Rats of Merovish

Porca troia!
Mi giro di scatto facendo quasi volare il boccale a terra... quasi, la birra è sacra. Difronte a me il ragazzo sulla ventina che mi ha lasciato rantolante in mezzo alla spazzatura una settimana prima, quand'è entrato? Ero di spalle, troppo distratto per vederlo mi dico. Mi chiede se ho la roba e purtroppo ci metto un po' a rispondergli; dal suo incontro ho fatto qualche ricerca e dopo aver scoperto chi era ho iniziato a farmi qualche canna in più. Posso dedurre di essermi messo nei guai dato che si tratta di un membro della Seele -un gruppo di gente brutta e cattiva- ed è cugino della presidentessa.

-uhm?-
Lo fisso per un secondo e sorrido con fare super ebete notando un dettaglio a cui avevo fatto caso anche l'ultima volta.

-Collarucius?! Certo!-
Dico passando il boccale a un uomo grande e grosso seduto al bancone e continuando a guardare il ragazzo dalla pelle scura che mi fissa. Ridacchio, mi sono appena accorto di aver fatto confusione e unito il suo nome alla parola collare, è quello il dettaglio buffo. Alzo il capo e lo ciondolo un po' passando una mano sulla fronte. Sono fattissimo, non ci voleva, però posso ancora salvare la situazione... o peggiorarla.

-Darshan, mi assento un attimo.- dico al mio collega nigga e dalla pelata - Seguimi...-
Lo porterò sul retro del locale, gli darò quel che cerca e tanti saluti!

Sono agitato!
Guardo di sottecchi il mio ospite mentre ci dirigiamo sul retro del locale, un piccolo piazzale chiuso dove abbiamo i bidoni della spazzatura e io nascondo la droga.

Sono davvero agitato:
Mi stringo le braccia al petto, sudo freddo e i brividi scuotono il mio corpo, un giramento di testa mi fa appoggiare al muro e, mentre trattengo a stento un conato di vomito, mi bagno le mutande. A questo punto mi accascio a terra e porto le ginocchia al petto adagiando la testa sopra le braccia, ciò aumenta la nausea e sono costretto ad alzare il capo guardando le grate che chiudono il piazzale. Cosa cazzo sta succedendo? Mi sento così depresso e sento tutto il male del mondo addosso, ho voglia di morire! Possibile mi abbiano drogato?
Il mio sguardo s'abbassa posandosi sul ragazzo dalla pelle scura che mi dice di voler esser chiamato "Signor Lucius", io boccheggio. Mi ha drogato lui? Per questo non sembra muovere ciglio? Mentre quelle domande mi frullano nel cervello il mio malessere si trasforma in panico; il giovane si è appena poggiato al muro e questo si è rivestito di una specie d'inchiostro gorgogliante. Funghetti allucinogeni?
Stringo gli occhi e poi li riapro cacciando quella immagine e, non essendoci mai fine al peggio, appaiono degli occhi rendendo l'ombra dietro Lucius viva. Perché tutto questo?
Non capisco cosa voglia da me, ero stato gentile con lui... mi aveva fatto pena e volevo fargli cambiar idea sulla droga che voleva assumere. Ammetto che gliela avrei venduta se avesse insistito, ma perché tutto questo?


-Sì!!!-
Dico con un tono strozzato quando mi chiede se ho il dolore liquido, una delle droghe più dannose al mondo. Così gattono verso una mattonella vicino all'immondizia, la alzo e armeggio con alcune bustina d'erba per poi tirare fuori una boccettina. Mi blocco mentre il terrore mi assale, e se volesse costringermi ad assumere un po' di quella sostanza? Scuoto la testa, un tossico dipendente non condividerebbe mai la sua dose. Ma come faccio a sapere che non mi ammazzi qui una volta che l'avrà avuta?
Mi giro verso il tizio e mi passano davanti agli occhi le immagini degli amici e le camminate tra i vicoli di Genova, non voglio dire addio a tutto questo...


... non voglio morire.

