[Quest n°3] Il Bagatto

Una volta trovata una soluzione per l'aspetto del buon Saddler e risolti i dubbi di Sergei riguardo le fattezze dei loro compagni più animaleschi, il gruppo poté procedere senza grossi intoppi fino al vivo della città - per il Cronomago - ancora sconosciuta, affascinante per la presenza di umani ed elfi a convivere in un mondo dove la magia a quanto pare era cosa perlopiù vietata e pericolosa.
Un grande boato tuttavia interruppe la tranquilla marcia, andando ad improntare l'attenzione dei viandanti su una torre li vicina.
Lo spettacolo che gli si parò d'innanzi non era dei migliori, gendarmi indigeni facevano da mura ai civili li presenti, impedendo l'entrata al luogo d'origine dell'esplosione.
Ci fu un rapido scambio di parole: Alcuni dei presenti implorarono le guardie armate di lasciarli passare - in quanto li presenti vi stavano i loro familiari ed amici - d'altro canto quast'ultime risposero fredde e scortesi, negando l'accesso alla zona a chicchessia, quindi intervenne Aika, l'accompagnatrice scostumata dei nostri eroi, con le orecchie quasi fumanti per la rabbia.

- Che diavolo succede? Se fate casino, le conseguenze sono cazzi vostri poi... Perché questa gente è in lacrime? Che diavolo state facendo a queste persone? Ma non vi fate schifo??? -

La freddezza di Sergei era ormai cosa nota, tant'è vero che rimase perfettamente immobile ad ascoltare lo scambio di battute che venne a seguire. Inutile dire che non approvava un simile modo di porsi della loro accompagnatrice, che andava a netto contrasto con quanto detto in precedenza da lei stessa sul tenere un basso profilo e non fare sciocchezze di sorta.

-Eseguiamo il volere del Credo, donna. Il Circolo dei Maghi ha oltrepassato il limite ed è rimasto in quarantena per giorni: li abbiamo distrutti solo quando abbiamo avuto conferma che non si potesse far nulla per aiutarli. Non siamo noi i mostri, in questa storia.
-Che... che cosa vuol dire?
-Vuol dire che se li avessimo fatti uscire, l'intera Capitale sarebbe stata prima invasa e poi distrutta dai Demoni.
...
Potete parlare quanto volete: tutti i maghi presenti in quel circolo erano posseduti. Fossi in voi non andrei in giro a dire che siete "fratelli"... le voci potrebbero arrivare a qualche generale.

Il Cronomago comprendeva bene il volere di un credo, ne concepiva il valore morale così come la pericolosità qualora esso fosse mal riposto. Che quei soldati potessero essere nel giusto o nel torto certamente avrebbero continuato a difendere strenuamente quella zona. Serfagorn fece per voltarsi verso Yoko, ben cosciente del carattere istintivo del demone volpe che lo aveva quasi portato ad uccidere la fenice di smeraldo quando il tramite di Cry Hinote fece la sua comparsa su Endlos. Una sua reazione spropositata avrebbe potuto far saltare la loro copertura e metterli nei guai ancor prima che la loro missione potesse giungere a compimento, ma venne fortuitamente anticipato dall'intervento del giovane Uriel, dotato anch'esso - a quanto pareva - della calma serafica che attorniava la figura dello stregone di smeraldo.

« Se riuscissi a raggiungere le macerie della torre, potrei vedere cos'è successo prima che venisse distrutta. Purtroppo però, abbiamo la strada sbarrata. »

Disse Uriel ai compagni d'avventura, trovando una rapida soluzione ed andando a spegnere sul nascere qualunque possibile focolaio.

« A questo ci posso pensare io. »

Tuttavia il carattere impulsivo del demone volpe era bilanciato da una intelligenza ed astuzia molto fuori dagli schemi, una testa calda dotata di grande cuore e profondo intelletto; fece cenno ai compagni di seguirlo all'interno di un vicoletto li vicino, castando una magia illusoria sul ragazzo dai capelli d'argento, che gli permise di prendere le sembianze di una delle guardie a difesa dell'entrata alla torre.

