Zeitnot

Atto III ~ Backstage
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    Zeitnot Termine derivato dal tedeso che indica la scarsità di tempo a disposizione di uno o entrambi i giocatori per effettuare le proprie mosse.

    jpg

    { ??? }
    Arthur | Uriel

    Pur seguendo percorsi diversi, quello che avete vissuto non è poi molto diverso: separati dagli altri nella Casa degli Specchi, avete ritrovato il conforto di un volto familiare in un posto alieno e presidiato dal nemico... ma non vi è stato dato neanche il tempo di rallegrarvi di quel sollievo momentaneo, né di capire cosa stia succedendo intorno a voi, che siete stati sorpresi dai Circensi, e gli eventi hanno inziato a correre lungo una strada lastricata di pericolo, violenza e caos.

    Quello che avete visto, udito e sperimentato sono esperienze così incomprensibili da sembrare solo tante sporadiche tessere di un misterioso grande mosaico... briciole lungo un sentiero che conduce a una destinazione ignota...

    Eppure, forse il momento di ricollegare gli indizi di cui siete entrati in possesso -che ne siate coscienti o meno- è più vicino di quel che pensate: perché siete i Custodi delle Sette Vie di Endlos, i guardiani della Conoscenza, e trovare un senso alle cose per rispondere al richiamo della verità non è per voi un lavoro, quanto la vocazione di una vita tesa all'eternità; tutto quello che vi serve è solo un po' di quiete, e un'occasione...

    jpgVi risvegliate come da un colpo di sonno improvviso, ed è con un moto che potrebbe somigliare più alla seccatura che alla sorpresa che vi rendete conto di essere di nuovo in un ambiente che è diverso da quello in cui vi trovavate un attimo prima: siete seduti a quello che -nella penombra delle luci soffuse e nella nebbiolina che aleggia nell'aria- capite essere un grande tavolo rotondo, sistemati su comode seggiole di legno dai braccioli squadrati e dalle fodere imbottite, e mentre fate vagare lo sguardo intorno a voi, non potete che notare come i contorni della stanza sfumino fino ad annullarsi nel nero nulla di uno spazio siderale.

    Le uniche zone illuminate, quasi dal soffitto imperscrutabile dei riflettori puntino direttamente su di esse, sono costituite da alcuni posti a sedere di quel cerchio, collocati lungo i vertici di un ideale triangolo equilatero... e i cui occupanti altri non sono che Uriel, Arthur, e una misteriosa donna...

    « Buonasera, sapienti di Endlos: siate i benvenuti. »

    Una donna dalle labbra rosse e gli occhi nascosti da un velo, che copre la parte superiore del suo viso, mascherando le sue fattezze. Una donna troppo giovane, per quella roca voce da anziana. Una donna che sembra senza dubbio appartenere alla combriccola di mostri che ha attaccato il Semipiano... e che tuttavia vi ispira un quieto distacco che nulla ha a che fare con ostilità, pericolo o anche solo vaga minaccia.

    E che vi ha appena rivolto la parola in maniera pacata e solenne,
    senza mostrare alcuna sorpresa per la vostra presenza lì.

    Behind the Curtain

    Benvenuti alla Fase III del Circus Diabolique :woot:
    Dopo il termine delle rispettive quest vi ritrovate semplicemente seduti allo stesso tavolo con la misteriosa signora velata; il tavolo è abbastanza grande, quindi siete comunque tra voi abbastanza lontani da non potervi toccare.

    Le energie sono attualmente ripristinate, mentre eventuali ferite riportate in precedenza permangono: le vostre condizioni si sono stabilizzate, ma -interpretativamente parlando- potreste essere ancora doloranti, mentre i danni ricevuti non creano reali impedimenti.

    La scadenza è fissata per il 18 settembre, compreso;
    se servissero chiarimenti o proroghe, sai come contattarmi :grab:

     
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    Arthur Friederick Giles, Saggio della Via della Genesi, aprì gli occhi -come riscosso da un lungo torpore- in un luogo a lui alieno, e con non poca sorpresa nel suo sguardo si trovò a squadrare lo scranno su cui si era trovato seduto. Non ricordava, a dirla tutta, di aver mai cercato un luogo per riposare le membra: le sue ultime memorie riguardavano una porta sorpassata con stizza, decisamente turbato all'idea di aver perso il suo Alfiere di vista.

    Quel luogo, invece, gli era del tutto nuovo: appariva come una tavola rotonda attorno alla quale alcuni posti erano in luce, altri in ombra, mentre tutto il resto si dileguava nel nulla più assoluto, esattamente come i contorni di un sogno -o di un non-spazio fatto di sole immagini.
    Fortuna volle, tuttavia, che fra i presenti illuminati vi fosse un volto familiare a rassicurarlo, ma a quel punto il Cainita non fu del tutto sicuro di quanto fosse reale l'altro. Uriel, anche lui Saggio, era realmente sopravvissuto a ciò che la sventura gli aveva riservato dopo essersi divisi?

    8pYGsyM

    « Buonasera, sapienti di Endlos: siate i benvenuti. »

    Un sopracciglio si levò perplesso all'indirizzo dell'altra figura seduta al loro tavolo: una donna in apparenza giovane e dalle fattezze lussuriose, nonostante il volto coperto, e con la voce da roca dalla vecchiaia.
    Considerando che, a dare il benvenuto, si fosse a suo modo dichiarata come "padrona di casa", il vampiro ebbe pochi dubbi sul suo appartenere allo schieramento di scellerati che aveva osato invadere quel semipiano. Ciò nonostante, i suoi modi non davano traccia di ostilità o vaga minaccia, ragion per cui -imbrigliando i sentimenti violenti in una rete fatta di assiomi ed intuito- Arthur scelse di assecondare il tentativo di dialogo chinando lievemente il capo in segno di saluto.

    La ritenne in ogni caso "saggia", poiché sospettò parlasse in quel modo solo in virtù di ciò che sapeva su loro: difficilmente un guerriero si sarebbe limitato a tacere, con un'occasione simile di contrattaccare. La sconosciuta sapeva dunque con chi parlava... e probabilmente fin dove avrebbe potuto spingersi.

    -Buonasera a lei, milady. Se non è scortese chiederlo... dove siamo i benvenuti?

    Perché lo spazio era distorto in quel luogo -molto di più degli altri- e dopo l'esperienza ai camerini non lo avrebbe affatto disturbato l'idea di una possibile via di fuga. Dopotutto... non avrebbe trovato pace lontano dal suo Alfiere, disperso chissà dove.

     
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    Tetros, Sacra Sede
    Un secolo prima



    Uriel camminava lentamente nei corridoi della Sacra Sede, a passo lento e lo sguardo perso. Non era solo: una figura, più alta e anziana di lui, lo accompagnava restando al suo fianco.
    «Oramai sei con noi già da qualche giorno, Uriel. Stai cominciando ad ambientarti?»
    Nell'udire il suo nome, il ragazzo ebbe un breve sussulto, ma non parlò. Con la coda dell'occhio, il vecchio lo guardò per un momento e si accarezzò la lunga barba bianca.
    «So cosa stai pensando. Ti stai chiedendo perché un gruppetto di fuorilegge abbia dovuto ucciderti, spezzando la vita di un giovane ragazzo poco più che ventenne.»
    Uriel continuò a camminare, ascoltando le sue parole.
    «E ora invece sei qui, ancora vivo e con un'aspettativa di vita di gran lunga superiore. »
    Il ragazzo si fermò, costringendo anche il vecchio a fermarsi. Cercò di guardarlo negli occhi, in quelle sue vecchie iridi color oro; invece spostò il suo sguardo sulla tunica di altissima fattura che questo indossava, color zaffiro e dai ricami argentati. Gli faceva ancora un certo effetto, parlare con un Dio.
    «Non ero pronto a morire...»
    Strinse i pugni e cercò di ricordare la sua vita passata, ma l'unica cosa che ricordava erano dei brevi squarci di memorie confuse. L'unica cosa che ricordava, erano i suoi ultimi giorni di vita. Fu pervaso da un senso di nostalgia. Come poteva mancargli la sua vecchia vita, se a malapena ricordava come fosse?
    «Non lo si è mai, ragazzo.»
    Poggiandogli una mano sulla spalla in segno di conforto, con l'altra gli fece segno di proseguire.
    «Vieni, ho una sorpresa per te.»



    Circus Diabolique, ???


    In uno stato semicosciente, il Saggio di Dharma si sentiva fluttuare nel gelido vuoto circondato dalla più totale oscurità. Era stanco, ferito, fisicamente e mentalmente provato. Ripensò al momento in cui poco prima il suo gesto quasi sconsiderato causò alla sua spada, Uranus -unico ricordo rimasto del suo pianeta natale- di andare in frantumi. Sentì i suoi occhi inumidirsi.
    «Uriel, svegliati.»
    Quella voce, così autoritaria ma al contempo gentile...
    «Chronos!»
    Spalancò gli occhi. Non capiva dove si trovasse, intorno a lui solo il buio. Di lì a poco però, un bagliore rilevò la presenza della Divinità, contornata da un velo aureo. Il semidio rimase incredulo.
    «Te la stai cavando piuttosto bene su Endlos.»
    Quelle parole lo rasserenarono molto, al punto che quasi si sentì scrollare di dosso quasi tutta la stanchezza. Poi però s'incupì.
    «Chronos... non ho più Uranus.»
    Il Dio del Tempo allora si carezzò la barba e gli sorrise debolmente.
    «E' per questo che sono qui, ragazzo. Uranus è legata a te, e tu a lei. Potrà spezzarsi, ma sarà sempre pronta a riforgiarsi nell'arma che più ti si addice nel momento del bisogno. Guarda la tua mano sinistra. »
    Portò avanti la mancina per osservarla. Un guanto bianco gli avvolgeva la mano fino alle nocche e un gioiello tondo ambrato posto sul dorso brillava debolmente. Si concentrò su quest'ultimo, che cominciò a farsi più brillante, fino a far comparire dei piccoli astri che formarono una costellazione che ricordava un arco.
    «Puoi darle un nuovo nome, se desideri.»
    Uriel non ci pensò su a lungo, le aveva già trovato un nome adatto.
    «Sagittarius.»
    La Divinità fece un cenno col capo in segno di approvazione, dopodiché il suo sguardo si corrucciò.
    «Un'ultima cosa.»
    Il suo sguardo serioso spaventò un po' il semidio, che non aveva mai visto quell'espressione sul suo volto.
    «Nella notte più oscura, quando Urano si spegne,
    ecco che, nel cielo, i suoi cinque guardiani
    si desteranno dal loro sonno per portare il Buio.
    Fai attenzione Semidio, perché è giunto il momento di Nessuno.
    »


    Wwjx6



    Si svegliò di soprassalto. Dove si trovava adesso? Possibile che prima stesse sognando? Si guardò la mano e Sagittarius era lì. Poi si guardò intorno e solo in quel momento si rese conto di trovarsi seduto a un tavolo circolare, in una sala illuminata talmente poco che sembrava perdersi nel buio. Con suo stupore, vide che c'era anche Arthur con lui, e una donna che non aveva mai visto. Il Saggio fece per aprire la bocca per chiedergli dove fossero gli altri, ma venne interrotto dalla voce roca della fanciulla. Una voce anziana che stonava con la figura che aveva di fronte, a suo parere. Gli stava dando il benvenuto.
    Quindi anche lei è una circense?
    Aggrottò le sopracciglia. Non gli sembrava pericolosa, e il suo tono formale poteva essere la prova che non aveva intenzione di attaccarli. Decise comunque di lasciar parlare Arthur -che intanto lo aveva preceduto- e di non abbassare troppo la guardia.
    Forse aveva qualcosa di importante da dire.


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    { Antro della Chiromante Madame Endora }
    Arthur | Uriel

    -Buonasera a lei, milady.
    Se non è scortese chiederlo... dove siamo i benvenuti?


    Alla pacata perplessità del Vampiro -in quel momento focalizzato su più tetre preoccupazioni- e alla guardinga attenzione del Semidio -ancora in parte toccato da quanto visto o ricordato negli istanti di incoscienza-, la Chiromante risponde con tutta l'insondabile calma che l'esiguo spicchio visibile del suo volto permette di sfoggiare, e quando il primo gli pone le sue domande, ella resta immobile al suo posto, schiudendo appena le labbra per rispondere... come se non avesse realmente bisogno di canali ordinari come il fiato per parlare con voi.
    jpg
    « Siete attualmente ospiti nell'Antro di Madame Endora. »
    gracchia in tono neutro, fornendo risposta al quesito e presentandosi al contempo
    « Chiromante del Circus Diabolique, Contemplatrice dell'Oltre, e Oracolo.»

    Lentamente, senza tradire nessuna fretta, probabilmente per dar modo agli astanti più diffidenti di tenere d'occhio i suoi movimenti, la Veggente bendata solleva la destra all'altezza del suo viso liscio e giovane per eseguire un cenno di cui comprendete il senso quando -in risposta ad esso- alcuni oggetti si materializzano nella vostra porzione di tavolo.

    « In saldo di quanto commissionatomi da uno dei miei clienti,
    siete stati condotti al mio dominio perché risponda alle vostre domande. »

    spiega quella voce anziana, che stride in maniera disturbante con l'aspetto piacente
    « Tuttavia, la conoscenza è potere, e il potere non è mai qualcosa che si acquisisca per caso o senza sacrificio... perciò vi avverto che quel prezzo sarà interamente a carico vostro. »

    Davanti ad Arthur, sono apparsi -impilati l'uno sull'altro- due Gettoni di Rame, che un rapido controllo confermerebbe essere quelli spariti dalla sua tasca, e due cartoncini rettangolari che -per impostazione grafica- ricordano davvero molto i tarocchi: la prima ha per titolo “Casa d'Asta”, e raffigura lo scorcio di un qualche auditorium con un palco, dove una sagoma umanoide appena abbozzata se ne sta in piedi dietro ad un pulpito, brandendo un martelletto, mentre il pubblico informe agita delle sorta di... palette, con simboli che -nella miniatura- non sai distinguere; l'altra carta si chiama “Labirinto”, e la sua illustrazione mostra un intreccio di scalinate dalla prospettiva irrazionale e incomprensibile, che ti ricorda molto taluni dipinti di un artista del tuo mondo.

