Le lacrime degli dèi

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    Impeto e tempesta

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    "Dagli gli alberi ho capito il significato della pazienza.
    Dall’erba ho imparato ad apprezzare la persistenza".


    (Hal Borland)

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    ??? - Feudo del Nishikaigan
    Presidio Occidentale, Endlos.

    ZRgawcE

    A volte, per rimembrare la propria esistenza, basterebbero pochi sussurri ben pronunciati, richiami atavici di una vita ormai dimenticata come piccole gocce di pioggia. Gli bagnarono il volto, scivolando lungo il naso e scorrendo sui lati delle guance, fino alla mandibola.
    Prima rade e leggere, poi pesanti e numerose: il tatto assopito si svegliò, mormorando un senso di fastidio alla mente, seguito poi dall'udito che ne ricavò lo scroscio intenso dell'acqua ed i tuoni in lontananza.
    Fu tuttavia l'olfatto -antico consigliere della razza umana- a destarne la coscienza, con quell'odore di umidità e piante violento, quasi nauseante. Gli occhi si spalancarono e sarebbe stato complicato evitare le prime gocce maliziose che, trovando quegli scrigni aperti, avrebbero tentato di tuffarvisi con grazia e spietatezza.

    Come nella prima delle nascite, il dolore era giunto a farne da protagonista: i muscoli stentavano a muoversi e la voce non sarebbe giunta a gridare aiuto; gli arti intorpiditi solleticavano furiosi ed un indefinibile numero di sensazioni lo avrebbe travolto, minacciando di farlo impazzire. Durò poco, tuttavia: l'aria divenne respirabile, il dolore trasfigurò in fastidio e poi scomparve. I muscoli si rilassarono, permettendogli nuovamente di muoversi.
    Tutto, dentro di lui, tacque.
    Fuori di lui, il mondo prendeva vita.

    Attorno al corpo supino del naufrago -disteso per terra, quasi fosse sul proprio giaciglio, al centro di un insignificante sentiero di terriccio umido- la natura incontaminata lo abbracciava, non permettendogli di vedere null'altro che un cielo plumbeo e gravido di pioggia. Alcuni volatili nascosti fra le fronde comunicavano con il proprio verso ed i cespugli alla sua sinistra si muovevano con frenesia, nascondendo forse qualche piccolo roditore in cerca di riparo dall'acqua o chissà quali belve affamate, ben nascoste ed in attesa di fare la propria mossa.

    Turno 1


    Benvenuto su Endlos!

    Ho volutamente lasciato indefinito il modo in cui hai effettivamente varcato la soglia del semipiano, cosa che puoi inserire in un flashback o trascurare a tua scelta. Sta di fatto che al momento del risveglio sei disteso su un sentiero, in un posto che ti pare non aver mai visto prima.
    Inizialmente ti vien tutto abbastanza doloroso, come se ti stessi svegliando da un coma (puoi interpretare il dolore ed i fastidi come ti pare, come sintomi da viaggio dimensionale, come risveglio dalla meditazione, come resurrezione vera e propria o puoi anche non specificarlo, ad esempio).
    In ogni caso, a parte questi dettagli, sei libero di gestire la situazione come meglio preferisci; è infatti un post quasi totalmente interpretativo e di scrittura, la parte tecnica la aggiungerò per gradi. In questo turno dovrai solo cercare di non essere autoconclusivo: per il resto hai letteralmente carta bianca.

    Non ti lascio scadenze perché non è una quest, ma cerca di non oltrepassare la settimana di attesa, se ti riesce. Più che altro, si rischia di dimenticare cosa si è fatto prima, quando passa molto tempo fra un post e l'altro.
    Buon divertimento!

     
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    Ricordava distintamente che in una religione l’utilizzo del termine “vedere la luce” corrispondeva in qualche modo a morire.
    Non si sentiva morto, anzi, piuttosto si sentiva quantomai attaccato alla vita. I ricordi della sua vita gli annebbiavano la vista, si sentiva così vivo da riviverli tutti insieme e poi, eccolo, quel preciso momento randomico in cui la divinità ha deciso di innalzarlo a qualcosa di più, molto molto di più.
    Ricorda chiaramente la sensazione di ascesa, di trasmigrazione, di reincarnazione o quel che sia. Sicuramente si è sentito trasformato, ma più che diversità si è sentito purificato. Gli angoli oscuri del suo cuore sono diventati lindi, pinti ed immacolati, semplicemente degni per poter parlare con chi è seduto dietro la scrivania della Direzione dell’Universo, l’unico vero numero Uno, il Boss indiscusso di tutto.
    E’ entrato nel suo studio, in quella sua nuova forma-non-forma, si è accomodato, ha mostrato il migliore dei sorrisi ed il colloquio è cominciato. Ovviamente tutto metaforico, è certo. Non saprebbe descrivere cosa si sono detti, come lo hanno fatto, non saprebbe nemmeno vagamente definire i termini del contenuto della loro discussione…perché poi hanno realmente avuto una discussione? Si può ridurre quello che gli è successo ad una semplice chiacchierata, due parole dette in croce tra vecchi amici?
    No, no, quello che gli è accaduto è stato ben oltre.
    Lo ha trasformato, gli ha permesso di toccare con mano, a diversi eoni di distanza, cosa fosse realmente la Divinità. Gli ha dato un nuovo senso, uno scopo, in questo folle universo. Ha forgiato la sua stessa essenza sin nel profondo.
    Ed ora?
    Ed ora bestemmia. Bestemmia tanto elencando una serie di divinità dei più disparati pantheon esistenti in tutto il multiuniverso, li conosce tutti lui e li sta elencando in ordine sparso.
    Li nomina perché si sta svegliando piuttosto male da quel suo torpore mistico. Ogni respiro gli sembra una brace accesa che gli graffia i polmoni, ogni rumore una tempesta rombante nei padiglioni auricolare e poi quegli odori, così penetranti e pungenti da dargli nausea e vertigine al contempo. Si sente cadere, anche se ben presto si rende conto di essere già disteso al suolo in una posizione fetale, quasi a voler sottolineare la sua nuova ri-nascita. Partorito dalla divinità ritorna alla vita sin dall’origine, da oggi cominciare un nuovo percorso, da oggi inizia realmente a vivere. Ed il liquido amniotico continua a cadere sul suo corpo, sempre per riprendere la metafora della nascita, e via via gli dona lucidità e vigilanza. Apre gli occhietti allungati mentre la sensazione di umido e sporco comincia ad essere registrata da metà del suo corpo.
    Prima di guardarsi intorno, si osserva. Si sente diverso, nuovo, stranamente pulito. Indossa un saio violetto con una fascia all’addome color terra. Saio, per la cronaca, tutto sporco di terriccio. Ai piedi indossa un paio di sandali comodi e poco lontano, mezzo immerso nella terra, un lungo bastone.
    Ora che si è reso conto di esserci e di essere ancora sé, anche se un sé abbastanza diverso da prima, lo sguardo del Teologo si sofferma sull’ambiente che lo circonda. Un ronzio fastidioso gli disegna un cerchio attorno la testa, rendendo tutto più confuso.
    Quarantadue?
    Ripete mentre la sua stessa voce gli suona strana e nauseabonda. Con piccoli gesti cerca di accucciarsi al suolo per mettersi seduto. Continua guardingo a guardarsi intorno. Gli sprazzi del suo ultimo colloquio sono estremamente nebulosi nella sua mente, così come si ricorda di aver fatto un lungo, lunghissimo sogno prima di svegliarsi.
    E’ l’Eden?
    Da voce al suo pensiero mentre continua ad osservarsi intorno. Goccioline d’acqua disegnano rughe sullo scalpo per poi scendere come lacrime e rigargli il viso ed inzuppargli i vestiti.
    O forse Jannah…nel caso dove sono le mie houri?
    Sghignazza appena mentre allunga la mano verso il bastone che utilizza poi a mò di bastone, appunto, per issarsi su. Non ha idea di dove si trovi, ma sicuro non è un luogo divino, ricorda bene la sensazione diversa che ha vissuto poco fa, o forse secoli fa, il concetto di tempo è parecchio distorto. Si issa sulle gambe malferme e si osserva intorno. Schiarisce la voce mentre intona un mormorio viscido e ritmato. No, questo giro non sta bestemmiando alcuna divinità, solo un vecchio appello ad un certo sant’uomo da Padova che aiuta a cercare le cose perse: se stesso.
     
