Vecchio e Nuovo

Bussai tre volte con la mancina poco prima di entrare, con l'unico suono delle mie scarpe in pelle nera sul parquet ormai consumato a fare da colonna sonora. Quel giorno mi trovavo a Merovish - o come l'avrei rinominata un giorno Merowish - per affari, avevo scoperto infatti che uno dei luoghi in cui era possibile richiedere in passato i servigi della Seele, era proprio quel negozietto quasi sperduto in mezzo al deserto più fitto.

« Buongiorno. »

salutai con voce roca e baritona, lasciando che la poca luce filtrante dall'esterno mostrasse il tramite che avevo scelto quel giorno: Un distinto signore sulla sessantina con una folta - ma curata - barba brizzolata, una massa di capelli neri dalle sfumature argentee tenuti assieme in una lunga coda di cavallo, un abito in completo scuro semplice quanto elegante, con una camicia bianca - senza cravatta - molto sobria aperta sul primo bottone, alle mano destra una fede d'oro sull'anulare e sul polso sinistro un orologio a quadrante analogico di colore nero.
Non trovando immediatamente un commesso ebbi tempo di guardarmi un pochino attorno, sarebbe sembrato in tutti gli effetti un locale come tutti gli altri, svarati composti e medicinali erbacei stavano infatti a colmare il gran numero di scaffali presenti, dando però l'idea di essere puliti e riordinati una volta ogni qualche decennio.
C'era da fare una piccola premessa su quel locale, pareva infatti che nel corso degli anni la struttura non solo avesse ospitato un gran numero di spettri - alcuni addirittura appertenuti ai precedenti gestori - ma che alcuni di essi avessero deciso (o fossero stati costretti? Non saprei dirlo) di continuare a lavorare nella struttura, per cui il fatto di non trovare immediatamente qualcuno dietro la cassa non mi stupì più di tanto, gli spettri potevano essere misteriosi, erano pur sempre anime dannate anche loro.
Presi tra le mani un piccolo flaconcino di colore porpora, rigirandolo fra le dita lunghe ed ossute. Il negozio era interamente vuoto, nessuna fila, nessun fastidioso testimone da dover persuadere a togliere le tende, nessun suono o rumore in sottofondo.
Niente. Strano, mi ritrovai a pensare, ma non più di tanto visto che il posto si trovava in culo ai lupi, tra le fauci del deserto.

Avvertì una voce sussurrarmi alle spalle di risposta, un tono leggero seppur sicuro. Lo ammetto, in linea di massima sarebbe stata una scena un pò criptica, la classica cosa da accapponamento selvaggio della cute, ma andava valutato anche il fatto che da una catapecchia probabilmente infestata nella quale la Seele operava fino a pochi anni prima, non ci si poteva aspettare particolarmente di meno.
Mi voltai dunque lentamente, ritrovandomi di fronte ad un ragazzotto appeso a testa in giù a pochi centimetri dal mio volto, abbandonai l'idea di assestargli una testata di benvenuto nel mentre che il presunto Demone (avrei detto ad occhio e croce, il portamento, il colore degli occhi, e quella particolare postura solitamente adatta a demoni, vampiri o scemi di merda sembrava comunque vertere a favore della mia tesi) si lasciava andare alle prime presentazioni di sorta. Birrazzo il fatto che anche i suoi vestiti sembrassero seguire la gravità del tipetto, un'abilità niente male
per attirare l'attenzione.

« ... John Solo, ma lei può chiamarmi solo John. »

Dissi sorridendo appena al giovinotto appeso come un salame, lasciando che le mie parole potessero lasciare quel senso di profondo dubbio nella mente del mio interlocutore. Amavo il mio cognome solo per queste stronzate, diciamocelo.
Per quanto poi la mia faccia da poker lasciasse intuire ben altro, la notizia che quella location potesse ancora essere definita come una sede di un'agenzia che ipotizzavo morta e sepolta mi diede molto da pensare. Lucius... dove avevo già sentito questo nome?

« Quindi la Seele è ancora operativa? »

Azzardai porgendogli il flaconcino di color purpureo, senza che nel frattanto fossi riuscito anche solo minimamente a capire a cosa cazzo potesse servire.

