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.SPOILER (clicca per visualizzare)Eternal Knights – Se un cavallo è in una casa dove non potrà più essere minacciato né da pedoni né da alfieri né da cavalli avversari, è detto eterno. In tal caso, non può essere infatti costretto a muoversi senza dei sacrifici.
{ ??? }
Zimmer & Skaro
Mentre il senso di gelo che le mani che vi hanno catturato vi infondono nelle membra vi narcotizza, i contorni del Corridoio della Galleria e il crepitio del principio di incendio che avete scatenato nella fuga dall'Ufficio svaniscono dalla realtà dei vostri sensi come se non fossero mai esistiti, e tutto intorno a voi diventa buio... ma non come accade quando si perde conoscenza; piuttosto quella che percepite è esattamente la sensazione di trovarvi fisicamente sospesi in uno spazio nero che non ha dimensione, e all'interno del quale fluttuate senza peso. E, stando a quel che confermano i vostri occhi, le cose stanno proprio così.
Scambiandosi occhiate e passando mentalmente in rassegna il rispettivo repertorio di opzioni per provare a cavarsi d'impaccio da quella situazione, il Legionario e il Boggart avvertono (uno prima dell'altro) la resistenza e poi il sostegno di qualcosa sotto i loro piedi... e di nuovo, come già accaduto poco dopo il vostro ingresso in città, vi ritrovate in piedi su di una lastra di vetro lucido e trasparente, in cui -specchiandovi- riuscite a vedere i vostro riflesso in trasparenza.
Il tempo di abituarvi a distinguerne la superficie ialina in mezzo al nulla che vi circonda, e notate a poca distanza una seconda piattaforma sospesa. E poi una terza, e una quarta, e una quinta... disposte ciascuna poco lontano dalle altre -ognuna un po' più in alto della precedente-, a formare quel che sembra un sentiero e poi una scala, al termine della quale scorgi i contorni luminosi di quella che potrebbe essere una porta.
Naturalmente, non vi solleva troppo l'idea di farvi condurre lungo sentieri obbligati da qualche forza superiore, e tuttavia, che scelta avete...? Andare da qualche parte è sempre meglio che starsene bloccati così in mezzo al niente, no? Così con calma e circospezione proseguite verso l'unica via di uscita possibile... e anche se, in quel paesaggio monotono, il tempo può dirsi un concetto astratto più che un dato certo, alla fine giungete entrambi a destinazione, e quando i battenti si schiudono...
...una luce bianca si sprigiona dall'altra parte, privandovi della vista per un momento; quando siete di nuovo in grado di mettere a fuoco le immagini, scoprite di trovarvi nell'elegante corridoio di un qualche sfarzoso posto altolocato. E non siete da soli: con la coda dell'occhio individuate una presenza incombente in piedi impalata (non in senso letterale) nell'andito, e quando vi voltate a fronteggiarla...
{ ??? }
Bid'daum
La porta che hai scelto come via di fuga si chiude dietro di te, e il mondo che ti sei lasciato alle spalle svanisce dalle tue percezioni spirituali come se avesse cessato di esistere: non rilevi più la sensazione gentile e rassicurante emanata dall'anima dell'Alfiere Orientale, né l'affidabile e pacata stabilità di quella squadrata del Vampiro (appena appena sbiadita dalla non-morte), o le vibrazioni caleidoscopiche e chiassose della Giullare, su di giri per la voglia di attaccare briga con il Circense, sicuramente già sulle vostre tracce...
Non che a te manchi la voglia di farla pagare ad Aren e alla sua manica di mostri, ma sarebbe stato decisamente stupido affrontarlo sotto le circostanze attuali; o, per lo meno... per quanto vero che sia nell'ufficio che nel crocevia eravate tutti e quattro piuttosto male in arnese, devi ammettere di sentirti stranamente rinvigorito.
Spostando lo sguardo in perlustrazione dello spazio circostante, scopri di trovarti in un lungo corridoio di innaturale bellezza ed eleganza, fatto di stoffe rosse pregiate, tappeti e lunghi colonnati; intervallati sulla lunga parete alla tua sinista -che continua all'infinito fino a perdersi a vista d'occhio- sono collocate porte tutte uguali, alcune velate da tendaggi rossi, altre scoperte dagli stessi, legati su di un lato grazie ad altri drappi d'oro. Su quelle scoperte, puoi notare strani simboli fatti in oro e pietre preziose, il cui significato va aldidà della tua compresione*, ma che puoi immaginare essere numeri o lettere identificative.
Studiando la parete alla tua destra, l'occhio ti cade invece sulla cornice di un quadro appeso alla tappezzeria damascata, che cattura la tua attenzione... perché qualcosa di estremamente familiare, qualcosa di piccolo, bitorzoluto e rosso inizia a muoversi su uno dei sentieri immortalati dal dipinto; la creaturina è in compagnia di un umanoide bipede incappucciato, ed entrambi si fanno sempre più vicini, fino a che la tela non si deforma come una bolla di sapone, e.... -
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Lasciarsi alle spalle il gruppo dell’Alfiere Orientale fu una decisione non priva di rischi: Bid’daum si trovava da solo dietro le linee nemiche, per quanto inaspettatamente rinvigorito delle proprie risorse interne. Non avrebbe più dovuto sprecare il fiato per comunicare con individui su lunghezze d’onda diametralmente opposte alle sue, ma da quel punto in avanti poteva contare solo su stesso.
Si trovava in una lunga e sontuosa galleria ad arcate, da cui si poteva accedere a delle porte identificate in una lingua a lui ignota. Alcune di queste erano coperte da tendaggi rossi, forse ad indicare come fossero fuori servizio. Dal lato opposto notò invece un dipinto particolare, in cui delle sagome parevano muoversi sulla tela. Si avvicinò per ispezionare meglio l’anomalia, riconoscendo la fisionomia dei soggetti in avvicinamento. Subito dopo il quadro rigurgitò davanti a lui i due individui tanto familiari.
« Zimmer, Skaro! »
La sorpresa nel rivedere i commilitoni fu superiore a quella riservata al mezzo che avevano appena attraversato: era consapevole dell’esistenza d’incantesimi di trasferimento che sfruttavano superfici bidimensionali, ma qual era la probabilità di riunirsi proprio a loro dopo la sequenza casuale di teletrasporti di cui aveva usufruito?
« Ho perso i contatti con Zygoin durante l’attraversamento degli alloggi di alcuni dei Circensi. »
Dopo aver accertato la stabilità delle condizioni dei due Eversori, il Gerarca iniziò a sintetizzare gli sviluppi della missione a cui aveva assistito dopo la loro separazione. Li informò di quanto avvenuto nei camerini e di come aveva temporaneamente neutralizzato Harleen, la quale tuttavia era tornata in circolazione molto in fretta per avvisare nientemeno che Aren dell’accaduto. Espose anche le sue congetture sul ruolo pivotale della veggente Endora nella fornitura di poteri e informazioni agli altri Circensi, passando poi all’incontro ravvicinato col Clown Bianco e di come i suoi discorsi sulle autorizzazioni per lo spettacolo avessero gettato un’ombra criptica sulle autorità endlossiane. Concluse il resoconto col bluff - reso possibile dalla carta di Isaac - che gli aveva permesso di guadagnare tempo per sfuggire al coordinatore di quell'invasione spacciata per spettacolo.
« Dobbiamo decidere le prossime mosse. L’ideale sarebbe ricongiungersi ai Legionari con cui abbiamo attraversato la Barriera, dato che - se tutto procede come da protocollo - altri distaccamenti della Legione staranno organizzando dei punti di estrazione a Yasul. »
Si voltò verso la successione innumerabile di porte.
« Dubito però che li troveremo percorrendo questo corridoio. »
Si riduceva tutto a poche domande: porta velata o scoperta?
C’era un modo per intuire cosa li aspettasse al di là?
Ma soprattutto… aveva ancora Aren alle calcagna?SPOILER (clicca per visualizzare)Stato fisico: bruciature di entità bassa sul corpo
Stato mentale:
Energia: 110%
Equipaggiamento:Kuthian Armour [ Armatura | Peso trascurabile | Bonus Resistenza ]
Comet Hammer [ Arma bianca ]
Tàmerlein [ Spada | Vibrazione ultrasonica | Ferimento spirituale ]
Bussola dei Desideri [ Oggetto GDR ]
Istrice Maledetto [ Set di dieci spilli | tecnica a consumo medio di trasmutazione in acido ]
Passive:Risorse Criminali [ +10% di mana ]
Oltre la Realtà [ Auspex Spiritico | Percezione Magica ]
Senso di Morte [ Auspex Radar ]
Burattinaio [ Telecinesi dell’equipaggiamento ]
Anatema del Re Implacabile [ Immunità alla fatica | Immunità al dolore ]
Tentacoli di un solo Abominio [ Casting dall’equipaggiamento ]
Insano [ Instant Casting ]
Impaccio della Carne [ Assenza d’interiora | Rigenerazione gdr-only | Anti-sanguinamento | Tasca dimensionale ]
Matrice dello Spirito [ Conoscenza enciclopedica dello sciamanesimo ]
Dedalo Mentale [ Mindfuck-Alert | Trick Detector | Anti-malia | Difesa mentale variabile ]
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Correre.
Correre per salvarsi la vita. Correre per non essere trascinati nelle tenebre. E venir dimenticati.
E il gruppo corse, corse a perdifiato.
Corse via dalla morte che il clown che aveva trafitto Merovish prometteva.
Corse via dalla sua maschera inespressiva, che prometteva sofferenza.
Corse più che poté.
E non fu abbastanza.
