[CSV] Il Seggio Vuoto

Primo Piano, Biblioteca di Palanthas.
Presidio Orientale, Endlos.

C'è un enorme spartiacque, all'interno del diario che Denver tiene quasi quotidianamente fin dal giorno in cui è approdato sul semipiano. Si tratta del momento in cui le date delle iscrizioni smettono di essere riportate con i giorni, mesi e anni del suo mondo, sostituiti da quelli di Endlos, e si fanno sempre meno frequenti, fino ad arrivare a sole sei o sette annotazioni mensili. Adesso deve addirittura fermarsi a riflettere per calcolare in che anno si sarebbe trovato se fosse rimasto a Chicago. Quasi certamente il 1933 o il 1934, ma gli possa venire un accidente per capire in che mese.

Giunto nel Presidio Orientale all'inizio, per poi trasferirsi temporaneamente a Laputa, quindi nel Pentauron, e tornando infine di nuovo ad Istvàn, gli eventi si erano susseguiti uno dopo l'altro, trascinandolo ai quattro angoli di quel mondo come un torrente in piena. Senza fermarsi per un momento, impedendogli di mettere quelle radici -seppur provvisorie- che gli darebbero la sicurezza necessaria per avviare dei progetti che non si fermino alla giornata, al mese, o a qualsiasi cosa si sarebbe limitata a garantirgli la sopravvivenza nell'immediato futuro. Ci aveva provato a Blood Runner, ottenendo anche alcuni successi, prima che il suo nome e la sua faccia venissero resi noti a tutti i cacciatori di taglie del Presidio Centrale per colpa di alcuni ragazzini.

Bussa alla porta dell'ufficio della Corona di Dharma. Non saprebbe a chi altri rivolgersi. Non ha mai avuto una Corona di riferimento, essendo quella di Sophia mancante da molto prima perfino che il giornalista entrasse nella congrega dei Custodi delle Sette Vie. Un buco considerevole, che nessuno si è mai fatto avanti per colmare, come del resto quello di Symphonia, se non va errando.
Un'inconvenienza che Denver spera sarà solo di relativa importanza.

« Avanti. »
All'invito della Corona, il giornalista spalanca piano la porta, chiudendola poi dietro di sé mentre gli occhi esplorano avidi e curiosi il nuovo ambiente. Sotto di sé non più i pavimenti di marmo, ma un prato che pare estendersi fino ai confini invisibili della stanza, tagliato in due nel presunto mezzo da un sentiero in terra battuta.

« Permesso... »
Si fa strada verso un enorme albero dalle luminosi fronde iridescenti, evitando qualche volta una lanterna di carta più bassa delle altre. Queste ultime sono senza dubbio la cosa meno straordinaria di quel posto che sembra farsi beffe delle leggi dello spazio. Ai piedi dell'albero, seduto su una panchina, un uomo all'apparenza giovane, ma già canuto, chiude un vecchio tomo e gli sorride.
Denver ricambia il gesto con cortesia.

« A cosa devo la visita? »
Chiede la Corona di Dharma. Il giornalista si schiarisce quindi la voce.
« Buongiorno, signor Uriel. Sono giunto qui perché vorrei chiedere un suo parere. »
Prende una pausa per assicurarsi di avere la sua attenzione.
« Anzitutto, credo di dovere delle presentazioni: sono un accolito della Via di Sophia, il mio nome è Denver, Denver Brockmann, e prima di giungere su Endlos ero un giornalista. » gli tende la mano quasi automaticamente. « Ammetto che mi sarei rivolto innanzitutto alla Corona di Sophia, se solo al momento ce ne fosse una, ma senza stare a girarci ulteriormente intorno: volevo chiedere cosa potrebbe pensarne Palanthas di... idealmente un giornale, ma più in generale un periodico. Diffusione di informazioni e di notizie attuali al più ampio bacino di persone possibile. Rigorosamente veritiere, nessuna propaganda, affinché il lettore possa formare indipendentemente le proprie idee al riguardo. Con più sezioni e rubriche, affinché possa dare spazio a più campi di conoscenza, pur rimanendo rivolto al pubblico generale. »

« Ah, la Corona di Sophia. Dei... tipi davvero particolari. »
C'è una nota di insicurezza nell'espressione del saggio. Muovendo appena il capo quando lo sente utilizzare il plurale, Denver si aspetta qualche ragguaglio rispetto a colui che, in teoria, dovrebbe essere il suo diretto superiore. Colui o... coloro. Il giornalista non riesce a capire se Uriel ha visto più Corone succedersi con il passare degli anni, diventando "storia" esse stesse, o se quella attuale (precedente?) si tratti di una specie di entità multipla. Su Endlos, ha imparato a prepararsi anche a questo. Forse si tratta di entrambe le cose.
« Comunque... è una bella idea! Dopotutto, è nostro dovere di Saggi diffondere la conoscenza e non tenerla per sé. E' la prima regola di Palanthas. »

Sorride soddisfatto, ma educatamente. La verità è che sapeva già fin dall'inizio che l'idea in sé sarebbe stata accolta di buon grado. Più complicata, invece, sarà l'attuazione di un tale progetto; ma anche questa dovrebbe essere un'impresa nel suo complesso fattibile, per quanto dispendiosa. È quasi certo che sarà proprio il denaro, insieme alla progettazione di un sistema di distribuzione adeguato, ad essere il problema principale. Tuttavia, è pur vero che un progetto in nome della Congrega delle Sette Vie sia sicuramente più allettante per un investitore o una banca rispetto a qualcosa di presentato da Denver Brockmann, Nessuno.

« Se posso essere d'aiuto in qualche modo, ti prego di farmelo sapere. Sono sicuro che anche la Corona di Khymeia e quella di Regalia saranno felici di dare una mano. »
« Ogni contributo sarà bene accetto, la ringrazio della sua disponibilità. » dice, il suo sorriso che si è fatto, stavolta, contento. « Prima di congedarmi, però, volevo chiederle a tal proposito che fine abbia fatto l'ultima Corona di Sophia. Ho cercato di informarmi, ma temo di non aver scoperto molto. »

« Ecco, in realtà... » ancora prima dell'ultima sillaba, Denver ha già previsto quale risposta si sentirà dare. Sospira deluso prima ancora che Uriel finisca la sua frase. « ... non ne ho la più pallida idea. »
Il giornalista è abbastanza sorpreso dal tono per certi versi leggero del saggio, come se la scomparsa di una delle sette Corone non sia una faccenda di cui preoccuparsi troppo, e anzi, pare che ci si sia a malapena accorti di una simile mancanza. Questo può avere senso fino ad un certo punto, essendo in genere i Saggi -e le loro guide sopra tutte- più interessati all'inseguire i loro studi che, talvolta, a ciò che accade alla gilda stessa. Tuttavia, rimangono per l'appunto una gilda. Gli sembra assurdo che nessuno sappia assolutamente niente di qualcun altro.
« ... forse Arthur lo sa! Oppure Brifos... o Kerobal... »

Annuisce. Arthur dovrebbe essere la Corona di Khymeia, che non ha ancora avuto modo di incontrare, mentre Brifos e Kerobal li conosce già almeno di vista; in entrambi si è imbattuto già prima di fuggire dal Pentauron.

« Capisco, è un vero peccato. » dice, rammaricato. Infine lo saluta porgendogli un'altra volta la mano, prima di voltargli le spalle e avviarsi verso l'uscita della "stanza". « In tal caso, seguirò il suo consiglio. Intanto, non mi trattengo oltre e le auguro quindi una buona continuazione, signor Uriel. »