Tatters of the King

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.  
    .
    Avatar


    Group
    Member
    Posts
    23

    Status
    Anonymous

    L’orizzonte degli eventi si estendeva per anni luce, facendo collassare il tessuto dello spazio laddove potevano risiedere migliaia di sistemi planetari. Il disco di accrescimento era tanto luminoso da eclissare la regione del cosmo in cui dimorava perché al suo interno turbinavano correnti di gas siderale che ardevano più di miliardi di stelle. Oltre quel confine gravitazionale le leggi dell’universo cessavano di esistere, perdendosi insieme alla luce in una singolarità primordiale di densità infinita. Concentrando la massa di un’intera galassia in un punto infinitesimale ogni evento risultava simultaneamente possibile e impossibile: un paradosso irrisolvibile e inosservabile, in cui le fluttuazioni quantistiche non erano più vincolate dai precetti che si applicavano nel resto del Multiverso. La radiazione indecifrabile emessa dall’evaporazione del buco nero supermassivo celava la soluzione all’antinomia – essa era l’araldo dei segreti impenetrabili di una realtà olografica e recondita.

    Innumerevoli civiltà tentarono di comprenderne l’enigma, ma la maggior parte perì prima ancora di poter lasciare il proprio pianeta natio. Le rispettive rovine radioattive furono erose dai secoli e cancellate dalle ere geologiche. Altre civiltà sorsero, altrettante si estinsero, brulicando come vermi nella carcassa dell’universo. Procedendo a tentoni in un cielo freddo e indifferente - incrociando le loro nozioni primitive con le osservazioni limitate dei sensi - era possibile che infine qualcuno fosse giunto a scalfire il guscio che conteneva la risposta. Quel giorno le stelle non avrebbero mostrato misericordia all’anima sciagurata che aveva intuito la mole di un adagio antico quanto il mondo.

    Non è vivo ciò che è un paradosso eterno, ma col volgere
    di strani eoni anche la vita può nascere da un paradosso.

     
    Top
    .
  2.  
    .
    AVATAR_DEFAULT

    Viaggiatore dei Mondi

    Group
    Member
    Posts
    3,131

    Status
    Anonymous

    Le lingue di fuoco dei bracieri -disposti lungo il perimetro dell'ampia sala- ardevano basse e sinistre nelle tenebre che la notte dispensava con tanta generosità sugli innominabili segreti della Capitale, dipingendo un'atmosfera mistica con le loro fiamme tremolanti e blu per lo zolfo, mescolato all'olio da ardere.

    Oltre al bagliore che essi producevano, l'unica fonte di luce era rappresentata da ceri dorati e venati di nero -confezionati per l'occasione, secondo le indicazioni contenute nel tomo-, sistemati con cura sul pavimento, a formare le punte di una stella ideale... collegate tra loro da scie di zolfo e polvere d'oro, per ricreare il glifo di un pentacolo; al centro di quella figura sacrilega, stava un piedistallo con uno strano medaglione sopra: circolare con una grossa ossidiana, incastonata in una montatura d'oro, e... impresso -chissà come- sulla pietra nera, un disegno giallo raffigurante una sorta di occhio, da cui si dipartivano tre tentacoli uncinati.


    jpg« Per l'offerta che stasera ti abbiamo innalzato in tributo. »

    « Ascoltaci, Sommo Sacerdote che non può essere descritto! »

    In onore di quell'essere dal nome inappellabile, una dozzina di persone -adescate tra diversi villaggi dell'Etleth con la promessa di un dignitoso lavoro da domestici- erano state sacrificate secondo un'efferata pratica di omicidio e mutilazione rituale, e i loro corpi (morti o agonizzanti) erano stati inchiodati alle pareti della stanza perché il loro trapasso aprisse la soglia tra quel mondo e l'altro; naturalmente, però, le lingue erano state tagliate e le corde vocali incisce, affinché non un suono interferisse con le formule e turbasse la quiete di quella messa nera.

    « Per realizzare i nostri desideri, e abbattere i nostri nemici. »

    Chiara e limpida, la voce di una donna bionda -per l'occasione abbigliata di un vestito dal tono solidago- scandì il verso della salmodia; essendo la sola dei presenti a volto scoperto, e l'unica attorno al cerchio magico ad aver davanti a sé -adagiato su un leggio- il libro sacro all'Antico, era facile intuire che fosse lei a star officiando il rito nel ruolo di sacerdotessa; la piccola platea di adoratori -celati sotto cappe giallo cadmio- completò la giaculatoria con voce solenne e lamentosa.

