[CC][CSV] Vanity Fair

Inizio

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.  
    .
    Avatar

    Impeto e tempesta

    Group
    Member
    Posts
    1,057

    Status
    Anonymous

    "A volte è solo uscendo di scena che si può capire quale ruolo si è svolto".

    (Stanislaw Jerzy Lec)


    png

    Lafiel, Shea.
    Presidio Orientale, Endlos.

    Il sole splendeva già alto nei cieli limpidi di Lafiel, seconda città più grande della regione di Shea, arroccata su diverse alture ed intervallata da profondi precipizi su cui svettavano ponti dalle architetture mozzafiato, eccessivi soltanto per i pochi visitatori della zona che soffrivano di vertigini. Le mura candide di alcuni palazzi si confondevano con le morbide nuvolette di sottofondo e lo scorrere dell'acqua dei torrenti e fiumiciattoli vicini finiva per mescolarsi alla musica di numerosi artisti di strada ed il chiacchiericcio degli allegri passanti, nativi e stranieri accorsi a quella Sorella principalmente per il Festival delle Arti, ormai già al ventisettesimo giorno del mese di Achernar, dunque prossimo alla fine.

    Nonostante il clima festoso e rilassato, le architetture imponenti avrebbero potuto generare una certa soggezione verso chi non ne era abituato; questo andava tuttavia preso come il semplice sintomo di quanto il culto verso cultura in tutte le sue forme fosse ben radicato a Lafiel, specchio dell'Est e di molti suoi valori.

    jpg

    Considerata tempio dell’arte e della sapienza per il numero spropositato di gallerie e musei -quel giorno aperti ai visitatori gratuitamente- era anche famosa col nome di "Città dei Teatri", e per questo aveva finito indirettamente per contendersi con Selowen quello di "Città degli Innamorati" a causa di una particolare opera teatrale ispirata ad un'antica leggenda. Si narra infatti che Lafiel fu teatro di una tragica storia d'amore fra due giovani innamorati: Romeo e Juliette, a cui uno dei monumenti principali fa richiamo; passando per le vie centrali, sarebbe stato infatti possibile osservare la torre di un antico collegio maschile, sul quale troneggiava la Finestra di Orpheus, dalla quale chi si affacciava -secondo la tradizione- e guardava verso il basso, era destinato ad innamorarsi della prima fanciulla su cui si posava il suo sguardo. Anche se il loro amore sarebbe terminato anch'esso in tragedia.

    Proprio in questo tripudio di mistero, sentimento e finzione di cui Lafiel traboccava -in quei giorni più che negli altri- avrebbe avuto inizio la storia di alcuni individui, anch'essi uniti dalle trame di un Destino assai crudele... eppure vivi, reali abbastanza per afferrare l'intricata matassa e trovarne un senso.

    Due saggi per la strada, la loro meta ed il fine ben impressi nelle loro menti salde,
    uno gnomo di passaggio, casualmente davanti ad un manifesto scritto dall'Ambasciatore Quarion, promettente una cospicua somma di danaro in cambio di un aiuto che fosse esterno alle normali forze militari del Presidio...

    ...un misterioso uomo dallo sguardo basso e delle oscure intenzioni,
    occhiali spessi a coprirgli parzialmente il volto.


    Vanity Fair ~ Inizio.Benvenuti in questo mio personalissimo esperimento (muahahaha). Come ho già detto in bacheca e ad alcuni anche privatamente, il format della quest sarà abbastanza diverso dai classici, quindi vi chiedo in anticipo perdono qualora vi destabilizzi un po'.

    In ogni caso: vi anticipo già in che consiste la quest. E' una specie di Cluedo.
    Il punto è che (voi giocatori) già sapete chi è l'assassino *indica Boss* e quando attaccherà... ma vi manca un piccolo, piccolissimo dettaglio, che poi è il fulcro della quest investigativa: non sapete chi è la vittima.

    In parole povere: è quello che dovrete scoprire nei tempi che vi verranno concessi. Avrete una lista di possibili mirini e, spostandovi nei vari topic a loro dedicati e parlando con ciascuno, dovrete capire chi è quello davvero a rischio.

    Di contro, l'assassino (che riceverà il nome della vittima in privato al prossimo turno) dovrà muoversi come voi nei topic (ovviamente non nello stesso posto dove vi trovate) e seminerà indizi falsi o trappole per non farvi capire chi è la vittima.

    Per ovvie ragioni, Amarth, Tamino e Kuma faranno gruppo, mentre Boss giocherà gran parte della quest in solitaria.
    Altrettanto ovvio è che maggiori dettagli vi saranno forniti volta per volta, in modo che riusciate a seguire bene la quest senza un sovraffolamento di informazioni.

    Detto ciò, questo è un normalissimo post di introduzione per dire perché siete lì.

    Amarth & Kuma: voi siete già stati contattati personalmente da Quarion. Descrivete come siete arrivati, se vi siete intrattenuti... e sostanzialmente tutto il percorso che fate fino a recarvi dove vi aspetta l'Ambasciatore: un negozio di maschere per bambini rimasto curiosamente chiuso, nonostante la festa.

    Tamino: come descritto, trovi un manifesto a cui ti interessi per guadagnare qualcosa. Segui le istruzioni e recati dove ti aspetta Quarion: un negozio di maschere per bambini, stranamente rimasto chiuso (nonostante la festa).

    Boss: tu ovviamente sai che sei lì per uccidere. Dovrai solo introdurti e spiegare come ti sei "travestito", per passare inosservato.

    Per le altre domande, ci sono in bacheca <3

    Scadenza: 23/4/2017 - ore 23.59

     
    Top
    .
  2. Bøss
     
    .

    User deleted


    Un qualunque albergo di basso livello, da qualche parte a Lafiel.

    Pochi ricordi confusi. Frammenti di una vita precedente finita in un tripudio di schegge di vetro, pezzi di uno specchio infranto che continuano a vorticare e cadere, cadere, cadere... Quando il nero abisso lo inghiotte, Jurgen Wolf - questo è il suo vero nome, unica certezza - scatta a sedere con il respiro spezzato, salvo riadagiarsi tra le lenzuola e rannicchiarsi in posizione fetale. Stringe le ginocchia contro il petto e pensa, mentre il mondo reale si impone con prepotenza ai suoi sensi. Il pacato ronzio del ventilatore è l'unico suono che spezza il silenzio e sospinge particelle di polvere che danzano pigramente nell'aria del mattino, rese evidenti dal fascio di luce che filtra dalle persiane socchiuse. Il vociare chiassoso delle genti accorse al festival, penetrando dalla finestra ora aperta, lo infastidisce leggermente ma lo aiuta a liberarsi degli ultimi postumi di sogno. Volge lo sguardo altrove tentando di fare ordine nei propri pensieri, aprendo gli occhi su una anonima stanza d'albergo arredata in maniera decisamente spartana. Oggi dovrà indossare un travestimento: per l'occasione si è sbarbato completamente e ha lasciato i capelli liberi di crescere in maniera disordinata. Niente più code, solo una zazzera arruffata che ricorda da vicino il suo vecchio taglio. Con un gesto rapido inforca gli spessi occhiali neri da vista e indossa una anonima camicia bianca abbottonandola in maniera asimmetrica. Tutto, nel suo nuovo aspetto, lascia trasparire una ben studiata aria di trascuratezza. Tempo di andare.

    Qualche minuto più tardi. Strada principale di Lafiel.

    Scivola tra la folla senza che nulla, a prima vista, possa lasciar intendere che non sia un normale turista. Anzi: il suo aspetto è talmente sciatto e anonimo che molti passanti lo urtano senza tanti complimenti. Qualcuno non chiede neppure scusa. Ma va bene, va bene così. Non pensa a nulla di particolare: sta svuotando la mente, mentre in lui brucia la consapevolezza che tutto fa parte di un più grande disegno e ogni cosa ha il proprio scopo. Ogni singolo sacrificio sarà ripagato. Questo lui lo sa. Le mani sono affondate nelle tasche dei pantaloni e lo sguardo vaga tra la folla e le torri imponenti della cittadina. Sembra quasi smarrito, con la schiena curva e la testa incassata tra le spalle.

    Eppure un'energia misteriosa vortica dentro di lui e lo segue come un'ombra, come un sinistro presagio. Rain è un uomo che non si lascia controllare dalle persone ma neppure dal fato, non lo è mai stato. La sua condizione attuale di strumento è un passaggio necessario e mese dopo mese lo avvicina sempre più alla sua meta. Poco gli importa se dovrà sporcarsi nuovamente le mani. E' sicuro che un giorno tutta questa sofferenza avrà un qualche valore che ora, tuttavia, continua a sfuggirgli. Ma questo è il suo piccolo, personalissimo segreto.

    Che la caccia abbia inizio.


    Picciotti, apro le danze! Praticamente non scrivo un post gdr da diversi anni. Abbiate pietà di me. E bastonatemi se scrivo castronerie :/
     
    Top
    .
  3.  
    .
    Avatar


    Group
    Member
    Posts
    917

    Status
    Anonymous
    Non poteva esserci alcun festival delle arti senza la presenza del cantautore più talentuoso di tutto il Faerûn e probabilmente anche di Endlos. Per questo, la presenza di Badger a Lafiel era piuttosto scontata. Un po' di disappunto sul fatto che nessuno l'avesse invitato di sua spontanea iniziativa, pregandolo di esibirsi e mostrare quelle doti di cui solo lui era in possesso.

    Dopotutto quel clima di gioviale festività allietava il suo animo facendolo sentire ben disposto a esibirsi anche come uno dei tanti semplici artisti di strada.
    Era curioso, come non avrebbe intrapreso l'obiettivo prefissato, il principale motivo per il quale lo gnomo aveva deciso di mostrarsi lì a Lafiel. Dopotutto non solo il destino era imprevisto; anche la mente di un folle gnomo poteva sorprendere in modi totalmente inimmaginabili.
    Difficile dirsi come fece a notare il manifesto, lui che fra tutti era solito non degnare d'interesse cosa lo circondasse, quando focalizzato su di un unico scopo. Eppure lo vide, li lasciò catturare dall'interessante invito soffermandosi quindi a leggere i contenuti del foglio appeso al muro di una struttura.
    Una richiesta d'aiuto da parte dei piani alti. La ricerca di volontari disposti a mettersi in gioco per evitare l'avvenirsi di disastri in quel giorno di musica e spettacoli.
    A dirla con grande sincerità, non era l'oro il principale interesse, per quanto -dopo una rapida tastata al borsello- non disdegnò affatto la possibilità di una sostanziosa ricompensa. Il mittente restava però il motivo cardine. Non era cosa di tutti i giorni, poter incontrare una personalità influente come Quarion Galanodel e la voglia di conoscerlo da parte dello gnomo, non era assolutamente poca sia per le storie sentite, che per la possibilità di far magari una buona impressione... perché per un girovago, era saggio instaurare buoni rapporti con le giuste conoscenze.