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    Sulle gambe malferme, l'uomo intonò un mormorio che sapeva di preghiera. Eppure i miracoli non erano soliti giungere a coloro che non cercavano, dunque il naufrago si convinse che proseguire lungo il sentiero sarebbe risultata la soluzione più saggia: dopotutto, si trattava di un segno di civiltà -per quanto poco elaborato- e conduceva sicuramente da qualche parte.

    MDb8Utm

    Il cammino fu lungo e difficile, e da teologo illuminato... Ego si ritrovò pellegrino: la fanghiglia permetteva ai suoi piedi di affondare, avvolgendoli poi e trattenendoli ad ogni passo, quasi la terra volesse inglobarlo. L'acqua gli impediva la vista ed il vapore che si alzava da alcuni punti di quello strano bosco rendeva l'orientamento quasi impossibile.

    Eppure, in quel labirinto sempre identico di fogliame ed occhi nascosti fra la vegetazione, qualcosa sembrò mutare improvvisamente, esattamente quando le speranze dettate dalla pura logica iniziarono a vacillare.
    Una macchia bianca ed una rossa di fianco non poterono far altro che risaltare in tutto quel grigio, marrone e svariati toni di verde. Avevano i contorni sfumati dalla pioggia battente che zampillava senza ritegno e si schiantava su ogni superficie in mille schizzi.

    Avvicinandosi, le immagini sarebbero diventate nitide e la realtà si sarebbe rivelata -come spesso accade- più crudele di quanto sperato: se da lontano una fantasia romantica poteva suggerire dei fiori rossi avvolti da un telo ed adagiati sulla terra, quando Ego fu ormai prossimo, il bianco candido divenne pelle livida e gonfia di un braccio mozzato e non fu difficile intuire cosa contenesse la piccola pozza cremisi che ancora non si era diluita assieme al resto, nonostante la pioggia. Sulla terra erano evidenti i segni di una lotta e delle impronte umane, affiancate da un solco, che proseguivano ad ampie falcate nel cuore della vegetazione, lontano dal sentiero.

    Turno 2


    Bellissimo post, mi è piaciuto molto e sei stato molto corretto (in sportività) nel gestire la brutta situazione!

    :yuppi:

    Piccolo appunto: "autoconclusività" non corrisponde necessariamente all'interazione con l'ambiente. Non so se lo hai fatto per interpretare semplicemente il tuo pg o perché ci siamo capiti male noi, in ogni caso te lo dico per sicurezza: un giocatore deve essere sempre in grado di far proseguire la scena con delle azioni, pur non essendo autoconclusivo. Ti faccio un esempio:

    "Il mio pg si dirige verso il cespuglio in movimento e calcia quello che si nasconde dentro, lanciandolo lontano".
    "Il mio pg si dirige verso il cespuglio in movimento e tira un calcio supponendo che vi sia qualcosa dentro, con l'intento di lanciarlo lontano".


    Come puoi notare, entrambe implicano interazione con l'ambiente. La prima è autoconclusiva, la seconda no: si è autoconclusivi quando non dai la possibilità all'altro di evitare qualunque cosa gli fai, a meno che non vi siate già accordati in disparte. Anche se non fare nulla non rientra fra le cose autoconclusive, per quanto piccino, in quest è spesso visto come un errore di "presenza passiva". Può essere arginato solo se si è in compagnia di altri giocatori attivi, ma se sono tutti passivi, la quest si blocca (oppure costringete il Quest Master a "forzare" la narrazione, pur di farvi proseguire). Tienilo a mente!
    Ovviamente, anche camminare è un'azione, come lo è pure parlare. Essendo tuttavia il tuo pg da solo, pur parlando fra sé, non ha di fatto modificato la situazione da ciò che c'era prima. Per questo non può considerarsi una vera e propria "azione".

    Detto ciò, ti lascio un nuovo turno interpretativo. Al prossimo iniziamo qualcosa di movimentato :pft:
    (Se non mi sono spiegata bene o non hai capito qualcosa, non esitare a farmi domande).

    Buon post!

     
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    Intonare i canti dei pellegrini è qualcosa di dovuto, in situazioni come queste, ma certo non implicano alcun risultato. Anche perchè il Teologo, ormai, conosce quella che è la vera rete teologica alle spalle di tutto e di conseguenza è consapevole che non tutte le divinità minori sono propense ad aiutare uno come lui: senza un'unica fede, volenteroso di conoscere solo il vero Uno.
    Ma questo, in fin dei conti, non è un problema, perchè esistono rituali adeguati per forzare la mano alle varie manifestazioni divine.
    Senza volersi dilungare troppo il Teologo completa la sua nenia e torna ad aprire gli occhi. Si tampona inutilmente il viso con la manica del lungo kimono, la pioggia fitta certo non lo aiuta ad orientarsi.
    Di tanto in tanto si sente osservato, ma ogni volta che cerca l'origine di quella sensazione non trova altro che uccellini o piccoli roditori.
    Da questo punto di vista, si sente più tranquillo. Questo luogo gli ricorda molto più la sua Terra di quanto possa sembrare in un primo momento. Magari la Divinità si è semplicemente limitata a rimandarlo a casa dopo il suo cammino di illuminazione.
    Decide di avanzare su quel semplice sentiero nella foresta, guardingo osserva a destra e manca. Va bene, tutto sembra tranquillo, ma egli non è perfettamente tranquillo. Risvegliarsi dolorante, senza ricordare bene cosa sia accaduto se non sprazzi di un sogno delirante, non è propriamente piacevole.
    Sente un senso di smarrimento viscido che si fa strada nel suo corpo o forse questa sensazione viene direttamente dalla terra ed il suo corpo si st comportando come pianta semplicemente. Succhia dalla terra le sensazioni di paura e smarrimento e le porta su fino al suo cervello. Come che sia, la verità è che continua a camminare senza una meta.
    Ecate, servirebbe una statua di Ecate messa qui a proteggere i viandanti. Dovrò proporlo al governo locale
    Già si attiva e si pente di quel che ha detto. Perchè da per scontato che ci sia un governo locale? Perchè da per scontato che ci siano altri esseri umani. Magari il Divino ha semplicemente deciso di scagliarlo in un Eden qualsiasi per mettere a frutto i suoi infiniti cicli di reincarnazione fino alla purificazione del suo essere. Potrebbe, perchè no?
    Continua a tamponare il viso mentre punta il bastone, stretto nella mano destra, ben in profondità così da aiutarsi a staccarsi ad ogni passo dal terriccio. Il verde, il marrone, la pioggia ed i fumi lo re-immergono in un vecchio ricordo di quando provò delle strane erbe mistiche che lo scagliarono in un trip di un certo livello.
    Quando lo smarrimento ed il senso di perdita sembravano aver raggiunto il massimo livello, del tipo evocare un qualsiasi psicopompo per lasciarsi trascinare negli inferi, ecco qualcosa di diverso: una macchia bianca ed una rossa in lontananza. Inutile dire che il Teologo vi ha visto la luce sacra di un'effige angelica con il rosso del suo cuore pulsante, spesso donato all'umanità per lenire le loro sciagure. Esaltato da questa visione il Teologo si allunga a grandi passi verso questa novità.
    Avanza.
    Avanza.
    Avanza.
    E la nausea cresce.
    Il vero problema, però, non è tanto l'odore che si mescono con quello dell'ambiente, quanto piuttosto la visione in sè per sè. E' abituato a vedere cose macabre, ci sono divinità che divorano i propri fedeli attraverso i loro genitali dentati, ci sono rituali sanguinanti e violenti...ma vedere una cosa del genere, in prima persona, è diverso.
    Trattiene un conato di vomito mentre la mano sinistra copre la bocca ed il naso con il kimono. Lo sguardo da orientale, calamitato, non riesce a non osservare quella mostruosità così gratuita davanti agli occhi. Osserva patologicamente curioso, il punto in cui è stato reciso il braccio, il taglio al suolo e le orme. Immagina scene di enormi armi da taglio ed epici scontri. Rievoca divinità orientali armate di lunghe katane che combattano i demoni. Le visioni note lo calmano un po', ma la verità è che una strisciante consapevolezza prende piede. Sarà l'adrenalina ed il cortisolo che vengono pompate nelle vene e rendono i pensieri finalizzati e concreti nonchè orientati ad una logica essenziale "sopravvivi".
    Questa è la prova di un Mara!
    Bisbiglia dando voce all'adrenalina che pulsa nel cervello. Se tutto dal Teologo viene visto come una prova divina, allora sicuramente questa deve essere opera di una qualche entità maligna che lo sta confondendo. Lo vuole spaventare, distogliere dal suo vero cammino, fargli perdere tempo e metterlo sotto una cattiva luce agli occhi-non-occhi dell'Unico.
    Stringe forte con entrambe le mani il suo bastone da passeggio riadattato subito ad arma difensiva. Tiene le adeguate distanze da quel braccio mozzato, molto divinità utilizzano pezzi di cadavere come tramite per le loro azioni, e comincia a girare in tondo intorno il povero braccio gonfio. Osserva la foresta, osserva il pezzo maciullato di corpo e sta attento ad ascoltare quello che lo circonda. Qualsiasi Mara sia stato, potrebbe tornare, anche subito. In vero non ha sentito rumori o urla mentre si avvicinava, quindi la macabra danza potrebbe essersi consumata ore ed ore prima...ma quel sangue ancora così vivido sembra dire il contrario. Nel dubbio il Mara va affrontato con fervore divino. Nel caso contrario avà esagerato e dimostrato comunque alla divinità la sua pronta azione. Si sente nel giusto in ogni caso.
    Mostrami la tua tentazione, essere oscuro


