Il Castello Volante e le Due Torri

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    Gli ultimi ricordi nitidi investirono Lowarn Galanodel con la stessa intensità di un sogno lucido appena concluso, costringendolo a svegliarsi di soprassalto, poggiare le mani sulle materasse di piume e spalancare gli occhi, solo per impiegare un lungo, interminabile istante per realizzare dove si trovava. Quei ricordi che lo vedevano ancora fra le mura di Palanthas erano confusi, mischiati fra loro e messi sottosopra come se un folletto dispettoso si fosse divertito a giocare con essi, sparpagliandoli alla rinfusa in ogni angolo della mente del giovane principe, ma erano ancora tali, ancora limpidi per quanto capaci di apparire terribilmente distanti. A quando risalivano? Un giorno? Un mese? Pochi secondi? Chi poteva dirlo? Non c'era nulla fra quei ricordi ed il suo presente, se non attimi di oblio. L'abbraccio soporifero di Morfeo che induce al sonno. Era chiaro: si era addormentato. Ma quando? L'ultimo ricordo aveva come protagonista la bambina vestita da strega. Aveva seguito suo zio fin nella biblioteca, aveva visto grandi tomi di fiabe volare in aria, rune di magia dipingersi nell'aria e poi...?

    E poi nulla. Forse aveva perso i sensi? Ma dove si trovava?
    La camera da letto non aveva nulla di familiare, ed era un luogo dove era certo di non essere mai stato prima in vita sua. Il letto era davvero grande, immenso. Grande quattro volte un letto normale, perfino più grande di quello su cui dormiva a Laputa. C'era un immenso baldacchino da cui pendevano tendaggi rosso e oro, una pila di cuscini sparsi dappertutto, tutti quanti intessuti in lussuose sete e riempiti di piume morbidissime. Il resto della sala era in pietra: c'erano tappeti scarlatti, mobili in ebano, biblioteche colme di libri, un ampio scrittoio su cui spiccavano una pila di pergamene ed un calamaio, poi bauli traboccanti vestiti e... c'era qualcosa che si muoveva nel suo letto, sotto le coperte.

    La cosa faceva impressione. Il letto era talmente grande e talmente pieno di cuscini, che il curioso rigonfiamento in un primo momento poteva passare facilmente inosservato, specie per un osservatore stranito dalla situazione com'era Lowarn. Però era presente, e sotto le lenzuola qualcosa si muoveva minaccioso. Sotto gli occhi di Lowarn si spostò verso di lui, dapprima lentamente... poi con maggiore rapidità e decisione. Inaspettatamente, la cosa nel letto emise un mugolio indistinto e con un gesto deciso strappò via il lino che la nascondeva. Poi, senza dare a Lowarn il tempo materiale per reagire, si gettò su di lui abbracciandolo.

    « Fratello!! »
    Cinguettò una bella bimba di forse undici anni, di fatto spalmandosi su Lowarn e gettandogli le braccia al collo, stringendolo con tanto affetto da rischiare di soffocarlo, specie perché la folta chioma riccioluta praticamente gli finì proprio sulla bocca, in un primo momento impedendogli praticamente sia di respirare che di rispondere con qualcosa di più di versi sconnessi. Fu in quel momento che Lowarn poté constatare come quella fanciulla aveva la curiosa caratteristica di capelli bicromatici: corvini sul lato sinistro, candidi come la neve sul lato destro, ed allo stesso modo gli occhi, verde come la speranza il destro, rosso come quello dei conigli il sinistro.
    « Fratello, io non voglio che ti fidanzi!!! Ho deciso che sposerai me, quindi... facciamo un bambino insieme!!! »
    Gli gridò da distanza zero, per di più rinnovando l'abbraccio con forza se possibile ancora maggiore.
    Come se non bastasse, da fuori la grande porta iniziò a sentirsi un certo trambusto, qualcuno bussò con vigore e la voce maschile di un adulto si udì distintamente:

    « Principe Grimm!! Principe Grimm!!! Ho sentito la voce di sua sorella, si trova in quella stanza con lei, non è vero?? »
    La bambina si voltò verso la porta per rivolgere ad essa una plateale linguaccia, poi tornò ad accoccolarsi a Lowarn.
    « Principessa Lumia, rispondete subito oppure riferirò tutto quanto alla Regina, vostra madre!!! »

     
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    "A che cosa faccia appello la musica in noi è difficile sapere;
    è certo, però, che tocca una zona così profonda che la follia stessa non riesce a penetrarvi".


    (E.M Cioran)


    ???

    Un raggio di luce carezzò il suo delicato volto imberbe, destandolo all'improvviso e con un visibile sussulto.
    Guardandosi intorno con aria confusa, Lowarn Galanodel ebbe innanzitutto una sensazione di smarrimento -cosa di fatto abbastanza comune a molti sognatori, ma preoccupante se si protraeva per più di alcuni secondi, come invece accadde- considerando quanto la camera da letto non gli risultasse affatto familiare, compreso il letto eccessivamente largo su cui cercava di tirarsi su con non poca fatica. Troppo morbido, per i suoi gusti. Muri di pietra, mobili in legno e tanti tappeti costituivano l'arredamento dell'intera zona, ma -sebbene la biblioteca lo incuriosisse non poco- qualcosa che si muoveva sotto le coperte catturò in breve tempo tutta la sua attenzione.

    Arretrò istintivamente, mentre vedeva quella massa avvicinarglisi minacciosa, sempre più rapida. Seguì un mugolio... prima di attaccarlo.
    Di saltargli addosso, violando i suoi preziosissimi spazi personali.

    « Fratello!! »
    Una bambina -probabilmente sua coetanea, nonostante lui mostrasse nell'aspetto qualche anno in più- gli si era appena gettata al collo, stringendolo con affetto e forza erculea. Il poveretto cercò anche di divincolarsi, ma fu tutto inutile.
    « Fratello, io non voglio che ti fidanzi!!! Ho deciso che sposerai me, quindi... facciamo un bambino insieme!!! »

    Irrigidendosi come se avesse appena fissato il riflesso di un basilisco, le gote un tempo pallide del Principe assunsero l'insolita tonalità purpurea dei tappeti. Lo sguardo smeraldino iniziò a vagare ovunque tranne che sulla bimbetta e con una mano tentò addirittura di sfiorarle la spalla o la testa con la sola volontà di allontanarla, ma non ebbe il coraggio... disabituato come era al contatto umano di perfette sconosciute.
    Fortuna che a salvarlo dal profondo disagio fu una voce oltre la porta.

    « Principe Grimm!! Principe Grimm!!! Ho sentito la voce di sua sorella, si trova in quella stanza con lei, non è vero?? Principessa Lumia, rispondete subito oppure riferirò tutto quanto alla Regina, vostra madre!!! »

    E no, lui non aveva sorelle.

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    -S-sentite... Principessa Lumia- cercò di abbozzare qualcosa, ancora in preda all'indecisione atroce di toccarla sulla spalla senza nemmeno guardarla in volto -Forse mi ha scambiato per qualcun altro...

    Avrebbe cercato di spiegarlo con tutta la gentilezza possibile. Alla fine riuscì anche a convincersi nel violare gli spazi di lei, afferrarle delicatamente le braccia e divincolarsi da quella tremenda morsa.

    -Ehm... s-singore... si... entrate pure.

    Avrebbe dovuto risolvere quella situazione il prima possibile.
    Peccato che non sapesse da dove iniziare.

