Nelle fauci dell'Abisso

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    « Oka, fatto. »
    L'espressione di Chibi Riful era al massimo scocciata, il tono di voce noncurante come al solito.
    La platea di rider invece era stranita, stupita, irritata.

    png

    « Si può sapere cos'è che avete voialtri? E non ho ancora sentito i ringraziamenti che mi dovete. »
    Non fu una grande mossa. In particolare una delle tre ragazze era davvero preda di un vortice di sentimenti difficili da decifrare, ma che all'esterno avevano tutta l'aria di essere vera e propria rabbia. Tremava, perfino, e la manticora che cavalcava sentiva tutta la sua aura negativa e sembrava prossima ad innervosirsi a sua volta. Il bersaglio di tutta quella frustrazione ovviamente era la chibi-Riful. Dall'alto del capoccione munito di criniera della belva, si issò in tutta la sua moderata altezza, per poi protendersi per raggiungere il piccolo avatar e puntarle il dito addosso, da distanza millimetrica.

    « Abbiamo più di un decennio di guerra aperta con le "bestie"! Centinaia di compagni rimasti vittima di quelle creature, e tu ci stai dicendo che è tutto qui?? Dovremmo credere ad un pupazzo parlante dal tono arrogante degli Abusivi? »
    Riful non era particolarmente impressionata.
    « Ma davvero in tutto questo tempo non vi siete mai chiesti come mai delle macchine sono impazzite in quel modo? »
    Che suonava tanto come "voi siete degli scemi senza sale in zucca!", ma d'altronde un po' tutto il tono di voce di quella versione in miniatura di Riful dava l'impressione di dare del cretino a chiunque, e non era che una copia piccolina della ben più acida streghetta originale.

    « Calma! Calmatevi tutti!! »
    Leo e l'altro rider tentarono di ristabilire una parvenza di ordine nel gruppo, reso piuttosto animoso dalla situazione. Insieme tirarono via la ragazzina dal musetto di Riful, anche se in realtà erano più che altro preoccupati dal fatto che si era avvicinata fin troppo a Drusilia, e preferivano evitare che le intemperanze della compagna urtassero in qualche modo l'Alfiere Errante.
    « Come facciamo a capire se il rituale è andato a buon fine? »
    Domandò poi Leo, in un ennesimo tentativo di distogliere l'attenzione dalle uscite bellicose delle compagne di squadra.

    « Non serve. »
    Disse Riful, annoiata.
    « Ha funzionato e basta. L'incantesimo di esorcismo faceva pena, l'onda akashika era pessima e tutto il resto, io avrei fatto un lavoro dieci volte migliore in metà del tempo, però per quel poco che doveva fare era più che sufficiente. Dopotutto si trattava solo di ripulire dei cablaggi in rame da dei residui di energia spirituale vecchi di un decennio o più, roba talmente fragile che di solito sparisce da sola nel giro di un paio di secoli. In pratica è stato come sturare lo scarico di un lavandino con dell'acido muriatico. »
    « Sì, ma... »
    Ci fu un sacco di fracasso in fondo alla galleria, ed immediatamente le discussioni cessarono e tutti i riders presero posizione, i maschi di fronte al gruppo e le manticore allineate in formazione serrata. Qualcosa di molto grosso sferragliava dal fondo della sala facendo un gran casino, facendo presagire un pericolo imminente. Dopo un po', tuttavia, si scoprì che era soltanto il Cacciatore di Draghi, ancora una volta miracolosamente illeso, e con fra le mani un paio di enormi teste serpentine di quelle che dovevano essere stati dei droni assassini, diversi dai mostri di ceramica e metallo incontrati fino a quel momento, ma la cui forma originale poteva solo essere indovinata a partire dalle vertebre di metallo e le teste simili a quelle di un equino, ma gigantesche come se fossero appartenute a qualcosa grande dieci volte un grifone.

    « AH!!! CADDERO AL SUOLO COME CORPO MORTO CADE, ED ORA LA MIA LANCIA GIACE ASSETATA, MAI SAZIA DI GUERRA!!! »
    Sbraitò in tutti i modi, alzando lo scudo decorato con scaglie di drago e zanne e brandendo i crani mozzati come se volesse dimostrare qualcosa.
    « DOVE??? DOVE POSSO TROVARE ALTRI DI QUESTE BESTIE, AFFINCHE' SIA MIA LA GLORIA CHE MI FU SOTTRATTA!!! AH! MAI CI FU DISPIACERE PIU' GRANDE! MAI SPRECO PIU' VASTO! AH!!! NEMICI CHE CADONO AL SUOLO SENZA CHE LA MIA LANCIA STRAPPI LORO LA VITA!!! DESIDERO VENDETTA!!! »

    « Oh, sì. Qui vicino c'è un fulcro, nel riflettere l'incantesimo di esorcismo l'avrà amplificato di un po' e fritto tutto quello che era animato da energie demoniache che si trovava nelle vicinanze. Probabilmente qua e là ci sarà qualche superstite, ma ormai non possono più essere rimpiazzati. Ah, e circa qua sopra si sono appena materializzate tre auree spirituali che prima non c'erano, sono amici tuoi? »
    Chiese a Drusilia, indicando l'alto con il ditino e sempre con aria di sufficienza, riferendosi con tutta probabilità alla superficie di Klemvor.

     
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    "Tutti gli uomini sono nati ribaldi, banditi, ladri ed assassini.
    Senza la potenza restrittiva della Provvidenza,
    nulla ci impedirebbe di mostrarci così come siamo,
    in qualsiasi occasione".


    Daniel Defoe.

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    Ingresso all'Underground Sea, Klemvor.
    Presidio Occidentale, Endlos.

    « Ha funzionato e basta. L'incantesimo di esorcismo faceva pena, l'onda akashika era pessima e tutto il resto, io avrei fatto un lavoro dieci volte migliore in metà del tempo, però per quel poco che doveva fare era più che sufficiente. Dopotutto si trattava solo di ripulire dei cablaggi in rame da dei residui di energia spirituale vecchi di un decennio o più, roba talmente fragile che di solito sparisce da sola nel giro di un paio di secoli. In pratica è stato come sturare lo scarico di un lavandino con dell'acido muriatico. »
    « Sì, ma... »
    Nonostante l'idea di aver finalmente chiuso con quella brutta situazione fosse parecchio rincuorante, Drusilia col tempo aveva tuttavia imparato a conoscere la piccola Riful ed uno dei suoi più grandi difetti era certamente la supponenza. La piccola streghetta credeva infatti di avere sempre tutto a sua portata, e se già questo rappresentava un tremendo punto debole per chi poteva permettersi di esserlo, la nuova vita che la costringeva (a suo dire) in un corpo meno potente non poteva che peggiorare tutto.
    Non credette quindi alle sue parole.
    Non completamente.

    « AH!!! CADDERO AL SUOLO COME CORPO MORTO CADE, ED ORA LA MIA LANCIA GIACE ASSETATA, MAI SAZIA DI GUERRA!!! » dopo tanto fracasso, il Cacciatore di Draghi riapparve, di nuovo miracolosamente illeso, sbraitando come un pazzo, alzando lo scudo e brandendo crani mozzati di creature in una bizzarra quanto ridicola dimostrazione di macismo « DOVE??? DOVE POSSO TROVARE ALTRI DI QUESTE BESTIE, AFFINCHE' SIA MIA LA GLORIA CHE MI FU SOTTRATTA!!! AH! MAI CI FU DISPIACERE PIU' GRANDE! MAI SPRECO PIU' VASTO! AH!!! NEMICI CHE CADONO AL SUOLO SENZA CHE LA MIA LANCIA STRAPPI LORO LA VITA!!! DESIDERO VENDETTA!!! »
    « Oh, sì. Qui vicino c'è un fulcro, nel riflettere l'incantesimo di esorcismo l'avrà amplificato di un po' e fritto tutto quello che era animato da energie demoniache che si trovava nelle vicinanze. Probabilmente qua e là ci sarà qualche superstite, ma ormai non possono più essere rimpiazzati. Ah, e circa qua sopra si sono appena materializzate tre auree spirituali che prima non c'erano, sono amici tuoi? »

    Nel sentire l'avvertimento della bambolina, la Dama del Vento s'irrigidì immediatamente.
    No non erano suoi amici... o almeno lo supponeva; in realtà poteva trattarsi di chiunque.