    « Le carte che vi stanno davanti, invece, rappresentano una cristallizzazione di alcune nozioni di cui siete già almeno parzialmente entrati in possesso - consciamente o meno. »
    parla ancora la megera dal viso di fanciulla, anticipando la curiosità di alcuni
    « Questo vi concede una riduzione sul prezzo delle risposte collegate a quell'argomento. »

    Forse, in qualità di Semidio, Uriel potrà avere meno dimestichezza col concetto di “sconto”, ma ogni eventuale imbarazzo è evitato alla radice, perché davanti a lui non sono apparse carte di quel tipo: solo tre Gettoni d'Oro, di cui non avrebbe capito la provenienza, non avendo avuto il tempo di catalogare il contenuto della bisaccia di Khatep, affidatagli da Brifos al momento della fuga... e i capitoli dello storybook che il suo gruppo ha rivenuto nelle librerie del Teatro andato a fuoco (intitolati -nell'ordine- “Vivian”, “La Casa delle Bambole”, “La Scatola Buia” e “Blackheart”, con il numero due mancante), brevi fascicoletti di carta sgualcita, che raccontano una favoletta dal gusto inquietante attraverso i goffi disegni infantili.

    jpg
    « Sì, è tutto molto bello e interessante, Madame... »
    avrebbe esordito in tono sarcastico una voce già nota ai Saggi
    « ...ma se potessimo concentrarci sulle cose importanti,
    gradirei davvero riavere prima indietro quello che vi ho lasciato in pegno. »


    Mentre il volto di Endora si rivolge alla propria destra -da cui quelle parole sono provenute-, il suono netto di un rintocco risuona sopra le vostre teste, e un altro spicchio del tavolo rotondo viene investito dalla luce di un riflettore, illuminando il busto di Kerobal -come voi seduto ad occupare una poltroncina- e un ammasso di capelli bianco-sporco che si intravede a malapena alle spalle di questi, riverso immobile sul pavimento.

    « Il prezzo di questo desiderio è una moneta d'Argento, Principe. »

    Abbassando le iridi di ametista sulla propria porzione di tavolo, il Nephilim lancia un'occhiata a quello che ha davanti: una carta chiamata “Casa d'Asta” -a sua insaputa uguale a quella di Arthur-, e una seconda dal titolo “Black Agenda”, che raffigura una specie di taccuino in pelle nera, con un simbolo arcano a lui ignoto impresso in rosso al centro della copertina, e dalle cui pagine -nere anch'esse- spunta l'angolo di un foglio contenente quella che si intuisce essere una lista numerata, il cui ultimo punto sembrerebbe un “66”; il suo budget totale per quelle trattative annovera solo un Gettone di Rame e un Gettone d'Argento lasciatigli dalla sorellastra.

    « D'accordo, quindi-... Oh. Ma siete vivi...! »
    nel riportare lo sguardo sulla Circense, si accorge degli altri: di Uriel, di Arthur, e...
    « ...oh. E lei chi è? »

    Passando inosservata, ad occupare un altro punto del tavolo -stavolta alla sinistra della Cartomante-, fa la sua comparsa una ragazzina su quattordici anni, dagli occhi ametista lucidi per la febbre e l'aria sperduta e stravolta, i cui lunghi capelli argentati e l'abitino bianco la farebbero di certo brillare alla luce se solo fossero puliti; tuttavia, quel candore sporcato è comunque sufficiente a catalizzare su di lei lo sguardo di tutti... Anche perché la sua pila di monetine conta ben sei Gettoni d'Argento e due carte -rispettivamente, un'altra “Casa d'Asta” una seconda “Black Agenda”-, e perché c'è un serpentello bianco appollaiato a cavallo del suo schienale.

    « Io... Io... Ecco... »

    Forse, per mettere la piccola a suo agio sarebbe d'aiuto un rapido giro di presentazioni, ma -ancora più importante di questo- converrà dare priorità a qualche calcolo e ragionamento per mettere insieme le informazioni che avete fino ad ora reperito su questo Circo Demoniaco, incastrare i pezzi del rompicapo, e dare un senso con la logica e gli oracoli di Endora agli spazi ancora vuoti tra un brandello di indizio e l'altro.

    Behind the Curtain

    Ed eccoci all'inizio di questa giocata che, a dispetto della relativa rilassatezza del setting,
    vi prannuncio non sarà facile come sembra :pft:

    Travolti dal ritmo e dalla portata degli eventi in cui il Circus Diabolique vi ha coinvolti, non vi sono state date molte occasioni di elaborare e metabolizzare le informazioni che i vari gruppi sono riusciti ad acquisire, ma adesso quel momento è arrivato, e sta a voi fare le domande e le deduzioni giuste per capire cosa sta succedendo... perché, naturalmente, quanto ricostruirete qui potrebbe fare la differenza nei futuri assetti del Semipiano. :flwr:

    Vi consiglio di riflettere con attenzione e collaborare – tra di voi, e con i PNG. :sisi:
    La scadenza è fissata per il 29 settembre, compreso;
    se servissero chiarimenti o proroghe, contattatemi :grab:



    Edited by Madhatter - 3/10/2017, 17:28
     
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    Sembrava strano, ma era contenta. Aveva trascorso in quella gabbia un tempo talmente lungo che le era sembrato di diventare un fossile, costretta in uno spazio così angusto e con la costante minaccia di angherie ed umiliazioni, essere uscita da quella maledetta prigione simile ad una voliera per uccellini era semplicemente liberatorio. Perfino scambiarla con un salto nel vuoto e risvegliarsi in un luogo completamente sconosciuto e circondata da persone totalmente ignote andava bene, anzi perfino benissimo.
    Perfino l'inferno andava bene...

    -Queste sono le informazioni che abbiamo... Cosa rappresenta questa?
    « Oh, la riconosco! Serve per l'asta... »
    Stupita di udire la sua stessa voce, Riful sbatté gli occhi annebbiati dalla febbre come svegliandosi di soprassalto, uscendo dallo stato molto prossimo al coma in cui si trovava per catapultarsi di nuovo in quella strana, incomprensibile riunione in cui si sentiva un pezzo estraneo a tutto ed a tutti, ed in cui fino a quel momento si era limitata a tenere a bada il piccolo Abbadon, il suo cattivissimo draghetto bicefalo delle dimensioni di un gattino appena nato, che nel frattempo stava insistentemente cercando di strapparle via un dito a morsi, gettando al contempo uno sguardo al piccolo serpentello bianco con cui era giunta fin lì. In realtà non aveva capito un accidente di quello che era successo e non aveva neanche tanta intenzione di parlare, però quella carta la conosceva eccome, e quella frase le era scappata. Cercò di farsi piccola-piccola sperando di essere passata inosservata, scoprendo però suo malgrado di avere gli sguardi di parecchia gente puntati addosso come fari.

    « Asta? Potresti spiegarmi meglio, bambina? »
    Era tentata di rispondere "no, per favore, sono troppo stanca, lasciatemi stare..." ma aveva paura delle reazioni che poteva causare quella risposta indisponente. Quando era nella sua gabbia l'avevano picchiata per molto meno, quei tipi per quanto ne sapeva potevano perfino ucciderla e mangiarla ora che si erano accorti di lei, anche se era sicura di avere solo pelle e ben poca carne attaccata alle ossa...
    Aspetta un momento: le avevano appena dato della bambina?

    « Non sono una bambina! Avevo un nome il giorno in cui mi hanno rapita e condotta qui, e gradirei riaverlo indietro ora e per sempre. »
    "Mi uccideranno" pensò tremando.
    Beh, diamo loro ciò che vogliono, magari mi credono utile e mi risparmiano la vita.
    « E' l'asta a cui dovevo partecipare come oggetto da vendere. Un asta di schiavi, quindi... »
    Sì, era una risposta chiara e coincisa. E le reazioni la sorpresero, c'era anche chi la trovava "aberrante".
    Che culo: era finita in una riunione di demoni e vampiri buonisti, magari la situazione non era poi così terribile e poteva perfino avere una vaga chance di uscirne viva e vegeta e con tutti gli arti attaccati al loro posto.

    -E... Quale sarebbe il tuo nome, dunque?
    Il nome...? Il nome. Un tempo, a Celentir, le persone tremavano ad udire quel nome.
    Oddio, non proprio. In realtà a ben pensarci erano davvero in pochi a conoscere il suo nome, ma era più che certa che almeno una buona metà di quelle persone tremavano di paura. Volendo essere realisti quei tipi probabilmente si sarebbero collocati nella metà sbagliata, quindi tutto sommato era inutile nonché ridicolo darsi un tono.

    « Meh. » Essere deboli fa schifo, ma anche essere troppo potenti è pessimo, ma chissà perché le buone e sane vie di mezzo non appartengono a questo mondo. « Dicevo: il mio nome è Riful di Celentir. Piacere, signor...? » Poi si guarda attorno con aria affranta « Già che ci siamo, non è che potrei sapere dove mi trovo? »
    Non voleva usare un tono lamentoso con quest'ultima frase, ma le scappa via assieme ad un sospirone disperato, quindi c'è poco da fare...

     
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    Il giovane Semidio stava assimilando le informazioni che la Chiromante aveva appena dato al gruppo. Diede uno sguardo alle carte che erano comparse davanti ai suoi compagni, poi guardò la sua zona di tavolo e i gettoni d'oro che solo lui possedeva. Realizzò dunque di non essere entrato in contatto con informazioni importanti per essere d'aiuto, e un po' se ne dispiacque. Tuttavia era in possesso della moneta di scambio con valore più alto, e questo bastò a cominciare a mettere in moto il cervello per non sprecare quell'occasione di riscattarsi. Nel frattempo, Arthur si era già messo all'opera per districarsi da quell'enorme intreccio di mistero e inquietudine che era il circo, e lo fece chiedendo alla ragazzina se sapesse cosa rappresentava una delle sue carte.
    A suo dire, la carta rappresentava un'asta di schiavi, di cui essa stessa faceva parte. Sul viso di Uriel apparve un'espressione disgustata. Sapeva ormai che i circensi erano persone oltremodo crudeli, spietate e senza un briciolo di scrupolo, ma non credeva proprio che trattassero anche il commercio di schiavi. Credeva che il loro solo e unico pensiero fosse uccidere.
    «E' una cosa... aberrante.»
    - Concordo. E... quale sarebbe il tuo nome, dunque? -, chiese Arthur fissando la bimba.
    Disse che il suo nome era Riful di Celentir. Nel sentire la sua candida voce, al Saggio di Dharma quasi pianse il cuore pensando a chissà cosa potrebbe aver passato fino a poco prima, resa schiava e in un luogo che non era per nulla adatto a una bambina.
    - Io sono Arthur e loro sono i miei colleghi Uriel e Kerobal. Siamo degli studiosi -
    Di riflesso, nel sentire il suo nome, Uriel fece un breve cenno col capo in segno di saluto, mostrando un debole tuttavia dolce sorriso alla bambina.
    «Piacere mio, Riful.»
    Riguardo invece al fatto di dove si trovassero, il Vampiro chiese invece l'aiuto dell'altro figuro che Uriel non aveva ancora modo di conoscere, ma che a sentire da come si rivolse a lui Arthur pareva conoscere benissimo.
    - Tu ne sai qualcosa? -
    « Beh... »
    Alzò le mani come ad indicare il posto.
    « Siamo nell'antro della Chiromante -la signora l'ha detto, prima-, e da quel che mi è parso di capire è una sorta di zona franca in questo... posto. Inoltre... »
    Abbassò le mani sul tavolo e si mise a picchettare con un indice sulle monetine davanti a sé
    « ...usando queste, Madame può rispondere alle nostre domande oppure esaudire dei desideri. Su questo luogo, non so altro. »
    Le ultime parole di Kerobal illuminarono il viso di Uriel.
    «Può esprimere desideri? Ciò significa anche assistere virtualmente ad un evento passato?»
    Kerobal lo squadrò, e con un mezzo sorrisino alzò le spalle.
    « Presumo... »
    - Sai qualcosa riguardo questa asta di cui parla la signorina Riful? -
    « Temo di no. »
    Poggiò un gomito sul tavolo e con la stessa mano si tenne la testa.
    « Ma... dopotutto è un'asta: immagino sfruttino il grande raduno di demoni e mostri per piazzare qualche rarità a qualche pezzo grosso. »
    - ... vedo che hai trovato tuo padre. Non pensi sia meglio curarlo? -
    « Era esattamente la prima cosa che volevo fare! »
    Un sorriso sornione si dipinse sul suo volto.
    « ...dopo aver riavuto il mio talento. »
    - Noto che hai una moneta d'argento con te. -
    « Si... è stata Drusilia a consegnarmela. »
    Le orecchie del Semidio di drizzarono. Drusilia??
    «Drusilia?»
    « Sì. »
    Volse il suo sguardo verso Uriel, delineando un breve riepilogo.
    « Io, lei, e la Kitsune ci siamo ritrovati qui dopo la casa degli Specchi. Io stavo cercando mio padre, così ho chiesto un "favore" ad Endora... »
    Lanciò poi uno sguardo alla Chiromante, proseguendo.
    « ...e ci siamo ritrovati in una specie di Zoo. Non so di preciso cosa è successo, ma è scoppiato un putiferio. »
    - E perché tua sorella te le ha consegnate? -
    SORELLA?? Uriel ebbe un tuffo al cuore. Quell'uomo era il fratello di Druisilia. Della sua Signora. Con un lieve sbuffo, Kerobal spostò lo sguardo su Arthur e rispose alla sua interruzione.
    « Drusilia è andata ad aiutare i suoi Aviatori, e mi ha consegnato le medaglie perché portassi in salvo il Vecchio. »
    A scopo dimostrativo, tirò un colpetto con la punta dello stivale ad un fianco dell'uomo disteso sul pavimento, dopodiché posò lo sguardo su Riful.
    « Anche lui era in una gabbia. Magari speravano di vendere anche lui... »
    - Dovresti darle ascolto. -
    Uriel inclinò la testa, confuso. C'era il presunto padre di un Alfiere per terra, disteso sul pavimento come fosse uno straccio e in condizioni pietose e pareva che al figlio non importasse granché del suo vecchio. Questa cosa lo infastidiva un po'.
    «Quell'uomo è il padre di Drusilia?»
    La domanda ebbe un effetto bizzarro sul fratello della Dama del Vento, che prima sbatté le palpepre e poi si mise a ridere a crepapelle. Uriel non capiva cosa ci fosse da ridere, che lo guardò allibito e una punta di odio.
    - ... no. Hanno la stessa madre. I padri sono diversi, Uriel -
    Il Semidio decise di non parlare, ma uno sguardo corrucciato tradiva un velo di disappunto verso il suo collega.
    - Non temere, amico: la situazione era fraintendibile. E non dar retta alle risate di Kerobal -
    Tossicchiando dopo essere rimasto senza fiato, il respiro di Kerobal si regolarizza, tornando a raddrizzarsi contro lo schienale.
    « D'accordo... basta perdere tempo »
    Prendendo la moneta d'argento che gli sta davanti, la fece danzare tra le dita, e infine la lanciò in direzione di Endora, facendola volteggiare in aria.
    « Chiromante, rendimi il mio talento. »
    « Così sia fatto. »
    La voce della Cartomante è un sussurro delicato, e dalla sfera che di cristallo -disposta tra le mani ben curate- si dipanò quello che sembrava il germoglio di un verde rampicante, che percorrendo il tavolo si allungò fino a Kerobal, finendo assorbito dalle mani dell'Artista prima di svanire.
    - Qual è il prezzo per curare le ferite del demone alle sue spalle? -
    « Dipende dall'entità della guarigione. », replicò la donna, volgendo il viso verso il Vampiro.
    « Una moneta di rame lo terra fuori pericolo di vita, una d'argento risanerà le sue ferite più gravi, e una d'oro ripristinerà le sue condizioni - due, lo riporterebbero a com'era prima della cattura e della cattività. »
    - Se gli altri sono d'accordo, vorrei che fosse esaudito il desiderio dell'alfiere errante tenendolo almeno in vita. Per ora -
    « Sì, mi sembra una buona decisione. », commentò, massaggiandosi distrattamente il mento.
    « Dopotutto, il mio vecchio è duro a morire. »
    Il Semidio fece un lungo sospiro. Non lo conosceva, ma magari non era maleducato come il figlio da concedergli la salvezza.
    «Sono d'accordo. Dopotutto, è il volere della mia Signora.»
    « Ehm... perdonatemi, ma... queste monete non sono mie... non mi appartengono, ecco. Io le ho solo raccolte per la padrona di questo cucciolo, devo portarle a lei..." »
    Il serpentello che la accompagnava, a quel punto, scivolò lentamente sul tavolo e cominciò a parlare.
    - Mi ha mandato la mia Signora Drusilia a cercarle. -, annuì, mentre Arthur lo fissava con perplessità.
    - E tu cosa saresti? -
    - Il suo fedele servitore, ovviamente. -, ribatté subito il serpentello.
    Il Vampiro sbuffò, e Uriel capì subito che era decisamente stizzito dal fatto che fosse all'oscuro di tutto. Ormai aveva capito che Arthur si infastidiva quando non aveva le cose sotto controllo.
    - Bene, dunque. Kerobal, potresti pagare la guarigione di tuo padre? -
    Con un mezzo sospiro nient'affatto sorpreso, il Nephilim lanciò alla Cartomante il gettone di rame, l'ultima moneta in suo possesso
    « Pago questo per la salute del mio Vecchio »
    Come prima, ecco che i rampicanti fuoriuscirono dalla sfera, strisciando sotto il tavolo e percorrendo il pavimento per raggiungere infine il vecchio, curandolo.
    «Puoi mostrarmi eventi passati? Quale sarebbe il prezzo?»
    « I ricordi sono una questione complessa, Araldo di Chronos, perché il loro valore può mutare in base al Cuore, al Fato e al Tempo che in essi si intrecciano... ciò non di meno, se questo è il tuo desiderio, posso esaudirlo. », asserì la Veggente, rivolgendo il viso celato verso il Semidio.
    « Poni la tua offerta e ti sarà dato quello che ti è dovuto. »


