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    Deep Blue, Altatorre.
    Pentauron, Endlos.

    Si era fatta oramai sera inoltrata, e la musica martellava all'interno del locale, appena un piano più sotto. Essa riusciva di tanto in tanto a farsi strada attraverso le pareti dell'ufficio, portando Evangeline ad alzare il capo dai carteggi fra i quali si stava districando sempre più stancamente. Si trattava perlopiù di contabilità, davanti ai cui numeri cominciavano oramai ad incrociarsi gli occhi, più qualche preventivo e una manciata di curriculum.
    Sbuffò, resistendo eroicamente alla tentazione di appoggiare la testa sulla scrivania e "riposare gli occhi" per qualche secondo.

    « ...e quando gliel'ho detto se ne è stata lì zitta, giuro! »
    Jade Cisneros, avvenente consorte trentatreenne dell'attempato Oscar Cisneros, un nome abbastanza di spicco nel settore della lavorazione dei graniti estratti a Koldran, annuì con soddisfazione mentre lasciava che un bellissimo ragazzo dai capelli rossi le versasse il quarto bicchiere di champagne, mentre un altro, quasi del tutto identico all'altro, le mordicchiava un orecchio con fare giocoso.
    « Bisogna sempre farsi valere, mia cara~ » disse Hebi, appoggiando la bottiglia quasi vuota sul tavolino.
    « Vogliamo altri aneddoti ♥ » le sussurrò Ebi all'orecchio. « Magari in un qualche posticino più privato, non vorremmo che qualche vipera possa sentirti, senza contare che saremmo molto più liberi così~ »
    Si diceva che, se gli ormoni fossero elio, il quindicenne medio sarebbe stato in grado di raggiungere Laputa senza bisogno di alcun mezzo; dal canto suo Jade Cisneros, in quel momento, si sarebbe trovata in orbita, osservando il suddetto adolescente dall'alto.
    Si alzarono tutti e tre dal divanetto, e scomparvero infine dietro una porta al piano superiore, non distante da quella dell'ufficio della proprietaria ma, grazie al cielo, opportunamente insonorizzata.

    Altrove, altri host, moltissimi ragazzi poco più che adolescenti, alcuni perfino più giovani -almeno all'apparenza-, mentre una manciata era invece visibilmente più matura, intrattenevano amabili conversazioni con una clientela in larga parte femminile, e il brusio delle loro voci si mischiava con la musica diffusa magicamente dagli impianti sparsi all'interno della sala. Solo avvicinandosi era possibile riuscire a carpire gli argomenti delle loro discussioni.
    Al banco, un barman preparava fiumi di drink, alcolici e analcolici, i quali venivano portati a cicli costanti dagli stessi host ai rispettivi tavoli, o, più raramente, consumati sul posto da avventori o avventrici che ancora non avevano scelto il proprio "cavaliere" per la serata. Lì erano stazionati anche tutti i clienti che, prima o dopo una consumazione, apprendevano quasi mai senza imbarazzo della vera natura del locale in cui erano entrati. Quasi sempre con orrore, invece, era il modo in cui scoprivano quanto, esattamente, costasse in media un drink lì dentro, e a quel punto il barman, con il benestare della padrona, scontava a volte loro il prezzo proprio perché non avevano usufruito di alcun servizio.
    E la serata continuava così senza ulteriori intoppi...

     
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    "La gente vuol bere; lo sapete voi, lo so io, lo sanno tutti,
    a me non resta che agire di conseguenza.
    Si parla tanto di spaccio clandestino... ma quale spaccio clandestino?
    Su una barca è spaccio clandestino.
    Nei Quartieri Alti è ospitalità.
    Sono un uomo d'affari io!


    Al Capone.

    ___

    Deep Blue, Altatorre.
    Presidio Centrale, Endlos.