    Si appuntò mentalmente la zona dove avrebbe dovuto incontrare Quarion. Un negozio di maschere per infanti rimasto chiuso, nonostante la festa ricorrente. Strano a dirsi, ma non impossibile da pensare... magari l'Ambasciatore preferiva un luogo tranquillo dove incontrare i diretti interessati e lontano da indesiderati curiosi. Restare lì a fissare il volantino, sicuramente non dava modo di ottenere risposte.
    Si mise quindi in marcia verso il luogo d'incontro, cominciando a fischiettare un allegro motivetto per accompagnarsi. Dopotutto era un giorno di festa, non vi era motivo d'essere seri no? E dopotutto, quando mai lo era Badger?
    Arrivato d'innanzi al modesto negozio, gli venne spontaneo fare una cosa e pensarne un'altra.
    Ovviamente l'azione compiuta dal bardo, prevedeva di aprire in maniera scontata la porta, entrando così nella struttura, dove in teoria Quarion si trovava ad aspettarlo. Il pensiero che invece sfiorò la sua mente, lo induceva a pensare se forse, non sarebbe stata un'idea migliore, presentarsi con una lastra di metallo a coprirgli il fondo schiena. Voci di corridoio, tendevano a dire di guardarsi le spalle in presenza di Quarion... e non solo nel senso figurato.

    Riquadro Tecnico. - Badger il Bardo.
    Passive:
    Conoscenze Bardiche. - Passiva di Conoscenza
    Maestro del suono. - Passiva Alterazione Voce.
    Cantastorie. - Anti-Auspex Sparaballe.
    Ego Smisurato. - Auspex Mindfuck-Alert.
     
    Top
    .
  4. »Merryman
     
    .

    User deleted


    Narrato
    Parlato
    "Pensato"

    Merryman Don Lyon Capone


    nov8inkblot





    Sembrava non ci fosse uno straccio d'ombra per chilometri in quello strano, grande regno.
    Il sudore cominciava ad impregnare la fronte dell'uomo mascherato.
    Camminava su una strada affollata di gente dall'aspetto inusuale.
    Cos'era inusuale? L'uomo sudato aveva visto esseri dalle varie forme e dimensione da quando si trovava su quel piano d'esistenza.
    In quel posto, però, la gente era acconciata in maniera ancora più eccentrica di quanto lo fosse nella capitale desertica precedentemente visitata.
    Ad ogni passo qualche goccia di sudore creava macchie opache a rilievo su quelle nere semovibili della maschera.
    Il cappuccio bianco soffriva sotto il cappello scuro. Merryman tese una mano e lo abbassò ancora di più sul lato avanti.
    Commentava tra sé e sé a denti stretti

    Sono stato 30 anni senza vedere il sole... guarda adesso...

    Affaticato e assetato si aggirava imperterrito tra i vicoli di Shea.
    Musicisti, cantori, pittori ad ogni angolo lo invitavano ad accomodarsi nei loro salotti da intellettuali a sprecare voce sull'arte.
    Declinava ogni offerta con un movimento di spalle, strattonando spesso la forte presa che gli importunatori applicavano sulla spalla.

    Si fermò improvvisamente dietro l'angolo di un fabbricato molto alto. Lì c'era dell'ombra.
    Merryman si tolse il cappello e si asciugò il cappuccio all'altezza della fronte con la manica dell'impermeabile.

    Avessi saputo prima di questo viaggio, mi sarei portato qualche cambio in più!

    Tirò fuori dalla tasca il porta sigarette.
    Bruno e ramato risplendeva anche nel buio di quell'ombra.
    Gli abitanti del luogo passavano a pochi centimetri da Merryman mentre lui alzava la maschera fino al naso, lasciando scoperta la bocca e il mento.
    Si grattò con il pollice l'ispida barba rossastra mentre l'alza mano portava alla bocca una sigaretta.
    Guardò i passanti nella strada perpendicolare alla stessa in cui stava sostando.
    Nessuno lo notava lì, nell'ombra.
    Scorbuticamente accese la sigaretta con l'accendino all'interno del porta sigaretta.
    Una grossa nuvola di fumo gli uscì dalle narici.

    Le musiche e i canti di una città in festa lo rendevano spesso allegro.
    Erano tradizioni ormai estinte nel suo mondo.
    Famiglie allegre, avventori da ogni dove e bellissime donne apparivano dietro il primo palazzo per poi scomparire, qualche secondo dopo, dietro l'altro angolo.
    Il tranche de vie riprodotto in quel quadro gli strappò un sorriso, tra un tiro e l'altro.

    Ripassava in mente qualche barzelletta, sospirandola a bassa voce.
    Come si chiama il ciclope che fuma due o tre sigarette per volta?
    Fede un altro tiro dalla sigaretta;
    cosparse l'aria di fumo nocivo e pronunciò:
    Polifumo.

    Attendeva così. Con una gamba piegata addosso al muro e le spalle a sorreggerne la struttura.




    Merryman Don Lyon Capone



    Salute: 100%
    Energia: 100%
    Classe: Technomancer - Psion - Alchemist
    Link scheda.


    E' stata la GRANDE CAPA a volermi qui!
    VVB
    :flwr:
     
    Top
    .
  5.  
    .
    Avatar

    Now with 200% more old lady

    Group
    Staffer
    Posts
    8,382
    Location
    Bergamo

    Status
    Anonymous

    Lafiel, Shea.
    Presidio Orientale, Endlos.

    Non è trascorso moltissimo tempo dal suo ritorno da Daleli (e da Merovish, dove si è unito alla carovana che lo ha riportato ad Est), e non ha più ricevuto notizie da Sud da allora. Né in merito a Pasha Preek, né su Dimitriy Kozlov, né su Bid'daum. Forse perché, una volta di nuovo ad Istvàn, la maggior parte del suo tempo è stata impiegata a Palanthas, a ricercare informazioni su quel rito menzionato da Eqihfenc, nonché sulla stessa sciamanessa. Un compito forse reso più gravoso dal doverlo svolgere in compagnie non sempre piacevoli.

    Stavolta, però, è Eru Elen Amarth a camminare al suo fianco: la Corona di Dharma, e capo dei Custodi delle Sette Vie, convocato a Lafiel insieme a Denver da Quarion Galanodel. Ha l'aspetto di un uomo di assai meno di trent'anni, ma il giornalista ha oramai imparato a riconoscere un certo pattern -più o meno vero- in merito a come, su Endlos, più il rango di un individuo è alto, più è facile che costui -o costei- sembrerà con ogni probabilità straordinariamente giovane sia per il ruolo ricoperto, che in termini generali. L'Ambasciatore, l'Alfiere Errante, Eru Elen Amarth e, almeno per quanto ha sentito dire, la stessa Lady Kalia; ha fatto eccezione, fino ad ora, solo Preek.
    Cammina a passo spedito per le strade della città, ma non troppo: in parte perché non vuole mancare di rispetto alla Corona rischiando di lasciarla indietro, e in parte perché non è mai stato lì, e diavolo se gli dispiace non potere fermarsi più a lungo per ammirare le bellezze locali. È come se fosse in Europa, in qualche città della Germania o della Francia che pare uscita da un libro di favole.
    O dell'Italia: si racconta infatti che, qui, si sarebbe consumata la tragedia di due amanti conosciuti come Romeo e Juliette, e chissà se Lafiel non abbia in realtà dei pezzi di Verona raccolti da qualche parte dal Maelstrom.

    Denver BrockmannStato fisico: Perfetto
    Stato mentale: Perfetto
    Energia: 100/100
    Passive: Anti-Malia, Rilevazione Bugie, Rilevazione Pericoli, Auspex Psion
    Scenici: N/A
    Equipaggiamento: M1917 Revolver
    Armatura: Armament: Hardening
     
    Top
    .
  6.  
    .
    AVATAR_DEFAULT

    ...L'Arcobaleno d'Argento...

    Group
    Senatori
    Posts
    3,372
    Location
    Il Tempio Oltre il Pensiero

    Status
    Offline

    Come la nave arriva al porto, dopo aver solcato le acque, e lo sguardo del marinaio torna a vedere la forma del mondo, che nell'andar veloce pareva linea e confusione, similmente la carrozza che in seno aveva la Corona di Dharma e il giovane Denver arrestò il trotto dei cavalli e fermò le ruote, dinanzi alla bella Lafiel, dopo aver scorso la valle del Vento al rapido alternarsi degli zoccoli, tanto che, agli occhi del Guardiano, il quale era solito muoversi solamente a piedi, la blanda andatura del carro parve una corsa, e non poté godere del panorama di Chediya, che da molto non aveva occasione di vedere, poiché la morte e il sonno colsero lui e tutti gli Altri; ma veloce bisognava andare, poiché l'urgenza con la quale i due saggi vennero convocati fu assai presta: l'Ambasciatore dell'Est, infatti, era giunto nella sua elegante persona fin nelle mura di Palanthas, a chiedere alla Corona d'Iride d'accorrere alla città dei teatri, seconda per grandezza alla sola Capitale, benché non ne disse il motivo; quale cosa, allora, doveva esservi lì, tale che soltanto il Destino poteva essere d'aiuto? E tuttavia, poiché ciò apparve insolito, tanto più che il Guardiano s'era svegliato dal lungo sonno non più di qualche ora prima, egli decise di sfruttare il segno ch'aveva ricevuto e, avendo desiderio di scrutare il valore di Denver, poiché Rekishi, come ebbe modo di apprendere, non v'era più a reggere Sophia, la Rossa Via della Storia, sì che un'altra Corona doveva pur sorgere, chiede che potesse venire con lui.
    E dunque, usciti che furono dalla Biblioteca, i due camminarono fino ai confini della città dove una carrozza era stata predisposta per il viaggio, tanta era l'urgenza del compito assegnato loro, benché lo Zero difficilmente si spostasse diversamente dalla sola camminata; fra le vie della Capitale, lo Sguardo d'Iride dell'Essenza pareva assente, e mentre gli abitanti lo guardavano come fosse un fantasma, non avvicinandosi per tema che potesse rimbrottarli o paventando d'esser davanti ad una leggenda tornata dalla polvere.