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    Con ancora lo sguardo infastidito, ma chiuso in sé stesso e le sue elucubrazioni, Arthur era rimasto ad ascoltare Endora in silenzio. Ciò nonostante, al termine delle sue parole, la sua curiosità ebbe il sopravvento e la richiesta di aiuto verso un'altra mente fidata fu la logica conseguenza a tutto quel caos.

    -Cosa ne pensi, amico mio?
    «Sappiamo che hanno in mente di vendere delle persone all'asta, ma a chi?» rispose prontamente Uriel, strofinandosi il dorso dell'indice sul mento - ... O dove. O quando- continuò Arthur, sospirando -Ma soprattutto... Quale è l'evento centrale e culminante di questo circo? Durante il mio tragitto hanno parlato di permessi ottenuti... Avrei molte domande, e vorrei anche sapere da chi abbiano ricevuto queste fantomatiche “concessioni” che millantavano, ma non so quali delle mie richieste possano essere davvero utili al momento.

    Perché, almeno per ciò che lo riguardava, il problema non rientrava nella ricerca delle domande, ma in una selezione di quelle che gli vorticavano nella testa da troppo tempo per non riuscire ad innervosirlo. Ad esempio, avrebbe voluto scoprire chi era colui che li aveva portati da Endora -probabilmente la stessa persona o un complice di chi li aveva strappati più volte dalla morte e diverse trappole lungo il tragitto- ma riteneva comunque il dato ottenibile davvero poco utile alla più pragmatica necessità di fuggire o bloccare le atrocità che i nemici avevano ancora in serbo. Il danaro, inoltre, era limitato: dovevano concentrarsi e fare domande mirate.

    «Permessi per partecipare all'asta, forse»
    -No, permessi per l'invasione.
    «Invasione? Perché mai qualcuno dovrebbe avere i permessi per un'invasione? Vogliono vendere Endlos al miglior offerente?»
    -... Non lo so. Kerobal, riesci a ricondurre la tua immagine della lista nera a qualcosa che conosci?

    Endora, intanto, attendeva in placido silenzio, mentre Kerobal giocherellava battendo l'indice sulle due carte che gli stavano innanzi.

    « L'asta è piuttosto comprensibile, visto quello che sappiamo, ma... » prese l'altra carta, mostrandola ai Saggi ed alla bambina «....non ho la più pallida idea di cosa sia questo: forse dovremmo semplicemente chiedere "cos'è questa Black Agenda?" »
    -Mi pare sensato. Son d'accordo.
    «Quanto ci verrebbe a costare?»
    « Un gettone di rame. »

    Ormai era deciso, dunque il cainita scelse di pagare il suo prezzo.

    « Il nome in codice "Black Agenda" rappresenta un incarico a lungo termine che è stato commissionato -previo regolare pagamento- all'organizzazione del Circus Diabolique sul territorio di Endlos - più di dieci anni fa. Il lavoro prevede l'impiego di svariati nostri agenti secondo le richieste del committente, e in collaborazione con questi, allo scopo di compiere uno specifico rituale.
    -Quanto costa conoscere il fine di questo rituale?
    « Una moneta d'Argento a prezzo pieno. Una moneta di rame usufruendo dello sconto. »

    -Che ne pensate?
    Arthur lanciò un nuovo sguardo agli altri, trovando l'annuire silente di Kerobal e l'appoggio di Uriel.
    «D'accordissimo.»
    -Ecco a lei la mia domanda, e richiedo lo sconto. Quale è il fine di questo lungo rituale? Il suo scopo?
    Nel dirlo, la prima immagine -quella, appunto, dell'agenda nera- si vaporizzò fra le dita del Principe, concedendo loro uno sconto come anticipato poco prima da Endora e permettendo che fosse data solo una moneta di rame.
    « Il rituale prevede l'apertura di una dimensione chiusa e ripiegata su sé stessa, che porta il nome di "Pandorica"; attraverso la rescissione di 66 Sigilli, la soglia si apre, connettendola al mondo che ospita il rituale. Lo scopo del committente è liberare la qualcuno che è da lungo rimasto rinchiuso nella desolazione della Gabbia. »
    Vi fu un attimo di silenzio interdetto, prima che il vampiro ritrovasse l'uso della parola.
    - … questo è un problema. Quindi, Madama, solo per verificare di aver capito: i 66 sigilli sbloccano solo la dimensione, giusto?
    « In ogni dimensione le circostanze possono portare alla creazione di infiniti sigilli; tuttavia, per operare il rituale ne bastano solo 66. »

    -Maledizione... chi sarà rinchiuso questa volta?- ancora memore del Drago Divoramondo, Arthur si portò una mano a massaggiare le tempie in un gesto enormemente stanco ed afflitto. Poi si rivolse ad Uriel, consapevole di quale fosse la sua Via d'appartenenza -Esiste qualcosa a Palanthas a riguardo?
    «In alcuni vecchi libri, sia nel mio mondo, sia a Palanthas, compare un mito su questo "luogo di nessuno" dove vengono bandite divinità e altri abomini.»
    -Grazie, Uriel.

    Di nuovo calò il silenzio, e quella volta l'orrore, il raccapriccio e la terribile preoccupazione di un futuro a loro troppo prossimo si fece palpabile come non mai.



    Edited by Drusilia Galanodel - 29/9/2017, 17:47
     
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    { Antro della Chiromante Madame Endora }
    Arthur | Uriel

    Poco alla volta, man mano che scambiate tra voi informazioni, teorie e congetture, i vari tasselli di quanto sapete sul Circo e i misteri che da esso si dipanano vengono disposti sul tavolo della Cartomante: all'inizio, sono solo frammenti sconnessi di qualcosa di ben più grande e complesso, che sfugge alla comprensione, ma... poco alla volta, i brandelli di conoscenza fornitavi da Endora, insieme al lavoro congiunto delle vostre intuizioni, iniziano a tratteggiare collegamenti labili ma plausibili tra fatti che reputavate isolati; linee evanescenti e ancora incerte, che tuttavia cominciano a conferire un qualche senso -seppur vago- al disegno dentro cui vi siete (e siete stati) fino ad ora spostati alla cieca.

    Da una parte avete l'Asta che alcuni di voi hanno forse già sentito nominare da quando l'incubo di Kisnoth ha avuto inizio, e -stando alle dichiarazioni della diretta interessata e di Kerobal- date per assodato che sia la bambina di nome Riful, sia un ancora incosciente Raizen, siano stati imprigionati per essere rivenduti nel corso di questo evento; da ciò, avete dedotto che si tratti di una compravendita di schiavi... e per quanto l'interrogativo sul luogo e il momento della trattativa, o l'identità dei possibili acquirenti, rimangano argomento irrisolto nelle vostre menti, non faticate ad immaginare più di uno scopo a cui un demone potrebbe destinare una qualsivoglia creatura alla sua mercé.

    Dall'altra, scoprite d'un tratto l'esistenza di un problema forse ancora più grosso e più urgente per Endlos e tutte le genti che vi dimorano: come la Chiromante racconta, l'operazione “ Black Agenda è il nome in codice dato a un rituale che metterà in comunicazione il vostro mondo con la Pandorica, una dimensione-prigione di cui ignorate qualunque cosa... così come vi è parimenti sconosciuto ogni dettaglio riguardante l'inquilino che il misterioso “Cliente” ha così pazientemente atteso di liberare tramite un piano in corso da 10 anni; di certo, pur ragionandoci, non riuscite a non giungere alla conclusione che non possa trattarsi di nulla di buono.

    jpgLa Veggente dice che “le circostanze possono portare alla creazione di infiniti sigilli”, ma che per portare a compimento il rito “ne bastano solo 66.”... e questo non fa che moltiplicare gli interrogativi nelle vostre teste; la missione di cui i Circensi sono stati incaricati come mercenari, e che dà un senso alle loro apparizioni in giro per il Semipiano, era l'apertura di questa porta tramite la distruzione di misteriosi “sigilli”, ma...
    Che cosa sono questi sigilli? Qual'è la loro natura? Quanti ne avranno già distrutti, oramai? Quanti ne servono ancora, prima che la Gabbia si schiuda? E se fosse già successo? E se stesse accadendo proprio in questo momento? E se foste invece ancora in tempo? Esiste un modo per impedirlo?

    Tanti dubbi e troppe domande vi separano ancora da una chiara visione della verità, e vi restano solo i tre Gettoni d'Oro di Uriel, i sei Gettoni d'Argento della ragazzina (sempre ammesso che si decida a rimetterli all'uso comune, visto che non sono suoi), tre Sconti inerenti l'Asta, quello che Arthur ha identificato come uno Sconto riguardante il Gateway e gli Storybook di Vivian.

    ...e le vostre risorse, a cominciare dal Tempo a vostra disposizione, si consumano più velocemente di una candela che brucia da entrambi i capi: una sensazione a dir poco sgradevole per un Semi-dio, che ha trasceso il grande limite dei mortali già molto tempo fa, e per un Vampiro, che ha volontariamente rinunciato all'umanità per ribellarsi a quel tiranno impassibile e crudele.

    Al di là di ogni vostro pensiero o angoscia, la vostra ospite resta invece placidamente seduta al proprio posto, con le mani a riposo accanto alla sfera di cristallo e lo sguardo insondabile fisso sul nulla... o la pensate così finché, dopo aver reclinato un poco la testa da una parte -gesto che probabilmente passa inosservato ad eccezione che per qualche tintinnio di alcuni ornamenti del velo che le copre il capo-, la donna volge lo sguardo verso uno degli spicchi in ombra del tavolo, un istante prima che il cono di luce di un nuovo riflettore riveli una nuova presenza...

    « ...senta, Signora: io non ho tempo per queste cose di Aste, Agende, e Pandori! »
    brontola con tono lamentoso un ragazzo con corti capelli albini e occhiali scuri
    « Io volevo andare da Drusilia! Perché sono qui?! E che dovrei farci con queste?! »

    ...una figura che deve essere lì con voi già da po', visto che sembra aver ascoltato tutto ed essere pure impegnato in una conversazione con la Chiromante da abbastanza per essere già diventato insofferente; non che la cosa richieda necessariamente un periodo particolarmente lungo -dopotutto, se si è nervosi e sotto pressione, per esacerbarsi basta poco-, ma l'apparizione vi lascia comunque sorpresi

    « Il prezzo per la prima domanda è un Gettone di Rame. »
    « Madame: le ho già detto che ho lasciato il mio borsellino a casa! »
    « Le carte sono invece degli Sconti per ott-... »
    « Ho detto di no! Non compro nulla! »

    Ad alcuni di voi, questo tipo melodrammatico potrebbe essere vagamente familiare: è l'uomo che ha informato Kalia dell'attacco, era con i Laputensi durante l'ingresso a Kisnoth, nella Sala degli Specchi lo avete visto con Drusilia, forse lo riconoscereste come la tata di Lowarn nei suoi primi anni di vita, o magari vi è capitato di vederlo saltellare una o due volte nei corridoi di Palanthas per far visita all'ufficio di Brifos...

    « Ehi, tu! »

    Nel momento di immobilità in cui lo squadrate per cercare di ricordare dove lo avete già visto e -se lo conoscete- il suo nome, Kerobal è il primo a rompere il silenzio per richiamare la sua attenzione e interagire con lui; decisamente, “ehi, tu!” è un epiteto ben poco caratterizzante, e il Gufo l'avrebbe facilmente ignorato del tutto, non fosse stato che (proprio come voi) era fino ad un momento fa del tutto ignaro di altri ospiti all'interno dell'Antro di Endora.

    « Tu, che cercavi Drusilia: potresti mostrarci le tue carte? »

    Sebbene gli occhiali scuri gli nascondano le iridi, quando l'albino si volta verso quella voce non è difficile capire dal sopracciglio inarcato e dalle labbra contratte in una piccola smorfia che non pare affatto dell'umore migliore per chiacchierare di giochi di carte, puntate in denaro, e altre fesserie... e l'atteggiamento apparentemente rilassato e strafottente del Nephilim, che si abbandona contro lo schienale della poltroncina e gli rivolge un mezzo sorriso affilato, di certo non aiuta a conciliare.

