[LAM] Risvegli

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    Istvàn, Chediya.
    Presidio Orientale, Endlos.

    Quando, qualche tempo fa, in veste ufficiale, mi sono recato al Kijani Fahari per la seconda volta, le circostanze non mi hanno permesso di porre le mie personali domande alla sovrana del bosco. Al di là della missione diplomatica, ero comunque ospite in casa sua, e con un sottoposto il quale non avrebbe visto di buon occhio questo tipo di invadenza. Senza avere tutti i torti, aggiungerei.
    Posto già che non ho alcuna intenzione, per ora, di spingermi fin nel Presidio Meridionale per qualcuno di cui non so nulla, rimarrebbero lo Zero, Eru Elen Amarth, e il Primo, Feng Yang Leng. Fondatore dei Custodi delle Sette Vie ed ex-comandante blu, rispettivamente, non è stato difficile ottenere qualche informazione su quest'ultimo da parte degli Aviatori più veterani (nonché da altri più comuni laputensi), laddove immagino mi basterà un salto nella vicina Palanthas o al Magisterium per saperne di più sul saggio.
    Se Yoe si è risvegliata, allora è probabile che lo stesso abbiano fatto anche gli altri tre; e se almeno due degli altri tre immortali sono -o sono state- figure di un certo rilievo, allora qualcuno deve averlo notato. Un sospetto che mi è stato confermato non appena ho saputo che, sì, Feng Yang Leng è tornato. E, come la maggior parte delle persone che ritornano da una lunga assenza, vorrà riagganciare almeno alcuni contatti. Per esempio, cercare di chiamare i parenti più stretti.
    Come Amarth, appunto, sempre sia appunto sveglio. Chi voglia vedere, tuttavia, è irrilevante: mi basta sapere giusto dove si sposta, e dopo qualche ricerca più tardi, eccomi qui. Ed ecco infatti lui lì, qualche metro più in là.
    « Qualche bocconcino per il cagnolino? »
    Gli dico, facendomi sentire da meno gente possibile, una volta che riesco ad affiancarmici.
    Ed è lui per forza: pur non avendolo mai visto, corrisponde all'approssimativa descrizione che ne ho ricevuto. Inoltre, tutt'attorno a lui, noto che per qualche surreale motivo l'odore dell'erba viene esaltato perfino rispetto al resto di quella già profumata che le sta intorno, e possa morire il giorno in cui il mio naso non possa più cogliere la differenza. Perfino il suo stesso odore non è quello di una persona normale, e non per merito di un profumo. Un po' come Drusilia, o la stessa Yoe.
    Altrimenti, devo aver beccato il più improbabile proverbiale stronzo a caso della mia vita.