    Orecchio Assoluto
    Si dice che in media solo una persona su cinquantamila può vantare di possedere l'orecchio assoluto, abilità innata che permette di identificare una nota musicale -anche ascoltata una sola volta ed in totale assenza dell'ausilio di un suono di riferimento- così da determinarne la frequenza. Nonostante questo talento sia totalmente slegato al tipo di vita condotta dall'individuo, indica comunque una certa attitudine ed il gusto per la musica; chi ha orecchio è infatti capace di riprodurre qualsivoglia melodia, registrandola nella propria mente al medesimo istante della sua esecuzione.
    Possessore dalla nascita di questo talento, Lowarn è in grado di discernere le note vibranti celate nelle intonazioni vocali, il battito cardiaco e lo stesso respiro delle persone che lo circondano, rendendolo di fatto capace di intuire le loro emozioni e -in molti casi- anche le intenzioni di ciascun individuo, riuscendo ad individuare perfino i bugiardi. Per tale ragione sarà in grado di "prevedere" in anticipo di pochissimi millesimi di secondo le loro mosse, riuscendo così a rispondere più rapidamente ad ogni stimolo esterno, sia fisicamente che magicamente.
    Oltre a tali abilità, è anche portatore di un udito decisamente fuori alla norma: nel raggio di quindici metri è in grado di sentire qualunque cosa provochi vibrazioni, anche impercettibili come il battito cardiaco di un vivente.
    [Auspex(radar)passivo 15m + Instant Casting + Bonus PU Agilità/Destrezza + Empatia emozioni + Discernimento Bugie]

    Librarsi in volo
    Poichè i Galanodel derivano da creature del cielo, se ben allenati, sono in grado di sollevarsi in aria, galleggiando in essa grazie al pensiero. Il volo è a volte accompagnato dall'apparizione di un paio d'ali bianche che, tuttavia, hanno puro effetto scenico.
    [Volo fino a 5 m dal suolo]

    Legame con la Fonte
    Per comprendere una delle caratteristiche base della stirpe dei Galanodel, è necessario approfondire un aspetto storico relativo alla loro creazione. Questi altro non sono che il risultato dell'unione di una creatura celeste con un essere umano. Ciò significa che sebbene manifestino aspetti del tutto umani, la loro vita è tuttavia slegata dalle funzioni del corpo, perchè come gli angeli, i Galanodel sono legati alla Fonte, ed è questa a non renderli intaccabili da agenti esterni, come ad esempio il tempo, o magari cose più "concrete", come batteri, tossine o organismi non loro. Ciò implica che sono tendenzialmente immuni agli agenti esterni.
    [Immunità agli agenti esterni passiva + attiva variabile]

    Corpo Celeste
    Risultato dell'unione fra sangue umano ed angelico, il corpo del Principe presenta tratti di entrambe le razze. Fra le caratteristiche angeliche ereditate vi è certamente la capacità di irradiare luce dalla propria pelle, ed è in grado di intensificarla o meno a proprio piacimento. Questa tuttavia non si annullerà mai, ragion per cui, se di giorno sarà praticamente impercettibile, di notte e nell'ombra si manifesterà sotto forma di candore lunare.
    [Emana Luce (spiegazione di alcuni poteri attivi)]

    Linfa degli Angeli
    E' cosa ben nota che il sangue di una creatura pura contenga un potenziale nettamente superiore a quello di un comune vivente; non a caso nei sacrifici umani son state sempre predilette le fanciulle vergini. Ora, si immagini questo potenziale amplificato in modo esponenziale, tanto da rendere il sangue stesso non più un comune componente di pozioni o riti, ma l'unica fonte di potere. Questo è quello che si verifica con il sangue degli angeli, o di creature che fanno parte della loro discendenza. Coloro che ingeriscono qualche stilla della linfa vitale di un appartenente ad una stirpe celeste, si ritrovano vincolati da un legame di natura mistica molto forte che si concretizza con un netto prolungamento della vita del soggetto, la cui intensità dipende dalla quantità di sangue assunto e la cui efficacia trascende qualsiasi razza, genere, classe sociale e (soprattutto) la natura soprannaturale: ha effetto su chiunque, chiunque egli sia e qualsiasi cosa sia. L'allungamento della vita dipende dalla razza, dalla quantità di sangue ingerito e molti altri fattori. Orientativamente, una goccia del sangue del Principe, porta in un essere umano qualunque un aumento della vita di circa cento anni.
    [Proprietà di bg del sangue]

    Passive di gilda:

    Autorevolezza
    E' questo un suono che tutti possono udire, perché scaturito dall'alta sapienza di coloro che lo pronunciano; la volontà dei Saggi muove questo potere, così che dalla loro giusta voce escano parole che agli altri appaiono profondamente sapienti, e pertanto degne di rispetto, così come degno di rispetto sarà, per chi ascolta, colui che parla. Una malia, un'azione per convincere anche i più scettici della grandezza dei Sapienti di Endlos, sicché al volere di questi le parole diventino capaci di infondere nella mente di chi le oda un tale rispetto per queste e per i Saggi, che certamente non dubiteranno della loro veridicità, e se verrà pronunciato un comando, vorranno eseguirlo senza proteste, quasi fosse l'ordine del loro più caro e severo dio.

    Sapienza
    Così come non vi è guerriero senza spada o mago senza arti arcane, allo stesso modo non vi può essere Saggio senza conoscenza. Caratterizzati dalla loro avida sete di sapere, un membro di Gilda sarà sempre alla ricerca di cultura da aggiungere alla propria. C’è chi è arrivato su Endlos possedendo già un sapere pari a quello di migliaia di libri, ma informazioni rare e segrete vengono tramandate tra i Saggi nei tomi che solo loro possiedono. Se a ciò si aggiungono anche quelli del Magisterium allora un membro di Gilda non potrà che divenire un pozzo di sapere che ben pochi potranno guardare come loro pari. In termini di gioco è considerata una passiva di conoscenze nella via che il membro di gilda ha scelto.
     
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    -S-sentite... Principessa Lumia- visto il contatto decisamente ravvicinato, Lowarn poté percepire chiaramente come lei si irrigidiva in modo molto marcato sentendosi chiamare in quel modo, come se percepisse fin da subito che c'era qualcosa che non andava -Forse mi ha scambiato per qualcun altro...

    « Oehh??? »
    Si staccò da lui di colpo, come accorgendosi di aver fatto qualcosa di sbagliato. Rimase per qualche istante a fissarlo negli occhi, stavolta da una distanza più accettabile, di fatto risparmiando Lowarn dell'imbarazzo del contatto fisico. Poi, lentamente ma inesorabilmente, avvicinò il viso al suo, fin quasi a sfiorarlo. Come se non bastasse gli prese il volto fra le mani, esaminandolo con cura da distanza ravvicinatissima.

    -Ehm... s-singore... si... entrate pure.
    In un primo istante, da fuori non si udì niente. Di certo avevano sentito, ma invece di rispondere subito o entrare come era stato loro permesso, si udì un chiacchericcio troppo sommesso perché -attutito dalla pesante porta- arrivasse alle orecchie della principessa Lumia. Lowarn, invece, poté sentire l'uomo che aveva parlato ed una donna anch'essa sulla mezza età parlare fra loro: « mi ha chiamato signore? » dice lui, stupito. « Signor Aesop, lei sarà anche il precettore dei due principi, ma là dentro c'è la principessina Lumia in abiti da notte, quindi farà meglio a farsi indietro. Ed anche voi, non osate voltarvi o ve la vederete con me! » ribatte risoluta la donna.

    « Fratello... »
    Dice nel frattempo Lumia, del tutto ignara di ciò che sta accadendo fuori dalla porta, ed apparentemente per nulla interessata. Con le dita stava giocherellando con le guance di Lowarn, muovendo gli indici con movimenti circolari mentre lo fissava con sguardo accusatorio.
    « ... Stai forse cercando di ignorarmi? Guarda che mi arrabbio. »
    Quello era probabilmente qualcosa che Lowarn non si aspettava. Era impossibile che quella bimba che lui vedeva per la prima volta in vita sua non fosse in grado di riconoscere il volto di suo fratello, e di certo ora l'aveva guardato fin troppo bene per potersi sbagliare. Chi mai potrebbe confondere il volto del proprio fratello con quello di un perfetto sconosciuto??

    « Principessina!!! »
    Una donna di fisico corpulento e dal volto paffuto, con indosso abiti monacali che la facevano sembrare ancora più grassa, fece irruzione nella camera da letto spalancando la porta, salvo poi richiuderla di gran fretta dopo aver scoccato occhiate furenti ad un uomo snello in ricchi abiti sacerdotali e due guardie armate, tutti e tre rigidamente immobili impegnati a guardare da tutt'altra parte. A quel punto la donna concentrò la sua ira sulla bimba dagli occhi eterocromatici, che immediatamente si staccò da Lowarn per rifugiarsi nell'angolo più lontano del letto, mostrando finalmente un po' di pudore nel coprirsi il petto con quante più coperte riusciva a recuperare.
    « Tata! Grimm è cattivo con me, fa finta di non riconoscermi! »

    « E fa bene!! » Tuonò la donna. « Che razza di sorella, quella che si intrufola nelle stanze di un uomo in età da marito! Tanto più che il principe sceglierà presto la sua futura sposa! Che vergogna se si sapesse, Lumia?? »
    La principessa gettò un gridolino, come se si sentisse colpita da uno schiaffo. Poi guardò Lowarn con sguardo supplicante.
    « Grimm non sposerà mai una sconosciuta! Non è vero, fratello?? Dillo anche tu alla Tata, tu resterai sempre con me, non è vero??? »

     
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    è certo, però, che tocca una zona così profonda che la follia stessa non riesce a penetrarvi".