Guardo il corridoio che conduce al bar e mi dico che potrei scappare, magari chiudendolo lì, ma mi rendo subito conto che è una cosa folle: L'ultima volta mi ha sparato con la magia. In tutto ciò la mia ansia sale quando mi rendo conto di non avere più la percezione del tempo, si è accorto che stavo fissando la porta? Mi metto in piedi raccogliendo l'ultimo brandello di dignità rimasta e barcollo qualche passo da lui per poi tendere il braccio tremante.
Ora dovrei chiamarlo "Signor Lucius" o non dire nulla? Se lo facessi passerebbe per una presa in giro? Se non lo facessi equivarrebbe a una insubordinazione? Panico!

Sto per morire?

Panico...
Non capisco come faccia a rimanere così calmo dopo aver bevuto quella merda; solitamente la gente che ne fa uso soffre di una specie di "sindrome di Stoccolma" al dolore, ma lui non fa una piega. Come minimo dovrebbe iniziare a piagnucolare a terra come un disperato, eppure lui non sembra risentirne affatto. Si tratta di mitridatismo senza dubbio: prendere man mano piccole dosi di veleno fino a diventarne immune. Lo fa perché qualcuno vuole ucciderlo? Vedendo come si comporta non sarebbe difficile crederlo.
Mi chiede cosa voglio in cambio, che se ne vada ovviamente! Ma se sta bluffando si offenderà e mi farà fuori?
Vai via, vai via, vai via!
Ripeto nella mente guardandoti con diffidenza e paura, ma il tempo passa e tu attendi una risposta. Ci sto mettendo troppo tempo a decidere? Cosa dovrei fare per non farmi pestare da te?
-Non uccidermi.-
Attimo di silenzio e con ansia aggiungo.

-e cambia spacciatore se possibile signor Lucius.-
A questo punto scavo nella tasca del jeans e tiro fuori a mani tremanti un pacchetto di sigarette, ne ho bisogno!

Sono vivo?

Spiro il fumo con fare sollevato e incredulo mentre vedo il ragazzo finalmente girare i tacchi e inoltrarsi verso il corridoio che da al bar. Forse per la droga, forse perché ho appena avuto un attacco di panico -pensandoci era questo che doveva esser stato- mi sento stranamente tranquillo. Lo seguo sulla soglia e intanto il vicolo si riempie di puzza di sigaretta, penso che andrà tutto bene, che non lo rivedrò mai più nella mia vita. Tuttavia il mio stato d'animo presto vacilla; qualcuno apre il cancelletto che porta agli appartamenti, ad uscirne è un'alta figura dalla pelle bronzea e il fisico da body-builder. Si tratta sicuramente di uno dei clienti di Nathan - in arte Frusta di velluto- che, infatti, lo segue giù dalle scale. Un giovane uomo dai modi effeminati che non appena mi vede esordisce con un...


-Tesoro!-
Ma io non gli rispondo, la mia attenzione è tutta per Lucius, mi chiedo cosa succederebbe se l'energumeno desse di matto e attaccare e lo attaccasse. Come se questo avesse captato i miei pensieri inizia a correre verso il malcapitato a cui sferra un pugno che, se andato a buon fine, lo avrebbe beccato sulla spina dorsale. A questa scena sia io che il mio coinquilino rimaniamo immobili, la sigaretta ferma a mezz'aria e l'espressione incredula. Solo una coincidenza?
Effettivamente in questi giorni mi sono esercitato, sentendomi davvero stupido, a utilizzare i miei "poteri". Lucius mi aveva fatto un accenno a queste mie capacità e ho scoperto che posso immobilizzare le persone come se fossero drogate. Tuttavia è possibile che possa manipolare terzi in questo modo? Scopriamolo!
Guardo la scena con fare stralunato e -in caso l'uomo sia ancora in grado di farlo- gli ordino mentalmente di tirare un calcio alla cieca con l'intento di beccare il "nemico".
-Ma che diavolo?-
-Cazzo!-

Tentacoli di tenebra mi danzano attorno e mi avvolgono finché non sento i muscoli degli arti tirare fino allo spasmo. Strano come facilmente raggiungo la bizzarra idea che una piovra gigante mi stia attaccando e quanti secondi passano prima che mi accorga che questo sia un pensiero ridicolo. Cosa sta succedendo? Cosa sto facendo? Dov'è andata la mia sigaretta?
I miei occhi verdi scrutano nell'oscurità cercando lo sguardo di Lucius -pardon- il Signor Lucius e un punto interrogativo si disegna sul mio volto prima che la verità si affacci alla mia mente. Ho manipolato l'uomo affinché attaccasse il moretto e lui ci ha appiccicati al muro.
Figata... orrore.
Mentre nella più beata fattanza emozioni contrastanti fanno a botte dentro di me e l'energumeno si riprende dalla botta è Nathan quello che prende la parola.