Quando fu chiaro che quelle braccia non lo avrebbero lasciato andare, il Boggart reagì come un animale ferito. Strattonò, graffiò, morse con tutta la forza di cui era capace.
Cercò di raggiungere il suo equipaggiamento... inutilmente.
Era finita.
Dov'era Skaro? Non riusciva a vederlo.
E la fredda morte arrivò.« Ve ne farò pentire in modi che non potete nemmeno immaginare. »
Poi l'oscurità.
~
Quando riprese i sensi, Zimmer era ancora avvolto nell'oscurità.
Per un attimo, si aspettò di rivedere la sua vecchia amica. Poi realizzò.
Era ancora vivo.
Quando si rimise in piedi, dolorante, Skaro era al suo fianco.
Solo lui.
Il Boggart si guardò inutilmente attorno, alla ricerca dei compagni. Alla ricerca di Dimitriy.
Ma c'erano solo loro, nell'oscurità.
Un improvviso senso di perdita gli diede le vertigini.
A lui, Pasha della Fame, Boggart di Merovish.
”Vuoi fermarti un attimo? Riposare?”
Zimmer nemmeno rispose.
Il sentiero era davanti a loro... e con esso, forse, anche le risposte.
~
Uscirono da un quadro.
Un quadro.
In tutta la sua vita (ed era lunga!) Zimmer non era mai uscito da un quadro.
Se il suo umore fosse stato rinvigorito, al pari delle sue energie, ci avrebbe perfino scherzato su.
Invece il Boggart era scuro in volto, anche più del solito.
”Biddy” salutò, togliendosi l'elmo dell'armatura e lasciandolo cadere sul pavimento. Stancamente, si mise a grattarsi il capo, scuotendolo ritmicamente al suono delle parole del compare.
Entrambi ne avevano passate di ogni sorta... ed entrambi avevano avuto un incontro ravvicinato con una certa persona.
”Anche noi abbiamo incrociato Aren.” spiegò Skaro, passandosi istintivamente una mano lungo le braccia meccaniche, come se potesse ancora sfregarsele per scaldarsi.
”Eravamo in una sorta di ufficio. C'era... una mappa, con delle strane puntine.” riassunse.
Si, non avevano fatto granché progressi. ”Siamo passati attraverso delle sale parecchio strane. Quadri animati, manichini... qualcuno qui ha dei gusti parecchio strani.”
Zimmer li osservò interagire... ma non proferì parola.
Sotto braccio aveva ancora il libro sottratto dall'ufficio, sotto il naso di Aren. Si era quasi dimenticato di averlo ancora con se.
Lentamente, passò un artiglio lungo la copertina, soffermandosi sul numero “4” impresso sul dorso.
”Unica cosa certa è che qualcosa muove nostri passi. Prima noi viene strappati a campo di battaglia, poi di nuovo noi viene rapiti e spunta da quadro. Qualcuno usa noi come burattini.” sentenziò, sputando a terra con relativa stizza. Il momento sembrava passato, e il buon vecchio Boggart, almeno all'apparenza, era tornato.
”Bipede con maschera no sembrava contento di vedere noi in chele stanze... e ancor meno di vederci sparire.”
Lanciò poi il libro verso il Castigo.
”Forse tu trova indizi? Io no ha pazienza con libri.”
L'infinito corridoio si stagliava davanti a loro, costellato da altrettante infinite porte.
Con un sospiro, Zimmer trovò conforto in una cosa.
Almeno i drappi erano di un signor colore.
. -
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{ Tribune }
Zimmer | Skaro | Bid'daum
« Zimmer, Skaro! »
”Biddy”
Sfilandosi l'elmo della propria armatura, il Boggart lo lascia cadere senza cura sul tappeto rosso che riveste il pavimento del corridoio, spegnendosi in un tonfo sordo come un brontolio. là dove le arcate del corridoio gotico avrebbero potuto giocarci al rimbalzo, accrescendolo in una cacofonia di echi. Forse -e dico forse vi conviene fare un pochino più di attenzione; dopotutto, per quanto ne sapete, ciascuna di queste porte potrebbe celare un numero indefinito di nemici...
« Ho perso i contatti con Zygoin durante l’attraversamento degli alloggi di alcuni dei Circensi. »
Non senza una certa sorpresa, il Khutiano riconosce e saluta i suoi commilitoni appena fuoriusciti dalla tela del dipinto, e senza perder neppure tempo a chieder loro come stanno (perché, in effetti, il tempo è forse l'unica cosa che non può permettersi di sprecare), inizia a raccontar loro tutti punti salienti delle sue vicissitudini: dopotutto, il proprio racconto potrebbe avere qualche punto di contatto con quanto vissuto dagli altri, e svelare informazioni potenzialmente utili a far fronte comune in quella impari lotta agli invasori.
« Dobbiamo decidere le prossime mosse. L’ideale sarebbe ricongiungersi ai Legionari con cui abbiamo attraversato la Barriera, dato che - se tutto procede come da protocollo - altri distaccamenti della Legione staranno organizzando dei punti di estrazione a Yasul. Dubito però che li troveremo percorrendo questo corridoio. »
”Anche noi abbiamo incrociato Aren: eravamo in una sorta di ufficio. C'era... una mappa, con delle strane puntine. Siamo passati attraverso delle sale parecchio strane. Quadri animati, manichini... qualcuno qui ha dei gusti parecchio strani.”
”Unica cosa certa è che qualcosa muove nostri passi. Prima noi viene strappati a campo di battaglia, poi di nuovo noi viene rapiti e spunta da quadro. Qualcuno usa noi come burattini.”
Sputando sulla lussuosa tappezzeria con fare adirato, il Rosso scorre un artiglio sulla copertina del volume che ha trafugato dall'Ufficio, prima di passarlo al Castigo con un rapido lancio, insieme ad un espresso invito.
”Bipede con maschera no sembrava contento di vedere noi in chele stanze... e ancor meno di vederci sparire. Forse tu trova indizi? Io no ha pazienza con libri.”
Distratto a controllare i due capi del corridoio, Bid'daum non si fa comunque prendere impreparato: dopotutto è un guerriero esperto, oltre che un potente sciamano, quindi afferra il tomo a mezz'aria senza difficoltà... l'unico problema è che, a racchiudere lo spessore nella stretta ferrea delle dita non c'è solamente la sua mano, ma anche quella guantata di bianco... che spunta dalla manica di una giacca di velluto rosso... che veste un braccio familiare... che sbuca fuori dall'angolo di un quadretto defilato... che prima raffigurava un anonimo ritrattino...
« Non sarà professionale... »
Mentre un gelido momento di surrealtà sembra pietrificare anche il tempo, le tre paia di occhi degli Eversori si spostano da quell'arto al paesaggio solo poc'anzi attraversato da Skaro e Zimmer -più ampia e più in alto- e da cui è appena provenuta quella voce ormai familiare... e quando convergono all'interno della cornice, e sull'ormai ben nota Maschera del Circense che riempie completamente la tela, rivedere Aren vi fa un certo strano effetto.
“Strano” perché -rispetto alle dimensioni della mano- sembra sproporzionato.
Come se uno schermo filtrasse i suoi lineamenti attraverso una lente di ingrandimento.
Come se avesse un faccione gonfio e tondo come un palloncino delle fiere di paese.
Come se il riquadro di legno attraverso cui lo vedete fatichi a contenerlo al suo interno.
« ...ma inizio proprio a detestarvi. »
Un secco strattone al libro trafugato dall'Ufficio del Capo spezza quel momento di immobilità, dando inizio a un bizzarro tira-e-molla a cavallo della parete: fortunatamente, voi siete in tre mentre il Mimo è da solo (oltre che in una posizione scomoda), quindi -se vi coordinate a dovere- dovreste poter uscire vincitori da quella contesa senza sudar troppo...
...tuttavia il rumore di una serratura che scatta vi suggerisce che non è affatto una buona idea attardarvi in quell'andito ancora per molto: qualcuno sta arrivando, e visto il tipo di gente in cui vi siete imbattuti fin da quando avete varcato le soglie di Kisnoth, siete piuttosto sicuri che si tratti di un altro incontro che preferireste risparmiarvi; pertanto, non vi resta che agire in fretta per scrollarvi Aren di dosso, e allontanarvi il prima possibile.. -
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Anche gli altri Eversori avevano affrontato diverse peripezie prima di raggiungere quel corridoio privo di punti di riferimento. Il Boggart condivideva la sua impressione che qualcuno da dietro le quinte stesse interferendo in quello spettacolo imposto sulla capitale del semipiano. Non fece però in tempo ad elaborare le sue ipotesi o esaminare il libro che gli era stato consegnato, poiché una mano guantata lo intercettò in volo in contemporanea con lui. Il braccio e la voce del Clown Bianco erano guizzati fuori da una cornice, lasciando il resto di Aren all’interno dello spazio bidimensionale.
« Fottiti…! »
Reagì d’istinto cercando di sottrarre il tomo alla sua presa, se non per il contenuto - a lui ignoto - quanto meno per contrariare ulteriormente quel maledetto Circense che lo stava tallonando. Ricoprì il volume con una patina spiritica che avrebbe annullato l’attrito sulla sua superficie, ritenendo più probabile liberarsi della sua stretta con uno scivolìo piuttosto che con metodi violenti: ricordava ancora come Aren fosse stato in grado di conversare pur con la testa mozzata, perciò non dubitava che anche una sua mano tranciata potesse rivelarsi ugualmente pericolosa.
Se il tiro mancino fosse riuscito, avrebbe strattonato il libro con fermezza - giacché la bava spirituale non poteva ostacolare chi l’aveva generata - e avrebbe sibilato agli altri di allontanarsi dalla porta che a breve si sarebbe spalancata sul corridoio.
