a negare a priori quella possibilità; dopotutto, il dubbio aveva sempre un posto d'onore nelle aule del potere di Merovish.

    « ...d'altro canto, i fatti sono più solidi di ogni congettura: salvo errori clamorosi -di cui dubito- le tracce di questo parassita sono più reali di qualsiasi impressione possiamo aver avuto sul suo conto, perciò c'è da considerare l'ipotesi che l'infestazione abbia lasciato la mente del Pasha cosciente, o comunque ancora funzionante e sfruttabile come banca-dati per sostituirsi a lui senza destare sospetti. »

    Lasciato il fianco di Zimmer, Kalanjanus raggiunse il proprio posto al tavolo esagonale, e -mettendosi silenziosamente sedere- lasciò che la mano abbronzata e forte scivolasse sul ripiano ligneo per avvicinarsi a quello della fanciulla in kimono; concentrata sul discorso, Najaran non si sottrasse a quel gesto di sostegno, ma neppure parve darvi bado.

    « Se i dati sono attendibili come temo, e Pasha Preek è davvero morto il giorno dell'attacco terroristico all'Arena Nera, mi chiedo chi sia ad averlo sostituito: se fosse una forma di vita intelligente con un piano in mente, o se non fosse invece controllata da qualcuno.... »
    rimuginò la donna, condividendo con l'assemblea le sue considerazioni
    « ...ma, soprattutto, mi domando a quale scopo: per quanto questa cospirazione getti ombre sulla scena, l'operato di Preek -occulto e non- non ha mai destato preoccupazioni, e si è sempre -anzi- rivelato utile ai nostri interessi e a quelli del Presidio. »

    « Chissà che anche il suo assassinio non sia legato a questo mistero...?
    ...sarebbe una svolta davvero avvincente, non trovate? »

    buttò lì il Pasha delle Luci, con l'entusiasmo creativo e appassionato del cantastorie
    « Una misteriosa entità -magari uno dei Titani usciti da Krarth- uccide il Pasha Preek, prende possesso del suo corpo, e lo impersona alla perfezione per mesi, complottando nell'ombra... finché un misterioso sicario non lo scopre e gli rovina i piani...! »

    jpg« E' di un volgare assassino che stiamo parlando. »
    ribatté piccata la Pasha della Polvere, scoccandogli un'occhiata severa
    « Così lo fai quasi sembrare un eroe... »

    « ...e come facciamo ad essere sicuri che non lo sia?
    A conti fatti, non sappiamo un bel nulla di questa faccenda. »

    replicò con disinvoltura e vivace curiosità l'altro, stringendosi nelle spalle
    « A meno di trovarlo e chiederlo direttamente al parassita, o al suo mandante, nel caso fosse controllato da qualcuno, -e immagino in teoria si potrebbe, dato che è scappato o stato rimosso- una teoria è buona quanto un'altra... no? »

    Gli occhi dorati dello Speziale passarono in rassegna i volti dei presenti, curioso di osservare le loro reazioni e sentire altri pareri; a giudicare dalla leggerezza quasi fanciullesca con cui aveva fornito il suo apporto alla questione, sembrava non aver preso troppo sul serio l'episodio... eppure, per chi lo aveva visto sorridere con la stessa spensieratezza anche mentre affrontava la morte e i Titani per le gradinate dell'Arena Nera, era superfluo dire che con lui non c'era da fermarsi alle apparenze.

    Kalanjanus era un tipo
    strano, di questo non faceva mistero col suo modo di essere, ma -per trovarsi dove si trovava- non difettava certo di buonsenso e intelligenza, perciò... era davvero così assurdo, implausibile e privo di logica quel che aveva ipotizzato? E, soprattutto, quanto era da prender sottogamba l'inespressa -ma ben sottintesa- probabilità che il misterioso parassita prendesse possesso di qualche altra testa coronata per continuare a perpetrare i suoi ancora più misteriosi piani? Quel Concilio delle Sabbie avrebbe dato a tutti molto di che pensare...