    Edited by Kuma. - 31/3/2017, 23:37
     
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  2. Feng Yang Leng
     
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    Con l'arrivo della bella stagione, lo spirito della Tempesta, come la brezza che spira dal monte al mare, cambia moto, e spesse volte capita che abbandoni il freddo Nord, benché sua dimora, per miti paesaggi: talvolta il Bianco lucore splende presso Kijani Fahari, e cert'altre illumina la lieta Istvàn; lì stava, quel mattino, il Primo Guardiano, essendo che, da qualche giorno, aveva preso alloggio presso le Corone di Palanthas, dalle quali lo Zero era tornato.
    Quand'ancora il sole non era sorto dalle stelle notturne, lo Splendore s'era già levato e, sceso nella grande città, attraversò le strade e i mercati ancora chiusi, sedendosi presso una panca dei giardini della capitale a respirare l'aria fresca e tersa della valli dell'Est, assai diversa dal rigore puro delle lande Settentrionali; lì, fra cespugli profumati sotto un'oscurità evanescente, era intento a ricamare un morbido tessuto, trapuntandolo d'azzurro col filo, l'ago e il telaio essendo di gelido cristallo.
    Pareva, così composto e lieto, l'immagine del Tempo: immutabile ma inesorabile, come il ricamo, nel quale, per lenti che siano i punti e i gesti, pure la trama si disegni.
    Come una stalattite stava, inclinato, il lungo bastone adamantino presso la panchina, e la sfera azzurra che lo sormontava sembrava catturare ogni luce e risplendere serena, intrisa di nubi e cieli tersi; la lunga tunica, candida di nevi, luceva gentile per l'arrivo del giorno, e così pure la chioma bianca del ragazzo: egli pareva, del tutto, un diamante nel buio, una lieta novella in un giorno scuro, il bene in fondo al cuore più nero; non v'era tristezza attorno a lui, non v'era rabbia o amarezza, tutto si faceva lieto e bello, e l'erba aveva vigori nuovi, il legno della panchina profumava come appena intagliato, l'aria gentile e rinvigorente. Egli santificava ogni cosa gli fosse presso, e il buio non poteva toccarla.
    La voce che venne alle sue orecchie parve destarlo dal delizioso lavoro, e la Tempesta spostò lo sguardo dal ricamo alla bestiola: meraviglia! Un cagnolino immerso in una pestilenza che gli sciamava attorno. Povera creatura, cosa poteva aver fatto, di così, male, tale per cui ora fosse abbrutito da quella sfortuna?
    Lo sguardo del Primo fu tutto su di lui, e parve essere il cielo chiaro dell'estate, e nel fondo degli occhi non v'erano ombre, né oscuri pensieri, perché solo la meraviglia stava, mescolata con la preoccupazione e la bontà del suo cuore; prima che cominciasse a parlare, ecco che la notte finiva, e l'aurora schiarì il mondo dormiente: allora il Guardiano sembrò un poco diverso, come se, sotto il giorno nascente, avesse una radianza nuova, più lieta e santa, ed egli non fosse in alcuna parte umano, la sua natura essendo rivelata. Ma fu un solo istante, perché tale è il tempo della Prima Luce del mondo, e ogni cosa tornò nel candore che sempre era.

    -Tu parli, piccolino?-
    Gli chiese, e la voce era un canto di luce, giovane e innocente
    -Sei malato? Hai bisogno d'aiuto? Cosa posso fare per te?-
    Lo sciame che stava presso quello preoccupava molto il Bianco Giovane
    -Io ecco...non ho molto, non sapevo di avere compagnia, mi dispiace!-

    Sconsolato, ma con grande dolcezza, spostò il tessuto che stava ricamando, svelando, sul resto della panchina coperta dal telo, un piccolo cesto gelido nel cristallo di cui era composto, il cui interno stava velato da un panno bianco e profumato. Mostratolo al cagnolino, il ragazzo sollevò la copertura, rivelando ciò che conteneva: mele come appena colte, biscotti, dolci di creme, qualche panino, e un contenitore vitreo entro cui stava un liquido caldo e ambrato, il cui odore era del tutto simile a té di menta.

    -Non è molto, ma spero basti e ti piaccia!-

    Gli disse, sorridendo negli occhi e nel cuore, e invitando la bestiola a cibarsi; nel piccolo cesto, v'erano più scorte di quanto potesse contenerne, ma ogni cosa stava ferma nel suo ordine gentile, e pareva un gioco di begl'incastri, o una magia benevola.



    Equip:
    Menelhen (Occhio del Cielo)
    "Quando l'abbraccio del vento carezzò il cuore del ghiaccio, lì prese forma Menelhen: lucente baluardo di tutto ciò che è buono in questo mondo, questi reca conforto nei pii e atterrisce gli empi..."

    La grazie di Menelhen scorre tutta, pura e radiosa, nel bel diamante di cui il bastone è composto, liscio dalla base allo slargo in cima, nel quale una sfera di zaffiro è dolcemente collocata, abbracciata dalla pietra incolore sulla quale poggia e che, per un poco, sale con lei, ammantandola in una breve spirale. Questo è il vero Menelhen: la sfera che, per incanto del vento e del gelo s'è fatta azzurra, limpida come il cielo al mattino, ed è proprio questo che un occhio attento riesce a scorgere se ivi guarda: serene ruotano fioche nubi all'interno, sparute per numero e piccole per dimensioni, poiché chiunque osservi la pietra, in realtà sta osservando uno spicchio di cielo, tanto caro a Feng Yang Leng.
    Ad ogni modo, ben più radioso dello splendore dell'oggetto, è ciò che questo è in grado di operare: la bella sfera non si cura della carne umana, né di qualsiasi altra cosa possieda un'anima; Menelhen colpirà l'essenza della realtà, inibendola, e tutti gli spiriti. Nato dal Vento il Cristallo, inoltre, come questo muta e spira ora curvo ora diritto, così l'oggetto cambierà la propria sembianza, plasmandosi più e più volte.

