Dim Light Knights

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    Deep Blue, Altatorre.
    Presidio Centrale, Endlos.

    A circa un mese dalla notte in cui fu scritta la parola “fine” all'egemonia Von Schröder nel Distretto dell'Oro, quattro settimane che gli attuali duumviri di Altatorre impiegarono per accrescere e consolidare la loro influenza effettiva, e non solo nominale, intrecciando nuovi legami con tutti coloro che, molto tempo prima, avevano collaborato o si erano sottoposti all'autorità della vecchia Matriarca, Ted Carter ricevette una nuova convocazione da Gaspode; un altro favore da chiedergli, sotto la promessa di un adeguato compenso.

    Gli fu indicato di recarsi al Deep Blue, il sempre più celebre ed affollato host club che era servito allora come base operativa dei tre ladri più o meno improvvisati. Ad accogliere il pugile fu un uomo enorme, grande quasi quanto colui che gli stava davanti. Quasi del tutto calvo, e oramai intorno alla quarantina d'anni, il suo fisico era tuttavia scolpito nella roccia, e sembrava dover straripare da un momento all'altro, quasi imprigionato dalla camicia che indossava, e dai suoi pantaloni.

    « Signor Carter, la stavamo aspettando. Prego, mi segua: la signorina Raillier-Lanty ci sta aspettando nel suo ufficio. »
    furono le parole di Charles Nolte, maître del Deep Blue e, per molti aspetti, braccio destro di Evangeline Raillier-Lanty, almeno rispetto alla sola gestione del locale, tanto da esservi coinvolto più del suo misterioso co-proprietario: il frequentemente rumoreggiato ma evanescentissimo Warren G. Harding, al secolo... Gaspode, che aveva deciso di adottare, di tutti i nomi possibili, proprio quello di uno dei più impopolari presidenti degli Stati Uniti d'America.

    Saliti al piano di sopra, Charles bussò e, una volta ottenuto il via libera, aprì una porta in fondo al corridoio. Dietro di essa, Ted trovò, seduta dietro un'enorme scrivania di mogano ed impegnata a calcolare l'aerodinamicità di un aeroplanino di carta, una giovane e splendida donna dai capelli turchini, le cui forme erano morbide ed abbondanti, e il cui viso, non fosse stato per gli occhi color rubino, avrebbe potuto essere stato scambiato per quello del (notoriamente androgino) Ambasciatore dell'Est.

    Evangeline Raillier-Lanty passò l'oggetto nelle mani dell'altra presenza all'interno dell'ufficio: si trattava di una ragazzina di circa tredici anni, i cui capelli neri erano corti e lisci, e gli occhi pure neri grandi ed espressivi.
    Solo guardandola con una certa attenzione Ted avrebbe potuto riconoscerla come una delle ragazzine che aveva salvato con Gaspode tempo fa proprio in quella scorsa occasione. Solo, era molto più pulita di allora (naturalmente), e i suoi vestiti erano nuovi e di fattura più pregiata.
    Questa studiò a propria volta quella specie di giocattolo, e prese ad armeggiarci ora donando una diversa piega alle ali, ora saggiando la bontà della sua punta, smettendo solo nel momento in cui alzò gli occhi verso i due uomini, che salutò con un piccolo inchino.

    « Buon pomeriggio, signor Carter. Si accomodi pure, prego. Il mio socio non ha potuto unirsi a noi, oggi, non si allarmi della sua assenza. Charles, potresti portarci qualcosa da bere, per cortesia? Per me un tè al limone. Tu, cara, il solito? Lei, signor Carter, vuole qualcosa? »

    La ragazzina rivolse ad Evangeline un quasi inaudibile “sì, grazie”, mentre l'energumeno rimase ad aspettare con pazienza la risposta del pugile.

    « Intanto, prima di cominciare: lei per caso conosce già cosa c'è sotto Altatorre? »

     
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    Ted Carter



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    Gaspode aveva di nuovo bisogno di lui e della sua erculea forza.
    Non tentennò di fronte alla proposta di ritornare di nuovo ad Altatorre, luogo che lo aveva visto partecipe ad una spedizione dai risvolti impensabili.
    Segreti, persone pietrificate e sacrifici umani, chissà cos'altro c’era in serbo per lui. Si allontanò da Laputa senza dire nulla e lasciando Agrodon nella più completa ignoranza.

    « Signor Carter, la stavamo aspettando. Prego, mi segua: la signorina Raillier-Lanty ci sta aspettando nel suo ufficio. »

    Furono le prime parole che si sentì dire non appena raggiunse il lussuoso locale.
    Un uomo che gareggiava con lui in corporatura lo stava aspettando davanti ad una porta.

    "Sai dalle mie parti si usa dire che più è difficile il nome da pronunciare, più quella persona è importante. Questa tipa deve essere ricca sfondata se si chiama così ... in ogni caso, salve anche a te."

    Nonostante la pessima battuta venne fatto entrare.
    Seguendo quello che pensava essere il buttafuori venne condotto ai piani alti del locale, dove effettivamente incontrò la tanto rinomata proprietaria.
    La prima cosa che colpì Carter fu la sua straordinaria bellezza e la presenza di una seconda “ragazza” dentro la stanza.

    "Ehi, ciao piccola. Ti ricordi di me? Mi chiamo Ted, piacere mio."

    Disse presentandosi a quella che aveva riconosciuto come una delle ragazze che aveva salvato durante la prima spedizione.

    « Buon pomeriggio, signor Carter. Si accomodi pure, prego. Il mio socio non ha potuto unirsi a noi, oggi, non si allarmi della sua assenza. Charles, potresti portarci qualcosa da bere, per cortesia? Per me un tè al limone. Tu, cara, il solito? Lei, signor Carter, vuole qualcosa? »

    Con totale tranquillità Ted prese posto su una poltrona dall’aspetto assai soffice.

    "Figuratevi non mi allarmo per così poco e a dire il vero nemmeno voi dovete farlo, sono uno dei buoni. Sono proprio buono, come il cioccolato. Infatti abbiamo lo stesso colore."

    Battute di una certo spessore.

    "Io prendo dell’aranciata grazie. Se è possibile mi piacerebbe che dentro ci fosse una cannuccia colorata e dalla forma strana. Che l’avete? Insomma, siamo sempre in un locale elegante. Mi sorprenderei del contrario."

    Iniziava a sentirsi come a casa sua, anche se con più luci e ragazze.

    « Intanto, prima di cominciare: lei per caso conosce già cosa c'è sotto Altatorre? »

    Ted divenne nuovamente serio.

    "So cosa c’è sotto la casa di quel tizio di cui ci siamo occupati l’ultima volta, però ignoro cosa si dirami sotto Altatorre. Penso le fogne o qualche cos’altro … però dato che me lo chiede inizio a dubitare che ci siano soltanto i canali di scolo, giusto?"

    Con fare affetuoso, gli occhi si spostarono sulla bambina.

    "Vuole che la ragazza rimanga con noi mentre parliamo di queste cose? Non vorrei fargli ritornare alla mente brutti ricordi."



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    +10% mana; Rigenerazione corpo (Only Gdr); Anti - Sanguinamento; Auspex: Radar; Maschera dell’Anima; Mindfuck-alert

    The Energy:
    Fin dal primo giorno che Ted è arrivato su Endlos qualcosa in lui è cresciuto drasticamente: la propria energia. Da prima presente, ma silenziosa, è cresciuta a tal punto da sviluppare una serie di bonus che il corpo del pugile riesce a sostenere. Un’aumento delle energie di base è stato uno dei primi bonus che ha percepito il pugile. Con il tempo ha iniziato anche a sviluppare peculiari abilità, come la capacità di percepire cosa si muovesse intorno a lui nel raggio di quindici metri o perfino di occultare la propria anima ai mali intenzionati. Inoltre la sua rigenerazione è aumentata in maniera esponenziale tanto che, fuori dai combattimenti, è riuscito perfino a riattaccassi arti persi o guarirsi da ferite profonde, le quali non perdevano neanche un goccio di sangue grazie all’energia che bloccava le varie emorragie creando una barriera protettiva intorno alla ferita. Allenandosi, con il capitano della divisione verde Firion, Ted è stato in grado di modificare ulteriormente la sua energia che ha iniziato a captare anche i vari attacchi mentali che potrebbero colpirlo, un segnale di pericolo lo avvertirà in caso si trovasse sotto attacco da parte di un'offensiva mentale.

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    +100% Forza; +50% Agilità; +50% Resistenza; Immunità al dolore; Pelle dura come Roccia

    The Champion:
    Potendo vantare il titolo di campione mondiale di Boxe, il corpo di Ted è per antonomasia più robusto e tonico rispetto a molti altri. Le continue sessioni di allenamento gli hanno permesso di potenziare la forza (Aumentata ulteriormente dal Bracciale di Ercole), l’agilità e la resistenza portandole ad un livello superiore a quelle del comune essere umano. L’energia poi ha valorizzato quelli che erano già alcuni dei suoi punti forti. Da un giorno ad un’altro, Ted, ha smesso di provare dolore, qualsiasi esso fosse, come se i suoi nervi fossero stati bruciati dall’improvviso aumento di energia. La pelle, già coriacea di suo, con il tempo e i combattimenti, ha sviluppato una durezza paragonabile a quella delle rocce.