    -Il mondo è rimasto uguale a se stesso.-
    Disse, rompendo il silenzio dei passi per Istvàn
    -Eppure, lo sento diverso: non vi abitano più le stesse genti.-
    Parlava, non era chiaro se a se stesso o a Denver
    -Poco più di dieci anni sono trascorsi, che ai Nostri occhi non sono che briciole di briciole, eppure mi sembra che Istvàn abbia un altro viso.-

    E altro non disse, nel cuore rimestando pensieri antichi, poiché egli mai vide le cose cambiare, mai fu in un tempo, e poi un alto che fosse insieme vicino e lontano, simile e dissimile: egli, infatti, mai aveva percorso il mondo, o dimorato in un solo luogo vivo, sia prima della disfatta del terzo corpo, quando stette nelle Cose soltanto il tempo della Chiamata, sia dopo, avendo trascorso i secoli a meditare, poco viaggiando e poco curandosi dei mortali. Ma Endlos, in un certo senso, l'aveva cambiato: per maledizione, per Caso, per motivi che forse gli sfuggivano, aveva sviluppato un certo attaccamento a quella terra, e a chi la abitasse, e vedere gli uomini diversi e vecchi, che un tempo erano giovani e altri, ora ne turbava l'animo eterno. Non che egli non concepisse il mutare degli eventi, ma non ebbe mai l'occasione d'osservarlo; non da Guardiano, comunque.

    Presto, poi, si giunse alla carrozza, ai confini della Capitale: ad aspettarli stavano il cocchiere ed il valletto: aperte le porte, per primo salì Denver, per secondo lo Zero, nei lunghi abiti d'argento sui quali scorrevano i colori come la marea sulla sabbia, e per ultimo Amarthrind, il Cerchio del Destino, che aveva galleggiato, placido, ruotando accanto al Guardiano per tutto il tragitto. La velocità del mezzo, il quale era, per le abitudini della Corona, assai poco utilizzato,
    parve essere così insolita che i contorni delle e cose e della verde Chediya erano come confusi e sfumati, e il Guardiano, che non ne vedeva le bellezze da molto, si ripromise di fare il viaggio di ritorno a piedi, essendo che la fretta dell'andare lo stava privando d'un mondo cui era affezionato e che era desideroso di tornare a contemplare.
    E così arrivarono a Lafiel e, lasciato il cocchio, proseguirono a piedi, cercando il luogo dove Quarion aveva detto loro di trovarsi: un negozio di mascheramenti infantili, chiuso nonostante la festa annuale che abbracciava tutta la città. Negli anni ad Est, mai il Guardiano aveva lasciato Istvàn, o meglio Palanthas, se non per costrizione, eccezion fatta per il proprio Tempio in cima alla cascata di Eirial, dove dimorava: e, infatti, sollevando lo sguardo ai monti di Shea distanti oltre Lafiel, trovò, sul picco roccioso, ad est, le cascate, che rigavano d'azzurro la montagna; e lì, spingendo un poco lo sguardo, gli parve di vedere una tenue luce a salutarlo, di molti dolori, leggera come una nebbia, un misero puntino sulla cima delle acque. Che fosse vero, o che fosse soltanto il suo desiderio di vedere il tempio, questo non seppe dirlo; ma, di nuovo, si disse di tornare lì, una volta compiuta la missione.
    L'incarico, però, veniva prima d'ogni cosa, poiché egli era stato chiamato come Saggio, né aveva libertà di contemplare la festa, o dissertare con se stesso:
    presto, Quarion sarebbe venuto a prenderli, per rendere i saggi edotti circa questo misterioso compito.



    Equip

    png

    E' da una lingua ormai perduta che Amarthrind trae il suo nome che, se fosse coniato dai popoli odierni, vorrebbe dire "Cerchio del Destino"; tutto il potere di Amarth scorre in quest'arma, tutto il potere di un Guardiano, poiché quel cerchio non è altro che Amarth stesso, l'emanazione del suo ruolo: essere il limite al quale Bene e Male tendono per poi annullarsi nella perfezione del Fato incedente, del Destino e del Caso. E' il simbolo dell'unione, senza mescolanza, di quei due principi che plasmano il mondo e che incessantemente si rincorrono, scandendone i singoli eventi.

    Forgiato da un materiale ora scomparso, ha la capacità di scindersi in due metà che il Guardiano impugna come daghe: se, però, Amarthrind brilla di tutti i colori dell'iride e di nessun colore insieme, quando viene diviso ciò che è impugnato dalla destra appare più bianco, e ciò che ha in pugno la sinistra assume una luce di tenebra.
    Il Guardiano è in grado di muovere Amarthrind, con la sola forza del pensiero (supportata poi da indicazioni fornite dal movimento di braccia e mani), in un'area di 15 metri da Amarth, poiché questa è una parte di lui, nata dalla stessa Essenza che lo compone: ciò implica che -quando lanciato- abbia un effetto volutamente boomerang e la possibilità di rapidi cambi di traiettoria e direzione. Inoltre, questa passiva implica una condizione di "riposo" dell'arma (quando non stretta dalle mani dello Zero) in cui essa levita attorno al corpo del Guardiano, intera o scomposta.
    N.B.: Quest'ultima azione non è utilizzata ai fini di counter né di difesa,
    ma consente solo al pg di avere le mani libere per poter usare le proprie tecniche.


    Diametro: 1 metro | Gittata: 15 metri | Velocità: dai 20 ai 35 km/h
    Capacità: comandata telepaticamente entro 15 metri


    Abilità Passive

    Synchro
    Destinato a non godere di una particolare sfumatura di carattere, il Destino ha fatto sì che Amarth potesse provarle tutte, senza però poterne conservare alcuna: questa è l'origine di ciò che spesso egli chiama "Synchro"...
    Sia Amarth un'eterna voragine, entro al quale ogni emozione cadrà inesorabile. In un'area di 5 metri di raggio, ogni singola sensazione presente, sia questa di gaudio o ira, verrà percepita ed attirata dal Guardiano; una volte penetrate in lui, l'iridescenza che sempre lo contraddistingue cesserà, ed Eru Elen Amarth si tingerà del colore che ogni emozione rappresenta. Eppure, ben poco queste dimoreranno presso l'Eterno perché, pur percependole, e tingendosi fin quando queste non saranno cessate, egli non potrà trattenerle: al contrario, infatti, Synchro farà sì che ogni percezione venga elargita all'ambiente, inducendo chiunque si trovi nell'area di influenza a provare ciò che il Guardiano ha captato.

    Note

    1. Quest'abilità prescinde dal volere di Amarth, pertanto non sarà il Guardiano a percepire le sensazioni, bensì la stessa Synchro. Ciò significa che, essendo sempre attiva, se nel raggio di influenza non vi è alcuna creatura capace di provare emozioni, Synchro userà lo spirito dello Zero come fonte di energia, se così si può dire. Non Potendo egli provare alcunché, le sue vesti, i suoi capelli, i suoi occhi, sopracciglia ed arma risulteranno sempre ammantate di un'iridescenza, che si muoverà ondeggiando armonica per tutto il suo corpo.
    2. E' implicito dire che Amarth può fungere da rivelatore di presenze: se questi cambia colore, significa che c'è qualcuno nel raggio d'influenza di Synchro
    3. La potenza di canalizzazione di Synchro è tale da consentire al Guardiano di poter provare l'emozione intercettata
    4. Come ogni altra passiva, se una o più creature sono protette da abilità o tecniche, Synchro non riuscirà ad intercettarne le emozioni.
    5. Maggiore è il numero di emozioni assorbite in contemporanea, maggiore sarà il dolore mentale e lo stress provato dal Guardiano; nel caso poi, di un assorbimento eccessivo, ovvero di più di 10 emozioni questi, dopo vistosi effetti scenici quali tremolio e colori molto accesi sul corpo, sarà preda di atroci sofferenze, finanche svenendo.

    Cambiamento Cromatico
    TranquillitàPace, SerenitàDubbio, Sospetto, IncertezzaInvidiaGelosiaAmore, AffettoRabbiaFuria ciecaOdioPauraSofferenza, DoloreTristezzaPreoccupazione, Ansia
    AzzurroBiancoGialloVerdeArancioneRosaRossoNeroIndacoGrigioMarroneBlu scuroGiallo ocra


    Alcar Valaron, Gloria delle Potenze

    "...Ora avvenne che le Potenze di Arda, che pure erano consce della sorte del loro Maia Faerglir, volessero inviargli un dono, per sostenerlo nei momenti in cui ogni persino la luce della ragione e della verità non fosse risultata abbastanza brillante da trafiggere le tenebre del dubbio e del falso. Molto, infatti, l'Uno teneva a cuore lo spirito del garante e quando questi si dipartì da Ennor grande sofferenza gli pervenne, esulando, quell'evento, dall'antichissima musica degli Ainur; per volere di Eru Ilùvatar nuova forza crebbe nello Zero, ché il Destino lo permise, e ciò che nel cuore del Mondo si ammantava di menzogna avrebbe emesso un suono strisciante, che solo l'orecchio dell'Eterno avrebbe colto..."
    Ciò che le Potenze donarono ad Eru Elen Amarth, non è altro che la capacità di discernere il vero dal falso; infatti, in un area di 10 metri di raggio -di cui Amarth è il centro- ogni menzogna pronunciata da qualunque creatura produrrà, alle orecchie del Guardiano un sibilo, lo stesso emesso dai serpenti. Come ogni altra passiva, sulle creature protette da particolari abilità o tecniche, Alcar Valaron non sortisce alcun risultato.


    La Via del Destino

    "...Perché Erelamarth Celebliant è il Destino e marcia diritto, inflessibile, cieco e sordo ai richiami del Mondo..."
    L'Essenza numero Zero non è Fatta per chinarsi a false lusinghe o corrotti inviti: no, essa immune passa attraverso le voci del mondo, attraverso sussurri e tentazioni; ancor più dove vi sia l'imposizione; dove via sia intento di sedurre e traviare, egli non potrà essere sfiorato, il suo animo -partecipando al Destino del Tutto-, neutrale e troppo antico e forte affinché il suo equilibrio possa venire infranto.
    Amarth risulta immune alle malie o alle Aure, ovvero quelle passive che hanno effetto di instillare particolari sentimenti nelle persone, oppure indurli a credere alle parole che i possessori di tali poteri possano utilizzare o dire. Quanto alle tecniche di tal genere, Il Guardiano potrà farsene scudo a spese di un Costo in mana adeguato per ogni occasione.