    « Non c'è tempo per queste cose. »

    Preoccupato com'è per la sorte della vostra comune conoscenza -per voi una figlia, una sorella, una madrina-, pare più infastidito che altro da quella richiesta di cui non capisce il senso... o forse siete voi a non percepire la questione con la sua stessa gravità.

    jpg
    « Sono stato nelle cucine: oltre a macellare i prigionieri, stanno preparando una BRUTTA torta nuziale. E uno dei Circensi mi ha definito “parente della sposa”. E... anche se questo posto è un groviglio irrazionale di dimensioni spaziali, non riesco nemmeno a percepire Drusilia... »

    A voi, quell'ultima dichiarazione non aggiunge nulla, ma al Violinista pare pesare come un grosso limite, come se -normalmente- ne fosse invece in grado, e quella novità lo lasciasse frustrato... e timoroso, a giudicare da quel che aggiunge con fare esitante, in un filo di voce.

    « ...è come se avesse smesso di esistere. » « Stai dicendo che sarebbe morta? » « No. Se fosse morta lo saprei di sicuro: lo avrei sentito. » « ...come? Ok. Scusa. Ripetimelo un momento, perché mi sfugge: che tipo di legame avete esattamente tu e Drusilia? » « Mi chiamo Owl. » « Quello-che-è. » « E' difficile da spiegare. E non capiresti. » « Facciamo un tentativo. » « E sono troppo agitato. » « Si nota. » « E non c'è tempo. »

    Ad interrompere la sequenza serrata di botta-e-risposta, in cui il tono del Violinista è andato via via acuendosi col crescere del suo nervosismo, è il sospiro veramente stanco che risale i polmoni del Principe-Demone: così non sembra funzionare... perciò, è meglio fermarsi e ricominciare da un'altra angolazione.

    « D'accordo... Owl ascolta: noi siamo Saggi di Palanth- » « Lo so già. » «Qualcuno ci ha riuniti qui per capire cosa sta succedendo: è probabile che anche tu sia qui per la stessa ragione. »

    Nel soppesare quell'eventualità, il Gufo incrocia le braccia al petto e ruota la testa altrove, arricciando le labbra ma rimanendo in silenzio: in ascolto, in attesa, e -soprattutto- in un muto invito a continuare.

    « Se collaboriamo, forse troveremo anche un modo di aiutare Drusilia. »
    prosegue infatti il Nephilim, mostrandosi decisamente ragionevole
    « Mostraci le carte, per favore. »

    Sospirando un poco, con fare remissivo, il Musico scioglie l'intreccio di mani e gomiti, e quando pesca i due rettangoli per esibirveli notate che si tratta di due elementi del tutto nuovi: la prima carta ha per titolo “Risiko” (parola di certo non sconosciuta a voi nerd Saggi), e raffigura una mappa di Endlos, punteggiata da spilli e bandierine; l'altra reca la scritta “Festa Privata”, e l'illustrazione mostra -al di là di alcuni tendaggi rossi in primo piano, a far da cornice- una costruzione a più piani che, complice i decori, fa pensare ad una torta che sarebbe davvero bella, se la glassa nera non la rendesse un tantino sinistra.

    « ...ho l'impressione che il Matrimonio debba essere una cosa importante. »
    « Sì, già: gran bella deduzione! Che spirito romantico...! »
    « Vi garantisco che non c'è nulla di romantico nei “matrimoni” tra Demoni. »

    Concentrato nel proprio ragionamento, il Nephilim coglie l'occasione non solo per ignorare l'indisponenza del Violinista, ma anche per allargare il discorso a voi altri... e Arthur è forse l'unico a capire il motivo per cui il volto sempre sornione del giovanotto si sia ora adombrato di una sfumatura cupa, dal momento che Kerobal -sebbene non ne sia stato il frutto- ha vissuto dentro un'unione del genere fin da quando era in fasce.

    jpg
    « In buona sostanza, si tratta di un contratto per ottenere la comproprietà di qualcosa: un artefatto, un regno... persino talenti, conoscenze e poteri, se i Demoni contraenti ne hanno la capacità e sanno come piazzare le condizioni. »
    spiega il Saggio di Nazara, volgendo gli occhi magenta a tutti i presenti
    « A volte c'è la clausola che il coniuge venga lasciato in vita -almeno per un certo di tempo-, ma questo è nel migliore dei casi. »

    Ancora più bianco del solito, Owl punta di nuovo le lenti scure sull'interlocutore; le sue labbra pallidissime e d'un tratto secche, riescono ad articolare con tremebonda fatica una domanda flebile come un sussurro.

    « E... ne-nel peggiore...? »

    Arricciando le labbra in un sorriso che nulla ha di divertito, Kerobal si stringe nelle spalle con fare desolato; probabilmente, a giudicare da come si contraggono alcuni muscoli del suo viso, sta cercando di contenere una risata tanto fuori luogo quanto isterica.

    « Schiavitù eterna ed oltre la morte, omicidio, o cannibalismo rituale...
    Più o meno come un Matrimonio normale – ma più letterale. »


    E mentre sbatte i palmi sul tavolo, così da far su di essi leva per alzarsi, Owl scatta in piedi come una molla, con tanta veemenza da rovesciare la poltroncina su cui siede; la sua voce è di nuovo ferma, ma la concitazione che esprime è comprensibilmente cresciuta.

    « Dobbiamo fermare questa... questa cosa! »

    E... sì: il Matto ha decisamente ragione. Ma cosa potete fare?
    Le vostre conoscenze hanno ancora così tante lacune da colmare...

    Behind the Curtain

    Perdonate la lunga attesa, tra impegni vari, stanchezza e un po' di blocco scrittorio, ho finito per metterci più di quel che avrei voluto :sob: Non sono nemmeno troppo contenta del risultato, ma... l'importante è andare avanti! :win:

    Per la sessione di Domande&Risposte con Endora, ci accordiamo in privato :flwr:
    La scadenza è fissata per il 15 ottobre, compreso; se servono chiarimenti o proroghe, ditelo!
    :rainbow:

     
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    L'apparizione improvvisa di Owl lasciò per un momento il Semidio interdetto. Da quanto tempo si trovava lì? E perché era comparso solo adesso? Altre domande si sarebbero aggiunte alla lista ormai lunga, per cui decise di scacciarle poiché in quel momento inutili allo scopo comune. Ma Arthur sembra non scomodarsi; invece si aggiusta gli occhiali, sospirando, e mentre Kerobal sta ancora discutendo col nuovo arrivato, si rivolge ad Uriel con il suo solito tono apatico.
    - Nei documenti che hai rubato c'era dell'altro? -
    Uriel ricambiò lo sguardo, e rapido cominciò a frugare nella borsa di Khatep. Mentre frugava, la sua mente ripercorreva lo scontro che avevano avuto con Vivian e la bambina-fantoccio; le immagini e le emozioni dello scontro erano ancora vivide in lui. Lui, che non poteva dimenticare niente. E quando alla fine si ritrovò a rivivere la scena in cui vide il corpo esanime di Khatep, le sue mani cominciarono a tremare, finché alla fine non tirò fuori dalla borsa gli oggetti che avevano trovato nella precedente location: un astuccio per cancelleria, uno scatolino di caramelle in latta, due sacchetti di stoffa e quattro dei cinque capitoli degli storybook
    Arthur prese in mano i volumi e cominciò a incupirsi. Probabilmente stava realizzando che il tempo era poco per poterli leggere tutti. Fissò Uriel, poi Junichi e Riful, che nel mentre erano rimasti in silenzio. Passò quindi a questi ultimi i volumi che Uriel non aveva letto.
    - Ho bisogno di un favore enorme da entrambi. Se riuscite a leggerne la lingua, potreste informarvi su cosa vi è scritto? Così noi siamo liberi di porre domande. -
    Riful fece la facciotta stranita e guardò a destra e a sinistra come a voler dire:
    « ...dice a me? »
    - Si, ho un immenso bisogno della vostra collaborazione. -
    Con tutta la garbatezza possibile, il Vampiro cercò di convincere la ragazzina a collaborare. E non ci volle molto in realtà; dopotutto, è difficile rifiutare una richiesta proveniente da un Saggio di Palanthas.
    « Ah, okay... » disse, ridacchiando nervosamente.
    Prese un volume e cominciò a leggerlo, lanciando un'ultima occhiata preoccupata ad Arthur.
    Junichi fece altrettando.

    Risolto così il problema, ora i Saggi potevano occuparsi di ottenere qualche altra informazione in più da Endora.
    - Signora Endora, quanto verrebbe a costarci sapere la natura dei sigilli? -
    La cartomante spostò il suo sguardo invisibile sul Vampiro, e la sua composta risposta risuonò gracchiata con la voce di una donna anziana.
    « Un gettone d'argento. »
    Kerobal fece spallucce, segno che per lui andava bene, ma così non fu per Owl, borbottando a mezza bocca che "dovremmo chiedere se Drusilia sta bene! ...e del matrimonio! Chisseneimporta dei sigilli?!", ma non si oppose alla proposta. Uriel ebbe un brivido al sentir pronunciare di nuovo Drusilia. Era molto preoccupato anche lui, ma cercava di mantenere una certa lucidità per poter ragionare, lasciando da parte un'impulsività che certamente lo avrebbe condotto sulla strada sbagliata.
    Tutti d'accordo, Junichi lasciò il gettone alla cartomante.
    - Lady Endora, qual è la natura dei sigilli? -
    Non appena il suo giusto tributo le venne corrisposto, la Cartomante spostò le mani attorno alla sua sfera, e la sua vecchia voce inizia a gracchiare.
    « La natura dei Sigilli è in realtà molteplice, perché ciò che conta non è la forma ma l'essenza: non è importante che essi siano creature viventi od oggetti inanimati; essi sono il simbolo e il ricettacolo del potere che da essi e attraverso essi è stato esercitato per contrastare la naturale decadenza di ciò che esiste. La loro distruzione in una certa sequenza genera uno scompenso nel flusso del caos che permea il tutto... »
    « Come gli Alfieri col void che circonda Endlos... » commentò Kerobal, massaggiandosi il mento.
    « ...ma il caos non è ingovernabile, e se il mutamento viene esercitato con consapevolezza e dominio, è possibile produrre un cambiamento controllato. Come creare una lacerazione nella fibra delle realtà - e aprire una porta per la Pandorica. »
    Con non poca preoccupazione, Uriel si schiarisce la voce, e pose a sua volta una domanda.
    « Qual è il prezzo per conoscere il fine ultimo del matrimonio raffigurato nella carta? »
    Alla richiesta del Saggio di Dharma, la Cartomante reclinò la testa da una parte con aria perplessa, come se non avesse capito la domanda, e la benda che copre i suoi occhi rimbalzò un paio di volte tra Uriel e la sua sfera di Cristallo.
    « La risposta non è chiara, poiché essa dimora oltre le trame del destino »
    Alla strana risposta della Cartomante, il Gufo boccheggiò come se gli avessero tirato un pugno, e -se possibile- sembrò farsi ancora più pallido; probabilmente l'ombra di un sospetto gli stava crescendo nella mente. Uriel, lungi dal volersi arrendere, decise di riprovarci modificando un po' la domanda.
    « E se volessi conoscere l'identità dei due sposi? »
    « Un gettone d'oro a prezzo pieno. Uno d'argento, usufruendo dello sconto. »
    - Quanto costa sapere la locazione della sposa? -
    La voce anziana rispose asettica.
    « Un gettone di rame. »
    Uriel si rivolse a Junichi con la sua solita pacatezza.
    « Potresti pagare per la mia domanda? »
    Il serpentello annuì mentre leggeva, e gli allungò distrattamente una moneta con la codina bianca.

    Contemplando nella sfera, le labbra giovani della Chiromante si arricciarono in un'espressione pensierosa.
    « Le trame del fato si assottigliano e divergono davanti a questa domanda: che uno sia lo sposo designato non è dubbio... ma, per la sposa, il riflesso continua a mutare, seppur l'esito rimane invariato.
    Egli ha molte forme e molti nomi, ma “Principe delle Menzogne” è il suo titolo più caro; Fistadantilus, tra i ghiacci del Nord, ciò che di lui rimane alla Vista... Qui -nel suo regno- lo chiamiamo Blackheart, patrono delle anime spezzate: il nostro Padrone. La chimera che egli insegue si cela nel Sogno oltre il Destino... e più di una strada egli ha ideato per portarlo a sé. »

    Un tonfo sordo attirò l'attenzione dei presenti su Owl, che -ancora più agitato di prima- picchiò i palmi sul ripiano, e dopo essersi di nuovo alzato dalla sedia, saltò in piedi sul tavolo.
    « Adesso basta: chi cavolo è questo tizio?! Che cosa vuole da Noi?! »
    - Mi sapresti spiegare cosa hai compreso? Hai capito chi è la sposa? -
    Owl restò pietrificato sul tavolo, con lo sguardo fisso su Endora -come un rapace pronto a gettarsi in picchiata- e anche se non sembrava consapevole di niente altro nella stanza, rispose ad Arthur con un tono sardonico che solitamente non gli apparteneva.
    « Oh, credo proprio di sì. »
    - Potresti condividerlo, per favore? A tutti interessa risolvere questa brutta vicenda. -


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    Era abbastanza confusa, non riuscendo a seguire la conversazione se non per brevi spezzoni. Più che altro non conosceva a fondo nessuno dei presenti: ai suoi occhi erano tutti tremendamente nervosi, tesi come corde di violino, ma sopratutto in preda ad un'ansia di quelle che corrodono, capace chissà come perfino di farle paura. Temeva che se solo spiccicava parola, tutti quanti dal primo all'ultimo si sarebbero voltati di scatto su di lei ringhiandole contro un "cosa c'è?!" di una ferocia tale da ridurla al silenzio.
    L'uomo che stava parlando in quel momento, un albino con degli occhiali ed un'aria molto prossima alla crisi nervosa, era preda di tic e tremori visibili, Riful lesse quei piccoli gesti e capì che stava cercando a fatica di mettere ordine nella sua mente per organizzare una risposta soddisfacente per gli altri e per se stesso.

    -Drusilia. O Kalia.... Diamine: probabilmente andrei bene persino io.
    Ce l'aveva con l'uomo dai capelli corvini, la sua espressione era talmente feroce che ci mancava solo che snudava i denti in un ghigno rabbioso come quello di un lupo rabbioso.
    -Io... noi... siamo noi "il sogno oltre il Destino"... e... e... -
    Il che...?
    Riful inclinò la testolina, confusa, mentre l'uomo volgeva lo sguardo verso un altro signore ancora, Kerobal.
    -E... e questo tizio... sta preparando qualcosa per arrivare a noi!