« In questo modo dovresti passare inosservato. Attento, però: non durerà in eterno, se non riuscirai a tornare indietro per tempo non potrò estenderne la durata. »

L'idea a monte era molto valida, trovò il cronomago seguendo con lo sguardo il vecchio Gaspode procedere assieme alla figura del gendarme, ciononostante la strategia per avere più valenza aveva senza dubbio bisogno di un diversivo, qualcosa che tenesse l'attenzione ai dettagli dei soldati lontana dai movimenti dei due compagni d'azione.

« Intanto cercherò di prendere qualche istante. »

Avrebbe detto il cronomago ai compagni nel vicolo, poco prima di prendere posto all'azione, posizionandosi fra la folla nel lato opposto a quello di Gaspode ed Uriel.

« Signori miei.. » avrebbe pronunciato lo stregone ad alta voce fra i presenti, facendosi carico di una voce popolare che di fatto comprendeva, così come del dovere dei soldati - qualora le loro parole fossero risultare autentiche - a difesa della torre « Benché sia certo che il grave peso delle vostre azioni fosse per il bene di noi tutti, ora che tutto si è concluso se come dite voi il male è stato estirpato, non comprendo perché non permettere a questa povera gente di vedere coloro che un tempo erano i loro cari, un ultima volta. »

L'idea era quella di farsi carico dell'attenzione delle guardie, ovviamente, senza però attirarne troppa a livello negativo ne da parte loro, ne da parte della popolazione li presente.

Il Bagatto
Naos Project



"I libri dicono che Larbre sia lo specchio dei suoi abitanti. Bella, misteriosa e complessa. C'è sempre musica, la sentivo dalle finestre - ritornelli silenziosi e cori trionfanti. E sempre, danzando sopra a tutto questo, il Canto proveniente dalla Grande Cattedrale. È stato magnifico."

Tredicesimo giorno del primo mese - Sirio [anno 1]
Larbre, capitale di Florais.

Pov: Uriel, Gaspode.

« In questo modo dovresti passare inosservato. Attento, però: non durerà in eterno, se non riuscirai a tornare indietro per tempo non potrò estenderne la durata. »
« Farò attenzione. Grazie. Gaspode, vieni anche tu? Non hai bisogno di alcuna illusione per passare inosservato, e inoltre sarebbe più saggio non restare mai soli, se possibile. »
« Certamente, anche se ammetto che avevo in mente un approccio diverso. Ti coprirò le spalle, va'. »
Forte dell'incantesimo del Prorettore Magister ed in compagnia di Gaspode, il dio Uriel si incamminò verso la torre ormai distrutta con l'aspetto di una guardia, sicuro che nessuno avesse intenzione di fermarlo. In effetti, fu proprio così: lungo il percorso non incontrarono praticamente nessuno, a parte alcuni sassi e bruciature, sempre più frequenti con il loro avvicinarsi alla meta.

Al centro di una grande e (fino a poco prima) bellissima piazza, le macerie ancora fumanti di quella che un tempo doveva essere una torre molto alta facevano da protagoniste indiscusse alla scena, stridendo orribilmente con qualunque elemento presente in quella città. Non solo -infatti- il grigio della cenere "spegneva" l'azzurro ed il blu dei palazzi circostanti, ma le strane radici rosse che sembravano tenere ben stretta la parte centrale dell'edificio crollato in un unico mucchio davano quasi la stessa idea di natura ostile e selvaggia che Gaspode aveva avuto modo di percepire nelle sue precedenti missioni in zone più rurali.
Ad Uriel -tuttavia- non sarebbe servito arrivare fino alla parte centrale per interrogare la struttura: bastava una qualche pietra per ottenere le sue informazioni. Per questo si chinò su di un masso con alcuni decori floreali -probabilmente superstite di una sala importante- e con esso avrebbe iniziato a discorrere come se fosse una persona reale.