« Via da qua! »
La fretta impose un’ulteriore scelta casuale, perciò Bid’daum cercò di varcare la prima porta disponibile,
premurandosi almeno che fosse fuori dal raggio visivo che il quadretto concedeva al Clown in esso contenuto.SPOILER (clicca per visualizzare)Stato fisico: bruciature di entità bassa sul corpo
Stato mentale: teso
Energia: 110 – 5 = 105%
Equipaggiamento:Kuthian Armour [ Armatura | Peso trascurabile | Bonus Resistenza ]
Comet Hammer [ Arma bianca ]
Tàmerlein [ Spada | Vibrazione ultrasonica | Ferimento spirituale ]
Bussola dei Desideri [ Oggetto GDR ]
Istrice Maledetto [ Set di dieci spilli | tecnica a consumo medio di trasmutazione in acido ]
Passive:Risorse Criminali [ +10% di mana ]
Oltre la Realtà [ Auspex Spiritico | Percezione Magica ]
Senso di Morte [ Auspex Radar ]
Burattinaio [ Telecinesi dell’equipaggiamento ]
Anatema del Re Implacabile [ Immunità alla fatica | Immunità al dolore ]
Tentacoli di un solo Abominio [ Casting dall’equipaggiamento ]
Insano [ Instant Casting ]
Impaccio della Carne [ Assenza d’interiora | Rigenerazione gdr-only | Anti-sanguinamento | Tasca dimensionale ]
Matrice dello Spirito [ Conoscenza enciclopedica dello sciamanesimo ]
Dedalo Mentale [ Mindfuck-Alert | Trick Detector | Anti-malia | Difesa mentale variabile ]
Attive utilizzate:Manomissione
Un distaccamento parassitario di spirito si avvicina ad un oggetto saettando nell’aria o approfittando di un contatto diretto, avvinghiandosi tenacemente e impestando ogni cosa con la sua malsana presenza. Tale sabotaggio compromette il funzionamento e l’ergonomia di equipaggiamenti o altri oggetti, azzerando l’attrito sulle loro superfici. L’energia impiegata per generare questa sottospecie di bava spiritica è proporzionale alle dimensioni del corpo che si vuole rendere inservibile (per massimo due turni).
Consumo: variabile (usata a basso). -
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Quella vicenda era degenerata in un incubo con una velocità impressionante. Separati dal loro esercito, divisi dai loro compagni, gli eversori arrancavano in un velo di oscurità manovrati da chissà quali mani mosse da chissà quali intenti. Zimmer si sorprese a pensare a come se la stessero passando gli altri membri di quella spedizioni, esterni alla sua congrega.
Erano in molti ad aver caricato verso la capitale, cadendo in quella trappola mortale.
Lui e Bid erano forse gli unici sopravvissuti?
Il rosso non stentava a immaginarlo. Lui e Skaro erano sopravvissuti quasi per miracolo, e non certo grazie alle loro capacità.
Non del tutto almeno.
Se però c'era qualcuno in grado di tirarli fuori da quel carnaio, quello era di sicuro il Castigo.
Zimmer era più che lieto di aver ritrovato il suo alleato.
Non fu lieto però di assistere a ciò che seguì.
Il tomo, lanciato con sicurezza a Bid'daum, venne afferrato anche da un altra appendice, fuoriuscita a tradimento dalla superficie di un quadro.
Il Clown Bianco era di nuovo fra loro, li sbirciava malevolo dall'interno della cornice.
Questa volta, Zimmer non perse tempo.
Fresco dalle inaspettate nuove energie, spiegò le ali alzandosi a mezz'aria, lasciando contemporaneamente cadere a terra una boccetta di vetro.
Il contenuto, inizialmente liquido, sublimò istantaneamente con l'aria, depositandosi sul terreno come una fitta nebbiolina alta una manciata scarsa di centimetri.
” Tu parla di professionalità con Boggart, idiota.”
Tutto si fece più scuro, l'aria più fredda e tagliente.
La voce del Boggart era ora roca e minacciosa, carica di promesse di dolore e sangue.
La sua stessa figura, sospesa nell'aria sopra quella nebbia improvvisa, sembrava più minacciosa, quasi diabolica.
Una presenza demoniaca, pronta a infliggere torture e morte.
~ o qualcosa del genere. Zimmer non aveva idea se i suoi veleni psichedelici avrebbero avuto un qualunque effetto sul Clown, e aveva colto al volo l'opportunità di provarne uno particolarmente subdolo per poterne studiare i risultati.
Forse non si sarebbero fermati a combattere quel nemico in quel momento, ma era solo uno scontro rimandato.
Conoscere quali assi nella manica funzionavano e quali no poteva rivelarsi decisivo, nelle battaglie di domani.
Il Rosso dei Cunicoli non si poté tuttavia concedere più di qualche istante per lenire la sua curiosità. Con un battito d'ali, caricò verso il quadro, cercando di sferrare un colpo di maglio più forte che la sua stazza poteva permettere, cercando di darsi un ulteriore slancio ruotando su se stesso poco prima di colpire.
Sapeva perfettamente che un colpo del genere non avrebbe nemmeno scalfito l'idea di Aren... ma forse poteva rompere il quadro dal quale stava uscendo, rendendogli più difficile il suo approdo nel mondo tridimensionale... e chissà, magari facilitare a Bid il recupero del tomo.
Fatto questo, Zimmer si apprestò a seguire l'esempio del suo compagno, facendo cenno a Skaro di fare lo stesso. Nuovamente, il loro destino era nelle mani del Fato, mentre varcavano una di quelle infinite porte in fuga dal Clown e da chiunque fosse in arrivo in suo soccorso.
Il Boggart trattenne a denti stretti un imprecazione.
Quella faccenda gli piaceva sempre meno.
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{ Tribune }
Zimmer | Skaro | Bid'daum
Per quanto la situazione sia brutta, sembra essere una imperscrutabile legge di natura il fatto che le cose siano sempre e solo destinate a peggiorare, e... non appena vi siete concessi un attimo per tirare il fiato, rinfrancarvi con un saluto tra commilitoni e scambiarvi informazioni utili sulle rispettive scoperte fatte all'interno del tendone, succede di nuovo.
Se non basta essere finiti separati dal grosso delle truppe, rapiti dagli specchi, divisi dai vostri agenti e amici, e gettati in strani luoghi sinistri -oltre le linee nemiche-, dove siete stati inseguiti da mostri e freaks, e braccati da pericoli di qualsiasi genere praticamente ad ogni angolo... ora siete anche nuovamente incappati in Aren.
O almeno, in parte di lui, dal momento che ad ostacolarvi cìè solamente lo sguardo bieco del suo faccione innaturalmente grosso -incastrato al di là della cornice di un quadro-, e il braccio fuoriuscito da un'altra tela poco lontana, impegnato a contendersi con Bid'daum il possesso del volume trafugato poco prima da Zimmer, nel proverbiale Ufficio del Capo.
” Tu parla di professionalità con Boggart, idiota.”
Attivando all'istante le ali meccaniche che indossa sulla schiena -così da sollevarsi in volo tra le alte volte dell'andito-, il Molliccio prende le distanze dalla colluttazione e dal pavimento, dove lascia ad infrangersi l'ampolla di un intruglio allucinogeno; intanto, con un grugnito minaccioso, il Castigo ricorrere ad uno dei suoi trucchetti sciamanici, rivestendo di un viscido strato di ectoplasma la copertina del fascicolo.
« Fottiti…! »
Il resto della manovra dei due Gerarchi si combina con un tempismo perfetto: mentre il Khutiano assesta un deciso strattone alpomolibro della discordia, facendolo sgusciar via dalle dita guantate della Maschera, il Rossiccio effettua una virata aerea e si getta in picchiata sul braccio che il Circense dimena a mezz'aria nel tentativo di recuperare la presa: il colpo di maglio che il Boggart gli assesta scardina la giuntura del gomito del Clown con uno schiocco umido, imprimendogli abbastanza forza da farlo avvitare su sé stesso, in una maniera buffa e cartoonosa... che presto vira nello splatter quando l'arto raggiunge il suo massimo punto di torsione, e -letteralmente- esplode in uno schizzo di icore nerastro.
Naturalmente, per loro che lo hanno già affrontato in passato, sarebbe utopico credere che questo basti a fermare o rallentare il Mimo... così, mentre mano e avambraccio del nemico sono ancora in aria, gli Eversori sanno che c'è solo una cosa da fare in quella circostanza.
« Via da qua! »
All'unisono, girate i tacchi, e nel momento in cui il moncone colpisce con un tonfo il tappeto rosso alle vostre spalle vi rendete conto che la porta a voi più vicina -oltre cui avevate pensato di trovare riparo- è chiusa a chiave, così come anche la seconda, e... non appena capite che pure la terza è sigillata, avete la certezza di non poter perdere altro tempo a controllarle tutte. O finirete per ritrovarvi un Circense incazzato attaccato alle reni, con intenzioni tutt'altro che amichevoli o romantiche.
Senza guardarvi indietro, vi lanciate pertanto in corsa lungo il corridoio, puntando in direzione di un unico battente che sta schiudendosi in uno spiraglio: certo, non è una grande idea percepire segni di vita in un ambiente ostile e andarci di faccia, ma... che altro potreste fare?
Oggettivamente, non sapete orientarvi per uscire da questo posto, Aren non è tipo da mollare l'osso facilmente, e -dato l'ambiente altolocato, tirando ad indovinare- se il Clown è così maniacalmente attaccato alla professionalità... sfruttare l'effetto sorpresa per sopraffare un qualche illustre ospite di quella manifestazione e prenderlo come ostaggio, potrebbe essere un buon piano per convincerlo a mostrarvi l'uscita (prolungando le vostre vite), o a soddisfare qualche vostra richiesta, magari ribaltando la situazione.
