Canto Unisono

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    Pigramente ripose il libro sopra gli altri già letti, aumentando di qualche centimetro l'alta torre di materiale cartaceo.
    Adesso sapeva perfettamente come intrecciare i vimini per farne un bel cesto... o almeno nella teoria. Aveva appreso di come in un'antica e piccola comunità, impararono i segreti dell'agricoltura, capendo che piantare i soliti ortaggi in un terreno, lo avrebbe alla lunga impoverito.
    Poteva vantare di conoscere la metodologia per distillare una bevanda alcolica al gusto di limone e persino consigli su come far sì per cucinare ottime uova con carne di maiale.
    Peccato che per quanto nozioni interessanti per il bardo, costantemente alla ricerca di storie, non lo avvicinavano minimamente al motivo per cui si trovava lì.
    L'Accordo Sublime cercava una canzone, ma non una qualsiasi. Perduta ma non totalmente dimenticata, sperava di trovare qualche traccia o indizio, tra gli archivi di Palanthas, lì dove forse era racchiuso tutto il sapere di Endlos. Una canzone degli antichi, scritta in una lingua ormai perduta e secondo la leggenda, cantata da due gemelle profondamente legate tra loro.
    La curiosità, lo aveva spinto a indagare, cercando tra quei libri i quali affrontavano tematiche come il folklore, o gli usi e i costumi di civiltà non necessariamente native di Endlos. Sapeva di cercare un ago in un enorme pagliaio, data la conoscenza racchiusa in quella biblioteca simile a una reggia.
    Demordere, non era però caratteristica tipica di Badger.

    Sì stropicciò gli occhi, afferrando successivamente il pennino con la mano destra, annotando su alcuni fogli le informazioni ritenute da egli utile. In quanto cantastorie, avrebbe comunque fatto tesoro di cosa era riuscito ad apprendere... inoltre una ricetta di cucina, aveva il suo valore, quando in alcuni casi, si era come lui costretti ad attività come il campeggio forzato. La vita di un girovago era piena di sorprese e imprevisti; non bisognava quindi sottovalutare qualsiasi metodo per avere la pancia piena.
    Si era appostato su una lunga tavola, sapendo che avrebbe dovuto consultare una mole non indifferente di materiale. A infastidirlo non era però quello, ma la mancanza di mobili per persone della sua stazza.
    Capiva che le creature di basso aspetto, non erano una normalità in civiltà prevalentemente umane, ma un minimo di accortezza verso gnomi o qualsivoglia specie, era pur sempre apprezzata.
    Difatti era stato costretto a posare "materiale da rialzo" sotto le sue piccole natiche, altrimenti probabilmente non sarebbe riuscito neanche a vedere con gli occhi il piano del tavolo. La solita ingiustizia.
    Con un piccolo saltello, si alzò quindi dalla sedia prendendo a camminare assorto nei suoi pensieri, prestando poca attenzione lì dove metteva i piedi.
    Si ricordava di aver notato un bel libro rilegato in una copertina rossa, con rifiniture ai lati in oro.
    Pensava si trattasse di un libro di qualche cantastorie di tempi andati, sicuramente non bravo quanto lui ma comunque dotato di talento per far sì che un suo scritto si trovasse lì. Tale pensiero lo portava a domandarsi quando lo avrebbero pregato di scrivere un documento da lasciare in quella biblioteca, così da istruire i futuri aspiranti bardi con il suo immenso e proverbiale talento.
    Ma forse avrebbe fatto meglio a non tenere la testa fra le nuvole, lasciandosi andare ai suoi fantasiosi progetti, rendendosi conto verso cosa o chi stava andando incontro... o forse le migliori storie, iniziavano proprio così, nel mono più inatteso e involontario.
     
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    "La musica non è nelle note,
    la musica è tra le note".


    (Wolfgang Amadeus Mozart)


    Palanthas, Istvàn.
    Presidio Orientale, Endlos.

    La luce del sole che entrava dalle finestre di Palanthas -scontrandosi con la penombra interna dell'enorme costruzione ed intrecciandosi ai granelli di polvere che fluttuavano in aria- dava l'impressione di voler stendere un velo tutt'altro che opaco su poche e regolari zone della pavimentazione, generando giochi di chiaroscuro e piccole isole dai toni diversi. Era così che il Principe di Laputa -più adulto nell'aspetto di quanto non fosse realmente- aveva deciso di trascorrere il tempo quel giorno: saltellando da una zona all'altra, immaginando che al posto dell'ombra vi fosse un precipizio.
    Con della lava sotto.
    E degli squali mangia-bambini.