    -Mantenete alta l'attenzione, ragazzi: alla risalita potrebbero giungere brutte sorprese.
    Lo disse fissando tutti, soprattutto Leo. Poi si rivolse al Cacciatore di Draghi.

    -Mio Eroe! Ancora numerosi nemici potrebbero farmi del male! Ti prego di accompagnarmi lungo il tragitto verso casa, perché son troppo debole e delicata...-Che poi, non era nemmeno completamente falso: tenere attiva quella bambola la rendeva sempre più stanca ed affaticata. Non era nemmeno del tutto sicura di essere ancora in grado di gestire un combattimento -Sii paziente e un buon guardiano: quando sarò fuori sana e salva ti ricoprirò di gloria!

     
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    -Mantenete alta l'attenzione, ragazzi: alla risalita potrebbero giungere brutte sorprese.
    Di punto in bianco le rispose una delle tre ragazze, la meno giovane per la precisione, la stessa che stava lamentando da un po' il finale fin troppo facile di quella missione.
    « Io vado a cercare Eden. »
    Disse, voltando la manticora e facendola avanzare a ritroso, verso la zona di buio poco distante.
    « Aspetta, Shae! Non puoi andare da sola! »
    Un'altro rider della Dawn Knight fece per seguirla, ma Leo lo strinse per il polso, obbligandolo a ragionare.

    « Ragiona. Eden non è sceso qua sotto aspettandosi di non tornare. Lui più di tutti noi. »
    Gli disse Leo, obbligando l'altro a fissarlo negli occhi. Come quello distolse lo sguardo, lui premette ancora di più la stretta sul polso e poi lo obbligò a guardarlo di nuovo stringendo la sua testa fra le mani.
    « Non la lascio andare da sola! »
    Ribatté l'altro divincolandosi.
    « No, infatti andrai per farla ragionare. Ragiona un momento: stiamo tornando in superficie a missione conclusa, dove credi che siamo diretti? Tu devi solo obbligarla a restare sul percorso e non perdersi chissà dove nell'Underground Sea. »

    « Quello lì sta supponendo che torniamo indietro dallo stesso percorso in cui siamo entrati...? »
    Domandò a Drusilia la vocetta noncurante della chibi-Riful, i braccini incrociati sul petto e lo sguardo piccato mentre svolazzava a pochi centimetri dalla spalla della Dama del Vento. Poi, sempre con aria scocciata, indicò con l'indice la direzione direttamente opposta a quella da cui erano arrivati.
    « Da quella parte c'è una qualche uscita. Tiro ad indovinare, ma dev'essere da lì che è passata la mia evocazione. Cioè... l'evocazione del mio doppio originale. Insomma, questo idiota si è perso qua sotto e non riesce ad uscire, ma questo perché è fondamentalmente un deficiente di prima classe. Andiamo da quella parte e con un po' di pazienza e guardandoci bene attorno troveremo il punto da cui è passato. E per ogni evenienza, io ho un incantesimo di ricerca attivo. »
    Poi aggiunse, con il tono che Riful usava di solito per aggiungere i vari "piccoli dettagli" e postille a piè di pagina che le piacevano tanto:
    « Ah, sì, e poi... voglio allontanarmi da quelle persone di cui ti dicevo prima. E... »
    Guardò verso l'alto, aggrottò la fronte, corrucciò le piccole labbra e proseguì con cautela:
    « Uhm. Stanno... facendo cose. Magia, credo. Strano... »
    Rifletté la chibi-Riful, con un tono di voce stavolta meno ironico e molto più perplesso e preoccupato.
    « Questa magia la conosco. E' la stessa dei sigilli magici di questo scoglio dimenticato dal warp che voi chiamate Klevmor. Questo può voler dire che... uhm. Non va molto bene. »
    Indicò la direzione intrapresa dal Cacciatore di Draghi con maggior vigore, come a sottolineare una certa urgenza, e con tono piuttosto sbrigativo si rivolse a Drusilia smanacciando in quella stessa direzione e avviandosi, senza però avere la possibilità materiale di distanziare troppo l'Alfiere Errante.
    « Falli muovere », disse riferita ai riders, ancora impegnati a bisticciare « bisogna correre. »

    Non fu esattamente facilissimo superare la testardaggine dei membri della Dawn Knight, anche se Leo ci mise davvero tutto se stesso nel tentativo di far ragionare le compagne di sesso femminile. Alla fine la soluzione fu: due manticore -le più anziane-, le relative cavallerizze ed i loro "compagni" tornavano indietro, ripercorrendo la strada fatta a ritroso; Leo, la manticora Nove e Seila -che aveva insistito per restare con Drusilia- scortavano la Dama dei Venti e Virginia sotto la guida di una mini-Riful che non perdeva occasione per rimarcare sull'urgenza di muoversi e sulla stupidità del perdere tempo in quel modo. Ce ne volle, ma alla fine i due gruppi si divisero e ripresero il cammino, fra le lamentele sempre grondanti sufficienza della bambolina stregata.

    « Vi avevo già spiegato che quelli là stanno facendo un rituale! E voi perdete tempo a pensare ai morti. »
    Né Leo né la piccola Seila ebbero reazioni particolarmente irritate da quel commento, però di sicuro non era l'uscita più politica del mondo, e nemmeno la più politicamente corretta, tuttavia il leader della Dawn Knight in un primo momento si astenne dal commentare, guardò la ragazzina in arcione alla manticora rimasta studiandone l'espressione, e solo dopo qualche momento si decise ad aggiungere una precisazione al commento caustico di chibi-Riful.
    « Non è detto che Eden sia morto. »
    Disse, cauto. Drusilia avrebbe intuito quanto fosse di fretta la piccola evocazione dal semplice fatto che aveva tutta l'aria di voler sfregare sale sulla ferita con un ulteriore commento sarcastico di pura cattiveria gratuita, ma per qualche motivo prese invece a rivolgere il faccino tondo verso l'alto, la fronte aggrottata mentre mormorava qualche parola incomprensibile, prima di fermarsi di colpo.

    « Che fine ha fatto l'evocazione del mio doppio? »
    In realtà era da una buona mezz'ora che non avevano notizie del Cacciatore di Draghi, e fino a quel momento Riful non era sembrata particolarmente preoccupata. Inoltre quell'implacabile ammasso di ferraglia runica e reliquie draconiche sembrava non distinguere granché bene un drone morto da uno vivo, quindi si accaniva anche contro le carcasse immobili delle macchine assassine di Klemvor fritte malamente dall'incantesimo di purificazione di Virginia amplificato dal circolo magico di Riful, nemmeno fosse un vandalo intento a deturpare l'arredo urbano dell'Underground Sea. Avevano giusto giusto appena superato di pochi passi un drone guerriero particolarmente grosso riverso su di un fianco, dall'aspetto minaccioso ma spento e immobile, morto. Nonché il primo in assoluto che trovavano perfettamente intatto.

    « Un incantesimo di purificazione su vasta scala. »
    Spiegò chibi-Riful, con aria pensierosa. Difficile dire se si rivolgeva a Drusilia per spiegarle o a se stessa.
    « Che roba. Hanno copiato la mia idea di usare i sigilli come ripetitori per moltiplicare il raggio d'azione dell'incantesimo, e le energie spirituali non sono nemmeno entrate in conflitto con quelle di quellalà! » rimuginò accennando a Virginia « Fortuna che il mio "io" originale è già partito, un sigillo così potente avrebbe intaccato perfino l'essenza di Abbadon... »
    Rifletté Riful, riferendosi al drago bicefalo che aveva attaccato Laputa mesi addietro, e che quella mattina stessa aveva usato per viaggiare verso Palanthas.