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    ???

    « Fratello... Stai forse cercando di ignorarmi? Guarda che mi arrabbio. »

    ...
    Possibile?
    No, non si trattava di una svista: aveva trascorso troppo tempo a fissarlo, il volto di colui che credeva un fratello stretto fra le dita affusolate. Ma era davvero in grado una fanciulla di non riconoscere nemmeno il sangue del suo sangue? Una persona a cui sembrava essere particolarmente legata? Per alcuni attimi rimasero in silenzio, ed il confuso Saggio di Symphonia fece appello disperato alle proprie orecchie nel tentativo di percepire distintamente le note vibranti del cuore della principessa. Colse immediatamente una melodia vivace, ritmata e caotica... gravida di sentimenti. Ma non si trattava della musica di un bugiardo.
    Non gli stava mentendo.

    « Principessina!!! »
    Una una signora corpulenta in abiti sacerdotali fece irruzione nella camera da letto, richiuderla poi dietro di se' cosicché gli uomini nel corridoio non posassero gli occhi sulla principessa; la sola idea -almeno al il Principe- diede un'ulteriore sfumatura disturbante a tutto quel delirio.
    « Tata! Grimm è cattivo con me, fa finta di non riconoscermi! »
    « E fa bene!! Che razza di sorella, quella che si intrufola nelle stanze di un uomo in età da marito! Tanto più che il principe sceglierà presto la sua futura sposa! Che vergogna se si sapesse, Lumia?? »
    « Grimm non sposerà mai una sconosciuta! Non è vero, fratello?? Dillo anche tu alla Tata, tu resterai sempre con me, non è vero??? »

    Ancora estremamente confuso, retrocedette piano fino a schiacciarsi contro lo schienale, in direzione diametralmente opposta alla ragazzina.

    -Io... una sconosciuta... no...- cercò di rispondere a tutte quelle domande, prima di sollevare lo sguardo e fissare la monaca con aria interrogativa, mettendo apparentemente da parte l'urgente questione dello scambio di persona -... non sono troppo giovane per sposarmi?

     
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    -Io... una sconosciuta... no... non sono troppo giovane per sposarmi?

    « Suvvia!! »
    Lo rimproverò la donna, le mani sui fianchi.
    « Principe Grimm, lei è l'unico figlio maschio del Re, pretende forse venire meno ai suoi doveri?? Siete il principe! Ed il dovere di un principe qual'è...? »
    Domandò in tono di retorica, annuendo furiosamente mentre parlava ed infine tendendo l'orecchio come aspettandosi una risposta che per lei era ovvia, probabilmente la stessa cui aveva istruito i due principini nel corso di moltissimi anni... ed era un peccato che Lowarn, in realtà, non aveva la minima idea di quale fosse la suddetta risposta, anche se poteva facilmente intuire quale fosse a grandi linee.

    « Potrete parlare con quel favolista di Aesop, non per nulla non è lui il vostro precettore?? Lui saprà cosa dirvi. Ed ovviamente, non sposerete di certo una sconosciuta!!! Anzi! Non per nulla oggi ci sarà il ricevimento, e potrete incontrare ben dodici meravigliose principesse fra cui scegliere! Potrete parlare con loro, le concederete un ballo, e solo allora sceglierete! »

    « Anche io sono una principessa!! »
    Obbiettò con fervore Lumia, iniziando di nuovo a fare i capricci in tono piagnucoloso.
    « Anche io voglio ballare con Grimm, e lui sceglierebbe me fra tutte quelle oche! Scommetto che sono tutte brutte e antipatiche! »
    Mentre nel rivolgersi a Grimm il tono di voce della donna si era addolcito, nei riguardi della principessa fu assai più rigido.
    « Principessa Lumia! Dovete smetterla subito con queste sciocche fantasie! Un matrimonio fra fratelli è cosa impensabile! E' peccato, oltre che delitto contro natura! Gli dei vi punirebbero e sareste maledetti! Certe fantasie devono cessare immediatamente, o dovrò riferire a vostro padre il Re! »
    Gli occhioni bicolore della principessa divennero tristissimi e si riempirono di lacrime, mentre iniziava a piangere in modo plateale, salvo poi aggrapparsi di nuovo al collo del fratello (?) e lasciarsi andare ad un pianto a dirotto, il tutto singhiozzando frasi sconnesse che andava da "non voglio che vai via" a "resta qui con me" e simili. La donna però non ebbe pietà, chiese con fermezza a Lowarn di collaborare mentre obbligava Lumia a staccarsi dal principe, il tutto mentre preparava per lei una coperta che avrebbe dovuto nascondere le sue grazie, al momento coperte solo da una corta camicia da notte bianca estiva. A quel punto avrebbe trascinato la bambina piangente fuori dalla stanza, lasciando il posto ad un uomo che aveva tutta l'aria di essere il precettore dei due fanciulli di sangue reale. L'uomo entrò nella stanza con cautela e circospezione solo dopo che la donna aveva portato via Lumia, e pur trovando la porta già spalancata e pur essendo ampiamente annunciato, non esitò a toccare per ben tre volte il legno della porta con le nocche.
    Aesop era un uomo di mezza età, dal fisico minuto celato da strati su strati di abiti nobiliari che lo identificavano immediatamente come un individuo colto ed in possesso di una posizione sociale di tutto rispetto, impressione rafforzata dai tratti del viso ben lontani da quelli del popolino, nonché dai capelli corti curatissimi e dai baffi perfettamente sagomati. Il monocolo in verità serviva per correggere un difetto della vista, si capiva dal tipo di lente troppo spessa per essere solo un ornamento, però era portato alla maniera degli insegnanti, quasi fosse anch'esso pura ostentazione e non un oggetto di effettiva utilità. Aveva una postura bene eretta, un tono di voce attentamente modulato ed usava in presenza dei suoi allievi parole volutamente misurate e ricercate.

    « Le rinnovo il mio buongiorno, principe Grimm. Spero abbiate dormito bene. »
    Non sorrideva, ma trasmetteva ugualmente un certo senso di serenità in linea con il personaggio. Anche lui, come Lumia, aveva tutta l'aria di sapere bene con chi aveva a che fare, ed era ironico che fino a quel momento il solo a non saperlo fosse lo stesso Lowarn.
    « Oggi è il gran giorno, dunque. Finalmente la conoscerete. Alcune sono già arrivate, quasi tutte in verità. Oh, sarà un ricevimento memorabile. Vostro padre freme, e desidera vedervi. Credo sia il caso di non farlo aspettare... »
    Si recò con passi misurati verso le tende, che scoprì completamente mostrando a Lowarn il paesaggio oltre i vetri. Un reame luminoso, fatto di edifici dalle mura bianche e dai tetti color terra di siena, baciati dal sole del mattino e benedetti da un cielo limpido e privo di nuvole. Fin dal primo sguardo, appariva senza ombra di dubbio un luogo degno delle fiabe, che conosce solo la pace e l'armonia. Aesop aprì i bauli e scelse per Lowarn alcuni abiti piuttosto sfarzosi, ma che per i gusti tardo rinascimentali dei territori di Endlos erano decisamente strani e quasi pacchiani, oltre che arretrati e scomodi. Lowarn tuttavia in quel momento indossava solo una camicia da notte (a proposito: quando si era cambiato?).
    « Il vostro ricevimento di fidanzamento... »
    Sospirò Aesop, volgendo lo sguardo al reame.
    « Eppure sembra ieri, il giorno in cui vi conobbi. E invece sono passate quindici primavere... »

     
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    "A che cosa faccia appello la musica in noi è difficile sapere;
    è certo, però, che tocca una zona così profonda che la follia stessa non riesce a penetrarvi".


    (E.M Cioran)


    ???