    Aveva già percorso tutto il perimetro della biblioteca un paio di volte quando si accorse che la posizione dell'astro era mutata, dunque era necessario virare verso le scrivanie poco distanti in modo da non perdere in quella corsa ad ostacoli in solitaria.
    Rimanendo in equilibrio su un solo piede, concentratissimo, si esibì in una mezza piroetta prima di compiere un vistoso salto alla propria sinistra. Atterrò vicino ad una scrivania occupata da un altro bambino con la faccia da vecchio.

    Quel tale non arrivava neanche al metro, ragion per cui era stato costretto ad usare dei libri sotto le natiche, e -sebbene portasse la barba- il fisico affusolato non gli diede nemmeno lontanamente l'idea di un nano anche se -in effetti- non ne aveva incontrati molti in vita sua. Lo straniero mostrava addirittura le orecchie a punta, tipiche degli elfi e di qualche demone, sulle quali luccicavano orecchini d'oro. Confuso dalla sua errata considerazione di partenza, il piccolo finì per domandarsi che razza di genitori l'altro avesse: sua madre diceva sempre che gli orecchini ed i tatuaggi erano cose per persone adulte, esattamente come l'alcool o i libri dello zio Quarion.

    Rinunciando -probabilmente per pigrizia- all'idea di capire perché un bambino-vecchio fosse lì a studiare per conto proprio, si limitò a fare spallucce, dunque si acquattò su sé stesso così da prepararsi ad un nuovo balzo, questa volta in alto.

    -Attenzione!

    Bem!

    Le suole degli stivali si adagiarono moleste sulla scrivania del povero gnometto, sollevando un po' di polvere e qualche foglio volante, senza generare tuttavia caos eccessivo... a parte la stranezza in sé. Lowarn, dal canto suo, continuava a fissarsi i piedi con attenzione in modo da non uscire dalla zona luminosa. Le braccia erano allargate, in modo da non perdere l'equilibrio.

    -Attento, che nel burrone ci sono gli squali.

    ...occhei.

    Orecchio Assoluto
    Si dice che in media solo una persona su cinquantamila può vantare di possedere l'orecchio assoluto, abilità innata che permette di identificare una nota musicale -anche ascoltata una sola volta ed in totale assenza dell'ausilio di un suono di riferimento- così da determinarne la frequenza. Nonostante questo talento sia totalmente slegato al tipo di vita condotta dall'individuo, indica comunque una certa attitudine ed il gusto per la musica; chi ha orecchio è infatti capace di riprodurre qualsivoglia melodia, registrandola nella propria mente al medesimo istante della sua esecuzione.
    Possessore dalla nascita di questo talento, Lowarn è in grado di discernere le note vibranti celate nelle intonazioni vocali, il battito cardiaco e lo stesso respiro delle persone che lo circondano, rendendolo di fatto capace di intuire le loro emozioni e -in molti casi- anche le intenzioni di ciascun individuo, riuscendo ad individuare perfino i bugiardi. Per tale ragione sarà in grado di "prevedere" in anticipo di pochissimi millesimi di secondo le loro mosse, riuscendo così a rispondere più rapidamente ad ogni stimolo esterno, sia fisicamente che magicamente.
    Oltre a tali abilità, è anche portatore di un udito decisamente fuori alla norma: nel raggio di quindici metri è in grado di sentire qualunque cosa provochi vibrazioni, anche impercettibili come il battito cardiaco di un vivente.
    (Auspex(radar)passivo 15m + Instant Casting + Bonus PU Agilità/Destrezza + Empatia emozioni + Discernimento Bugie)

    Librarsi in volo
    Poichè i Galanodel derivano da creature del cielo, se ben allenati, sono in grado di sollevarsi in aria, galleggiando in essa grazie al pensiero. Il volo è a volte accompagnato dall'apparizione di un paio d'ali bianche che, tuttavia, hanno puro effetto scenico.
    (Volo fino a 5 m dal suolo).

    Legame con la Fonte
    Per comprendere una delle caratteristiche base della stirpe dei Galanodel, è necessario approfondire un aspetto storico relativo alla loro creazione. Questi altro non sono che il risultato dell'unione di una creatura celeste con un essere umano. Ciò significa che sebbene manifestino aspetti del tutto umani, la loro vita è tuttavia slegata dalle funzioni del corpo, perchè come gli angeli, i Galanodel sono legati alla Fonte, ed è questa a non renderli intaccabili da agenti esterni, come ad esempio il tempo, o magari cose più "concrete", come batteri, tossine o organismi non loro. Ciò implica che sono tendenzialmente immuni agli agenti esterni.
    (Immunità agli agenti esterni passiva + attiva variabile).