Tuttavia,come si suol dire, tra il dire e il fare c'è di mezzo il solito Pagliaccio mascherato che -letteralmente- salta fuori da un altro dipinto una decina di metri più avanti, tagliandovi la strada e... inciampando nei suoi piedi, e... andando a spalmarsi di muso sulla porzione di muro che separa le porte di due diverse tribune, mostrando qualche problema alla sua solita impeccabile coordinazione motoria: a quanto pare, il gas psichedelico del buon Boggart ha fatto il suo sporco lavoro.
Ma... possibile che anche la forma della sua testa sia un effetto della Coltre? Già, perché notate che l'impressione che avevate avuto poco prima -quando lo avevate intravisto attraverso il dipinto- è effettivamente verità: il cranio del Mimo è ridicolmente grosso, rispetto alle sue dimensioni normali...
Fiiiiiiiih~
...almeno finché un basso sibilo -simile a una perdita d'aria- non riempie il silenzio imbarazzato e imbarazzante dell'andito, e il testone del Circense si sgonfia progressivamente come un palloncino, fino a tornare alle proporzioni consuete. Ovviamente, non prima di aver aggiunto dell'ulteriore ed inopportuna comicità alla scena.
« Ora... ora, basta. Non ne posso più... di voi vandali e sabotatori...! »
biascica, facendo esageratamente leva sulle braccia per staccarsi dalla parete
« Non importa se dovremo ristrutturare le tribune: io... vi faccio del male. »
Barcollando indietro di un paio di passi, e mulinando le braccia per non perdere l'equilibrio, il Clown si posiziona al centro del passaggio per bloccare la vostra avanzata, e -con l'opprimente aura assassina che emana- non vi serve nessun sesto senso per capire che intende attaccarvi con tutto quello che ha: quando tende verso di voi il moncherino, che va rapidamente rigenerandosi nella mano destra -ora aperta a rivolgervi minacciosamente il palmo guantato-, potete vedere l'aria tremare attorno alla sfera eterea e densa di potere che egli vi ha concentrato, non lasciandovi molto tempo o molte scelte sul da farsi.
Magari... in tre contro uno... contro un'avversario in stato alterato...
Chissà, potreste avere una possibilità...
« Si può sapere che sta succedendo, qui...? »
Una voce inaspettatamente vicinissima risuona da qualche parte alle vostre spalle, cogliendovi di sorpresa, visto che nessuno dei vostri sensi -fisici e soprannaturali- si è accorto dell'entrata in scena di una quinta presenza; non avete nemmeno il tempo di trasalire e voltarvi a studiarlo, che il nuovo arrivato si muove in mezzo a voi per superarvi in poche falcate decise, dandovi le spalle senza timore o sospetto, e fermandosi davanti a voi, frapponendosi tra il trio Eversore e il Circense.
« Nulla di cui debba preoccuparsi, Visconte Iblis: è tutto sotto controllo. »
garantisce il Mimo, trattenendo a fatica la collera, e rimanendo pronto a colpire
« Si allontani da quella gente, e torni pure alla sua tribuna. »
Lo sconosciuto “Visconte Iblis” -questo il nome del figuro che vedete di schiena- è un uomo alto, dalle spalle abbastanza larghe da ispirare una certa sicurezza, e con ricci folti e nerissimi pettinati all'indietro; non avete idea di che cosa stia facendo, ma per il momento la cosa vi torna comoda per guadagnare un po' di tempo. Magari, mentre lui distrae Aren, potreste...
« Sì, grazie. Credo proprio che lo farò... »
replica l'Arcidemone, con un tono sornione e allegro, non del tutto nuovo
« ...non appena avrà smesso di minacciare i miei ospiti. »
Ma... ha detto “ospiti”? Avete sentito bene? Un tizio apparentemente in vista nella fazione nemica vi sta davvero aiutando? Davanti ad una cosa del genere, sarete comprensibilmente confusi, ma... Non siete mica i soli.
« O-ospi-... co-come? “Ospiti”...? »
non riuscendo a capacitarsene, Aren scuote la testa frastornato
« Non... non è possibile, signore: non possono- »
« Questi sono il Comandante della Legione delle Sabbie, e il Pasha del Distretto della Fame. »
presenta il Moro, indicando prima Bid'daum e poi Zimmer, dando segno di conoscerli
« ...alte cariche del Presidio Meridionale dove mi intrattengo per affari. »
Aspetta: cosa? Che ha detto? Quel tale ha appena affermato di intrattenersi a Sud per affari...? Naturalmente, la prima impressione è che stia mentendo per coprirvi (anche se non capite assolutamente il perché), ma... avete la sensazione che non sia così: che dica sul serio. E la cosa vi giunge del tutto nuova, dato che nulla accade a Merovish -al di sopra o al di sotto-, senza che voi ne siate a conoscenza.
« Signore, queste persone hanno violato dei protocolli, e io ho l'ordine tassativo di- »
« Assicurarti che gli invitati siano soddisfatti del servizio. »
« Signore, devo proprio insistere. Il Padrone ha dato delle precise disposizioni. »
« Se il tuo Padrone ha da ridire, può venire nella mia tribuna in qualsiasi momento. »
Perché avete la sensazione sempre più netta di aver già assistito ad uno scambio dai toni simili, in passato? Perché il sorriso allegro che il Visconte vi rivolge quando si volta nella vostra direzione vi risulta quasi conosciuto? Perché i lineamenti e l'incarnato del suo volto abbronzato vi sembrano già noti? Perché i suoi occhi giallo oro sono così familiari?
« Biddy, Zimmy, ragazzo... »
D'un tratto, come un'interferenza che si stabilizza per restituire limpidezza all'immagine, quelle due parole danno un senso a quelle sfumature di deja-vu, e l'identità del misterioso figuro appena intervenuto a cavarvi di impaccio vi diventa immediatamente e sorprendentemente nitida nella mente: perché, con i capelli più corti e pettinati in un'altra maniera, vestito di abiti dalla foggia che mai gli avete visto indossare prima, sta davanti a voi l'uomo che conoscete già con un altro nome e sotto altri titoli. Lo Speziale dell'Esarcato. Il Pasha delle Luci. Kalanjanus Asmar Kadar.
« ...andiamo: vi faccio strada! ♥ »
E mentre l'uomo torna a voltarsi verso un Aren particolarmente livido per aver dovuto rinunciare allo scontro -con le braccia lungo i fianchi e lo sguardo assassino puntato su voi tre-, superandolo con non-chalance e a passo serenamente spedito, a voi non resta che seguire l'insperato alleato nella sua tribuna, sapendo che le domande che vi sorgono spontanee dovranno attendere che la porta a cui vi conduce sia chiusa dietro le vostre spalle.. -
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La fuga s’interruppe prima del previsto. Nessuna delle porte era agibile, se non quella che avevano sentito schiudersi alle loro spalle. Aren riuscì a raggiungerli nonostante il gas che Zimmer aveva rilasciato come diversivo e - malgrado le iniziali difficoltà di coordinamento successive all’uscita dall’ennesimo dipinto - il Clown sembrava intenzionato a ingaggiare battaglia con loro. La resa dei conti pareva dunque inevitabile, perciò si armò della sua spada nella mano rimasta libera.
Tuttavia i propositi bellici furono interrotti da un’inaspettata ingerenza: uno degli invitati aveva abbandonato la sua tribuna per affacciarsi sul corridoio, probabilmente attirato dal baccano sollevatosi. Prima ancora di poter ragionare su come utilizzare quell’inaspettata intromissione per portarsi in vantaggio sul Mimo, quel tale Visconte Iblis dichiarò qualcosa cui stentò a credere: gli Eversori lì presenti erano suoi ospiti in quanto Ufficiali del Presidio Sud.
Bid’daum condivise lo sbigottimento di Aren, non riuscendo sulle prime a ricondurre a qualcuno di noto quella sagoma insondabile alle sue percezioni. Tuttavia fu sufficiente soffermarsi sui lineamenti e sull’inflessione dei nomignoli che rivolse loro per risalire ad un’identità: Pasha Kalanjanus, membro del Concilio delle Sabbie.
Per deformazione professionale esitò sia a riporre le armi, sia a fidarsi di un trasformista di cui non riusciva a decifrare la traccia spiritica, noto in quel contesto come إبليس (Iblīs) – il nome del diavolo secondo diversi antichi tomi che aveva consultato alle Cave del Sapere. Si costrinse comunque a interpretare il suo nuovo ruolo di ospite, quantomeno per allontanarsi da Aren e poter riflettere a mente lucida su tutte le implicazioni della nuova scoperta.
Lanciò un’occhiata d’intesa a Zimmer prima d’incamminarsi. Mentre seguiva il Visconte sotto lo sguardo impotente del Clown, si tolse comunque lo sfizio d’iniziare a sfogliare il libro trafugato, giusto per aggiungere altro sale sulle ferite del Circense.SPOILER (clicca per visualizzare)Stato fisico: bruciature di entità bassa sul corpo
Stato mentale: perplesso
Energia: 105%
Equipaggiamento:Kuthian Armour [ Armatura | Peso trascurabile | Bonus Resistenza ]
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Istrice Maledetto [ Set di dieci spilli | tecnica a consumo medio di trasmutazione in acido ]
Passive:Risorse Criminali [ +10% di mana ]
Oltre la Realtà [ Auspex Spiritico | Percezione Magica ]
Senso di Morte [ Auspex Radar ]
Burattinaio [ Telecinesi dell’equipaggiamento ]
Anatema del Re Implacabile [ Immunità alla fatica | Immunità al dolore ]
Tentacoli di un solo Abominio [ Casting dall’equipaggiamento ]
Insano [ Instant Casting ]
Impaccio della Carne [ Assenza d’interiora | Rigenerazione gdr-only | Anti-sanguinamento | Tasca dimensionale ]
Matrice dello Spirito [ Conoscenza enciclopedica dello sciamanesimo ]
Dedalo Mentale [ Mindfuck-Alert | Trick Detector | Anti-malia | Difesa mentale variabile ]
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Gli eventi sembravano volgere verso un inevitabile violenza eh, con ogni probabilità, la loro morte.