    « Suvvia!! Principe Grimm, lei è l'unico figlio maschio del Re, pretende forse venire meno ai suoi doveri?? Siete il principe! Ed il dovere di un principe qual'è...? »

    Mentre rimaneva a dir poco spiazzato da quella domanda -in primis perché lui, di fratelli, in realtà ne aveva... ed uno era più grande di lui- a cui non avrebbe lasciato intendere alcuna risposta, Lowarn finalmente ebbe la certezza che vi fosse stato un qualche scambio di persona. Con aria interrogativa si sarebbe lanciato uno sguardo ai lunghi capelli castani, cercando di capire se avesse anche cambiato corpo.
    Eppure erano i suoi.
    Che questo tale Grimm fosse un suo sosia?
    Ma sopratutto, se lui era il posto di Grimm... dov'era finito quello vero?!?!?

    « Potrete parlare con quel favolista di Aesop, non per nulla non è lui il vostro precettore?? Lui saprà cosa dirvi. Ed ovviamente, non sposerete di certo una sconosciuta!!! Anzi! Non per nulla oggi ci sarà il ricevimento, e potrete incontrare ben dodici meravigliose principesse fra cui scegliere! Potrete parlare con loro, le concederete un ballo, e solo allora sceglierete! »

    Il giovanotto alzò l'indice come a voler puntualizzare che un semplice ricevimento non è abbastanza per conoscere qualcuno, se non solo di vista, ma ebbe la saggezza di contenersi al fine di indagare tranquillamente più tardi senza gettare tutti gli altri nel panico. Anche perché la sorellina del sosia faceva già abbastanza di suo.
    « Anche io sono una principessa!! Anche io voglio ballare con Grimm, e lui sceglierebbe me fra tutte quelle oche! Scommetto che sono tutte brutte e antipatiche! »
    « Principessa Lumia! Dovete smetterla subito con queste sciocche fantasie! Un matrimonio fra fratelli è cosa impensabile! E' peccato, oltre che delitto contro natura! Gli dei vi punirebbero e sareste maledetti! Certe fantasie devono cessare immediatamente, o dovrò riferire a vostro padre il Re! »

    Dopo averla portata via di forza, raccolta nelle coperte, fu il turno di un signore benvestito. Il precettore, a quanto gli era stato detto... ed anche quello non era il suo, ragion per cui -sebbene fosse stato educato al rispetto per gli anziani- non ebbe esattamente verso di lui la sensazione di stima e rispetto tipiche di un allievo. Sembrava la brutta copia di Arthur.

    « Le rinnovo il mio buongiorno, principe Grimm. Spero abbiate dormito bene.
    Oggi è il gran giorno, dunque. Finalmente la conoscerete. Alcune sono già arrivate, quasi tutte in verità. Oh, sarà un ricevimento memorabile. Vostro padre freme, e desidera vedervi. Credo sia il caso di non farlo aspettare...
    »

    Raggiungendo le tende e scostandole in modo che il Principe vedesse cosa vi fosse fuori, gli mostrò di fatto un reame luminoso e bellissimo, molto simile all'Est in cui si era trasferito... ma comunque straniero. Fin dal primo sguardo, appariva senza ombra di dubbio un luogo degno delle fiabe, che conosce solo la pace e l'armonia.

    « Il vostro ricevimento di fidanzamento... Eppure sembra ieri, il giorno in cui vi conobbi. E invece sono passate quindici primavere... »

    Quindici anni, forse di più.
    Anche la sua data di nascita era sbagliata... di male in peggio.

    -Signor Aesop... mi dispiace farle questa domanda proprio ora...- avrebbe iniziato il Saggio, calibrando la voce e cercando di essere più delicato possibile -...ma perché il Re vi ha reso il mio precettore? In cosa siete esperto, signore?
    Cercò in tutti i modi di non farla apparire un'accusa... ma se aveva bisogno di un aiuto in quel mondo, la sua fiducia non poteva che ricadere su un Sapiente. Possibilmente della conoscenza che gli era utile a tornare a casa, prima di trovarsi sposato con qualche perfetta sconosciuta.
    Se avesse fallito... chi glielo avrebbe detto a sua madre?

    -E poi... dice di conoscermi da anni. Se un bel giorno arrivasse qualcuno a sostituirmi, sareste in grado di scoprire il tranello?

     
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    -...ma perché il Re vi ha reso il mio precettore? In cosa siete esperto, signore?
    Il sapiente si mostrò moderatamente sorpreso e compostamente stupito di quella domanda, e portò d'istinto una mano guantata di bianco a sfiorare il mento in un chiaro cenno di riflessione, tuttavia non rispose immediatamente.
    -E poi... dice di conoscermi da anni. Se un bel giorno arrivasse qualcuno a sostituirmi, sareste in grado di scoprire il tranello?

    « Ma certamente! »
    Rispose stavolta di getto, dimostrando di aver appena accolto le due domande in modo nettamente diverso: nella maniera più accademica possibile la prima, scambiata per un qualche quesito a sfondo filosofico, e più sul personale la seconda, recepita come un qualcosa di assai più intimo, riferita a lui come persona e non come all'insegnante.
    « Principe Grimm, vi conosco dal giorno stesso in cui siete venuto al mondo, e sono assolutamente certo che nemmeno uno dei terribili mutaforma Doppelgänger dei racconti della grande guerra del passato riuscirebbe a ingannarmi a lungo, se tentasse di prendere il vostro posto! Circa l'altra domanda, dunque, trovo curioso che decidiate di porla proprio quest'oggi, ma d'altra parte capisco che è un momento delicato. »
    Accennò un sorriso, riponendo le mani dietro la schiena e abbandonandosi a tre passi in direzione della grande finestra, ammirando il paesaggio mentre faceva ordine nei propri ricordi.

    « Dunque, dovete sapere che sebbene originario della capitale, in realtà sono cresciuto nella grande università della nazione dei sapienti, allievo del saggio Antonidas, a sua volta studente presso Almerius, il grande saggio bianco, a capo dei celebri cinque saggi che in passato riuscirono a esplorare la sapienza delle arti magiche, alchemiche, oniriche, belliche e spirituali. Parlo degli arcimaghi Fiethsing, Milest, Moojdart e Grusbalesta, dovresti rammentarli. Ebbene, dopo aver ultimato i miei studi nelle cinque arti, in lettere, matematica e astronomia ho viaggiato per dieci anni su tutto il continente come da tradizione, finché completato il mio percorso sono stato richiamato al mio reame natio per realizzare quello che è senza dubbio il più grande onore cui si può insignire un insegnante: l'onore di istruire un principe, nonché futuro Re. »
    Si voltò di nuovo verso Lowarn e sorrise con sincero amore paterno.
    « Un onore di cui sono grato, ogni giorno di più. Ah, poi naturalmente è arrivata anche la principessina, Lumia. In verità fu più difficile occuparsi di lei che di voi, ma mi sono ugualmente occupato di entrambi con gioia. Voi siete come i figli che non ho mai avuto! »
    Avvicinandosi a lui, sorrise di nuovo e poi concluse.
    « Adesso, mio principe, ditemi pure: che cosa vi turba? E' per il ricevimento di stasera, non è vero...? »

     
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    "A che cosa faccia appello la musica in noi è difficile sapere;
    è certo, però, che tocca una zona così profonda che la follia stessa non riesce a penetrarvi".


    (E.M Cioran)


    ???

    « Ma certamente! »
    Mentre inizialmente aveva accolto la prima domanda con fare accademico, questa volta l'uomo parve sinceramente motivato. I battiti del suo cuore sussultarono in una melodia che sentiva spesso nel cuore di Yoko Saddler, ed a quel punto Lowarn non ebbe più alcun dubbio.
    « Principe Grimm, vi conosco dal giorno stesso in cui siete venuto al mondo, e sono assolutamente certo che nemmeno uno dei terribili mutaforma Doppelgänger dei racconti della grande guerra del passato riuscirebbe a ingannarmi a lungo, se tentasse di prendere il vostro posto! Circa l'altra domanda, dunque, trovo curioso che decidiate di porla proprio quest'oggi, ma d'altra parte capisco che è un momento delicato. »

    Sorrideva ed era comprensivo, eppure il Principe si tormentava all'idea di dargli quel dispiacere che era la realtà dei fatti.