    Avevo capito male io. Pensavo che il primo post dovesse essere incentratato solo sulla descriione del risveglio e visto che questo si è temporalmente dilungato molto non volevo eccedere nel fare troppe cose tutte insieme!
    Comunque farò tesoro delle informazioni, grazie!
     
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    Crack!

    Accucciato all'ombra di un albero dalle foglie larghe e parzialmente coperto dalla pioggia, consumava il suo buon pasto con calma, incurante delle numerose ferite che gli deturpavano il volto già sgraziato e delle gocce che gli scendevano sulla faccia dai folti capelli neri, in quel momento completamente bagnati. Concentrato sul sapore della carne fresca -meno grassa e molliccia rispetto al precedente assaggio- non sembrava particolarmente interessato a ciò che gli accadeva intorno.

    r96ozFa

    Crack!

    Addentò nuovamente la coscia ormai ridotta all'osso, quasi illudendosi che vi fosse dell'altro. La fissò per qualche attimo, in silenzio, aggrottando quei pochi peli che scimmiottavano la presenza delle sopracciglia. Sconsolato, la gettò via, esattamente su un mucchietto d'ossa di varia dimensione, tra cui brillava in attimi alterni la lama lucida di una katana insanguinata. Si pulì la bocca e parte del naso adunco con il proprio braccio, dunque passò ad un altra portata -un polpaccio abbastanza grosso- e finalmente i denti aguzzi affondarono nuovamente e con compiacenza in qualcosa di morbido e soddisfacente.

    Strappò carne fino a riempirsene la grande bocca, deliziato dalla diversa consistenza di grasso, muscolo e tendini, talvolta intervallati dallo scrocchiare della cartilagine del ginocchio sotto ai denti. Sorrise beato, e così sarebbe rimasto se le orecchie pelose e lievemente a punta non avessero captato un suono estraneo ai soliti che percepiva nel suo territorio. Il rumore di una preda.

    Mostrami la tua tentazione, essere oscuro.

    Si voltò di scatto.
    Gli occhi sbarrati e folli sarebbero potuti apparire del tutto privi di palpebre, in quel preciso istante; piccole palle di un bianco viscido ed incorniciate da vene rossicce quasi quanto le iridi rubiconde. Inumane e visibili anche al buio -con raccapriccio di molti- custodivano pupille ridotte quasi ad un punto nero, e non era chiaro -con quella luminosità ridotta- se la creatura fosse cieca o semplicemente abituata a cacciare nel buio più totale.
    Dopo un altro morso, lasciò andare la sua cena, posando poi le mani artigliate per terra ed avvicinandosi alla fonte di quel suono, rimanendo sempre accucciato. Grosso quanto una scimmia, non gli era troppo difficile passare inosservato nel fitto della boscaglia: esattamente per tale motivo, non si spinse sulla strada, rimanendo nascosto in un cespuglio non troppo distante a fissare il teologo con cupidigia.

    Se Echo avesse voltato il capo, quegli occhi rossi nel buio sarebbero per sempre rimasti presenza indelebile dei suoi incubi.

    Turno 3


    Tranquillo, ho specificato perché è importante lavorare su un vocabolario comune, e non tutti i forum sono calibrati allo stesso modo, con le medesime definizioni o con le stesse regole :asd:

    Tornando a noi: come penso tu abbia notato, ti ho dato tantissimo margine di iniziativa (cosa che potrebbe mancare in quest, in determinate situazioni). Questo perché mi interessa vedere come usi le armi, le tecniche e le passive della tua scheda.
    Il mostro è a 5 m di distanza dal tuo pg, nella direzione da cui sei giunto, praticamente al bordo della strada e dietro dei cespugli, dai quali sbucano solo gli occhi inquietantissimi e quasi fosforescenti.

    Le azioni più ovvie, logiche e banali (puoi anche inventartene altre, non sei obbligato a fare nulla che non sia il rispetto del regolamento) sarebbero darsela a gambe o attaccare prima che lui faccia la prima mossa.
    Ovviamente, se attacchi ti trovi coinvolto in un duello in cui non sai effettivamente nulla di chi o cosa ti stia di fronte. Se scappi, perdi l'iniziativa (e questo vale in quasi tutte le situazioni in cui i nemici sono a conoscenza della tua posizione). Ma puoi farlo, come puoi fare qualunque cosa non rientri nell'autoconclusività, come iniziare a ballare o ridere a casissimo.
    Altrettanto ovvio è che delle mosse non pianificate, stupide e/o poco utili non solo non aiuteranno affatto, ma a volte potrebbero peggiorare la situazione: per questo anche la strategia è su Endlos un fattore estremamente importante.

    Dopo quest'enorme pippa mentale, ti lascio al tuo post: sentiti libero di usare ogni tua carta, sia nel caso decidessi di attaccare, sia nella fuga... sia in qualunque altro scenario tu ti voglia mettere. In sostanza, gioca pure liberamente, ricordandoti i suggerimenti che ti ho dato nei precedenti post.
    Buon lavoro! :flwr:

     
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    Continua a muoversi circospetto con la furtività di un felino che cerca la sua preda da addentare. Il fervore divino sferza il suo animo e lo rinvigorisce e lo prepara al prossimo scontro. Si, perchè è convinto che di qui a breve ci sarà uno scontro, ne è fermamente convinto, perchè è impossibile che la situazione in cui si trova non sia stata creata ad hoc da qualche spirito malevolo. Lo ha capito, lo sa, ed affronta con forza e coraggio gli eventi.
    L'adrenalina gli fa battere il cuore all'impazzata e lo sente chiaramente tamburellare nella gola con un lieve senso di nausea. Non ci pensa, non si lascia distrarre minimamente da quello che accade. Tutti i sensi sono all'erta ed uno alla volta lo richiamano alla realtà. L'odore pungente del sangue, il rumore inquientate di ossa e tessuti divorati e quindi il fruscio delle foglie che vengono spostate. Non per ultima è la vista che gli illustra il macabro spettacolo. Gli occhi di brace incontrano il suo sguardo allungato, profondamente buono. Quello che ha davanti è indubbiamente una creatura malevola e figlia di qualche demone perso nel multiuniverso.
    Ne è sicuro.
    Questa è la conferma, si trova davanti ad una prova divina che si è complicata con la tentazione di un Mara. L'Unica divinità vuole testare le sue capacità di epurare il male ed egli certo non si tirerà indietro di fronte a questa chiamata divina.
    Un flash, breve ma lunghissimo gli trafigge il pensiero e lo stordisce. Un flashback, se vogliamo, che lo riporta seduto davanti a quell'enorme scrivania che è quella del Direttore e Proprietario dell'Universo. Non ricorda il suo viso, non ricorda di cosa hanno parlato, ma ricorda benissimo qualcosa di ben più utile in questo momento. Egli, infatti, conosce i nomi delle divinità. Conosce le antiche formule per vincolare il loro potere e sottometterlo alla sua volontà.
    Tu essere figlio del Demonio, verrai epurato in nome della Divinità!
    E così follemente il Teologo inizia la sua crociata. Decide di sfruttare l'iniziativa che ha a disposizione. Ah, ovviamente non contempla minimamente la possibilità di scappare, non può fare brutta figura davanti il suo Superiore.
    Ode numero ottantatrè. Gunnr, terza tra le Valchirie evoco il tuo nome. Decidi il fato del tuo nemico!
    La mano destra restra stretta intorno il bastone ben piantanto al suolo mentre invece la mano sinistra volteggia in aria disegnando brevi arabeschi. Invoca il potere divino che lentamente dovrebbe cominciare a scorrere più forte nel suo corpo. Glifi di luce dovrebbero appararire davanti il Teologo disegnano rune arcane che andranno ad incanalare la Volontà dell'umano per imbrigliare il potere divino. La forma sinuosa di una donna in armatura argentata dovrebbe quindi apparire davanti il Teologo. Una spada corta al fianco ed una lunga lancia stretta tra le mani.
    Puniscilo!
    Il semplice comando che dovrebbe far scattare la Valchiria verso il bersaglio. Lancia che viene alzata a mezza altezza, data l'altezza del nemico, cercando di concludere la carica a poco meno di un paio di metri dal bersaglio, facendo scattare la punta dell'arma dall'alto verso il basso cercando di trafiggere il nemico alla schiena, preferendo quindi un bersaglio non necessariamente vitale, ma ben più ampio e quindi più "sicuro". Avendo piena visuale solo del viso del nemico la lancia cerca di calare poco dietro la stessa, dove idealmente dovrebbe esserci il bersaglio tanto ricercato dal Teologo.
    Il Teologo, intanto, però, non lascia certo la Valchiria agire da sola. Si sposta appena così che la figura dell'imponente mezzadea lo copra parzialmente così da poter agire con maggior tranquillità. Richiama nuovamente il potere divino cercando di esser quanto più silenzioso possibile.
    Ode numero ottantotto. Ti evoco lunga serpe piumata, Quetzalcoatl. Striscia qui Signore dei Venti!
    Questa volta la mano sinistra punta il suolo dove insieme alla runa adatta dovrebbe poi comparire una lunga serpe piumata che scatterebbe rapidamente verso il bersaglio, cercando di sfruttare l'imponenza della Valchiria, ed il fogliamare, per meglio camuffarsi. Lo scopo della divinità azteca è quello di attorcigliarsi attorno le gambe del nemico per cercare di limitarne i movimenti. Lo scopo è duplice: favorire l'offensiva della Valchiria e contemporaneamente tenere fermo il nemico a distanza così da evitare eventuali assalti al Teologo. Da quello che ha potuto notare il nemico potrebbe essere un portentoso combattete ravvicinato, quindi meglio evitare che si avvicini. Per lo stesso motivo, al momento, il pelato decide di soprassedere ad ogni offensiva fisica diretta, anzi, piuttosto si allontana di un passo e stringe il bastone con entrambe le mani e lo pone di trasverso davanti a sè, pronto per difendersi.
    Con lo sguardo cerca quello del nemico, si posiziona in modo da avere una buona visuale di tutto.
    Osserva con maggiore attenzione la creatura nemica cercando di comprendere se nel suo catalogo mentale di divinità ed entità mistica c'è qualcosa da sfruttare.

    Fisico: Nessuna ferita
    Mente: Nessuna alterazione
    Mana: 100-20-10: 70%

    Equipaggiamento: Bastone

    Passive
    Laurea in Teologia: conoscenze mistiche

    Attive
    Ode n° 83, Valchirie
    Nella mitologia norenna le Valchirie sono divinità al servizio di Odino che scelgono sul campo di battaglia chi vive e chi morirà. Attraverso quest’ode il Teologo è in grado di evocare questa divinità che si manifesta nella sua usuale forma: una donna in armatura leggera dotata di una lancia ed una spada corta. [Tecnica Magica; Consumo Alto; Durata 2 turni]

    Ode n° 88, Quetzalcoatl
    Nella mitologia azteca Quetzalcoatl è il serpente piumato che rappresenta i venti, i mercanti, le arti e la conoscenza. Attraverso quest’ode il Teologo è in grado di evocare questa divinità che si manifesta sotto forma di lunga serpe piumata che cercherà di immobilizzare gli arti inferiori del bersaglio per cercare di bloccare o quantomeno ostacolare i movimenti del nemico. [Tecnica Magica; Consumo Medio; Durata 2 turni]

    Note
    Allora il Teologo si lancia subito all'attacco dando per scontanto che questa sia una prova divina. Quindi prima di tutto evoca una Valchiria (1/2 turni) e la scaglia ad attaccare li nemico (danno: Medio). Sfruttando la prima come diversivo invia Quetzalcoatl (1/2 turni) per bloccare gli arti inferiori del nemico e limitarne così i movimenti (costrizione: Basso). Intanto si allontana e si prepara a difendere. Sfrutta il momento per utilizzare la sua passiva e capire se riconosce o meno la creatura.
     
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    "Dagli gli alberi ho capito il significato della pazienza.
    Dall’erba ho imparato ad apprezzare la persistenza".


    (Hal Borland)

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    ??? - Feudo del Nishikaigan
    Presidio Occidentale, Endlos.

    Piccolo, scuro e peloso, guizzò fuori dal fogliame con la velocità di un cobra pronto a mordere, atterrando sul sentiero a quattro zampe, nonostante somigliasse davvero tanto ad un essere umano. Certo, non era un bel vedere: i cenci sudici di fango, sangue e sudore non riuscivano a liberarsi della sporcizia nemmeno sotto la pioggia incessante e sebbene fosse particolarmente minuto, il suo viso e la folta peluria non sembravano affatto quelli di un bambino, qualunque fosse l'etnia a cui appartenesse.

    Fu la presenza di un'appendice sottile e lunga a destare i primi sospetti: fuori dalla boscaglia, quando fu in salvo dall'attacco combinato del monaco ma ancora ben distante da lui, la lunga coda da scimmia divenne del tutto visibile, come anche la lunghezza spropositata delle braccia rispetto alle gambe. Ricordava una scimmia, ma anche un essere umano... e sebbene entrambe le creature avessero qualche parentela, quel disgustoso e ripugnante ibrido lasciava intendere orribili crimini contro la natura stessa del mondo.

    In natura, quella creatura -semplicemente- non poteva esistere.
    Il complesso codice pensato dalla Madre Terra, la serie di nucleotidi che distingueva ciascuno e non permetteva ad ogni razza di mescolarsi a suo piacimento, aveva da millenni distinto gli uomini dalle bestie. L'essere umano che lo generò non aveva dunque giaciuto con una scimmia... ma senza dubbio con un Demone o uno Spettro!
    Al di fuori dalle regole del mondo -infatti- tali esseri camminavano spesso fra i mortali, in un mondo che non era fatto per loro, insidiandoli e cacciandoli con sadico compiacimento. I crimini di cui erano capaci erano inoltre innumerevoli e scandalosi. Anche se in parte umano -ahimè- era palese quanto il mostro avesse ereditato ben altra natura ed al Teologo non sarebbe rimasto altro che purificarlo con la morte stessa.

    La bestia ringhiò, lasciando che saliva e righe di sangue vivo gli colassero dalla bocca, gli occhi spalancati e vogliosi a fissarlo mentre si piegava piano, pronto per partire -anche lui- alla carica. Tenendosi a quattro zampe per aumentare la propria velocità, recuperò rapidamente la distanza che li separava e, quando ormai fu quasi ad un metro da lui, balzò con la rapidità di una saetta verso la vittima. I denti aguzzi spiccavano nella bocca larga ed aperta come tante piccole, inquietanti lame. Un'arma forse eccessiva, per una "scimmia".
    Un'aggressione spaventosa per lo spettro di una bestiola.
    Un attacco frontale, sprezzante.
    Semplice e brutale.
    Perfetto per il Mostro -anzi, no- la Bestia che lo aveva scelto.