Aaaah, dunque la maggiorparte della Seele si era spostata su un ulteriore piano esistenziale, ora tutto era più chiaro.
Mi portai un piccolo ciuffo di capelli brizzolati dietro l'orecchio, annuendo sporadicamente nel mentre che l'inquietante Lucius snocciolava alcune interessanti informazioni riguardanti i piani bassi dei multiversi, c'aveva visto giusto sulla mia ignoranza dello stato attuale dell'inferno, purtroppo dopo il mio trasloco su Endlos non avevo ancora avuto modo di tornare a rompere i coglioni ai vecchi bastardi dell'ufficio 4756 Bis, ma siccome era mia intenzione andare a reclamare un mastino infernale tutto mio prima della fine dell'anno nuovo, presto ci avrei fatto un salto, colmando per cui tutte le mie piccole lacune sull'argomento.
Inoltre non avevo dato alcun modo di palesare la mia essenza, eppure quel ragazzo seppe riconoscere la mia razza senza batter ciglio, così com'era stato per il vecchio gallinaccio alcuni mesi orsono, molto probabilmente in questo piano d'esistenza la conoscenza della natura altrui era un classico nell'albo dei compratori d'anime, e senza nessun tocco per giunta, abilità che non mi sarebbe per niente dispiaciuto imparare nell'imminente futuro.

«Cercavi un'assunzione, o stavi semplicemente controllando la concorrenza?»

Aggiunse senza lasciar trapelare alcun tipo di emozione, poggiando la boccetta dal contenuto ignoto nuovamente sullo scaffale impolverato .

« Per me non esiste la parola concorrenza, signor Lucius, esistono talmente tante anime in questo mondo come negli altri che ho sempre reputato le dispute territoriali... uno spreco di tempo e risorse. »

Non avendo più la necessità di tenere all'oscuro la mia vera natura, decisi di rilasciare più liberamente la mia essenza, colmando gli occhi del mio tramite di un denso nero quasi catramoso. Ah ragazzi come posso spiegarvi... avete presente quando tornate a casa dopo una lunga giornata di lavoro e decidete di levarvi quella fottuta cintola e sbragarvi completamente? Magari mettendovi in canotta bianca smanicata sporca di sugo dal giorno prima? Ecco, più o meno era quella la sensazione. Guduriosa.

« Non ho mai pensato di interferire negli affari dei miei stimati colleghi, ed ho notato come questa realtà offra ricche e molteplici alleanze per i tempi bui »

L'attenzione del mio sguardò potè posarsi indisturbata sull'aspetto del ragazzo, giacchè l'assenza delle iridi del mio tramite rendeva imperscrutabile la conoscenza altrui del mio punto esatto di visione. Inizierei col dire che la sua altezza mi lasciò sorpreso, vedendolo appeso come un insaccato non gli avrei dato più del metro e sessanta, tuttavia vedendolo in tutto il suo cadaverico splendore - se così si può dire - avrei detto con ben pochi dubbi che il metro e novanta veniva invece superato a piè pari.

« Come ad esempio quella con la divinità SkekDor o quella più forte con il satana dell'ingordigia in persona, Asmodeous. »

Le referenze nel mondo della finanza possono far paura, l'avere alleati forti nel momento del bisogno ha spesso decretato una vittoria schiacciante dall'esito ben lontano dall'essere scontato. I contatti che si aprono come le zampe di un ragno pronte a tessere una micidiale ragnatela, ecco cos'è una rete di alleanze. Mortali a volte, è vero, ma solo un abile ragno sa destreggiarsi nella propria ragnatela, daltronde.

« Reclutarmi? No no, ho il difetto di lavorare in solo, ciononostante sono un tipo socievole e molto aperto a nuove amicizie. »

So già cosa state pensando, parole strane per un demone degli incroci, vero? Ne sono cosapevole, tuttavia ogni piccolo genio ha sempre avuto una lunghissima parte di incomprensione nella propria esistenza e ben pochi sono riusciti a vederne la scintilla dietro. Tuttavia la mia non era una scintilla, eh no, era un cazzo di falò a cielo aperto.