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    Resistenza alla fatica; Telepatia con il Pet; Vista condivisa; Istan-Casting

    The Training:
    Da quando Agrodon Mustang ha iniziato a seguire il percorso del pugile attraverso la magia, quest’ultimo, si è ritrovato costretto a studiare e ad allenarsi per migliorare le sue capacità nel padroneggiarla. Per quanto Ted preferisca dire che non è merito di nessuno, questi studi gli hanno permesso di sviluppare una certa resistenza alla fatica, che solitamente incrementerebbe con l’abbassare delle energie, ciò gli permettere di essere più lucido durante i combattimenti. Quando però raggiunge la soglia minima, Carter sviene come chiunque altro. Inoltre è stato possibile notare come la velocità nel lanciare qualsiasi tipo d'attacco o difesa sia aumentata, permettendoli così di diventare ancora di più un'avversario temibile. Gli allenamenti in coppia, hanno inoltre intensificato il contatto mentale fra i due, ottenuto originalmente da un contratto con la Seele. Adesso fra i due vi è un forte canale telepatico, nel quale riescano a scambiarsi informazioni e anche immagini.

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    Edited by Blain - 2/2/2018, 07:02
     
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    ”Ehi, ciao piccola. Ti ricordi di me? Mi chiamo Ted, piacere mio.”
    La ragazzina annuì silenziosa, forzando un sorriso per Ted. Come avrebbe mai potuto scordarsi di quella notte? Lei e quelle altre due ragazze erano state condotte in quel sotterraneo buio e umido da quei due uomini spaventosi che parlavano in continuazione di “preparativi” e di “sacrificio”, senza che nessuna capisse esattamente cosa stesse succedendo. Poi, tutto d'un tratto, arrivarono altri due sconosciuti con un cagnolino parlante, e la prima cosa che successe fu vedere il muro fondersi e sbranare il più grasso dei loro carnefici, mentre l'altro fu lasciato a morire dissanguato.

    A quel punto, lei aveva già vomitato tutti i pochi e miseri pasti che le furono concessi negli ultimi giorni, e fu un miracolo se non perse i sensi. Anche se alla fine l'aveva aiutata, quell'uomo le incuteva non poco timore. Per quale ragione Evangeline l'aveva chiamato?

    ”Figuratevi non mi allarmo per così poco e a dire il vero nemmeno voi dovete farlo, sono uno dei buoni. Sono proprio buono, come il cioccolato. Infatti abbiamo lo stesso colore.”
    continuò il pugile, forse cercando di alleggerire l'atmosfera. Funzionò, almeno in parte, con la preadolescente, la quale rilassò appena i muscoli delle spalle. La Matrona, invece, non parve troppo impressionata.
    ”Io prendo dell'aranciata grazie. Se è possibile mi piacerebbe che dentro ci fosse una cannuccia colorata e dalla forma strana. Che l'avete? Insomma, siamo sempre in un locale elegante. Mi sorprenderei del contrario.”

    Evangeline fece un cenno a Charles, che uscì dall'ufficio richiudendo la porta dietro di sé, ordinazioni alla mano.

    ”So cosa c'è sotto la casa di quel tizio di cui ci siamo occupati l'ultima volta, però ignoro cosa si dirami sotto Altatorre. Penso le fogne o qualche cos'altro … però dato che me lo chiede inizio a dubitare che ci siano soltanto i canali di scolo, giusto?”
    Evangeline si limitò ad annuire.
    ”Vuole che la ragazza rimanga con noi mentre parliamo di queste cose? Non vorrei fargli ritornare alla mente brutti ricordi.”

    Stavolta, la donna scosse la testa.
    « Sì, signor Carter, ha deciso lei stessa di stare qui già da prima del suo arrivo. » dichiarò, con una fermezza spiazzante per una ragazza di dieci, se non quindici anni più giovane di Ted, impegnata fino a un minuto fa a creare aeroplanini. « Ad ogni modo, mi sono resa conto che sebbene io sappia chi è lei, lei forse non si ricorda di me. Sono Evangeline Raillier-Lanty, credo ci siamo visti di sfuggita prima che diventassi Matrona. » indicò ora l'altra, giovanissima ragazza, con un cenno del braccio. « Lei, invece, è- »
    « Caryn. Non c'è bisogno di preoccuparsi per me, signore. »
    disse la piccola, la cui voce tradiva tuttavia ancora tracce di esitazione.

    « Ecco. Comunque, sotto il nostro sistema fognario si trova una delle due zone del Distretto: un'altra Altatorre, se così posso definirla. Quella dei bassifondi, dove dimorano gli abitanti più poveri, schiavi fuggiti, criminali, quasi tutti i non-umani di qui, e così via. Copre un'area enorme, e i suoi meccanismi sono tanti e complessi, e diversi da quelli dell'Altatorre “di superficie”. Ci sarebbe tanto da dire, ma nemmeno io conosco ancora benissimo quel territorio. Gaspode stesso ha iniziato da poco a raccogliere informazioni in merito. »

    Qualcuno bussò alla porta. All'”avanti” di Evangeline, Charles riapparve con un vassoio sul quale poggiavano un tè freddo al limone, un succo all'albicocca e, soprattutto, l'aranciata richiesta da Ted, nel quale bicchiere era immersa una lunga e grossa cannuccia arancione dalla forma indiscutibilmente inusuale.

    « Spero sia di suo gradimento. »
    disse Charles, consegnando la bibita all'uomo, senza battere minimamente ciglio.

    « Comunque, l'ho chiamata perché vorrei facesse a Caryn da guardia del corpo mentre la riaccompagnerà laggiù, dove è cresciuta, dai suoi genitori, che siamo riusciti di recente a rintracciare. Pensa di accettare l'incarico? »

     
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    Ted Carter



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    « Sì, signor Carter, ha deciso lei stessa di stare qui già da prima del suo arrivo. Ad ogni modo, mi sono resa conto che sebbene io sappia chi è lei, lei forse non si ricorda di me. Sono Evangeline Raillier-Lanty, credo ci siamo visti di sfuggita prima che diventassi Matrona. »

    Il pugile, nel mentre la ragazza si era messa a spiegare, aveva già iniziato a guardarsi attorno con aria annoiata. Il locale gli era sembrato a primo impatto luminoso e accogliente, non riuscendo però a capire cosa “offrisse” ai suoi clienti.

    "Intravisti!? Impossibile. Mi ricorderei di una ragazza vistosa come lei …", spostò lo sguardo su Evangeline, "… ovviamente mi riferisco alla sua bellezza."

    Poi fu il turno della bambina a parlare.

    « Caryn. Non c'è bisogno di preoccuparsi per me, signore. »

    Il sorriso di Ted divenne grande quanto i suoi muscoli.

    "Ciao Caryn. Sei una bambina coraggiosa a voler rimanere qui con noi. Complimenti!"

    « Ecco. Comunque, sotto il nostro sistema fognario si trova una delle due zone del Distretto: un'altra Altatorre, se così posso definirla. Quella dei bassifondi, dove dimorano gli abitanti più poveri, schiavi fuggiti, criminali, quasi tutti i non-umani di qui, e così via. Copre un'area enorme, e i suoi meccanismi sono tanti e complessi, e diversi da quelli dell'Altatorre “di superficie”. Ci sarebbe tanto da dire, ma nemmeno io conosco ancora benissimo quel territorio. Gaspode stesso ha iniziato da poco a raccogliere informazioni in merito. Comunque, l'ho chiamata perché vorrei facesse a Caryn da guardia del corpo mentre la riaccompagnerà laggiù, dove è cresciuta, dai suoi genitori, che siamo riusciti di recente a rintracciare. Pensa di accettare l'incarico? »

    Il sorriso, così come era venuto, scomparve dalla faccia del pugile.

    "Capisco perché avete pensato a me. Non solo mi sono rivelato utile nella prima missione ma anche forte abbastanza da contrastare eventuali pericoli." intanto Charles entrò nuovamente nell’ufficio con tutte le bevande richieste. "Inoltre volete tenere la cosa fra pochi, che è giusto così. Io potrei anche accettare e non mi interessa il compenso. Riportare una ragazzina a casa sarebbe già un match vinto per me." con delicatezza prese la sua aranciata studiando per un attimo la cannuccia, preferendo infine bere direttamente dal bicchiere. "Quello che mi interessa sapere è se corro qualche effettivo rischio. Forte quanto un carro armato, andare però in un luogo non proprio sicuro, senza alcun tipo di protezione o assicurazione, fa desistere anche me."

    Il bicchiere vuoto venne riposto sul vassoio.
    Nonostante fossero persone che facevano le veci di Gaspode, Ted non riusciva a nutrire una totale fiducia nei loro confronti.

    "Se mi volete per questa missione, necessito di sicurezze e non di così tante incognite. Già sono stato costretto a lasciare una persona affogare nel suo stesso sangue e non mi piacerebbe che succedesse di nuovo."