    5WAGfFg

    Passi lenti, scanditi dal rintocco sensuale di un tacco dodici rosso e lucido, destarono l'attenzione di molti presenti come anche la marcia volluttuosa di una donna che certamente non poteva passare inosservata.
    Vestita di un solo abito nero in pizzo molto aderente e dalla scollatura più generosa di quanto il pudore suggerisse, elegantemente cinta da una pelliccia dorata dall'aria molto costosa, avanzava ancheggiando fino al tavolo del barista tenendo bene in mostra nella mancina guantata un bocchino d'oro e mogano con sigaretta accesa sulla punta. Davvero interessanti erano gli enormi smeraldi indossati alle orecchie e come anello, oltre che la folta chioma bicromatica -che alcuni ricondussero immediatamente come stile a Crudelia Von Schröder, cugina di primo grado della Matrona del Distretto- che già lasciavano intuire il suo ceto sociale e l'alta probabilità di voler usufruire di tutto il personale, costringendo il Deep Blue ad una chiusura anticipata, per quella sera.

    Fu proprio per la sua risaputa arroganza e l'enorme disponibilità monetaria ereditata da più mariti -tutti misteriosamente morti- che alcuni signori entrarono incuriositi nel locale, mentre molte avventrici scelsero di pagare il loro servizio ed andar via senza mai rivolgerle lo sguardo.
    Sta di fatto che, non intendendo in alcun modo rispettare l'ordine naturale di attesa, ottenuto il suo drink si diresse senza indugio ad una poltrona già occupata da una cliente abituale particolarmente gradevole ed apprezzata da tutti che, alla sola vista, quasi sbiancò... lasciando una mancia sul tavolo ed allontanandosi dal locale spaventata, cedendole il posto.
    Dunque rimase lì, seduta comodamente a gambe accavallate e con aria annoiata, senza rivolgere la parola ad alcuno ed attendendo piuttosto il contrario.



    Edited by Sturm.und.Drang - 3/7/2017, 19:28
     
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    Ogni conversazione si spense nel giro di pochi istanti, e ciascun paio di occhi fu catalizzato, senza nessuna eccezione, verso quella figura tanto elegante e dalle movenze a tratti feline. Solo la musica ne accompagnava oramai l'avanzata ancheggiante fino al bancone, sotto lo sguardo attonito del barista, il quale era rimasto imbambolato per un istante, mentre puliva un Collins. Si riprese subito, però, e servì il drink che gli fu chiesto sfoggiando un sorriso che sperò fosse apparso naturale a sufficienza; la guardò poi allontanarsi verso il tavolino occupato dalla signorina Sophie Nyström, una delle migliori clienti del locale sia per frequenza di visita che per i comportamenti mostrati fino ad ora. "Nine", l'host che la stava seguendo, parve genuinamente dispiaciuto quando la vide andarsene di tutta fretta, spaventata.
    Non fu sola: altre avventrici decisero di andar via in anticipo, dopo aver pagato il loro conto, come a voler rifuggire a tutti i costi il dover stare in presenza della celebre Crudelia Von Schröder; e nessuna di esse era motivata da umiltà, o anche solo da timidezza. Era, come fu nel caso della Nyström, semplice paura.
    Nel frattempo, alcuni uomini erano al contrario affluiti all'interno del Deep Blue, contro ogni legge sociale, attirati dalla presenza di quella potente signora, conosciuta in alcuni circoli con il non esageratamente originale, ma certo molto eloquente nomignolo di "vedova nera". Gli sguardi erano infatti anch'essi tutti su di lei, ed erano quelli di coloro che, se si riusciva a leggere quel bagliore dietro i loro occhi, si stavano chiedendo cosa avesse quella donna tanto di speciale, e che nel frattempo fantasticavano di cosa sarebbe successo loro se fossero stati coinvolti in una relazione con lei, convinti che loro erano diversi dagli altri e che non si sarebbero fatti cogliere alla sprovvista così. Erano gli occhi di chi era sicuro di poter domare quella fiera.
    Erano gli occhi di una manica di imbecilli. Nonché dei pessimi clienti: nessuno si sarebbe fermato per più di un cocktail, i quali non erano mai stati la principale fonte di guadagno del locale; nessuno di loro si sarebbe intrattenuto con gli host, anche perché la Von Schröder pareva avere l'intenzione di volerli pressoché monopolizzare quella sera. A parte i gemelli: quelli se li stava ancora godendo, per fortuna, un'ignara signora Cisneros.