     
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    pov – Egon Emeros

    Non si sentiva al sicuro in quella sala lugubre e spoglia, priva di guardie e degli agi di cui poteva godere alla sua reggia. Spiò di sottecchi gli altri Pasha, come se cercasse gli indizi di una congiura nei suoi confronti, e quella panoramica gli ricordò perché evitava il più possibile le altre eminenze del Sud: mal sopportava quello gnomo bitorzoluto e sporco, che come una ciminiera appestava l’aria con zaffate vomitevoli; covava un astio pungente per la sgualdrina meccanica che aveva ucciso Pasha Tail - uno dei suoi alleati più fidati - per sottrarne il seggio nell’Esarcato; diffidava anche dello speziale e della vecchia Najaran, che si era lasciata abbindolare dalla sua parlantina.

    Eppure nemmeno la somma di tutta quell’acredine si avvicinava lontanamente all’ostilità che serbava per l’ultimo partecipante del Concilio: quell’essere psicopatico e deforme che aveva usurpato la guida dell’esercito senza aver militato un solo giorno prima della sua nomina illegittima. Non avrebbe mai accettato che la pubblica sicurezza fosse nelle mani di quella sottospecie di stregone psicolabile.

    Per tutti questi motivi la questione del “parassita spiritico” gli puzzava di rancido: davvero dovevano bersi la storia di un Pasha che - senza alcun mutamento comportamentale - era segretamente vittima di una sorta di sanguisuga sciamanica (casualmente l’ambito di cui il monocornuto era esperto)? Chi poteva garantire all’Esarcato che non avesse falsato l’autopsia per sobillare e destabilizzare proprio il piatto della bilancia che frenava i suoi deliri di potere?

    « Se davvero una teoria è buona quanto un’altra, porgete orecchio alla mia: Preek non era uno stolto. Ammesso e non concesso che la presenza di questo fantomatico parassita sia confermata, io sarei più incline a credere che si trattasse di una contromisura voluta da lui stesso. Dopo aver assistito a casi estremi di controllo mentale proprio durante i disordini dell’Arena, Preek potrebbe aver accettato un simbionte che potesse tutelarlo da incidenti spiacevoli. »

    A quel punto rivolse uno sguardo eloquente proprio al demonio in uniforme, tanto sfrontato da occupare il seggio del defunto Pasha.

    « È curioso che Preek sia stato assassinato proprio durante una spedizione che aveva preferito non dichiarare alla Legione delle Sabbie. Pur conoscendo i rischi, ha optato per circondarsi di mercenari ignari piuttosto che di soldati… come se temesse qualche tipo d’ingerenza nei suoi affari. »

    Affilò il suo sguardo mentre proseguiva il ragionamento.

    « Stento a credere che un singolo sicario potesse rintracciare la sua posizione ed eludere la sorveglianza senza un supporto logistico di alto livello – diciamo di categoria militare. »

    Il tono ipotetico aveva palesi sfumature accusatorie.

    « Perciò mi dica, Comandante: oltre all’alibi perfetto che la sua milizia può ostentare, siete anche privi di un movente che potrebbe aver reso Preek un elemento scomodo ai vostri occhi? Ad esempio l’obiettivo dei suoi scavi archeologici? »

    Non erano trapelate molte informazioni sulla natura della spedizione.
    Forse l’équipe era giunta ad un vicolo cieco prima che si consumasse la tragedia.
    O forse qualcuno stava cercando d’insabbiare l’ennesimo segreto.

     
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    La testimonianza di Najaran non diede informazioni aggiuntive su cui investigare, ma portò comunque i presenti a riflettere sull’esistenza di un simbionte in grado di fondersi perfettamente col suo ospite. Lui stesso aveva letto di creature ectoplasmatiche che anelavano soltanto la propria sopravvivenza, in grado di autosostentarsi nelle matasse spiritiche altrui senza per forza alterare le abitudini del contenitore: la Tenebra del suo ex allievo ne era un esempio lampante. Ma qual era la probabilità che un individuo altolocato come Preek non fosse stato infestato proprio con scopi manipolativi?