    « Discendi, Ospite che viene dalle stelle! »

    Per una sorta di paradosso, per quanto non fosse inconsueto presso la nobiltà di Najaza dedicarsi a cerimonie misteriche di quel genere, il culto dell'Antico essere di cui Lady Ebonshire aveva quella sera organizzato l'evocazione nella sua dimora era cosa nuovissima nella vecchia Città delle Stelle Cadenti: in via ufficiale, solo tre erano gli dei la cui venerazione non era considerata disdicevole dalla società, ma... insoddisfatta (indispettita!) dalla poca attenzione che il suo Patrono aveva negli ultimi tempi dedicato alle sue richieste, la donna aveva ben pensato di trovare qualcun altro a cui rivolgere le sue preghiere.

    « Poiché abbiamo invocato il tuo nome proibito attraverso il Vuoto degli eoni siderali.»

    E come tutte le novità, l'iniziativa aveva risvegliato l'interesse dei più annoiati, e coinvolto i meno cauti; certo, ci sarebbe stato da tenere in conto che la Lady non sapeva con precisione a cosa stesse condannando esponendo i suoi invitati, ma...

    « Appari, Colui che non deve essere nominato. »

    ...solo i pavidi e gli sciocchi temono l'ignoto.
    Vero?

     
    Top
    .
  3.  
    .
    Avatar


    Group
    Member
    Posts
    23

    Status
    Anonymous

    Negli occhi spenti dei cadaveri si poteva leggere un sollievo inconfondibile: tutti loro avevano accolto la morte – non subito, ma appena in tempo, all’ultimo istante. Avevano capito finalmente quanto fosse semplice lasciarsi andare. Avevano compreso che l’illusione della loro identità non era altro che un cumulo di presunzione e ottuso accanimento. Era così facile abbandonarsi all’oblio, senza più doversi aggrappare tanto tenacemente alla vita. Tutto l’amore provato, l’odio, i ricordi e il dolore non erano altro che un incubo da cui presto si sarebbero svegliati… ma come in ogni incubo che si rispetti, alla fine di tutto c’era un mostro ad attenderli.

    La chiamata attraversò lo spazio interstellare, giungendo nel remoto limbo dimensionale in cui risiedeva la psiche abissale dell’Antico. L’allestimento del rituale operò da faro per attirare la sua attenzione nell’anfratto del Multiverso in cui qualche sventurato stava invocando la sua presenza. Le insistenti litanie e gli epiteti approssimativi sincronizzarono l’attività neurale dell’officiante con le sue sinapsi transplanari, permettendogli di risalire direttamente a quell’encefalo primitivo. L’ultimo suono emesso da Lady Ebonshire fu il tassello finale per consentire la sua manifestazione: non appena pronunciò il nome proibito dell’Innominabile, l’evocazione fu completa.

    L’esistenza della dama fu sovrascritta in un pandemonio di suoni viscidi. Le sue vesti dorate si deformarono, accogliendo l’entità filtrata sul semipiano. Non era la prima volta che calcava quel mondo tanto recondito e prezioso per i suoi scopi, perciò avrebbe colto l’occasione per concludere ciò che aveva lasciato in sospeso la volta precedente. Ma prima di riprendere le sue oscure macchinazioni avrebbe dovuto quantomeno placare l’appetito che gli contorceva le viscere.

    Fortunatamente le libagioni non mancavano.

    La messa nera degenerò in un delirio senza ritorno. Ipnotizzati dalla triscele deforme adagiata sul piedistallo, i presenti non poterono opporre resistenza. I tentacoli alieni esondarono dai cenci dorati del Re, forzandosi giù per la gola dei cultisti fino a soffocarli. La sagoma ammantata si nutrì del potenziale psichico dei moribondi, abbandonando poi i cadaveri nel loro stesso vomito. Risalendo dai sotterranei portò con sé solo il grimorio e il medaglione, entrambi marchiati dal suo glifo.

