Cercasi

Argenstella, Pentauron.
Presidio Centrale, Endlos.

Evangeline procedeva sul ciottolato del centro di Argenstella a passi lunghi e decisi. Sotto braccio, portava una cartella, nella quale erano contenuti una busta -la quale a propria volta custodiva delle carte che le sarebbero servite di lì a poco più in avanti-, qualche biglietto da visita e una manciata di quelli che dovevano essere dei volantini. Sul volto, la smorfia seccata di chi desiderava essere da tutt'altra parte, ad occuparsi di altro.

Si fermò ad un incrocio, e con la mano libera scostò una ciocca di capelli blu dalla fronte mentre cercava di decidere una direzione. Non era che non sapesse orientarsi -conosceva anzi quelle strade come il dorso delle proprie mani-, piuttosto, non aveva alcuna idea di dove cercare ciò che le serviva in quel momento. Perché, quando si era offerta di occuparsi del reclutamento del personale di sicurezza per la prossima spedizione di suo padre, non aveva messo in conto di quanto diverso fosse sia il settore in cui stava tentando di muoversi, sia il metodo che doveva adottare. O meglio, che pensava di dover adottare; del resto, quando aveva aperto il suo locale, erano stati la maggior parte dei suoi attuali dipendenti a venire da lei, e per quelli che aveva cercato personalmente, aveva dovuto collaborare con Gaspode per trovarli.

Sicuro era che avrebbe cercato di evitare certi loschi mercenari di Blood Runner -o perfino Altatorre- quanto più le fosse possibile.
Imboccò la più stretta delle strade che aveva davanti, e pregò nel meglio.

Fare il possibile per evitare di dover chiedere aiuto ad individui per lei troppo loschi, e cercare nel frattempo una buona spada in un'angusta via secondaria non era stata, in retrospettiva, la più furba delle sue iniziative di quella settimana. Non che stesse correndo rischi particolari: era pieno giorno e quella era una zona tutto sommato piuttosto sicura; sentiva piuttosto che sarebbe finita per sprecare tempo con ciò che non solo non sarebbe stata una ricerca fruttuosa, ma anche una poco istruttiva passeggiata. Per quanto amasse in genere bighellonare, la pressione di uno scopo tra l'altro non raggiunto le avrebbe impedito di godersi quel "giro".

Una volta addentratasi di non più di una decina di metri, scorse un giovane uomo dall'altra parte della via altrimenti quasi deserta. Avvolto di una cappa scarlatta, sulla quale erano evidenti i segni del tempo, egli si trascinava a testa bassa nella sua direzione generale. Aveva le sembianze di un umano -come era invero solito trovarne ad Altatorre-, ma portamento e vestiario suggerivano che non fosse un locale. Sembrava essere piuttosto uno di quegli accattoni delle zone povere dell'agglomerato, oppure un viaggiatore.

Lo sguardo cadde sulla cintura di lui. Seppur celata in parte dalla cappa, la ragazza notò l'impugnatura di un'arma -una spada, forse, ma Evangeline ritenne saggio non fermarsi a fissare troppo ciò che stava fra la regione del bacino e le ginocchia di lui-. Quasi qualunque avventuriero, per quanto ne fosse stata a conoscenza, portava con sé qualcosa con cui difendersi. Inoltre, un avventuriero vivo tendeva a sapere usare i propri strumenti, e non pochi di loro spesso non avevano un incarico fisso, e lavoravano "a contratto".
Ora doveva solo sperare che quella sua andatura da specie di animaletto sperduto fosse in qualche modo genuina.

« Buongiorno, mi scusi...! » disse Evangeline, incedendo verso di lui. « Non vorrei suonare troppo invadente, ma vorrei chiederle: lei è per caso un avventuriero? »

"Salve, non cagionate disturbo alcuno. Avventuriero dite? Tale nome ispira l'aspetto mio? Forse sarebbe più consono definirmi Ramingo. Lance è il nome mio. Necessita di qualcosa? Mi duole, ma son estraneo al loco e non sarei in grado di fornirle indicazioni..."
Evangeline, a quella risposta, si soffermò per diversi secondi a fissare l'uomo con il sorriso cordiale, ma curiosamente congelato di chi si era sentito colto alla sprovvista, ma che avrebbe fatto di tutto pur di non darlo a vedere. Decise infine che doveva trattarsi o di un naufrago che aveva imparato la lingua comune da un insegnante molto classicamente incline, o di qualcuno che doveva aver studiato ai tempi di sua nonna, molti, moltissimi secoli fa (persino sua madre, che aveva oramai raggiunto i duecento anni, non parlava così).
Al di là dell'ordine delle parole, che pure le procurò ben poca fatica, riuscì a capire senza alcun problema ciò che le fu detto, e pertanto non impiegò molto tempo a sbloccarsi e a ridarsi un minimo di contegno.