    La successiva ipotesi di Kalanjanus non lo convinceva particolarmente: se davvero l’assassino mirava all’inquilino e non al suo guscio, era improbabile che una ferita fisica - per quanto letale - potesse debellare un parassita incorporeo. Certo, lo aveva privato di un contenitore particolarmente prezioso, ma se era in grado di trasmigrare in altre eminenze del Sud i suoi piani sarebbero stati solo ritardati.

    A quel punto era inevitabile l’interrogativo che ne derivava: se uno degli Ufficiali fosse stato infestato allo stesso modo di Preek, il Castigo sarebbe stato in grado d’individuarlo? I suoi poteri erano sufficienti per gestire questa minaccia ignota?

    « Per tutelarci da questo parassita sarebbe opportuno che i presenti si sottopongano periodicamente ad un controllo specialistico. Quest’oggi abbiamo superato tutti il vaglio di Ya'aburnee, ma un’eventuale infestazione potrebbe avvenire anche in futuro… »

    …oppure essere già avvenuta ed aver raggiunto uno stadio irrintracciabile – una prospettiva senza dubbio inquietante, che preferì tenere per sé.

    Il successivo intervento di Egon andò a pizzicare dei nervi scoperti, irritando esponenzialmente il Comandante ad ogni nuova illazione. S’impose di non perdere la calma per non dare adito alle sue accuse, ma quella serpe aveva fiutato parte della verità: per quanto non fosse lui il mandante del sicario, come extrema ratio aveva contemplato di ordinare a Dimitriy di mettere a tacere il Pasha, nel caso in cui le informazioni trapelate fossero state ben più critiche. Era sul punto di afferrare il cranio di quel bastardo impomatato per affogarlo nell’acqua sottostante, ma si limitò a contrarre lievemente la mascella e a ricambiare lo sguardo diabolico.

    « Non so come il ritrovamento della tomba di un’antica sciamana possa avvalorare le sue insinuazioni, ma la Legione può rendere conto del proprio operato a qualunque esperto vorrà interpellare. Siete liberi d’ispezionare il sito archeologico o di ripetete l’autopsia di Preek, se desiderate verificare la mia versione dei fatti. »

    La tensione nell’aria era palpabile. Per quanto si trovassero in un contesto diplomatico, tutti gli individui radunati intorno a quel tavolo erano degli autentici mostri: commercianti di vite o dispensatori di morte, con le mani lorde del sangue dei rivali che avevano soppresso. L’illusione di un’assemblea democratica era effimera come un miraggio tra le dune dello Yuzrab.

     
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    « Se davvero una teoria è buona quanto un’altra, porgete orecchio alla mia: Preek non era uno stolto. Ammesso e non concesso che la presenza di questo fantomatico parassita sia confermata, io sarei più incline a credere che si trattasse di una contromisura voluta da lui stesso. »

    jpgTra le tante doti di cui si riconosceva investito, lo Speziale amava ritenersi a buona ragione un ottimo cantastorie, e -in quanto tale- traeva sempre un certo sottile piacere dallo starsene sotto le luci dei riflettori a rapire l'attenzione degli altri e a catalizzarne la curiosità; fu anche per questo che la voce del Pasha delle Ceneri -non esattamente tra i suoi migliori amici- gli risultò particolarmente fastidiosa quando questi si impose all'assemblea, usurpando di fatto il suo posto.

    « Dopo aver assistito a casi estremi di controllo mentale proprio durante i disordini dell’Arena, Preek potrebbe aver accettato un simbionte che potesse tutelarlo da incidenti spiacevoli. »
    proseguì Egon, con un'inequivocabile e allusiva occhiataccia verso Bid'daum
    « È curioso che Preek sia stato assassinato proprio durante una spedizione che aveva preferito non dichiarare alla Legione delle Sabbie. Pur conoscendo i rischi, ha optato per circondarsi di mercenari ignari piuttosto che di soldati… come se temesse qualche tipo d’ingerenza nei suoi affari. »

    Con un sospiro annoiato e una non troppo celata aria di sufficienza, Kalanjanus si limitò ad ascoltare quelle illazioni con apparente noncuranza, celando persino un pigro sbadiglio dietro il palmo di una mano; quell'Emeros diceva davvero un sacco di idiozie: dove credeva di trovarsi? Quella era Merovish, mecca di intrighi e peccati, tutti avevano iniziative, progetti, o affari da tenere per sé per evitare ingerenze di qualsiasi tipo... ed era ovvio che un Pasha -che ne era in un certo qual modo un “sovrano”- non facesse eccezione...