     
    Top
    .
  4.  
    .
    AVATAR_DEFAULT

    Viaggiatore dei Mondi

    Group
    Member
    Posts
    3,131

    Status
    Anonymous

    Il ticchettio delle suole delle proprie scarpe risuonava con una pigra cadenza per le alte volte dell'andito, restituendo al suo udito un'eco spettrale e distorta che gli faceva compagnia senza turbare la sua concentrazione; naturalmente, aveva calcolato che così facendo avrebbe anche svelato la sua presenza agli abitanti della casa -se ancora ne rimanevano in vita-, ma... in certe circostanze, annunciarsi è meglio che arrivare di soppiatto come un ladro.

    Muoversi per i corridoi della magione degli Ebonshire era una cosa piuttosto familiare, per quanto -in verità- avesse ormai già da qualche tempo preso le distanze da quel posto: non per qualche tipo di avversione o di risentimento, ma perché un paio di effetti collaterali avevano inaugurato per lui un periodo denso di imprevisti, per cui aveva semplicemente avuto di
    meglio da fare che non badare alle scenate di gelosia di un'amante occasionale, che -con una buona dose di isteria- aveva scelto un brutto momento per provare a pretendere qualcosa di più.

    Aveva esaudito qualcuno dei suoi capricci più vanesi e venali, e messo lo zampino in un paio di trattative di poco conto per farle concludere qualche affaruccio vantaggioso a entrambi come prassi di ordinaria amministrazione, ma... solo perché si era lasciato convenientemente
    sedurre dai suoi grossolani tentativi di irretirlo, e se l'era sbattuta qualche volta -giusto per gradire-, non era proprio il caso di buttarla in tragedia.

    Poteva capire che Galatea l'avesse presa male, ma c'erano modi più civili di darlo a vedere: poteva convertirsi ad un altro patrono (se fosse passata al suo Socio, le avrebbe anche fatto avere una raccomandazione), scaricare la frustrazione con qualche sanguinario rito dionisiaco, darsi allo shopping con la fortuna ereditata dalla dipartita del Lord suo marito...
    e invece quello. Aveva evocato un altro demone. Una misteriosa entità extraplanare (e pure piuttosto Antica). Proprio lì, nella piccola roccaforte che lui e Asmodeus Boetiah si erano costruiti con seria professionalità.

    jpgConsiderando come finivano i rituali di evocazione della maggior parte degli Antichi, l'Arcidemone non contava di trovare Lady Ebonshire ancora in vita per rispondere di quella deliberata offesa mossa contro di lui, ma neppure pianificava ritorsioni di sorta sulla creatura spigata nel bel mezzo del suo territorio: dopotutto, non aveva scelto lui di finire lì, perciò... avrebbe accolto il forestiero da buon padrone di casa, si sarebbe accertato delle sue condizioni, e poi si sarebbe premurato di indicargli cordialmente l'uscita.

    Seguendo la direzione che i suoi sensi soprannaturali gli suggerivano, raggiunse la porta dove una spirale di gradini si perdeva nell'oscurità, inabissandosi verso i sotterranei... e dove un tanfo più sottile di quello della morte -ma non per questo meno allarmante o insistente- si levava dalle profondità.

    Lì, in cima alle scale, attese che l'ospite emergesse alla superficie, e quando qualcosa di giallo-oro si mosse nelle tenebre, catturando il bagliore delle torce, lui l'accolse con le labbra pallide increspate in un sorriso, ed entrambe le mani bene in vista sul bastone da passeggio puntellato davanti a lui, dandogli qualche momento per notare la sua presenza.


    « Buonasera. ♪ »
    salutò con tono neutro e rilassato
    « Scusate il disordine: non aspettavo visite... »

     
    Top
    .
  5.  
    .
    Avatar


    Group
    Member
    Posts
    23

    Status
    Anonymous

    Attraversava un fluido composto principalmente da azoto e ossigeno, da cui le creature autoctone attingevano per respirare. Mentre si abituava alla forza di gravità e alla pressione atmosferica tipiche di quel mondo, vagliò le memorie che aveva ereditato dall’officiante ridotta a simulacro. Apprese che si trattava di un esemplare femmina di ominide in età fertile, nativa dell’insediamento di Najaza. Trovò delle corrispondenze coi ricordi della sua precedente evocazione sul semipiano, giacché si era svolto in circostanze simili proprio presso la “lacrima edenica”.