Impossibile era la fuga: ogni via verso la salvezza sembrava sbarrata dal volere stesso della loro perenne sfortuna, che da quando era cominciata quella faccenda sembrava far da imperatrice della loro sorte.
Con le porte sbarrate, l'unica scelta che poteva prendere il trio era una disperata corsa in un improbabile fuga, ma il circense non ci mise nulla a raggiungerli, sbucando dall'ennesima cornice.
Zimmer si annotò mentalmente di bruciare ogni singolo quadro, a Merovish. Non che ce ne fossero molti, ma dove l'ignoranza, la povertà e il malgusto non erano ancora arrivati, sarebbe certamente arrivato lui.
Aren quasi incespicò nel pararsi davanti ai tre Eversori, mostrando forse per la prima volta un segno di insicurezza nella sua figura.
La sua sproporzionata testa, che ancora rispecchiava le deformità del quadro dal quale era uscito, prese a sgonfiarsi con un fischio acuto, neanche fosse piena d'aria.
Zimmer lanciò un occhiata preoccupata alle varie bocchette cariche di veleni che gli pendevano dalle vesti.
”... prima o poi, io deve decidermi a controllare cosa io mette in cheste fiale.” mormorò, fra se e se.
Difficilmente il mancato equilibrio e lo sgonfiamento di crani potevano essere relativi alla Coltre d'Angoscia. Essendo una droga psicotropa, avrebbe dovuto agire sulle paure del circense, piuttosto che sul suo equilibrio – men che meno sulle dimensioni della sua mascherata testaccia.
Mentalmente, i gas e le droghe vennero depennati dall'arsenale utilizzabile in quello scontro.
Gli restavano bombe e tanta sana ignoranza, se le sarebbe dovute far bastare.
… oppure no?
Come il Rosso Boggart tornava a posare i piedi a terra, pronto all'ennesimo combattimento, ecco che un altro attore saliva su quel palcoscenico.
Un improvviso alleato, che sosteneva non solo di conoscere Zimmer e Bid... ma di essere perfino in affari con loro.
Zimmer non era un abile guerriero, uno stregone dagli immensi poteri oppure una capra del borneo. Ma se c'era una cosa in cui era bravo, erano gli affari... e non dimenticava mai una faccia che aveva truffato.
Quella sorridente del sedicente visconte? No, non l'aveva ancora aggiunta alla sua collezione. Eppure... poteva giurare di aver già visto quegli occhi.
Fu però solo quando sentì come l'individuo appellava lui e Bid, che riuscì a collegare quello sguardo alla persona conosciuta, suo collega nelle arti dell'Alchimia e sua pari al tavolo dell'Esarcato.
Un ghigno compiaciuto (ma stupito) gli si disegnò in viso, mentre seguiva il nuovo alleato verso la porta. Skaroper nulla offeso dal fatto di non esser stato citato per nomignolo da Kalanjanussi fece scivolare il mantello sopra il capo, tornando a seguire il suo ex padrone dalle ombre.
Caso vuole che, mentre Zimmer passava accanto all'ancora shockato circense, un peto di notevole dimensioni fuggì dalle sue braghe, trovando libertà proprio in quel cubico d'aria.
La classe di un Boggart la si può quasi toccare con mano, signori.
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{ Tribune }
Zimmer | Skaro | Bid'daum
Comprensibilmente gongolanti nella vostra attuale intoccabilità, seguiteKalanjanusil Visconte Iblis lungo il corridoio delle Tribune -elegante ed infinito, che sembra ripetersi uguale a sé stesso-, accompagnati dall'istinto omicida di Aren, che vi sentite gravare addosso come una fin troppo concreta cappa di piombo... eppure, quando vi accodate al vostro provvidenziale anfitrione oltre la soglia davanti a cui la vostra marcia si è arrestata, quella presenza scompare dai vostri sensi come se non fosse mai esistita. Come se a dividervi non ci fosse solo un battente di legno, ma un intero mondo.
Una volta dall'altra parte, il vostro sguardo viene istintivamente catturato dall'ambiente opulento che vi accoglie, e così vi soffermate un istante a contemplare quel lussuoso salotto dagli arazzi in damasco rosso, mobili di legno pregiato con intarsi minuziosi ed orpelli laccati in oro, e sormontati da elaboratissimi suppellettili pieni decorazioni come orologi incastrati in elaborate statuine d'oro e argento, calici di cristallo nero traslucido, quadri probabilmente quotati con cifre a molti zeri, vasellame d'epoca, soprammobili impreziositi da gemme incastonate, e...
« Papino~...! ♥ »
Due piccole mani bianche, attaccate a polsi sottili che affogano nelle vaporose maniche a sbuffo di una camicia bianca si allacciano attorno alla vita dell'Arcidemone, rivelandovi uno degli altri occupanti della sala: a giudicare dalla statura presunta, deve trattarsi di una ragazzina... e la deduzione si rivela corretta un istante dopo, quando la presenza sporge una porzione del faccino carino oltre la schiena del supposto genitore, inarcando un sottile sopracciglio con aria interrogativa e adocchiandovi curiosa e attenta.
A giudicare da come la fanciulla lo ha apostrofato, da come gli si stringe addosso, e dai colori dei suoi tratti -occhi d'oro e corti capelli nerissimi- potete dedurre che non si tratta di un qualche intrallazzo equivoco (a cui il Pasha delle Luci non sarebbe poi troppo alieno), ma che è ben più probabile che -tra le tante cose che non sapevate sul suo conto- il Moro vi abbia taciuto di avere persino una figlia...
« Ehi, 'pà! Ma dove ti eri cacciato? »
...e non solo. La nuova voce attira i vostri sguardi in direzione del divano, dove non faticate a riconoscere la stessa somiglianza nei lineamenti di chi lo occupa: anche lui, come la sorella e il padre, ha ispidi capelli corvini e occhi giallo oro; dimostra forse diciassette anni, è vestito elegantemente (come tutti a quella manifestazione demoniaca), e se ne sta seduto per lungo sul sofà dalle imbottiture di velluto rosso dandovi le spalle, attorniato da una piccola muta di hellhound, accucciati o seduti nei suoi pressi.
« Ah. ...io? »
Non conoscete la situazione, ma sentite un certo disappunto
e una buona dose di ilarità mescolarsi nel tono un po' piccato del Visconte...
« Ti abbiamo preso i pasticcini! »
cinguetta allegra la ragazzina
« Abbiamo, sì: io e Vladinsky. »
la rimbecca il giovanotto, rimettendo i piedi a terra e sedendosi più compostamente
« Zitto. »
« Va bene. Grazie. »
li interrompe l'Arcidemone, guardandosi intorno in cerca dei dolcetti
« Magari possiamo offrirne qualcuno... »
« ...però ci è venuta fame mentre aspettavamo. »
Nel formulare quell'innocente confessione, il fratello si volta finalmente verso la porta -e verso di voi-, notandovi e soffermandosi a scrutarvi uno per uno con espressione perplessa; intanto, suo padre si limita a massaggiarsi una tempia e sospirare.
« Lust, per favore: sii un tesoro, e metti gli ospiti a loro agio. »
« Con piacere, Capo. »
A parlare in risposta a quella richiesta è la terza e ultima persona presente nella lussuosa tribuna, e la voce morbida e sensuale vi anticipa che si tratta di una donna... una donna che tutti e tre avete già visto prima, anche se solo Bid'daum potrebbe dire di “conoscerla”.
Defilata nell'angolo destro della suite, non l'avevate scorta entrando, ma ora che il vostro sguardo l'ha agganciata diventa difficile staccarle gli occhi di dosso... e non solo perché è una belladonnasuccube, ma perché i suoi movimenti hanno un che di ipnotico: impegnata a preparare dei drink per darvi il benvenuto, sta sbattendo un miscelatore di metallo (di quelli che Zimmer e 23 maneggiano abitualmente alla Quinta Bolgia) con fare esperto... o almeno così vi pare, per quel che vi riesce di concentrarvi sullo shaker – che vale a dire poco.
Perché l'esser seminascosta da una porzione di banco -vicino a un bell'espositore di bottiglie di alcolici- non nasconde la scollatura generosa dell'abito, e... il moto ipnotico con cui le sue forme accompagnano ogni movimento delle braccia non fa che catalizzare l'attenzione - se non necessariamente il desiderio.
« ...qualcuno gradisce del ghiaccio? »
Ridestati dalla trance dalla domanda che vi ha rivolto, dopo un momento di intensa contemplazione, mettete a fuoco anche qualche altro elemento oltre al décolleté: il paio di corna che le sormonta la testa, un neo vicino le labbra piene e ben disegnate, e -soprattutto- lunghi capelli d'ebano e occhi giallo oro, che sembrano di nuovo suggerirvi un qualche legame di parentela conKalanjanusIblis. Sorella... ? Cugina...? Prozia sexy...? Moglie...?
Non lo sapete -e forse neppure vi importa-, ma di certo a Bid'daum potrebbe fare un effetto curioso riconoscere in quella seducente creatura infernale che ammicca al suo indirizzo la stessa procace danzatrice che aveva conosciuto all'Arena Nera, prima che Aren vi scatenasse il putiferio, aprendo la porta per Krarth e liberando i Titani.