L'interrogatorio fu abbastanza problematico, ragion per cui il Saggio dovette chiamare in causa più di una pietra di tipo diverso. Quello che ne uscì -invero, dopo diversi tentativi- sembrava lo stesso racconto dei templari, condito da alcuni dettagli volutamente tralasciati dalle autorità.
In poche parole, una pratica comune per l'iniziazione dei maghi all'età adulta era per qualche strano motivo sfuggita di mano: secondo una pietra, non era insolito che alcuni ragazzi finissero posseduti durante la prova, ma tutto l'evento era sempre sorvegliato da almeno due templari per volta ed altri maghi pronti ad ucciderlo. Qualcosa -quel giorno- era invece andato storto: il posseduto sembrava molto più potente dei suoi sorveglianti e, sbalzando alcuni via e massacrando orribilmente altri, era riuscito a scendere ai piani inferiori e seminare il caos.
Ne era seguita una lunga battaglia, perché tutti i circoli magici erano sempre sorvegliati da un buon numero di soldati addestrati. Ciò nonostante, la creatura che si era impossessata del giovane mago si era mostrata immensamente più scaltra di tutti loro e, approfittando della divisione per livelli della torre, aveva scelto di procedere lentamente nella propria discesa. Occupato un piano, uccideva tutti i templari ed i maghi più anziani. Poi, con calma, torturava i giovani ed inesperti, così da ledere la loro volontà e permettere ad altri demoni di occupare i loro corpi esausti ed infoltire il proprio esercito di abomini.
Così era stato, e nessun templare era riuscito ad arginare quel pericolo: solo un tale Kassios, compresa l'impossibilità di distruggerlo, era fuggito verso il primo piano, chiudendo le porte del circolo ed imponendo il Sigillo Luminoso. Questo, a quanto diceva una trave trovata a pochi metri da Gaspode, era l'unico incantesimo impossibile da sciogliere per un mago -e quindi anche per gli abomini che lo occupavano- perché di stampo puramente divino.
Certo, secondo alcuni cocci quel tale Kassios avrebbe potuto lasciar fuggire i bambini incontrati su quel piano, salvarli dal destino crudele che sarebbe giunto a breve, ma chi avrebbe potuto giudicarlo, dopo aver visto in che modo orribile i demoni riuscissero ad ingannare i poveri umani? In quell'inferno in terra nessuno poteva più fidarsi di nessuno: illusioni, sogni e sentimenti si fondevano con la realtà, deformandola e tramutandola in tremendi incubi.

Le autorità erano giunte con enorme ritardo, perché in effetti nessuno aveva lanciato l'allarme: alcuni templari lo avevano sospettato dopo il primo cambio della guardia e lo avevano proclamato solo dopo che un mago dell'Imperatrice, non residente al Circolo per ovvie ragioni e quindi "salvo" dal pericolo, aveva confermato loro che vi fosse un Sigillo Luminoso alle porte principali. Per questo motivo, l'agonia di tutti i maghi in quella torre si era protratta per ore e perfino gli oggetti inanimati non riuscirono a nominare molte delle atrocità viste. Era stata un'orribile tragedia sotto ogni punto di vista e -forse- buttare tutto giù non poteva che essere quasi un atto di carità verso quelle povere anime. Ammesso che -una volta morte- i demoni non le avessero portate con loro nell'Oltre da cui provenivano.

Con questa amarezza nel cuore, Uriel avrebbe terminato la propria ricerca di informazioni. Doveva decidere che fare, ma il tempo passava, e l'incantesimo di Yoko non sarebbe durato ancora a lungo.
____________

Pov: Yoko, Serfagorn, Ted.

Mentre i loro compagni erano ad indagare, i viaggiatori restanti avevano deciso di attirare l'attenzione dei soldati, magari parlando con loro e distraendoli da quel templare apparso dal nulla e con cane alle calcagna diretto alla torre.
Serfagorn fu il primo ad esporsi, seguito da Ted, ed entrambi scelsero l'approccio "sentimentale" che -sebbene fossero tutti umani sotto quella corazza- non era esattamente fra le scelte più quotate per risultare simpatici ad un interlocutore addestrato alla guerra, ma almeno servì allo scopo. Yoko rimase in silenzio, ma fu una mossa saggia. Dopotutto, aveva molto da nascondere ed esporsi poteva diventare pericoloso.