    Nine sentì una mano appoggiarsi sulla sua spalla.
    « Avvisa la signorina Raillier-Lanty, per cortesia. Me ne occuperò io, per il momento. »
    Il ragazzo, che all'apparenza dimostrava una quindicina d'anni, voltò il capo e lo sollevò verso quello mezzo metro più in alto di Charles Nolte, collega e di fatto il maître del Deep Blue.
    Il suo tono era sicuro, ma Nine poté notare che sul viso era dipinta un'espressione vagamente turbata; la prima volta in assoluto che ne vedeva una simile da parte sua in diversi mesi di conoscenza.
    « Corro subito. » rispose, allontanandosi verso il piano superiore, cercando di evitare il più possibile il contatto visivo con quella poco rassicurante signora.

    « Madame Von Schröder! » la accolse Charles, avvicinandosi a passi misurati, ma decisi, sorridendole con tanta educazione quanto calore. « Siamo onorati di averla qui stasera. »
    Portava in mano un solo drink -per sé, visto che la donna se ne era già procurato uno-, e rimase in piedi quando fu giunto davanti a lei, esibendosi però in un piccolo inchino.
    « Mi chiamo Charles, e sono un host qui al Deep Blue. Vorrei avere il piacere di potermi sedere accanto a lei, affinché possa spiegarle, tra le altre cose, il funzionamento di questo nostro locale, se non ne fosse già a conoscenza. »

    Evangeline stava sempre più lottando contro il bisogno di mettere via tutti quei fogli in un cassetto e rimandare tutto a domani, quando sentì bussare alla propria porta.
    « Avanti! » disse, ritrovandosi davanti un giovane di bassa statura, i cui capelli lunghi capelli biondo fieno erano raccolti dietro in una treccia. « Che c'è, Nine? »
    Nine, bianco in volto, cercò inizialmente di evitare lo sguardo incuriosito del proprio capo, finendo per lanciare occhiate a destra e a manca agli angoli dell'ufficio. Infine, prese un respiro profondo e si fece coraggio.
    « Abbiamo Crudelia Von Schröder giù che pare voler tutto il locale per sé. »
    « Come? »
    « Sì, e per inciso solo entrando ha fatto scappare tre quarti della clientela. »
    Evangeline, impreparata ad un simile carico di notizie tutte in una volta, guardò il ragazzo incredula, e affondò il volto fra le mani.
    « Oh, per l'amor del cielo. Chi se ne sta occupando ora, e chi è rimasto libero? »
    « Ci sta parlando Charles, e siamo tutti liberi tranne Ebi ed Hebi, che sono in camera e ancora non sanno niente. »
    Il manager si alzò in piedi, cacciando via nei meandri della propria mente la contentezza di poter scappare via da quei dannatissimi fogli.
    « Bene così, arrivo subito da voi. Dimmi, come sono i capelli? Rispondi sinceramente, non è una domanda a trabocchetto e non verrai punito per le tue parole. »
    « Penso... vadano bene. »
    « Ottimo, mi fido. Fammi strada. »

     
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    « Madame Von Schröder!
    Siamo onorati di averla qui stasera.
    »

    Un uomo grosso e sorridente le salutò cordiale, ma lei non fece altro che degnargli uno sguardo poco convinto, fissandolo dall'alto in basso con un'attenzione ai dettagli a dir poco fastidiosa; ogni capello fuori posto di pochi millimetri, ogni bottone lievemente tirato della camicia sopra ad una muscolatura perfetta e qualunque altra asimmetria presente -infatti- sembrava infastidirla... e lei non cercò nemmeno di dissimularlo.

    « Mi chiamo Charles, e sono un host qui al Deep Blue. Vorrei avere il piacere di potermi sedere accanto a lei, affinché possa spiegarle, tra le altre cose, il funzionamento di questo nostro locale, se non ne fosse già a conoscenza. »

    -Sedetevi pure, host- nonostante mimasse gentilezza e disponibilità, una nota dissonante della voce nel momento in cui gli diede l'appellativo lo caricò di una certa vena dispregiativa -Non ho bisogno che mi favelliate storielle di poco conto. Sa bene chi sono, cosa mi preme e di cosa non ho bisogno.