    Senza alcun preavviso la manticora sbuffò ed emise un grugnito di stizza, scuotendo la criniera con aria nervosa. Seila le grattò vigorosamente il lato del collo senza ottenere grossi miglioramenti e per qualche istante sembrò solo una reazione casuale dettata dall'indole imprevedibile della belva, ma tempo pochi momenti il motivo di quella manifestazione di nervosismo si palesò quando Drusilia poté udire una delle tante tubature laterali sferragliare e aprirsi con un "pop" deciso. Apparve il musetto di una creatura che in un primo momento sembrava un ratto bianchissimo come quelli usati nei laboratori, con gli occhi sanguigni ed i baffi che fremevano annusando l'aria. La manticora puntava decisamente ad esso, e l'esserino sembrava titubante ad emergere del tutto dal suo nascondiglio, fissando la creatura chimeriforme e tenendosi alla larga. Poi di scatto balzò fuori, rivelandosi qualcosa di ben diverso da un topo, una creaturina troppo lunga perfino per un furetto albino e dalla coda troppo folta e troppo simile a quella delle volpi, ma bianca e candida come la neve. Aggirò in pochi balzi la manticora, tanto veloce da sorprendere i presenti, si insinuò fra i tubi come se fosse capace di ignorare gli spazi stretti, passando agilmente perfino da spazi strettissimi come se fosse una creatura a due dimensioni, schiacciandosi quasi non avesse vertebre o un'ossatura rigida. Solo quando si mise proprio di fronte al gruppo issandosi sulle zampine posteriori come un topolino del deserto che osserva il tramonto fu chiaro che aveva un complesso disegno rosso sangue dipinto sul musetto e riluceva di una sottile aura di energia spirituale. La bestiolina fissò i presenti, appuntando gli occhietti rossi prima sulla manticora, poi su Virginia ed infine su Drusilia, fece uno scatto in una direzione specifica poi si fermò, si voltò di nuovo e tornò a guardare i presenti, nella stessa identica sequenza.

    « Una bestia magica. »
    Spiegò Riful.
    « Tzè. Ci hanno trovati. Pussa via, sciò! »
    Agitò le manine simili a quelle di un plush, facendo una faccia scocciatissima ed esibendo il più irritato dei suoi toni di voce.

    « Vuole che la seguiamo! »
    Disse meravigliata la piccola Seila, che chiaramente provava simpatia per la bestiola.
    Dopotutto era piuttosto graziosa, con il pelo bianchissimo che riluceva al buio.

    « Non vorrete mica seguirla, vero? E' un'emissaria di quelli là. Io voglio evitarli, quelli là. Neanche sappiamo chi sono, neanche... »
    La creaturina fece un altro paio di passetti, si avvicinò ad una parete e quella si aprì di colpo, rivelando un corridoio laterale in cui Drusilia non perse tempo ad infilarsi, seguita a ruota da tutti quanti, per ultima la manticora che aveva difficoltà nel passare da un ingresso progettato per permettere il passaggio di massimo due persone affiancate.
    « Cosa cavolo chiedete a fare una guida, se poi di quella stessa guida ignorate i consigli??? »
    Brontolò Riful per tutto il percorso, continuando stizzita a lamentarsi per dieci minuti buoni, finché all'improvviso si resero conto che la volpina si era inspiegabilmente moltiplicata, giacché tanto rapide da sembrare quasi frutto di un gioco di prestigio altre sue simili si erano unite alla prima, ancora e ancora, finché una buona dozzina di ulteriori volpine bianche tutte identiche l'una all'altra non si affiancarono al già nutrito gruppo di partenza, formando un piccolo plotone di dolcissimi animaletti zampettanti. La manticora era irritata da quelle presenze, e chibi-Riful aveva smesso di borbottare limitandosi ad un'espressione stizzita e offesa, ma le cose cambiarono di colpo al che sul finire del corridoio vi era quello che indiscutibilmente era un fascio di luce proveniente dall'esterno.
    Erano risaliti di un intero livello senza nemmeno accorgersene, ed in alto c'era una spaccatura da cui poteva entrare comodamente un furgoncino oppure due persone molto grosse e molto ingombranti. Nel cemento sottostante, poi, vi era quella che sembrava tanto una sagoma umana, segno che avevano trovato il passaggio attraverso il quale il Cacciatore di Draghi si era infilato nell'Underground Sea, sebbene a questo punto veniva spontaneo chiedersi come cavolo aveva fatto ad infilarsi laggiù, visto che una trivella ci avrebbe messo giorni interi a sventrare lo spesso strato di cemento e roccia su cui si poggia Klemvor per arrivare fino alla linea metropolitana, ed infine ancora più giù nella zona d'ombra in cui si trovavano.

    « Ehi, tutto bene laggiù? »
    Domandò una voce piuttosto giovanile proveniente dall'alto.
    Qualcuno si era esposto sulla voragine e stava guardando verso il basso.
    « Siete tutti vivi oppure sto parlando con degli spettri? »

    « Sono quelli là. »
    Commento caustica il plush con le sembianze di streghetta.
    « Pietà. So già che ci saranno un sacco di grane. »

    « Cortesemente, siate così gentili da avvicinarvi l'uno all'altro formando un circolo e poggiate una mano sulla spalla dei vostri vicini, in modo che posso aiutarvi a risalire più in fretta. Non temete, le mie kudagitsune faranno da tramite, sono un drago con questo genere di incantesimi! »
    D'un tratto le volpine bianche si disposero in cerchio, formando un anello attorno al gruppo e fissando tutti i presenti in attesa che eseguissero le istruzioni appena impartite. Chiaramente, la manticora non fu molto collaborativa e dette forti segni di nervosismo.

    « Giovane Noriyuki, cerca di tenere a mente che queste persone non ci conoscono e potrebbero benissimo diffidare. Chiedere loro di accettare un incantesimo di teletrasporto così di buon grado è abbastanza ottimistico da parte tua. »
    Ingiunse dall'alto una seconda voce, più anziana e solenne, che a Drusilia sarebbe sembrata vagamente familiare, anche se in un primo momento era difficile capire a chi apparteneva.
    « Nah, stia tranquillo signor Matamune, hanno visto le mie kudagitsune! Nessuno diffiderebbe mai di uno sciamano che controlla delle bestie spirituali così carine, non trova? Guardi, non sono tenerissime?? Ehi, signori laggiù, avete fatto?? »
    Praticamente bastò mettersi l'uno di fianco all'altro, poi una luce invase la stanza e di colpo si ritrovarono tutti in superficie, di nuovo bagnati dalla luce del sole plumbeo di Klemvor.

    « Benritrovata, Lady Drusilia. »
    Ingiunse la voce più anziana, anche se in un primo istante l'Alfiere non sarebbe stato in grado di capire la provenienza di quella voce senile, complice l'iniziale frastornamento dovuto allo spostamento istantaneo eseguito poco prima. Di fronte al gruppo, infatti, vi era solo un ragazzetto sulla ventina dall'aria divertita, con i capelli scuri tenuti a posto da un berretto, giacca, camicia, maglietta e jeans sdruciti e l'aria attraente e trasandata al tempo stesso, e parecchi metri più in là seduto sul cofano di un'auto con le mani nelle tasche un secondo ragazzo che sembrava completamente l'opposto del primo, capelli biondi, occhiali da vista, giacca e cravatta e aspetto molto curato. Dopo quel primo momento, però, Drusilia si sarebbe accorta che bastava guardare in basso.

    Era passato un po' di tempo da quando Dru aveva avuto a che fare con Matamune di Nekomata, il gatto. Precisamente dal giorno in cui Riful era piombata dal nulla a scombinare la tutt'altro che tranquilla routine di Laputa -sempre che di routine si possa mai parlare su di un semipiano problematico come Endlos...