    Turno 4


    Molto bene l'utilizzo dello spoiler e delle tecniche.
    Ho alcuni appunti, per limare il tutto.

    Innanzitutto, errore mio per la questione del comparto tecnico non ancora convalidato. In teoria non si potrebbe utilizzare fino alla messa in conto, ma mi son confusa nel leggere i conti presenti e ti ho involontariamente scambiato con un altro giocatore, dando per scontato che avessi finito, quindi facciamo finta che sia stato tutto approvato. Nelle prossime giocate, però, ricordati che non si può assolutamente usare roba non presente in conto.

    Piccole correzioni:
    Ora passiamo al duello. Davvero buona l'idea di aumentare il numero dei dettagli per ciò che riguarda i movimenti delle evocazioni, tuttavia il mio unico consiglio è (anche solo in quella parte) di dare priorità alla chiarezza piuttosto che all'eleganza o allo slancio poetico. Non devi abbassare il livello di scrittura sia chiaro, ma ho trovato un pochino difficile seguire e visualizzare nella mia testa le dinamiche dell'azione.
    Premetto che non è un errore grave, stai andando benissimo, ma mi spiego meglio per rendere tutto più chiaro:

    "Lancia che viene alzata a mezza altezza, data l'altezza del nemico, cercando di concludere la carica a poco meno di un paio di metri dal bersaglio"
    Qui dici che si lancia alla carica con la lancia alzata in base all'altezza del nemico (ottima osservazione, quella dell'altezza). Termini inoltre la carica a due metri dal bersaglio, ma scritta in questo modo non è molto chiaro se si tratta di due metri prima di raggiungerlo o dopo averlo superato. Dato che non hai specificato "oltre", sembra che hai terminato prima.

    "facendo scattare la punta dell'arma dall'alto verso il basso cercando di trafiggere il nemico alla schiena, preferendo quindi un bersaglio non necessariamente vitale, ma ben più ampio e quindi più "sicuro"
    Ora, supponendo che ti sia fermato prima, quest'azione non ha senso, dato che dici lo attacchi di schiena ed in teoria dovresti essergli ancora di fronte. Il periodo va riletto meglio, per essere compreso (quindi capire che ti sei fermato due metri oltre e lo hai infilzato di spalle), ed anche se è tutto abbastanza corretto, in genere si dovrebbe cercare di rendere il più chiaro possibile cosa si sta facendo. Hai avuto a questo proposito una buona idea nel riassumere cosa fai in spoiler, ma visto il periodo complicato, forse sarebbe stato meglio (se non volevi modificare il post) specificare anche i movimenti lì sotto, nel modo più sintetico e limpido possibile.

    Altro piccolo appunto: i danni coincidono sempre con il consumo speso. La valchiria, se castata a medio, nel caso faccia danno medio, allora non potrebbe durare per due turni, poiché l'energia impiegata ad evocarla è già stata tutta spesa.

    Ottima la strategia che il Teologo ha tirato su e le ipotesi che fa sul nemico. Trovo molto rincuorante incontrare un personaggio che sa ragionare bene

    Cosa scopri con la passiva?
    Quello che hai davanti è un mezzo-Youkai, la cui parte demoniaca è abbastanza comune nel Makai. Probabilmente è il risultato di un incrocio fra un demone scimmia ed un essere umano. Non dovrebbe essere particolarmente potente, data la sua genetica e considerando i veri mostri che possono essere incrociati nel piano degli Spettri, ma ovviamente il nemico non va mai sottovalutato.

    Cosa accade, ora?
    Il nemico si è difeso fisicamente a consumo Alto con una schivata, levandosi di fatto dal punto in cui entrambi gli attacchi erano diretti. Avendo ormai puntato il Teologo, ignora completamente le evocazioni e corre verso di lui, balzandogli addosso quando è a poco più di un metro e mezzo dalla vittima e tentando di azzannargli la prima parte del corpo che si troverà davanti.
    L'attacco è frontale e violento, consumo Alto. Consideralo come messo in atto da un personaggio con un Power Up passivo del 50% in Velocità ed un Power Up passivo del 50% in Forza.
    Non l'ho specificato, perché è in forma di quest e quindi non vedi le schede dei nemici, ma il mostro può avere anche altre passive che ne spiegano alcune sue azioni o perché il tuo attacco ha fallito, nonostante fosse di spalle. Ti lascio la possibilità di intuirle e non le scrivo, dato che noto sei abbastanza bravo nel ragionare. Se non ci arrivi, te le spiego alla fine del duello :flwr:

    Cosa voglio che tu faccia?
    Dato che la parte dell'attacco ti è andata abbastanza bene, possiamo andare immediatamente oltre e passare alla difesa ed al contro attacco. Sentiti libero di fare ciò che desideri, rimanendo ovviamente sempre accorto al regolamento ed alla possibilità di essere autoconclusivo.
    Come al solito, per qualunque problema, basta chiedere e ci sono.

    Buon lavoro! :grab:

     
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    Viaggiatore dei Mondi

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    Non sempre le cose vanno come si immagina.
    Nella testa del Teologo già multipli fiotti di sangue dovevano star volteggiando in aria per santificare la Divinità ed assecondare la sue brame. Niente, le cose non vanno come dovuto e la creatura si sposta rapidamente in un batter d'occhio. Non aveva valutato questa semplice possibilità, quindi con uno scatto si volge verso il nemico. Adesso può osservarlo con maggior attenzione e la mente torna indietro ad un vecchio tomo letto anni ed anni orsono.
    Pensava di trovarsi davanti ad un demone. Ma quello che vede è qualcosa di ben peggiore. Un mezzo demone simbolo di qualcosa di sbagliato, anzi sbagliatissimo. Già la presenza di eventuali demoni non andrebbe tollerata, figuriamoci quella della loro immonda progenie. Una vena pulsante appare al lato della tempia del Teologo che digrigna appena i denti. Indispettito che le cose non siano andate come immaginate, non si lascia abbattere ed è pronto a sfoderare una nuova offensiva, peccato che ancora una volta non ha fatto i conti con la realtà. Probabilmente sta peccando di superbia e mentalmente si ammonisce di mostrare maggior rispetto verso la prova che la Divinità gli sta ponendo innanzi.
    La mezza creatura che ha davanti sicuramente è molto più di quello che dimostra, ne è testimonianza il cadavere lì vicino. Riflette per qualche istante sul nemico: probabilmente è dotato di doti "fisiche" ben più accentuate rispetto ad un semplice umano, più bestiali, così come anche dei sensi ben più raffinati del normale. Potrebbe percepire i pericoli con un sesto senso animale o soprannaturale, data la progenie demoniaca. Deve porre maggior attenzione alla strategia, quindi.
    La creatura scatta con rapidità, troppa rapidità per poter pensare di difendersi pienamente da quell'assalto, confermando in parte la sua precedente teoria. Stringe forte il bastone preparandosi all'assalto frontale.
    Buddha, difendimi
    Scandisce con chiarezza il Teologo mentre richiama a sè l'energia divina quando però ormai il morso animale sta già assaggiando la carne morbida della spalla sinistra del povero studioso. Una seconda pelle divina dovrebbe scorrere rapida come un film sottile ricreando un simulacro del Buddha intorno la figura del Teologo evitando così che la creatura possa oltre affondare le sue zanne nella carne. Rivoli di sangue sgogano dalla sagoma del morso alla spalla sinistra e macchiano tutta la veste. Pioggia e sangue. Inoltre con il bastone già posto a difesa in precedenza cerca di tenere un minimo di distanza con la creatura che lo arpiona. Dato il suolo viscido, la pioggia, ed il balzo della creatura, un proiettile di energia cinetica, risulta difficile per il Teologo, per quanto in allenamento e con i piedi ben poggiati al suolo, riuscire a tenersi ancora in piedi.
    Il risultato ultimo di tutto è lo studioso che si ritrova proiettato indietro verso il suolo in una rovinosa caduta. Una scossa gli attraversa tutta la schiena e gli spezza il respiro per qualche secondo. Un profondo senso di nausea gli ottunde i sensi, ma l'adrenalina per ora ancora lo mantiene lucido.
    Utilizzando il suo bastone, ultimo baluardo tra sè e la bestia, cercherà ancora una volta il potere della divinità. Incanala le sue energie mistiche e richiede l'aiuto di una nuova divinità.
    Shiva, distruggi!
    Cerca di metterci tutto se stesso in questo semplice quanto banale movimento. E' consapevole che farà male in quanto i denti potrebbero strappare via la carne, ma deve riportare lo scontro su un terreno sfavorevole per l'avversario, quindi a distanza. Il potere distruttivo della divinità dovrebbe incanalarsi nel bastone in qualche secondo, quindi il Teologo passerà all'attacco. Data la ferita alla spalla sinistra, la mano sinistra si limita a tener salda l'arma senza muoversi oltre. Lo scatto sarà della mano dominante che disegna un'arco in avanti per cercare di colpire con la parte centrale del bastone il corpo della bestia così da proiettarlo lontano oltre che per infliggergli danni.
    L'offensiva del Teologo, però, non si chiude qui, perchè i suoi servitori sono ancora in attesa di ordini.
    Il primo a muoversi, adesso, dovrebbe essere la serpe piumata che sfruttando l'offensiva dell'evocatore cercherà ancora una volta di attentare agli arti inferiori del nemico per limitarne i movimenti. Subito dopo scatta anche la Valchiria che avanza verso il nemico fermandosi un paio di metri prima del nemico. Ancora una volta il bersaglio sarà la schiena cercando di star attenta a calibrare la forza dell'assalto per non passare da parte a parte il nemico.
    Dal canto suo il Teologo si limiterà semplicemente a cercare di tirarsi un po' più su. La spalla brucia e perde fiotti di sangue scuro che viene lavato via dalla pioggia. Si limita per ora a questo. Cerca una presa salda sulla sua arma.