Dopotutto, il Castigo si era già accorto da solo che Farida non era un'umana normale, ma...
ora salta fuori che, in effetti, non era neppure umana.
« Scusate se salto convenevoli e formalità, ma... come siete arrivati fino a qui? »
la voce diKalanjanusIblis richiama la vostra attenzione su di lui
« Di certo non sarà stata una scampagnata, anche se vi siete perfino portati da leggere... »
La prima è una domanda legittima, mentre la seconda osservazione è strana: ci impiegate qualche tempo a capire che si riferisce al grosso tomo brandito dal Khutiano, e sfogliato sotto il naso del Clown Bianco giusto per fargli dispetto...
« Comunque, tra pochissimo lo Spettacolo comincia: questo vuol dire che gli occhi di tutti saranno puntati sul Center Stage, e che Aren sarà costretto a mollare l'osso per andare in scena. »
vi avverte il Moro, guardandovi negli occhi uno per uno con fare insolitamente serio
« Sarebbe l'occasione perfetta di uscire da qui, per voi – e vi suggerirei di coglierla.
Non posso garantire di riuscire a tenervi al sicuro, quando la manifestazione sarà finita. »
E' un bene che il Visconte abbia saltato “convenevoli e formalità”, perché così siete autorizzati a fare lo stesso, e che anche voi avrete le vostre domande da fare... e visto che -come vi ha appena annunciato il vostro ospite- potreste averne ben poco a disposizione, neppure a voi va di perdere tempo: se avete qualcosa da chiedergli, il momento perfetto per farlo è adesso.. -
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Il salotto che li accolse non scarseggiava di occupanti: si annoverava l’inaspettata progenie di Kalanjanus - composta da una ragazzina e un giovanotto circondato da mastini infernali - e una servitrice chiamata Lust, che altri non era se non Farida nelle sue sembianze demoniache. Una rivelazione logica e sequenziale poiché, una volta appurato che il Pasha avesse origini infernali, era ovvio assumere che il suo intero entourage condividesse la copertura.
Non ci fu occasione di espletare delle superflue presentazioni coi volti nuovi, perché il tempo stringeva e delle questioni ben più pressanti necessitavano delle doverose spiegazioni. Dopo aver lanciato uno sguardo d’intesa a Zimmer, Bid’daum cominciò a riassumere le loro traversie.
« Siamo partiti con un plotone di Legionari in risposta alla mobilitazione indetta dall’Alfiere Orientale. Da Yasul abbiamo attraversato la barriera che racchiude Kisnoth e, dopo aver respinto Nicolaj, una forza ignota ci ha trascinati - insieme a molti altri militanti provenienti da ogni angolo del semipiano - in un salone di specchi neri. »
Iblis ascoltò con molta attenzione il resoconto,
annuendo in modo vago e pensieroso.
« Da lì siamo stati separati nuovamente per volontà di qualcosa di cui ancora mi sfugge la natura. Io sono finito nei pressi dei camerini di Harleen, Seli e Azshara… e se la memoria non m’inganna ho sentito che hanno tirato a sorte per decidere chi dovesse intrattenere un tale Lord Iblis. »
Al sentire menzionare le Circensi e quello che avevano fatto, lo vide piegare le labbra e scoprire i denti in un sorriso colpevole, ma in fondo compiaciuto: era abbastanza evidente che si trattasse di lui, ma non pareva propenso a voler approfondire l'argomento “Escort” – probabilmente perché erano presenti pure i suoi figli e il ragazzo gli aveva già lanciato un’occhiataccia di disapprovazione.
« Con un dispositivo di teletrasporto ho poi raggiunto inconsapevolmente l’ufficio di Aren che, com’hai appena visto, è davvero incazzato per via di noi “invasori” – intenti a rovinare uno spettacolo per cui - a suo dire - hanno ottenuto tutte le autorizzazioni. »
« Sì, immagino… »
Immaginare Aren incazzato costrinse il Visconte a trattenere una risata.
« All’ultima parte della nostra scampagnata hai assistito personalmente, perciò non mi dilungo. »
Aveva omesso volontariamente alcuni dettagli scomodi - come l’aggressione ai danni di Harleen - poiché non sapeva che tipo di legami intercorressero tra gli astanti e i Circensi.
« Ora, se permetti, vorrei farti io qualche domanda: innanzitutto cosa sai di questo spettacolo, di queste favoleggiate autorizzazioni e che rapporto hai coi Circensi? Mi viene da pensare che ai tempi della Battaglia dell’Arena avresti potuto quantomeno rallentare l’operato di Aren facendoti riconoscere con questa tua seconda identità ed esercitando l’autorità che ti ha permesso di trarci in salvo poc’anzi, o sbaglio? »
A quelle domande il sorriso sulle labbra ben disegnate del Visconte fu sostituito da una mezza smorfia che gli incurvò un angolo della bocca mentre muoveva un cenno di assenso, che anticipò il suo intento di rispondere.
« Vediamo... per farla breve: questo Circo è di proprietà del mio fratellastro. Tra me e lui non corre buon sangue, dal momento che il titolo e tutto ciò che ne consegue sarebbero dovuti spettare a lui… prima che nostro padre, il precedente Iblis, cambiasse idea sul letto di morte e designasse me: da allora mi odia. »
Con aria ben poco coinvolta da quella vecchia storia, il Moro alzò le spalle.
« Comunque, in qualche modo, si è rimesso in sesto - e in affari… e questo Circo è la sua principale fonte di introiti per sostenersi, oltre che la miglior possibilità che ha di mantenere contatti utili con le teste coronate della nostra alta società.
Quanto ai fatti dell'Arena Nera: non ero naturalmente a conoscenza delle intenzioni del mio fratellastro, e giocarmi la carta dell'autorità non sarebbe servito… perché non avrei avuto autorità su di lui, in quel momento. »
Con molta calma l’altro incrociò le braccia e reclinò la testa da un lato, guardando il Kuthiano negli occhi.
« Esiste una cosa chiamata contesto: durante lo scontro con i Titani, non ero che un ostacolo imprevisto come voi altri - per quanto più bello - e proprio come voi ho combattuto e fatto la mia parte. Qui, invece, sono un eminente cliente pagante, e posso permettermi qualche capriccio con il personale. Ma - come ho detto - non posso garantirvi che la cosa duri. »
Non fu semplice metabolizzare che l’eminenza grigia mandante degli attacchi terroristici a Sud fosse imparentata con un Pasha dello stesso Presidio: per quanto ci fosse discordia tra i due, la compromissione d’immagine e credibilità del Signore delle Luci non era da sottovalutare.
« Ignoro gli affari che ti hanno attirato a Merovish e non ti biasimo per esserti costruito una facciata pubblica… »
Dopotutto era un’usanza piuttosto comune tra le alte sfere del Dominio della Violenza.
« …ma su una questione non si può transigere: accettando la carica di Ufficiale del Sud hai giurato di servire il Presidio Meridionale e, in quanto tale, avresti dovuto fornire ogni informazione in tuo possesso sui terroristi ricercati nei nostri confini e sugli eventuali motivi che li spinsero a disigillare il Labirinto di Krarth. »
« Su quello sto ancora indagando, ma non sono riuscito a scoprire nulla di utile da portare in Consiglio. »
Ribatté l'Arcidemone stringendosi nelle spalle.
« Probabilmente, i Circensi stavano svolgendo un lavoro per qualcun altro. Qualcuno che potrebbe essere presente qui, questa sera. »
« E allo stesso modo avresti dovuto informare in anticipo il Concilio dell’arrivo di questa manifestazione a cui sarai stato invitato col necessario preavviso. »
« Oh, perché voi altri, invece, siete sempre stati perfettamente sinceri e cristallini su tutti i vostri trascorsi e il vostro gruppo di Mercenari, vero? »
Il Moro inarcò le sopracciglia in un’espressione scettica. La sua voce vibrò di un tono leggermente ironico e un poco pungente: per lui non era esattamente edificante aver salvato qualcuno per poi vedersi messo sotto accusa di non aver fatto di più, ma - per loro fortuna, avrebbe detto qualcuno - Kalanjanus non era un tipo permaloso. Ciò comunque non cambiava l’entità dei fatti dal punto di vista del Comandante: qualunque trascorso degli Eversori potessero aver occultato, non avrebbe mai potuto rivaleggiare con il mancato avvertimento di un’invasione di Kisnoth alle porte. Ma anche in caso contrario, Iblis per argomentare aveva ricorso alla fallacia del tu quoque, limitandosi a screditare l’interlocutore senza tuttavia addurre delle valide giustificazioni alla sua inadempienza da Ufficiale.
« Comunque, prego, Biddy non c'è di che. »
« Risparmiami il sarcasmo, i demoni non fanno beneficenza: se desideri la nostra incolumità è certamente per un tuo tornaconto personale. Ma se anche uscissimo di qui per tornare alla Tana, sei consapevole che dovremo esporre l’intera faccenda a Ya’aburnee e al resto dell’Esarcato? »
« Non penso che essere chi siamo interferisca con il servizio che prestiamo al Meridione, e quel posto me lo sono guadagnato secondo le regole, esattamente come voi. »
Arricciando le labbra nel suo solito sorriso, l'Alchimista alzò le mani e scrollò le spalle.