     
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    « Nah, stia tranquillo signor Matamune, hanno visto le mie kudagitsune! Nessuno diffiderebbe mai di uno sciamano che controlla delle bestie spirituali così carine, non trova? Guardi, non sono tenerissime?? »
    Ahimè, era tutto verissimo: dal momento in cui le aveva viste, forse in contrasto troppo accentuato con le ferraglie di cui si era circondata in quella brutta vicenda, Drusilia non aveva fatto altro che inseguire quelle creature ed ignorare brutalmente le lamentele della bambolina che portava con sé. Le trovava adorabili e -con la scusa di cercare un'uscita- sperava solo di riuscire a coccolarle, in qualche modo. Per le stesse ragioni, non diede troppo peso a chi vi fosse dall'altra parte ad attenderli: se si fosse rivelato nemico, lo avrebbero combattuto, tuttavia l'istinto le aveva suggerito di abbassare un pochino la guardia e fidarsi.

    « Benritrovata, Lady Drusilia. »

    Una voce anziana e vagamente familiare la accolse, invitandola a guardarsi attorno: un giovanotto dall'aria casual e uno particolarmente elegante li osservavano... ma le bastò poco per ricordarsi che, per trovare l'origine del saluto, avrebbe dovuto guardare in basso.
    Quel micio...

    -Direi che è un piacere incontrarla, perché la trovo una bella pers... ehm... gatto?- avrebbe introdotto la Dama del Vento, con aria stranamente preoccupata sul bel volto d'angelo -Lo farei... se solo non avessi la sensazione che lei appaia quasi sempre assieme a qualche calamità.
    Dopotutto, ricordava ancora il risveglio di Riful e del drago bicefalo, Laputa che per poco non crollava ed il suo Cesare posseduto.
    -Mi è stato detto di un altro rituale di purificazione, oltre a quello della mia squadra... siete stati voi?
    Lo domandò fissando prima Matamune, poi i ragazzi al suo fianco.
    -Perdonatemi le domande- continuò -Ma... ultimamente inizio ad aver fatica nel capire chi o cosa ha a che fare con la brutta faccenda in cui mi sono cacciata e... voi non apparivate nel mio conteggio, ecco. Perché siete qui e perché ci avete aiutati?

    Sospirò, lievemente insofferente, ma soprattutto stanca. La faccenda delle Tribù della Tempesta e dei problemi a loro annessi era durata letteralmente anni, prima che qualcuno decidesse di porre un freno al suo continuo degenerare. Inutile dire che per Drusilia si era rivelata un'impresa titanica, sia per fatica che per tutto lo stress accumulato. Stanchezza che si rivelò pesante nel momento in cui l'Alfiere ricordò di essersi dimenticata qualcosa di fondamentale, anche in quel momento.
    -Comunque mi chiamo Drusilia- si presentò, accennando al voler stringere la mano ai nuovi accompagnatori di Matamune -Voi siete?

     
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    -Direi che è un piacere incontrarla, perché la trovo una bella pers... ehm... gatto?
    Lo farei... se solo non avessi la sensazione che lei appaia sempre assieme a qualche calamità.


    « Quello non è un gatto. »
    Ingiunse la chibi-Riful con uno sbuffo altezzoso, accigliata per la situazione.
    « E' uno spirito. E' un tipo di magia sciamanica molto rozza, pensa che era già in uso nell'età del bronzo. Gli umani a volte utilizzano le anime dei loro famigli come feticci per costruire autonomi capaci di assolvere le funzioni di una bestia guardiana. »
    Drusilia poté leggere una certa vena di cattiveria nella voce della streghetta, oltre a disprezzo e vero e proprio astio. Da quanto ricordava la Dama dei Venti, Riful non era mai entrata in contatto con il signor Matamune, né i due avevano mai interagito in passato, e quello era certamente il loro primo incontro. Eppure la maghetta provava del risentimento verso quello spirito animale, lo guardava dall'alto verso il basso e sembrava intenzionata a provocarlo.
    « Povera creatura. » Proseguì intrecciando le braccia al petto e con un ghigno quasi puccioso sul faccino da plush mentre seguitava a rivolgersi a Dru. « Prova a pensare ai tuoi famigli. Il tuo cavallo, il tuo grifone... immagina se, una volta morti, invece di tributare loro un meritato riposo decidi di legarli a questo mondo e obbligarli a fare da guardia ad un incrocio, alla porta di un tempio, o magari ad un artefatto. Che pena... »

    Fortunatamente, Matamune non era come gli Storm Riders, e non ci pensava nemmeno a raccogliere le provocazioni della bambolina svolazzante. Al contrario, la lasciò parlare molto educatamente e nel mentre si accese pure la pipa, da cui trasse una larga boccata in attesa della fine di quella spiegazione, di cui salutò la fine con un grazioso anello di fumo bianco.

    -Mi è stato detto di un altro rituale di purificazione, oltre a quello della mia squadra... siete stati voi?

    « Oh, sì. Ho ravveduto la presenza di una creatura maligna ed ho pensato di esservi di aiuto, così ho chiesto al giovane Mikado di darsi da fare. Per fortuna era presente in quest'area un potente incantesimo di purificazione di matrice occidentale, piegarne parte del potere e ritorcerlo contro la creatura è stato facile. »
    Matamune sorrise. Chibi-Riful diventò paonazza in volto.

    « Facile?? »
    Sbottò la bambolina.
    « Quella era una mia evocazione, stupido spirito a forma di gatto! »
    L'altro sembrò sorpreso, sgranò gli occhi espirando un'altra boccata dalla pipa.

    « Veramente? Oh, in tal caso domando venia per l'equivoco. Temevamo fosse una creatura malvagia e fuori controllo. »
    Disse in un tono che sembrava sinceramente costernato.
    Ed a sua discolpa, il rituale usato per evocare il Cacciatore di Draghi probabilmente era almeno un po' malvagio, e sicuramente in quel frangente lui era senza controllo. O meglio: Drusilia riusciva più o meno a indirizzarlo nella direzione giusta con un po' di moine e qualche frase recitata alla meno peggio, ma dire che era tutto perfettamente sotto controllo era decisamente una bugia.

    -Perdonatemi le domande. Ma.... ultimamente inizio ad aver fatica nel capire chi o cosa ha a che fare con la brutta faccenda in cui mi sono cacciata e... voi non apparivate nel mio conteggio, ecco. Perché siete qui e perché ci avete aiutati?
    Comunque mi chiamo Drusilia. Voi siete?-


    « Oh, quello là serioso e silenzioso è Mikado, mentre io invece mi chiamo Noriyuki! Potete chiamarmi Nori come fanno tutti! Piacere!!! »
    Con fare molto espansivo, il ragazzo tese la mano a ciascuno del gruppo e perfino alla manticora, che inspiegabilmente alzò la zampa e accettò quel gesto senza protestare. Leo e Seila ci rimasero basiti, la ragazzina aveva anche tentato di avvertire il ragazzo della pericolosità di quel gesto, e c'era rimasta di sasso quando quello si mise a fare i grattini dietro le orecchie alla belva, che improvvisamente sembrava mansueta come un micione troppo cresciuto. Ed una Manticora è ben diversa da uno stallone selvatico o perfino da un grifone, avevano già spiegato a Drusilia che i Riders usavano dei chip impiantati direttamente nel cervello di quelle bestie per usarle come cavalcatura. Nel frattempo, furtiva e leggera come un topolino di campagna, una delle kudagitsune dal pelo bianco e dal corpicino lungo e sinuoso si era arrampicata fino alla spalla destra di Drusilia. Era talmente leggera nei movimenti che la Dama dei Venti si sarebbe accorta di non percepirla al tatto mano a mano che scalava la sua figura, almeno finché non le si poggiò sulla spalla muovendo il musetto dalle lunghe vibrisse. Annusò l'aria e rivolse gli occhietti rossi su Riful, che di contro la guardò sprezzante.

    « Attenta. Le volpi del tubetto appartengono alla famiglia delle kitsune, spiriti-volpe. Sono bestie spirituali, legate allo sciamano con un contratto. Sono in grado di sgattaiolare dappertutto non viste e come hai potuto constatare attraversano facilmente ogni fessura come se nulla fosse. Lo sciamano può condividere con loro la vista e gli altri sensi, ed inoltre gli sussurrano all'orecchio segreti del regno degli spiriti. Sono creature infide e maligne, e quello sciamano là dalla faccia sorridente è sicuramente tutt'altro che un tipo a posto se controlla bestie spirituali del genere. »
    Dalla spalla di Dru, la creaturina seguitò a fissare il plush animato per un po', il nasino che fremeva. Dopo qualche istante, stanca di sentirne lo sguardo addosso, Riful la guardò malissimo, le mostrò la lingua e si esibì in una serie di boccacce.
    « Pussa via, bestiaccia!!! »
    La kudagitsune in tutta risposta schizzò dalla spalla più vicina a Riful alla più lontana, salvo raggomitolarsi su se stessa come una palla.

