When The Ground Shakes

The Unseen City - Prologue

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    ???, Altatorre.
    Presidio Centrale, Endlos.

    Esistevano diversi nomi per quella fetta di mondo si espandeva sotto Altatorre. A seconda della zona in cui ci si avventurava, quel conglomerato pseudo-urbano diventava ora "La Città Invisibile", oppure "Le Ombre" o, ancora, "La Fogna", come si sentiva spesso dalle labbra degli abitanti più disincantati. Chi abitava al cosiddetto "Piano di Sopra", invece, preferiva non menzionarla affatto. Perché nel mondo delle apparenze nessuno doveva sapere o, orrore, vedere ciò che tutti volevano celare. Nel mondo in cui ci si combatteva con le unghie e con i denti per accumulare ancora più ricchezza e benessere, a nessuno importava di voltare lo sguardo e assistere coloro che vivevano nell'indigenza. Nel mondo di superficie, del bello, e dei grandiosi edifici di marmo baciati dal sole, non c'era alcun posto per emergere da quella decadente baraccopoli sotterranea.

    Ogni strada e vicolo erano illuminati da alcuni scalcinati lampioni, alla cui manutenzione lavoravano uno o più persone quasi sempre all'interno dei soli quartieri di appartenenza, i quali a loro volta erano quasi sempre caratterizzati dalla predominanza di quella o quell'altra razza al loro interno; dei veri e propri ghetti. Quando la luce mancava o, più frequentemente, non funzionava, non era insolito vedere qualche ragazzino offrirsi ai viandanti per fare loro strada con una torcia in mano, in cambio di un piccolo compenso.

    « Grazie, signore! » disse un bambino che, a sentirne la voce, pareva avere dieci anni. Rumun Luno dovette tuttavia alzare il capo per riuscire a guardare il pargolo negli occhi.
    Gli aveva appena consegnato cinque pezzi di verdura fresca, appena dissotterrata, e tre monete di rame. Gli era costato più caro del normale, ma quando si tratta di un Uzuh, non si pagava solo per una semplice guida. Grandi e forti fin da bambini, accompagnarsi a quegli esseri significava spesso che nessuno, durante il tragitto, avrebbe cercato guai con i loro clienti. O, almeno, quasi nessuno.
    « Ti aspetto qui fra tre ore. » disse Rumun, sistemandosi una ciocca di penne brune dietro l'orecchio. Il piccolo annuì da venti o venticinque centimetri più in alto. Aggiunse: « Ti aspetterò al massimo mezz'ora, dovessi incontrare problemi di sorta. »

    Si lasciò infine il giovane alle spalle, e girò l'angolo al primo incrocio, lanciando occhiate scrutatrici da porta a porta, fino al momento in cui raggiunse l'ingresso di una malandata casupola di fango dalla quale parete frontale sporgeva un vecchio tubo di ferro arrugginito. Non lo vedeva, ma lo aveva percepito con il piumaggio del braccio.
    Bussò alla porta: un colpetto lungo, due brevi, due lunghi. Dei sospettosi occhi dorati fecero capolino da dietro lo spioncino.

    « Desidera? »
    « Il gufo si desta nel cuore del giorno. »
    « La notte sorge, e rischiara i cieli. »
    « Viviamo catemerali. »

    La fessura si chiuse di colpo. Rumun udì un rumore di catenacci venire pazientemente rimossi, e di chiavi che giravano nelle ben due serrature della porta. Quest'ultima si aprì, rivelando la figura di un uomo alto e giovane, dai capelli verdi lunghi e mossi, la barba folta, e la pelle blu. Sulla fronte spuntavano un paio di piccole corna.

    « Salve, Yenis. »
    « Rumun. »

    Rumun si fece strada all'interno dell'edificio, salutando con un cenno della mano un gruppo di persone sedute intorno ad un tavolo di legno marcio, che ricambiarono. C'era del pane raffermo sul tavolo, una brocca ricolma d'acqua, e una manciata di pietre. Un modesto fuoco scoppiettava debolmente nel camino in fondo alla stanza.

    « Qualcuno sa dov'è Vatai? » chiese Yenis, una volta che tutti furono seduti. Un silenzio tombale cadde fra i pochi presenti.
    « Ho paura che non verrà stasera. Ultimamente si è ammalato e... » rispose qualcuno, dopo aver alzato timidamente la mano.
    « ...Dissenteria? »
    L'altro annuì accoratamente.
    « Cazzo, mi dispiace. Pregherò per la sua guarigione. » disse Yenis, abbassando il capo e mordendosi il labbro inferiore. « Ad ogni modo, se vi ho convocato stasera è perché di recente è successo qualcosa di piuttosto grosso. Rumun, a te l'onore di spiegare. »
    Rumun si erse in piedi, e si schiarì la voce. Gli occhi degli altri erano tutti puntati su di lui, ma sapeva già che tutti sapevano. Si trattava di qualcosa di successo più di un mese fa, del resto, e perfino i tentativi dello sceriffo di far tacere la vicenda potevano arginare la diffusione di certe notizie solo fino ad un certo punto.
    « Lisbeth Von Schröder è morta. A prenderne il posto è stata tale Evangeline Raillier-Lanty, persona con cui era sempre stata in rapporti di aperta ostilità, da quel che mi è parso di capire. Ha ancora pochi alleati, e non pochi nemici "lassù", pertanto non c'è ragione di credere che abbia voglia di volgere qui la sua attenzione nell'immediato futuro. Nel frattempo, quaggiù, Yenis- »
    « C'è stato del baccano nel quartiere degli Abada. Gli uomini dello sceriffo hanno scoperto una distilleria non autorizzata, e si sono mossi per appropriarsene. Un Vigilante ha deciso di intervenire, e li ha fatti fuori tutti, da solo. Circa quindici giorni fa, hanno subito una simile batosta altrove: un solo Vigilante, nessun sopravvissuto. A questo punto, anche una come Nisha ha cominciato a preoccuparsi, e ora che è scomparso anche uno dei suoi principali alleati... » fece una pausa, versandosi dell'acqua in un bicchiere di ceramica scheggiato. « ...penso sia arrivata ora per noi di dare una spinta in più agli eventi. Ciò che voglio dire è... »
    « ...riteniamo che a questo punto sia una buona idea chiedervi se siate d'accordo a togliere di mezzo una delle poche persone rimaste lassù che sta continuando ad appoggiarla. Naturalmente, sto parlando di Crudelia Von Schröder. »

    Gli altri vertici della Rivoluzione, solo tre persone, dopo aver escluso l'assente Vatai, li fissarono in silenzio, chi pensieroso, chi meravigliato, chi dubbioso, chi entusiasta.
    Yenis Pri posò il bicchiere sul tavolo con mani tremanti.
    Ai voti, quattro mani furono alzate in favore.



    Edited by Kuma. - 16/3/2018, 01:36
     
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