This Ship's Going Down

[Prologo]

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    .†.Dancing Mist.†.

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    Forse i vivi non li sentono: le loro voci non penetrano orecchi sordi.
    Ma non sbagliare...
    i morti non stanno in silenzio.

     

     

    Le note affilate di un violino fluttuavano senza peso nell'aria brumosa del primo mattino, confondendosi tra il rumoreggiare delle onde e il pianto lontano dei gabbiani, aleggiando sul pelo dell'acqua come la spuma che si rifrange sulle asperità, e infestando l'atollo tenebroso e solitario al pari di un fantasma.

    Celato come un tesoro sepolto, quella musica era uno spettro dalla bellezza magnetica, attraente come un oscuro presagio, e tuttavia mai anima viva ne avrebbe reso testimonianza, perché nessuno che fosse sano di mente avrebbe avuto anche solo l'idea di avvicinarsi a quel punto della costa: troppo incauto arrischiarvisi -tanto per le barchette dei pescatori quanto per gli abitanti che calpestavano la dura pietra dell'isola-, perché i fumi incandescenti del vulcano trovavano in quell'insenatura altre strade verso la superficie, risalendo dai fondali abissali e innalzando attorno a Berjaska una densa cortina di vapore che celava gli scogli alla vista dei marinai, e i crepacci a quella degli incauti viandanti.

    ...e pur non sapendo questo, mentre il braccio guidava instancabile ogni movimento dell'archetto, e il piede batteva il ritmo sullo sperone di roccia su cui se ne stava in equilibrio come un funambolo, il Musicista non sapeva dire con esattezza cosa fosse stato ad attirarlo laggiù quel giorno: nel suo troppo tempo libero, gli capitava di spingersi oltre i soliti confini per esplorare i dintorni, perché c'era sempre qualche paesaggio desolato da riempire con le note, qualche orecchio da allietare, e nuovi brani da scoprire, annidati da qualche parte, tra le pieghe del caos nella sua mente.

    Tuttavia, quale forza avesse esercitato sul suo animo un richiamo tale da condurlo proprio in quel triste luogo, il Violinista lo ignorava del tutto.


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    « A gargantuan hole in the bow, will the ocean to enter allow. ♪
    Oh but more a sin than letting it in it's letting our good fortune out. ♫
    The nest to the storm did succumb, while the crow hid his fear in the rum. ♪
    And the mast, it broke and threw out the bloke and well now he's surely my chum. ♫
    »


    Avvolto dalla nebbia, che circondava i contorni della sua esile figura al pari di un tabarro privo di peso, senza smettere di suonare il brillante motivetto piratesco, il Musico cominciò ad intonare i versi di quella canzone, rivelando -oltre a grande maestria col proprio strumento- anche una limpida voce dal timbro tipicamente maschile; il pubblico, una dozzina di uomini di età diverse, con in comune solo l'aspetto dimesso -evidentemente provato dalla consunzione in mare-, e la inconsistenza traslucida parve finalmente accorgersi di lui, puntando gli sguardi assenti nella sua direzione.

    Rincuorato da quella reazione, il Violinista eseguì una piroetta aggraziata sulla punta della roccia dove si era fermato, e con qualche balzello da passero si spostò di sasso in sasso fino a raggiungere una sporgenza di legno marcio, che era tutto ciò che ormai rimaneva di un antico relitto.


    « I've had women of every kind, but the only one truly was mine ♫
    Is the one at home who'll be alone when I am full-up with brine. ♪
    For my son I had always a plan, for to raise him as best as I can. ♫
    Oh well you can bet, my only regret is to not see him grow to a man. ♪
    »


    D'un tratto, il mondo attorno a lui mutò: adesso si trovava nella stiva di una nave, in piedi su di un tavolo rotondo, ricavato dal un timone di chissà quale altra imbarcazione, circondato da marinai corpulenti dalla pelle bruciata dal sole, con i volti resi rubizzi e allegri dalla musica e il vino, che alzavano i calici in suo onore e biascicavano con stonature buffamente sgraziate -ma piene di entusiasmo e trasporto- una qualche storpiatura delle parole del testo.

    E non gli importava che si trattasse di un'allucinazione dovuta ai fumi tossici del vulcano, di un'illusione creata dalla sua nebbia che -al pari della mente- gli giocava qualche scherzo, o magari della proiezione dell'ultimo ricordo che quegli spiriti conservavano della loro esistenza terrena, perché quella era la sua esibizione, e al Matto non serve che qualcosa abbia senso per forza.