    La Voce della Saggezza

    [size=1]E' questo un suono che tutti possono udire, perché scaturito dall'alta sapienza di coloro che lo pronunciano; la volontà dei Saggi muove questo potere, così che dalla loro giusta voce escano parole che agli altri appaiono profondamente sapienti, e pertanto degne di rispetto, così come degno di rispetto sarà, per chi ascolta, colui che parla.
    Una malìa, un'azione per convincere anche i più scettici della grandezza dei Sapienti di Endlos, sicché al volere di questi le parole diventino capaci di infondere nella mente di chi le oda un tale rispetto per queste e per i Saggi, che certamente non dubiteranno della loro veridicità, e se verrà pronunciato un comando, vorranno eseguirlo senza proteste, quasi fosse l'ordine del loro più caro e severo dio.

     
    Top
    .
  7.  
    .
    Avatar

    Impeto e tempesta

    Group
    Member
    Posts
    1,057

    Status
    Anonymous
    POV: Rain, Merryman.

    Nonostante a Shea non arrivasse il famoso Canto della Valle del Vento, presente invece a Chediya, per le strade della bella città in quel preciso giorno si suonava una musica fatta non solo di strumenti degli artisti, ma anche di chiacchiericcio ed allegre urla infantili. Anche la prima strada, quella principale, era inondata da bambini rumorosi -oltre che di adulti ed anziani- concentrati spesso in alcune piazzole, lasciati a giocar fra loro dai genitori o intenti a guardare qualcosa che soddisfasse i loro gusti più infantili degli altri passanti.
    I pagliacci, ad esempio.

    Uno di questi aveva scelto come proprio palcoscenico un piccolo rialzo in legno -esattamente di fronte alla postazione strategica di Merryman, su cui vi era posto al massimo per cinque persone- e fra palloncini colorati e canzoni dalla dubbia serietà incuriosiva intratteneva come poteva -in verità in modo assai goffo- i piccoli e quasi innocenti passanti. A suggerire il nome dell'artista, invece, un furgoncino nero parcheggiato sul retro del palco improvvisato, con una evidente la scritta rossa: "Mr. Jelly".
    Dopo aver distribuito palloncini ed essersi esibito in un tentativo di giocoleria ad una sola mano -che non poteva certo considerarsi una scelta artistica dato che, in effetti, l'altro avambraccio non mostrava nulla più che un moncherino bendato ma pulito, su cui era stato strategicamente posizionato un curioso uncino nel tentativo di renderlo attraente agli occhi di un bambino, segno evidente che la mano gli fosse stata asportata da qualche tempo per motivi dei quali sicuramente a nessuno importa- riuscito abbastanza bene, nonostante la totale assenza di grazia e qualche imprecazione soffocata in un sorriso tirato... giunse il turno del gioco di magia.

    -E ora, chiamerò dei volontari!
    Avrebbe anticipato al suo pubblico, allargando le braccia ed atteggiandosi a splendido.
    -Tu, coso- avrebbe cercato di attirare l'attenzione di un Rain concentrato probabilmente su ben altro -Tu con l'aria losca... ehi! EHI! Ti ha lasciato la ragazza? EHI! Caz-ehm... bambini, me lo fate girare? Su, su, fatelo salire! Applaudiamolo, avanti!
    Inutile dire che non sarebbe servito a molto scappare: le attenzioni erano tutte su di lui e sparire a quel punto avrebbe solo generato il panico e fatto saltare la copertura. Meglio fingere di essere un visitatore qualunque ed assecondare quel pagliaccio fallito.
    -Ehi, anche tu!- avrebbe infine esclamato, indicando Merryman -Il travestito, si... quello che fuma. Forza bambini, portatemi anche il travestito!
    Fortunatamente non ci sarebbe stato bisogno di spiegare a dei bambini la differenza tra un semplice uomo mascherato ed un transessuale dalla professione antica quanto il mondo stesso, dato che probabilmente neppure sapevano dell'esistenza del secondo. Ma tant'è.

    -Molto bene!- saliti sul palco, ormai sempre più stretto, il pagliaccio li ringraziò con un lieve colpetto alle spalle prima di mettersi a frugare nel proprio sacco. Inizialmente l'attesa avrebbe lasciato intuire il retrogusto di una meditata suspance... ma dopo tutti avrebbero capito che così non era affatto. Probabilmente non trovava tutti gli attrezzi del mestiere -Iniziamo con queste!

    Nel tentativo di svuotarlo, avrebbe iniziato col distinguere i giochi già utilizzati da quelli ancora in serbo per gli spettatori. Quelli del numero, invece, decise di darli direttamente ai due "volontari". Fu così che sia Rain che Merryman si sarebbero trovati fatalmente uniti da un paio di manette.
    Fuxia e pelose a livelli indecenti.

    -Ecco!- trovata finalmente quella che doveva essere la chiave delle manette, estraendo anche un blocco per appunti vuoto ed una matita, ripose il sacco al bordo del palcoscenico per poi rivolgersi al pubblico -Ora chiamerò un'altra persona dal pubblico che non ho mai incontrato! Chi fra voi vuole pescare una carta?
    Alcuni alzarono la mano, fra figli e genitori. Calò il silenzio, ed il pagliaccio urlò di nuovo.
    -CHI VUOLE PESCARE LA CARTA?
    I volontari di prima continuavano ad alzare le mani, ma il pagliaccio non sembrava nemmeno interessato a loro. Prese dunque un pollo di gomma e lo lanciò su una vecchina beatamente addormentata su una seggiola, svegliandola.
    -Che ne dice, signora?
    -Scusa, mi sono appisolata- avrebbe detto la vecchina, con un adorabile accento inglese -Tocca a me ora?
    Silenzio e imbarazzo.
    -Un applauso per questa giovane signora!
    Mentre lui trascinava la signora sul palco, ormai ricolmo di gente, i bambini presenti scoppiarono in un fragoroso applauso, decisamente più entusiasta di quello degli adulti, decisamente poco convinti di ciò che si erano trovati malauguratamente ad osservare.
    -Allora adesso...
    -Aspetta un attimo- lo interruppe la signora -Prima ero dall'altra parte, vero? Ah no, ci siamo scambiati... a causa del tuo uncino. Silenzio. -Vai avanti.
    -Noi non ci siamo mai visti, vero?
    Tentò di precisare lui, con aria decisamente seccata.
    -No, esatto.
    -Allora, se possibile, vorrei tentare di leggerle la mente.
    -Oh, sembra carino.
    -Bene. Ora prenda questo- le consegnò il blocco per gli appunti -Voglio che lei...
    -...devo pensare a una cosa e poi disegnarla.
    -Lascia che sia io a dirlo. Disegni una forma semplice senza farmela vedere. Mi dica quando ha fatto.
    Si voltò, ed intanto che la vecchina disegnava, parlò col pubblico spiegando ai bambini che i due signori di prima erano stati rapiti dai loro genitori e che solo un vero eroe in grado di leggere le menti sarebbe riuscito a salvarli.
    -Fatto!
    -Molto bene, prima di girare quel foglio al mio tre, deve pensare intensamente a quella forma. Siete sicura di quello che ha disegnato? Non ha cambiato idea?
    -No, no!
    -Molto bene... il disegno è... un micetto! Uno, due e tre!
    E il disegno, come per magia, si rivelò infatti essere...
    ...
    ... un quadrato.

    Silenzio imbarazzante.

    -Oh, diavolo... cosa è!?! Pensavo stesse pensando ad un gatto- lo disse a denti stretti -Si, l'avevo fatto, ma mi graffiava. Così l'ho chiuso in una scatola.
    Sembrava soddisfatta di quella decisione, peccato che lui avesse già un tic nervoso.
    -Già. Ecco a voi due gatti. Solo che uno è... in una scatola- lanciò via il blocchetto, con cattiveria -Ora può tornare a sedersi.
    -Posso aspettare in macchina ora? Qui sto gelando! Hai le chiavi?- avrebbe domandato la vecchietta, prima ancora di scendere dal palco. Lui alzò gli occhi al cielo, ormai più che consapevole della titanica figura di m~ -Si.
    Le diede le chiavi... e l'anziana signora andò a sedersi nel furgoncino nero di Mr. Jelly. Mentre Mr Jelly la fissava in silenzio e sia Rain che Marryman si domandavano probabilmente come avrebbe finito quel numero straziante in cui erano stati costretti a partecipare, un adolescente in terza fila lanciò una carta appallottolata e sporca di chissà quale dolciume da bancarella sul pagliaccio.

    -Mr.Jolly buuuuuuu!
    -Mr.Jelly- lo corresse l'altro, mentre tentava con tutte le forze di calmarsi -Mi chiamo Mr.Jelly. Con la "e".
    -Jelly, Jolly, Jilly... che mi importa! Fai schifo uguale! Hai capito, Mr.Jolly?
    Un gruppo di ragazzini, probabilmente suoi amici, risero di gusto a supporto del loro compagno. A quel punto il pagliaccio avrebbe dovuto ignorarli, ed in effetti voltò loro le spalle con aria dimessa. Poi -però- si fermò, girando nuovamente in una piroetta scomposta e carica di risentimento.
    -MI CHIAMO MR.JELLY, DANNAZIONE! Io lo so perché lo fate, piccoli stronzetti!- un paio di genitori coprirono le orecchie dei più piccoli -Ve la prendete con me solo perché sono invalido!
    Lo disse agitando il moncherino con tanto di uncino. Un altro gruppo di genitori allontanò i figli dalla prima fila, per paura che questo gli volasse via.
    -La smetta di agitare quella cosa, lei è un pazzo!
    -E sa cosa è lei, signora? UNA VACCA OBESA.
    Panico e volti inorriditi tra la folla.
    -Sapete che vi dico, signori? Fanculo voi, questa festa e i vostri stupidi mocciosi. E sapete una cosa? La fatina del dentino non esiste! Sono i vostri genitori che vi dicono le bugie e vi comprano con i soldi solo per farvi stare zitti. Nessuno potrebbe voler bene a delle sanguisughe succhia-corone come voi! Addio!

    Dopo questi deliri la cui origine -evidentemente- doveva essere un qualche profondo disagio maturato in anni di frustrazione e forse malattia mentale, quel tale si recò a passi rapidi al suo camioncino, lì dove la vecchietta aveva inserito le chiavi e, dopo un'inversione fin troppo rapida per una zona affollata, sgommò via.
    Lasciando Rain e Merryman da soli sul palco, legati con delle manette pelose e con una marea di bambini attorno in preda ai pianti disperati.