    Lunghezza bastone (sfera esclusa): 175 cm
    Diametro sfera: 10 cm
    Lunghezza complessiva: 185 cm

    Analisi dell'abilità:
    -La sfera è in grado di colpire fantasmi, spiriti e tutte le essenze incorporee come se fossero solide, compresi gli elementi solitamente intangibili (fuoco e aria, ad esempio);
    -A costo Variabile, nel caso colpisse una creatura dotata di anima, la sfera attraverserà il corpo, come se fosse etereo, ed il danno causato sarà di tipo nervoso, ovvero ci sarà una temporanea, e piuttosto istantanea inibizione nell'utilizzare l'arto la cui zona è stata attraversata: maggiore è il costo pagato, maggiore sarà l'entità del danno.
    N.B.: In scene Gdr e/o Quest, previo accordo e/o autorizzazione, il danno nervoso al corpo (ovvero la paralisi di quella zona) può essere permanente.
    -A costo Basso, è possibile mutare la forma della sfera, in qualcosa di inanimato dello stesso volume: ad esempio potrà diventare la punta di una lancia, la curva lama di una falce, una chiave, una forchetta e così via.
    N.B.: la trasformazione durerà un solo turno.

    Niánzhū, il Rosario dei Sussurri (Yang lo ha avvolto attorno al polso destro, ma non si nota perché la tunica lo copre :) )

    25copia
    "...E per un potere incatenato, Quattro le chiavi: il Rosario sarà l'Anima..."

    Ecco Niánzhū, il Simbolo del potere della Gelida Tempesta nato dalla sua stessa Essenza: un oggetto senza tempo, la più grande concessione dell'Ordine; grande è la sua possanza, ma ciò che può operare singolarmente non è nulla, se paragonato al vero scopo di Niánzhū: nel Rituale della Creazione operato dalle Quattro Essenze, infatti, l'uso dei poteri del Rosario muterà, concedendo un anima alla nuova creatura, ed essa sarà pronta a vivere.

    I 108 grani di diamante tutti brilleranno, perle di cielo fra nevi perenni, luci nelle tenebre, e nell'aria vi sarà come il respiro del vento quando il potere del Rosario verrà a manifestarsi: esso chiamerà lo spirito di tutti gli esseri, oppure lo confinerà.

    Abilità Passive:

    Radianza dell'Aurora

    "Dovunque sia l'Ombra, il Primo porterà Luce; dovunque sarà dolore, il Primo porterà conforto; dovunque è sporcizia, il Primo monderà..."

    Fonte del bene più prezioso, puro e lucente, il Primo Guardiano rasserena chiunque lo accosti, ed il mondo appare pulito, come se il male venisse eradicato e tutto il dolore lenito: un corpo straziato tornerà integro, la fatica diverrà quasi impercettibile, ed il male avrà difficoltà ad attecchire; la corruzione attorno al Guardiano si ridurrà, poiché tutto il bene e tutta la purezza del Mondo sono da lui rappresentate, e per lui riversate nel Mondo. Tanto bello e puro è il suo potere, che non solo il mondo ritrova luce e pulizia, apparendo come nuovo e magnifico, bensì anche i cuori di chi sia vicino alla Tempesta verranno lavati dal male, mostrando tutta la bontà che possiedono, e colmandosi di ogni buon sentimento.

    A Consumo Medio è possibile, inoltre, rendere permanenti gli effetti che questa passiva ha sull'ambiente. Un'onda di bianca luce verrà generata dal corpo del Guardiano, rischiarando ogni cosa come se fosse immersa nell'Alba, risanando strutture ormai vecchie, putride e corrotte, abiti ormai logori o strappati, ripulendo sporcizia dai pavimenti e, in definitiva, facendo tornare ogni cosa bella e nuova.
    N.B.: Passiva (e Tecnica annessa) utilizzabile solo in scene Gdr e Quest (e la Tecnica previo accordo); inoltre, se gli oggetti in questione sono schermati da una qualche difesa magica, Tecnica e Passiva potranno non avere effetto (questo a discrezione del Master).
    L'influenza svanisce al di fuori dell'area, ed il Guardiano ne è immune, perché egli patirà sofferenze e strazi normalmente (qualora dovesse subirne).
    Come si evince, è una passiva dal duplice effetto: da un lato mostra le cose nel loro aspetto migliore e più puro e sereno dall'altro pulisce gli animi delle creature dai cattivi (o tristi) sentimenti, infondendo, per quanto sia possibile, bontà e buoni sentimenti (quali ben disposizione verso il prossimo, fiducia etc...) E' bene ricordare che gli altri Guardiani sono immuni da questa passiva (a meno che non scelgano di subirla), e che i loro rispettivi Affini (ovvero Drusilia Galanodel, Sylvanas, Amelie e l'ultimo ancora mancante) ricevono questa passiva in maniera molto mitigata (a meno che, come per i Guardiani, non scelgano di subirla interamente).
    (Raggio d'azione: 7 metri con centro Yang)