    Sorrise candidamente, ma era un'espressione ricolma di icore e malizia, quasi le sue labbra fossero tinte direttamente col veleno... ed ogni bacio potesse rivelarsi fatale.

    -Avete aperto da poco, ho notato. Che strano: in genere i padroni delle nuove attività tendono a chiedere collaborazione alla mia famiglia...

    Aveva una voce vellutata e sensuale... che avrebbe probabilmente messo a suo agio chiunque, se solo ogni altro aspetto di lei ispirasse terrore e soggezione.

    -...ma ho scoperto di questo locale solo oggi.

    Ho citato quanto accaduto nella precedente scena masterata da Silver. :)
     
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    -Sedetevi pure, host-
    Per essere una delle persone più potenti di Altatorre, Crudelia Von Schröder non doveva aver mai imparato a dissimulare il proprio sospetto, o disgusto nei confronti dei propri interlocutori. Forse, era proprio perché era una delle persone più potenti di Altatorre. O, forse, semplicemente non sentiva alcun bisogno di fingere una sorta di amabilità con qualcuno di rango tanto inferiore a lei.
    Charles si limitò a chinare educatamente il capo in segno di ringraziamento, prendendo quindi posto sul divanetto. Per la prima volta da quando lavorava lì, decise di mantenere però una debita distanza da quella donna, perché nessuno dei due voleva davvero avere a che fare l'uno con l'altro più del necessario.
    -Non ho bisogno che mi favelliate storielle di poco conto. Sa bene chi sono, cosa mi preme e di cosa non ho bisogno.
    « Naturalmente. »
    Una simile persona non poteva essere, in effetti, giunta fin lì solo per intrattenersi. Non con quell'atteggiamento. Si chiese fin quanto avrebbero potuto continuare a conversare prima che gli argomenti sfociassero in campi che competevano esclusivamente ai due titolari dell'esercizio: la signorina Evangeline Raillier-Lanty e, per fortuna ora assente, il signor Gaspode, il quale avrebbe potuto seriamente compromettere la vita del Deep Blue, di per sé già attaccata ad un filo -sempre per merito suo- che, ora, avrebbe potuto essere reciso.

    -Avete aperto da poco, ho notato. Che strano: in genere i padroni delle nuove attività tendono a chiedere collaborazione alla mia famiglia...
    Non molto, si rispose alla fine, ma a quel punto il giovane Nine avrebbe dovuto già aver riferito dell'arrivo della Von Schröder, e sarebbe stato prima o poi di ritorno con o senza di lei.
    Ma quando?
    -...ma ho scoperto di questo locale solo oggi.

    Assunse un'espressione seria, e annuì, formulando nel mentre una possibile risposta.
    Vide in quel momento il boss apparire di fronte alla scalinata, Nine che le faceva strada. Evangeline Raillier-Lanty, figlia secondogenita di Auguste Raillier-Lanty, uno dei più importanti mercanti di tessuti di Argenstella, era una ragazza di una bellezza straordinaria, tale da eclissare, come molti presenti avrebbero potuto constatare, quella della stessa Von Schröder. Alcuni, i più audaci, l'avevano paragonata perfino a quella dell'Alfiere dell'Est e di quello di Laputa.
    Vestita d'azzurro, con abiti fatti con stoffe pregiatissime come ci si sarebbe aspettato da qualcuno proveniente da una simile famiglia, Evangeline incedeva verso i due con un sorriso radioso, concentrandosi in particolare sulla loro illustre ospite.