    Fisico: Ferita media alla spalla sinistra, contusioni sparse
    Mente: Leggermente stordito per la caduta
    Mana: 70-10 (Buddha)-20 (Shiva): 40%

    Equipaggiamento: Bastone

    Passive
    Laurea in Teologia: conoscenze mistiche

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    Ode n° 83, Valchirie
    Nella mitologia norenna le Valchirie sono divinità al servizio di Odino che scelgono sul campo di battaglia chi vive e chi morirà. Attraverso quest’ode il Teologo è in grado di evocare questa divinità che si manifesta nella sua usuale forma: una donna in armatura leggera dotata di una lancia ed una spada corta. [Tecnica Magica; Consumo Alto; Durata 2 turni]

    Ode n° 88, Quetzalcoatl
    Nella mitologia azteca Quetzalcoatl è il serpente piumato che rappresenta i venti, i mercanti, le arti e la conoscenza. Attraverso quest’ode il Teologo è in grado di evocare questa divinità che si manifesta sotto forma di lunga serpe piumata che cercherà di immobilizzare gli arti inferiori del bersaglio per cercare di bloccare o quantomeno ostacolare i movimenti del nemico. [Tecnica Magica; Consumo Medio; Durata 2 turni]

    Attive
    Ode n° 5, Buddha
    Buddha è colui che raggiunge l’illuminazione. Il Teologo non ha ben compreso se ha raggiunto o meno questo livello, ma ha compreso che tramite quest’ode è in grado di evocare un simulacro di Buddha che ingloba la sua persona o un bersaglio e lo protegge da insulti fisici, magici o invasioni mentali. [Tecnica di difesa fisica e mentale a Consumo Variabile; Tecnica di difesa mentale a Consumo Medio]

    Ode n° 15, Shiva
    Nella religione induista Shiva è la divinità distruttrice. Attraverso quest’ode il Teologo è in grado di evocare questa divinità che gli concede parte del suo potere distruttore. Il Teologo è infatti in grado di scagliare un colpo, attraverso il suo corpo o una sua arma, di potenza aumentata. [Tecnica Fisica; Consumo Variabile]


    Note
    Date le passive del nemico il Teologo non riesce pienamente a difendersi, utilizzando solo una difesa Media e riportando così una ferita media alla spalla sinistra. Dato l'assalto frontale, le passive del nemico ed il terreno impervio lo studioso tracolla a terra all'indietro. Non ho volutamente specificato se la scimmiademone resta attaccata o lì nelle vicinanze. A prescrivere dal risultato il Teologo attraverso la tecnica Shiva (danno Alto) cerca di allontare il più possibile il nemico così da allungare le distanze e generare ingenti danni. Utilizzando poi le evocazioni ancora in campo manda la serpe per bloccare il nemico (costrizione: Basso; turno 2/2) e la Valchiria a trafiggere la schiena del demone (danno: Medio; turno 2/2).




    CITAZIONE
    Innanzitutto, errore mio per la questione del comparto tecnico non ancora convalidato. In teoria non si potrebbe utilizzare fino alla messa in conto, ma mi son confusa nel leggere i conti presenti e ti ho involontariamente scambiato con un altro giocatore, dando per scontato che avessi finito, quindi facciamo finta che sia stato tutto approvato. Nelle prossime giocate, però, ricordati che non si può assolutamente usare roba non presente in conto.

    In realtà la scheda è praticamente chiusa, solo una tecnica è in forse e non la utilizzerò per correttezza. Ma per le altre avevo già avuto l'ok.


    CITAZIONE
    Ora, supponendo che ti sia fermato prima, quest'azione non ha senso, dato che dici lo attacchi di schiena ed in teoria dovresti essergli ancora di fronte. Il periodo va riletto meglio, per essere compreso (quindi capire che ti sei fermato due metri oltre e lo hai infilzato di spalle), ed anche se è tutto abbastanza corretto, in genere si dovrebbe cercare di rendere il più chiaro possibile cosa si sta facendo. Hai avuto a questo proposito una buona idea nel riassumere cosa fai in spoiler, ma visto il periodo complicato, forse sarebbe stato meglio (se non volevi modificare il post) specificare anche i movimenti lì sotto, nel modo più sintetico e limpido possibile.

    In realtà penso di essermi spiegato male. Dato che hai detto che il nemico era grosso come una scimmia ed accucciato al suolo ho dato per scontato che la Valchiria, essendo invece in piedi ed alta, arrivata a due metri di distanza sovrastasse completamente il nemico. Da qui il bersaglio diretto, la schiena, che anzi dovrebbe essere ben in vista perchè rivolta verso l'alto.


    CITAZIONE
    Altro piccolo appunto: i danni coincidono sempre con il consumo speso. La valchiria, se castata a medio, nel caso faccia danno medio, allora non potrebbe durare per due turni, poiché l'energia impiegata ad evocarla è già stata tutta spesa.

    Anche qui spero di non aver cazzato: ho speso un Alto (mana 20) per la Valchiria per avere un Medio per due turni; ho speso un Medio (mana 10) per avere la serpe a Basso per due turni. Anche perchè entrambe le tecniche sono a consumo fisso, quindi non avevo modo di modulare la cosa.
    Dubbio...ora che lui si è difeso con un Alto, ha vanificato la mia offensiva di questo turno, ma ho ancora a disposizione entrambe le evocazioni, giusto? Spero di si o ho cazzato tutta l'azione :geez: :geez: :geez:
     
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    Quando ormai credeva di averlo preso, l'orrenda offesa dell'empia creatura andò a frantumarsi sul simulacro di un Buddha, e da questo il nemico ne fu in qualche modo spaventato. Barcollò non poco, retrocedendo di un passo e... tremando?
    Nonostante fosse in vantaggio, in quei pochi attimi di confusione l'antropofago sembrò inequivocabilmente una preda innanzi al più temibile dei cacciatori. Che fosse la santità ad atterrirlo? Immobile come una statua, proiettò lo sguardo rubicondo e spiritato nel punto esatto in cui era avvenuta l'apparizione.
    In quel modo vi rimase a lungo, anche dopo la fine del miracolo, come se ne fosse rimasta la traccia. Atterrito, non si rese nemmeno conto che il nemico avesse aperto la guardia inciampando involontariamente, altrettanto accadde quando il Teologo decise finalmente di infierire su di lui.
    Shiva, distruggi!