    Che bel modo di iniziare la giornata!

    png

    POV: Badger, Amarth, Denver.

    Il negozio di giocattoli -piccole opere d'arte dall'aria antica e raffinata- in cui i tre sarebbero entrati dopo l'invito esplicito di una suadente voce maschile proveniente dagli interni aveva un'aria romantica ed al tempo stesso nostalgica. Ricordava vagamente una bottega come tante altre, eppure gli strumenti lasciati su alcuni tavoli dietro al bancone suggerivano una certa perizia del proprietario nel fabbricarne di particolari, probabilmente destinati agli infanti d'alta classe. Seduto su di un tavolino rialzato poco distante, circondato da bambole dall'aria sinistra, l'Ambasciatore attendeva paziente l'arrivo dei Saggi e di chi si sarebbe offerto dopo aver letto i volantini da lui stesso sparsi per la città.
    Nell'attesa che trascorresse l'orario dell'appuntamento, così da dare a tutti modo di presentarsi, avrebbe offerto del tè ai presenti, rigorosamente in un set di porcellane pregiatissime e curiosamente in miniatura, probabilmente destinato a qualche piccola lady della capitale.

    -Sono lieto che le mie preghiere siano state esaudite: la vostra presenza rende felice me e tutto il Presidio, data l'urgenza della situazione- avrebbe iniziato, prostrandosi in un inchino tanto profondo quanto preoccupante, se si conosceva il soggetto -Odio esser breve, ma il tempo ci è nemico: un assassino percorre le strade di questa splendida città e mira al cuore stesso dell'Alfierato!

    Nonostante avesse per deformazione professionale l'aria di un teatrante, la voce dell'Ambasciatore non lasciava alcun dubbio riguardo la sua preoccupazione, e forse sarebbe stato questo ad incuriosire ancor di più i presenti.
    -Le spie del nostro Presidio son giunte a conoscenza dell'aspetto dell'assassino e del suo piano: approfittare cioè dell'evento per uccidere... come ha già fatto addirittura con un Pasha del Sud! Signor Denver, lei lo ha visto con i suoi occhi e può confermare senza indugi quanto sto dicendo! Può descriverlo, se vuole, avanti!

    Portando la folta chioma indietro con un sensuale movimento del capo, continuò di gran fretta, ed era evidente che fossero in ritardo su quella che doveva essere la tabella di marcia del buon Quarion.

    -Non conosciamo tuttavia la vittima: sono riuscito a stringere le figure più in vista ad un elenco di pochi individui di gran fama ma dobbiamo ancora chieder loro se hanno qualche ragione per cui essere assassinati, lasciarcelo dire o intuirlo... ed ovviamente evitare il peggio! Il fallimento sarebbe in ogni caso una grave perdita che spezzerebbe certamente il cuore della dolce Kalia... e non posso tollerarlo!

    Dopo quella breve invettiva, tornò a sedersi placidamente sul proprio ed improvvisato scranno, sospirando sfinito.

    -Partiremo tra pochi minuti, e vi condurrò da ciascuno dei presenti in lista. Se avete domande, vi prego di porle ora.


    Vanity Fair ~ Inizio.
    Boss, Merryman: la scena spero sia chiara. Siete incatenati da strane manette magiche e vi manca la chiave (che il pagliaccio si è portato via) pertanto dovete decidere come districarvi da questa brutta situazione. Vi anticipo già (suggerimento bonus a causa del tempo che è trascorso) che le tecniche attive sono inutili: dovete trovare una soluzione alternativa. Scegliete il da farsi e ricordate di non abbandonare mai l'interpretazione dei vostri personaggi. Vi chiedo umilmente perdono per essere stata autoconclusiva nel farvi salire sul palco ç__ç
    Boss, ti mando per mp il nome della vittima.

    Tamino, Amarth & Kuma: Ho dato per "già fatto" la parte in cui vi scambiate un saluto rapido, presentandovi col vostro nome. Se vi interessa scriverla proprio, magari perché volete descrivere i pensieri del vostro pg alla vista di chi non conosce, potete farlo tramite piccolo flashback pre-post vero e proprio. Detto ciò, ho lasciato molte cose vaghe, quindi se volete potete approfondire tutto. Non vi preoccupate se escono molte domande, è mio dovere gestire i tempi XD
    La lista delle vittime è:

    1. Oberon il Dorato.

    2. Eryes Olenna Lotharis.

    3. Mathias Du Lac.

    4. Quarion Galanodel.



    Scadenza: 10/5/2017 - ore 23.59

     
    Top
    .
  8.  
    .
    Avatar


    Group
    Member
    Posts
    917

    Status
    Anonymous
    Il concetto di miniatura era relativo per lo gnomo. Piuttosto che piccolo per un umano, aveva definito quel set adatto per una creatura della sua taglia. Un'involontaria premura a cui lui non dispiaceva.
    Prese quindi amabilmente il tè, come si confaceva tra nobili in attesa che tutti giungessero al luogo d'incontro. Ovviamente non mancò mai di presentarsi nel modo più appropriando, emulando un inchino togliendosi di testa un immaginario capello e scandendo bene ogni singolo nome con cui era conosciuto perché Badger, Zolkof, Vanaru, Aeurus detto "Il Folle", Terrore di Orsi e Dildo, ci teneva alle buone maniere.

    Una situazione urgente, una corsa contro il tempo per evitare che l'assassino portasse a termine il suo piano, privando della vita uno dei possibili candidati. Invero un atipico scenario, poiché si conosceva il potenziale omicida ma non la vittima designata. Una caratteristica che incuriosiva il bardo, facendogli provare un discreto interesse per la faccenda. Chiaramente avrebbe partecipato anche solo per salvare una vita umana dato il suo spirito eroico, ma il contesto lo attirava maggiormente al gioco, chiedendosi cosa spingesse l'assassino a colpire e come intendesse agire.
    Massaggiandosi il pizzetto, lo gnomo cominciò a porsi delle domande.
    Era chiaro che senza alcuni indizi, punti su cui partire, sarebbe stato quasi impossibile riuscire nell'impresa se percorsa alla cieca.

    «E' sempre un dispiacere turbare l'animo di una dolce fanciulla. Ma siamo qui proprio per evitare che questo accada! E che qualcuno ci resti secco ovviamente.»

    Domande? Ne aveva e sicuramente non si sarebbe tirato indietro dal porre. Dopotutto non era un bardo di natura curiosa?

    «Avrei alcune domande in effetti. Non mi dispiacerebbe sapere l'aspetto fisico dell'assassino. Un indizio decisamente utile per condurre l'indagine e avvisarlo prima che porti a termine il suo nefasto scopo. Mi piacerebbe sapere del suo modus operandi, nel caso gli siano stati attribuiti più omicidi i quali presentano punti in comune. Ad esempio, come ha fatto a colpire il Pasha del Sud? Sempre ovviamente che si sappia qualcosa in merito poiché sono conscio del fatto che data la distanza sia difficile entrare in possesso di ogni informazione in merito. Anche qualche informazione riguardo l'uomo ucciso potrebbe esserci di aiuto, magari per scoprire qualche analogia o legame con la futura vittima. Sono dell'idea che cercare di entrare nella mente dell'assassino, analizzando i suoi modi di fare, potrebbe aiutarci nello svolgere l'indagine.»

    Sorrise bonariamente mentre teneva bene a mente quello che sapeva sulle sospette vittime.
    Eryes Olenna Lotharis... o per essere sintetici, Quarion donna. Ne giravano di pettegolezzi su di lei, su cosa faceva e con chi o come.
    Ne avrebbe potute cantare di ballate sconce su quella figura, magari unendo anche Quarion al contesto giusto per creare qualcosa di epico o catastrofico in base ai punti di vista.
    Oberon il Dorato era una curiosità per lo gnomo. Non sentiva spesso parlare di elfi avidi dell'oro. Era più un atteggiamento da nano quello di avere una fissa per i metalli. Ne teneva però il carattere estremizzato data l'arroganza e il rifiuto a non trattare con chiunque non risultasse di gradevole aspetto. Una figura amabile, non c'era alcun dubbio.
    Il signor Du Lac era invece un semplice uomo riservato. Non sembrava avere particolari trascorsi salvo la carica ricoperta a Shea.
    Aveva intenzione di chiedere qualcosa di personale a Quarion una volta in possesso di qualche pista da seguire. Dopotutto anche lui era presente nella lista.
     
    Top
    .
  9.  
    .
    Avatar

    Now with 200% more old lady

    Group
    Staffer
    Posts
    8,382
    Location
    Bergamo

    Status
    Anonymous
    Come accordato, Denver trova l'Ambasciatore all'interno della bottega di un giocattolaio locale; e non uno qualsiasi, a giudicare dalla fattura dei prodotti che può vedere: oggetti di alta qualità, perfino troppo elaborati per i bisogni reali di un bambino. Non ricorda, infatti, di aver mai avuto giocattoli tanto belli, né di averne mai comprati così per suo figlio o per i suoi nipoti rimasti nel Wisconsin.
    Quanto alla porcellana in cui gli viene servito del tè, non può nascondere di non intendersene troppo. Tuttavia, anche al suo occhio inesperto è palese quanto preziose queste debbano essere, forse perfino più di quelle che aveva una volta egli stesso in casa; e queste ultime erano tazze e piattini veri, o meglio, non destinate all'essere un giocattolo per qualche bambina più ricca delle altre.
    Insieme a lui, Amarth e l'Ambasciatore, c'è anche una quarta persona: un individuo straordinariamente basso, quattro piedi al massimo, ad occhio, e con le orecchie a punta. Un nano, un elfo, o forse un folletto, che si presenta con una pletora di nomi -ma che Denver decide che chiamerà solo Badger-, e che deve essere molto più a suo agio di tutti gli altri con quelle tazzine minuscole.

    -Sono lieto che le mie preghiere siano state esaudite: la vostra presenza rende felice me e tutto il Presidio, data l'urgenza della situazione- Comincia Quarion, dopo un profondo quanto, in qualche modo, strano inchino. -Odio esser breve, ma il tempo ci è nemico: un assassino percorre le strade di questa splendida città e mira al cuore stesso dell'Alfierato!
    Le sopracciglia aggrottate, Denver si chiede già se l'Ambasciatore stia andando a parare dove, purtroppo, pensa. Specialmente perché è lui ad essere stato contattato, tra gli altri, e ciò non può essere davvero una coincidenza.