    Per quanto la cosa lo avesse provato nel profondo, dato che era andato contro la sua più grande morale, l’espressione sul suo viso era gelida. Sapeva quello che voleva e lo avrebbe ottenuto.


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    Da quando Agrodon Mustang ha iniziato a seguire il percorso del pugile attraverso la magia, quest’ultimo, si è ritrovato costretto a studiare e ad allenarsi per migliorare le sue capacità nel padroneggiarla. Per quanto Ted preferisca dire che non è merito di nessuno, questi studi gli hanno permesso di sviluppare una certa resistenza alla fatica, che solitamente incrementerebbe con l’abbassare delle energie, ciò gli permettere di essere più lucido durante i combattimenti. Quando però raggiunge la soglia minima, Carter sviene come chiunque altro. Inoltre è stato possibile notare come la velocità nel lanciare qualsiasi tipo d'attacco o difesa sia aumentata, permettendoli così di diventare ancora di più un'avversario temibile. Gli allenamenti in coppia, hanno inoltre intensificato il contatto mentale fra i due, ottenuto originalmente da un contratto con la Seele. Adesso fra i due vi è un forte canale telepatico, nel quale riescano a scambiarsi informazioni e anche immagini.

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    "Capisco perché avete pensato a me. Non solo mi sono rivelato utile nella prima missione ma anche forte abbastanza da contrastare eventuali pericoli. Inoltre volete tenere la cosa fra pochi, che è giusto così. Io potrei anche accettare e non mi interessa il compenso. Riportare una ragazzina a casa sarebbe già un match vinto per me."
    Spiegò Ted, sorseggiando la propria aranciata dal suo bicchiere fra una frase e l'altra, dopo aver deciso di non succhiare il liquido tramite quell'ambigua cannuccia..
    "Quello che mi interessa sapere è se corro qualche effettivo rischio. Forte quanto un carro armato, andare però in un luogo non proprio sicuro, senza alcun tipo di protezione o assicurazione, fa desistere anche me."

    Evangeline ascoltò con attenzione, guardando il pugile con aria seria e le dita delle mani intrecciate sulla scrivania, il suo tè ancora intoccato. Caryn, nel mentre, beveva in silenzio il suo succo poco più in là, osservando paciosa entrambi gli adulti.

    "Se mi volete per questa missione, necessito di sicurezze e non di così tante incognite. Già sono stato costretto a lasciare una persona affogare nel suo stesso sangue e non mi piacerebbe che succedesse di nuovo."

    La Matrona di Altatorre sbuffò ma, prima di parlare, decise di sorbire un goccio della sua bevanda. Dopodiché, la sua espressione si fece a metà fra il severo e l'irritato.

    « Quindi, se ho capito bene. »
    cominciò con tono secco.
    « Lei, signor Ted Carter, Aviatore Verde e, a quanto mi è parso di capire, conosciuto a Merovish come combattente abituale nell'Arena Nera con il soprannome di “Pugno d'Acciaio”, necessita di sicurezze? »

    Inspirò profondamente, e continuò con più tranquillità.

    « Non mi fraintenda, posso capire che difendere sé stessi e difendere qualcun altro comporta comportamenti e sforzi diversi, e che non conosciamo ancora perfettamente il luogo dove voglio mandarla, ma... »
    « ...io sì. »
    interruppe Caryn. Evangeline si girò verso di lei, e la lasciò parlare.
    « Cioè, tutta tutta no, perché alla fine non mi sposto quasi mai dal mio quartiere. Però bene o male la strada la so. »
    Si strinse infine nelle spalle, finendo di bere quello che, probabilmente, sarebbe stato l'ultimo succo che avrebbe gustato per un bel po' di tempo a quella parte.
    Evangeline riprese quindi a parlare.

    « Quanto al rischio che corrono coloro i quali saranno incauti abbastanza da aggredirla per qualche spicciolo o altro, temo che sia esclusivamente un problema loro, in quanto responsabili delle proprie azioni, e... anche suo, perché mi permetta di osservare che è lei a dover controllare la sua forza. »
    fece una breve pausa, ancora un sorso di tè; il bicchiere fu lasciato quasi vuoto.
    « Oltre a quello che le ho appena detto, c'è un altro incarico che vorrei svolgesse: una volta accompagnata Caryn dai suoi genitori, che mi segnali quello che... imparerà, presumo. Affinché io riesca a capire meglio con che tipo di territorio ho a che fare. »
    E, purtroppo, la piccola Caryn da sola non bastava a rendere un resoconto completo di quell'oscura realtà; senza contare che era troppo piccola perché Evangeline volesse coinvolgerla negli affari degli adulti.
    « Per tutto il resto, sarà libero di agire come meglio crede. »

     
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    Ted Carter



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    « Quindi, se ho capito bene. Lei, signor Ted Carter, Aviatore Verde e, a quanto mi è parso di capire, conosciuto a Merovish come combattente abituale nell'Arena Nera con il soprannome di “Pugno d'Acciaio”, necessita di sicurezze? »

    Ted non abbassò lo sguardo e non fece neppure trapelare la sua frustrazione dopo quella serie di titoli, rispondendo anzi con un sorriso sarcastico.

    "Si è dimenticata campione mondiale di boxe … grazie."

    Quella ragazza iniziava sicuramente a piacergli sempre meno.
    Anche Gaspode era stato molto incerto nella loro prima missione, però lui aveva avuto il coraggio di presentarsi sul campo assieme alle persone che aveva assoldato. Ciò Carter lo vedeva come un forte senso dell’onore.

    « Non mi fraintenda, posso capire che difendere sé stessi e difendere qualcun altro comporta comportamenti e sforzi diversi, e che non conosciamo ancora perfettamente il luogo dove voglio mandarla, ma... »

    « ...io sì. Cioè, tutta tutta no, perché alla fine non mi sposto quasi mai dal mio quartiere. Però bene o male la strada la so. »

    Perfino il pugile voltò il suo sguardo verso la ragazza, che iniziava sempre di più a sentirsi a proprio agio assieme al campione.

    « Quanto al rischio che corrono coloro i quali saranno incauti abbastanza da aggredirla per qualche spicciolo o altro, temo che sia esclusivamente un problema loro, in quanto responsabili delle proprie azioni, e... anche suo, perché mi permetta di osservare che è lei a dover controllare la sua forza. Oltre a quello che le ho appena detto, c'è un altro incarico che vorrei svolgesse: una volta accompagnata Caryn dai suoi genitori, che mi segnali quello che... imparerà, presumo. Affinché io riesca a capire meglio con che tipo di territorio ho a che fare. Per tutto il resto, sarà libero di agire come meglio crede. »

    Evangeline voleva che andasse da solo perché voleva dargli carta bianca, nonostante non lo conoscesse personalmente e fosse cresciuta solo con i racconti che lo riguardavano, in parole povere gli stava dando fiducia.

    "Forse riesco finalmente a capire. Ha preso di nuovo me perchè mi sono dimostrato affidabile e a questo lavoro serve uno affidabile. Però abbiamo poche informazioni del posto e serve uno versatile o per lo meno abbastanza resistente. Lei non può darmi garanzie perché non ne ha. Vuole mandare me a cercare qualcosa di concreto."

    Quella serie di pensieri gli fecero capire che in quella stanza l’unica persona che non stava brancolando nel buio era proprio la bambina. Assieme a lei sarebbe disceso nelle fogne di Altatorre e da quel momento avrebbe dovuto ottenere più informazioni possibili da poter riferire poi a lei.

    "Va bene, se la situazione è questa direi che … posso partecipare. Quando avevate intenzione di farci partire?"

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    Fin dal primo giorno che Ted è arrivato su Endlos qualcosa in lui è cresciuto drasticamente: la propria energia. Da prima presente, ma silenziosa, è cresciuta a tal punto da sviluppare una serie di bonus che il corpo del pugile riesce a sostenere. Un’aumento delle energie di base è stato uno dei primi bonus che ha percepito il pugile. Con il tempo ha iniziato anche a sviluppare peculiari abilità, come la capacità di percepire cosa si muovesse intorno a lui nel raggio di quindici metri o perfino di occultare la propria anima ai mali intenzionati. Inoltre la sua rigenerazione è aumentata in maniera esponenziale tanto che, fuori dai combattimenti, è riuscito perfino a riattaccassi arti persi o guarirsi da ferite profonde, le quali non perdevano neanche un goccio di sangue grazie all’energia che bloccava le varie emorragie creando una barriera protettiva intorno alla ferita. Allenandosi, con il capitano della divisione verde Firion, Ted è stato in grado di modificare ulteriormente la sua energia che ha iniziato a captare anche i vari attacchi mentali che potrebbero colpirlo, un segnale di pericolo lo avvertirà in caso si trovasse sotto attacco da parte di un'offensiva mentale.

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    The Champion:
    Potendo vantare il titolo di campione mondiale di Boxe, il corpo di Ted è per antonomasia più robusto e tonico rispetto a molti altri. Le continue sessioni di allenamento gli hanno permesso di potenziare la forza (Aumentata ulteriormente dal Bracciale di Ercole), l’agilità e la resistenza portandole ad un livello superiore a quelle del comune essere umano. L’energia poi ha valorizzato quelli che erano già alcuni dei suoi punti forti. Da un giorno ad un’altro, Ted, ha smesso di provare dolore, qualsiasi esso fosse, come se i suoi nervi fossero stati bruciati dall’improvviso aumento di energia. La pelle, già coriacea di suo, con il tempo e i combattimenti, ha sviluppato una durezza paragonabile a quella delle rocce.