    « È perché io e il mio socio abbiamo deciso di provarci con le nostre sole forze, signora Von Schröder. » senza contare che la frase con cui il suo galoppino fu liquidato alla Camera di Commercio di Altatorre era probabilmente divenuta oggetto di leggenda. Che non avesse avuto il coraggio di riferire, dopotutto? « Benvenuta al Deep Blue. Eravamo convinti che il suo collaboratore le avesse già riferito della nostra risoluzione. »

     
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    « È perché io e il mio socio abbiamo deciso di provarci con le nostre sole forze, signora Von Schröder. » quando la giovane Evangeline giunse al suo cospetto, la donna si limitò a squadrarla dalla testa ai piedi con fare insofferente, come se l'avesse potuta scambiare -qualora non fosse stato chiaro il sesso degli host del Deep Blue- ad un'appartenente della bassa manovalanza « Benvenuta al Deep Blue. Eravamo convinti che il suo collaboratore le avesse già riferito della nostra risoluzione. »

    A quel punto Crudelia sorrise, sorrise di gusto.
    In effetti quasi le scoppiò a ridere in faccia... ma riuscì in qualche modo a trattenersi. Cosa trovasse di così divertente, però, stava solo alla ragazza cercare di indovinarlo. Probabilmente, visto il sorriso affilato disegnato sul bel volto, l'altra non le avrebbe rivelato assolutamente nulla.

    -Oh, abbiamo tanti collaboratori... in effetti quasi tutti- rispose con voce civettuola ed atteggiamento un po' svampito, eppure... suonava tutto maledettamente falso, come una recita preparata nei minimi dettagli -Probabilmente non è ancora arrivato il suo turno... o devo aver ignorato la sua lettera. A volte capita, me ne giungono così tante...

    L'ipotesi che stesse mentendo e fosse lì per qualche altro motivo era quantomai probabile, considerando che Altatorre fosse ovunque famosa per congiure, complotti e tradimenti all'ordine del giorno. Eppure restava un mistero capire attorno cosa quella donna stesse girando. Che senso aveva andar lì a fare chiacchiera?

    -Ma dimmi, cara... come mai questa decisione così nobile?



    Edited by Sturm.und.Drang - 8/7/2017, 02:50
     
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    Aveva deciso di non presentarsi, per vedere se anche quella donna sapesse o meno con chi stesse parlando, ma Crudelia Von Schröder non solo non aveva probabilmente riconosciuto una dei rampolli della famiglia Raillier-Lanty (nonché una delle pochissime persone ad Argenstella con i capelli e gli occhi di un simile colore, e l'unica ad Altatorre che al tempo stesso contasse qualcosa), ma nemmeno aveva mostrato la benché minima curiosità nei suoi confronti.
    Pazienza, non era nulla che non avesse messo in conto, né qualcosa per cui se la sarebbe mai presa. Perché, alla fine dei conti, Evangeline era per l'appunto parecchio nuova in quell'ambiente, come del resto il suo socio, il quale preferiva rimanere a Laputa e affidare a lei la maggior parte dei compiti di gestione.

    Non batté ciglio quando si sentì guardare dall'alto in basso, quasi se fosse stata l'ultima dei pezzenti, limitandosi a fissare intensamente la donna con i suoi occhi rossi, i quali sperava fossero sufficienti a metterla anche solo un po' più a disagio; tuttavia, ne dubitava abbastanza, anche perché sarebbero potuti essere scambiati per delle semplici lenti a contatto colorate.
    Ma quel sorriso odioso... che fosse perché avesse trovato divertente la sua prima frase?

    -Oh, abbiamo tanti collaboratori... in effetti quasi tutti- Evangeline assaporò con puerile soddisfazione quel "quasi". -Probabilmente non è ancora arrivato il suo turno... o devo aver ignorato la sua lettera. A volte capita, me ne giungono così tante...
    Questo significava che non avrebbe mai saputo se, nel suo rapporto, quel viscido omiciattolo avesse riportato fedelmente la loro conversazione. Un po' le dispiacque.
    « Infatti, immagino sia un lavoro difficile. » Anzi, a dir poco estenuante. Anche se doveva ammettere che, al di là delle velate canzonature, Crudelia Von Schröder aveva se non altro avuto il merito di aver pianificato e agito parecchio meticolosamente, per arrivare al punto in cui il suo mestiere si limitava di fatto ad avere un nome, e a ricordarlo a chi decideva di dimenticarsene, o di ignorarlo.