    Se non hai nulla da nascondere, o sei stupido o stai mentendo... e tutti avrebbero potuto convenire sul fatto che Preek non appartenesse alla prima categoria; il punto in questi casi, di solito, è saper mentire abbastanza bene da non far capire agli altri il tuo gioco... e anche in questo, il Pasha del Kanti era stato un bravo giocatore: di fatto, alla luce degli ultimi risvolti, nessuno di loro sembrava avere ben chiaro la partita che l'altro avesse lasciato in sospeso.


    « Stento a credere che un singolo sicario potesse rintracciare la sua posizione ed eludere la sorveglianza senza un supporto logistico di alto livello – diciamo di categoria militare. »

    Ad ogni modo, la cosa non costituiva una prova troppo affidabile da imputare alla Legione: certo, come aveva poc'anzi detto lui stesso, un'ipotesi era buona quanto un'altra, ma... la logica alla base di quel tentativo di trovare un colpevole era abbastanza debole, lacunosa e irrazionale agli occhi dorati del Pasha delle Luci.

    jpgLa bella Najaran lasciò invece che le iridi rosso rubino ispezionassero con cura meticolosa tanto l'accusatore quanto l'accusato: al contrario di Preek, ella non aveva particolare stima o simpatia per nessuno dei due, eppure dubitava fortemente che il modo più appropriato o scaltro di agire in quel momento fosse cercare un capro espiatorio in seno al Consiglio; dopotutto, un caso analogo si era già verificato durante i festeggiamenti per la riapertura dell'Arena Nera.

    Un killer misterioso (lo stesso che aveva attentato anche alla sua stessa vita) si era introdotto con disinvoltura in una zona particolarmente sorvegliata senza destare alcun sospetto, e allo stesso modo si era dileguato; quella volta, la vittima era stato l'Alfiere Cheliax, ma... anche in quell'occasione la Legione delle Sabbie aveva disatteso i suoi compiti. E per quanto questo non discolpasse a priori Bid'daum, di certo era un
    precedente non trascurabile.

    « Perciò mi dica, Comandante: oltre all’alibi perfetto che la sua milizia può ostentare, siete anche privi di un movente che potrebbe aver reso Preek un elemento scomodo ai vostri occhi? Ad esempio l’obiettivo dei suoi scavi archeologici? »

    « Non so come il ritrovamento della tomba di un’antica sciamana possa avvalorare le sue insinuazioni, ma la Legione può rendere conto del proprio operato a qualunque esperto vorrà interpellare. »
    ribatté il Castigo, dopo aver fulminato Egon con un'occhiataccia che prometteva dolore
    « Siete liberi d’ispezionare il sito archeologico o di ripetete l’autopsia di Preek, se desiderate verificare la mia versione dei fatti. »

    « Oh, a me piacerebbe tanto vederla, questa tomba dell'antica sciamana! ♥ Visto quanto viaggio per affari, non sono ancora riuscito a trovare il tempo di godermi le bellezze della regione...! »
    cinguettò Kalanjanus con tono allegro, cogliendo l'invito e spezzando la tensione
    « ...ma non perché reputi la Legione direttamente implicata con l'assassinio di Preek: certo, il loro capo qui presente è un po' burbero, e non tutti riescono a trattarci e lavorarci -quindi posso capire la scelta di Preek di rivolgersi a Mercenari-, ma... Visto lo zelo che Biddy sta mettendo nelle investigazioni, portare alla nostra attenzione l'esistenza del parassita spirituale sarebbe stata una mossa oltremodo stupida. »
    si affrettò ad aggiungere, stringendosi nelle spalle e squadrando gli altri presenti
    « Voglio dire: nel caso ipotetico che fossi io il mandante, non andrei a sbandierare in giro dettagli che potrebbero costituire una connessione con me – men che meno davanti alle persone che potrebbero decidere di farmi condannare. »