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    Resistenza alla fatica; Telepatia con il Pet; Vista condivisa; Istan-Casting

    The Training:
    Da quando Agrodon Mustang ha iniziato a seguire il percorso del pugile attraverso la magia, quest’ultimo, si è ritrovato costretto a studiare e ad allenarsi per migliorare le sue capacità nel padroneggiarla. Per quanto Ted preferisca dire che non è merito di nessuno, questi studi gli hanno permesso di sviluppare una certa resistenza alla fatica, che solitamente incrementerebbe con l’abbassare delle energie, ciò gli permettere di essere più lucido durante i combattimenti. Quando però raggiunge la soglia minima, Carter sviene come chiunque altro. Inoltre è stato possibile notare come la velocità nel lanciare qualsiasi tipo d'attacco o difesa sia aumentata, permettendoli così di diventare ancora di più un'avversario temibile. Gli allenamenti in coppia, hanno inoltre intensificato il contatto mentale fra i due, ottenuto originalmente da un contratto con la Seele. Adesso fra i due vi è un forte canale telepatico, nel quale riescano a scambiarsi informazioni e anche immagini.

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    Edited by Blain - 16/4/2018, 19:43
     
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    "Va bene, se la situazione è questa direi che … posso partecipare. Quando avevate intenzione di farci partire?"
    Domandò un Ted inizialmente sospettoso, ma che pareva tuttavia essersi disteso almeno in parte durante la conversazione, cercando di ragionare dal punto di vista del suo datore di lavoro.

    « Direi il più presto possibile. Anche se là sotto non dovrebbe esserci molta differenza fra il giorno e la notte, qui c'è. Ciò significa che, al calare del sole, sarà più probabile imbattersi in degli effettivi malintenzionati. » rispose Evangeline. « La Guardia Argento pattuglia le strade, di solito, ma non si sa mai. Giù, sicuramente, non arriva. »

    Continuò a spiegare. Non era raro, del resto, che perfino le forze dell'ordine evitassero determinate zone teoricamente sotto la loro giurisdizione, quando queste erano tanto degradate da far vacillare perfino la loro sicurezza. Capitava anche nel suo luogo d'origine, avrebbe potuto pensare Ted, nei ghetti più malfamati.

    Del resto, non poteva essere altrimenti: come aveva spiegato la Matrona, quella era la zona nella quale, attraverso gli anni e le generazioni, si erano concentrate tutte quelle esistenze che Altatorre aveva sempre rifiutato, e spinto fino ai margini della società. Era una conseguenza naturale che una simile agglomerazione si trasformasse prima o poi in qualcosa di troppo grosso per essere normalmente gestibile da chi doveva in teoria occuparsene.
    Inoltre, proprio perché si trattava di un'area piuttosto isolata dal resto del Distretto, nonché una di poco interesse per chi si avventurava ad Altatorre, come per gli abitanti della città in superficie, non c'era neppure interesse nei confronti di questa.

    Se non vi fossero state altre domande, Evangeline e Caryn si sarebbero congedate infine con un lungo abbraccio, con quest'ultima che in particolare ringraziò la Matrona dell'ospitalità ricevuta recentemente. A quel punto, il pugile e la ragazzina sarebbero stati accompagnati da Charles fino all'uscita del locale.

    Fuori, il tiepido sole del tardo pomeriggio batteva sulle mattonelle di pietra delle strade di Altatorre. Tutt'attorno ai due si potevano vedere passeggiare uomini e donne dalla pelle bianca ricoperti di abiti stravaganti dai colori accesi, e di gioielli di oro e di platino dove erano incastonati ora zaffiri, ora ametiste, o diamanti. A volte, alcuni di questi si fermavano sui loro passi per lanciare occhiate a volte incuriosite, a volte sdegnate sia a Ted che a Caryn. Soprattutto all'inizio, quando avevano appena varcato l'uscio del Deep Blue.

    Arrivare all'ingresso della città bassa fu facile: la protetta dell'uomo conosceva sufficientemente bene il percorso, alla fine del quale i due si ritrovarono davanti ad una lunga scalinata in discesa, larga abbastanza per permettere il passaggio di circa tre persone, i cui gradini di pietra però non sembravano ricevere cura o una pulizia dignitosa da oramai diverso tempo.

    « Qui sotto c'è casa mia... »
    osservò Caryn fissando attraverso il buio ipogeo nel quale scalinata si perdeva. Ted poté notare come nessuno stesse salendo o scendendo da lì e, almeno dalla parte “al sole” del Distretto, neppure vi si avvicinava.

    Caryn estrasse da una tasca del vestito quella che sarebbe sembrata ad una prima occhiata una torcia elettrica in miniatura ma che, guardandola meglio, non sembrava essere stata creata con materiali tecnologici. Questa fu accesa, sprigionando una luce abbastanza intensa da illuminare i dintorni fino a parecchi metri più in là.

    La ragazzina cominciò a scendere a passi lenti e cauti, perché erano gradini traditori, sui quali era un attimo scivolare per poi cadere rovinosamente fino alla base della scalinata, assicurandosi di tanto in tanto che quell'enorme uomo dalla pelle d'ebano la stesse seguendo.
    Fu una discesa lunga, percorsa nel più completo silenzio. Ci vollero diversi minuti affinché il duo posasse finalmente piede in quella parte di Altatorre dove pochi osavano avventurarsi, ma in cui molti erano cionondimeno costretti a vivere.

    FQcInSF

    Seminati ai lati dei viali sporchi e polverosi, e vicino alle baracche che in parecchi definivano “casa”, alcuni vecchi lampioni illuminavano la città sotterranea di una luce fioca, lasciando nella più completa oscurità i molti angoli che questa non riusciva a raggiungere, dove non c'erano neppure le candele lasciate accese vicino alle finestre di ciascuna abitazione.

    Alcuni ragazzini si aggiravano fra i vicoli recando con sé delle torce -stavolta semplici aste di legno sulla cima delle quali divampavano delle fiamme-, e questi, come del resto dei passanti, avevano l'aspetto di umanoidi dalla pelle blu e dai capelli verdi, sulle cui fronti crescevano due corna ricurve pure blu, simili a quelle degli stambecchi, più prominenti negli uomini adulti, un po' meno nelle donne, appena accennate nei bambini.

    « Siamo nel territorio degli Abada. » annunciò Caryn, con una nota di tensione nella sua voce. Eppure, sebbene fossero stati in molti a notare i due, nessuno parve reagire oltre qualche occhiata incuriosita. « Dobbiamo proseguire ancora un po'. »

    La ragazza spense la torcia, probabilmente per risparmiare energia ora che c'era un'illuminazione perlopiù sufficiente ad orientarsi.
    « Vorrei chiederle una cosa, signor Carter: come mai lei e il suo altro amico eravate all'interno di quella villa, quella notte? Voglio dire: per noi è stata la più grande fortuna della nostra vita, però... sì, ecco, ero curiosa! Cioè, non deve rispondermi per forza, però, chiaro. »
    Chiese infine, con un tono sempre più in certo man mano che andava avanti nel formulare la frase. Di certo non erano venuti lì apposta per loro... o no? Perché, insomma, sicuramente non erano delle autorità a cui era arrivata una denuncia da parte dei suoi genitori, altrimenti Evangeline non avrebbe impiegato così tanto tempo a rintracciarli.
    Che era successo, quindi?

     
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    « Direi il più presto possibile. Anche se là sotto non dovrebbe esserci molta differenza fra il giorno e la notte, qui c'è. Ciò significa che, al calare del sole, sarà più probabile imbattersi in degli effettivi malintenzionati. » rispose Evangeline. La Guardia Argento pattuglia le strade, di solito, ma non si sa mai. Giù, sicuramente, non arriva. »

    Sarebbero partiti subito e a Ted andava più che bene.
    Prima avrebbe riportato la bambina a casa sua e prima avrebbe potuto tornare dalla ragazza dai capelli turchesi con le informazioni che cercava.
    Stava per immergersi in un mondo completamente nuovo e sconosciuto sia a lui che a Evangeline, trovò quindi giusto darsi una toccata portafortuna ai gioielli di famiglia e a sistemarsi il pezzo di armatura che aveva comprato dal mercante qualche tempo prima.
    Attese con calma che le due si salutassero e prese poi a seguire la più piccola.

    Di nuovo all’esterno dello splendente locale, si trovò nuovamente vittima delle occhiate curiose degli abitanti di Altatorre.

    "Sono tutti invidiosi dei miei muscoli. Hai visto come sono grandi?"

    Provò a dire per spezzare l’imbarazzo che stava generando la situazione, nonostante sapesse che la verità era tutt’altra.
    Uno come Ted era già guardato con diffidenza, figuriamoci in un posto dove tutti erano soliti vestirsi con abiti costosi ed estremamente vistosi. Forse pensavano che fosse un ladro poco sveglio.
    Fortuna volle che quel tragitto durò meno del previsto e si ritrovarono presto all’entrata, deserta, del sottosuolo.