    -Le spie del nostro Presidio son giunte a conoscenza dell'aspetto dell'assassino e del suo piano: approfittare cioè dell'evento per uccidere... come ha già fatto addirittura con un Pasha del Sud! Signor Denver, lei lo ha visto con i suoi occhi e può confermare senza indugi quanto sto dicendo! Può descriverlo, se vuole, avanti!
    Come volevasi dimostrare. Dopo un nervoso schiocco di lingua, porta la destra sulla fronte e fissa il tavolino per qualche secondo. Infine, conferma con un cenno del capo. L'uccisore di Preek -o quantomeno di quello che ne era rimasto, a sentire Amavel- è arrivato dunque ad Est.
    Tante, troppe domande affiorano nella mente del giornalista, a cominciare da quelle che riguardano una possibile correlazione fra l'assassinio del Pasha e il delitto che sta per essere tentato.

    -Non conosciamo tuttavia la vittima: sono riuscito a stringere le figure più in vista ad un elenco di pochi individui di gran fama ma dobbiamo ancora chieder loro se hanno qualche ragione per cui essere assassinati, lasciarcelo dire o intuirlo... ed ovviamente evitare il peggio! Il fallimento sarebbe in ogni caso una grave perdita che spezzerebbe certamente il cuore della dolce Kalia... e non posso tollerarlo!
    ...e non è dato sapere neppure chi sta per essere attaccato. Hanno tuttavia una lista, relativamente ristretta, di possibili bersagli, fra cui proprio Quarion Galanodel. Gli altri sono nomi di cui non sa molto -eccetto Du Lac, che associa tuttavia a Sir Lancelot-.

    -Partiremo tra pochi minuti, e vi condurrò da ciascuno dei presenti in lista. Se avete domande, vi prego di porle ora.
    « Innanzitutto, vorrei rispondere a mister Badger. » si volta dapprima verso il nano/elfo/folletto, poi guarda anche Amarth e Quarion. « L'assassino è un uomo di alta statura e di bell'aspetto. Capelli neri e occhi grigi. L'ultima volta l'ho visto con indosso abiti piuttosto malconci -una coppola e un mantello-, ma non escludo che possa aver rinnovato il guardaroba per questa occasione. Non so dirvi altro, perché se ne era andato tirandosi su con un rampino prima che potessimo renderci conto di cosa stesse accadendo. »
    Non un numero sufficiente di informazioni per far partire una ricerca, specialmente non in una folla. Anche perché potrebbe benissimo essersi travestito, tra le altre cose, o essere perfino un mutaforma.
    « Pasha Preek, invece, è stato ucciso durante una spedizione archeologica a cui ho preso parte. Io e un altro individuo eravamo stati trasportati davanti al cospetto delle... vestigia spirituali di Eqihfenc Il Drenatore. Siamo tornati sul piano materiale quando era oramai troppo tardi,
    riuscendo tuttavia ad assistere al delitto. Un altro dettaglio: l'anima di Preek aveva già lasciato il corpo già da molto prima della sua morte, e quest'ultimo aveva subito un qualche mutamento.
    »
    Fa una pausa, sia per riprendere fiato sia per permettere agli altri di "digerire" le informazioni.
    « Quanto alle domande, vorrei sapere un po' di più su chi siano i possibili bersagli in questione -nel senso di voler sapere qualcosa su di loro-, e se recentemente qualcuno ha notato qualcosa di diverso in loro. E che ragione abbiano -abbiate, in realtà- per essere uccisi. »

    Denver BrockmannStato fisico: Perfetto
    Stato mentale: Pensieroso
    Energia: 100/100
    Passive: Anti-Malia, Rilevazione Bugie, Rilevazione Pericoli, Auspex Psion
    Scenici: N/A
    Equipaggiamento: M1917 Revolver
    Armatura: Armament: Hardening
     
    Top
    .
  10. Bøss
     
    .

    User deleted


    Dannazione. L'uomo impreca mentalmente roteando lentamente gli occhi e alzandoli al cielo. Essere al centro dell'attenzione è - va da sè - l'esatto opposto di ciò di cui avrebbe bisogno. Ma ciò potrebbe paradossalmente costituire un imprevisto diversivo, o addirittura un alibi. O ancora: sviare l'attenzione da... altro. E così si ritrova ammanettato con un oggetto dal colore indescrivibile tanto quanto discutibile. Non ha neppure il tempo di registrare la fisionomia dell'altro sfortunato passante. D'accordo, bisogna mantenere la calma e comportarsi nel modo più naturale possibile. In fondo ne ha viste tante - troppe per lasciarsi impensierire da una piccolezza come quella. Ha tempo da vendere, per ora. Non c'è nemmeno bisogno di fingere imbarazzo. Sorride nervosamente passandosi una mano tra i folti ed ispidi capelli, ascoltando distrattamente il fiume di parole riversato da quel ridicolo ometto.

    "Spero di non dover rimanere su questo palco tutto il giorno", inizia con un filo di voce, ma abbastanza da farsi udire anche dall'altro individuo elegante "ho molte cose da fare. E scommetto che anche il nostro socio, qua accanto, ha intenzione di lasciarsi alle spalle questo spettacolino il primo possibile". Poi gli lancia un'occhiata da dietro le lenti spesse, osservandolo meglio. C'è qualcosa di strano in lui, di... particolare. Glielo dice il suo sesto senso. Qualcosa di grottesco - come l'arto mancante del pagliaccio, goffamente nascosto da un uncino se possibile ancor più macabro dell'amputazione stessa. Decide di scacciare queste sensazioni e focalizzare l'attenzione sulla scena che si svolge attorno a loro e che va rapidamente degenerando.

    Forse in altre circostanze (e se fosse più giovane) le pietose rimostranze del pagliaccio lo farebbero sorridere. Oggi il tutto gli sembra decisamente triste, tanto da indurlo ad arricciare leggermente gli angoli della bocca in una smorfia di amarezza. Ma ora ha altro a cui pensare, per esempio tornare in libertà. "Dannato pagliaccio, torna qui!" esclama, questa volta ad alta voce. Ma il caos generato dai bambini piangenti soffoca la sua voce e la disperde tra le altre vanificando la sua richiesta. Non può fare ricorso ai suoi poteri davanti a tutti, così si rivolge al suo compagno di sventura, cercando di rompere il ghiaccio e calandosi così ancor di più nella parte.
    "Ehi..." inizia, guardandolo dritto al centro di quella strana maschera, più o meno all'altezza degli occhi "dimmi che hai qualche idea per tirarci fuori da questa situazione e potresti diventarmi immediatamente simpatico, sul serio". Il tono è rilassato e le labbra danno ora vita a un sorriso che è un misto tra l'amichevole e l'indecifrabile. Se quel tale si dimostrerà davvero in gamba potrà provare a comprarlo e trascinarselo dietro per completare il lavoro, chissà... non può escludere a priori nessuna ipotesi. Certe leggerezze non sono ammesse dal suo codice personale.

     
    Top
    .
  11. »Merryman
     
    .

    User deleted


    Narrato
    Parlato
    "Pensato"

    Merryman Don Lyon Capone


    nov8inkblot





    Aveva da sempre odiato i pagliacci.
    Lo facevano ridere. Era lui quello divertente. Lo sapeva e il solo fatto che nessuno ridesse dell'uomo dalla mano mozzata lo sollevò.
    Si prestò senza parlare ai giochetti di quello. Osservava ogni movimento delle mani.
    Aveva previsto tutto ma era rimasto a guardare.
    Gli era successa qualcosa. Finalmente.

    Era ammanettato ad uno sconosciuto. Era su un palco al centro dell'attenzione.
    Era bersaglio di risate e di umiliazioni varie.
    La cosa gli scivolava addosso come il fatto che l'uomo mascherato li aveva abbandonati lì legati insieme.
    L'unica cosa che però lo stava facendo sudare adesso erano le urla dei bambini.
    Quei tremendi mostriciattoli gli sfondavano i timpani con lamentele dai suoni acuti.
    Era tanti e lo stavano facendo impazzire.
    Più di quanto non lo fosse già.

    Guardò il ragazzo accanto con il fico ben piantato e fermo. Inclinò la testa mentre quello parlava.
    Lo incuriosiva. Era un Dio o un mortale?
    Sperò che fosse un Dio.
    Non pronunciò una singola sillaba per tutto il tempo dello spettacolo.

    Con la stessa posa guardò il pagliaccio scendere dal palco e abbandonare quel luogo.
    I bambini erano ancora lì in disperati pianti interminabili.

    Le due vittime si trovavano bloccati su quel palco con quelle manette ai polsi.
    C'era un motivo se si trovava lì. L'altro ragazza sembrava saperne quanto lui.

    Con una voce rilassata l'uomo propose a Don di pensare alle manette.
    Anche lui voleva liberarsi e voleva scoprire qualcosa di quel ragazzo.
    Perchè il pagliaccio aveva scelto loro due?
    La casualità non era concepita dall'uomo mascherato.

    Fece un breve gesto con il palmo della mano per far attendere il compagno di sventura.
    Portò la stessa mano libera all'interno della giacca aperta.

    A quel punto avrebbe tirato fuori la luccicante arma da fuoco davanti a tutti.
    L'avrebbe passata davanti gli occhi controllandone la lucidatura.
    Era impeccabile.

    Subito dopo avrebbe alzato il braccio verso il cielo.
    Abbassò la testa e sparò due colpi.
    Il frastuono doveva servire a far fare silenzio a quei bambini pestiferi.

    Qualche secondo dopo avrebbe portato la punta della canna sulla catena delle manette.
    Avrebbe atteso.

    Sembra che ci abbia dichiarato in arrosto.

    con voce tremendamente calma e svogliata.

    Non aveva nemmeno il mandato di cottura!

    Allo schiocco di quella frase avrebbe premuto il dito sul grilletto, non prima di aver stirato per bene il laccio metallico.
    Avrebbe sparato un proiettile sulla catena sperando di spezzarla.




    Merryman Don Lyon Capone



    Salute: 100%
    Energia: 100%
    Classe: Technomancer - Psion - Alchemist
    Armi: Manhattan .44 Capienza caricatore: 5/6

    Link scheda.
     
    Top
    .
  12.  
    .
    Avatar

    Impeto e tempesta

    Group
    Member
    Posts
    1,057

    Status
    Anonymous
    POV: Rain, Merryman.