    « Dunque, dovete sapere che sebbene originario della capitale, in realtà sono cresciuto nella grande università della nazione dei sapienti, allievo del saggio Antonidas, a sua volta studente presso Almerius, il grande saggio bianco, a capo dei celebri cinque saggi che in passato riuscirono a esplorare la sapienza delle arti magiche, alchemiche, oniriche, belliche e spirituali. Parlo degli arcimaghi Fiethsing, Milest, Moojdart e Grusbalesta, dovresti rammentarli. Ebbene, dopo aver ultimato i miei studi nelle cinque arti, in lettere, matematica e astronomia ho viaggiato per dieci anni su tutto il continente come da tradizione, finché completato il mio percorso sono stato richiamato al mio reame natio per realizzare quello che è senza dubbio il più grande onore cui si può insignire un insegnante: l'onore di istruire un principe, nonché futuro Re.
    Un onore di cui sono grato, ogni giorno di più. Ah, poi naturalmente è arrivata anche la principessina, Lumia. In verità fu più difficile occuparsi di lei che di voi, ma mi sono ugualmente occupato di entrambi con gioia. Voi siete come i figli che non ho mai avuto!
    »

    Gli occhi di Lowarn si incupirono, mentre lui si avvicinava.

    « Adesso, mio principe, ditemi pure: che cosa vi turba? E' per il ricevimento di stasera, non è vero...? »
    -Molto di più, signore. Io non sono un Doppelgänger... ma nemmeno il Principe. O meglio, lo sono, ma appartengo ad un altro regno- parlò abbassando il capo, aspettandosi di tutto -Mi chiamo Lowarn Galanodel, Principe del Presidio Errante di Endlos e figlio dell'Alfiere Drusilia Galanodel. Questa mattina mi sono svegliato in questo letto, in un luogo che non conosco e con persone che mi chiamano con un altro nome... Non so la ragione, ma temo per il mio futuro e per il vero Principe Grimm. Se siamo fortunati, stamane si è svegliato al mio posto, ma per quello che so potrebbe essere ovunque.

    Prese il respiro, consapevole che l'altro potesse averlo preso per pazzo.

    -Vi prego, aiutateci! Il vostro principe non sono io!

     
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    -Vi prego, aiutateci! Il vostro principe non sono io!

    Esempio più unico che raro di compostezza, la reazione di Aesop fece trasparire un certo grado di sbigottimento solo dal modo in cui sgranò impercettibilmente gli occhi, e solo dopo diversi secondi passati ad assimilare le parole di Lowarn. Dopodiché si prese la libertà di appoggiarsi delicatamente sulla sponda del letto e riflettere attentamente, sfiorando il mento con le dita con fare meditabondo.

    « Ragazzo mio... se non fosse che non vi ho mai visto fare scherzi in tanti anni, penserei che vi state prendendo gioco di me. Quanto mi avete appena detto è quanto di più impensabile, tanto che mi è impossibile crederci! Inoltre... Ragazzo mio, quali sono i tuoi ultimi ricordi della tua vita precedente? C'è qualcosa che può aiutare a capire la situazione in cui ti trovi adesso? »
    Squadrò Lowarn con occhi diversi, una rinnovata attenzione ai dettagli, tentando in ogni modo di valutare oggettivamente chi aveva di fronte.
    « No, non riesco davvero a capacitarmene. In tutto e per tutto, sono certo che chi ho di fronte altri non è che il principe Grimm. »
    Si rialzò di scatto, tornando verso la finestra, le spalle incurvate come se stesse impegnato a meditare.
    « Uno scambio di persona! O forse... no, forse... un incantesimo! Una stregoneria! Magari qualcuno... anzi, perché no: magari qualcuno ha tentato di scagliare una fattura, con l'intento di favorire una delle candidate del ballo di stasera! Oppure reincarnazione? Ah, ma certo! Ora che ci penso... »
    Tornò a guardare Grimm, poi colpì il proprio palmo sinistro con la mano destra chiusa a pugno, come a voler dire: "eureka! Ho trovato!"
    « Rammento solo ora. Un dettaglio, di cui non ho voluto mettervi a parte. In effetti qualcosa del genere era stato profetizzato da una donna, una veggente giunta a corte solo due notti or sono, chiedendo a gran voce di poter conferire con vostro padre. Aveva parlato dell'avvento di una luna rossa, e di un evento infausto che rischiava di precipitare il mondo intero nel caos, e che solo il "vero principe" avrebbe potuto scongiurare. Invero, sul momento fui d'accordo col bollarla come ciarlatana, e non biasimai di certo vostro padre per averla cacciata da corte, ma adesso... »
    Sospirò, poiché non aveva molto altro a cui aggrapparsi. In realtà Lowarn avrebbe facilmente intuito che non credeva fino in fondo, e d'altronde come dargli torto? Quanto appena detto dal giovane principe di Laputa era qualcosa di incredibile, era già molto se Aesop gli dava credito fino al punto di voler almeno verificare. Era una fortuna che il precettore di Grimm non fosse né un vecchio barbabianca dalla mente chiusa, né un uomo di scienza impermeabile a qualsiasi spiegazione sovrannaturale, bensì un erudito nella scienza della magia.

    « Vostro padre desidera vedervi, ma potete far leva sugli eventi di questa notte per prendervi una licenza e visitare la città, con la scusa di voler prendere una boccata d'aria. Chiederò alle guardie di palazzo di farvi da scorta, così potrete far visita alla Veggente, magari chiedere consiglio... Che ve ne pare? »

     
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    "A che cosa faccia appello la musica in noi è difficile sapere;
    è certo, però, che tocca una zona così profonda che la follia stessa non riesce a penetrarvi".


    (E.M Cioran)


    ???

    « Ragazzo mio... se non fosse che non vi ho mai visto fare scherzi in tanti anni, penserei che vi state prendendo gioco di me. Quanto mi avete appena detto è quanto di più impensabile, tanto che mi è impossibile crederci! Inoltre... Ragazzo mio, quali sono i tuoi ultimi ricordi della tua vita precedente? C'è qualcosa che può aiutare a capire la situazione in cui ti trovi adesso? »

    -Ero a Palanthas, la grande biblioteca di un regno alleato al mio, in compagnia di zio Kerobal. Siamo stati attirati fuori dall'arrivo di strani individui accompagnati da una bambina ed un drago. Questa bambina cercava un libro... e non ricordo bene... ma credo lo abbia aperto e... e da allora non ricordo nulla.

    Si sentiva profondamente a disagio dal narrare quella vicenda, in parte per l'effettiva poca credibilità che questa poteva avere agli occhi dell'altro, in parte perché lui stesso aveva ricordi abbastanza confusi. Provava inoltre sempre dei sensi di colpa nel momento in cui si trovava a dire cose che sapeva perfettamente di non sapere.

    « No, non riesco davvero a capacitarmene. In tutto e per tutto, sono certo che chi ho di fronte altri non è che il principe Grimm. Uno scambio di persona! O forse... no, forse... un incantesimo! Una stregoneria! Magari qualcuno... anzi, perché no: magari qualcuno ha tentato di scagliare una fattura, con l'intento di favorire una delle candidate del ballo di stasera! Oppure reincarnazione? Ah, ma certo! Ora che ci penso... »

    Gli occhi del Principe si levarono nel momento esatto in cui quel saggio parve ricordarsi di un qualche dettaglio importante.

    « Rammento solo ora. Un dettaglio, di cui non ho voluto mettervi a parte. In effetti qualcosa del genere era stato profetizzato da una donna, una veggente giunta a corte solo due notti or sono, chiedendo a gran voce di poter conferire con vostro padre. Aveva parlato dell'avvento di una luna rossa, e di un evento infausto che rischiava di precipitare il mondo intero nel caos, e che solo il "vero principe" avrebbe potuto scongiurare. Invero, sul momento fui d'accordo col bollarla come ciarlatana, e non biasimai di certo vostro padre per averla cacciata da corte, ma adesso... »

    Sospirarono entrambi, perché la situazione sembrava molto grave. Lowarn desiderava con tutto sé stesso tornare a casa, eppure non avrebbe mai sopportato l'idea di danneggiare un altro regno, solo per soddisfare i propri interessi personali.

    « Vostro padre desidera vedervi, ma potete far leva sugli eventi di questa notte per prendervi una licenza e visitare la città, con la scusa di voler prendere una boccata d'aria. Chiederò alle guardie di palazzo di farvi da scorta, così potrete far visita alla Veggente, magari chiedere consiglio... Che ve ne pare? »

    -E sia.

    Il Principe sorrise con gratitudine, sollevandosi finalmente in piedi.