    Le nuove informazioni ricevute erano perlopiù specifiche del bipede appena infestato: tra i pochi dati non accessori spiccava soprattutto la nuova conformazione sociale del Presidio Nord, di cui riconobbe uno degli intestatari nell’individuo che lo stava attendendo in cima alle scale. Le vibrazioni che questi propagò nell’aria in sua direzione furono recepite e decodificate grazie alle strutture cerebrali dell’ex padrona di casa. Per quanto trovasse assai primitiva la comunicazione fonetica, reputò consono venire incontro al suo interlocutore utilizzando lo stesso mezzo di trasmissione. L’Innominabile interruppe la risalita compiuta a viscide falcate e, con un modesto sforzo di concentrazione, ricalcò il linguaggio comune tramite delle corde vocali surrogate.

    « Fistadantilus, Clavicus Vile. »

    Una voce innaturale proveniente dai cenci dorati sillabò gli appellativi che aveva rinvenuto in memoria. Ammesso che l’interpretazione associata non fosse distorta, si trovava dinanzi ad uno dei tre “Ashanti” venerati dagli esseri inferiori che risiedevano nel nido urbano.

    « Galatea Ebonshire: gestatrice ora sterile. Pianificavi riproduzione? »

    Gli sarebbe servita qualche ulteriore conversazione per riprendere dimestichezza con quel codice comunicativo, ma per il momento gli premeva di non inimicarsi l’entità camuffata da umano che aveva incrociato: sempre dai ricordi della Lady aveva intuito il divario di forza vigente tra il proprio avatar e quel nume locale, così come la sua passata attività riproduttiva con la donna. Riconoscendo in lui un modus operandi affine al proprio, volle sincerarsi di non aver inavvertitamente invalidato una gestazione prossima o in corso – dopotutto era consapevole del valore delle incubatrici e di quanta fatica comportasse la loro selezione.

    Sebbene il rispettivo operato li avrebbe probabilmente condotti a competere sul lungo periodo in ambito di culto, era disposto a risarcirlo di eventuali danni causati, seppur per motivi puramente opportunistici: sarebbe stato un peccato vanificare in partenza il ritorno su Endlos per un diverbio prematuro con un potenziale concorrente.

     
    Top
    .
  6.  
    .
    AVATAR_DEFAULT

    Viaggiatore dei Mondi

    Group
    Member
    Posts
    3,131

    Status
    Anonymous

    « Fistadantilus, Clavicus Vile. »

    Per quanto nel corso della sua lunga esistenza ne avesse viste e vissute di ogni genere, e non credesse possibile sperimentare ancora una volta il brivido dell'ignoto, la cosa che emerse lentamente dalle ombre -risalendo i gradini dei sotterranei con un suono umido e strisciante- ebbe il potere di incuriosirlo, sorprenderlo, e lasciarlo perplesso.

    A incuriosirlo (un po') fu il fatto che parlasse con un tono sinistro e inumano -non esattamente l'ideale per invogliare ad intrattenere una conversazione-, che non sembrava neppure provenire in via diretta dalle profondità del cappuccio, ma sfruttare quel simulacro come un ripetitore-radio; la sorpresa, invece, il Demone la ricavò da ciò che le luci fioche e tremolanti delle torce catturarono tra gli spiragli della lisa cappa gialla che lo rivestiva... un colore che di certo catturava lo sguardo abbacinando la vista, ma probabilmente solo per distogliere di proposito l'attenzione dai tentacoli in cui terminava la parte inferiore del corpo umanoide.

    La perplessità lo sfiorò come una carezza quando realizzò che il suo ospite, visti i segni particolari di cui sopra, poteva essere una di quelle entità arcaiche, inconcepibili, inenarrabili, blasfeme, ed eccessivamente chiacchierate che l'Arcidemone aveva incontrato solo in sacrileghi libri di mitologie remote.

    icordava di aver letto qualcosa su di un Re Giallo, sul fatto che questi avesse in odio il proprio nome, e che tendesse a dimostrarsi un
    pochiiiino permaloso, perché insofferente con chi facesse l'errore di pronunciarlo – specie in sua presenza..