    « Qui sotto c'è casa mia... »

    Il pugile provò a scrutare qualcosa nel buio ma con scarso risultato. Quella non era ancora un’abilità che aveva imparato ad usare.

    "Buio forte laggiù. Mi ricorda lo scantinato di casa mia."

    Con quella battuta, anche se poteva essere più un semplice aneddoto, entrarono.

    Ad attenderli vi erano vecchie case, che Ted reputò di fattura pessima, e strani esseri che non aveva mai visto da quando era arrivato su Endlos.
    Provò a guardargli per bene dato che anche quella informazione sarebbe tornata utile all’amica di Gaspode.

    « Siamo nel territorio degli Abada. Dobbiamo proseguire ancora un po'. »

    Un pollice alzato come cenno d’assenso avrebbe provato a rassicurare la bambina.
    Ted però non smise di guardarsi attorno e di vedere come quella gente sembrava volersi creare una certa fetta di tranquillità nonostante le condizioni in cui viveva.
    I bambini erano allegri e giocavano e gli adulti si aggiravano fuori dalle loro case.

    « Vorrei chiederle una cosa, signor Carter: come mai lei e il suo altro amico eravate all'interno di quella villa, quella notte? Voglio dire: per noi è stata la più grande fortuna della nostra vita, però... sì, ecco, ero curiosa! Cioè, non deve rispondermi per forza, però, chiaro. »

    Voltò la testa in direzione della sua interlocutrice.
    Se cercava risposte da parte sua era ovvio che né Gaspode e che né Evangeline avevano voluto dargliele. Il pugile sarebbe rimasto su quella linea di pensiero e avrebbe fatto come sempre il finto tonto.

    "Dovevamo recuperare dei documenti e scoprire cose su una certa … persona. Su una cosa però hai proprio ragione, siete state fortunate e mi dispiace di aver … come dire, creato quel disagio mentre picchiavo a sangue quell’uomo. Solitamente non sono così, sono molto più tranquillo e … ho solo pensato che quella figura doveva sparire."

    Aveva ragione, lui non era in quel modo. Ted Carter aveva sempre risparmiato la vita al suo avversario, consapevole che dare una seconda possibilità era sempre la scelta migliore. La sera della rapina però aveva violato la sua regola d’oro per un bene superiore, anche se non era completamente sicuro di aver ucciso quell’uomo.

    "Tu più che altro raccontami come mai sono riusciti a rapirvi e a portarvi così lontano da casa. Da queste parti è per caso una cosa normale? Cioè, mi spiego meglio, succede così spesso da quello che sai o è stato qualcosa di completamente nuovo?"


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    Potendo vantare il titolo di campione mondiale di Boxe, il corpo di Ted è per antonomasia più robusto e tonico rispetto a molti altri. Le continue sessioni di allenamento gli hanno permesso di potenziare la forza (Aumentata ulteriormente dal Bracciale di Ercole), l’agilità e la resistenza portandole ad un livello superiore a quelle del comune essere umano. L’energia poi ha valorizzato quelli che erano già alcuni dei suoi punti forti. Da un giorno ad un’altro, Ted, ha smesso di provare dolore, qualsiasi esso fosse, come se i suoi nervi fossero stati bruciati dall’improvviso aumento di energia. La pelle, già coriacea di suo, con il tempo e i combattimenti, ha sviluppato una durezza paragonabile a quella delle rocce.

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    "Dovevamo recuperare dei documenti e scoprire cose su una certa … persona. Su una cosa però hai proprio ragione, siete state fortunate e mi dispiace di aver … come dire, creato quel disagio mentre picchiavo a sangue quell’uomo. Solitamente non sono così, sono molto più tranquillo e … ho solo pensato che quella figura doveva sparire."

    Caryn si irrigidì all'improvviso, senza smettere tuttavia di camminare, forse per cercare di darlo meno a vedere. Eppure, nonostante la rassicurazione di Ted, i passi di lei si erano fatti visibilmente più lenti ed incerti, ed ogni volta che si girava verso il pugile, questo non poté vedere altro che dei sorrisi tirati e, ad un occhio attento, ad una persona abbastanza intuitiva, con una nota di paura dietro di essi.

    "Tu più che altro raccontami come mai sono riusciti a rapirvi e a portarvi così lontano da casa. Da queste parti è per caso una cosa normale? Cioè, mi spiego meglio, succede così spesso da quello che sai o è stato qualcosa di completamente nuovo?"

    Stavolta, Caryn si fermò, guardando verso i propri lati con occhi sbarrati, controllando che non ci fosse nessuno in giro che potesse sentirla. Tremando un poco, si avvicinò di un passo a Ted.
    Senza guardarlo negli occhi, rispose:

    « Allora, io non so nulla di preciso, però... Qualcuno era già scomparso prima d'ora, ma non succedeva così spesso nel mio quartiere, fuori però magari accadeva di più, non lo so davvero.
    Stavo andando da mia zia quando degli uomini mi circondarono. Poi divenne tutto buio e, quando mi risvegliai, ero in una stanza chissà dove, legata. Li avevo sentiti discutere su una consegna da fare in cambio di qualcos'altro, infine mi hanno bendato e... ero finita nello scantinato di qualcuno.
    »

    Quello da cui il gruppo l'aveva infine soccorsa, quella fatidica notte, insieme alle sue altre due coetanee.

    « Questo è tutto ciò che so. Evan- La Matrona mi aveva fatto le stesse domande, e questo è quello che ho detto anche a lei. »

    Alla fine, Evangeline stessa aveva affermato che stava raccogliendo informazioni sulla Città Invisibile. Avrebbe avuto dunque senso immaginare che avesse interrogato in merito anche la stessa Caryn poco dopo il suo salvataggio.

    La giovane si girò, preparandosi a riprendere il cammino. Si trovò però suo malgrado ad impallidire nel momento in cui incrociò lo sguardo di qualcuno in lontananza. Voltandosi a propria volta, Ted avrebbe potuto vedere la sagoma di un uomo i cui lineamenti erano illuminati a malapena dalla luce di una lanterna poco distante. Si trattava di un umano sui trentacinque o quarant'anni dalla pelle chiara e con capelli biondi e corti, oltre che visibilmente sporchi.

    « Er... Signore? » disse Caryn, quasi con un sussurro, voltandosi nel mentre dalla parte opposta. « Io non so cosa ci faccia lì, ma... Quello è uno di loro! »

     
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    « Allora, io non so nulla di preciso, però... Qualcuno era già scomparso prima d'ora, ma non succedeva così spesso nel mio quartiere, fuori però magari accadeva di più, non lo so davvero. Stavo andando da mia zia quando degli uomini mi circondarono. Poi divenne tutto buio e, quando mi risvegliai, ero in una stanza chissà dove, legata. Li avevo sentiti discutere su una consegna da fare in cambio di qualcos'altro, infine mi hanno bendato e... ero finita nello scantinato di qualcuno. »

    Durante la sua spiegazione la bambina si era fermata più e più volte, indice del fatto che ancora non si sentiva completamente al sicuro dal campione d’ebano, nonostante fosse diventato a tutti gli effetti il suo “guardiano” personale.
    Come poteva però non biasimarla? Davanti ai suoi innocenti occhi aveva commesso il peggiore degli atti e invece di sentirsi afflitto come qualsiasi essere umano, ne faceva quasi un vanto.

    "Capisco. Pensavate di essere al sicuro nessuno si è mai adoperato per fare qualcosa. Tranquilla, non mi riferisco a te. Mi sembra di capire che qui è già tanto se qualcuno riesce ad arrivare a fine giornata e qualche rapimento non deve essere riuscito a scuotere così tanto le persone."

    La situazione nel sottosuolo di Altatorre doveva essere molto più complicata di quanto si aspettasse.
    Assomigliava veramente tanto alla sua controparte nel presidio del Sud: Merovish. Eppure sembrava che le persone che vi vivevano, si trovavano ancora di più in difficoltà.

    « Questo è tutto ciò che so. Evan- La Matrona mi aveva fatto le stesse domande, e questo è quello che ho detto anche a lei. »

    La donna che lo aveva ingaggiato allora aveva già raccolto qualche dato, spettava a lui informarla sulla formazione della città sotterranea. L’unica cosa che poteva fare allora era quella di visitarla il più possibile e dato che non si sentiva minimamente in pericolo, avrebbe preso il giro più “largo”.

    « Er... Signore? Io non so cosa ci faccia lì, ma... Quello è uno di loro! »

    Bastò quella frase per interrompere il flusso di pensieri di Ted.
    Non molto lontano da lui vi era uno degli uomini che aveva rapito la povera Caryn e magari anche le altre ragazze.
    Una rabbia incontrollata iniziò a circolare nelle sue vene, rabbia che però venne rapidamente sopressa.
    Non era sceso laggiù per iniziare una rissa che avrebbe sicuramente vinto, ma solo per raccogliere informazioni. Avrebbe potuto prendere il losco figuro da parte e interrogarlo a dovere, però non si sentiva in grado di prendere una simile iniziativa con la bambina al suo fianco.