    Non ci stava capendo granché, non era completamente a digiuno di formule alchemiche, incantesimi e figure mitologiche, ma era davvero ben lontana dal rango di un erudito in materia, tant'è che non era né un alchimista, né una maga, né tantomeno un chierico o un negromante di qualche tipo. Tutto ciò che poteva fare per capirci qualcosa era essenzialmente leggere le espressioni dei presenti, ma l'uomo con i capelli corvini legati in una coda era intellegibile, e si era limitato ad incrociare le dita puntellando i gomiti sul tavolo, chiuso in un muto silenzio.

    -...Arthur, c'è qualcosa che non so?
    A Riful veniva da piangere all'idea di quante cose non sapeva lei, ma si guardò bene dall'aprire bocca.
    -Si tratta di una storia lunga. Diciamo che un gruppo di persone, di cui Drusilia, Kalia, Brifos e -suppongo- quest'uomo fanno parte. Sono connessi fra loro.
    -...capisco.
    -Non sono a conoscenza dei dettagli, però. Da come parla direi che ferire uno significhi ferire tutti.

    Nel momento di silenzio e sconforto che aleggia nell'antro della Cartomante, Riful si fa piccola-piccola e -solleva la tavoletta e indicando con il ditino- si arrischia a prendere la parola, tipo studentessa interrogata dal maestro che non ha studiato.

    « può darsi che... forse questo signor, ehm, Blackheart sia lo stesso di cui si parla qui...? »
    L'uomo dai capelli corvini le rivolse uno sguardo provato, ma almeno il suo tono di voce era gentile, quindi Riful si trovò rincuorata ed incoraggiata a proseguire.

    -Dimmi pure, cosa hai trovato?-
    Chiese con gentilezza.
    Lei si schiarì la voce, cercando di darsi un minimo di compostezza ora che aveva su di se l'attenzione di tutti, poi proseguì:
    « Ehm, un patto col diavolo. Credo. Non nel senso letterario, però il modus operandi è quello dei diavoli, o dei demoni. C'è questo signor Vivian... deriso e maltrattato dalle persone comuni del suo villaggio, per qualche motivo. Beh, per farla breve conosce questa fanciulla che diventa tutto per lui, solo che lei viene uccisa. Dal padre di Vivian, per giunta, e... la gente del villaggio lo accusa, naturalmente. Lo condannano senza alcun processo e lo imprigionano, ma ecco che arriva il diavolo. O un demone. Beh, insomma: il signor Blackheart, capito? Beh, questo arriva e gli propone un... patto. »
    Silenzio. In realtà lei per prima ci aveva capito poco. Ora aveva paura di aver fatto la figura della scema, ma per fortuna gli altri vedevano significati occulti in quella che ai suoi occhi era praticamente una brutta e banale fiaba per bambini (e lei odiava le fiabe per bambini, cavolo!!!)

    "-... e in che consiste, questo patto?
    Le venne chiesto. Lei ci pensò su, non perché non conosceva la risposta ma perché voleva organizzare il suo discorso in modo da essere coincisa e diretta, senza tralasciare dettagli importanti. E, sopratutto, perché voleva evitare di balbettare. Sì, trascorrere mesi in una gabbia ed avere persone che ti picchiano se provi a parlare con altri prigionieri o anche solo con il tuo drago trasforma ogni tentativo di formulare un discorso coerente in un'impresa.
    « Ecco... prende... qualcosa da Vivian e gli restituisce la sua amica morta. In realtà... Il finale non l'ho capito bene. Il signor Blackheart gli restituisce la bambina e lo conduce in un luogo che... credo sia... beh, nel libro è stilizzato come un tendone da circo, capite? Beh, in qeusto luogo Vivian è felice e, con Melody, intaglia bambole di legno. »
    Pausa. Si guarda attorno. Tutto a posto...? Si era spiegata bene...?
    L'uomo dal tono gentile fece un sospiro provato, il che fece intuire a Riful che probabilmente no, non si era spiegata bene per niente.

    - Perciò lo sposo, Blackheart, è il padrone del circo. La sposa... beh, tutti gli appartenenti alla Curtis Arcana.
    L'uomo fissa la chiromante che presiede quella sorta di riunione, poi gli oggetti nelle mani di Uriel ed i volumi.
    -Qualora volessimo barattare questi oggetti, quanti soldi ricaveremmo?
    Poi prende il gettone di rame ricevuto prima in resto e domanda a tutti:
    -Vorrei curare ancora il Re del Makai. Con un altro gettone di Rame dovremmo arrivare ad una moneta d'argento.
    Arthur guarda Kerobal, perché infondo è la persona con cui quel Re ha più confidenza; la richiesta è implicita: deve domandarglielo lui.
    -Ho bisogno che lui ci dica quello che sa di questo posto.

     
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    « Stiamo perdendo tempo: dovremmo muoverci per trovare Drusilia e gli altri, e andarcene » Owl arricciò le labbra in una smorfia dura, e sbuffa ancora a mezza bocca, come se stesse parlando a sé stesso « Questa è una trappola. Una.. gigantesca... perversa... trappola » ...e, in fondo, sarebbe stato possibile dire che era così. Non era mai brillato per stabilità, ma in quell'istante -sotto il peso del senso di colpa- stava perdendo la testa. Perché, di chi era la colpa se Dru si trovava a Kisnoth quel giorno?

    Kerobal se ne stava chiuso nel suo insolito e meditabondo mutismo: non era da lui essere così silenzioso, né così distratto, ma era facile intuire che anche lui fosse piuttosto assorbito tra la preoccupazione per Drusilia (che Owl non mancava di alimentare) e la febbrile ricerca di un filo logico in quel sovraccarico di informazioni; udir nominare il Makai, però lo fece sentire chiamato in causa, e questo riuscì a riscuoterlo.
    « Ricevuto. Solo un momento... » commentò asciutto, alzandosi dalla sedia e raccogliendo suo padre da terra per sistemarlo al proprio posto per poi arretrare di un paio di passi: « Ecco fatto... Madame, investiamo un'altra moneta di rame per le condizioni di mio padre »
    Junichi spinse verso la Veggente un'altra moneta d'argento dalla pila di Riful, e tornò loro in resto un dischetto di rame.
    « Così sia fatto »

    bQpr4eI

    Di nuovo, come era già capitato di vedere poco prima, i rampicanti verdi che rispondevano ad Endora si dipanarono dalla sfera di cristallo, percorsero il tavolo -dove Owl era ancora in piedi, estraniato nelle sue elucubrazioni- e raggiunsero Raizen, con le spalle contro lo schienale, il respiro flebile ed i lunghi capelli bianchi che gli coprivano gli occhi; quando il bagliore verde emanato dall'incanto svanì, videro quel vecchio corpo derelitto scuotersi un poco, lentamente, mentre rinveniva... poi, un'ondata minacciosa li investì, e un ruggito gli esplose nel petto mentre le mani artigliate afferravano con forza il bordo del tavolo.

    Fu allora che dilagò il panico.
    Owl -ancora in piedi sul tavolo- dopo un balzo si trovò a lanciare un urletto davvero poco virile. Poi fuggì dalla parte opposta alla sedia di Kerobal (su cui era seduto Raizen) e da lì rimase a spiare la situazione, nascosto oltre lo schienale della sedia di Endora.
    Junichi -il piccolo serpente di Drusilia- riconobbe chiaramente l'aura di una delle peggiori bestie del Makai e, lasciando precipitare i volumetti per terra, si lanciò immediatamente dal tavolo pur sapendo di farsi del male nella caduta, arrancando in qualunque direzione non portasse verso il mostro.
    Arthur, nel trovarsi davanti quella scena e quell'inaspettata reazione, si trovò istintivamente a sussultare, arretrando d'istinto e quasi capitombolando dalla sedia. Riuscì tuttavia a difendersi in qualche modo e fu per quello che non crollò del tutto.
    Immerso nei suoi pensieri -e totalmente all'oscuro di una reazione simile- anche Uriel venne investito in pieno dall'ondata di orrore scatenata dal Re del Makai... o così gli parve. Scattando in piedi allarmato, gli occhi sgranati a guardare il vecchio risvegliatosi, avrebbe sentito cuore battergli a mille, ma percepì anche l'aiuto della barriera di Arthur. In qualche modo il cainita lo aveva aiutato a contenersi, dunque guardò a lungo il collega, volendolo ringraziare senza però riuscirci.
    -Direi che la sfortuna ci perseguita...
    Ripreso potere sui propri istinti, il vampiro si ricompose, tornando a darsi un contegno, ma non staccò gli occhi di dosso al Demone, dato che riconobbe di averne ancora il terrore.
    -Signor Raizen... la prego- cercò di acquietarlo, ma chiese con lo sguardo l'aiuto di Kerobal, poiché né i Re e nemmeno i vecchi rientravano fra le sue competenze.

    Il movimento intorno al Re del Makai non sembrò allertarlo più di tanto, quasi il suo ruggito fosse stato una sorta di riflesso condizionato (probabilmente dalla prigionia), ma quando Athur gli rivolse la parola, lo youkai sembrò drizzare le orecchie... in un modo che non lasciava presagire nulla di buono.
    Infatti, quando sollevò il capo, il Vampiro lo vide bene in viso e gli occhi di Raizen, sbarrati ed illuminati da un lume folle, non gli trasmisero altro che collera e furia sanguinaria perché -nella sua mente deformata dalla fame e dalle torture- il primo ricordo associato alla sua faccia (quando il Cainita gli consegnò Kerobal in fasce, annunciando che Azalea non avrebbe seguito) era il dolore dell'abbandono dell'amata.

    Così, un nuovo ringhio risalì la gola del signore del Makai, e il suo corpo si preparò allo scatto per saltare addosso al Saggio, ma Kerobal -rimasto indietro e nascosto dallo schienale della poltroncina- comparve alle sue spalle, affondando la mano destra nei capelli arruffati del genitore, afferrandogli senza gentilezza il retro del cranio, e sbattendolo con forza contro il ripiano di legno, così da tramortirlo e facilitarsi l'impresa di tenere il suo Vecchio bloccato, con un braccio torto contro la schiena... cosa che, stranamente, gli riucì -seppur con un certo impegno-, segno che suo padre doveva essere fortemente debilitato anche a livello fisico.
    « Senti, Madame... quanto ci costa riaverlo lucido e capace di intendere e di volere? »
    La Cartomante, rimasta serenamente impassibile a tutto quel trambusto, rispose senza emozione e con la solita voce roca e anziana.
    « Due Gettoni d'Oro »
    Kerobal sbuffò con fare imbronciato « L'ho sempre saputo che eri messo male... » brontolò, scambiando uno sguardo con Uriel e Arthur « Che si fa...? »

    Il Saggio della Via della Genesi, sobbalzando di nuovo, rifletté che se non fosse già passato a "miglior vita" secoli prima, probabilmente lo avrebbe fatto in quel momento. Si ricompose di nuovo, ma non ebbe il coraggio di tentare altri approcci con la bestia. Fissò Kerobal e annuì, più convinto e meno intellegibile del solito.
    -Che sia fatto, per carità!
    Uriel -tornato a sedersi dopo il primo spavento ed ancora un po' tremolante- prense immediatamente due delle sue monete d'oro, e con le dita le spinse verso la cartomante. Inquanto vivente -almeno lui- sarebbe stato più che contento di non dover morire d'infarto.

    Energia utilizzata: Alto + Medio = 30%

    SANTUARIO PSICHICO: (x2)
    Attraverso l'esercizio della propria volontà, Arthur è in grado di creare una barriera psichica sia singola che ad area contro gli attacchi di tipo mentale di livello pari o inferiore al proprio. [Tecnica attiva – Variabile].


    Edited by Drusilia Galanodel - 19/10/2017, 17:07
     
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    { Antro della Chiromante Madame Endora }
    Arthur | Uriel

    Davanti al bivio sull'investire o meno le poche e preziose risorse del gruppo per restituire la sanità mentale al Re del Makai, la decisione è sostanzialmente unanime; dopotutto, chi mai si sentirebbe tranquillo a starsene seduto nella stessa stanza con una bestia feroce di cui non si è sicuri di poter contenere gli attacchi d'ira?

    -Che sia fatto, per carità.
    « Dunque, così sia. »

    I viticci che partono dalla sfera di cristallo di Endora raggiungono nuovamente Raizen, e stavolta si spingono fin sopra al suo corpo emaciato e malridotto per arrampicarsi sulle sue tempie, e lì rimangono: soffermandosi a mantenere un contatto prolungato diversi istanti, intrecciandosi in una specie di corona che -sotto i vostri occhi- vedete pian piano fiorire di colori vivaci, prima che -pian piano- i petali comincino a seccarsi, avvizzire e annerirsi, contaminati da un male che intacca anche i verdi tralci, rendendoli sempre più simili a rovi scuri, spinosi, secchi e ritorti.

    Quando finalmente quei pruni si stiracchiano come mani ossute per ritrarsi, il vecchio Re smette di dimenarsi... ma -non per questo- Kerobal da segno alcuno di voler mollare la presa, e nessuno osa muoversi, almeno finché -nel silenzio irreale che segue, aleggiando sinistramente per l'antro come se il tempo sia sospeso su di voi- non sentite lo Youkai sbuffare un sospiro che suona secco e anche un poco sprezzante.

    « ...hai proprio un bel fegato a comportarti così con tuo padre. »
    mormora, faccia contro il tavolo, riconoscendo suo figlio nel guardiano che lo trattiene
    « Che c'è? Hai messo da parte pennelli e colori, e ti sono cresciute un po' di palle? »

    jpg« Non ti inviterò ad ammirarle. »
    lo rimbecca Kerobal, lasciandolo andare e arretrando di nuovo alle spalle della sedia
    « Non sei il mio tipo. »

    Ancora scosso e intimorito dall'esperienza di poco prima, il Vampiro assiste al siparietto padre-figlio senza staccare gli occhi grigi dall'Asura: ne prova ancora una certa soggezione, visto come ha appena cercato di aggredirlo, ma... viste le circostanze, non può certo perdere altro tempo, così -nonostante il timore- si chiarisce la gola per rivolgergli la parola, cercando di darsi un tono.

    -Signore. Lei... si sente bene?-
    forse -nota Arthur- la domanda non è troppo brillante, dato lo stato in cui versano tutti
    -Ricorda qualcosa di... poco fa? Che cosa le è accaduto?
    riformula, scambiando un'occhiata con gli altri e aggiustandosi gli occhiali sul naso
    -Ricorda in generale qualcosa... successivo al nostro ultimo incontro?-

    Dopotutto, non si vedevano da molto tempo, e sarebbe stato interessante
    capire -almeno in generale- cosa gli fosse capitato: poteva trattarsi di informazioni utili.

    « ...il nostro ultimo incontro, eh...? »

    Mentre si solleva lentamente dal ripiano del tavolo, il Demone si riavvia i capelli bianchi, mostrando le cicatrici di vecchie ferite sul suo viso orribilmente stanco; quando comincia il suo racconto, il suo sguardo si fa distante e un po' assente, come se stesse parlando di un tempo remotissimo, e ricordarlo fosse come viverlo per la prima volta.