    Corpo Celeste
    Risultato dell'unione fra sangue umano ed angelico, il corpo del Principe presenta tratti di entrambe le razze. Fra le caratteristiche angeliche ereditate vi è certamente la capacità di irradiare luce dalla propria pelle, ed è in grado di intensificarla o meno a proprio piacimento. Questa tuttavia non si annullerà mai, ragion per cui, se di giorno sarà praticamente impercettibile, di notte e nell'ombra si manifesterà sotto forma di candore lunare.
    (Emana Luce (spiegazione di alcuni poteri attivi)).

    Linfa degli Angeli
    E' cosa ben nota che il sangue di una creatura pura contenga un potenziale nettamente superiore a quello di un comune vivente; non a caso nei sacrifici umani son state sempre predilette le fanciulle vergini. Ora, si immagini questo potenziale amplificato in modo esponenziale, tanto da rendere il sangue stesso non più un comune componente di pozioni o riti, ma l'unica fonte di potere. Questo è quello che si verifica con il sangue degli angeli, o di creature che fanno parte della loro discendenza. Coloro che ingeriscono qualche stilla della linfa vitale di un appartenente ad una stirpe celeste, si ritrovano vincolati da un legame di natura mistica molto forte che si concretizza con un netto prolungamento della vita del soggetto, la cui intensità dipende dalla quantità di sangue assunto e la cui efficacia trascende qualsiasi razza, genere, classe sociale e (soprattutto) la natura soprannaturale: ha effetto su chiunque, chiunque egli sia e qualsiasi cosa sia. L'allungamento della vita dipende dalla razza, dalla quantità di sangue ingerito e molti altri fattori. Orientativamente, una goccia del sangue del Principe, porta in un essere umano qualunque un aumento della vita di circa cento anni.
    (Proprietà di bg del sangue).

    Autorevolezza
    E' questo un suono che tutti possono udire, perché scaturito dall'alta sapienza di coloro che lo pronunciano; la volontà dei Saggi muove questo potere, così che dalla loro giusta voce escano parole che agli altri appaiono profondamente sapienti, e pertanto degne di rispetto, così come degno di rispetto sarà, per chi ascolta, colui che parla. Una malia, un'azione per convincere anche i più scettici della grandezza dei Sapienti di Endlos, sicché al volere di questi le parole diventino capaci di infondere nella mente di chi le oda un tale rispetto per queste e per i Saggi, che certamente non dubiteranno della loro veridicità, e se verrà pronunciato un comando, vorranno eseguirlo senza proteste, quasi fosse l'ordine del loro più caro e severo dio.
    (Malia passiva).

    Sapienza
    Così come non vi è guerriero senza spada o mago senza arti arcane, allo stesso modo non vi può essere Saggio senza conoscenza. Caratterizzati dalla loro avida sete di sapere, un membro di Gilda sarà sempre alla ricerca di cultura da aggiungere alla propria. C’è chi è arrivato su Endlos possedendo già un sapere pari a quello di migliaia di libri, ma informazioni rare e segrete vengono tramandate tra i Saggi nei tomi che solo loro possiedono. Se a ciò si aggiungono anche quelli del Magisterium allora un membro di Gilda non potrà che divenire un pozzo di sapere che ben pochi potranno guardare come loro pari. In termini di gioco è considerata una passiva di conoscenze nella via che il membro di gilda ha scelto.
    (Passiva di conoscenze enciclopediche).


    Edited by Drusilia Galanodel - 8/4/2017, 18:48
     
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    Difficilmente avrebbe non notato il giovane ragazzo, intento a saltare di tavolo in tavolo.
    Sembrava stesse praticando una specie di gioco infantile, forse poco adatto dato l'ambiente dove si richiedeva silenzio e un comportamento rigoroso o almeno, di norma in una qualsiasi biblioteca. Non che fosse intenzione dal bardo criticare o disapprovare la gioviale condotta, avendo spesso assunto simili comportamenti lì dove magari sarebbe stato saggio evitare. Regole da rispettare? Non facevano per un'artista della sua risma.