    "Dannato pagliaccio, torna qui!"
    Nonostante l'evidente stizza dell'assassino, il pagliaccio ed il suo camioncino (che in effetti sembrava una bara ritoccata male) sparirono nel nulla in poco tempo, lasciando lui e lo sconosciuto imprigionati.

    "Ehi..." vista la situazione, tentò immediatamente un approccio "circa" collaborativo, saggiamente consapevole che trovare alleati in gamba non facesse schifo a nessuno "dimmi che hai qualche idea per tirarci fuori da questa situazione e potresti diventarmi immediatamente simpatico, sul serio".

    Il tono era volutamente rilassato ed amichevole... ed in effetti sortì il giusto effetto, spronando l'altro a trovare una soluzione. Peccato che l'altro fosse un pelino su di giri: alzando il braccio ed impugnando una pistola, sparò due colpi in aria con una tale nonchalance da non parer vera, generando oltretutto altro panico e gente che fuggiva disperata. Alcuni, molto probabilmente, erano immediatamente corsi alla guardia cittadina, ragion per cui dovevano sparire.

    Sembra che ci abbia dichiarato in arrosto.
    Affermò l'uomo mascherato, tranquillo e svogliato nonostante il caos più assurdo.
    Non aveva nemmeno il mandato di cottura!
    E sparò sulle manette.

    -Signori e signoreeeeee! Oggetti misteriosi e potenti talismaniiih! Venite, venite, a trovare la fortunaaaah! Per due talismani, levo gratuitamente una fattura! Per vincere sulla sfortuna e liberarvi delle maledizioni, scegliete Alhandra, la Strega di Laputaaaah!
    Mentre fra le urla della folla era possibile percepire la voce altrettanto vigorosa di una mercante urlante in qualche bancarella lì vicina, il suono del proiettile che batte sul metallo fu chiaro e spaventoso, tuttavia -per qualche miracolo cosmico... o semplicemente una proverbiale botta di cu**- nessuno si fece male: rimbalzato sulla catena che non riuscì a spezzare, finì prima su di un piatto appeso ad un balcone come insegna e poi su una lastra posata a terra più lontano, che si accartocciò nel punto d'impatto. Un fortissimo CRASH! fu il segnale che il proiettile aveva raggiunto una meta, e qualcosa era appena stato frantumato... probabilmente uno specchio. Altrettanto probabile fu capire a quale bancarella appartenesse.

    -CHI CAZZO SI E' PERMESSO! ESCI FUORI, STRONZO!

    Che fare?

    png

    POV: Badger, Amarth, Denver.

    «Avrei alcune domande in effetti. Non mi dispiacerebbe sapere l'aspetto fisico dell'assassino. Un indizio decisamente utile per condurre l'indagine e avvisarlo prima che porti a termine il suo nefasto scopo. Mi piacerebbe sapere del suo modus operandi, nel caso gli siano stati attribuiti più omicidi i quali presentano punti in comune. Ad esempio, come ha fatto a colpire il Pasha del Sud? Sempre ovviamente che si sappia qualcosa in merito poiché sono conscio del fatto che data la distanza sia difficile entrare in possesso di ogni informazione in merito. Anche qualche informazione riguardo l'uomo ucciso potrebbe esserci di aiuto, magari per scoprire qualche analogia o legame con la futura vittima. Sono dell'idea che cercare di entrare nella mente dell'assassino, analizzando i suoi modi di fare, potrebbe aiutarci nello svolgere l'indagine.»

    Lo sguardo aureo e bellissimo dell'Ambasciatore passò dallo gnomo all'umano.

    « Innanzitutto, vorrei rispondere a mister Badger.
    L'assassino è un uomo di alta statura e di bell'aspetto. Capelli neri e occhi grigi. L'ultima volta l'ho visto con indosso abiti piuttosto malconci -una coppola e un mantello-, ma non escludo che possa aver rinnovato il guardaroba per questa occasione. Non so dirvi altro, perché se ne era andato tirandosi su con un rampino prima che potessimo renderci conto di cosa stesse accadendo.
    Pasha Preek, invece, è stato ucciso durante una spedizione archeologica a cui ho preso parte. Io e un altro individuo eravamo stati trasportati davanti al cospetto delle... vestigia spirituali di Eqihfenc Il Drenatore. Siamo tornati sul piano materiale quando era oramai troppo tardi,
    riuscendo tuttavia ad assistere al delitto. Un altro dettaglio: l'anima di Preek aveva già lasciato il corpo già da molto prima della sua morte, e quest'ultimo aveva subito un qualche mutamento.
    »
    Quarion si limitò a sorridere soddisfatto, annuendo ad ogni sua parola.
    « Quanto alle domande, vorrei sapere un po' di più su chi siano i possibili bersagli in questione -nel senso di voler sapere qualcosa su di loro-, e se recentemente qualcuno ha notato qualcosa di diverso in loro. E che ragione abbiano -abbiate, in realtà- per essere uccisi. »

    A quella domanda, Quarion sollevò gli occhi al cielo, carezzandosi il mento pensieroso. Rimase in quella posa plastica per un paio di minuti, prima di parlare.

    -Beh, si tratta delle figure più importanti ad Est sulla scena politica, dopo l'Alfiere- si limitò a dire, come se per lui fosse una cosa ovvia -Oberon il Dorato, ad esempio, è assimilabile alla figura del Re di Fanedell: è lui che governa il popolo elfico, presente già prima dell'arrivo di Kalia ed Istvàn molti secoli or sono. Conoscendolo, trovo difficile pensare che vi sia qualcuno che lo odi al punto da volerlo morto: è un esteta estremista e non particolarmente simpatico, ma da Fanedell non si muove spesso... nè intrattiene rapporti particolari con gli altri. L'ho considerato solo per la sua longevità: essendo molto antico, è possibile abbia qualche scheletro nell'armadio che i nuovi nati ignorano.

    Distendendo le gambe e poi accavallandole di nuovo, cercando una posizione più comoda, continuò con le sue informazioni.

    -Mathias Du Lac è il Signore di Shea e padre del mio caro amico Lancelot. So che non sono in ottimi rapporti, ma escludo che il giovane rampollo voglia uccidere suo padre- sospirò -Resta comunque un uomo molto particolare; parliamo di un ottimo stratega che nella sua vita è stato famoso per le mosse politiche atte a mantenere forte il potere della famiglia nella regione. Direi quindi che -con grosse probabilità- qualche nemico lo abbia, anche perché né lui e nemmeno il figlio sono abituati ad andare sul leggero, quando si tratta di colpire qualcuno.

    Attese qualche attimo, guardando i presenti con aria serena ma abbastanza seria,
    così che comprendessero in qualche modo la gravità della situazione.

    -Per ciò che riguarda Eryes Olenna Lotharis... direi che condivida più o meno lo stesso numero dei miei nemici, essendo stata la precedente Ambasciatrice dell'Est, prima della mia nomina- sorrise compiaciuto -E' un'adorabile Signora, particolarmente fedele alla Dama Azzurra, nonché sua cara amica. Ha dei possedimenti a Chediya se non sbaglio. Nella sua lunga esistenza ha vissuto molte avventure, ragion per cui ha incontrato molte persone... e con esse ha fatto affari di ogni tipo.

    Detto ciò, soddisfatto di ciò che aveva detto, si limitò ad alzarsi sulle proprie gambe con grazia. Infine si sarebbe diretto verso la porta, invitando gli altri a seguirlo.

    -Forza, forza! Il tempo è denaro!- affermò, quasi felice -Da chi andiamo per primo?


    Vanity Fair ~ Inizio.
    Boss, Merryman: Come detto prima, le tecniche non funzionano... quindi non lo fanno nemmeno i colpi di pistola, che sono meno potenti. Le manette sono infatti protette da uno strano incantesimo.
    La decisione avventata di Merryman ha generato un pò di casino per sparire, ma meno tempo per rimanere sul palco a chiacchierare dato che -se non vi spostate- al prossimo turno verrete presi dalle guardie.
    In ogni caso, avete sostanzialmente due scelte per evitare il game-over (essere arrestati). Fuggire a caso o dove desiderate voi (vi lascio libertà sul nascondiglio, purché rispetti l'ambientazione) oppure tentare un approccio con la Strega incazzata a cui avete rotto lo specchio, nella speranza vi aiuti con le manette.
    A voi la scelta: ricordate che non potete prendere decisioni diverse, dato che siete legati. Vi suggerisco di accordarvi prima di postare, in bacheca o per mp.

    Tamino, Amarth & Kuma: Il tempo delle domande è concluso: a questo punto dovete scegliere dove andare fra Oberon, Eryes e Mathias. Quarion vi seguirà per tutti gli interrogatori.
    Dato che non potete dividervi, accordatevi in bacheca e siate della stessa idea nel momento in cui postate. =*

    Scadenza: 24/5/2017 - ore 23.59

     
    Top
    .
  13. »Merryman
     
    .

    User deleted


    Narrato
    Parlato
    "Pensato"

    Merryman Don Lyon Capone


    nov8inkblot







    Il panico tipico di un attentato si scatenò nella piazza.
    Merryman era abituato a quel genere di gesti inconsulti.
    Creare panico era il suo pane quotidiano. Una volta.
    Le urla riempivano l'aria.
    Un urlo più definito di una donna richiamava l'attenzione della folla promettendo
    piccoli trucchi di magia e prodigi.
    L'uomo incappucciato tirò un respiro di sollievo e sussurrò con le labbra serrate

    Pace.

    Seguì attraverso la maschera il percorso del proiettile.
    La piccola ombra nera era nette e il suo fischio tagliò l'aria sottilmente.
    Rimbalzò come un atleta per poi finire contro la superfice di uno specchio.
    Era appeso su una parete in pietra.
    Era.

    Il vetro si ruppe in un fragoroso schianto cadendo a terra e creando scintille luminose.
    Nessuno se ne accorse tranne Merryman.
    I cittadini scappavano e gridavano come un branco di pecore attaccate da un lupo.

    Merryman era ancora sul piccolo palco con la pistola fumante in mano.
    La testa era rivolta verso la bancarella e la proprietaria dello specchio.

    Era un bella donna. Magra.
    Pensò ad un lungo stelo d'erba.
    La donna gridava. Era incazz*ta.

    Merryman pensò che quella potesse dargli una mano.
    Non lo avrebbe fatto volentieri. Aveva il fuoco della determinazione che brillava negli occhi scarlatti.

    STAI ATTENTA!

    gridò Merryman verso la donna scatenata.

    Ci sono dei piccoli esseri demoniaci che cercano di invadere questo mondo!
    richiamando ancora la sua attenzione.