    « ...quindi la cosa costituirebbe una prova automatica della sua innocenza? »
    obiettò la Pasha della Polvere, inarcando un sopracciglio curiosa della sua visione

    jpg
    « Nessuno è innocente. »
    ribatté tranquillo lo Speziale, rivolgendole un mezzo sorriso prima di alzarsi in piedi
    « Ad ogni modo... inizio ad essere confuso: siamo qui per eleggere un nuovo Pasha con cui riorganizzare i nostri ranghi, o per mettere sotto processo l'operato della Legione? »

    Fermo davanti allo scranno che si era guadagnato durante la prova di Krarth, il Moro squadrò uno ad uno tutti gli altri, ancora seduti attorno al tavolo esagonale, sfruttando la sua altezza per catalizzare sulla propria presenza l'attenzione degli astanti: sorrideva ancora nello stesso modo di poco prima, e mentre il silenzio di quella pausa faceva depositare le sue parole nelle menti dei presenti, li squadrò uno per uno... indugiando in special modo sulla figura di Egon, il responsabile di quella inutile deviazione dovuta ad asti personali.

    « Perché io ho fatto i compiti per l'altra materia... »

     
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    Il pugno chiuso del Boggart si abbatté sulla sua porzione di tavolo, con tanta forza da fargli male.
    Era rimasto in silenzio, ascoltando gli interventi di tutti i presenti, chiuso nei suoi stessi pensieri, cercando quella soluzione nascosta dietro quella coltre di fumo.
    Eppure, per quanto si sforzasse... una soluzione nascosta non c'era, o era ancor troppo sepolta nella menzogna e nell'ignoranza.

    E quando non ne potette più di quel chiacchiericcio da salotto, la sua natura prese il sopravvento.
    Siamo qui perché noi no sa niente! sbottò, il pugno ancora stretto, le unghie simili ad artigli quasi conficcate nella carne.
    Siamo qui perché uno di noi, nostro pari, è stato ucciso. Prima o dopo di arena no fa importanza, parassita no cambia le cose. Pasha Preek è morto. le sue parole, solitamente stridule, si erano fatte ora roche, severe.
    Sottolineavano l'ovvio, l'ovvio che però sembrava essere stato dimenticato dai presenti a quella tavola.

    Voi vi guarda! Noi è persone più ricche e potenti di Presidio. Noi tiene sorti di tutta Merovish, e di tutto ciò che la circonda. Eppure, uno di noi è morto! E noi no sa niente a riguardo! nervosamente, il molliccio prese a grattarsi il braccio, raspando le unghie fra le squame della sua pelle.

    Litigare come idioti, come cuccioli di Thrull … noi fa solo gioco di chi ci ha preso di mira. la verità era che il loro era un mondo oscuro, irto di insidie, di tranelli, di pericoli peggio che mortali.
    In quello stesso, preciso momento, l'immutabile ticchettio del destino cicalava per loro, avvicinando inesorabilmente il momento in cui una di quelle insidie sarebbe stata l'ultima.
    Zimmer lo sapeva bene, forse meglio di chiunque in quella sala... e quest'ultima faccenda non faceva altro che accelerarne l'andatura delle lancette.

    La Dama del Té di schiarì simbolicamente la gola, come a voler quietare il piccolo e bitorzoluto Pasha della Fame.

    Perdonatemi, egregi colleghi... sebbene il mio precedente padrone – e di conseguenza io stessa – non fosse in ottimi rapporti col defunto... concordo con l'opinione dello stimato Pasha della Fame. Abbiamo un sicario ancora senza volto, e con ogni probabilità, un parassita che non visto è riuscito presumibilmente a prendere il controllo di un alto funzionario della Tana. il suo volto artificiale si piegò in un sorriso inquietante, e sicuramente inadatto alla situazione. Come dice l'esimio Zimmertraugher, siamo vulnerabili, al momento. La nostra priorità dovrebbe garantire la nostra reciproca sicurezza – e di conseguenza, dei nostri affari.
     