    -Ma dimmi, cara... come mai questa decisione così nobile?
    « Oh, che maleducata, non mi sono presentata. Mi chiamo Evangeline Raillier-Lanty, e quanto alla nostra decisione... »
    Guardò Charles con la coda nell'occhio, e con un cenno del capo gli fece capire che, se avesse voluto, poteva ritenersi libero.
    « Oh, scusatemi. Con permesso, per favore, continuate a discutere senza ch'io vi sia d'intralcio. »
    Se la Von Schröder non avesse avuto nulla da ridire, dunque, si sarebbe alzato in piedi e, dopo un inchino rivolto ad entrambe, si sarebbe congedato.
    « ...Pardon. So che vi occupate di sicurezza, ma... Abbiamo preferito non versare una percentuale dei nostri guadagni per ottenerla, preferendo occuparcene in altro modo. Il mio socio in particolare è parecchio... protettivo nei confronti del nostro esercizio, quasi territoriale. Lei comprenderà, spero. »

     
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    « Oh, che maleducata, non mi sono presentata. Mi chiamo Evangeline Raillier-Lanty, e quanto alla nostra decisione... » La ragazzina si presentò, ma Crudelia non parve accennare a sorpresa o altro... forse perché davvero non la conosceva, o magari stava fingendo anche quello in virtù di chissà cosa « Oh, scusatemi. Con permesso, per favore, continuate a discutere senza ch'io vi sia d'intralcio. »
    La Von Schröder non ebbe da ridire, presa come era dal fissare di rimando Evangeline... ed a volte il suo orologio.
    « ...Pardon. So che vi occupate di sicurezza, ma... Abbiamo preferito non versare una percentuale dei nostri guadagni per ottenerla, preferendo occuparcene in altro modo. Il mio socio in particolare è parecchio... protettivo nei confronti del nostro esercizio, quasi territoriale. Lei comprenderà, spero. »

    -Capisco.
    Fu abbastanza sintetica in quella risposta, più di quanto ci si sarebbe potuto aspettare da una donna come lei... e da come aveva iniziato a parlare con Eva ed il povero host di turno a quel tavolo. La fissò ancora, e a lungo, sogghignando sotto i baffi ancora per un po', prima di lasciarsi andare in un sospiro.
    -Spero allora che le sue scelte si rivelino proficue, piccola Lady. Mi raccomando: faccia molta attenzione...- avrebbe detto, posando le mani guantate di rosso sul tavolo e facendo leva per sollevarsi -...Altatorre è un gioiello perfetto creato sulle macerie dei mediocri: dovrete dare sempre tutta se' stessa, se non volete fare la fine di tutti gli altri.

    Con quello strano avvertimento pronunciato con toni materni -per quanto riuscisse a mimarli un'arpia come Crudelia- la donna si levò in piedi, congedandosi con un inchino composto. Andò via ancheggiando esattamente come entrata, sparendo oltre la soglia del locale e poi in una carrozza elegante in sua attesa lì davanti.

    Curioso, davvero curioso.
    Che senso aveva quella visita?

    Probabilmente Evangeline si sarebbe interrogata a lungo su tale, inaspettato evento. Eppure il tempo non fu magnanimo con tutti, ancor meno con chi -forse per inesperienza- non era ancora in grado di concepire le tremende macchinazioni di una società fondata sull'omertà, il ricatto e la paura. La Matriarca, cugina della spietata Crudelia, era a capo di questo orribile covo di squali e -per quanto sarebbe stato facile dare la colpa alla fortuna o alla ricchezza ereditata dai defunti parenti- la realtà era che ci fosse riuscita perché, semplicemente, era il predatore più spaventoso di tutti.

    Non passarono più di dieci minuti dopo la ritirata strategica della vedova nera... ed un boato squarciò la quiete di quella tranquilla zona di Altatorre. Fumo e fiamme divamparono in una stanza ancora vuota e con la finestra aperta, ora del tutto crollata, carbonizzando letto e mobilia e rischiando di coinvolgere anche il resto del locale. Inutile dire che i pochi clienti rimasti fuggirono in preda al terrore e gli host dovettero trascorrere il resto del loro tempo a placare le fiamme e limitare i danni come potevano.