    Dopotutto il ragazzo, come avrebbe mai potuto distogliere lo gnomo dal suo studio?
    Lo avrebbe scoperto una volta tornato al suo posto, soddisfatto di aver subito trovato il libro di suo interesse.
    Si stava apprestando ad aprirlo, scoprendone così le notizie celate tra le pagine, impresse nel nero inchiostro, quando il fato decise di metterci il suo zampino, arrestando la sete di sapere del bardo.

    «Attechè?»

    Con interessi rivolti altrove, uniti alla sua grande capacità nel disinteressarsi di cosa lo circonda, quando focalizzato su di un singolo elemento, l'avvertimento era giunto alle orecchie dello gnomo in chiave distorta e confusa. Il tempo a sua disposizione, non bastava per salvarlo dall'inevitabile destino a cui andava incontro.
    Il forte tonfo fu solo l'inizio; l'avviso che qualcosa di terribile stava per accadere.

    Le polveri si destarono dal loro sonno, abbandonando i libri dove si annidavano da tempo immemore. Come un miasma, si diffusero verso l'alto, finendo tragicamente per essere in parte aspirate dallo gnomo.
    Inevitabilmente non poteva che andare incontro a uno...

    «Etciù!»

    ...starnuto.
    Ahimè qual tragedia, qual fastidio insopportabile scaturito dal sentirsi il naso pizzicare, quasi bruciare e infine gli occhi che lacrimavano per per l'infida polvere pronta a colpire senza pietà.
    Perché alta era la fantasia di un bardo, sempre pronto a ingigantire anche il più comune degli eventi.
    Lo starnuto fu seguito da un secondo, prontamente coperto dalla mano destra dello gnomo, il quale estraendo un fazzoletto e pulendosi, puntò gli occhi verso la figura dell'attentatore.
    Il giovane ragazzo, dagli aggraziati lineamenti, il longilineo aspetto e lunghi quanto curati capelli, avvisò lo gnomo -con gran premura- di fare attenzione agli squali nel burrone.
    Insolito modo di scusarsi, ma con quale pretesa si poteva arrogare il diritto di spezzare la fantasia del giovane?
    Per quanto un ragazzo della sua età, magari avrebbe dovuto pensare a donzelle e via discorrendo; sarebbe stato contro la sua natura criticarne la fantasia.

    «Oh sì, gli squali sono veramente antipatici come creature. Sempre lì pronti ad azzannarti senza chiedere alcun permesso. Ma te lo immagini uno squalo garbato e gentile? Mi scusi signore, se non le dispiace, vorrei addentare quella sua coscia lì siccome sembra assai prelibata. Ovviamente se mi è concesso.»

    Sorriso sornione, mosse la mano intorno al proprio volto così da scacciare i residui di polvere... certo che ne aveva presi di libri lasciati lì a fare la muffa e non adoperati da chissà quanto tempo. Non che fosse una novità, di solito le notizie migliori si trovavano nel libro coperto da strati di polvere.. o almeno così la pensava.

    «Però io ho un asso nella manica. Vedi, fino a quando avrò con me questo...»

    Si frugò le tasche dell'abito, estraendo al volo uno dei tanti anelli paccottiglia che si portava dietro senza un reale senso... almeno fino a quel momento.

    «Anello di protezione contro gli squali. Fintanto che lo tengo, gli squali non mi morderanno, sapendo che non sarebbe una cosa carina da fare. Già sono piccolo così, figuriamoci con qualche pezzo in meno!»

    Chi aveva detto che alla veneranda età di mezzo secolo, uno gnomo non potesse continuare a voler giocare? Le burle erano una tradizione stabile della comunità di quei piccoli quanto gioviali esseri.

    Riquadro Tecnico. - Badger il Bardo.
    Passive:
    Conoscenze Bardiche. - Passiva di Conoscenza
    Maestro del suono. - Passiva Alterazione Voce.
    Cantastorie. - Anti-Auspex Sparaballe.
    Ego Smisurato. - Auspex Mindfuck-Alert.
     
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    Palanthas, Istvàn.
    Presidio Orientale, Endlos.

    «Oh sì, gli squali sono veramente antipatici come creature. Sempre lì pronti ad azzannarti senza chiedere alcun permesso. Ma te lo immagini uno squalo garbato e gentile? Mi scusi signore, se non le dispiace, vorrei addentare quella sua coscia lì siccome sembra assai prelibata. Ovviamente se mi è concesso.»

    Il Galanodel sollevò lentamente il capo, fissando a lungo quel ragazzino dai tratti così bizzarri da confonderlo. Le braccia erano ancora ben tese sui lati a mimare delle strane ali ed il visino imberbe mostrava un'espressione genuinamente curiosa... eppure sporcata da una nota di insicurezza.
    Non credeva di aver compreso bene il discorso di quel tale.