    « 'Cause this ship's going down, all on account of the weather ♪
    Though we'll drown, there's no need to frown - 'Cause we're all going together...! ♫
    And I won't say
    "Woe is me" as I disappear into the sea ♪
    'Cause I'm in good company, as we're all going together... ♫
    »


    Mentre saltellava e piroettava in giro come il saltimbanco che era, qualcosa catturò l'attenzione del Musico, catalizzando su di sé lo sguardo ialino -iridi chiare come le perle- che l'artista sempre proteggeva dietro lo schermo di due lenti scure: disincarnata al pari degli altri, ma a differenza loro intoccata dall'acqua, una giovane e graziosa fanciulla dai corti capelli mossi se ne stava seduta in disparte, su uno scoglio lontano; nonostante fosse di aspetto fragile e delicato, trasmetteva una certa regalità, eppure... più di questo, la prima cosa che l'altro notò fu la profonda malinconia che la sua estrema compostezza irradiava.

    E poiché egli si riteneva a giusto titolo un vero gentiluomo -pur non disdegnando i ruoli da primadonna-, non ci pensò due volte prima di raggiungerla di corsa, usando le rade sporgenze che affioravano qui e lì lungo il tragitto come un ponte per avvicinarsi, e infine atterrò al suo fianco con la leggerezza e la silenziosità del rapace da preda con cui condivideva il nome.


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    « Perdonatemi, Milady... ma mi cruccia il pensiero che non abbiate gradito la mia esibizione! »
    esordì, allargando le braccia e piegando la schiena in un inchino
    « Vi vedo, qui... in disparte... infelice... e mi chiedo che cosa vi angusti... »

    Inarcando un sopracciglio, apparentemente più perplessa per il fatto che uno sconosciuto così stravagante osasse rivolgerle la parola senza addurre i titoli onorifici della sua terra, piuttosto che sorpresa dallo scoprire che il Folle la vedesse e si intrattenesse con gli spiriti, la fanciulla gli scoccò uno sguardo con la coda dell'occhio, posando su quel giovanotto dai capelli curiosamente bianchi le iridi castane... e, in silenzio, lo soppesò a lungo prima di dare in un breve e mesto sospiro, e rivolgergli la parola.

    « Non i tuoi frizzi e lazzi, grazioso menestrello, ma questo posto. »
    replicò la giovinetta, con la dignità che l'aveva contraddistinta in vita
    « Vorrei solo poter fare ritorno a casa. »

    « Qualcosa ve lo impedisce...? »

    Lentamente -con la stanchezza di un'anima che non conosce sollievo perché privata dalla quiete del riposo-, la sventurata Regina degli Aranwe volse il viso in direzione dell'isola, lasciando che gli occhi color nocciola trafiggessero con astio il profilo scuro del vulcano a cui i suoi assassini l'avevano condotta, e che torreggiava su tutti loro oltre le bianche e soffici volute della nebbia argentea come un nero gigante di roccia; al solo ricordo, le sue labbra pallide e sottili si strinsero in una linea quasi indistinguibile.
    Non rispose.

    La canzone che avete sentito -e che da il titolo alla scena e alla campagna- è "This Ship's Going Down" dell'artista Aurelio Voltaire Hernandez; per venire incontro a chi potrebbe non avere dimestichezza con il britannico idioma, segue una traduzione delle strofe che il personaggio recita nel corso della sequenza :flwr:

    I Un gargantuesco buco nella prua permetterà all'oceano di entrare
    Oh ma il peccato peggiore di lasciarlo entrare è lasciar uscire la nostra buona sorte
    Il rifugio dalla tempesta è già venuto meno, mentre la vedetta nasconde la paura nel rum
    e l'albero maestro si è rotto, e ha fatto volar via il tizio e -beh- ora lui è sicuramente mio amico.


    II Ho avuto donne di ogni tipo, ma la sola che fosse veramente mia
    è quell'unica a casa, che sarà sola quando sarò completamente pieno di salamoia.
    Per mio figlio ho sempre avuto un piano, per crescerlo al meglio che potessi
    Oh, beh, puoi scommetterci: il mio unico rimorso e non vederlo diventare un uomo.


    III Perché questa nave sta affondando, tutto a causa di questo tempo
    Sebbene affondiamo, non c'è bisogno di crucciarsi - perché stiamo andando tutti insieme
    E io non vorrei dire
    "ahimé" mentre scompaio in mare
    perché sono in buona compagnia, perché stiamo andando tutti insieme
     
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