    Matamune ammiccò assistendo alla scena, rivolgendo poi la testolina al giovane sciamano dall'aspetto trasandato al suo fianco, il quale lo guardò di rimando con un'espressione interrogativa.
    « Prego, giovane Noriyuki. Metti al corrente madamigella Drusilia del motivo della nostra presenza in questo luogo. »
    « Io...? »
    Lui puntò l'indice su se stesso, sorpreso del fatto che il nekomata gli scaricava addosso l'onere di spiegare la loro missione.
    « Adesso sei un capocasata, » continuò Matamune, serio in viso, « chi meglio di te...? »
    Noriyuki alzò le mani e ridacchiò fingendo imbarazzo. Lui, di contro, non aveva affatto l'aria di una persona seria.

    « Dunque, direi... si è trattato di un oracolo. Una profezia di una famosa veggente, riguardo una catastrofe imminente che avrebbe avuto origine qui in questo semipiano, per poi espandersi fino al nostro mondo. Pare che sia iniziata con una certa bambina, ed il signor Matamune ci ha guidato fin qui...? »
    Il gatto tolse la pipa dalle zanne e guardò Drusilia, scuro in volto.
    « Non una bambina normale. Una fanciulla con un abito bianco, dai capelli argentati e dagli occhi ametista. Inoltre, fate attenzione, così ha detto l'oracolo: »
    Fece una pausa, e scandì attentamente ogni singola parola affinché fosse ben chiaro quel dettaglio importante.
    « "Già morta una volta, rinata sotto la luna come l'essere più puro". Naturalmente può darsi che ci sbagliamo, mia signora. Non è facile seguire una profezia, può darsi che abbiamo completamente sbagliato strada, infatti gli antenati hanno incaricato molti altri emissari come me. Magari questa è solo una pista falsa. O può darsi di no. »
    Riful aveva smesso di litigare con la kudagitsune e adesso fissava malissimo il gatto.

    « Di cosa cavolo sta parlando questo stupido spirito? »
    Chiese, nervosa, e Drusilia avrebbe certamente intuito perché. Ormai la streghetta aveva fatto pace con le sue nuove sembianze, che la facevano sembrare la versione in miniatura di Drusilia stessa, però diventava particolarmente irritabile se le ricordavano i suoi adorati capelli color argento lisci e lunghi. Su Celentir la chiamavano la "Strega d'argento dagli occhi ametista", che suona decisamente più epico rispetto a "La strega castana dagli occhi verdi"
    « Ehi, tu!! Il colore dei miei occhi e dei miei capelli non sono affaracci tuoi, capito?? Inoltre c'è parecchia differenza fra viaggiare fra i sogni e morire, hai capito??? Se cerchi la protagonista di una profezia, vattene a cercare altrove!!! Appena il mio doppio sarà di nuovo qui la prima cosa che farò sarà indossare degli stivali chiodati per prenderti a calci!!! »
    E rincarò la dose, sbuffando irritata e voltandosi dall'altra parte.
    « Lo sapevo che non dovevamo venire qui! Io non ci volevo venire fin dall'inizio! Io volevo andare da tutt'altra parte, starmene alla larga da questi piantagrane! E... »

    « Gli anziani sono molto ligi ai propri doveri. I Sette Grandi Casati devono proteggere la nostra nazione e qui si parla di un pericolo senza precedenti, una grande catastrofe. Inoltre, sebbene questa città non sia più affar nostro appartenendo ormai a questo semipiano, noi abbiamo comunque una grande responsabilità nei suoi confronti. Lady Drusilia, è stata una decisione degli anziani quella di scagliare la nostra antica capitale nel Maelstrom in modo da proteggere il nostro popolo dal demone che vi si era stabilito. E' stata una decisione sofferta, ma adesso a distanza di decenni sembra che involontariamente abbiamo causato il risveglio di un male ancora più grande. Io temo che quella creatura... quel demone giunto su questo semipiano assieme alla città che voi chiamate Klemvor, sia ancora qui, da qualche parte. E che sia lui la causa della calamità profetizzata. »

    « Tzè! »
    Riful sbuffò di nuovo.
    « Non c'è nessun demone. L'aura demoniaca che stagnava nei circuiti delle macchine era vecchia di oltre un decennio, altrimenti il rituale non avrebbe funzionato così bene. Inoltre quella creatura possedeva un jagan, un occhio demoniaco capace di scrutare nel futuro, l'abbiamo vista viaggiando nei sogni. Se fosse sotto la città ancora addormentata, allora ci avrebbe spazzato via con facilità. » Indicò la manticora, poi Drusilia. « Questi gattoni troppo cresciuti, le abilità di questa qua o perfino la mia sconfinata saggezza ed i miei infallibili consigli non servono a niente se il tuo avversario può predire il futuro anche a distanza di secoli. Ci avrebbe ammazzato e basta, e invece niente. E' stata una passeggiata. Non c'è nessuna principessa dormiente sotto Klemvor, e da ora in poi non ci sono più nemmeno macchine assassine. La tua profezia del cavolo non c'entra nulla con noi, quindi perché non infili tutte e due le tue code fra le gambe e torni da dove sei venuto? »
    Questa volta ottenne una reazione in Matamune, giacché le già citate due code del Nekomata si mossero a destra ed a sinistra traendo nervosismo, eppure anche stavolta il gatto non raccolse le provocazioni. Piuttosto, si rivolse con lo sguardo a Drusilia, perché era lei a dover decidere.

    « Desideriamo solo indagare più a fondo. »
    Disse ancora Matamune.
    « E se per voi non è eccessivo, gli antenati desiderano conferire con voi in prima persona. Poi sarà in vostro pieno potere scioglierci completamente da ogni onere riguardo questa città e tutti i mali che ne derivano, oppure se accettare il nostro aiuto per la catastrofe incombente. »

    CITAZIONE
    Il post è già un bel mattone quindi ancora una volta mi vedo costretto a prolungare la giocata di un giro di post -credo l'ultimo.
    Dunque, spiegazione spiccia della situazione: nella dimensione da cui proviene Matamune egli è essenzialmente un messaggero che fa da tramite fra "gli antenati" ed i Sette Grandi Casati composti da altrettante case nobili di praticanti di arti mistiche che proteggono la nazione da minacce di natura sovrannaturale. I due ragazzi presenti, cioè Noriyuki e Goemon, ne sono dei rappresentanti. Klemvor proviene dalla loro dimensione, e sono stati loro a decidere di gettarla nel maelstrom come misura estrema per sbarazzarsi in modo definitivo della "principessa dormiente", cioè la creatura demoniaca che Drusilia ha incontrato nel suo viaggio onirico con Riful. Come Drusilia stessa ha avuto modo di appurare, l'essere in questione era molto potente anche in virtù del fatto che possedeva un artefatto con impiantato al suo interno un jagan in grado di prevedere il futuro, quindi l'idea di sradicare l'intera città e buttarla nel warp non è stata poi così eccessiva. Qui entra in scena la Riful che tredici anni prima ha avuto la brillante idea di spostare Klemvor su Endlos, salvando la città dal maelstrom e incagliandola sul semipiano. A distanza di parecchio tempo una profezia funesta di nuovo la dimensione di origine di Matamune, ed il suo contenuto non lascia grossi dubbi sul fatto che Riful è implicata in modo diretto. Il problema principale è il "come" Riful sia effettivamente coinvolta, e qui abbiamo il dilemma principale. La teoria di Matamune è che la catastrofe sarà causata dalla "principessa dormiente" e Riful è implicata in modo diretto perché è colei che ha condotto Klemvor su Endlos, e con Klemvor anche la principessa. Tuttavia nel corso della quest avete avuto conferma al 100% che la "principessa dormiente" non si trova più in Klemvor da parecchio tempo, probabilmente non era più presente in città già all'arrivo di Laputa tredici anni prima quindi la spiegazione più rapida e semplice trovata da Matamune di Nekomata è fin da subito chiaramente sbagliata.