« Signori miei... Benché sia certo che il grave peso delle vostre azioni fosse per il bene di noi tutti, ora che tutto si è concluso se come dite voi il male è stato estirpato, non comprendo perché non permettere a questa povera gente di vedere coloro che un tempo erano i loro cari, un ultima volta. »
”Già. Questa povera gente è confusa e spaventata. Non vogliono fare alcun male. Vogliono vedere solo se la gente a cui vuole bene si sia fatta male. Non lo vorreste anche voi al loro posto?”
-Non possono perché sono maghi. Ovvio- avrebbe risposto il templare, sprezzante -La zona è pericolosa. Molto di più se ci sono quei mostri in circolazione, prima che venga accertato che non vi sia più nulla di cui temere. Cosa che -sicuramente- non avverrà oggi. Quindi aria e sparite, prima che vi arresti per intralcio alle autorità.

Palesemente seccato da tutta quell'insistenza, chiuse la conversazione e voltò lo sguardo altrove. Non sembrava ancora intenzionato ad agire, ma chi poteva sapere quale fosse la sua soglia di sopportazione?

Il Bagatto
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"I libri dicono che Larbre sia lo specchio dei suoi abitanti. Bella, misteriosa e complessa. C'è sempre musica, la sentivo dalle finestre - ritornelli silenziosi e cori trionfanti. E sempre, danzando sopra a tutto questo, il Canto proveniente dalla Grande Cattedrale. È stato magnifico."

Tredicesimo giorno del primo mese - Sirio [anno 1]
Larbre, capitale di Florais.

Pov: Yoko, Serfagorn, Ted.

« Potreste spiegarmi che cosa sta succedendo? »

Accogliendo i bisbigli del Magister con occhi spaventati ed al tempo stesso ricolmi di sospetto, uno dei due maghi cessò di parlare, mettendosi sulla difensiva come un cane rabbioso. Per fortuna una fanciulla di soli dieci anni lì vicina -anche lei in tunica e dal volto scoperto- accolse benevolmente quelle parole gentili. Scelse di avvicinarsi allo sconosciuto, e forse fu proprio causa della giovane età quell'enorme fiducia verso il prossimo.

-Il Credo dice che siamo impuri e che attiriamo i demoni... ma nessuno dei nostri amici lo era- iniziò difendendo la sua gente, come era ovvio che fosse -Noi viviamo in quella torre, ma l'ultima settimana siamo stati chiamati dall'Imperatrice per alcune divinazioni e non eravamo presenti. Ci hanno detto che la torre era insalvabile, che andava contenuto il pericolo... non credevamo sarebbero arrivati a questo.
Nel pronunciare quelle frasi, si lasciò scappare un leggero singhiozzo. Eppure sembrava più forte e coraggiosa di ogni bambina, e con grande ardore riuscì a trattenere tutte le altre lacrime. Sembrava una piccola donna, a dirla tutta, e -per quanto piacevole potesse apparire- chissà quante orribili difficoltà aveva superato nella sua brevissima esistenza per raggiungere quella levatura morale.
-Noi non siamo dei mostri... noi siamo le vittime. Nessuno di noi vuole i demoni, loro sono malvagi e ci fanno soffrire, però i templari ci trattano come loro...
Abbassò lo sguardo, sconsolata. Nulla avrebbe potuto rincuorarla, in quel momento.

« Un tale Nightingale... si trovava per caso in quella torre? »

La bambina lo fissò con occhietti disorientati, segno che probabilmente non aveva mai sentito quel nome. Per fortuna, qualcuno più anziano di lei riuscì (finalmente) a trovare il coraggio di parlare.
-Nightingale non fa più parte del Circolo da diverse lune. Quando il Credo ha aumentato la sua influenza sulle comunità magiche, ha abbandonato il suo ruolo ed è andato via con gli Esuli. Da allora non si ha più notizie di lui: per quanto ne so, potrebbe essere stato già ammazzato dai Templari.
La bambina sospirò sconsolata, ma il compagno mago continuava a fissare i nuovi giunti con estremo sospetto e diffidenza, nonostante quello slancio. Notando tuttavia lo sguardo interrogativo dei presenti riguardo agli "esuli", avrebbe comunque -da bravo accademico quale era- approfondito il concetto, non senza mostrare una ben evidente perplessità. Con molte probabilità, quella doveva essere un'informazione abbastanza comune a chiunque.
-Gli Esuli... i dissidenti al Credo che non vogliono combatterlo- continuò -A differenza dei Vendicatori che hanno imbracciato le armi, gli Esuli sono fuggiti lontano dalla civiltà, in modo da vivere serenamente la propria esistenza. Alcuni hanno chiesto asilo nei regni del Nord, dove la magia è più tollerata.