    «Però io ho un asso nella manica. Vedi, fino a quando avrò con me questo...»

    Mostrando un sorriso sornione e cercando qualcosa nella propria giacca, il bambino-vecchio estrasse uno strano anello dalle tasche... ed a quel punto una sola domanda iniziò a martellare nella testa del Principe, improvvisato equilibrista.

    «Anello di protezione contro gli squali. Fintanto che lo tengo, gli squali non mi morderanno, sapendo che non sarebbe una cosa carina da fare. Già sono piccolo così, figuriamoci con qualche pezzo in meno!»

    Non dando la parvenza di dubitare nemmeno per un istante che quello fosse effettivamente un anello per squali, il Saggio di Symphonia si limitò a sgranare gli occhi, avvicinandosi di un passo ed acquattandosi in una "zona franca" fra due libri e di fronte al visitatore con cui si era trovato a discorrere. Avrebbe fissato il monile per qualche attimo, in un misto di ammirazione ed inquieta perplessità. Infine avrebbe esposto il suo grande dilemma.

    -... e perché non lo avevi addosso, con tutti questi squali in giro?

     
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    Acuta l'osservazione del giovane.
    Con quel modo di porsi così spontaneo e fanciullesco anche per un ragazzo della sua età, poiché agli occhi di Badger sembrava un umano di almeno sedici anni, riuscì a strappargli una piccola risata.
    Perché non lo indossava? Quale scusa avrebbe inventato per evitare che famelici e immaginari squali lo mangiassero?
    Un cantastorie aveva sempre una risposta pronta.

    «Oh ma la risposta è più semplice di quanto sembri amico mio.»

    Parole discutibilmente veritiere, le quali però fluivano dalla sua lingua con facilità. Si poteva forse dubitare di uno gnomo dal sorriso così pieno di fascino? Qual grande individuo era Badger, irraggiungibile non solo nella canto e nel suono, ma persino come attore. Era solito perdersi nell'ammirare la propria grandezza, comportandosi come un aspirante Narciso.

    «E' ben risaputo, come l'olfatto degli squali sia estremamente sviluppato. Questo anello ha la peculiarità di emettere uno sgradevole odore per quelle creature ma per fortuna, inodore per naso normo dotati come il mio è il tuo ad esempio! Una vera e propria comodità no? Parola di gnomo e bardo.»

    E nel concludere, si portò nuovamente l'anello in tasca con delicata attenzione, giusto per donare al gioiello un'ulteriore parvenza di importanza come ad indicare che non intendesse assolutamente rischiare di perdere la sua unica protezione contro feroci creature e proprio per questo, fosse meglio tenerlo bene al sicuro nella tasca della raffinata veste rossa.

    Edited by Tamino - 25/4/2017, 04:14
     
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    Palanthas, Istvàn.
    Presidio Orientale, Endlos.

    «Oh ma la risposta è più semplice di quanto sembri amico mio.» rispose prontamente il bambino-vecchio, dopo un lieve e garbato riso «E' ben risaputo, come l'olfatto degli squali sia estremamente sviluppato. Questo anello ha la peculiarità di emettere uno sgradevole odore per quelle creature ma per fortuna, inodore per naso normo dotati come il mio è il tuo ad esempio! Una vera e propria comodità no? Parola di gnomo e bardo.»

    Mentre si portava nuovamente l'anello in tasca, fingendo attenzione così da conferirgli almeno una parvenza d'importanza, il giovanotto reclinò prima la testolina dubbioso, poi -in una scrollata di spalle- decise che tutto sommato non erano certo affari suoi il modo in cui ognuno gestiva la propria incolumità dal pericolo degli squali a Palanthas.
    Piuttosto gli occhi smeraldini ebbero solo a quel punto modo (ed abbastanza attenzione) di leggere i titoli dei tomi recuperati dallo straniero e lo stupì non poco comprendere immediatamente almeno l'argomento di studio. Bizzarro, davvero bizzarro.

    -In genere non viene quasi nessuno a studiare musica, a Palanthas- disse con spontaneità disarmante, ancora sulla scrivania -O, meglio, sono pochi rispetto agli altri. E' per questo che alcuni Saggi lavorano più di altri: le richieste non sono mai le stesse per tutti.