    « E' stato in quella villa... dopo che abbiamo attraversato il kekkai...
    ...l'abbiamo attraversato, perché.... volevano lo Specchio... e dovevo tenerlo al sicuro... »


    « Non è quello che ti hanno chiesto:
    vogliono sapere cosa è successo dopo che ti hanno catturato. »

    lo riprende Kerobal, lapidario ma paziente, rimanendo fuori dalla sua vista
    « Ora, il perché siamo arrivati qui non-... »

    Già: perché erano arrivati lì...? La voce del Nephilim si spegne senza apparente motivo; un dettaglio che gli era sempre sfuggito gli si riaffaccia nella mente, ma è ancora presto perché la sensazione che manchi qualcosa si definisca in un interrogativo netto, e mentre le iridi color magenta si perdono nel vuoto rincorrendo a ritroso le radici di quel pensiero, Raizen si reclina contro lo schienale della soffice poltroncina, e cerca di tornare sui binari.

    « Ricordo che siete scappati... portando via lo Scrigno di Giada -e Kerobal-...
    ...mentre io trattenevo quei fenomeni da baraccone che erano sulle nostre tracce. »

    riprende il Re dei Mazoku, spostando lo sguardo sul Vampiro
    « Non posso dire di aver lottato con loro, perché non erano certamente avversari alla mia altezza... ma, diamine, continuavano a rigenerarsi ad una velocità impressionante. »
    brontola con aria sorniona, da vecchio guerriero che ricordi vecchie battaglie
    « Non erano nemmeno buoni da mangiare: avevano un sapore schifoso. »

    Annuendo al racconto del loro ospite, gli occhi grigi e attenti dello Scienziato si spostano in muta analisi anche sull'Artista: forse ancora spaventato dalla presenza di Raizen, l'intento di Arthur è rivolgergli un tacito e comprensivo invito a parlare, ma... il Saggio di Nazara pare assorto in chissà quali altre elucubrazioni che lo portano a carezzarsi pensosamente il mento, e così non nota quel segnale, inseguendo piuttosto i suoi imperscrutabili ragionamenti.

    « Mi hanno tenuto impegnato per un po', ma non erano un problema... »
    prosegue intanto il Re Demone, arricciando le labbra in una smorfia insofferente
    « ... finché non è arrivato il loro capo. »

    Quella notizia sembra richiamare Kerobal alla realtà... ma a giudicare da come la sua bocca si allarga in un ghigno malefico, sarebbe più corretto dire che la prospettiva del proprio tirannico genitore in difficoltà lo delizia più di quanto sia giusto auspicare in quella situazione.

    « Aspetta: cosa? ...stai dicendo che uno dei Tre Re del Makai
    le ha prese dal capobanda dei buffoni?! »


    Senza alcuno scrupolo di mostrarsi inopportunamente pungente, il Nephilim comincia a ridere: qualsiasi deduzione stesse inseguendo poco fa, sembra essere passata in secondo piano... e c'è solo da sperare che non si trattasse di nulla di importante, o che quella distrazione non gli faccia perdere il filo dei suoi ragionamenti; dalle labbra di Raizen viene intanto fuori un basso ringhio che somiglia assai più a un brontolio, ma poiché le sue condizioni non gli permettono di avere rivalsa sull'impertinenza di suo figlio, è costretto a lasciar correre.

    jpg
    « Se ci fossimo scontrati ai miei tempi... Ah! Che battaglia sarebbe stata!
    ...ma, ahimé, sono vecchio e debilitato. Ed ero stanco, dopo aver giocato coi suoi tirapiedi. »

    prosegue il Demone, con una sfumatura di desiderio e nostalgia nella voce,
    che presto vira al rammarico e all'amarezza per quella disonorevole ammissione

    « Perciò mi sono ritrovato sconfitto e rinchiuso in una gabbia prima ancora di aver tempo di rendermene conto; da quel momento... ho perso la cognizione del tempo: imprigionato come una bestia, senza cibo, acqua o anche solo poter vedere la luce... a dover sopportare le visite di quell'infoiata con la frusta... »

    Avendo sia Uriel che Arthur avuto la sfortuna di dover aver avuto a che fare con lei all'ingresso orientale di Kisnoth, potete capire che si riferisce alla Domatrice Ozma, ma... non sapete esattamente di cosa stia parlando Raizen. E siete anche abbastanza sicuri di non volerlo sapere; piuttosto, l'Alchimista lancia un'occhiata severa a Kerobal, forse contrariato dal modo in cui si egli si stava comportando col padre, preferendo tuttavia lasciar correre anche lui... soprattutto perché sono ben altri gli argomenti che in quel momento gli premono.

    -Kerobal, stavi per dirci qualcosa?

    « Ecco... mi era venuta in mente una cosa, ma l'ho persa. »
    la severa compostezza del Vampiro strappa un lieve sussulto di sorpresa al Nephilim,
    che fa quell'ammissione stringendosi nelle spalle, e tornando subito serio e sovrappensiero

    « ...era qualcosa sul nostro arrivo su Endlos. »

    Schiarendosi la voce con tono seccato, come se gli desse noia essere snobbato
    dopo essere stato interpellato in quel consesso, l'Anziano Re-Demone riprende la parola.

    « In ogni caso, da quando sono stato imprigionato
    ho finito per perdere il senso del tempo... e probabilmente anche il senno. »

    come un anziano perso nei ricordi, Raizen porta avanti il suo resoconto
    « L'unica memoria lucida da allora è il mio figlio stronzo che mi blocca contro il tavolo. »

    « ....quindi non sapresti nemmeno dirci come hai fatto a evadere dalla tua cella:
    se hai trovato una via d'uscita, o se sei stato liberato da qualcuno? »


    « E' quello che ho detto. »
    sospira il genitore, roteando gli occhi al cielo con aria insofferente

    « E non ti ricordi nemmeno di aver incontrato la figlia di Azalea? »

    Dalla sua posizione, Kerobal non può vederlo, ma voi notate chiaramente lo shock sul viso di Raizen, che gli fa spalancare gli occhi, drizzare le orecchie e irrigidire le membra.

    « Oppure di averla rapita e terrorizzata credendola sua madre,
    spiattellandole la vostra tragica vicenda, e lasciandola sconvolta? »


    « Io... cosa? »
    boccheggia il Re-Demone, del tutto spiazzato

    « Lui... cosa?! »
    salta su Owl, emergendo dalle spalle di Endora, aggrottando le sopracciglia indignato

    Abbassando il capo, i lunghi capelli bianchi calano sul volto dello Youkai, celandone il viso segnato dalle torture e dalla preoccupazione; visto quanto ancora sono tumultuosi e torbidi i suoi sentimenti per Azalea, il suo primo timore è di aver avuto uno scatto d'ira verso la figlia.

    « Le ho fatto qualcos'altro...? »
    « Nulla di male, in effetti. » – stempera Kerobal, con un'alzata di spalle.
    « Meglio per lui. » – gracchia il Gufo, isterico adirato, agitando un pugnetto in aria.
    « Ti sei fatto prendere a calci da uno dei freak del Circo -di nuovo- per farle da scudo. Credo l'abbia apprezzato, visto che è stata lei a chiedermi di portarti qui che mi ha dato la moneta per- »

    Di nuovo, il tono sornione nella voce del Nephilim si spegne e gli occhi si spalancano quando i suoi pensieri inciampano sul bandolo della matassa del ragionamento rimasto in sospeso: la moneta! Era quello il punto di partenza da cui era partito a fare considerazioni su ciò che continuava a sfuggirgli! Forse non sarà comunque nulla di importante, ma -date le circostanze- può sempre offrire degli spunti su cui riflettere, forse un avvertimento su qualcosa, o magari -chissà- un qualche inaspettato contatto; così, mormorando tra sé e sé con fare assorto, Kerobal avanza fino al tavolo per affiancare il padre.

    jpg
    « Ehi, Vecchio, ma... quello che si è presentato a Palazzo?
    Lo straniero che ti ha chiesto udienza... alto, moro, elegante... »

    ruotando il capo nella sua direzione, Raizen lo guarda senza capire
    « Ci hai parlato prima che ti desse di volta il cervello e mi trascinassi oltre il kekkai. »
    poco alla volta, i ricordi confusi si schiariscono, e l'altro oscilla il capo in un vago assenso
    « Non me lo hai più detto, visto che poi siamo atterrati ad Ovest e siamo finiti separati dopo l'attacco dei Circensi, quindi... si può sapere chi era, e che cosa voleva? »

    « Perché questa cosa ci dovrebbe interessare? »
    sbotta il Musico, sempre più intrattabile, snervato da quelle divagazioni

    « Perché una traccia dell'aura di quel tipo
    era impressa sulla moneta che aveva Drusilia quando l'ho incontrata. »

    spiega Kerobal con pazienza, lanciando ad Owl un sorrisino tirato

    « E allora? Che dovrebbe significare? »
    insiste il Violinista, senza vedere alcun nesso

    « Che Drusilia deve esserci venuta in contatto in qualche modo... e se quel tipo è qui, e se non è un nemico, e se mio padre ha qualcosa che gli interessa -cosa che penso probabile, visto che nessuno è mai venuto a Palazzo di sua spontanea volontà per parlare- allora potremmo tratt-... »

    « Non capisco dove di utile andrebbe a parare questa strada, ma già così ci sono troppi “se”. »
    brontola il Gufo, incrociando le braccia e uscendo da dietro il suo scudo umano
    « Ormai non resta più molto tempo, e dovremmo concentrarci su quello che abbiamo e su quello su quello che possiamo fare per sabotare il Circo e ritrovare Drusilia. »

    « Bah, io non mi ricordo niente di quel tipo di cui parli. »
    taglia corto lo Youkai, scrollando le spalle con non meno insofferenza dell'Arcano
    « E poi... chi è questa Drusilia? »

    « La figlia di Azalea. »
    sospira stancamente Kerobal, massaggiandosi il ponte del naso
    « E come cavolo fai a non ricordartelo?! »

    « Silenzio. Ora basta divagare. »
    il tono freddo e lapidario di Owl previene ogni ulteriore replica
    « Di questo puzzle ci sono fin troppi pezzi sul tavolo... e non abbiamo tutta la vita per trovare un senso al disegno di insieme, perciò dobbiamo fare il meglio che possiamo con i pezzi mancanti. »

    Fa sempre uno strano effetto udire buone ragioni dalla bocca di un pazzo, ma... anche un orologio fermo ha ragione due volte al giorno, ed è effettivamente così che stanno le cose: il tempo stringe, e bisogna guardare a quello che avete per tirare rapidamente le somme.

    « Tutto quel che sappiamo è che -di punto in bianco- Kisnoth è stata isolata: la gente rimasta intrappolata al di sotto è stata catturata e probabilmente portata al brutto tendone che attualmente fluttua al centro della città – dove, immagino, ci troviamo; il vero problema di questo attacco, giunto per il Semipiano del tutto inaspettato, è che rivela elementi e tempistiche che suggeriscono invece un'attenta e premeditata pianificazione. »

    Con arie da teatrante impegnato in un monologo, o come un arguto investigatore di qualche vecchio romanzo rétro, il Violinista intreccia le mani dietro la schiena e comincia a passeggiare lentamente intorno al tavolo rotondo attorno a cui siete riuniti, riassumendo gli avvenimenti e fornendo a tutti un'efficace panoramica su quello che i vostri tentativi di grattare oltre la torbida superficie di quel piano machiavellico hanno già riportato a galla.

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    « Sgomenti, ci siamo chiesti “Come è potuto accadere?
    Si è parlato di “permessi” rilasciati per questa aberrante manifestazione, e... temo sia la verità: questo di certo spiegherebbe la Barriera e perché non sia stato possibile disfarla nemmeno agli arcanisti del Magisterium; chi, tuttavia, avrebbe il potere e l'autorità per accordare una tale concessione? E perché?

    ...sono domande che potrebbero valere le nostre indagini, ma non il tempo e le risorse da investire nella Chiromante -senza offesa per Madame; a che ci serve saperlo ora? Che questo Circo sia qui è ormai un dato di fatto: non abbiamo saputo proteggere Endlos, perciò non ci resta che vendicarlo... e per riuscirci, visto che ci siamo dentro, la priorità è sopravvivere e uscirne. »


    Nessuno di voi conosce bene il Gufo Bianco se non di vista, e forse è proprio questo il motivo per cui potete seguire il suo ragionamento senza farvi distrarre da quanto strano sia scoprirlo lucido e mortalmente serio, in una maniera che quasi inquieta.

    « Ci siamo interrogati allora sullo scopo di questo “evento” e sui motivi della presenza del Circo nel nostro mondo, ma qui il disegno si complica e le cose si accavallano: diversi intenti si intrecciano in questo punto – con una precisione che dubito casuale, e che sembra fatta ad arte per gettare fumo nei nostri occhi.

    La ragazzina che io e i Laputensi abbiamo incontrato alla porte occidentali della Capitale ha parlato di uno Spettacolo -che darebbe un senso all'atmosfera circense-, seguito da un'Asta... entrambe manifestazioni che tendono a richiamare un gran numero di appassionati e curiosi, perché necessitano per loro stessa natura di un pubblico: un contesto in fondo perfetto, se l'intento è fare clamore. E fin dall'inizio di questa storia -là fuori, come qui adesso- è stata data molta enfasi a questi due eventi. Troppa enfasi. »


    Sebbene i più rigorosi di voi potrebbero obiettare che nelle parole del Matto ci sia una ben sensibile sfumatura di speculazione, dovete ammettere che quel che dice non suona sbagliato: il parco-divertimenti in cui sono stati sovrascritti i quartieri di Kisnoth erano pensati per un grande afflusso di ospiti... l'Asta -come diceva prima Kerobal- è un qualcosa che attira l'attenzione... e anche adesso -mentre cercate di fare il punto con Madame Endora- avete a disposizione ben tre carte-sconto sull'argomento, a semplice testimonianza che vi siete spesso e facilmente entrati in contatto.

    Potreste dire troppo spesso, e un po' troppo facilmente.
    E se ci riflettete: dove c'è folla, c'è confusione... e nella confusione, se il pubblico è distratto,
    un malintenzionato ha l'occasione per agire indisturbato.

    « Non ho ancora ben capito cosa sia successo nella Casa degli Specchi: eravamo circondati, in trappola, e praticamente spacciati... ma qualcosa ci ha separati e allontanati dal pericolo. Certo, immagino che neanche voi -dopo- siate finiti esattamente “al sicuro”, ma... se consideriamo là fuori come il “palcoscenico”, potremmo dire che quello in cui siamo stati scaraventati era il “dietro le quinte”, e lì siamo accidentalmente incappati in cose di cui saremmo altrimenti rimasti all'oscuro: il Matrimonio e la Pandorica.