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    { Merovish, Sala del Concilio delle Sabbie }
    pov – يقبرني

    La prima fase della riunione raggiunse in fretta un punto critico, in cui le ipotesi sulle circostanze dell’assassinio di Preek presero di mira Bid’daum per iniziativa del Pasha delle Ceneri. L’entità guardiana osservò le dinamiche del confronto dall’esterno, limitandosi a monitorare la discussione. I suoi protocolli interni non precludevano affatto la possibilità di mettere in stato d’accusa uno dei convenuti, tuttavia erano necessarie delle argomentazioni solide e fondate sui fatti per non far degenerare l’incontro in uno sterile fuoco incrociato d’incriminazioni. Quando reputò che gli animi si stessero scaldando troppo, intervenne per riportare sui binari quel delicato Concilio.

    « Il Comandante della Legione ha autorizzato i presenti a svolgere indagini autonome. In assenza di ulteriori prove concrete, la questione sulla dipartita di Preek è rinviata a una futura assemblea. »

    Muovendosi lievemente sull’acqua, dichiarò concluso il primo punto all’ordine del giorno.

    « Segue la votazione per l’elezione del nuovo Pasha del Kanti. Siete pregati di riportare la vostra preferenza sulle rispettive schede, che ripiegherete e depositerete sui vostri emblemi. »

    Davanti a ciascun partecipante c’era una scheda speciale su cui era possibile scrivere in maniera indelebile tramite il semplice passaggio di un dito sulla carta: ciò permetteva di mantenere la riservatezza del voto, evitando che qualcuno potesse intuirne il contenuto dai movimenti della grafia; al contempo l’annotazione manteneva la calligrafia del votante, perciò - sebbene lo spoglio sarebbe avvenuto segretamente per mano di Ya’aburnee - permaneva la possibilità di risalire al suo fautore in caso di bisogno. Oltre ad essere schermate dalle capacità percettive sovraumane, le schede ripiegate seguendo la scanalatura sarebbero state virtualmente indistinguibili tra loro.

    Si trattava indubbiamente di un sistema elettivo molto meno entusiasmante della tradizionale “Prova delle Insegne” nel Labirinto di Krarth, ma l’apertura del portale all’Arena Nera aveva reso il confinamento dei Titani più instabile, perciò le autorità del Sud avevano optato per un metodo di successione meno rischioso e più funzionale.

    Indifferente alle questioni metodologiche, il senzavolto d’avorio attendeva soltanto che le schede fossero depositate,
    cosicché i lastroni incantati potessero trasferirle nelle sue mani scheletriche.

     
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    Siamo qui perché noi no sa niente! Siamo qui perché uno di noi, nostro pari, è stato ucciso. Prima o dopo di arena no fa importanza, parassita no cambia le cose. Pasha Preek è morto.
    sbottò d'un tratto il Boggart, abbattendo un pugno sul tavolo e dipanando il silenzio
    Voi vi guarda! Noi è persone più ricche e potenti di Presidio. Noi tiene sorti di tutta Merovish, e di tutto ciò che la circonda. Eppure, uno di noi è morto! E noi no sa niente a riguardo!
    Litigare come idioti, come cuccioli di Thrull…noi fa solo gioco di chi ci ha preso di mira.


    Nei momenti che seguirono l'imperiosa dichiarazione del Pasha della Fame, il suo collega del Distretto delle Luci si portò una mano al volto per celare le labbra, e mentre egli incurvava il busto in direzione della Signora delle Polveri -così da avvicinare il più possibile il proprio volto a quello di lei- la domanda insita nel sussurro che aveva inteso rivolgerle all'orecchio risuonò parimenti udibile a tutti i presenti.

    jpg
    « ...che cos'è un Thrull? »

    Per tutta risposta, la bella Strega dagli Occhi Malvagi lo zittì con un sibilo,
    fulminandolo con lo sguardo rosso rubino e tirandogli uno schiaffetto sull'avambraccio;
    poi, la Dama del Thé si schiarì la gola per prendere la parola.