    Ergersi al di sopra del mondo

    "...Il Primo verrà dal Vento, e solcherà i cieli e le terre, di bianche piume adornato..."

    Candide ali nascono dietro il Guardiano, grandi e morbide al punto che, se ripiegati sulle spalle, queste possano assomigliare ad un delicato mantello. Però la bellezza è solo al seguito della capacità delle piume, forti strumenti che consentono a Yang di innalzarsi dal terreno, in volo coprendo lunghe distanze oppure consentendo all'Essenza di galleggiare nel cielo.

    N.B.: L'altezza massima raggiungibile è di 5 metri dal suolo; tuttavia in scene gdr ed in Quest (previa autorizzazione) è possibile volare, o galleggiare, senza restrizioni di altezza/distanza (In scene gdr il volo è puramente scenico, ed in quest può essere utilizzato per raggiungere altezze considerevoli, o marciare più speditamente)
     
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    Yang, accortosi della mia presenza, smette di ricamare quel pezzo di stoffa e, dopo essersi voltato verso di me, si esibisce in quella che non esiterò a definire una reazione da manuale, la quale si divide di norma in tre fasi:

    -Tu parli, piccolino?-
    Sorpresa.
    -Sei malato? Hai bisogno d'aiuto? Cosa posso fare per te?-
    Impietosimento.
    -Io ecco...non ho molto, non sapevo di avere compagnia, mi dispiace!-
    Elemosina.

    Infatti, prima ancora che possa rispondere, sposta il tessuto su cui stava lavorando, scoprendo così un cesto di quello che non capisco se sia ghiaccio o cristallo. A quest'ultimo viene quindi tolto il panno che lo ricopriva, svelando così tutto il ben di dio al suo interno. Mele, biscotti, dei sandwich, qualche prodotto di pasticceria, e una bevanda all'interno di un contenitore di vetro. Tè, a giudicare dal colore, aromatizzato alla menta, a giudicare dall'odore. C'è abbastanza cibo da potermi durare, con un po' di parsimonia, anche una settimana; se non perfino di più.

    -Non è molto, ma spero basti e ti piaccia!-
    « Mi accontenterò di questi, Feng Yang Leng. »
    Una manciata di biscotti -tre, per la precisione- fuoriescono dal cesto e fluttuano verso di me, guidati dalla mia telecinesi. Ne afferro uno al volo fra le fauci, e lo mastico con calma. Subito dopo, divoro anche gli altri due.
    « Oh, allo zenzero; sono i miei preferiti. »
    Per un momento, mi chiedo se aver trovato un gusto tanto azzeccato sia stato un semplice colpo di fortuna o un qualche segno del destino. Tuttavia, ragionamenti del genere cadono in genere piuttosto in fretta, poiché il Biscotto per un Bravo Cane è un concetto che basta anche da solo, per quanto mi riguarda. Tipo fine a sé stesso, o come si dice.

    « Ad ogni modo, ti stavo cercando, ragazzo. Sono, come te... »
    Mi guardo attorno per verificare che non ci siano orecchie indiscrete ad ascoltarci. Non c'è nessuno? Bene.
    « ...un Aviatore. Puoi chiamarmi Gaspode. »
    Se è già andato a trovare sua sorella Yoe, allora potrebbe aver già sentito parlare di me da lei o Amon; oppure da altri colleghi o superiori, ammesso di essere per loro un argomento di conversazione.
    « E in realtà sto benissimo, non far caso alla Nube. »
    Acciacchi della terza età a parte, ma dopo vent'anni uno non ci fa più neppure caso.

     
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