    Cose che non ci sono state mostrate... e che non avremmo altrimenti avuto modo di scoprire, se qualcuno non ci avesse radunato qui per darci l'occasione di decifrare i nostri indizi: il rapimento degli specchi e il nostro arrivo dall'antro di Madame potrebbero essere o meno riconducibili ad una stessa volontà, ma sono comunque decisamente girati a nostro favore... Dunque, dobbiamo pensare che qualcuno ci sta aiutando? Potrebbe essere, ma ora vale lo stesso discorso delle autorizzazioni: non è determinante sapere chi e perché. »


    Naturalmente -come avete avuto modo di valutare fin dal suo arrivo-, l'albino è un commediante fatto e finito, e osservare i fatti nell'ottica in cui ve li sta presentando denota un certo spirito romantico -e qualche tendenza alla paranoia-, quindi sta a voi conservare un sobrio scetticismo e distinguere teorie del complotto e voli pindarici da qualche buona intuizione e pensiero laterale... ma il filo logico del suo discorso vi scorre tuttavia davanti con una linearità che ha dell'inquietante.

    « Per quanto riguarda il Matrimonio... sono decisamente sicuro che questo Fistacoso abbia in mente qualcosa per cui necessita di un Arcano, e ciò renderebbe tutto l'attacco una gigantesca trappola; dopotutto, nell'equazione è ininfluente che Drusilia fosse già qui quando è iniziata... perché noi altri -io, Leon, Kalia, Brifos- saremmo intervenuti lo stesso. Perché è quello il nostro compito: mantenere l'equilibrio. L'attacco doveva attirarci qui... ed è servito al suo scopo.

    Purtroppo, non credo che Madame Endora potrà fornirci nulla di troppo indiscreto sul conto di questo tipo: se qui lui è il Padrone, lei gli è sottoposta. E se quello che la bambina ha letto negli storybook era il procedimento con cui Blackheart crea i Circensi, probabilmente essi hanno dentro -oppure gli è stato tolto- qualcosa che lo impedisce. »


    Il problema del “senno di poi” è che troppo spesso finisce per creare a posteriori una serie di collegamenti logici non sempre esatti o verificabili... e anche se voi siete Saggi, custodi della conoscenza e cercatori della verità, dovete riconoscere che quell'Owl sa come recitare la parte del profeta di sventura.

    E dovete anche dargli atto del fatto che -per quel poco o nulla che sapete degli Arcani-, se l'intento del misterioso burattinaio dietro le quinte era attirare l'attenzione di entità occulte che “mantengono l'equilibrio”... beh, il Musico potrebbe avere ragione: l'attacco è cominciato in maniera improvvisa ma plateale nel cuore esatto di Endlos, nei domini del Signore della Chiave, in una dichiarazione di guerra a tutto il Semipiano... e se il tuo dovere è mantenere l'ordine, non puoi certo non vederlo. E su questo si sono concentrati anche i vostri occhi.
    jpg
    « E mentre Fistacoso attenta alla mia famiglia, qualcun'altro -un cliente del Circo- ha deciso di scoperchiare su Endlos la gabbia che contiene chissà quale innominabile orrore cosmico... investendo una decina di anni per individuare, creare e distruggere i tanti piccoli chiavistelli che tengono chiusa quella porta.

    A proposito dei Sigilli, Madame ha detto che in un mondo possono svilupparsene in un numero virtualmente infinito -chissà se c'è un qualche criterio?-, sebbene ne sono sufficienti solo 66 per completare il rituale; dovrebbero comporre una sorta di combinazione, ma... non sappiamo quanti sono già andati distrutti e quanti ne restano -anche se sarebbe molto d'aiuto scoprirlo-, così come non conosciamo l'ordine della sequenza. »


    Questi sono punti che anche voialtri avevate pensato di approfondire poco prima, quando avete analizzato la questione, ma è il momento di prendere una decisione concreta... e perciò: che cosa farete?

    « Quel che posso immaginare, è che non debba mancare molto al completamento, visto che l'evento di stasera porterà sicuramente delle contromisure che potrebbero compromettere il loro piano... Per questo, sono dell'idea che la Pandorica si aprirà presto: potrebbe accadere stasera stessa... »

    D'un tratto, il Violinista interrompe la ritmica camminata che aveva accompagnato il suo lungo monologo, e compiendo una mezza piroetta su sé stesso si volta verso il tavolo e i suoi occupanti, sfilandosi dalla tasca interna della giacca doppio petto lo sconto intitolato “Risiko”.

    « E poi c'è questa Mappa di Endlos che non ho idea di cosa indichi...!
    Ci sono bandierine in tutti i Presidi, ma è troppo piccola per essere leggibile:
    magari darebbe una panoramica sui piani del nemico. »

    Behind the Curtain

    Innanzitutto, chiedo scusa per il ritardo: come potete evincere dalla lunghezza, il presente post mi ha richiesto più tempo e lavoro del necessario, ma se non altro ho colto l'occasione per proporre ai vostri PG una “lettura dall'alto” degli eventi che li hanno visti coinvolti; naturalmente, tenete però presente che chi vi sta aiutando a fare chiarezza è un tizio stravagante, nervoso e un po' melodrammatico, che -soprattutto- ha messo insieme le cose dal suo punto di vista, quindi è rimesso a voi capire/stabilire se quel che dice è plausibile e può considerarsi esatto, e in che misura.

    Come preannunciato in-game nel corso di questo colloquio, il tempo stringe perché lo Spettacolo vero e proprio sta per iniziare, ma -di questo- i vostri personaggi verranno messi a parti nel corso del mio prossimo intervento da QM :sisi:

    Quel che devo farvi presente, per aiutarvi a gestire le risorse che avete, è che questo sarà l'ultimo giro di domande in chat: vi consiglio pertanto di fare brainstorming -in gruppo o singolarmente- e appuntarvi tutte le domande che vorreste rivolgere alla Chiromante in merito ai fatti presentati già prima di avviare la sessione, così da risparmiare tempo :flwr:

    La scadenza è fissata per il 16 novembre, compreso;
    se servissero chiarimenti o proroghe, contattatemi pure in privato :kisu:



    Edited by - Destino - - 8/11/2017, 14:31
     
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    Ascoltando in educato silenzio ciò che i presenti avevano da dire, Arthur rimase a lungo assorto nei suoi pensieri. La discussione procedeva rapida ma -sebbene continuasse a ripetere fino alla nausea quanto poco si applicasse in questioni che non fossero la sola arte- il Saggio teneva in grande considerazione le intuizioni di Kerobal. Per questo motivo, nonostante quel tale Owl avesse richiamato tutte le attenzioni su di sè, non abbandonò mai le parole del Nephilim e la possibilità abbastanza concreta di stringere alleanze dopo essere usciti da quell'inferno.
    « E poi c'è questa Mappa di Endlos che non ho idea di cosa indichi...! Ci sono bandierine in tutti i Presidi, ma è troppo piccola per essere leggibile: magari darebbe una panoramica sui piani del nemico. »
    -Anche avendo la panoramica, è probabile non cogliere tutto, al momento. Una volta fuori da questo posto potremmo tuttavia cercare un modo per ovviare al problema- lanciò uno sguardo verso Kerobal, prima di continuare -Quindi, se a voi non dispiace, sarei per chiedere alla signora qui presente una mappa ingrandita, da portarci con noi... sperando di rimanere vivi.

    Ponderando accuratamente tutte le ipotesi del caso e ascoltando il parere di tutti, Uriel si strofina il dito sul mento in preda ai pensieri che vorticano rumorosamente nella sua testa. Ascolta la risposta di Arthur, e lì per lì stava per rispondere di essere d'accordo... ma un'idea lo colse come un fulmine a ciel sereno.
    « Arthur, forse riusciamo a risparmiare un po' di monete. Devi sapere che la mia memoria è pressoché infinita. Ricordo ogni parola detta, ogni frase scritta, ogni profumo odorato. Se ingrandissimo la mappa per un solo istante, sarei in grado di ricordarla nei minimi particolari. »

    Arthur, ascoltando quelle parole, ne fu in qualche modo rincuorato: ormai i soldi disponibili scarseggiavano, e la possibilità di ridurre la portata del loro desiderio non poteva che essere una buona notizia, Sorrise appena verso il collega che -fino ad allora- non aveva mai mancato occasioni per rivelarsi utile alla loro causa.
    -E sia, allora- avrebbe detto, voltandosi nella direzione della chiromante- quando ci costerebbe ingrandire la mappa a dimensioni naturali per pochi istanti?
    « Il prezzo di questa richiesta è una moneta d'oro - d'argento, se accompagnato dallo sconto del Gufo Bianco. » la vecchia voce di Endora è roca e pacata come al solito.
    -Signor Gufo Bianco- avrebbe detto ancora il cainita, questa volta al musico - le andrebbe di utilizzare il vostro sconto per questa domanda?
    « E c'è da chiederlo?! » replica il Gufo, offesino, piantando le mani sui fianchi, prima di sciogliere la posa plastica e raggiungere il cainita a grandi falcate, così da cedergli la carta.
    « E' stata un'idea mia, sa? »
    -Certamente, signore - avrebbe risposto Arthur, abituatissimo a mimare quei toni grazie a secoli di pratica come maggiordomo -Allora, lady Endlora. Desideriamo l'ingrandimento a dimensioni reali della qui disegnata mappa, utilizzando lo sconto e la moneta d'argento. Ci va bene osservarlo per pochi istanti.

    « Così sia fatto. » la voce gracchiante di Endora vi accorda il suo assenso, e una volta che i viticci verdi -scaturiti dalla sua sfera di cristallo- percorrono il tavolo per riscuotere il loro giusto tributo, sospesa nell'aria sopra le vostre teste vedere comparire l'immagine disincarnata della Mappa di Endlos.

    Uriel alzò la testa per osservare la mappa gigante sopra i presenti. Le iridi violacee guizzarono rapide verso ogni anfratto, ogni linea, ogni cosa la sua mente potesse immagazzinare in quel piccolo lasso di tempo che gli era stato concesso. Non appena la mappa sparì, il Saggio tirò fuori dalla sua tasta un piccolo diario rovinato, la copertina in cuoio e le pagine un po' ingiallite, e rapido sfogliò le pagine in cerca di due facciate libere. Disegnò la mappa più precisamente che poté. « Questa è la mappa di Endlos », disse dopo aver disegnato solo il territorio Endlosiano. Poi cominciò a disegnare dei segnalini, gli stessi che erano rappresentati sulla mappa. Disegnò cinque stellette, un pallino nero pieno rappresentavano gli ingranaggi e -data l'enorme mole e lo spazio decisamente ristretto- sessantasei piccoli pallini vuoti per rappresentare i segnalini rossi. « Queste stelle, suppongo siano gli Arcani, mentre i pallini vuoti -dato il numero- sembrano rappresentare i sigilli... » Picchietta poi la penna su quelli che sarebbero stati gli ingranaggi « ...mentre questi, non ho idea di cosa siano. E poi ci sono questi fili di lana... », disse mentre con tratto leggero cercava di riprodurre l'enorme garbuglio di fili che collegava i segnalini. « ...che conducono tutti qui, a Kisnoth. » Alzò lo sguardo verso i presenti e fece slittare il diario verso il Vampiro, guardandolo con sguardo preoccupato. « Che ne pensi? »

    -Penso che tu abbia ragione- estremamente compiaciuto dell'analisi di Uriel, Arthur annuí, sporgendosi appena verso gli appunti -Suppongo che quelli neri riguardino il nemico, forse gli agenti... Ma non abbiamo nulla che possa aiutarci a riguardo.
    Infine gli occhi di ghiaccio caddero sugli ultimi sconti rimasti, riguardanti l'asta. Non aveva in mente alcuna domanda realmente utile, a parte qualche curiosità. Solo una certezza.
    -Abbiamo poche monete: suggerirei di accumulare gli sconti per una richiesta sola e particolarmente sostanziosa, cosí da ottimizzare le spese.

    Gettando una rapida occhiata sulle tre carte dell'asta, Uriel cercò di ragionare grazie anche al punto di vista di Owl esposto in precedenza, ma realizzò che avevano veramente pochi pezzi del puzzle per avere una visione d'insieme. E il tempo stringeva. « A questo punto, temo sia inutile formulare qualche domanda per conoscere qualcosa in più su questa asta. Il tempo è poco, e una domanda mal posta potrebbe non condurci da nessuna parte. E non potremmo comunque impedire l'evento. Ma... », si fermò, gli occhi che brillavano di una luce speranzosa, ma un sorriso vagamente sinistro. « ...forse possiamo ritardarlo. Lady Endora non ha forse detto che può anche esaudire richieste? »
    Nonostante per tutto il tempo Arthur si fosse mostrato come attento ascoltatore, a quella possibilità sembrò addirittura destarsi da un torpore. Le orecchie si tesero, gli occhi si spalancarono ed un'epifania parve travolgerlo.

    -Uriel, sono orgoglioso di te- sorrise, mostrando i canini appuntiti, in un sorriso che nulla aveva di rassicurante -Cosa hanno di piú caro, in questo tendone?
    Gli sguardi si sarebbero incrociati, eccitati e complici.
    Uriel incrociò lo sguardo del suo collega, e sapeva che in quel momento avevano raggiunto un'intesa tale da pensare ciò l'altro pensava.
    « I lotti dell'asta. »


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    « I lotti dell'asta. »
    Alle parole del giovane Uriel, il sorriso del vampiro si fece piú ampio e sinistro, tuttavia sciolse la sua postura, ricomponendosi ed apparendo meno teso. Si rivolse dunque alla circense.
    -Milady, quanto ci costerebbe disseminare TUTTI i lotti dell'asta in giro per il Pentauron?

    Perchè era vero che non sarebbe stato in alcun modo possibile rubarli o nasconderli. Sconsiderato sarebbe stato inoltre "liberarli", non sapendo cosa fosse chiuso in gabbia... ed ancor meno valida sarebbe risultata l'idea di spedirli oltre la barriera che loro stessi avevano faticato ad attraversare. Nulla tuttavia vietava loro di mischiare le carte alla rinfusa, seminare il caos e boicottarli con tutti i mezzi possibili. In questo modo, avrebbero certamente guadagnato del tempo.