    Perdonatemi, egregi colleghi... sebbene il mio precedente padrone – e di conseguenza io stessa – non fosse in ottimi rapporti col defunto... concordo con l'opinione dello stimato Pasha della Fame. Abbiamo un sicario ancora senza volto, e con ogni probabilità, un parassita che non visto è riuscito presumibilmente a prendere il controllo di un alto funzionario della Tana.
    nell'articolare quelle parole, l'Automa incurvò le labbra in un sorriso sinistro
    Come dice l'esimio Zimmertraugher, siamo vulnerabili, al momento. La nostra priorità dovrebbe garantire la nostra reciproca sicurezza – e di conseguenza, dei nostri affari.

    Probabilmente, vista la sua natura sintetica, alla Reggente del Distretto dei Caduti non doveva importare poi molto di parassiti e sicari; ad ogni modo, a riportare la conversazione sui binari che il consesso di quella riunione presupponeva -dopo una breve ma intensa deriva tra sospetti, congetture, accuse e voli pindarici- fu l'intervento di Ya'aburnee, naturalmente predisposta al ruolo di moderatrice.

    « Il Comandante della Legione ha autorizzato i presenti a svolgere indagini autonome. In assenza di ulteriori prove concrete, la questione sulla dipartita di Preek è rinviata a una futura assemblea. »
    esordì la creatura, fluttuando priva di peso sull'acqua che circondava l'aula
    « Segue la votazione per l’elezione del nuovo Pasha del Kanti. Siete pregati di riportare la vostra preferenza sulle rispettive schede, che ripiegherete e depositerete sui vostri emblemi. »

    Le schede di cui il senzavolto d'avorio aveva fatto menzione già riposavano sul ripiano della riunione, una per ogni Pasha ancora in carica (e ancora in vita), collocata davanti alla postazione da loro occupata; compilarla non avrebbe richiesto che un istante, e perciò... fu con volto impassibile e senza esitazione che Najaran e Kalanjanus vergarono la loro comune decisione sulle tessere.

    Lazav | Lazav

    Dopodiché, ripiegarono la carta e la posizionarono sul rispettivo emblema,
    attendendo il fatidico momento della consegna.

     
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    Le parole della Dama sembrarono sancire la questione, ponendo fine ad ulteriori repliche e, almeno per il momento, polemiche.
    La questione era seria, mortalmente seria... Zimmer si rinchiuse in uno spigoloso silenzio, sperando che anche il resto dei presenti la considerasse tale. Si ridestò dai suoi pensieri solo quando un improvviso dolore lo sorprese all'improvviso. Le sue unghie, seppur scheggiate, avevano raspato con troppo ardore il suo povero e vecchio braccio. Un impercettibile filo di sangue si insinuò fra le scaglie dell'arto, scomparendo poi in tutto quel rosso... eppure, il prurito non accennava a diminuire.

    La lady del Sangue, invece, non lasciava trasparire alcuna emozione attraverso il suo volto meccanico. Il freddo metallo mostrava solo il suo freddo riflesso, senza tradire i pensieri generati dalle linee di codici che quella bambola meccanica generava di continuo.

    Fu la loro guardiana, tuttavia, a porre definitivamente la parola fine a quello screzio.
    « Il Comandante della Legione ha autorizzato i presenti a svolgere indagini autonome. In assenza di ulteriori prove concrete, la questione sulla dipartita di Preek è rinviata a una futura assemblea. »
    Zimmer non poté fare a meno di sorridere.
    “Indagini autonome”.
    Ne avrebbe parlato con Dimitriy, quella sera stessa. Voleva vederci chiaro in quella faccenda, che capitava casualmente in un momento così delicato... e chi meglio delle Voci, gli echi di Merovish stessa, avrebbero potuto scoprire la taciuta verità?

    « Segue la votazione per l’elezione del nuovo Pasha del Kanti. Siete pregati di riportare la vostra preferenza sulle rispettive schede, che ripiegherete e depositerete sui vostri emblemi. »

    Ed eccoci finalmente arrivati al momento clue di quella scenetta... chi avrebbe potuto prendere il posto di Preek, e mettersi alla guida del Distretto forse più produttivo di tutta Merovish?
    Chi avrebbe potuto accollarsi una responsabilità così grossa?