    Ciò che Matamune sta chiedendo a Drusilia è essenzialmente il permesso di indagare e di impicciarsi in una questione che dal punto di vista etico riguarderebbe solo ed esclusivamente Endlos, e poi in seconda battuta sta chiedendo a Drusilia di ricevere in colloquio "gli antenati".
     
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    "Tutti gli uomini sono nati ribaldi, banditi, ladri ed assassini.
    Senza la potenza restrittiva della Provvidenza,
    nulla ci impedirebbe di mostrarci così come siamo,
    in qualsiasi occasione".


    Daniel Defoe.

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    Ingresso all'Underground Sea, Klemvor.
    Presidio Occidentale, Endlos.

    Drusilia non ascoltò gli insulti quasi isterici della bambolina, limitandosi a coccolare e sorridere intenerita alla bestiola sulla sua spalla: le dita affusolate le carezzarono prima il capo e poi il dorso, infine si diressero dietro le orecchie, concedendole alcuni grattini affettuosi. Non era per nulla intimorita da quegli esseri graziosi e morbidi, ancor meno se si trattava di una specie di kitsune.

    « Prego, giovane Noriyuki. Metti al corrente madamigella Drusilia del motivo della nostra presenza in questo luogo. » introdusse allora il micio lo spirito guardiano « Io...? » rispose uno dei due ragazzi, probabilmente il padrone dei cucciolotti che li avevano salvati « Adesso sei un capocasata, chi meglio di te...? »
    Noriyuki alzò le mani e ridacchiò fingendo imbarazzo. Drusilia sorrise di rimando, sostanzialmente incapace di provare avversione verso una persona abbastanza affine a lei, almeno per quello che riguardava l'amore verso animali e bestie magiche.

    « Dunque, direi... si è trattato di un oracolo. Una profezia di una famosa veggente, riguardo una catastrofe imminente che avrebbe avuto origine qui in questo semipiano, per poi espandersi fino al nostro mondo. Pare che sia iniziata con una certa bambina, ed il signor Matamune ci ha guidato fin qui...? »
    « Non una bambina normale. Una fanciulla con un abito bianco, dai capelli argentati e dagli occhi ametista. Inoltre, fate attenzione, così ha detto l'oracolo: » Le belle labbra rosse dell'Alfiere Errante si deformarono nella smorfia tipica di chi aveva già capito dove il discorso andava a parare - in una direzione che nemmeno le piaceva, ma poteva farci poco e sicuramente i suoi interlocutori non avevano colpe « "Già morta una volta, rinata sotto la luna come l'essere più puro". Naturalmente può darsi che ci sbagliamo, mia signora. Non è facile seguire una profezia, può darsi che abbiamo completamente sbagliato strada, infatti gli antenati hanno incaricato molti altri emissari come me. Magari questa è solo una pista falsa. O può darsi di no. »

    Vista la descrizione così precisa del "colpevole", Drusilia ebbe immediatamente il presentimento che no - falsa pista di sicuro non lo era. A confermare il suo presentimento giunsero altre lamentele dalla bambolina, che si era improvvisamente sentita chiamata in causa.
    « Di cosa cavolo sta parlando questo stupido spirito? »
    Drusilia sospirò con aria stanca, mentre lei continuava ad inveire... ed iniziò a pensare che annullare l'incantesimo che la teneva in funzione non sarebbe stata poi una pessima idea. Nonostante la bestiola sulla sua spalla le fosse di grandissimo aiuto come antistress, il battibecco tra la Riful e Matamune la irritò non poco; per quanto quel gatto non fosse altro che messo di sventura, non aveva affatto cattive intenzioni ed era alquanto evidente. Col tempo -invece- Drusilia aveva avuto più volte modo di saggiare l'estrema sconsideratezza di Riful, la cui sola utilità si fermava ad un enorme conoscenza derivante dal suo passato di strega. Una saccenza che sforava nell'inutilità -se non addirittura in danni concreti e pesanti- dove non le era possibile compensare con i poteri perduti. Inutile a questo punto rimarcare quanto l'Alfiere Errante considerasse il carattere della streghetta come una debolezza che -prima o poi- le sarebbe costata cara... di nuovo.

    « Desideriamo solo indagare più a fondo. » Disse ancora Matamune, mentre Drusilia annuiva « E se per voi non è eccessivo, gli antenati desiderano conferire con voi in prima persona. Poi sarà in vostro pieno potere scioglierci completamente da ogni onere riguardo questa città e tutti i mali che ne derivano, oppure se accettare il nostro aiuto per la catastrofe incombente. »
    -Non sono solita rifiutare alleanze, se le intenzioni non sono di natura tutt'altro che amichevole- spiegò la Dama del Vento, acconsentendo alla richiesta gentile -Per quanto mi riguarda, potete indagare, dato che l'assenza della creatura nel sottosuolo non mi torna del tutto: sarei però felice che mi aggiornaste su quello che accade, perché ho a cuore il mio Presidio e quello su cui ci troviamo.

     
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    -Non sono solita rifiutare alleanze, se le intenzioni non sono di natura tutt'altro che amichevole
    Per quanto mi riguarda, potete indagare, dato che l'assenza della creatura nel sottosuolo non mi torna del tutto: sarei però felice che mi aggiornaste su quello che accade, perché ho a cuore il mio Presidio e quello su cui ci troviamo.

    Matamune annuì. Era davvero difficile interpretare correttamente le espressioni di un essere che sostanzialmente era un gatto eretto sulle due zampe come a parodiare un essere umano, però il muso felino sembrava schietto e serio mentre parlava, anche se aveva ancora fra le zanne la pipa accesa e le zampe anteriori nascoste sotto la sopraveste nera con ricamati dei fiori di ciliegio.
    « Degli aggiornamenti periodici. Aye, sarà fatto senza dubbio. Deduco che non siete estranea agli shiki messaggeri come quello che portate con voi, » la chibi Riful si irrigidì e iniziò a brontolare a bassa voce qualche parola scomposta e intellegibile, ma Matamune non sembrò farci caso, o probabilmente nemmeno se ne rese conto « il giovane Souzaemon si occuperà di inviarne uno periodicamente con le notizie riguardo le indagini. »
    Il secondo giovane, quello con l'aria più distinta e meno spigliata di Noriyuki si fece avanti sentendosi interpellato, salutò in modo composto Drusilia con un breve inchino. A quel punto il gatto estrasse dalla sopraveste una manciata di piccole foglie che, in modo del tutto misterioso, iniziarono a fluttuare nell'aria circondandosi ciascuna di una piccola aura bianca, che si concretizzò in piccole sfere di luce che ricordavano bolle di sapone bianche ed evanescenti.

    « Vi prego di recare ambasciata agli anziani fondatori, nobili spiriti della natura. Dite loro che la rappresentanza di codesto sempiano rivendica il diritto di appartenenza e che siamo chiamati ad onorare il dovere primievo delle sette stirpi. Questo Goryoshin implora umilmente un'adunanza urgente, nel bosco qui vicino appena ci sarà luce lunare, sì che possano incontrare la rappresentanza ed onorarci con la loro saggezza. »
    I piccoli spiriti-foglia emisero suoni simili a tintinnii di campanelle e sparirono nel nulla, dileguandosi come se fossero stati nient'altro che un'illusione ottica. I due storm riders erano meravigliati, mentre Riful continuava a sbuffare.