A quelle verità sarebbe seguito un lungo ed imbarazzante silenzio, carico di sentimenti contrastanti quali il dolore della fanciullina, l'astio ricolmo di livore del mago e la pietà di Yoko, che -nascosto da una bugia fatta di omissioni necessarie- percepiva tutta la loro sofferenza. Sarebbe durato poco, comunque, perché Uriel era già di ritorno.
____________

Pov: tutti.

Raggiunto nuovamente il gruppo, Uriel avrebbe richiamato a raccolta i propri compagni e, nascosto dai loro stessi corpi, si sarebbe nuovamente tramutato in sé stesso senza destar sospetti nelle guardie.

« Durante uno dei loro soliti rituali, un mago è stato posseduto da un demone più forte del normale, e ha trucidato tutti i presenti. Prima che raggiungesse il pian terreno però, uno dei Templari superstiti -un tale Kassios- sigillò l'uscita. »

« Chiedo scusa, signori... »

Raccolti in uno stretto capannello per evitare che i loro discorsi trapelassero all'esterno della cerchia che -fisicamente e metaforicamente- componevano, quella voce avrebbe colto tutti di sorpresa per la sua vicinanza e per il suo strano e indefinibile timbro; erano concentrati sul resoconto offerto dal Saggio di Palanthas e sui suoi pesanti risvolti, questo è vero, ma ad incuriosirli sarebbe stato il semplice dato di fatto che un indigeno avesse scelto di rivolgere loro la parola di sua spontanea iniziativa: la semplice maschera bianca che gli copriva interamente il volto lo presentava come un cittadino, mentre il mantello blu scuro con cappuccio che indossava lo collocava in una media estrazione sociale... e davvero non era facile immaginare cosa potesse volere da un gruppo di stranieri così "bizzarro", elefante compreso.

« Voi... »
schiarendosi nervosamente la voce, la Maschera la abbassò in un mormorio flebile
« Ho sentito che... chiedevate in giro di Nightingale. »

La curiosità che aveva suscitato l'esordio di quella figura si tramutò all'istante in interesse... e, forse, anche in un po' di sospetto: questo -per lo meno- dovette pensare il figuro, visto che quando parlò di nuovo lo fece quasi per giustificarsi.

« Le divinazioni hanno predetto che... oggi e in questo luogo qualcuno sarebbe arrivato per lui. »

Le parole dello stregone, per quanto pressochè inutili al fine di far desistere i templari dal loro compito immondo, riuscirono comunque ad attirarne l'attenzione, permettendo al ragazzo dai capelli d'argento - visivamente trasmutato dai poteri di Saddler - di avvicinarsi alle rovine della torre per analizzare la situazione.
In pochi attimi Uriel riuscì nel suo arduo compito, ritornando dal gruppo con un bagaglio di informazioni tale da far impallidire il volto dello stregone temporale. Era una brutta faccenda, quella dei maghi e dei demoni, che metteva in gioco un concetto chiave delle sorti intere dell'umanità: per un bene supremo sarebbe moralmente corretto distruggere le vite di pochi o molti che fossero? Per il cronomago la risposta era sempre stata si, motivo per cui silenziosamente comprendeva perfettamente la motivazione del gesto dei templari, ciononostante comprendere non significava approvare, non in quel caso specifico per lo meno, poichè molti dettagli della vicenda parevano ancora celati ed oscuri, avrebbe certamente desiderato approfondire l'argomento, ma ciò a tempo debito.
Non ci fu particolare tempo di pensare ad una qualsivoglia strategia, che un nuovo figuro fece la sua comparsa nel gruppo di viandanti, ammantato di veli e mistero, celato dietro una maschera.