-E come facciamo a saperlo?Immagino si tratti di una "semplice" rapina.-
Mormora il gigolò mentre lo ringrazio mentalmente per non aver creduto si trattasse di una seduta di bondage. Che poi sta scena mi pare abbastanza gay... ecco, cerco di non ridere a questo pensiero.

-Non sono stato io!-
Inizia a rantolare il grosso body builder mentre un brivido percorre la mia schiena. Improvvisamente il panico torna a percorrere le mie membra. Devo fare qualcosa prima che, non so come, si scopra la mia colpa.

-E chi altri?-
Chiedo mentre il mio capo rotea di trecentosessanta gradi e la lucidità si fa avanti a carponi pian piano nella mia mente. Intanto tento inutilmente di liberarmi da quelle catene strattonandole senza ottenere alcun risultato se non quello di farmi male.

-Natalie ha ragione.-
Scarico barile mentre accenno al mio coinquilino usando il suo nomignolo - oltre a frusta di velluto - forse cercandone i favori. Intanto sento l'uomo grande e grosso agitarsi a qualche passo davanti a me.

-Io ti ammazzo!-
Mi urla contro provando a girarsi nella mia direzione; ma continuo per la mia strada ignorando la mia paura, qui non è lui a terrorizzarmi.

-E' stato lui.-
Rincaro la dose.

Oh mio Dio!
Non so se lo urlo o lo shock me lo fa pensare e basta, fatto sta che ora ho davvero paura di morire. Mi divincolo come un forsennato sentendo la presa alleggerirsi sui miei polsi. Sfioro quasi l'idea di potermi liberare, ma questa sfuma lasciando nitida la realtà. Sono morto!
-TU SEI PAZZO!-
Strillo in preda al panico per poi incontrare lo sguardo terrorizzato di Nathan e capire che è come guardarsi ad uno specchio, lui vede quello che vedo io. Sono sporco di sangue e budella, tutto ciò che è schizzato dal body builder quando i tentacoli di tenebra lo hanno fatto a pezzi. Attendo di fare la stessa fine e invece non sento ancora gli arti tirare, o almeno non più di quanto già non stiano facendo. Dopo qualche minuto mi calmo, più o meno.
-Non diremo nulla. Lasciaci andare.-
La voce di Nathan mi pare lontana, solo un sussurro. Il mio sguardo di smeraldo è fisso a terra e vede solo sangue; scuoto la testa in loop e mi dico che non sta succedendo davvero. Voglio smettere di sentire e improvvisamente non sento più nulla, scivolo nell'incoscienza.

Merda!
Il sogno sembrava reale, prendo il cellulare per vedere l'ora, ma il messaggio da quella troia di Aurora cattura la mia attenzione.
"E' reale!"
A questo punto inizio a sudare e balbetto qualcosa. Darshan che mi ha appena svegliato mi guarda con aria perplessa, è la prima volta che mi vede in panico.
-Devo andare! Lui... io devo andare.-
Il giovane dalla pelle mulatta alza un sopracciglio...
-Vuoi che ci pens...-
So già quello che sa per dire e gesticolo con le mani scuotendo la testa.
-No, no ti ammazzerebbe. Fidati, devi dire semplicemente che non mi hai trovato! Prendo un paio di cose e vado a farmi giro, magari...-
Esito un attimo -magari vado da Jilly, quella dell'altro giorno.-
Do una falsa informazione, non so bene perché lo faccio. L'altro annuisce e quando se ne va corro a prendere un paio di cose. Il mio zainetto con un paio di vestiti, qualche soldo e la roba. Sono a metà delle scale quando torno indietro e mi approprio della boccetta di dolore liquido, credo mi servirà. In fine torno in camera e mi calo dalla finestra come tante volte ho visto fare agli amanti di Nathan per poi sparire nella notte.