    Non era ben chiara la ragione di un commento simile... così, dal nulla. Ciò non voleva tuttavia dire che fosse falso: era verissimo che alcuni Saggi lavorassero più di altri: Arthur, ad esempio, quasi non dormiva ed era eccezionale la sua dedizione al lavoro nonostante gli incontri chiassosi dello zio Kerobal con le modelle o lo strimpellare di Lowarn Galanodel, quando decideva che era tempo di esercitarsi.
    In effetti, il Principe Errante aveva molto tempo libero.
    Per questo giocava ad evitare gli squali: a Palanthas in pochi chiedevano di lui.

    -Cerchi qualcosa in particolare?- domandò infine, serafico -Posso aiutarti.

     
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    E dire che avrebbe ancora amabilmente trascorso il tempo a raccontare improbabili fandonie basate su squali e burroni, aggiungendoci magari del suo tramutandoli in squali esplosivi siccome un bel botto, migliorava ogni storia.
    Si lisciò la barba nel sentirlo parlare; quel ragazzo sembrava disposto a dare una mano e sicuramente un giovane di quella statura poteva con maggior facilità recuperare libri da alti scaffali.
    Forse si era anche fatto un'idea della persona con cui stava interagendo.

    «Ricerca più che uno studio vero e proprio. Un maestro del mio conosce ogni segreto riguardo canto e strumenti. Ne resteresti stupito nel apprendere come nel Faerun, aspiranti bardi giungessero da ogni dove per iscriversi alla mia accademia.»

    Rispose prontamente mostrando un ampio e genuino sorriso il quale mutò subito dopo in un'espressione furba, sagace.

    «Sono sicuro che tra questi libri si nasconde un indizio, per trovare qualcosa dimenticato nel tempo. Una composizione che forse potrebbe entrare nel mio repertorio. Non trovi anche te ingiusto che alcune melodie vengano dimenticate?»

    Per un bardo come lui, era assolutamente inconcepibile. La musica era fonte di sostentamento e potere, oltre che una straordinaria forma artistica, capace di colpire nell'animo qualsiasi individuo. Non aveva mai incontrato una creatura dotata di orecchie la quale non apprezzava la musica. La sua era quindi una missione per amore dell'arte, una crociata di bene... sì, provava estremo gusto nell'enfatizzare e ingigantire ogni singola impresa nella quale si cimentava.

    «Ad ogni modo accetto volentieri il tuo aiuto. E chiamami tranquillamente... Badger, gnomo di nascita e bardo di professione. In passato avventuriero ed eroe.»

    Preferì risparmiare al ragazzo una lunga presentazione dove esponeva buona parte dei nomi e nomignoli che gli avevano affibbiato in quella sua lunga avventura chiamata vita. Probabilmente non sarebbe riuscito a ricordarseli tutti e poi, tra gli umani era solito farsi conoscere come Badger.
     
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    Palanthas, Istvàn.
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    «Ricerca più che uno studio vero e proprio. Un maestro del mio conosce ogni segreto riguardo canto e strumenti. Ne resteresti stupito nel apprendere come nel Faerun, aspiranti bardi giungessero da ogni dove per iscriversi alla mia accademia»

    Reclinando la testolina castana su di un lato, gli occhi verdi sgranati di sincero stupore, il ragazzino mostrò il suo interesse con muta ammirazione. Anche se -in effetti- proprio muta non fu.

    -Fico.

    «Sono sicuro che tra questi libri si nasconde un indizio, per trovare qualcosa dimenticato nel tempo. Una composizione che forse potrebbe entrare nel mio repertorio. Non trovi anche te ingiusto che alcune melodie vengano dimenticate?»

    Concedendosi alcuni attimi per pensare, il giovanotto si sedette comodamente a gambe incrociate -sempre sul tavolo!- e, massaggiandosi il mento, sembrò per alcuni attimi rapito da alcuni affreschi sul soffitto di Palanthas. Infine disse la sua, ancora perso nella sua meditazione del soffitto.

    -La memoria è una cosa assai strana: seppellisce le cose una sull'altra e quelle più in fondo si dice vengano dimenticate... però sono sempre lì. Sono dei tesori nascosti: mi spiace non averli nelle mani, ma è il fatto che siano sepolte a rendere la caccia divertente. Alla fine,
    un tesoro piace di più se non è ancora tuo... e per questo non lo trovo ingiusto. La morte è ingiusta: strappa via le persone e non le riporta più indietro. La dimenticanza, invece, rende preziosa la musica e spinge gli amanti a cercarla e a trovarla di nuovo.