    "Considerami un fifone se vuoi ma è meglio evitarlo a tutti i costi. Io non mi devo fare scoprire e te non devi farti riconoscere. Per il momento mettiti il mio giubbotto sulla testa e speriamo che non ci noti. Ti posso assicurare però che non mi dimentcherò della sua faccia tanto facilmente."

    Detto ciò, con un filo di voce, si tolse la pesante giubba e la lasciò cadere sulla faccia della ragazzina.

    "In caso si avvicini o altro non temere. Ci sono qui io a proteggerti. "


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    Potendo vantare il titolo di campione mondiale di Boxe, il corpo di Ted è per antonomasia più robusto e tonico rispetto a molti altri. Le continue sessioni di allenamento gli hanno permesso di potenziare la forza (Aumentata ulteriormente dal Bracciale di Ercole), l’agilità e la resistenza portandole ad un livello superiore a quelle del comune essere umano. L’energia poi ha valorizzato quelli che erano già alcuni dei suoi punti forti. Da un giorno ad un’altro, Ted, ha smesso di provare dolore, qualsiasi esso fosse, come se i suoi nervi fossero stati bruciati dall’improvviso aumento di energia. La pelle, già coriacea di suo, con il tempo e i combattimenti, ha sviluppato una durezza paragonabile a quella delle rocce.

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    Da quando Agrodon Mustang ha iniziato a seguire il percorso del pugile attraverso la magia, quest’ultimo, si è ritrovato costretto a studiare e ad allenarsi per migliorare le sue capacità nel padroneggiarla. Per quanto Ted preferisca dire che non è merito di nessuno, questi studi gli hanno permesso di sviluppare una certa resistenza alla fatica, che solitamente incrementerebbe con l’abbassare delle energie, ciò gli permettere di essere più lucido durante i combattimenti. Quando però raggiunge la soglia minima, Carter sviene come chiunque altro. Inoltre è stato possibile notare come la velocità nel lanciare qualsiasi tipo d'attacco o difesa sia aumentata, permettendoli così di diventare ancora di più un'avversario temibile. Gli allenamenti in coppia, hanno inoltre intensificato il contatto mentale fra i due, ottenuto originalmente da un contratto con la Seele. Adesso fra i due vi è un forte canale telepatico, nel quale riescano a scambiarsi informazioni e anche immagini.

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    Quella giubba enorme copriva Caryn da capo a piedi, inghiottendola del tutto perfino quando la bambina ne alzava il colletto sulla testa a mo' di cappuccio, cercando goffamente di celare i suoi lineamenti senza ottenere il risultato di risultare ancora più appariscente soltanto perché era chiaro che il vero proprietario di quel capo stava, di fatto, camminando proprio accanto a lei.
    Se non fosse stato per i diversi colori della pelle, sarebbe stato facile credere che si trattassero di padre e figlia, soprattutto quando Caryn, anche per la sua età, era tanto piccola e minuta da dimostrare perfino tre o quattro anni in meno. Qualcosa di tristemente comune fra i malnutriti figli di quella città sotto Altatorre, dove in parecchi non avrebbero saputo dire da dove sarebbe arrivato il loro prossimo pasto e se sarebbe arrivato.

    Ted e Caryn proseguirono quieti nelle tenebre, senza ottenere altro che qualche occhiata fugace dai locali, esattamente come prima. Solo, questi si fecero sempre più eterogenei: dai soli “Abada”, gli uomini dalla pelle blu menzionati dalla protegée del pugile, a sempre più frequenti apparizioni di altre razze, alcune familiari e diffuse sul territorio di Endlos, e altre più oscure e curiose, di cui più spesso che no non vedevano più di uno o due esemplari. Soltanto il tipo di abitazioni rimaneva pressapoco lo stesso, ovvero delle baracche perlopiù di legno, pietra e fango, nonché di rottami raccattati da qualche parte che non di rado fungevano da porta o addirittura da tetto.

    Sia lasciando il quartiere degli Abada, che quello appena attraversato, dovettero avventurarsi in alcune zone di confine di pura oscurità, dove non c'erano lampioni improvvisati ad illuminare la strada, né tantomeno delle lanterne appese davanti a delle case che lì erano del tutto assenti.
    Si potevano scorgere tuttavia di tanto in tanto delle torce, queste tradizionali, tenute in mano quasi sempre da dei bambini o dei ragazzini dell'età di Caryn o addirittura più piccoli. Questi venivano seguiti a passi misurati da creature adulte senza distinzione di razza e di sesso che, alla fine del tragitto, offrivano del cibo ai loro piccoli traghettatori, se così potevano essere definiti. Un paio di essi, passati sufficientemente vicino a Ted e Caryn, guardarono con un misto di meraviglia ed invidia quel semplicissimo ritrovato della magia e della tecnologia con cui la seconda guidava il loro cammino.

    Avanzando ancora, i due finirono in quello che doveva essere un territorio di umani, vista l'improvvisa assenza di altre specie al di fuori della loro. C'era tuttavia una fondamentale differenza: se nella Altatorre alla luce del sole non vi erano altro che persone che Ted avrebbe riconosciuto come caucasiche (come Caryn stessa), tutt'attorno, aguzzando la vista, il pugile avrebbe potuto vedere persone di ogni razza concepibile: a condividere la quotidianità vi erano uomini che, sulla Terra, sarebbero stati catalogati a vista come africani, europei, asiatici ed americani, e ancor più numerosi erano coloro che parevano presentare caratteristiche di più etnie contemporaneamente.

    Sussurravano...
    Si scambiavano occhiate d'intesa, voltandosi poi talvolta verso i due forestieri. Camminavano tutt'attorno a loro come formiche indaffarate, ma continuando a bisbigliare e a fissare i due con sospetto, fino a che non si fermarono completamente.
    Fu in quel momento che Ted Carter realizzò che erano stati appena circondati, e che la maggior parte di quegli uomini aveva già estratto chi un coltello, chi una spada, chi addirittura un misero tubo arrugginito.
    « Lascia andare quella bambina. »
    Intimò una voce proveniente da dietro. Aprendosi un varco in quel cerchio umano, si fece avanti una figura maschile che entrambi riconobbero come l'umano nel quartiere degli Abada di poco fa. Disarmato, e con le mani nelle tasche di quegli straccetti che per lui dovevano essere pantaloni, egli esibì un sorriso tanto ingiallito (con qualche dente addirittura annerito, se non del tutto mancante) quanto sicuro di sé.
    Con un cenno della mano impossibile da fraintendere, invitò il pugile a consegnargli Caryn.
    « Lasciala andare e tutti torneremo a casa vincitori. »

    « NO! »
    Tuonò qualcun altro.
    « È SBAGLIATO! SBAGLIATO! »
    Senza che nessuno avesse avuto modo di capire da dove proveniva quel vociare improvviso, qualcosa cadde proprio su uno degli umani del cerchio e, prima che chiunque avesse potuto capire cosa fosse, questo fu rialzato con un tintinnio metallico, lasciando sotto di sé un corpo schiacciato e sanguinante.
    Qualche metro più in alto e poco più in là, vi era un individuo che era troppo grosso e troppo corazzato perché il lampione su cui si manteneva in qualche modo in equilibrio avesse potuto reggerne il peso. A rendere il tutto ancora più incredibile era il fatto che, attaccato all'estremità della robusta catena che stava facendo roteare appena sopra il suo capo, vi era un oggetto dalle dimensioni di un piccolo mobile che pareva essere fatto di metallo solido. Eppure, il lampione reggeva.

    « NON ESISTE UNA LOTTA CHE ABBIA SOLO VINCITORI! È SBAGLIATO! »
    Aggiunse, per poi saltare giù dal suo supporto sotto gli occhi esterrefatti ed impauriti di tutti i presenti, atterrando sul capo di un secondo bandito, l'arma tenuta sottobraccio.
    « FATEVI AVANTI E PERDETE! O VINCETE, SE NE SIETE CAPACI! NEL NOME DELL'ARMA CHE IO PORTO, ASKVOLL, IO ACCETTO LA VOSTRA SFIDA! »
    Fu allora che la figura si fece finalmente distinta. Rivestito da un'armatura completa macchiata qua e là di chiazze rossastre che non lasciava scoperto un solo centimetro quadrato di pelle, egli si stagliava sopra ogni persona presente, e perfino un gigante come Ted Carter non arrivava che al suo mento. Era impossibile comprendere se fosse o meno un essere umano, poiché l'elmo ne celava del tutto le fattezze, ma a giudicare dai grugniti che emetteva sottovoce ogni tanto, e dalla sua stazza in generale, poteva trattarsi di un orco, o qualcosa di sufficientemente simile.
    L'arma fu posata a terra con un tonfo sordo: un semplice, enorme pezzo di metallo attaccato ad una lunga catena. Quando quella specie di Cavaliere della Luce Fioca la girò, tuttavia, Ted avrebbe realizzato che “Askvoll” non era nient'altro che...
    …un comodino?!