    « Il vostro è un desiderio ambizioso, ma è mia facoltà realizzarlo » gracchiò la voce antica della Cartomante « Tuttavia, il prezzo richiesto è altrettanto ambizioso: 3 gettoni d'oro - compresi i vostri sconti. »

    Preoccupato per l'enorme compenso che quella richiesta richiedeva, Uriel si rese conto che era il caso di cercare di battere cassa per racimolare qualche moneta in più, ma non era molto sicuro sul da farsi.
    « Quale sarebbe il valore monetario degli storybook, se glieli consegnassi? » domandò placidamente il Semidio alla donna.
    « La storia di Vivian è tutto ciò che rimane di lui... » replicò con una certa solennità la Cartomante, ondeggiando le mani attorno alla sua sfera di cristallo « ...un vero peccato che sia incompleta: se decidessi di offrirla in pegno, il suo valore non supererebbe la singola moneta d'oro. »
    Con un cenno del capo, il Saggio di Dharma si voltò verso Junichi e Riful.
    « Così sia. »

    Gli storybook si sollevarono dunque in aria come sospinti da un vento invisibile, e si radunarono al fianco della donna mentre un nuovo gettone dorato si materializzava di fronte al Saggio di Dharma. Arthur, rimasto in silenzio per tutto il tempo, sembrava intanto distratto da un qualche misterioso pensiero che -quasi inavvertitamente- rendeva il suo ghigno piú evidente ogni qualvolta finiva sfiorato. Che fosse il risultato di una qualche forma di stress o l'idea di poter finalmente vendicare il nome del suo Alfiere, non era dato sapere.
    Quando tutto fu pronto, comunque, non esitò a porre la richiesta.
    -Desideriamo disseminare tutti i lotti dell'asta programmata per questo evento in giro per il Pentauron.

    « Così sia fatto »
    La Veggente annuì a quella richiesta, e mentre il tributo pattuito si dissolse, un fitto intrico di viticci verdi si dipanò dalla sua sfera di cristallo come eleganti e vivaci arabeschi, raggiungendo i bordi del tavolo e riversandosi sul pavimento fino a svanire nell'oscurità...
    « Ma cosa...? Ehi! »
    ...e sebbene la voce interdetta di Kerobal richiamò l'attenzione del Vampiro sul Saggio di Nazara e la sedia rimasta vuota accanto a lui, Uriel -per aver puntato casualmente lo sguardo in quella direzione- vide con i suoi occhi la piccola Riful volatilizzarsi nel nulla, lasciando anche lei vuoto il proprio seggio. Ed è con una calma neutra e serafica che la Circense parve anticipare la risposta alle domande stizzite che il Nephilim aveva in mente di porre.
    « Tutti i lotti registrati per l'asta di stasera sono stati dispersi entro i confini del Pentauron. »

    Accogliendo la voce stizzita di Kerobal con una sola occhiata curiosa, Arthur storse il naso, ma non si scompose piú del dovuto -Pensavo che da liberi non valessero piú come lotti- sistemandosi gli occhiali sul naso, ponderò che (dopotutto) Raizen non avrebbe potuto continuare verso il centro del tendone nello stato in cui si trovava, proprio al cuore del conflitto, come invece loro dovevano presumibilmente fare.
    -Fortunatamente è tornato in sè. Confido nel suo buonsenso per rimanere in vita.
    Non abbandonando mai il suo fine ultimo, il vampiro prese fra le mani l'ultimo sconto e l'ultima moneta di rame di cui disponevano.
    -Quanto costa portarci al prossimo sigillo da sbloccare?
    Scoccando una lunga occhiataccia al Pinguino, Kerobal si limitò ad arricciare le labbra per poi sospirare seccamente e lasciar cadere un solo commento « Bah, non importa: iniziavo comunque ad averne abbastanza, di lui. »
    Alla nuova domanda del Vampiro, Madame Endora rispose col suo solito asettico tono da vecchina attempata.
    « Un gettone d'argento a testa, Alchimista del Sangue. Uno di rame, ricorrendo allo sconto. »
    Con un rapido sguardo alle monete in proprio possesso per dare conferma alle sue preoccupazioni, il Saggio di Palanthas non tarda ad avvisare il gruppo che: « Non abbiamo monete a sufficienza per tutti quanti. »

    « Per me non c'è bisogno di pagare il trasporto. Io posso muovermi a piacimento tra le dimensioni -anche una distorta come questa-, ma... non posso portare passeggeri. » intervenne il Gufo, andando a sedersi al posto che aveva lasciato vuoto prima di cominciare il suo monologo « Considerando questo, sareste in quattro: uno di voi ha il posto garantito, quindi... basta trovare un modo per tirare su tre monete d'argento. » espose, senza nessuna particolare inflessione nella voce, imperscrutabile dietro gli occhialini neri « ...e, se non vi spiace, vorrei occuparmi da solo di trovare un accordo con Madame Endora. »
    Arthur lo guardò perplesso; sebbene fosse felice di quella svolta inaspettata, qualcosa non gli tornava.
    -Senza offesa, ma la signora non mi sembra una dispensatrice magnanima e le monete che volete sono davvero tante.

    « Io non le voglio, ma a voi servono, perciò... » alzando le spalle, il Gufo sembra non capire la perplessità del Vampiro « ...posso barattare qualcosa per arrivarci. »
    Arthur rimase composto, senza lasciar trasparire i suoi sentimenti.
    -Potrebbe chiedervi un prezzo troppo caro, messere. É vero che vogliamo quelle monete, ma la priorità è non trasformarci in peso per gli altri.
    « E' esattamente questo il motivo per cui lo faccio. » obietta il Musicista, senza spiegare a cosa si riferisca « Quindi, visto che siamo d'accordo, fate pure la vostra domanda e proseguite - vi raggiungerò quando avrò finito. »
    Arthur tacque per alcuni attimi e lo fissò sospettoso. Qualcosa nel suo istinto gli suggeriva che quel tale si stesse lanciando in qualche follia suicida. Eppure era anche consapevole di quanto non fosse corretto imporsi in situazioni simili, dove ciascuno aveva il diritto di decidere della propria vita.
    -Posso sapere almeno il tuo piano?

    « È molto semplice » commentò con voce piatta il Gufo, rilassandosi contro lo schienale della sua poltroncina e rivolgendovi il profilo «Voi andate da questo sigillo, io saldo il conto con Madame, e dopo vi raggiungo. »
    Nel silenzio che seguì, il Musico intrecciò le mani in grembo e fu il primo a rompere la quiete con un sospiro.
    « Uff... io non sono mai stato molto nella norma, ma... se sapeste di non sopravvivere per vedere l'alba di domani, sarebbe strano pensare a cosa di utile potete fare nel tempo che resta? » distrattamente, reclinò la testa all'indietro, puntando le lenti scure degli occhialini a riflettere il nero infinito che sormonta l'antro di Endora « A quel punto, a voi peserebbe fare qualche sacrificio per una giusta causa? »

    Alle parole del Musico, Uriel abbandonò la sua postazione per raggiungerlo e chiudere le sue mani in quelle dell'Arcano. Lo guardò dritto negli occhi, penetrandone le lenti scure.
    « Per una giusta causa, sarei disposto a sacrificare anche la vita. » strinse poi le mani con più forza, non sapendo cosa effettivamente Owl provasse. Paura, rabbia, sconforto. Non lo sapeva, ma sentiva una certa empatia verso di lui. « Non avrei paura, ma combatterei a testa alta fino alla fine. »

    Arthur, sulle prime, rimase interdetto a quella risposta da parte di Uriel. Non credeva mentisse... ma la genuina sincerità con cui aveva mostrato le proprie intenzioni risultava estraniante, soprattutto nel contesto di paura, morte e dolore in cui si trovavano. Abbassando il capo sconfitto, ma sempre preoccupato dagli strani sottintessi di quel figuro, il vampiro cedette. Dopotutto, la vita era sua.
    -E sia.

    « ...sì. Ecco. Appunto. » un po' a disagio per l'esternazione un pochino soverchiante da parte di Uriel -uno sconosciuto-, il Musico ritrasse le mani d quelle di lui, e cercò una posizione più comoda sulla sedia... e fu buffo notare come, in quel momento, sembrasse proprio un gufo col piumaggio arruffato. « Qui posso pensarci io, perciò... fate la vostra richiesta, e non perdete altro tempo! » brontolò, incrociando le braccia sul petto « Prima i piani di Fista-coso vanno storti, prima avremo occasione di recuperare Drusilia. »

    -Io... Preferirei non seguirvi- la vocina insicura di Junichi si fece sentire per la prima volta dopo tanto tempo, interrompendo quell'attimo -Se andiamo tutti li e finisce male... Nessuno saprà cosa abbiamo scoperto.
    Arthur volse lo sguardo su di lui, ma non lo interruppe.
    -Preferisco non seguirvi. Sono un serpente, un demone e molto piccolo. Posso provare a nascondermi fino alla fine della serata. E non dovreste nemmeno chiedere la moneta per me.

    « Quel serpente parla?! » esclamò Owl, allungandosi sul tavolo con aria incredula -Certo che parlo!!! Sono Junichi, sai? Sono inquesta forma per seguire la mia singnora in incognito!
    Owl lo guardò, mimando una smorfia annoiata nel ricollegare il Serpentello a Junichi, ma prima che potesse dire qualcosa, Kerobal interruppe entrambi alzandosi dalla sua sedia.
    « Fatela finita e diamoci una mossa: come qualcuno ha ricordato spesso, il tempo stringe. »

    Ponderando bene le parole da usare, Uriel si abbandonò ad un lungo sospiro, si voltò verso la Chiromante e fece la domanda, sperando di essere più preciso possibile.
    « Desidero che trasporti me, Arthur e Kerobal nel punto in cui si trova il prossimo sigillo che i Circensi hanno intenzione di infrangere. In tutta sicurezza. »

     
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    { Antro della Chiromante Madame Endora }
    Arthur | Uriel

    Dopo l'infida azione di disturbo intrapresa dai Custodi delle Sette Vie ai danni della misteriosa Asta organizzata dai Circensi (e la conseguente sparizione chissà dove della piccola Riful e dell'anziano Raizen, ancora risultanti come lotti registrati per l'evento), i restanti membri di quell'improvvisato consiglio di cospiratori vagliano la loro prossima mossa, optando per suddividersi.

    Così, pur con qualche riserva verso il comportamento criptico ed enigmatico del Biano Violinista, la decisione è presa: il Serpentello Junichi rimarrà indietro per conservare e trasmettere le preziose informazioni portate a galla da quella discussione, mentre Arthur, Kerobal e Uriel proseguiranno in direzione del prossimo Sigillo da spezzare, per vedere cosa sarà possibile ingegnare per ostacolare anche l'operazione “Black Agenda” e impedire l'apertura della misteriosa Gabbia dimensionale chiamata Pandorica.

    « Desidero che trasporti me, Arthur e Kerobal nel punto
    in cui si trova il prossimo sigillo che i Circensi hanno intenzione di infrangere.
    »

    proferisce Uriel dopo un lungo sospiro, premurandosi di essere chiaro e preciso
    « In tutta sicurezza. »

    « Per il corrispettivo di questo desiderio useremo il gettone di rame e lo sconto. »
    ribadisce il Gufo, rimanendo seduto al posto che si è scelto con aria assorta
    « Di saldare la differenza necessaria, me ne occuperò io. »

    « Così sia fatto. »

    Ancora una volta, verdi viticci proliferano fitti dalla sfera di cristallo della Cartomante, spandendosi a raggiera, componendo arabeschi sinuosi mentre si dipanano lungo la superficie del tavolo, e puntando in direzione dei tre Saggi; non appena le appendici li sfiorano, il Vampiro, il Semidio e il Nephilm svaniscono nel nulla, lasciando vuoto il seggio fino a quel momento occupato.

    « Prima di iniziare le contrattazioni, Madame... avrei un'altra cosa da chiederle. »
    esordisce pacato il Gufo, imperscrutabile al di là degli occhialini scuri
    « Desidero che Junichi sia trasportato al sicuro, fuori dal Circo. »

    « D'accordo. »

    La vecchia e gracchiante voce di Endora, così in contrasto col suo aspetto di avvenente fanciulla, sancisce concisa e lapidaria il suo assenso, e prima che l'interessato possa dire la sua in merito, un sottile virgulto verde lo raggiunge, congedandolo da quella porzione di spazio distorto, sospeso tra le dimensioni... e nel silenzio surreale che segue, Owl si rianima con un sospiro, scrollando le spalle e sporgendosi in avanti sul ripiano del tavolino.

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    « Bene... anzi, non molto, ma tant'è: vediamo di far presto. »

    Nervosamente, l'albino sciorina quell'intercalare cercando di mostrarsi energico e risoluto, così da non pensare a quel che sta facendo... dato che, in quel caso, la sua mente dovrebbe tornare al perché lo stia facendo.

    E anche se si tratta di una scelta compiuta deliberatamente, in piena coscienza, senza alcuna costrizione che non quella delle circostanze... non è mai facile o piacevole accettare il fatto che tu stia per morire: soffermarsi a considerare con rimpianto tutto quello che non potrai fare, o macerare nel rimorso per quello che infliggerai a chi stai per lasciarti alle spalle è sempre un'esperienza straziante... e lui non poteva ancora permettersi di cadere a pezzi.

    In quel momento, il Matto della Curtis Arcana doveva solamente concludere una trattativa,
    e ricongiungersi ai suoi fratelli e sorelle per fare la sua parte in aiuto di Endlos.

    « Sono in debito di due Gettoni d'Argento- »

    « Tre. »
    lo corresse l'anziana

    « ...tre Gettoni d'Argento: quello che é. Il punto è che non ho moneta. »
    brontolò il Musico, sbuffando imbronciato nel ricordare il bonus dovuto a Junichi
    « Perciò... cosa posso impegnare per arrivare a quella cifra? Il mio enorme e rarissimo talento musicale? Il mio fascino magnetico? La mia collezione di occhiali da sole? »

    « La tua vita, per come la ricordi in questo ciclo di esistenza,
    è ormai giunta al suo improrogabile termine, Araldo del Destino... »

    replica la Veggente con una solennità amara, rivolgendogli lo sguardo celato dal velo
    « Non c'è nulla di essa che abbia più valore da poterlo barattare. »

    Di nuovo, il silenzio echeggiò gelido e tonante nell'antro della Chiromante, intorno a loro e dentro di lui; poi, lentamente, le labbra pallide di Owl si stirarono in un sorriso affettato, e le mani bianche e fredde si sollevarono a rimuovere la montatura delle lenti scure che sempre celavano gli specchi ialini della sua anima.

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    « Quindi, a cosa posso attingere per estinguere il mio debito? »

    La risposta a quel quesito giunge pacata e indifferente,
    come solo chi ha deciso di dimorare al di là delle cose può essere.

    « Dal futuro che ti attende oltre la porta della morte. »

    Behind the Curtain

    E con questo, si chiude anche per i Saggi la perniciosa Fase III! :woot:

    Facendo i miei vivissimi complimenti ai questuanti per la pazienza, la solerzia, e l'ingegno con cui si sono approcciati alla comprensione di una trama a dir poco ingarbugliata, ringrazio Maffy & Drusilia per la partecipazione e Yomi per il supporto; l'appuntamento è per la prossima parte :kisu:



    Edited by - Destino - - 15/11/2017, 22:03
     
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