    Una bastonata di violenza inaudita lanciò il Mezzo-Demone lontano. Questo capitombolò al suolo, insozzandosi di terriccio e fango ed escoriandosi ovunque. La serpe piumata in silente attesa guizzò nuovamente ai suoi arti inferiori, riuscendo finalmente nella presa. Fu raggiunta dalla Valchiria, che si lanciò sul nemico tentando nuovamente un colpo di schiena. Aiutata da una diversa condizione fisica e mentale del nemico, riuscì nell'ardua impresa. Peccato che, nonostante il colpo inferto lo avesse trapassato da parte a parte, questo non morì. Cercò invece di strappare l'arma alla Valkiria, probabilmente intenzionato a rivoltargliela contro prima che sparisse.
    Non ne ebbe tempo.

    ZAC!

    La testa volò via, separata dal corpo in un taglio netto e preciso. L'abilità del macellaio fu tale che, caduto al suolo, quel capo orfano prese a ruotare gli occhi più volte prima aprire la bocca e spirare. Una nuova presenza si erse su di essa, l'immagine di un altro uomo sotto la pioggia.

    4Za5g0E

    -Puoi infilzarli quanto vuoi e non cadranno: il segreto per annientare buona parte di questi Yokai è tagliar loro la testa.

    Nonostante l'età matura, i capelli erano ancora folti e neri, portati sciolti sulle spalle. Gli occhi a mandorla esibivano piccole rughe, brillando tuttavia d'una vitalità indubbiamente giovanile, splendida lucentezza mescolata al nocciola dell'iride ed ai lievi riflessi d'ambra. Le labbra erano screpolate, le mani mascoline piene di calli e ben strette sull'impugnatura di una katana di pregiata fattura, l'unica arma che sembrava portare con sé, almeno in apparenza.

    -Cosa fai qui, monaco?- avrebbe domandato, lanciando un'occhiata ai suoi paramenti -Questi luoghi sono stati abbandonati dagli dei molto tempo fa. Non c'è posto per quelli come te, a meno che tu non sia giunto a morire.

    La voce era bassa e roca, perfetta per un uomo non più giovanissimo quale era e con il volto deturpato dalle rughe e le cicatrici. Portava una benda su un occhio, probabilmente il risultato di una ferita di guerra. Gli abiti tipici del suo presidio erano logori e consunti nonostante fosse evidente l'ottima fattura di cui erano fatti. L'idea che dava era di un nobile esiliato, un ladro d'abiti... o un ronin.

    Turno 5
    Rispondendo alla roba nel secondo spoiler:

    1) Yep, lo so che era chiusa, ma sono sempre molto rigorosa con il regolamento e finché la roba non è in conto (soprattutto per un arrivo) tendo a non considerarla. Comunque vai sereno, come detto prima è una mia svista, non tua.

    2) Capito. Il consiglio, però, resta: se nel narrato ti piace lanciarti in periodi complessi o slanci poetici, chiarifica bene in spoiler. Tutto qui, non si tratta di una cosa grave ma era mio dovere fartelo notare.

    3) Scusa, credo di essermi confusa e di aver letto un "medio" al posto di "alto". Per il dubbio, facciamo finta che si sia difeso a medio. Si tratta di un mini-tutorial per vedere come ti muovi, non è una competizione.

    Tornando a noi: gli elementi base li conosci. Sei anzi perfettamente in grado di duellare anche con me, per questo non mi dilungo ulteriormente :kisu:

    Ho troncato di netto il duello per farti fare qualcosa di più stimolante a livello di background. Se ci son problemi o cose che non ti son chiare, come al solito, sai come e dove trovarmi.

    Buon lavoro!

     
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    Cra

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    Lentamente lo studioso cerca nuovamente la posizione seduta. Lentamente arranca aiutandosi con il bastone mentre lo sguardo è ancora calamitato dalla presenza del mostro che potrebbe attaccarlo nuovamente. Tira un leggero sospiro di sollievo quado la Valchiria riesce concretamente ad infilzare il nemico e così limitarne i movimenti insieme alla serpe piumata. Ora con maggior vigore si issa cercando di ignorare per quanto possibile il dolore alla spalla sinistra.
    Il tempo di alzarsi che lo sguardo orientale si posa sul massacro che avviene dinnanzi ai suoi occhi.
    La prima emozione che prova è del rancore verso se stesso, in quanto non ha "risolto" da solo la prova che gli era stata posta davanti. In realtà nutre un grosso risentimento verso il suo salvatore. Invero al momento non riesce proprio a vederlo nelle vesti di un amico, ma solo di uno sporco usurpatore. Un paio di sospiri e l'amara sensazione si stempera.
    Ci saranno altre prove in cui dimostrare le proprie doti.
    Terrò sicuramente a mente il consiglio, la ringrazio.
    Mugugna appena il ringraziamento, gli pesa davvero tanto, ma sarebbe una grossa scortesia non dire nemmeno grazie a chi ti ha appena salvato la vita. Aggiunge un cenno del capo mentre sposta tutto il peso sul nerboluto bastone. così da riposare la spalla sinistra. La pioggia lava via il sangue tingendo tutto il kimono di un rosa pallido.
    Prima di tutto non sono un monaco.
    Aggiunge quasi inorridito da un simile pensiero. Il tono è calmo e pacato, un sorrisetto aleggia sul viso.
    Sono capitato in questo luogo per volere dell'Unica Vera Divinità. Non so dove mi trovo, ma le posso assicurare che Egli non può aver abbandonato questo luogo, in quanto è parte essenziale di tutto. Probabilmente si tratta di...umh
    Si prende qualche secondo per riflettere, lo sguardo nocciola si muove a destra e manca per meglio osservare la vegetazione, in particolar modo guardingo per l'arrivo di eventuali nemici.
    Probabilmente si tratta di un vuoto di manifestazioni divine o sub-divine, questo può accade quando il campo di Aghetal-Rosen tende allo zero, ma anche sviluppando tutta l'equazione l'andamento è sempre asintotico, quindi la manifestazione zero è un limite che non può essere, appunto, raggiunto.
    Si infervora mentre spiega un concetto complesso di teologimatematica. Vorrebbe gesticolare ma la spalla gli duole troppo. Dovrà curarsi appena possibile.
    Il concetto in realtà è semplice. La Divinità c'è sempre, ma non riesce a manifestarsi pienamente.
    Annuisce con vigore mentre avanza di un passo verso lo sconosciuto.
    Il problema è capire perchè questo avviene.
    Comunque in ogni caso, il mio nome è Ego, piacere di fare la vostra conoscenza....ed ancora grazie.

    Cenno del capo e denti bianchi che mordono le labbra sottili sull'ultima parola proferita.
     
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    Prima di tutto non sono un monaco.
    La prima risposta del naufrago riuscì a far levare appena un sopracciglio del ronin, che comunque rimase in posa rigida e marziale per tutto il tempo.
    Sono capitato in questo luogo per volere dell'Unica Vera Divinità. Non so dove mi trovo, ma le posso assicurare che Egli non può aver abbandonato questo luogo, in quanto è parte essenziale di tutto. Probabilmente si tratta di...umh

    Quando poi quel tale prese ad infervorarsi, vomitando concetti incomprensibili e del tutto privi di senso per il suo interlocutore, questo si limitò a respirare piano, ed il suo disinteresse era mescolato a piccole gocce di disagio.

    Comunque in ogni caso, il mio nome è Ego, piacere di fare la vostra conoscenza....ed ancora grazie.
    -Sono onorato di fare la sua conoscenza, Ego-san. Porto il nome Nobunaga ed un tempo fui samurai dei signori di queste terre.

    Concluse la sua presentazione con un breve inchino, senza tuttavia mai distogliere lo sguardo dall'ambiente circostante, forse temendo che il demone appena abbattuto avesse un branco e che quindi sarebbero stati attaccati di nuovo. Prese un profondo respiro, dunque cercò di spiegare allo sconosciuto la gravità della situazione in cui si era ritrovato "grazie al suo dio".

    -Non sei di queste parti, ma sappi che gli uomini hanno sfidato gli dei per la loro superbia, innalzando città di acciaio e macchine, umiliando e forzando la natura stessa delle cose al fine di adempiere ai loro scopi disonorevoli. Per questo, tutto l'Occidente è stato punito.
    Abbasso il capo, mentre la mano si stringeva sull'impugnatura della propria arma, nuovamente posta nel suo bel fodero.
    -I colpevoli sono stati divorati in un istante dalla collera divina, mentre noi che per anni ci siamo limitati ad osservare, agendo solo quando ormai era troppo tardi, siamo stati risparmiati dalla morte... ma non dalle piaghe.