    « INCIDENTALMENTE AVETE MESSO IN PERICOLO LA VITA DI UNA GIOVANE FANCIULLA, E DIFENDERLA RIENTRA NEI DOVERI DI UN CAVALIERE SE NON RICORDO MALE! NEL DUBBIO, EN GARDE! »
    Dopo aver guardato Caryn per qualche secondo, mentre questa afferrava terrorizzata il braccio del campione del mondo, il Cavaliere alzò ancora una volta la propria arma, iniziando ad agitarla mentre oramai molti degli umani stavano già lasciando cadere le loro e a fuggire. Questo, però, non parve preoccupare quell'individuo, i cui micidiali colpi spazzarono via senza distinzione i banditi fuggiaschi e rimanenti come foglie al vento. Ci fu chi provò a bloccare quegli attacchi, ma invano, finendo invece travolti da quel curioso quanto letale pezzo d'arredamento di ferro, mentre le spade e i coltelli di chi aveva tentato di contrattaccare rimbalzarono pateticamente sull'armatura.

    Vedendo la propria piccola armata venire demolita pezzo dopo pezzo senza alcuna fatica, colui che fu il rapitore di Caryn prese a scappare via di corsa, voltandosi dietro di sé solo per accertarsi che quell'energumeno non avesse deciso di inseguirlo per concludere l'opera. Infine, cadde a sua volta a terra all'improvviso, privo di sensi.
    Stavolta, però, il cavaliere non c'entrava.

    « Sono arrivato tardi. »
    Commentò il colpevole, riponendo dietro la schiena una kanabou, un'arma che avrebbe ricordato all'americano una sorta di lunga mazza da baseball, sulla quale parte finale erano incastonate tuttavia delle punte di metallo. Quasi sicuramente del semplice ferro o rame, considerato il tipo di materiali reperibili da quelle parti.
    A brandirla era un Abada dall'aspetto giovane, alto all'incirca un metro e ottanta e piuttosto muscoloso. Come tutti i suoi simili, la sua pelle era blu e i suoi capelli verdi, mentre le corna erano visibilmente meno pronunciate rispetto ad altri maschi della sua età. Anche la sua carnagione, a dire il vero, era di una tonalità un po' diversa dalla norma.
    Scrutò Ted, Caryn e il Cavaliere con occhi gialli e severi, tanto luminosi da parer brillare al buio come quelli di un felino. Quest'ultimo era ancora impegnato con alcuni superstiti, e non era più possibile distinguere i rumori delle urla di dolore di chi stava affrontando quel mostro, e quelle di panico di chi stava assistendo alla scena. L'Abada si rivolse quindi ai soli Ted e Caryn.
    « Voi due, seguitemi, vi porterò in un posto sicuro. So che non è il massimo seguire uno sconosciuto, specialmente qui, ma sempre meglio di quel pazzo. Vi spiegherò meglio dopo! »
    Afferrò il biondo di prima per il colletto, caricandoselo poi in spalla.
    « Questo ci potrebbe servire dopo. »

     
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    Ted sembrava riporre molta fiducia nella giubba usata per mascherare il volto della giovane. Sfortuna però volle che quel gesto non fece altro che attirare ulteriori attenzioni, salvo poi non farle durare abbastanza a lungo da metterlo in allerta.

    "Inutile pensare che basti questo per fermare un commerciante di schiavi. Come minimo ha spie da tutte le parti e già sa che siamo qui."

    Avrebbe ovviamente pensato.
    Sapeva che avevano gli occhi di tutti puntati addosso e che bastava una sola mossa falsa per perdere la bambina.
    Preferì quindi accelerare il passo e lasciare il quartiere degli Abada.
    Lungo la sua discesa verso “l’inferno sotterraneo di Altatorre” si trovò di fronte a una cosa nuovamente particolare e che non si sarebbe mai aspettato: un traghettamento nel buio.
    Per sua fortuna a Caryn era stata una torcia e usarono quella per attraversare la zona di oscurità.

    "La Marona vorrà sapere anche questo immagino. Basterebbero dei semplici lampioni per illuminare la zona, però in questo modo i ragazzi perderebbero la possibilità di guadagnarsi da vivere. Probabilmente sono stati proprio loro a rompergli."

    Con quel pensiero uscì dalla strana coltre oscura e si ritrovò finalmente alla “luce”.
    Notò molti umani e ciò lo tranquillizzò, ma è proprio quando si è più tranquilli che si ricevono i colpi peggiori.
    Lentamente vennero accerchiati e separati da chiunque altro, tanto che il pugile non si meravigliò nemmeno quando il biondo visto in precedenza fece la sua gloriosa entrata in scena.

    « Lascia andare quella bambina. Lasciala andare e tutti torneremo a casa vincitori. »

    Quelle furono le parole usate per dissuadere un uomo di colore alto più di due metri, campione mondiale di boxe, che aveva combattuto contro dei e demoni, in grado di sparare fulmini e aprire crani più velocemente di quanto non fosse in grado con un pacchetto di patatine.

    "Ah dici ...", sorrise guardando ogni persona dritta negli occhi, "... forse non sai che ci deve essere per forza un vincitore e un ..."
    « NO! È SBAGLIATO! SBAGLIATO! NON ESISTE UNA LOTTA CHE ABBIA SOLO VINCITORI! È SBAGLIATO! »

    Qualcuno gli aveva rubato la battuta. Uno più grande, più grosso e corazzato come una nave da battaglia. In poche parole un Ted Carter 2.0.
    Senza dare troppe informazioni si lanciò su i “nemici” iniziando a una carneficina che lasciò il pugile senza parole. Non solo gli aveva rubato la battuta ma anche la possibilità di picchiare qualcuno.
    Però si consolò con il pensiero che almeno il biondo non sarebbe sfuggito alla sua furia animale. Quando si voltò per guardarlo negli occhi e fargli capire che a raggiungere la tomba gli sarebbe servito veramente poco tempo, quest’ultimo se l’era date a gambe levate.
    La sua furia nel fuggire però venne fermata da un'altrettanta tipo di furia. Difatti uno degli esseri incontrati in precedenza lo prese letteralmente a mazzate facendolo svenire.

    « Voi due, seguitemi, vi porterò in un posto sicuro. So che non è il massimo seguire uno sconosciuto, specialmente qui, ma sempre meglio di quel pazzo. Vi spiegherò meglio dopo! »

    Disse infine guardando il duo che proveniva dalla superficie.
    Ted non sembrava molto contento di come si fossero messe le cose ma non potè far almeno di pensare che i nemici del suo nemico erano amici.

    "Hai visto Caryn, sono arrivati i cazzuttissimi Power Ranger a darci una mano. Adesso però andiamo con loro e ci togliamo dalla strada che è meglio ...", guardò infine il giovane Abada, "... vi seguiamo ma state attenti a non farci qualche brutto scherzo. Potrei essere il Doomsday della vostra Justice League."


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    +10% mana; Rigenerazione corpo (Only Gdr); Anti - Sanguinamento; Auspex: Radar; Maschera dell’Anima; Mindfuck-alert

    The Energy:
    Fin dal primo giorno che Ted è arrivato su Endlos qualcosa in lui è cresciuto drasticamente: la propria energia. Da prima presente, ma silenziosa, è cresciuta a tal punto da sviluppare una serie di bonus che il corpo del pugile riesce a sostenere. Un aumento delle energie di base è stato uno dei primi bonus che ha percepito il pugile. Con il tempo ha iniziato anche a sviluppare peculiari abilità, come la capacità di percepire cosa si muovesse intorno a lui nel raggio di quindici metri o perfino di occultare la propria anima ai malintenzionati. Inoltre la sua rigenerazione è aumentata in maniera esponenziale tanto che, fuori dai combattimenti, è riuscito perfino ad attaccarsi arti persi o guarire da ferite profonde, le quali non perdevano neanche un goccio di sangue grazie all’energia che blocca le varie emorragie creando una barriera protettiva intorno alla ferita. Allenandosi, con il capitano della divisione verde Firion, Ted è stato in grado di modificare ulteriormente la sua energia che ha iniziato a captare anche i vari attacchi mentali che potrebbero colpirlo, un segnale di pericolo lo avvertirà in caso si trovasse sotto attacco da parte di un'offensiva mentale.

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    The Champion:
    Potendo vantare il titolo di campione mondiale di Boxe, il corpo di Ted è per antonomasia più robusto e tonico rispetto a molti altri. Le continue sessioni di allenamento gli hanno permesso di potenziare la forza (Aumentata ulteriormente dal Bracciale di Ercole), l’agilità e la resistenza portandole ad un livello superiore a quelle del comune essere umano. L’energia poi ha valorizzato quelli che erano già alcuni dei suoi punti forti. Da un giorno ad un’altro, Ted, ha smesso di provare dolore, qualsiasi esso fosse, come se i suoi nervi fossero stati bruciati dall’improvviso aumento di energia. La pelle, già coriacea di suo, con il tempo e i combattimenti, ha sviluppato una durezza paragonabile a quella delle rocce.