    « Galatea Ebonshire: gestatrice ora sterile. Pianificavi riproduzione? »

    Ah, ecco! Quando l'essere parlò di nuovo, riscuotendolo dai suoi pensieri, a Fistandatilus fu d'un tratto chiaro quale fine avesse incontrato la sua stolta amante occasionale nel suo umorale quanto maldestro tentativo di attirare nuovamente il suo interesse... e mentre soppesava la riorganizzazione che le sue fattezze dovevano aver subito, e considerava che diavolo volesse dire l'ospite inatteso, lo colse un certo divertimento, che non lesinò naturalmente di dimostrare con una tanto breve quanto secca risata.

    « Oh, cielo: no! No davvero... »
    asserì, scrollando le spalle e rispondendo alla domanda del suo interlocutore
    « Non ho nemmeno in programma di fermarmi in via definitiva. »

    La roccaforte a Nord era una base provvisoria, e non c'era alcun rischio nel divulgare quella piccola informazione al primo venuto: la stessa partnership con Asmodeus contemplava che -una volta raggiunto il suo scopo- l'Arcidemone dai lunghi capelli nivei lasciasse il completo dominio dell'intera Città delle Stelle al suo Socio, e... chissà che il buon vecchio “Boetiah” non potesse essere interessato ad assumere qualche nuovo collaboratore sottoposto.

    Dopotutto, secondo la sua personale opinione, ampliare l'organico del proprio monopolio è sempre preferibile al dover far fronte all'eventuale concorrenza...
    ma ognuno ha il suo modo di gestire gli affari.

    « Lei, invece? E' qui per qualche motivo analogo? »
    domandò affabile, increspando le labbra in una smorfia che mimava l'umana cortesia
    « E... conta di rimanere a lungo nei miei domini? »

     
    Top
    .
  7.  
    .
    Avatar


    Group
    Member
    Posts
    23

    Status
    Anonymous

    Una sottospecie di calamaro umanoide… sarebbe confortante se fosse così semplice. Se fosse solo un dio teriomorfo - dal corpo umano con parti animali - sarebbe poco più di un capriccio della natura. La verità, per quanto insondabile, era tuttavia ben diversa.

    La fondamentale differenza risiedeva nelle dimensioni spaziali, i gradi di libertà adoperabili per lo spostamento di un punto materiale. Percepirne almeno tre - lunghezza, altezza e profondità - era assai comune tra gli esseri viventi. Fistadantilus poteva stringere il pomello del suo bastone da passeggio e comprenderne i confini materiali.

    S’immagini però una creatura bidimensionale, posizionata su di un piano che intersechi la stanza in cui stava avvenendo il bizzarro incontro. Tale esserino piatto avrebbe potuto individuare il pomello soltanto se quest’ultimo si fosse trovato a giacere sul suo mondo pianeggiante – o se l’oggetto lo stesse attraversando. Inoltre la sua percezione del pomolo sarebbe stata alquanto approssimativa, limitata a linee monodimensionali in allungamento o accorciamento. Per questa creaturina le mani del demone sarebbero apparse come strane stringhe di carne dense di sangue pulsante, frammenti d’ossa e polpa lucida; non avrebbe mai potuto comprendere la vera conformazione di una mano, né tantomeno avrebbe potuto immaginare un corpo come quello di Clavicus Vile nella sua interezza – in grado di muoversi liberamente nello spazio tridimensionale e di giocherellare a suo piacimento con l’impugnatura del bastone.

    In proporzione un Antico stava ai mortali come i mortali stavano alla suddetta creaturina piatta. La percezione di tali entità multidimensionali da parte delle creature terrene non era che un assaggio frammentario della loro maestosità: lunghe appendici di carne contorta - intrise di fluidi che non dovrebbero esistere fuori da un corpo - che frustavano l’aria e infine svanivano nel nulla. I testimoni oculari, non trovando definizioni più appropriate, tendevano a descriverli approssimativamente come tentacoli – e così i racconti mitologici finivano per accomunarli ai cefalopodi.

    Una menzogna davvero rassicurante, perché non c’era niente nelle stigie profondità degli abissi oceanici che le creature terrestri non potessero considerare un lontano parente se comparato ad un’Aberrazione.