Ok, ooooookay ragazzi, questa dovete proprio sentirla.
Avete presente quando poco fa vi parlavo del tizio alto ed emaciato davanti a me, molto simile ad un pipistrello con un manico di saggina su per il culo? Ecco, non chiedemi come stracazzo sia possibile ma ho cannato. Quello che ora si trovava a parlare con me era praticamente l'opposto di come ve l'ho descritto precedentemente, prima altissimo? Ora poco sotto la norma. Prima con i capelli bianco-mattonella del bagno? Ora corvini. Prima ceruleo? Ora chiaramente rubava biciclette fuori dai discount.
E vi giuro che non ho preso alcuna dro... oh wait... fottuta LSD, madonna le dai un dito e quella ti si prende tutto il braccio.
O forse era la Krokodil quella? Stavolta potrei aver fatto un buco nel brac... nell'acqua, nell'acqua.
Vabbè sorvoliamo, come disse il cocainomane in crisi d'astinenza.
Vi giuro che la smetto.
Drogatevi.

Ma torniamo a noi, in tutto questo Lucius prese in mano la situazione, andandosi a sedere dietro il suo bancone polveroso come il resto della catapecchia, facendomi cenno di seguirlo su una poltroncina li vicino.
Dov'è che avevo già visto una scena simile?

«No, nessuna ragione di litigare quando le anime sono così abbondanti. Libero di fare quello che ti pare su questo piano,
e di stipulare alleanze con demoni, divinità, o... Polli, se lo preferisci.»

Possibile che nessuno su quel piano avesse il benchè minimo timore del pennuto viola? Maledetta divinità-pagliaccio ed io che ci avevo anche contato sopra per il fantastico piano della festa natalizia.
Ad ogni modo decisi di seguire la gentile richiesta del ricettatore di televisori rubati - perchè è nero, capita la gag? - andandomi a posare sulla seggiola li vicino, incrociando le dita a mani conserte, poste a sorreggere il mento nascosto dalla folta barba.

«Unica regola: niente casini qui a Merovish. Libero di pasteggiare con la feccia senza farti problemi, ma se succedono cose strane da queste parti noi lo veniamo a sapere. Chiaro? Ma mi sembri una persona intelligente. Sono certo che diventeremo amici!
Dimmi, sei qui su Endlos da molto tempo? Hai notizie interessanti da raccontare? Temo di non essere molto informato sugli affari recenti del semipiano. I Laputensi hanno ancora la puzza sotto al naso?»

Bonaccione, gentile, prontissimo ad infilarmi l'intera scrivania su per il culo non appena avessi fatto un passo falso, ecco qui un vero demone old school come piacciono a me, più falso di un contratto demoniaco su carta ignienica.

« Non si preoccupi signor Lucius, sono più un tipo da presidio settentrionale a dirla tutta ed in ogni caso Merovish non rientrerà tra le mie zone di caccia finchè la nostra amicizia sarà salda. »

Risposi alla minaccia velata del presunto - da me - demone degli incroci dalla faccia da schiaffi, sorridendo di risposta.
Per quanto la Seele fosse solo un ricordo della magnificente organizzazione che controllava Merovish e d'intorni fino a qualche anno fa, l'idea che i suoi famigerati membri - ha! Ho detto membri - sparsi per i piani potessero tornare in qualunque momento generava una sorta d'aura minacciosa attorno a Lucius e la sua cricca, certo vi era la possibilità che il ragazzotto stesse bluffando e la Seele fosse ormai alla frutta, ma le informazioni in mio possesso non erano abbastanza per poter giudicare positivamente o negativamente la cosa, quindi..

« Sono qui da qualche mese a dirla tutta, mi sono fatto un pò un giro di clientela, sa com'è. C'è poco da raccontare al momento, il mondo è sempre più dominato dalla presenza massiccia ed incontestabile degli Aviatori da quello che ho capito, mentre le faccende più interessanti sono gestite sottobanco da noi nel Settentrione, da voi qui nel Meridione e da Skekdor... un pò dappertutto immagino, è uno spirito libero. »

Feci appena spallucce, curioso di vedere se la mia affermazione sulla schiacciante dominazione della scena da parte dei cavalieri di Laputa portasse qualche esito sull'ego del mio nuovo amico. L'avanzata nemmeno silenziosa dei LAM nella scena Endlossiana non era cosa di poco conto, loro erano i "buoni" ed in un certo senso la cosa più simile ad un reale pericolo per il nostro business.