    A quel punto, la bellissima Evangeline poteva dirsi davvero completamente parte del sistema.
    Dopotutto, quello era solo un colpo d'avvertimento... e suonava quanto mai il suo ironico messaggio.

    "Benvenuti ad Altatorre, stranieri".

    Come penso sia chiaro, questa è solo una giocata introduttiva a tutta la campagna che ne seguirà. Nell'ultimo post dovrai semplicemente gestire l'emergenza sul momento, oltre che ovviamente giocare i tuoi personaggi come meglio credi.

    Dopo potrai aprire una seconda giocata, dicendo come -nel lungo termine- Gaspode ed Eva hanno aggiustato il locale e che contromisure intendono prendere. Anche nella prossima giocata, l'introduzione sarà un giorno qualunque di normale attività. Per qualunque domanda,
    sai dove trovarmi =)
     
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    -Capisco.
    Il sorriso di prima le svanì dal volto, e la sua espressione si fece sempre più fredda, sostenendo quella divertita, ma altrettanto ostile, di una Crudelia Von Schröder che la stava fissando come se si trattasse dell'ultima volta, come se Evangeline fosse stata in un certo senso condannata a morte, o all'esilio, e allora voleva che il volto di una creatura tanto unica le rimanesse impresso almeno per i giorni a venire.
    -Spero allora che le sue scelte si rivelino proficue, piccola Lady. Mi raccomando: faccia molta attenzione...- la prima cugina della Matrona si alzò finalmente dal tavolino. -...Altatorre è un gioiello perfetto creato sulle macerie dei mediocri: dovrete dare sempre tutta se' stessa, se non volete fare la fine di tutti gli altri.

    « Vedremo di stare a galla. » rispose, trattenendo per il momento la tentazione di ritorcerle contro quella frase. Non era ancora il momento, non poteva ancora permetterselo. « Arrivederci, e porti i miei saluti alla sua ancor più illustre cugina. »
    C'era una differenza sostanziale fra Crudelia ed Evangeline: quest'ultima non aveva capi a cui rendere conto. A livello di immagine personale, la quale si sarebbe riflettuta senza alcun dubbio anche sul Deep Blue, questo era forse l'unico vantaggio di cui disponeva ora su quella donna che, a conti fatti, non si trattava che di un'altra sottoposta di Lisbeth Von Schröder.
    Piegare del tutto il capo davanti a lei avrebbe influito negativamente sulla sua immagine, e per estensione su quella del locale. Sembrare "debole" era in quel momento l'ultima cosa di cui aveva bisogno.

    Dieci minuti più tardi, dopo aver scambiato un paio di parole con le clienti rimaste, Nine, e Charles, udì un rumore sordo mentre saliva le scale per tornare nel proprio ufficio. Corse su per gli ultimi gradini, solo per ritrovarsi a coprire il volto davanti ad una zaffata di fumo proveniente da una delle loro camere da letto.
    Hebi ed Ebi corsero fuori dalla loro stanza, mezzi svestiti, seguiti da un'altrettanto sconvolta Jade Cisneros, la quale si ritrovò a fissare con orrore le fiamme fare capolino dalla stanza dirimpettaia. Evangeline si era già precipitata verso l'estintore, ma fu preceduta da Hebi, del quale incocciò dolorosamente il capo.
    « ¡¿QUE CHINGADOS ESTA PASANDO AQUÍ?! »
    « È tutto sotto controllo, signora! Scenda pure dalle scale! »
    La giovane donna fuggì via, e al suo posto apparvero Charles e Simo, il barista; il secondo stava tenendo in mano un altro estintore, che cominciò ad utilizzare prontamente sull'incendio in corso.

    Il fuoco fu domato senza troppi intoppi, ma la stanza sarebbe stata inutilizzabile per diverso tempo; senza contare gli enormi danni che lo scagnozzo di quell'odioso essere umano aveva procurato. Grazie al cielo, qualcosa sarebbe stato se non altro coperto dall'assicurazione.
    Non rimaneva che chiudere il locale e scrivere un'urgente lettera a Gaspode.
    Non avrebbe preso bene la notizia.

     
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