    « Verremo anche noi? ♥ »
    Chiese Noriyuki in tono allegro, mentre Matamune si accingeva a rivolgersi ancora a Drusilia.
    « No. » Lo seccò il gatto in tono che risultò invariabilmente duro e perentorio, spegnendo l'acceso entusiasmo del ragazzo e trasformando per un momento la sua espressione in secca delusione. « So che hai delle domande, ma ai viventi non è concessa la comunione col Grande Spirito. »

    « Per forza. »
    Ghignò a denti stretti Riful in tono cattivo, ancora svolazzante sulla spalla di Drusilia ed impegnata a mandare occhiatacce alla Kudagitsune appallottolata poco distante.
    « Per una cosa del genere devi prima essere morto. E da parecchio. Pensa che buffo, è poco più di un moccioso e già vuole incontrare i suoi antenati. »

    « Perdoni la mancanza di rispetto, nobile Matamune. »
    Noriyuki aveva mutato tono ed espressione, rassegnato ma per certi versi stizzito.
    « Se così fosse, nemmeno a costei dovrebbe essere concesso, eppure... »

    « Lei non è del nostro mondo. »
    Tagliò corto Matamune, chiudendo seccamente la conversazione e passando di nuovo a Drusilia, seppure lasciando il ragazzo piuttosto deluso.
    « Naturalmente un demone di quel tipo non può essere sparito nel nulla. »
    Disse il gatto, riprendendo il discorso da dove si era interrotto.
    « Una creatura del genere crea un fulcro assoluto attorno al quale si radunano entità malefiche, catastrofi e calamità di ogni tipo, è la natura del loro karma e non è niente da lasciare al caso a cuor leggero. Nel nostro mondo non c'è stata altra soluzione se non limitare i danni sacrificando quest'intera città e molti dei suoi abitanti onde non scatenare un cataclisma di proporzioni ben maggiori, ma qui su codesto semipiano vi sono all'opera forze formidabili che superano perfino la nostra concezione, inoltre i danni sono assorbiti in modo diverso. Spero che questa mia affermazione non vi rechi offesa ma temo che siete molto più abituati di noi alle calamità, mia signora. Ma anche se le circostanze sono così diverse, è d'obbligo almeno scoprire qual'è stato il fato di quella creatura, anche solo per escludere un suo collegamento all'imminente calamità che è stata profetizzata. »
    Si guardò attorno, mentre toglieva la cenere dalla piccola pipa.
    « A tal proposito: sono molto felice di vedere codesto luogo sano e intatto. Gli spiriti erano inquieti, il loro istinto li avvertiva di uno sconvolgimento imminente, motivo per cui ci siamo recati qui in gran fretta. Sono lieto di scoprire che si è trattato solo di un esorcismo su vasta scala, temevamo molto di peggio. »
    Chiaramente, non aveva ancora finito di parlare che già i presenti iniziavano a rivolgere istintivamente lo sguardo al cielo, come intuendo che qualcosa non andava. Ed a quel punto era ovvio che l'impressione iniziale di Drusilia era corretta e Matamune portava decisamente sfiga.
    La prima ad alzare il grugno al cielo fu Nove, la manticora, perché era una bestia e gli animali sono sempre i più intuitivi. Vale per i terremoti, per le alluvioni e per le invasioni aliene, valeva anche in quel caso specifico. Per lo stesso motivo le Kudagitsune si alzarono tutte quante all'unisono, il musetto bianco che indicava il cielo presagendo qualcosa. Non a caso, Noriyuki, Drusilia e Seila se ne accorsero subito dopo, per riflesso condizionato dal movimento degli animali oppure per puro istinto primordiale. Il giovane Mikado e Leo si resero conto della cosa solo dopo aver notato lo strano comportamento degli altri, ed infine Matamune fu l'ultimo semplicemente perché era distratto a parlare. Strano a dirsi ma la chibi-Riful sembrò ignorare lo strano comportamento degli altri fino all'ultimo, anche se si mise a guardare a sua volta in alto poco dopo Drusilia, ma più per capire che cosa diavolo stava guardando l'Alfiere che per un richiamo dell'istinto. "Sta succedendo qualcosa..." sussurrava l'istinto primordiale di sopravvivenza a ciascuno dei presenti, la domanda era che cosa e perché tutti quanti sentivano il bisogno di guardare in alto.
    Poi la terra iniziò a tremare. Un'unica, grande scossa di intensità spaventosa, furibonda come quell'angolo di semipiano non ne aveva mai avute fin dal giorno in cui Klemvor era piovuta dal cielo, ancora più tremenda del rimbombo catastrofico generato dall'Arka del Mazzakro che si schiantava sulla città dopo il sabotaggio da parte degli aviatori. Gli alti edifici della città erano notoriamente molto resistenti ai terremoti, ma oltre un decennio di abbandono avevano minato alla base quei colossi di cemento e vetro e sotto gli occhi di Drusilia due palazzi di molte decine di piani collassarono su se stessi come pedine del domino, in una pioggia immane di detriti e schegge di vetro che generarono una nube di proporzioni tali da oscurare il cielo. Qualcuno gridò. Forse urlarono tutti. Nella foga una vampata di luce azzurra invase l'area e quando il peggio ebbe fine, la Dama dei Cieli si sarebbe resa conto di trovarsi sotto una protezione piramidale di sfavillante luce celeste, sotto la quale si trovavano tutti i presenti, compresi i due Storm Riders e la manticora. Tutto attorno vorticava una immane tempesta di polvere e terra che impediva completamente la visuale.

    « State bene??? State tutti bene?? Giovane Noriyuki! Giovane Souzaemon! Nobile Drusilia! »
    Poco distante si udì distintamente il ruggito di frustrazione e paura della manticora e la voce di Leo.
    « Noi stiamo bene! »

    « Numi celesti! Che cosa è stato? »
    Chiese invano il gatto, senza aspettarsi una risposta. Ed inaspettatamente una risposta la ottenne.
    Da Riful.

    « Aahhhwww... ma che ha combinato quella...? »
    Piagnucolava la bambolina, senza spiegarsi nonostante gli sguardi andavano a concentrarsi uno dopo l'altro su di lei.

    « Cos'è successo?? »
    Domandò ancora Leo, che non riusciva a prendere contatto con la realtà di ciò che era appena successo, e faticava a trovare una reazione proporzionale a ciò che lo circondava, mentre fuori dalla piramide di energia il mondo era ancora un vorticare immane di terra e detriti.
    Allora un'improvvisa spazzata di vento diradò parte della nube grigia, rivelando attraverso un velo la desolazione di ciò che li circondava.
    Non c'era più niente, attorno a loro. I palazzi... le strade... le automobili, l'asfalto. tutto quanto. In lontananza Laputa galleggiava ancora placidamente in alto nel cielo, ma a terra c'era solo un vasto cratere del diametro di parecchie centinaia di chilometri.
    Nel volgere di un istante, Klemvor era sparita.

     
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    nulla ci impedirebbe di mostrarci così come siamo,
    in qualsiasi occasione".


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    ???
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    « Degli aggiornamenti periodici. Aye, sarà fatto senza dubbio. Deduco che non siete estranea agli shiki messaggeri come quello che portate con voi, il giovane Souzaemon si occuperà di inviarne uno periodicamente con le notizie riguardo le indagini. »
    L'Alfiere Errante ricambiò il saluto di uno dei ragazzi, abbassando lievemente il capo.
    Seguirono discussioni fra loro a cui Drusilia fece poca attenzione o non diede affatto peso, principalmente perché riguardavano un mondo a lei del tutto sconosciuto.
    « Naturalmente un demone di quel tipo non può essere sparito nel nulla. » continuò il micio, riprendendo le redini del discorso principale « Una creatura del genere crea un fulcro assoluto attorno al quale si radunano entità malefiche, catastrofi e calamità di ogni tipo, è la natura del loro karma e non è niente da lasciare al caso a cuor leggero. Nel nostro mondo non c'è stata altra soluzione se non limitare i danni sacrificando quest'intera città e molti dei suoi abitanti onde non scatenare un cataclisma di proporzioni ben maggiori, ma qui su codesto semipiano vi sono all'opera forze formidabili che superano perfino la nostra concezione, inoltre i danni sono assorbiti in modo diverso. Spero che questa mia affermazione non vi rechi offesa ma temo che siete molto più abituati di noi alle calamità, mia signora. Ma anche se le circostanze sono così diverse, è d'obbligo almeno scoprire qual'è stato il fato di quella creatura, anche solo per escludere un suo collegamento all'imminente calamità che è stata profetizzata.
    A tal proposito: sono molto felice di vedere codesto luogo sano e intatto. Gli spiriti erano inquieti, il loro istinto li avvertiva di uno sconvolgimento imminente, motivo per cui ci siamo recati qui in gran fretta. Sono lieto di scoprire che si è trattato solo di un esorcismo su vasta scala, temevamo molto di peggio.
    »

    GgvqqmL

    Non ebbe nemmeno tempo di terminare le spiegazioni, che già i presenti iniziarono a rivolgere istintivamente lo sguardo al cielo, intuendo che qualcosa non andava.
    Dopo le Manticore, furono allarmate le Kudagitsune, levatesi tutte quante contemporaneamente. Noriyuki, Drusilia e Seila se ne accorsero subito dopo, per riflesso condizionato, mentre Mikado e Leo finirono per notare (ed imitare) il comportamento degli altri. Matamune fu l'ultimo.