    Zimmer aveva vissuto per lunghi anni alla Tana. Come semplice cittadino prima, come commerciante poi... come spia, come soldato nelle ombre, come tessitore di intrighi e trappole... e ora come politico.
    Conosceva la sua casa, conosceva Merovish. Forse ne conosceva aspetti sconosciuti a molti altri: sfaccettature di un diamante corroso dalla sabbia ed annerito dal sole, come lo sterco di Wyrm.

    Avrebbe potuto citare almeno cinque nomi adatti a quello scopo... ma solo uno di quei cinque, oltre ad essere adatto al ruolo, poteva essere utile alla sua agenda personale.

    Tsk.

    Il nome Lazav, appena tracciato, scomparve dietro la piegatura della scheda.
    Lo stesso nome venne riportato sulla scheda dell'automa dei Caduti.



    Edited by Kami della Falsa Speranza - 28/5/2017, 23:48
     
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    Egon non trovò terreno fertile per il seme del dubbio che aveva gettato. Gli altri Pasha non diedero corda alle sue illazioni e Ya’aburnee soppresse quelle divagazioni dalla materia principale, invitando i partecipanti a dedicarsi alla mansione successiva. Pur non potendo gioirne apertamente, il Comandante fu soddisfatto di come la frangia opposta agli interessi degli Eversori si stesse indebolendo a tal punto da non poter più costituire una minaccia. Con la scomparsa di Preek avevano l’occasione di rinforzare ulteriormente il loro dominio sulle istituzioni meridionali, giacché le loro macchinazioni avrebbero presto colmato quel seggio vacante.

    Pur non facendo parte dell’Esarcato, nelle circostanze critiche in cui si trovavano il protocollo sanciva che anche il voto del rappresentante della Legione concorresse alla nomina di un nuovo Pasha. L’eccessivo orientamento al profitto dei membri rimasti avrebbe potuto designare un successore debole a cui sottrarre quote di mercato a discapito della stabilità economica del Presidio. Dato che una crisi avrebbe reso il Sud più vulnerabile ad aggressioni esterne, anche l’esercito aveva voce in capitolo.

    Votò in contemporanea agli altri, mantenendo un’espressione neutrale ma controllando Zimmer con la coda dell’occhio. Se i calcoli erano corretti, avevano buone probabilità di ottenere la maggioranza per il loro favorito fin dalla prima votazione, altrimenti avrebbero sfruttato il successivo ballottaggio per assicurarsi la vittoria.

    L’unghia artigliata vergò il nome Lazav al suo passaggio sulla carta,
    poi posò la scheda ripiegata sulla lastra centrale del tavolo.

     
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    { Merovish, Sala del Concilio delle Sabbie }
    pov – Egon Emeros

    Dopo che anche il Pasha delle Ceneri ebbe votato, le sei schede compilate scomparvero dalle rispettive posizioni e riapparvero nella mani del senzavolto. Ya'burnee le infilò dunque nelle fenditure che le risalivano il busto, registrando automaticamente i voti dei partecipanti.

    « I voti sono stati raccolti, il Concilio ha espresso il suo volere. »

    Dopo qualche istante di silenzio la sua voce impersonale diede il responso.

    « La maggioranza decreta Lazav come legittimo Pasha del Kanti e membro del Concilio delle Sabbie con effetto immediato. »

    Il risultato provocò diverse reazioni. Mentre alcuni partecipanti si rilassarono impercettibilmente per il sollievo, il già agitato Pasha delle Ceneri mostrò parecchia irritazione per l’ennesimo smacco ma ebbe la buona creanza di non umiliarsi ulteriormente (ad esempio chiedendo uno spoglio pubblico dei voti). Anche se il nuovo eletto non rientrava nella sua rete d’influenze, ci sarebbe stato tempo per rimediare – ma sospettava che sarebbe stata un’impresa più ardua del solito.

    Mentre Egon stringeva nervosamente i pugni fino a incidersi i palmi con le unghie, dei rumori inconfondibili arrivarono dai piani superiori. La sconfitta fu ancora più scottante: i pronostici erano stati così favorevoli che il neo eletto Ufficiale era già pronto a raggiungere il tavolo esagonale.

     
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