    -Anche se non vi conosco, prometto che farò il possibile per salvare il vero Grimm e questo regno. Anche se questa vita non mi appartiene, se ignorassi tali emergenze non sarei comunque degno del titolo che porto.

    Lo disse con voce calma e pacata, eppure autorevole e colma di una consapevolezza forse bizzarra per un ragazzino di quell'età.
    Molto più simile ai pensieri di una creatura in qualche modo antica.

    -Le chiedo solo una cosa- avrebbe continuato, afferrando le stoffe che gli erano state portate -La calzamaglia non è della principessa...?

     
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    No. Non apparteneva a Lumia, quella calzamaglia. Nessuno scambio di abiti, nessun errore, anzi: Aesop si stupì pure della reazione di Lowarn, tant'è che a palazzo quasi tutti vestivano quell'indumento infernale, che agli occhi del giovane principe di Laputa sarebbe sembrato ancora più ridicolo una volta avuto addosso. Era di stoffe di prima qualità, naturalmente, tuttavia dava la stessa impressione di avere addosso una gonna: faceva sentire stupidi, effemminati, metteva freddo ed un certo grado di pizzicore, per lo più una sensazione immaginaria.
    Il fatto che anche le guardie di palazzo seguivano quella moda non aiutava.

    In qualche modo, Aesop aveva rimandato l'appuntamento con il Re, e permesso al principe di recarsi in piena città, in cerca della misteriosa Veggente della Luna Blu, la stessa donna che solo la sera prima era stata cacciata dal palazzo dopo che si era presentata al sovrano con profezie di catastrofi imminenti, che solo adesso guadagnavano una certa considerazione agli occhi del precettore, tanto che era stato in grado di dar credito alla storia di Lowarn, senza bollarla come una fantasia o un sintomo di follia come invece avrebbe fatto, forse, una qualsiasi altra persona.
    Le guardie di palazzo non avevano niente a che vedere con l'immaginario dei cavalieri medievali, anzi al contrario non portavano armature né armi particolarmente pesanti, bensì mantelli appariscenti e fioretti decorati. Il capitano della guardia di palazzo era un individuo dall'aria pericolosa, che in qualche modo una spada per il volto affilato e gli occhi di un verde particolarmente intenso. Come gli altri due aveva barba e capelli curatissimi, vesti nere dalle vistose bordature dorate, un ampio copricapo anch'esso nero le cui piume bianche svettavano alte. Con lui vi era un soldato di corporatura più minuta, dall'aria vagamente annoiata e dai lineamenti del viso molto dolci e quasi effemminati, ed un uomo sui trenta dal volto severo e di spalle larghe, fu lui ad aiutare Lowarn a salire a cavallo. Non era un titano come Ted Carter, ma aveva l'aria di poter sollevare il giovane principe con una mano sola e senza sforzo, se lo voleva. A Lowarn avrebbe dato la netta impressione di essere particolarmente avvezzo ad aiutarlo a salire a cavallo. Evidentemente Grimm, chiunque egli sia, condivideva con Lowarn non solo l'aspetto esteriore ma anche la poca dimestichezza con quel tipo di animali, infatti laddove le tre guardie di palazzo cavalcavano alti destrieri da guerra, per Lowarn attendeva un docile palafreno bianco dalla gualdrappa decorata in oro e argento, una femmina dallo sguardo intelligente. Si accodò ai due destrieri castani cavalcati dal capitano e dal più alto dei tre soldati, mentre quest'ultimo si faceva consegnare uno stendardo da un paggio. Alle spalle di Lowarn si sistemò il più basso dei tre moschettieri, ed il principe poté percepire il suo sguardo sulla propria nuca.

    « Chissà quali affari attendono il Principe Grimm nei bassifondi della città... »
    Chiese il moschettiere, senza porre direttamente la domanda a Lowarn, eppure come se si aspettasse da quest'ultimo una risposta che soddisfacesse la sua curiosità. Irruppe però la guardia di fronte al giovane, sfoggiando il garbo di un fabbro ferraio.
    « Chiudi quella bocca, Aramis. Non ci si rivolge alla famiglia reale in questo modo, e gli affari del principe Grimm gli appartengono. »
    « E' buffo che proprio tu cerchi di darmi lezioni di buone maniere, Porthos. Tuttavia, non mi sono affatto rivolto al giovane principe, ho solo esternato una mia personalissima curiosità... »
    E nel dire ciò rivolse a Lowarn un inchino inteso a scusarsi.
    « Fate silenzio, voi due. » Il capitano mise entrambi a tacere. « E tenete gli occhi aperti, non voglio sorprese. »
    Un ragazzo della servitù aprì le porte del retro del castello, ed i cavalieri spronarono i rispettivi destrieri. La puledra di Lowarn seppe mettersi in marcia da sola, evidentemente abituata a seguire i destrieri che la precedevano, così al giovane non restò altro che aggrapparsi alle redini per non cadere e riuscì a tenere dietro all'andatura sostenuta del gruppo.
    Attraversarono una via affollata e luminosa, in una mattinata baciata da un sole mite e primaverile, con il profumo dei fiori di campo che aleggiava nell'aria. Gli zoccoli colpivano il lastricato con un suono sordo, annunciando il loro passaggio mentre i popolani si affrettavano a sgombrare la via, salvo poi guardare con stupore la parata improvvisata. Gli sguardi erano tutti rivolti al principe, anche se di quando in quando l'udito sensibile di Lowarn avrebbe udito qualcuno nominare anche il capitano alla testa del quartetto: Athos. "Dicono che ha sconfitto cento banditi da solo", sussurrava il figlio del fabbro; "ha difeso la regina dall'Orco Bianco e dopo aver spiccato la testa del mostro ha calpestato il suo corpo con gli zoccoli del suo cavallo", diceva il fornaio. Di certo qualcosa non tornava: Alexandre Dumas non aveva ambientato la sua opera in un universo fantasy.

    Aesop aveva istruito il capitano della guardia di palazzo su dove condurre il principe, ed il gruppo si distanziò parecchio dal castello. Ben presto si inoltrarono nei quartieri più distanti dalla rocca, e Lowarn poté udire la voce del capitano gridare a popolani troppo lenti o disattenti di fare largo al principe, provocando in un paio di occasioni un autentico fuggi-fuggi generale con persone che rischiavano seriamente di essere calpestate dai destrieri delle guardie, tuttavia l'andatura sostenuta del gruppo non accennò a ridursi, né le guardie avevano alcuna intenzione di fermarsi. Infine raggiunsero una via particolarmente affollata, quello che agli occhi di Lowarn appariva come una sorta di mercato permanente. Il capitano Athos fermò il quartetto a poche decine di metri da dove iniziavano file e file di banchetti e la folla iniziava a farsi più densa. Là in mezzo di certo i cavalli non avrebbero potuto proseguire con quell'andatura spedita, quindi i cavalieri smontarono e Porthos aiutò Lowarn a scendere. La destinazione era un edificio uguale a tutti gli altri, all'ombra della fila di case popolari che si trovavano di fronte e che lo facevano apparire in ombra. In quella via c'era più umido e la quantità di gente dava un certo senso di oppressione, in netto contrasto con i quartieri più alti e luminosi che avevano appena percorso. All'ingresso vi era un ampio tendaggio color zaffiro, e due energumeni a torso nudo vestiti alla maniera degli orientali, con turbanti che ne fasciavano i crani rasati e scimitarre legate alle cinture viola che ne cingevano il girovita prominente.

    « Il principe Grimm è qui per incontrare la Veggente della Luna Blu. »
    Si fece avanti Athos, seguito da Lowarn a sua volta scortato su entrambi i lati dagli altri due moschettieri.
    Tutti e tre tenevano le mani sulle cinture, vicino alle spade.
    « La veggente attendeva già il principe... »
    Disse senza esitazione uno dei due energumeni.
    « ... ma deve entrare da solo. Voi aspetterete qua fuori. »

    « Nessuno da ordini alle guardie di palazzo. »
    Ribatté in tono deciso il capitano.
    « Noi rappresentiamo il Re, e scortiamo un principe di sangue reale. Fate largo, e fatelo in fretta. »
    Insisté lui in tono glaciale. I due energumeni non si scomposero più di tanto.
    « Il principe deve incontrare la Veggente da solo. Voi aspetterete qua fuori. »
    Ripeté l'altro energumeno, senza la minima traccia di timore nella voce.
    Athos spostò la mano sull'elsa della spada. Gli altri due fecero altrettanto...