« Naturalmente, siete liberissimi di fare come credete: potete anche rimuovermi dalla carica, se ritenete giovi al Presidio - anche se dubito seriamente sia questo il caso. Ma non mi interessa: non sono al Sud per la poltrona. »
« Alfieri, Ufficiali e milizie del semipiano sono dal nostro lato della barricata, accorsi per respingere l’invasione della capitale del Presidio di Lord Aeon, a cui tutti noi siamo formalmente vincolati. Tu invece ti trovi dall’altro lato, da cui sovvenzioni i terroristi dell’Arena e gli invasori del Pentauron. Naturalmente le prediche morali non mi competono, ma posso solo farti notare che non puoi tenere i piedi da entrambe le parti. »
Gli pareva piuttosto ovvio che le figure di “Pasha Kalanjanus” e “Visconte Iblis” non potessero coesistere dopo il punto di rottura della Notte della Prima, ma non era inconsueto che la mente di un demone ragionasse su piani completamente diversi dalla norma – un’eventualità che suscitò l’ultima riflessione ad alta voce di Bid’daum.
« In fondo chi può garantirci che gli affari che ti trattengono a Merovish non riguardino l’allestimento di qualcosa di simile allo spettacolo della compagnia itinerante del tuo caro fratellastro? Dovremmo crederti sulla parola, per caso? »
Fiducia e stima venivano elargite con estrema parsimonia nel crudele ecosistema che si estendeva sotto le dune. Per mantenerle entrambe, forse Kalanjanus avrebbe dovuto mostrare tempo addietro la sua forma demoniaca completa, invece di limitarsi a voler ammirare quella altrui.SPOILER (clicca per visualizzare)Stato fisico: bruciature di entità bassa sul corpo
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Edited by Bid'daum - 11/12/2017, 15:12. -
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Quella situazione aveva del surreale. Come un serpente che si mordeva la coda, ecco che di nuovo gli stessi attori venivano portati su un palco molto simile a quello già calcato nemmeno troppo tempo prima, il giorno in cui Merovish per poco non cadde.
Di nuovo, erano dinnanzi al cominciare di uno spettacolo, presi a disquisire su questo o quel mistero, nella vana speranza di poter sbrogliare quell'arcana matassa nella quale erano rimasti intrappollati.
Non solo: c'era perfino la stessa donna (?) popputa, pronta a far di bella mostra le sue grazie.« ...qualcuno gradisce del ghiaccio? »
Zimmer rizzò le orecchie da pipistrello, avvicinandosi al bancone e accettando il drink che gli veniva offerto, annuendo con fare serio alla domanda della demone.
Il ghiaccio, in una società sotterranea sepolta sotto tonnellate e tonnellate di deserto, era considerata merce di lusso, perfino per un Pasha. Col cavolo che se lo sarebbe lasciato scappare.
Il Boggart prima fissò con aria da intenditore qualsiasi intruglio gli venne offerto, poi trangugiò il liquido in un solo sorso.
Il decoltè della bella succube gli ballonzolò davanti agli occhi un paio di volte... ma già in passato aveva espresso i suoi dubbi su cosa attirasse i bipedi di superficie a bramare quelle due mongolfiere che così tanto scomodamente quelle creature si ostinavano a volersi portar dietro.
Però sorrise alla donna (??).
”Buono! Tu ha mai pensato di fare barista? Tu sa, io possiede miglior taverna di tutta Merovish...” la più bella? Ah! Sicuramente la più colorita.
Poi, per sottolineare quanto il drink fosse stato di suo gradimento, il Boggart spalancò le fauci – spettacolo che non raccomando a nessuno – e vi gettò dentro il bicchiere di cristallo, ingerendolo intero.
Con ogni probabilità, lo avrebbe espulso giorni dopo, non sto a raccontarvi come, per aggiungerlo alla sua collezione, a casa.
Giusto accanto al set di brocche preso al Ballo d'inverno, anni prima.
Mentre degustava il calore dell'alcolico misto al sapore del vetro, prese dalla tasca delle brache di cuoio un pezzo di pergamena e un mozzone di matita, cominciando a scarabocchiare con frenesia.
Doveva andare a memoria, e non era mai stato bravo nel disegno.
In quel momento, però, parve accorgersi della discussione che avveniva alle sue spalle, fra Biddy e Kally.
Ed è qui che accade.
In oltre sette anni di onorata carriera su Endlos, è qui che mi fate fare questa cosa.
Zimmertraugher dei Cunicoli sbuffò, indispettito.
Un Boggart che sbuffa lo si può sentire fino in guatemala, avvertendo tutta la sua pazienza che fischia via come gas metano da una guarnizione che non tiene.
Anche voi, chiedere a un Boggart di far da paciere.
”OH, VOI MO LA PIANTA, SI?”
Ecco.
Zimmer si schiarì la gola con un colpetto di tosse di circostanza. Si sentì distintamente il calice di cristallo cozzare nel suo intestino con altra roba.
Dal nulla tirò fuori un grosso secchio metallico e lo lasciò sul bancone, a Lust.
”Tu riempie, si tesoro? Grazie grazie.”
Perché free booze era quello di cui avrebbe sicuramente avuto bisogno dopo.
Poi si avviò verso i due, ostentando una calma innaturale.
Era la seconda volta che si ritrovava fra quei due.
"Biddy caro, chesto no è certo modo di rivolgersi a Pasha di Esarcato, si? Noi no dimentica che noi qui è tutti servi di sabbie.” il Rosso diede fondo a tutta la sua buona volontà per restare nel lato neutro di quella conversazione.
Urlare e agitare i pugni al cielo non avrebbe fatto altro che vanificare la loro fuga dalle grinfie del clown. Fortunatamente, da quando era diventato Pasha, aveva avuto modo di affinare le sue doti dialettiche.
Prima avrebbe potuto vendere una bussola ad un cieco... ora avrebbe potuto vendere un cieco alla bussola, e ricavarne il doppio.
”Forse qui presente LORD IBLIS vuole nostra salvezza per suo tornaconto. Forse no. Noi però è scappati da Aren, chesto è fatto. Noi ha ancora libro, e nostre teste attaccate a collo.”
Zimmer si lasciò cadere a terra con un piccolo tonfo, mettendosi a sedere. Pigramente, si slacciò un calzare e cominciò a massaggiarsi il piede squamato. Non era più abituato a quel genere di avventure, e anche se non era più stanco fisicamente, lo era sicuramente mentalmente.
”Io ha già espresso mio parere, in passato, su altre sedie di esarcato vuote. Io no crede che Merovish abbia bisogno di leadership deboli. Noi litiga come ragazzine, allora città ha tutto diritto di masticarci e sputare nostra ossa in Fossa. LORD IBLIS ha meritato sua poltrona, e come lui dice, in Arena lui ha combattuto a nostro fianco,e no contro di noi.”
Il molliccio dei cunicoli sembra stare dalla parte di Kalanjanus. Con una calma che non gli apparteneva, ad ogni frase era come se volesse riconsolidare l'immagine del Pasha agli occhi del Castigo.
Eppure, ogni volta che ripeteva quel nome, Iblis... era come se stesse sputando veleno.
”Io vuole credere che LORD IBLIS sia qui esattamente per nostro stesso motivo... indagare cosa chesti figuri stiano architettando. E assecondarli, per ora, è sicuro strategia migliore per raccogliere informazioni. Io vuole credere che LORD IBLIS lo stia facendo per questioni personali... ma anche per bene di Merovish, si. Io crede questo.”
Fino ad ora, Zimmer si era rivolto direttamente verso il Castigo, scandendo parola per parola. La sua normale parlata e il suo tono stridulo cozzavano con quella calma che si era imposto... alcuni lo avrebbero definito perfino ridicolo.
”TUTTAVIA.”
Poi però si voltò verso il demone. Solo allora, il Pasha delle Luci avrebbe potuto vedere gli occhi del Boggart. Occhi severi, carichi di rancore.
”Noi è venuti qui con molti bipedi, bipedi fedeli a Merovish. Quasi tutti morti, io crede. Molti di loro nostri amici. Amici di prima che noi diventassimo chello che noi è ora.
Io crede, LORD IBLIS... che noi avrebbe potuto agire diversamente, sapendo cosa noi andava incontro. Si? ”
Perché se c'era qualcosa che Zimmer conosceva quanto il commercio e l'arte della truffa, quella era la guerra. E se c'era qualcosa che Zimmer odiava più dei bipedi, era perdere i propri uomini in modo stupido.
”Io crede che madama Merovish vorrà sue scuse, LORD IBLIS.
Fino ad allora... il Boggart allungò il foglio di pergamena sul quale aveva preso a scribacchiare poco prima. Sopra, disegnata male e di fretta, c'era una mappa di endlos. A memoria, il Rosso aveva cercato di riprodurre quella che aveva visto nello studio qualche ora prima, cercando di posizionare le varie puntine negli stessi punti.
... fino ad allora, io crede che noi deve collaborare, si? Forse tu sa dire cosa chesto significa? O cosa tuo fratello cerca, da chesto spettacolo? E sopratutto, come tu ha fatto a mettere su famiglia, con tutto chel lavoro che noi ha da fare in ufficio? Io no può manco mettere artiglio fuori da scrivania, troppe pratiche!” come se nulla fosse, Zimmer era tornato il ghignante mercante di bussole rotte e lampadine fulminate che tutti amavano.
Dai suoi occhi qualsiasi risentimento sembrava essere sparito. La questione sembrava essere chiusa.
Del resto, Kalanjanus si era solo dimostrato essere un Demone, uno anche abbastanza importante.
Ma Zimmer, in quel punto della sua vita, ne aveva sinceramente le scatole piene, dei Demoni.
"Noi è d'accordo, si? Noi collabora, e no muore come idioti in campo nemico, in inferiorità numerica, senza alleati che a sorpresa salva nostra pellaccia, si? Bene."
Senza aspettare risposta da nessuno dei due, tornò ad occuparsi dell'open-bar.