« Chiedo scusa, signori... Ho sentito che... chiedevate in giro di Nightingale. Le divinazioni hanno predetto che... oggi e in questo luogo qualcuno sarebbe arrivato per lui. »

Quando si dice la divina provvidenza, ma qui di divino c'era poco e Sergei sapeva bene che di Kronos non ci stava alcun zampino. Bizzarro ed inaspettato questo incontro sembrava deciso a segnare le sorti della spedizione dei nostri avventurieri, dubbiosi e cauti più che mai sulla comparsa del bizzarro "benefattore"

« ...le divinazioni non hanno sbagliato. Possiamo chiederti il motivo del tuo interesse? »

Si fece avanti la volpe d'argento, nascondendo il più possibile il suo esser diffidente dietro ad una spessa maschera di cordialità.

« Mi ha mandato lui... Ha bisogno di aiuto. Ed ha bisogno che lo raggiungiate in un luogo molto lontano da Larbre. »

Il secondo a parlare fu il nostro caro Sergei, incalzandolo con alcune domande di rito.

« Possiamo sapere in che tipo di guai si trova? Sono correlati alla sua latitanza o si tratta di.. qualcosa di peggio? »

« E' in una posizione complicata, tra due fuochi che vogliono distruggersi a vicenda »

« Intendi fra maghi ed il credo, immagino »

« Maghi e credo »

Ci sarebbero state ancora decine e decine di domande da porre, ma dopo alcune altre richieste gli avventurieri dovettero convenire col giovane pugile, non era quello il luogo ne il momento adatto per continuare a tempestare il misterioso messaggero. Il cronomago fece un leggero cenno con il capo nei confronti del gruppo, si mosse con lo sguardo a cercare la figura della loro giovane accompagnatrice ed attese in silenzio di conoscere il punto di vista della ragazza.

Il Bagatto
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"I libri dicono che Larbre sia lo specchio dei suoi abitanti. Bella, misteriosa e complessa. C'è sempre musica, la sentivo dalle finestre - ritornelli silenziosi e cori trionfanti. E sempre, danzando sopra a tutto questo, il Canto proveniente dalla Grande Cattedrale. È stato magnifico."

Tredicesimo giorno del primo mese - Sirio [anno 1]
Larbre, capitale di Florais.

Terminato quel breve scambio d'informazioni, lo sconosciuto abbassò lentamente il capo -non prima di essersi guardato attorno- in un movimento che sapeva di congedo. Poi, con un gesto quasi distratto, lasciò cadere un foglio di pergamena per terra e si allontanò da loro molto rapidamente, senza aggiungere altro, sparendo fra la folla.

Aika, rimasta in silenzio per tutto il tempo, non ebbe modo di fermarlo, ma fu la prima a raccogliere ciò che l'altro aveva lasciato al proprio posto. Afferrando la pergamena accartocciata fra le dita, indicò agli altri un vicolo meno centrale. Dirigendosi in quel punto con i compagni al seguito, avrebbe finalmente dato un'occhiata al messaggio... che si rivelò essere una mappa.
-Merda- si lasciò sfuggire -... porco Aeon se è distante...
Avrebbe mostrato una mappa in inchiostro nero molto stilizzata, ma con parecchie coordinate riportate sul bordo. Senza dover necessariamente calcolare le areee ed i punti, un segno abbastanza evidente localizzava il luogo d'incontro addirittura in un altro regno, lo stesso visitato da Gaspode durante la sua prima missione per il Magisterium. Per esser precisi, poco più a nord dell'ultimo villaggio visitato dalla seconda spedizione in quei luoghi, quella in cui era mancato.

-Andarci a piedi è una follia: ci divide anche una catena montuosa, ed impiegheremmo mesi.

L'osservazione era lecita, dunque sollevò lo sguardo sui presenti. Nel suo cervellino le solleticava un'idea, ma aveva bisogno del gruppo per attuarla.

- Tornare indietro, su Endlos, sarebbe la soluzione più rapida. Poi useremo il portale che ci condurrà al villaggio visitato dall'altro gruppo di esploratori. Che ne dite?