     
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    "A che cosa faccia appello la musica in noi è difficile sapere;
    è certo, però, che tocca una zona così profonda che la follia stessa non riesce a penetrarvi".


    (E.M Cioran)


    ???

    Partito di gran fretta da palazzo, in parte a disagio per il proprio vestiario -nonostante condividesse quella terribile pena anche con gli altri uomini del regno- ed infastidito non poco dalla calzamaglia che, a cavallo, gli sembrava tutto fuorché comoda (ed i bottoni della patta lo infastidivano lì), il Principe Lowarn, nei panni di Grimm si recò dunque al centro abitato su una graziosa cavallina.

    A metterlo ancora più a disagio fu però l'impressione di essere circondato da individui che lo conoscevano alla perfezione: dicevano di saper tutto di lui e lo dimostravano anche nell'aiutarlo a salire e scendere da cavallo, abilità per Lowarn ancora lungi dall'essere appresa, avendo dato la priorità ai libri piuttosto che alla cavalleria. Perfino i movimenti, ogni singolo dettaglio gli suggeriva una certa familiarità -almeno da parte loro- che lui non riconosceva affatto... e lo faceva sentire molto simile ad un malato di amnesia, piuttosto che un improvvisato viaggiatore dimensionale.

    « Chissà quali affari attendono il Principe Grimm nei bassifondi della città... »
    Il moschettiere dietro di lui ebbe un effetto paralizzante sul povero ragazzino, già spaventato all'idea di non rivedere sua madre, suo padre ed i cari sparsi per Endlos. Fu a quel punto indeciso su cosa rispondere, ed in effetti ci mise troppo tempo: a quel punto sarebbe stato un altro ad intervenire.
    « Chiudi quella bocca, Aramis. Non ci si rivolge alla famiglia reale in questo modo, e gli affari del principe Grimm gli appartengono. »
    « E' buffo che proprio tu cerchi di darmi lezioni di buone maniere, Porthos. Tuttavia, non mi sono affatto rivolto al giovane principe, ho solo esternato una mia personalissima curiosità... »
    Rivolse a Lowarn un inchino inteso a scusarsi, cosa che il Principe accettò con sguardo imbarazzato, ma anche mortificato per quell'ingiusto ma necessario segreto.
    « Fate silenzio, voi due. » Il capitano mise infine gli altri a tacere. « E tenete gli occhi aperti, non voglio sorprese. »

    Dopo alcuni tratti di strada in cui, in un certo senso, la sua scorta gli parve eccessiva, dato che a Laputa -non avendo differenza tra esercito armato e popolani, essendo anche loro soldati in borghese- raramente si osservavano scene simili e tutti si scostavano in tempo senza generare panico, finalmente raggiunsero la casa della veggente. Davanti ad essa, anche due guardie armate. Sembravano dei Merovishi.

    « Il principe Grimm è qui per incontrare la Veggente della Luna Blu. »
    « La veggente attendeva già il principe... »
    « ... ma deve entrare da solo. Voi aspetterete qua fuori. »
    « Nessuno da ordini alle guardie di palazzo. Noi rappresentiamo il Re, e scortiamo un principe di sangue reale. Fate largo, e fatelo in fretta. »
    « Il principe deve incontrare la Veggente da solo. Voi aspetterete qua fuori. »

    Athos, probabilmente stizzito, spostò la mano sull'elsa della spada. Gli altri due fecero altrettanto... e Lowarn ebbe timore che passare alle mani, in quella situazione, non generasse altro che danni, i quali si sarebbero certamente aggiunti a quelli già esistenti in un effetto a catena terribile quanto inesorabile. Certo, non potevano sapere la ragione per cui erano lì e certamente poteva capirli, ma in quel momento l'unica cosa che Lowarn desiderava era risolvere il mistero. Se quella donna sapeva dello scambio di persona e che sarebbe giunto a lei, allora valeva la pena ascoltarla. A modo suo, era la sua unica speranza.

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    -Piano, messeri. Non innervosiamoci- sorrise e parlò con voce conciliante il giovane, cercando di distendere gli animi con un portamento gentile ma autorevole -Si tratta comunque di affari privati. Entrerò solo: se mi troverò in difficoltà ve ne renderò partecipi in qualche modo.

    Mettendo una mano sulla spalla con fare amichevole ai propri soldati, mimando quanta più tranquillità gli era possibile, fece dunque per varcare la soglia dell'ingresso. Si fermò solo per interloquire anche con le altre guardie a custodia di quella dimora.

    -Preferirei non mi accompagnaste nemmeno voi: troverò da solo la signora veggente.

    E così sarebbe entrato.



    Edited by Lowarn Galanodel - 9/5/2017, 22:37
     
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    Le due guardie fecero largo senza obiettare, segno che fin da subito non intendevano scortare il principe fin dentro l'edificio, bensì rimanere fuori, in attesa, pronte ad impedire qualsiasi intrusione indesiderata. Tuttavia appena varcata la soglia l'udito sovrumano di Lowarn avrebbe potuto sentire la voce di Athos, il capitano delle guardie, che con un tono di voce sottile e tagliente si rivolgeva ai due energumeni.

    « Pregate che nulla accada al principe. »
    Prometteva ai due. Lowarn poteva benissimo immaginarlo, in piedi di fronte a quei due colossi con la mano sul fioretto legato al fianco.
    « Giuro sulla mia spada che se gli viene torto un solo capello ne pagherete dieci volte le conseguenze. »
    Il corridoio di ingresso era quanto di più esotico si poteva immaginare, le pareti tappezzate di sete blu ed il pavimento ricoperto di sontuosi tappeti orientali. La mobilia era in legno d'ebano tanto scuro da sembrare nero nella penombra del luogo, c'erano simboli mistici e immagini esoteriche dappertutto, feticci e scheletri di bestie fantastiche che a tratti facevano apparire il luogo come una mostra degli orrori, o un museo dell'ignoto. Una carcassa fatta di ossa e chitina faceva bella mostra di se, conficcata con sottili aghi sulla copertina di un libro di pergamena aperto. Sembrava una grande falena, delle dimensioni di un corvo, ma guardandola meglio si distinguevano tratti umani, le cavità che ospitavano occhi e bocca aperte in un grido eterno, sottilissime braccia fragili come steli d'erba di cui si potevano distinguere l'omero attaccato alle minuscole spalle, il costato squarciato e ridotto a poco più di una cavità drappeggiata di pelle morta, in cui si potevano distinguere le ossa della cassa toracica. E poi le ali, vaste ali grigie come cenere, su cui ampi e bellissimi disegni neri disegnavano spirali e cerchi come in una formula magica. Era spaventosa e bellissima, e non era nemmeno l'unica cosa del genere. Ogni mobile aveva su di se qualcosa di simile: resti di umanoidi grandi quanto un dito la cui spina dorsale terminava in una luccicante spina di pesce, con pinne ridotte a brandelli scuri al posto delle gambe, teschi a metà fra il caprino e l'umano muniti di corna, pagine di pergamene ingiallite dal tempo conservate in teche... Infine il termine del corridoio, prima di un ampio ingresso nascosto da tendaggi azzurri. Là attendeva una donna seduta su di un alto sgabello su cuscini color ametista, che in un primo momento chiunque avrebbe potuto scambiare per la celebre Veggente della Luna Blu. Una donna di età indefinibile, dal volto delicato e dai lunghissimi capelli scuri, occhi che sembravano perle nere ed ornamenti in oro e argento che dai capelli scendevano sull'abito maschile bianco come il marmo, una grande e maestosa spada orientale fra le braccia, un arco in legno nero che poteva essere brandito solo da un gigante alle sue spalle, ed alte e stranissime orecchie che solo uno sguardo frettoloso poteva scambiare per finte. Erano orecchie di coniglio, nere anch'esse. E quella femmina non era umana.
    Si alzò, e senza abbandonare la spada stretta in grembo fece un inchino e scostò le tende azzurre senza una parola. Lowarn poté così accedere ad una stanza dai forti odori di incenso e fiori d'arancio, dove faceva bella mostra di se un grande tavolo da chiromante al centro del quale spiccava un mazzo di carte grandi il doppio del normale e due sedie. Come Lowarn entrò, uno stuolo di campanelle tintinnò annunciandolo, ed immediatamente dall'altra parte della stanza comparve la Veggente.