« Ramingo. » ripeté. Un vagabondo? Non sarebbe stato né il primo né l'ultimo avventuriero ad esserlo. Che fosse stato invece solo un semplice senzatetto? Senza fissa dimora forse sì, ma non aveva mai visto un clochard, come li chiamava suo padre, girare armato. « Dunque, spero mi perdonerà se andrò subito al nocciolo della questione. Ad ogni modo, stavo cercando qualcuno in grado di combattere, che potesse fungere da personale addetto alla sicurezza per una spedizione verso il Presidio Meridionale. »
Decise di non specificare, per il momento, per conto di chi, di cosa e verso dove, di preciso.
« Professionisti affidabili, possibilmente. »
Qualcuno che non sarebbe finito per tradire i propri datori di lavoro alla prima difficoltà, per esempio, o in vista di un guadagno "facile".

"Merovish rientra nel mio itinerario e non è la prima volta che mi cimento nella mansione di tutelare qualcuno."
Be', tombola, pensò Evangeline fra sé. Non c'erano, d'altro canto, molte altre mete per una carovana diretta a Sud; e comunque, l'impressione che aveva avuto su di lui si era rivelata, alla fine dei conti, essere corretta. Inoltre, se non ne aveva male interpretato l'espressione, il giovane pareva essere abbastanza interessato all'argomento, e il che poteva significare, se si fosse rivelato poi adeguato, una persona in meno di cui preoccuparsi per il reclutamento.

"Di grazia, la spedizione riguarda? Lungi da me interessarmi dei vostri affari, ma reputo essenziale esser a conoscenza dell'oggetto da trasportare, sì da adempiere al meglio all'eventuale prestazione."
Evangeline si strinse nelle spalle. Non avevano ancora tutta quella confidenza, ma era pur vero che, oltre a trattarsi di una domanda più che legittima, il loro carico non era proprio materia di sicurezza internazionale e, per quanto relativamente prezioso, non era qualcosa che avrebbe attirato troppo l'attenzione (o almeno così sperava). Si trattava, del resto, di...
« ...banalissimi tessuti, ma sa com'è, al giorno d'oggi non si è mai troppo prudenti, quando si deve attraversare il deserto. Se è interessato, posso lasciarle il recapito presso cui presentarsi per il vero e proprio colloquio, signor... »
Alla fine di quell'enorme frase fatta travestita da spiegazione, Evangeline aveva lasciato la frase in sospeso, implicitamente invitando il giovane a presentarsi. Nel frattempo, si domandava dove sarebbe andata a scovare gli altri. Forse avrebbe dovuto affidarsi a qualcuno di meno... vistoso di lei, nonché più spigliato, per ottenere i contatti che le servivano.
Specie se per trovarli doveva avventurarsi nella vecchia Altatorre, a Blood Runner o a Yasul. Ad Argenstella era se non altro sicura che non sarebbe stata accoltellata in mezzo alla strada -non così facilmente, almeno-.

"Lance, come vi dissi, ma non ricordo che voi abbiate fatto altrettanto, Lady?"
Evangeline era sempre stata una donna molto vicina al mondo animale: aveva i geni di un serpente, la vista di un'aquila, la forza di una leonessa, la sinuosità di un gatto...
...e la memoria di un canarino.
Solo due di queste cose erano tuttavia vere, com'era vero il fatto che, per esempio, Evangeline si trattava di una giovane donna cresciuta in una famiglia abbastanza agiata, e che mai nella sua vita aveva mostrato ragioni per lasciare un oculista (un oculista nello specifico, almeno) a bocca aperta.

« Sono mortificata, mi scusi! » disse, ridacchiando imbarazzata. « Evangeline, comunque, Evangeline Raillier-Lanty. »
Un nome un po' lungo, lo sapeva, nonché non facilissimo da pronunciare per molti, anche se capitava, in rare occasioni, di incontrare altre persone con origini francesi a cui si illuminavano gli occhi quando si presentava a loro, luce che puntualmente si spegneva quando spiegava loro di non conoscere che pochissime parole della lingua del nonno paterno.

"Va bene, la menzionerò alla convocazione. V'è altro?"
« Uhm, cercavo in realtà altra gente, due o tre persone al massimo, ma se non ho capito male lei non è di qui, quindi... »
Beh, doveva solo trovare dei candidati validi, ma la selezione effettiva si sarebbe fatta al colloquio. Insomma, il suo compito era limitato a spargere la voce senza essere -troppo- rumorosa.
« ...temo di no, no. Intanto, a voi l'indirizzo. »
Gli porse un foglietto, sul quale era stampato a chiare lettere il luogo e il tempo della selezione. Essa si sarebbe svolta nei prossimi giorni, presso gli uffici dell'impresa di famiglia.
« Se non ha domande, le auguro una buona giornata, sir. »