    A quel punto, lentamente, avrebbe portato la canna della pistola vicino al lungo trench semiaperto.
    Puntava alla ragazza cercando di coprire l'arma con il pesante giaccone.

    Una leggera luce rossa si accese per un lampo dalla sua tasca e avrebbe sparato un colpo invisibile.
    Il proiettile psionico avrebbe raggiunto la ragazza magra, senza ferendola ma provocando in lei strane allucinazioni.

    Avrebbe visto dei portali in cielo rosso fuoco, che vomitavano sulla folla impaurita grossi gufi indemoniati.
    Gli animali lanciavano fiamme sui cittadini, mietendo vittime di tutte le età.
    La città poco a poco perdeva la sua dimensione favolistica per diventare una tremenda scenografia horror.
    La scena disgustosa avrebbe invaso la mente della strega provocandole una terribile paura.

    Merryman avrebbe attraversato la piazza di corsa trascinando con sé l'altro ragazzo.
    Sperava che sarebbe rimasto inerme, al suo posto, senza fiatare.
    Si era fidato di lui ed era meglio così.

    Attraversando la piazza avrebbe scansato i piccoli uomini in preda al terrore.
    Avrebbe raggiunto la ragazza e cautamente le avrebbe detto:
    Io sono l'unico che può fermarli.

    Alzando l'arma, sempre ben salda nella mano sinistra, l'avrebbe alzata al cielo facendo finta di sparare uno di quei mostri diabolici.
    Nella confusione dell'illusione, uno dei gufi sarebbe caduto a terra inerme dopo un colpo luminoso.

    Liberaci, o tutto sarà perduto.
    Questa città, la realtà che conosci.
    Sparirà tutto.


    Era molto vicino alla donna e la guardava dritta negli occhi inondati di panico.

    Sperava che l'avrebbe liberato permettendogli di fuggire.






    Merryman Don Lyon Capone



    Salute: 100%
    Energia: 90%
    Classe: Technomancer - Psion - Alchemist
    Armi: Manhattan .44 Capienza caricatore: 5/6
    Tecniche utilizzate:
    San Costantino: Viene sparato un proiettile psionico che con l'impatto col bersaglio e influenza la mente dell'avversario. Questo avrà un allucinazione molto forte vedendo l'ambiente attorno a se al buio e circondato da gufi che lo assalgono. [Psion + Technomancer - Consumo Medio - Malia - Durata 1 Turno]
    Link scheda.
     
    Top
    .
  14.  
    .
    Avatar


    Group
    Member
    Posts
    917

    Status
    Anonymous
    Cercò di ascoltare con la dovuta attenzione le risposte fornite da Denver, il quale conosceva vagamente l'assassino. Sperava in una descrizione più approfondita, qualche maggior particolare per identificarlo, ma sapeva di chiedere troppo e di come almeno questo, fosse già un inizio. Valuto la statura dell'uomo per rapportarsi riguardo al suo canone di alto, poiché ovviamente per lo gnomo era una diversa questione di proporzioni. Ogni singolo umano, rientrava nella categoria "alto" basandosi sulla statura di Badger. Non dubitava che d'innanzi all'assassino, Denver non avrebbe avuto problemi nel riconoscerlo e questo giocava a loro favore. Peccato che a causa della festività, sarebbe risultato facile disperdersi tra la folla e risultare difficile da notare.
    Doveva ammettere che il caso cominciava a interessarlo maggiormente, specialmente quando venne esposto come la vittima, avesse perso l'anima prima ancora della morte effettiva e di un non specificato mutamento.
    Un fatto da non trascurare affatto, poiché per l'assassino aveva sicuramente un significato. Scoprire come e per quale motivo sottraeva le anime delle vittime, poteva aiutarli nell'identificare il prossimo bersaglio.

    «Che genere di mutamento? A livello fisico o caratteriale?.»

    La curiosità dello gnomo, lo portava a voler sapere i fatti poiché magari, una maggiore conoscenza riguardo qualsiasi dettaglio avrebbe aiutato la sua mente ad aprirsi portando alla memoria conoscenze sopite. Dopotutto Badger necessitava di una scintilla per potersi mettere in moto.
    Ascoltò anche le parole di Quarion, una delle potenziali vittime. Cose che in fin dei conti già sapeva e che difficilmente lo avrebbero aiutato a escludere qualsiasi persona dalla lista che a dirla tutta, poteva benissimo racchiudere un'ipotetica quinta persona poiché gli intenti dell'assassino non erano ancora del tutto chiaro. Trovava comunque opportuno seguire quella linea teorica e interrogare ognuno di loro, traendo conclusioni in un secondo momento. Indubbiamente restare lì non lo avrebbe portato da alcuna parte e quindi non poté che concordare con l'invito di Quarian a darsi da fare. Ma da chi?
    Beh lo gnomo aveva un infallibile metodo di scelta in casi come questi... la conta!
    Andò quindi ad esclusione e dopo che il sistema "scientificamente provato" da Badger stesso selezionò tramite "complessi calcoli" l'individuo in questione, espresse il suo parere.

    «Partirei proprio da Du Lac. Spesso sono proprio le persone più riservate e tranquille, quelle da non sottovalutare.»
     
    Top
    .
  15.  
    .
    Avatar

    Now with 200% more old lady

    Group
    Staffer
    Posts
    8,382
    Location
    Bergamo

    Status
    Anonymous

    -Beh, si tratta delle figure più importanti ad Est sulla scena politica, dopo l'Alfiere-
    Quasi arrossisce dall'imbarazzo. Per essere un Saggio della via di Sophia, gli mancano parecchie delle basi fondamentali della politica dello stesso Presidio in cui vive.
    -Oberon il Dorato, ad esempio, è assimilabile alla figura del Re di Fanedell: è lui che governa il popolo elfico, presente già prima dell'arrivo di Kalia ed Istvàn molti secoli or sono. Conoscendolo, trovo difficile pensare che vi sia qualcuno che lo odi al punto da volerlo morto: è un esteta estremista e non particolarmente simpatico, ma da Fanedell non si muove spesso... nè intrattiene rapporti particolari con gli altri. L'ho considerato solo per la sua longevità: essendo molto antico, è possibile abbia qualche scheletro nell'armadio che i nuovi nati ignorano.
    Dunque un sovrano più antico della stessa Lady Kalia; è strano, anzi, ridicolo, che non l'abbia mai sentito menzionare, anche se prima viveva a Blood Runner. Ma Fanedell è un posto che, anche ad Oriente, ben pochi tendono a visitare, e non intrattenere molti rapporti con il mondo esterno lo rende, agli occhi di coloro con cui Denver tende a lavorare, poco rilevante. Come un governatore il cui stato non è molto meno isolato di un qualsiasi perduto villaggio del Kansas.
    Tuttavia, si tratta lo stesso di un essere tanto antico da poter aver vissuto ai tempi di Eqihfenc la Drenatrice.
    -Mathias Du Lac è il Signore di Shea e padre del mio caro amico Lancelot. So che non sono in ottimi rapporti, ma escludo che il giovane rampollo voglia uccidere suo padre. Resta comunque un uomo molto particolare; parliamo di un ottimo stratega che nella sua vita è stato famoso per le mosse politiche atte a mantenere forte il potere della famiglia nella regione. Direi quindi che -con grosse probabilità- qualche nemico lo abbia, anche perché né lui e nemmeno il figlio sono abituati ad andare sul leggero, quando si tratta di colpire qualcuno.
    Quindi c'è una connessione fra i due, tutto sommato. Un altro uomo politico, questa volta al comando di Shea, che potrebbe essersi attirato dei nemici per azioni commesse nel passato. Ma quali e, soprattutto, ai danni di chi? Che legami potrebbe avere avuto con un Pasha del Sud, ammesso che l'assassino stia operando ancora su questa pista? Non riesce ad immaginare, al momento, ragioni che lo avrebbero potuto spingere al di fuori dei suoi soliti confini.
    -Per ciò che riguarda Eryes Olenna Lotharis... direi che condivida più o meno lo stesso numero dei miei nemici, essendo stata la precedente Ambasciatrice dell'Est, prima della mia nomina. E' un'adorabile Signora, particolarmente fedele alla Dama Azzurra, nonché sua cara amica. Ha dei possedimenti a Chediya se non sbaglio. Nella sua lunga esistenza ha vissuto molte avventure, ragion per cui ha incontrato molte persone... e con esse ha fatto affari di ogni tipo.
    Ex-Ambasciatrice dell'Est, e pertanto qualcuno che deve aver viaggiato molto più di Mathias du Lac e di Oberon (almeno in tempi recenti). Denver non esclude che possa essere andata a Sud un tempo, per qualsivoglia ragione; ciononostante, che cosa potrebbe sapere una donna simile che Quarion non possa sapere a propria volta, con quest'ultimo che, a differenza di lei ora, avrebbe tutte le ragioni del mondo per agire al riguardo?
    Ora come ora, non sa assolutamente nulla di nessuno.

    «Che genere di mutamento? A livello fisico o caratteriale?.»
    Aveva domandato poco prima Badger, e il giornalista aveva iniziato a grattarsi la nuca, piuttosto incerto sul come rispondergli. Non avrebbe potuto dire nulla sul livello caratteriale, non avendo mai conosciuto Preek prima della sua "trasformazione", laddove sul piano fisico la spiegazione che gli fu data non gli aveva chiarito troppo le idee.
    « Caratteriale non saprei, fisico sì. Se non ricordo male, la sua anima non era più presente nel suo corpo, il quale era diventato una sorta di... bozzolo? Almeno all'interno. » aveva provato a rispondere, portando le mani ai fianchi ed alzando il capo verso il soffitto. « Nessuno ha ancora capito "per cosa", però. Almeno, nessuno che abbia il minimo interesse a tenermi aggiornato. »

    «Partirei proprio da Du Lac. Spesso sono proprio le persone più riservate e tranquille, quelle da non sottovalutare.»
    « Sure. Vediamo i potenziali moventi, però, più che guardare alla personalità. »

    <fieldset>Denver BrockmannStato fisico: Perfetto.
    Stato mentale: Rimuginante
    Energia: 100/100
    Passive: Anti-Malia, Rilevazione Bugie, Rilevazione Pericoli, Auspex Psion
    Scenici: N/A
    Equipaggiamento: M1917 Revolver
    Armatura: Armament: Hardening

     
    Top
    .
20 replies since 8/4/2017, 21:26   571 views
  Share  
.