    Ella doveva essere una donna molto bella, ma il suo aspetto si poteva solo supporre, nascosta com'era da un velo di seta blu, su cui spiccava un ampio fregio che ricordava quello dei testi dell'islam. Aveva fermagli in argento fra i capelli, ed un lungo velo che formava uno strascico, sotto cui trasparivano i capelli nerissimi. L'abito era un elaborato mosaico di tutte le tonalità dell'azzurro, indossava una gran quantità di monili i cui simboli richiamavano li motivo della luna nelle sue fasi, e gemme protettive rotonde che Lowarn avrebbe ben presto identificato come l'immagine della luna piena.

    « Vi aspettavo. »
    Disse la donna. Aveva una voce dolcissima, più fanciullesca di quanto ci si aspettava al primo sguardo. Ma forse anche quella era solo un'impressione.
    « Sedetevi, principe del palazzo di luce, dell'isola celeste e del reame dell'infinito. Lasciate che vi legga le carte... »

     
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    Prince of Laputa

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    "A che cosa faccia appello la musica in noi è difficile sapere;
    è certo, però, che tocca una zona così profonda che la follia stessa non riesce a penetrarvi".


    (E.M Cioran)


    ???

    « Pregate che nulla accada al principe.
    Giuro sulla mia spada che se gli viene torto un solo capello ne pagherete dieci volte le conseguenze.
    »

    Mentre procedeva alla ricerca della Veggente, Lowarn si trovò a sospirare con aria immensamente stanca: non approvava quel tipo di gestione dei problemi, ancor meno se in modo così poco credibile quale era il loro, con quegli abiti bizzarri e certamente poco minacciosi. Ancor più mal sopportava di trovarsi in situazioni del genere, privato della famiglia e della musica che tanto amava, oltre che della tranquillità e della solitudine essenziali al suo benessere psicofisico. Odiava lo stress.

    Ciò che vide in quella dimora, comunque, gli ricordò vagamente un libro sul voodoo letto giorni prima in un momento di pausa dalle sue prove di violino. In un certo senso, se lo aspettava, e non fu particolarmente intimorito dalla scelta di arredamento. Nulla da ridire sugli scheletri ed i feticci, piuttosto dal modo in cui li aveva disposti: davano l'idea di sporcizia e disordine che -ad esempio- una chiesa sconsacrata costruita sulle ossa di credenti e religiosi non avrebbe certamente dato.

    Raggiunta finalmente una donna non umana, in quel momento seduta su di un alto sgabello dai cuscini ametista, questa si alzò alla vista del Principe, prostrandosi in un educato inchino e scostando le tende azzurre di quella stanza, dandogli accesso all'antro della sua signora.
    Vi era un velo di seta blu a nasconderle il volto, fermagli in argento fra i capelli, ed un lungo velo, oltre che vari e continui richiami alla luna in circa tutto il suo vestiario. Anche quello, per Lowarn, non fu inaspettato: sebbene non la conoscesse, tutto era esattamente al posto dove la logica suggeriva che fosse.

    « Vi aspettavo. Sedetevi, principe del palazzo di luce, dell'isola celeste e del reame dell'infinito. Lasciate che vi legga le carte... »

    Storcendo le labbra in una smorfia di disagio, il ragazzino obbedì alla dama senza fiatare, accomodandosi tranquillo.

    -Prego, fate pure.

    Rimase in silenzio, concentrato più del solito.
    Voleva sentire le parole della donna... ma soprattutto comprendere dalle inflessioni ed i battiti del suo cuore verità e menzogne, così da sceglie come considerarla. Amico, nemico... o ciarlatana?

     
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    Agli occhi della Veggente della Luna Blu, il principino non sembrava particolarmente impressionato o in soggezione, non era meravigliato e non mostrava timore reverenziale, e a dire il vero... non sembrava nemmeno tanto interessato, tanto per dire le cose come stavano, e quella certa persona l'aveva già avvertita del perché: egli poteva leggere nell'animo delle persone, scrutandone l'essenza ed in qualche modo leggendone gli intenti. Era quindi davvero difficile coglierlo di sorpresa, sebbene in un fanciullo della sua giovanissima età ci si sarebbe aspettata almeno una nota di vaga curiosità, e una persona un po' più altera di lei certamente si sarebbe sentita offesa da quella totale mancanza di partecipazione. Mentre mischiava le carte, tuttavia, non poté fare a meno di sorridere fra se rivolgendo uno sguardo carico di malizia al giovane, espressione mascherata solo in parte dal velo azzurro che ne copriva gli occhi ma non le labbra. Ed in quel sorriso enigmatico il giovane si ritrovò così con l'ennesima sorpresa da quando si era svegliato quel mattino: il cuore della donna di fronte a lui era calmo e limpido come un cielo sgombro da nubi e venti, e non comunicava alcun tipo di emozione nemmeno la più vaga. Se era vero che in un primo momento le sue parole sembravano essere semplicemente pura verità, ben presto Lowarn poté addirittura scoprirsi dubbioso su come interpretarle poiché ciascuna affermazione, ciascuna singola parola proferita da quella donna, trasmetteva mediante i battiti del suo cuore la stessa identica sensazione di tranquillità del tutto inumana. Quindi ben presto l'unica conclusione che si poteva trarre era che ciò che diceva corrispondeva tutto quanto alla realtà... oppure tutto quanto a menzogna.

    « Ancora una volta, le carte ripetono ciò che già una volta hanno predetto... »
    Le mani delicate e dalle unghie perfette della donna avevano disposto nove carte a formare una croce, con due carte per estremità più una centrale. La donna sollevò quella più vicina al principe, e ne rivelò il nome senza nemmeno doverla guardare.
    « La Luna Pallida... Presagio di magia. Questa si rivelerà a te questa notte stessa, ma di per se non devi vederla come qualcosa di puramente negativo. Ciò che devi temere è... »
    Sollevò la carta diametralmente opposta ad essa, e ancora una volta ne azzeccò il nome senza neanche vederla.
    « La Luna Rossa. Presagio di sangue. Anch'essa verrà da te questa notte, ma sarà più invasiva. Irromperà attraverso i vetri della tua camera, ed irradierà il suo bagliore rosso dalle vetrate del palazzo, durante il gran ballo. Dovete stare attento, Principe. Tenete i vostri più valenti spadaccini al vostro fianco, altrimenti questa Luna rifletterà il suo rosso sul vostro viso, e voi non rivedrete mai più gli occhi di vostra sorella... »
    Quelle parole suonavano come una minaccia, ma non lo erano. Cioè, in realtà era più corretto dire che la veggente non stava veramente minacciando Lowarn in alcun modo, non col tono di voce o con i fatti, tuttavia al contempo ciò che diceva era senza dubbio minaccioso. E si riferiva a fatti veri, che sarebbero accaduti entro poche ore, cosa abbastanza anomala per una sibilla, che di solito annunciano disgrazie vaghe e indistinte lontane nel tempo, destinate ad avverarsi in un futuro indeterminato, anche remoto.

    « Dovrete partire. »
    Disse allora la veggente, levando un'altra carta e mostrando una carta con l'illustrazione di un vagabondo che viaggia sotto un cielo stellato con un bastone su cui è legata una sacca issato in spalla.
    « Scegliete i vostri compagni e partite, dovete cercare la Vera Luna Rossa, riportare l'armonia fra le fiabe. E più di ogni altra cosa, dovrete ricongiungervi con la vostra principessa. »
    Alzò un'altra carta, ed essa esibiva una principessa dai boccoli dorati e dalle labbra rosse, immersa in un lungo sonno senza risveglio.
    « Quando la incontrerete sarà costretta ad un lungo sonno di morte, ma voi dovrete metterle fra le mani la pietra che contiene le sue memorie, ed infine lasciarle un bacio sulle labbra affinché si svegli. A quel punto, voi come lei sarete Sovrani ed avrete il potere di cambiare questo mondo così instabile. Ma state attento... »
    Sollevò la carta centrale, ed essa era nera. C'era una sagoma oscura ed incappucciata dipinta sulla carta, reggeva una falce e da sotto il cappuccio sogghignava maligna.
    « Se fallite, giungerà la morte e sarà terribile. Voi stesso ne sarete segnato per sempre... »

     
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