Lui il suo l'aveva fatto, e aveva diversi rospi da annegare in quel secchio, che avrebbe fatto bene ad essere pieno.
Se poi quei due avessero avuto ancora voglia di battibeccare... eh.
Era un Boggart. La sua gente, per risolvere i litigi, legava le due parti con dell'esplosivo e le lanciava di sotto.
. -
.
{ Tribune }
Zimmer | Skaro | Bid'daum
”Buono! Tu ha mai pensato di fare barista?
Tu sa, io possiede miglior taverna di tutta Merovish...”
« Oh, sì... il Padrone ne parla molto bene. »
Mentre -con tutta la saggezza che deriva dai suoi lunghi anni- Zimmer approfitta del servizio offerto dal banco, ben conscio che una bella bevuta gratis è un'occasione da sfruttare senza troppi scrupoli o complimenti, il suo meno avveduto collega quasi aggredisce verbalmenteKalanjanusIblis, sindacando sulle sue implicazioni in quella storia con argomentazioni che sarebbero certamente sensate e valide... se solo non fossero state poste in quel modo e in quel contesto.
Perché se fare la voce grossa con la persona che ti ha appena tolto da un brutto impaccio è da ritenersi universalmente scortese e da ingrati, può essere considerato un gesto accettabile, essendoci comunque di mezzo segreti, bugie, voti mancanti e sentimenti feriti da ambo le parti... minacciare il tuo unico potenziale alleato quando ti trovi in una situazione per te già svantaggiosa, facendogli ben poco furbamente presente che la tua semplice sopravvivenza gli provocherà un danno, al contrario, non lo è.
« Alfieri, Ufficiali e milizie del semipiano sono dal nostro lato della barricata, accorsi per respingere l’invasione della capitale del Presidio di Lord Aeon, a cui tutti noi siamo formalmente vincolati. Tu invece ti trovi dall’altro lato, da cui sovvenzioni i terroristi dell’Arena e gli invasori del Pentauron. Naturalmente le prediche morali non mi competono, ma posso solo farti notare che non puoi tenere i piedi da entrambe le parti.
In fondo chi può garantirci che gli affari che ti trattengono a Merovish non riguardino l’allestimento di qualcosa di simile allo spettacolo della compagnia itinerante del tuo caro fratellastro? Dovremmo crederti sulla parola, per caso? »
In ogni caso, il Visconte non muove mezza rimostranza in merito alle dichiarate intenzioni di denunciarlo al Consiglio delle Sabbie -dicendosi anzi disposto a rinunciare alla carica-, e anche davanti a quel nuovo attacco, il Moro si limita a volgere lo sguardo altrove e a sospirare con aria stanca e paziente... come se fosse abituato al risentimento quando prova a fare qualcosa di buono; forse, è proprio per il desolante senso di deja-vu che non ci prova nemmeno a difendersi o discolparsi.
« . . . »
... ma gli occhi dorati della ragazzina, che ancora se ne sta con le braccia allacciate ai fianchi del padre, si soffermano a lungo sul viso del Castigo, percorrendone ogni lineamento con espressione intensa ed enigmatica; poi, uno sbuffo sordo, minaccioso e tonante come quello di un manticem frantuma il silenzio, catalizzando l'attenzione di tutti su colui che l'aveva emesso.
”OH, VOI MO LA PIANTA, SI?”
Intento com'è stato a scarabocchiare a memoria qualcosa su di un pezzo di carta, e a degustare con calma un buon drink gratuito -che potrebbe benissimo essere l'ultimo, per quanto ne sa-, il Molliccio non ha partecipato al banco delle accuse montato dal Khutiano, ma ha certamente ascoltato ogni parola che intorno ad esso è stata scambiata, e sapendo che quel clima teso raramente giova agli affari, interviene con la lungimiranza di un politico avveduto -ma sempre e comunque in perfetto stile Boggart-, riportando la discussione a toni più neutri. Tuttavia, non prima di aver lasciato un'ultima consegna per la barista.
”Tu riempie, si tesoro? Grazie grazie.”
Lasciando sul bancone un secchiello comparso da chissà dove, il Gerarca affida il suo ordine alla Segretaria Lust prima di tornare a dedicarsi agli affari, voltandosi con calma per raggiungere i due litiganti; la donna cornuta si limita pertanto ad alzare le spalle senza scomporsi, perché non è certo la richiesta più assurda a cui le è stato chiesto di ottemperare nell'arco della sua carriera, così -con un sorriso pacatamente compiacente- riversa dove indicatole un fiume di alcol con diverse bottiglie come affluenti. E una generosa palettata di ghiaccio.
"Biddy caro, chesto no è certo modo di rivolgersi a Pasha di Esarcato, si?
Noi no dimentica che noi qui è tutti servi di sabbie.”
Impegnandosi per mantenersi pacato e interpretare il ruolo del paciere -un po' stretto di spalle e che tira sulla pancia, come una di quelle belle camicie inamidate che sul manichino in vetrina vestono invece sempre alla perfezione-, il Rossiccio si piazza in mezzo agli altri due interlocutori che torreggiano su di lui, e... si mette seduto sul tappeto. E si leva le scarpe. E comincia a massaggiarsi un piede squamato.
”Forse qui presente LORD IBLIS vuole nostra salvezza per suo tornaconto. Forse no. Noi però è scappati da Aren, chesto è fatto. Noi ha ancora libro, e nostre teste attaccate a collo.”
intavola il Pasha, offrendo al collega un controcampo al suo punto di vista
”Io ha già espresso mio parere, in passato, su altre sedie di esarcato vuote. Io no crede che Merovish abbia bisogno di leadership deboli. Noi litiga come ragazzine, allora città ha tutto diritto di masticarci e sputare nostra ossa in Fossa. LORD IBLIS ha meritato sua poltrona, e come lui dice, in Arena lui ha combattuto a nostro fianco,e no contro di noi.”
In apparenza, il padrone della Quinta Bolgia sembra star prendendo le difese del loro anfitrione, ma la smorfia preoccupata del Moro trasmette l'esatto contrario del sollievo... perché -per esperienza- sa benissimo che quel genere di paternali non risparmiano né premiano nessuno, e avverte vicinissimo il presentimento che da un momento all'altro il discorso percorrerà la curva del “e in quanto a te, giovanotto...!”, finendogli addosso con un bel frontale. Quindi, inutile farsi illusioni e meglio prepararsi all'impatto.
”Io vuole credere che LORD IBLIS sia qui esattamente per nostro stesso motivo... indagare cosa chesti figuri stiano architettando. E assecondarli, per ora, è sicuro strategia migliore per raccogliere informazioni. Io vuole credere che LORD IBLIS lo stia facendo per questioni personali... ma anche per bene di Merovish, si. Io crede questo. TUTTAVIA.”
l'occhiata sferzante che Boggart rivolge al Demone colpisce in pieno – e fa male
”Noi è venuti qui con molti bipedi, bipedi fedeli a Merovish. Quasi tutti morti, io crede. Molti di loro nostri amici. Amici di prima che noi diventassimo chello che noi è ora.
Io crede, LORD IBLIS... che noi avrebbe potuto agire diversamente, sapendo cosa noi andava incontro. Si?”
L'Arcidemone tace per un lungo istante, prendendosi il mento in una mano e volgendo altrove lo sguardo assorto, soppesando con cura la questione invece di pensare a quali parole scegliere per rispondere: normalmente, la barriera attorno al perimetro avrebbe dovuto tenere fuori -e quindi al riparo dalla zona calda- la popolazione locale, evitando incidentalmente quelle perdite al Presidio Sud e quella situazione tra loro... inoltre, non ricorda di essere stato interpellato come Pasha per la mobilitazione delle truppe del Meridione, e se questo di certo non lo giustifica, lo mette in condizione di chiedersi con l'interesse di un accademico che contempli un meccanismo inceppato a che punto del percorso si sia verificato il problema, quanto v'influiscano le sue azioni di singolo, e cosa dovrebbe materialmente fare per ripararlo.
”Io crede che madama Merovish vorrà sue scuse, LORD IBLIS. Fino ad allora... fino ad allora, io crede che noi deve collaborare, si?
riscuotendosi dai suoi pensieri,Kalanjanusnota il foglio che gli viene porto
Forse tu sa dire cosa chesto significa? O cosa tuo fratello cerca, da chesto spettacolo? E sopratutto, come tu ha fatto a mettere su famiglia, con tutto chel lavoro che noi ha da fare in ufficio? Io no può manco mettere artiglio fuori da scrivania, troppe pratiche!”
Gli occhi d'oro rimbalzano dal pezzo di carta al volto di nuovo bonariamente ghignante del Boggart, e di nuovo alla mappa sbozzata che vi è rappresentata sopra; con molta cautela -e un poco di perplessità- il Moro tende una mano per raccoglierlo tra le dita e osservarlo, più da vicino e con più attenzione: sembra essere -su per giù- una mappa di Endlos, con sopra alcuni geroglifici di difficile decifrazione...
"Noi è d'accordo, si? Noi collabora, e no muore come idioti in campo nemico, in inferiorità numerica, senza alleati che a sorpresa salva nostra pellaccia, si? Bene."
Fiducioso in una risposta affermativa, il Gerarca lascia l'ospite a studiare il foglio
e si volta per tornare al suo secchiello e al mix di alcolici che lo attende.
« Beh... come indizio fa un po' schifo, ma... vediamo che possiamo fare. »
E mentre le membra degli Eversori si caricano dell'elettricità statica di chi è costretto a restar fermo quando lo spirito freme e la mente lavora alacremente, non resta altro da fare che aspettare l'inizio dello Spettacolo... e con esso la loro chance di lasciarsi alle spalle quel Circo Diabolico..