    Sollevò lo sguardo, assottigliandolo.

    -Quella che hai visto, è una di quelle. Siamo invasi da mostri e... dubito che gli dei abbiano intenzione di aiutarci, essendo stati loro a punirci.

    Turno 6
    Approfitto per inserire dettagli di bg, ovviamente narrati seguendo il pov e le considerazioni del personaggio non giocante. Come nelle giocate o nelle quest, puoi approfondire, far domande o chiedere altro. Poi anche compiere azioni, hai massima libertà.
     
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    Cra

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    Lo studioso si osserva guardingo intorno, in particolar modo calamita lo sguardo la presenza di quel corpo di demone rivolto al suolo. Può magari continuare a muoversi anche da morto? Aveva letto di questa possibilità. Andrebbe operato un rituale adeguato, magari andrebbe bruciato quel corpo peccaminoso figlio della perdizione e della bestialità.
    Muove lentamente la mano destra sulla spalla ferita intonando una leggera nenia. Acqua dovrebbe sgorgare dal suo palmo andando a ricoprire tutta la spalla ferita. Una cascata cristallina fatta di energia e potere mistico che andrà lentamente a lenire prima il dolore e poi via via rimarginare tutte le ferite del Teologo.
    Ascolta con attenzione quello che gli dice l'uomo, finalmente comincia a capire dove si trova e forse intuisce anche il motivo per cui si trova in queste lande desolate e dimenticate da ogni divinità. La mano dalla spalla ormai sanata si sposta al mento che accarezza lentamente. La mente lucida ormai non è più annebbiata dall'adrenalina dello scontro. Ora può permettersi di pensare con chiarezza.
    Ho capito
    Si limita in un primo momento a risponde facendo qualche passo avanti e poi indietro. Riflette prima di parlare ancora una volta.
    L'ira delle divinità è qualcosa di estremamente pericoloso. Ma parlare di Ira è qualcosa al contempo di sbagliato. Siamo dotati di libero arbitrio, a dispetto di tutto, ma dobbiamo anche rendere conto di ciò che facciamo. Gli eccessi smodati possono essere puniti da entità superiori che si muovono di conseguenza. Ma le piaghe, a mio avviso, non sono necessariamente il male. Le piaghe sono anche una forma di redenzione, di risposta, di rivalsa, di recupero e cosa più importante sono un modo per ricordare dove non peccare.
    Annuisce convinto mentre le mani si intrecciano dientro la schiena, poco sopra il sedere e la schiena si distende meglio, ora ch eil dolore è sparito.
    Le piaghe, come ho detto, possono essere un modo per aiutarci. La nostra visione è troppo limitata per comprendere a pieno il grande disegno della Divinità.
    Sentenzia alla fine mentre osserva il sentiero. Quel sentiero è molto più di quello che sembra. E' il cammino iniziatico che il Teologo dovrà portare avanti per epurare il male da questa regione e dimostrare a tutti il grande disegno divino. Dovrà dimostrare a tutti il potere e la volontà divina permettendo così il ritorno glorioso di quest'ultima. E' chiaramente così. E' questo il suo disegno. E' questo il cammino che gli spetta. Sorride mentre una lacrima solitaria gli riga il viso.
    Onorevole Nobunaga, ti prego di permettermi di aiutarti nel tuo cammino di espiazione, permettimi di aiutarti a ripulire questo luogo dall'oscurità dei demoni...rendiamo nuovamente lindo e pronto ad accogliere le divinità questa regione!
    Convintissimo, esaltato, probabilmente pazzo. Però ci crede, eh.
     
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    Impeto e tempesta

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    "Dagli gli alberi ho capito il significato della pazienza.
    Dall’erba ho imparato ad apprezzare la persistenza".


    (Hal Borland)

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    ??? - Feudo del Nishikaigan
    Presidio Occidentale, Endlos.

    L'ira delle divinità è qualcosa di estremamente pericoloso. Ma parlare di Ira è qualcosa al contempo di sbagliato. Siamo dotati di libero arbitrio, a dispetto di tutto, ma dobbiamo anche rendere conto di ciò che facciamo. Gli eccessi smodati possono essere puniti da entità superiori che si muovono di conseguenza. Ma le piaghe, a mio avviso, non sono necessariamente il male. Le piaghe sono anche una forma di redenzione, di risposta, di rivalsa, di recupero e cosa più importante sono un modo per ricordare dove non peccare.

    Il Ronin abbassò lo sguardo, colpevole del proprio cinismo.
    Il suo rigore e la consapevolezza di sé stesso gli permettevano infatti di comprendere perfettamente gli errori compiuti, tuttavia il suo cuore non cessava di fremere all'idea di essere abbandonato da qualsiasi forza cosmica esistente. In poco tempo aveva visto morire il suo compagno d'armi di una vita, il troppo giovane figlio che aveva addestrato come se fosse suo, gli alleati più preziosi... ed aveva perduto anche titoli ed onore.
    L'Ovest era ormai ridotto ad una terra selvaggia ed ostile... e non vi era nessuno che desiderava combattere per riportarla alla gloria che meritava. In molti erano fuggiti ad Est per le persecuzioni dei dittatori folli, altrettanti erano migrati con l'invasione demoniaca. In pochi erano rimasti... ma non erano né disciplinati e nemmeno uniti.
    E lui... era vecchio.
    Un cinquantenne in un Presidio dove ormai la vita media di un essere umano non superava i quarant'anni.

    Onorevole Nobunaga, ti prego di permettermi di aiutarti nel tuo cammino di espiazione, permettimi di aiutarti a ripulire questo luogo dall'oscurità dei demoni...rendiamo nuovamente lindo e pronto ad accogliere le divinità questa regione!

    L'uomo tacque, poi -improvvisamente- avrebbe sorpassato il suo interlocutore, dandogli le spalle in una posa dimessa ma altrettanto stoica, quasi fosse un eroe pronto al martirio.

    -Se scegli questa via, dovrai essere pronto a combattere gli orrori che si celano nelle tenebre, gli inganni dei predatori...- respirò profondamente -... ma, soprattutto, accettare il disonore perpetrato dagli umani, spinti dalla fame e dalla paura.

    Iniziò a camminare, senza mai voltarsi.
    I passi di Ego al suo seguito avrebbero suggellato tacitamente il loro accordo.

    Turno 7
    Ti lascio l'ultimo post ed una scelta: se il pg seguirà Nobunaga, sarà automaticamente inserito in un'importante quest di Presidio che partirà intorno al quinto turno del Circus Diabolique. Ovviamente chiederò conferma nel bando, ma sarai tra i favoriti (essendo di bg già legato al personaggio di Nobunaga).
     
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    Cra

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    E' in piena esaltazione mistica, il Teologo. Quella che si profila davanti a sè è una strada irta e complessa.
    Capiamoci bene, il suo cammino non è contro il "male", perchè questo, in quanto tale, è comunque parte stessa della divinità. Il Diavolo, Seth, Amatsu, Itzlacoliuhque, tutte le armate demoniache e la lista è ancora lunga, sono tutte divinità delle tenebre, del male e sfere affini; ed in quanto tale sono previste nel disegno divino. Quello che il Teologo non può tollerare e non lo tollera è la mancanza stessa della divinità.
    I demoni sono stati scatenati come conseguenza di una mancanza. Non sono i demoni il problema; è la mancanza.
    Questo è il contorto punto di vista del Teologo che quindi si impegnerà per epurare questo male e preparare una strada di petali per il ritorno dei divini.
    La proposta del samurai non lo spaventa, anzi, lo esalta ancora di più. Aver trovato un compagno di questa sacra crociata al suo primo incontro non può che essere qualcosa di estremamente positivo.
    Accetto. Senza paura, senza vergogna.
    Epureremo questo male e permetteremo il ritorno delle misericordiose divinità.
    Vedrai, mio onorevole compagno, che riusciremo in questa impresa!

    Segue il compagno sul cammino irto di difficoltà.
    Che la crociate abbia inizio.
    Amen.
     
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