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    Resistenza alla fatica; Telepatia con il Pet; Vista condivisa; Istan-Casting

    The Training:
    Da quando Agrodon Mustang ha iniziato a seguire il percorso del pugile attraverso la magia, quest’ultimo, si è ritrovato costretto a studiare e ad allenarsi per migliorare le sue capacità nel padroneggiarla. Per quanto Ted preferisca dire che non è merito di nessuno, questi studi gli hanno permesso di sviluppare una certa resistenza alla fatica, che solitamente incrementerebbe con l'abbassarsi delle energie, ciò gli permette di essere più lucido durante i combattimenti. Quando però raggiunge la soglia minima, Carter sviene come chiunque altro. Inoltre è stato possibile notare come la velocità nel lanciare qualsiasi tipo d'attacco o difesa sia aumentata, permettendogli così di diventare ancora di più un avversario temibile. Gli allenamenti in coppia, hanno inoltre intensificato il contatto mentale fra i due, ottenuto originariamente da un contratto con la Seele. Adesso fra i due vi è un forte canale telepatico, nel quale riescono a scambiarsi informazioni e anche immagini.

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    "Hai visto Caryn, sono arrivati i cazzuttissimi Power Ranger a darci una mano. Adesso però andiamo con loro e ci togliamo dalla strada che è meglio ..." Caryn annuì tremante. "... vi seguiamo ma state attenti a non farci qualche brutto scherzo. Potrei essere il Doomsday della vostra Justice League."

    « Bada a come parli, umano. »
    Replicò l'Abada, caricando l'ultima parola di un disprezzo palpabile.
    « Non intendo farvi del male, ma non per questo accetterò di essere minacciato. Intesi? »

    L'Abada guardò un'ultima volta oltre le spalle del pugile, assicurandosi che il cavaliere fosse ancora impegnato con il poco che restava della banda di aggressori. Fece poi qualche passo indietro, per poi infine voltarsi dall'altra parte e condurre Ted Carter e Caryn verso il “luogo sicuro” promesso. Camminava con passi parecchio svelti, per qualcuno che stava portandosi dietro un uomo privo di sensi sulle spalle. Non disse molto durante il tragitto, se non un occasionale “di qui” indicando ora una svolta da fare ad un bivio, ora un vicolo angusto e male illuminato.

    C'erano tante cose che l'Aviatore avrebbe potuto chiedersi: perché uno dei supposti rapitori di Caryn avrebbe dovuto reinteressarsi a lei tanto da giustificare un simile spiegamento di forze? Del resto, pareva averla sequestrata solo per poi consegnarla ai Von Schröder come carne da sacrificio, e pertanto era già stato con ogni probabilità pagato. Ted e Gaspode avevano impedito che il rito fosse compiuto, certo, ma perché avrebbe dovuto importargliene? A questa domanda però c'era una possibile, ovvia risposta: non voleva subire ritorsioni per via di Caryn che l'aveva visto in faccia. Rimanevano comunque altri interrogativi: chi era il cavaliere spuntato all'improvviso per salvarli, e chi era quell'Abada che aveva proposto loro di fuggire non da quella banda di criminali ma, da come aveva parlato, dallo stesso cavaliere? Perché era intervenuto a sua volta, portandosi dietro la persona che aveva tramortito egli stesso?

    « Siamo arrivati. »
    Disse, aprendo la porta di una catapecchia arredata solo di un tavolo, un paio di sedie, altrettanti massi squadrati che, a giudicare dalla loro dimensione, dovevano fungere da seggi a loro volta, un giaciglio di stracci e un piccolo focolare.
    Gettò il suo prigioniero sul pavimento, chinandosi poi per legarne mani e piedi con un paio di pezzi di corda che aveva estratto da sotto le sue vesti.
    « Yenis Pri. » si presentò nel frattempo. « Quello da cui vi ho portato alla larga, invece, è un pericolo pubblico che ha già causato non poco scompiglio di recente. Oramai quegli umani saranno già stati perlopiù uccisi. »

    Si erse in piedi, squadrando i due con un'espressione severa. Si soffermò sui loro vestiti, di fattura o almeno in uno stato decisamente migliore di qualsiasi cosa si vedesse di solito da quelle parti.
    « Voi, però, tutto questo non lo sapete perché siete venite dalla superficie. Sto sbagliando? »

    Caryn non rispose. O meglio, ci provò, ma tremava ancora come una foglia e le parole le erano morte in gola. A giudicare dall'assenza di commenti anche poco fa, però, perfino lei pareva non conoscere l'identità di quel misterioso cavaliere...

     
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    « Non intendo farvi del male, ma non per questo accetterò di essere minacciato. Intesi? »

    Ted alzò un sopracciglio.

    "Ah … quindi è un ragazzo?! Per fortuna che lo ha detto, rischiavo di farci davvero una brutta figura."

    Non ci furono risposte così come domande o quant’altro, l’Abada prese l’uomo stordito in precedenza e lo iniziò a trascinare via con una buona velocità.
    Sembrava proprio che si volesse allontanare il prima possibile da quel luogo nefasto, volto a diventare un cimitero.
    La strada sembrava essere oscura e molto silenziosa, tanto che diede a Ted il tempo di pensare.
    Caryn doveva essere al centro di un guaio più grande del previsto se tanti uomini si erano spinti a catturarla. Lei aveva vissuto ciò che succedeva quando si veniva rapiti.
    Lei aveva visto le colpe e i colpevoli, ovvio che dovesse sparire più velocemente di una nuvola di vapore.

    "Hanno pensato che bastasse arrivare in tanti e armati di tutto punto per mettermi in difficoltà. Poveri sciocchi! Sicuramente non mi sarei mai preso le loro vite ma non sarebbero durati molto contro di me."

    Fino a quando non fosse riuscito a riportare la bambina al sicuro, avrebbe mantenuto fede alla parola data: proteggerla.

    « Siamo arrivati. »

    Il posto era spoglio ma “sicuro” per quanto lo riguardasse. Avrebbero avuto molto da discutere su quello che era successo pochi minuti prima.

    « Yenis Pri. Quello da cui vi ho portato alla larga, invece, è un pericolo pubblico che ha già causato non poco scompiglio di recente. Oramai quegli umani saranno già stati perlopiù uccisi. »

    Il pugile annuì convinto.

    "Io sono Ted Carter invece e ti ringrazio di averci portato al sicuro. Non mi importa molto di quegli uomini, non avrebbero fatto una fine tanto migliore se fossero finiti sotto le mie mani. Certo, io l’avrei lasciati vivere con qualche handicap permanente ma poco importa per il momento ..."

    « Voi, però, tutto questo non lo sapete perché siete venite dalla superficie. Sto sbagliando? »

    "Hai indovinato. Sono qui per riaccompagnare questa bambina a casa sua ... ", non vedeva la necessità di spiegare la sua missione ad uno sconosciuto, " … pare che ci siano molti rapimenti da queste parti se non vado errando ma, di preciso, come mai ve ne sono così tanti? Scommetto che anche a te quest’uomo ha toccato qualcuno a cui tenevi. Entrambi cerchiamo delle informazioni dalla stessa persona, ovvero .... lui."


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    "Hai indovinato. Sono qui per riaccompagnare questa bambina a casa sua ... "
    Yenis sollevò un sopracciglio, un gesto che il pugile, nella poca luce del rifugio, avrebbe scorto con fatica. Ciò suggeriva una sola cosa considerate le circostanze: l'Abada non aveva idea di chi fosse Caryn.
    " … pare che ci siano molti rapimenti da queste parti se non vado errando ma, di preciso, come mai ve ne sono così tanti? Scommetto che anche a te quest’uomo ha toccato qualcuno a cui tenevi. Entrambi cerchiamo delle informazioni dalla stessa persona, ovvero .... lui."

    « Giusto, ma io a questo punto devo fare qualche domanda a voi. »
    Perché Ted Carter veniva dalla superficie, ma Caryn no. Se quella ragazzina era stata rapita, come l'uomo aveva appena implicato, ma aveva in qualche modo trovato un modo per tornare a casa, allora costei doveva essere in possesso di qualche informazione interessante.
    Solo, rimaneva una piccola questione irrisolta: il motivo per cui Yenis aveva appena deciso di mostrare tanto interesse. Forse, come aveva ipotizzato il campione del mondo, anch'egli aveva perso qualcuno di caro?

    « Anzitutto a te- » fece un cenno del capo a Ted. « Dimmi per conto di chi lavoreresti, e perché avresti acconsentito a riaccompagnare qui questa ragazzina. Sempre che io voglia credere alla tua storia. »

    Yenis prese posto su una vecchia sedia di legno semi-ammuffito, sul quale schienale appoggiò il petto, le gambe piazzate ai due lati del seggio. Ne prese un'altra con la mano e la offrì a Caryn, cosicché al pugile non rimase nient'altro che le due pietre.

    « Soprattutto, sapresti spiegarmi il motivo di uno spiegamento di forze simile per una ragazzina? Sembravano praticamente disperati, ad agire prima ancora che il suo accompagnatore si fosse allontanato, e così numerosi da attirare l'attenzione di Sir Jonathan. » si fermò per un paio di secondi, realizzando che degli stranieri non potevano sapere con certezza di chi stesse parlando. Così, specificò ciò che probabilmente avevano già intuito: « Sarebbe a dire l'individuo in armatura da cui siamo appena fuggiti. Si fa chiamare così. »

     
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