    Resosi improvvisamente conto di parlare da solo, il ragazzino si scosse, tornò sulle proprie gambe in un solo balzo e con un altro scese dal banco pieno di libri e pergamene, sollevando ovviamente altra polvere.

    -Comunque piacere, signor Badger!- dopo un teatrale inchino, fece per stringersi la mano con allegria e brio -Mi chiamo Lowarn e sono un Saggio di Symphonia! Se mi dici quale è il tuo repertorio, posso dirti dove cercare per trovare cose nuove!

    La tua passiva di conoscenza ti permette di capire il bg di Lowarn, essendo un personaggio pubblico.
     
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    Sorrise non appena scoprì il nome del ragazzo con cui stava discutendo. Tra tutte le persone presenti nell'incantevole Est, mai si sarebbe immaginato di ritrovarsi a parlare di giochi fanciulleschi e musica con il piccolo principe. Lo gnomo stava ipoteticamente vedendo quella situazione, come un possibile dibattito di musica senza il dovere puntualizzare chi fosse il migliore, poiché il ragazzo sembrava diverso da altri artisti incontrati lungo il cammino, pronti a voler sminuire l'irraggiungibile dote del bardo. Sapeva che i geni come lui, non potevano fare a meno d'attirare l'invidia dei meno talentuosi.

    «Questo è lo spirito giusto. Sono molti i piaceri di una caccia al tesoro e per quanto spinti dalla ricompensa finale, spesso per noi bardi il vero premio sta nel mezzo, nell'avere una nuova storia da narrare accanto al fuoco scoppiettante con il cielo stellato come soffitto, oppure in una taverna tra una boccale di birra e l'altro.»

    Batté le mani un paio di volte, con circospezione poiché comunque si trovavano in una libreria, lì dove il silenzio era assai richiesto.

    «La morte sarà anche ingiusta. Ma un individuo dalla forte personalità, con le sue gesta potrebbe tranquillamente farsi beffe di lei.»

    Per un cantastorie abituato a raccontare storie di eroi o delle proprie gesta, risultava difficile considerare la morte con una fine. Nel mondo dei vivi le storie degne di nota continuavano ancora ad esere tramandante, mentre per la vita ultraterrena lo gnomo aveva già i suoi progetti in cantiere... ma non era tipo disposto a fare spoiler.

    «Normalmente interpretazioni da guitto, canzoni di taverna e allegoriche. Tra la popolazione sono da sempre le più apprezzate, quelle adatte a strappare un sorriso dopo una lunga giornata di lavoro. Ma l'amore che provo per la musica, mi porta a comporre e scoprire qualsiasi genere. Piuttosto mio Piccolo Principe, scoprendo la tua identità sarei curioso di scoprire quanto siano veritiere le parole riguardo la tua abilità con il violino. Non si incontrano tutti i giorni artisti talentuosi.»

    Concluse lo gnomo, il quale dall'espressione in volto lasciava trasparire tutto il suo entusiasmo e interesse. Dopotutto nonostante l'età restava un bambinone.
     
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    "La musica non è nelle note,
    la musica è tra le note".


    (Wolfgang Amadeus Mozart)


    Palanthas, Istvàn.
    Presidio Orientale, Endlos.

    «Questo è lo spirito giusto. Sono molti i piaceri di una caccia al tesoro e per quanto spinti dalla ricompensa finale, spesso per noi bardi il vero premio sta nel mezzo, nell'avere una nuova storia da narrare accanto al fuoco scoppiettante con il cielo stellato come soffitto, oppure in una taverna tra una boccale di birra e l'altro.
    La morte sarà anche ingiusta. Ma un individuo dalla forte personalità, con le sue gesta potrebbe tranquillamente farsi beffe di lei.»


    Nonostante Lowarn fosse un bibliotecaio, sembrò non dar troppo peso alle mani dello gnomo; gli occhi smeraldini, infatti, erano fissi su di lui con attenzione quasi maniacale ed entusiasmo a dir poco fanciullesco.

    «Normalmente interpretazioni da guitto, canzoni di taverna e allegoriche. Tra la popolazione sono da sempre le più apprezzate, quelle adatte a strappare un sorriso dopo una lunga giornata di lavoro. Ma l'amore che provo per la musica, mi porta a comporre e scoprire qualsiasi genere. Piuttosto mio Piccolo Principe, scoprendo la tua identità sarei curioso di scoprire quanto siano veritiere le parole riguardo la tua abilità con il violino. Non si incontrano tutti i giorni artisti talentuosi.»