    Poi la terra iniziò a tremare. Un'unica, grande scossa di intensità spaventosa, furibonda come quell'angolo di semipiano non ne aveva mai avute fin dal giorno in cui Klemvor era piovuta dal cielo. Gli occhi di smeraldo dell'Alfiere videro collassare diverse strutture con raccapriccio, con detriti e schegge che si diffondevano in ogni dove. Una nube di polvere si levò in aria, fino ad oscurare il cielo: le grida che vennero dopo furono una naturale conseguenza. Improvvisamente -però- una luce azzurra invase l'area e quando tutto fu calmo, il gruppo si scoprì al riparo di uno scudo piramidale. Fuori dallo scudo, la visuale era totalmente oscurata da una tempesta vorticante.

    « State bene??? State tutti bene?? Giovane Noriyuki! Giovane Souzaemon! Nobile Drusilia! »
    « Noi stiamo bene! »
    « Numi celesti! Che cosa è stato? »
    « Aahhhwww... ma che ha combinato quella...? »
    Il piagnucolio della bambolina attirò tutti gli sguardi su di lei, ed a quel punto fu evidente che la profezia non aveva tutti i torti. Ora dovevano solo capire l'entità del danno.
    « Cos'è successo?? »

    Un'improvvisa spazzata di vento diradò infine una parte della nube grigia, rivelando solo un bassopiano desolato attorno a loro.
    In lontananza Laputa galleggiava ancora in cielo come un piccolo satellite, ma sulla terra il paesaggio era cambiato, ed ogni forma di civiltà del tutto scomparsa per centinaia di chilometri. Nel volgere di un istante, Klemvor era sparita.

    -E....ora?

    Incredula, Drusilia voltò lo sguardo verso Matamune.
    Per la prima volta in tutta quella vicenda, non seppe cosa dire... o come comportarsi.

     
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    L'escalation aveva lasciato tutti frastornati e a bocca aperta, senza sapere bene che fare e come comportarsi. All'interno della barriera piramidale il gruppetto era miracolosamente illeso, circondato in ogni direzione da chilometri di desolazione assoluta. Klemvor era sopravvissuta in quel luogo madido di pioggia e soggetto ai monsoni stagionali per oltre un decennio, che per certi versi in un reame instabile come Endlos equivale a secoli. Sopravvissuto ad un'invasione su vasta scala, i saccheggi degli Storm Riders e degli avventurieri, al passaggio delle carovane di profughi alla fondazione di Laputa ed alla guerra civile della città nei cieli, senza contare il demone dormiente che per chissà quanto ne aveva corrotto le fondamenta trasformando gli autonomi in fredde macchine assassine. Ed erano bastati sì e no pochi attimi per ridurre tutto quanto al nulla più totale. non era rimasto nemmeno l'asfalto delle fondamenta su cui si erigeva la città oppure le macerie dei palazzi come ricordo di ciò che era stato il Dominio delle Macchine: solo terra nera e pregna di umidità.
    Il silenzio era scosso dagli ululati dei venti che irrompevano nel cratere formatosi per la prima volta, dai rigurgiti della terra che ancora faticava a realizzare quanto era accaduto e dai fenomeni elettromagnetici del warp che ancora seguitavano ad affacciarsi sulla realtà. Scariche elettrostatiche di un viola acceso che sfumavano in lampi di luce azzurri e di tutte le sfumature del rosso, lampi generati dal nulla che si spandevano simili a crepe bianche nel cielo per poi rimanere per alcuni attimi sospesi nell'aere, quasi fossero vecchie foto sbiadite: illusioni impresse sulla retina degli occhi dallo shock generato dai bagliori. Drusilia poté udire uno dei due sciamani al seguito del gatto dire qualcosa, ma di botto l'unico suono fu il mugghiare del vento freddo dell'Undarm. La barriera non esisteva più, aveva assolto il suo compito ed ora non poteva più proteggere il piccolo gruppo di superstiti. Ancora in sella alla manticora, Seila gridò per l'inaspettata sferzata d'aria e la chimera ruggì di frustrazione, le piccole ali da pipistrello che sbattevano con uno schiocco doloroso di cartilagini tese. Non c'era più niente nel raggio di chilometri ad impedire alle colossali masse d'aria umida di scontrarsi generando impatti violentissimi e selvaggi, non un rilievo nel terreno oppure un albero, un edificio, una grotta. Tutta l'area era un desolato tavoliere privo di qualsiasi ostacolo.

    Di nuovo i due giovani sciamani gridarono qualcosa di totalmente incomprensibile, agitando un braccio in una direzione specifica. Alzando gli occhi nella direzione indicata, in un primo momento davano l'impressione di puntare a Laputa, sospesa in alto nei cieli, certamente l'unica ancora di salvezza in quell'area tremendamente esposta agli elementi. Ma no, guardando meglio c'era dell'altro. Nella bruma che si era formata istantaneamente per l'impatto delle correnti di aria umida, era visibile un globo di luce che scendeva lentamente, una stella cadente che si adagiava al suolo placida come la piuma di un angelo. Era apparsa dal niente, simile ad un fuoco fatuo, e per qualche momento rimase sospesa ad un palmo da terra. Poi, com'era apparsa, si dissolse.

    Prima che Drusilia potesse azzardare qualcosa, il piccolo plush con le sembianze di Riful che le svolazzava sulla spalla prese un bello slancio e si lanciò in avanti, in direzione della luce. La Dama dei Venti avrebbe avuto l'impressione di udire qualcosa che si strappava, come un pezzo di stoffa lacerato in due a mani nude, dopodiché le sarebbe piombata addosso una spossatezza anomala e pesantissima, segno che qualcosa effettivamente non era andato come previsto e quel piccolo parassita si era portata via una discreta porzione delle sue energie residue, già provate dagli incontri con i droni assassini nelle viscere di Klemvor.

    « Dove sta andando?? Izuna!!! »
    Gridò il gatto, ora tutt'altro che calmo. Il domatore delle kudagitsune rispose incerto:
    « S... si è aperto un portale! Non capisco, è come se... »

    « C'è un varco!!! Posso... »
    Gridò concitato l'altro sciamano, quello che aveva evocato la barriera piramidale, mentre intrecciava le dita formando dei sigilli.
    « No!!! » Gli gridò con violenza il gatto, impedendogli di fare qualsiasi cosa stesse cercando di fare. « Non mi seguirete là dentro. Non rischierò due capicasata per quella che potrebbe rivelarsi una trappola!!! »
    Matamune afferrò la stoffa della manica di Drusilia, fissando l'alfiere negli occhi in tono greve.

    « So che vi sto chiedendo molto. Ma ho bisogno che assistiate con i vostri occhi a qualsiasi cosa si trova là sotto. Giuro che vi riporterò in superficie a costo della mia esistenza. »
    Poi guardò di nuovo il ragazzo, che annuì e tornò a formare i sigilli con le dita intrecciate in forme complesse, chiudendo gli occhi e recitando alcune formule arcane.
    « Portaci là sotto. »
    Un lampo di luce. Poi il buio.

     
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