    A quel punto il visino del ragazzo si lasciò andare in una smorfia sorpresa, quasi fosse appena caduto dalle nuvole. Più che altro era abbastanza comune -per gli individui informati- che, scoperta la sua identità di Principe Errante, gli venissero poste quantomeno domande sulla politica o su sua madre, che era comunque l'Alfiere. In alcuni casi, gli era addirittura capitata qualche domanda "piccante" su chi fosse il padre e, negli incontri peggiori, avevano perfino supplicato raccomandazioni d'ogni tipo.
    Nessuno gli aveva mai fatto domande sulla sua musica... sul suo violino.
    Per questo il Principe arrossì vistosamente, iniziando addirittura a balbettare.

    -C-cioè... v-volete dire che...? Q-qualcuno ha parlato di me?

    Si trattava pur sempre di chiacchiere ovvie, soprattutto se servivano a metterlo in contrapposizione alla madre, famosa per ben altre questioni e con una carriera che nulla aveva a che fare con la musica. Però Lowarn era pur sempre un ragazzino e... non gli era mai capitato di sentirsi famoso per qualcosa che lo riguardasse.

    -D-davvero?

     
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    Lo gnomo inarcò un sopracciglio, mostrando un'apparente incredulità di fronte all'atteggiamento mostrato da Lowarn in quella circostanza. Non gli aveva chiesto foto osè della madre o di quante ragazze, poteva aver fatto cadere ai suoi piedi con quel viso angelico... anche perché dopotutto non erano cose a cui lo gnomo era veramente interessato.
    In quell'istante ,-secondo gli interessi di Badger- il tema principale della conversazione doveva essere solo ed esclusivamente la musica; non c'era lo spazio per altre distrazioni.
    Lì nell'Est? Era difficile che qualcuno non parlasse di uno dei saggi... certo dipendeva anche in base alla persona con cui si andava a interloquire. Non era sicuramente lo sciatto contadino che ti avrebbe riferito delle doti possedute dal giovane principe.

    «Ed è così strano che qualcuno parli di te? Dopotutto a che serve possedere una dote se nessuno la rimarca? Quindi bando allo stupore, perché vorrei proprio scoprire quanto tu sia abile con il violino.»

    Arrivò subito al dunque mettendo totalmente da parte il reale motivo per il quale si trovava a Palanthas.
     
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    la musica è tra le note".


    (Wolfgang Amadeus Mozart)


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    «Ed è così strano che qualcuno parli di te? Dopotutto a che serve possedere una dote se nessuno la rimarca? Quindi bando allo stupore, perché vorrei proprio scoprire quanto tu sia abile con il violino.»

    Il giovane Principe chinò lievemente il capo, mortificato per essersi scomposto a tal punto ma ancora emozionalmente instabile: percepiva chiaramente i battiti del proprio cuore e, strano da dire, conosceva abbastanza bene sé stesso per capire che l'imbarazzo per tutti quei complimenti velati si sarebbe dissolto molto lentamente. Lowarn era un introverso -e di questo ne era consapevole- oltre che non particolarmente abituato a concentrare sulla propria persona attenzioni che non fossero quelle di sua madre o di suo padre. Non escludeva l'ipotesi che qualcuno avesse potuto parlare di lui con altri musici, ma non era per finta modestia il suo non ritenersi ancora pronto al successo... o adatto ad intrattenere esperti in quella complicata arte; pur avendo infatti imparato la tecnica e le abilità di esecuzione in diversi strumenti ed in tempi tanto brevi da apparire mostruosi per i canoni umani, non era mai riuscito ad esprimere bene ciò che covava nel proprio cuore.
    Dare una personalità alla propria musica: al momento si limitava ad eseguire spartiti altrui. Difficili, si... ma non suoi.
    Questo lo metteva sempre molto a disagio.

    -O-ok... va bene.

    Visibilmente imbarazzato, prese uno spartito completamente a caso dagli scaffali: gli sarebbe bastato leggerne il titolo o le prime tre note per ricordare la musica. Sospirò mesto a ciò che riuscì a trovare: un vecchio concerto in Re maggiore, tra le tonalità più elementari dal punto di vista dell'esecuzione. Aveva imparato ad eseguirla a soli due anni con una vecchia chitarra trovata abbandonata in un giardino della Città Alta e l'aveva approfondita molto anche nel periodo in cui si era interessato alla tromba barocca.

    -...

    Raccolse il suo violino, di un nero lucido ed ipnotico.
    Chiuse gli occhi, respirò profondamente.
    L'archetto si mosse, ed ogni cosa fu inondata dalla sua musica.

     
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