    L’unico scorcio di sé concesso dall’Innominabile erano quei nauseanti sprazzi di materia oblunga che esondavano dai suoi cenci e poi scomparivano alla vista. A fatica si poteva intuire che tale sparizione non fosse un vero e proprio allontanamento, ma soltanto la fine dell’intersezione col mondo tridimensionale: l’orrore persisteva in direzioni precluse ai comuni esseri viventi, da dove poteva scrutare inosservato quell’anfratto di realtà.

    « Ḱ̠̈̔͠ų̝͍̦̬͓͔̦̭̝̄̎͗̎̇ͤ̈́ͦ͟͝z̼̹̥̩̪̦̈̉̆ͩ̽̈́ͤͥͧ͞p͓͇̜ͥͬ̕͜o̤̞̯̼̙̲̽͆̎ͪ̏͑̔ͤ͑r̬͖̦͊͛ͮ̌a̴͔̲͐ͪ̑̂͋̉͘ţ͕̬͉̰͎͙͚̲ͧ̐̈ͮ̀ ̴̤͎͚͍̥̣ͤͫ͆o͓̳̓͊s̛͍͇̭̩̺̏͗̉͌ͮ̐͠t̫͕̺͖͓̹̰͂ͤã̉̿̈̎ͩ̌҉̱̰̗̣c͂ͭ́̔ͦ̊ͯ͂ͦ͏̳̥̯̱̗͔̬̝́͠o̙̭̯͎͔͇̲̹ͪ̓l͔͍̫̝̗̓̎͢ͅͅa̎͋̉̎ͣ͌ͫ̚͡͏͙͚͖ṉ͉̱͉̭͗̑͒̕ͅo̡̼̰̼̦̙̎͌̍̋̂ͅ ̴͈̗͇̺͈̊͠f̵̘̀̄͗͗̿̾̊͜į̙̝͔̗̥̇ͮͯ̓͂͝lͨ̎́̂ͬ͜҉̭ô͓͇̘̤̺̣͋͒̑ͨ̇̾̆̉p̺̫̞̎ͩ̒͗ͅą̇͐̆͏͖̩̖̗̗͙͕͜t̛͓̹̠̤̳̻̪͗ͩͬ͝͡r̵̛̼͕͍̱̪̩͍ͬ̏ͅi̟͍̪̥̝͇̪͂ͦ͆͜ͅá̴̛̮̪̖̦̫̣͖ͪ͆̃̾͂.͖̗̩̜͙̬̺̻ͭ̿ͫ͒̒̋ͧ͘ ̷̢̯̦̦̺̦͎̖̌͆͋͒̔͂͞A͔̩̤̘͙ͯ͊ͭͮ́ͅf͚̜̦̲̜͕̖̀͊ͨ̽ͨ͛͊͒̚f̴͍͈͕̹͓͖͉̥̯͌̈ͯ͛ͬ͂o̻̯̫͉̥̲̾̾̈́̽͆ͣ̊ͦ́͢g̯͛aͧ͛̓̓ͯ̀̌҉̡̜̝ͅṱ̴̢͈͋̈́̐̾ͤ̓̾o̘̳̜̥̽͋̐ͥͮ͠ ̲̳̳̠̗͎̤̦̒́̚ę̷͕͙̩̮̆ͨ͛͂̋̐ͤ̌̚m̢̯̟̫̫̪͔̻̿̉ͮ͗͗͝e̱̮̪̾̄̒̑̕͟͠r̸̗͓̯ͫ̀̓͛̀͒ͦs͒͐͒ͤ͏͙̱͉͓̟̜͎̱o̴͈̼̲̲̺̩̭ͨͯ͐ͤ̿̇̂͜ ̙̭̍̄ͭͨ͌̅͝o̟̱̰͉ͥ̔̾̋̆̔͐c̴̡͙̖͖͎̄̆̆ͧ̑c̨̧͉̞͓̯͎̖̙̰ͬ̌ͩ͆͢i̶̧̲͖̖̹ͮ̓̈͗̂ͣ̀͜d̙̮̐͊͆ͮ̓ͅŭ͉̹͕̹̹̗̦̬o̙͕̼͓̖͈͕̖̾̂ͧ͑ͬ̆ͧ̽̕.͓͍̳̱̘̮ͮ̃̈́ͅ »

    Commentò con voce ampiamente distorta ciò che aveva appena sbirciato su quel semipiano, senza più curarsi di risultare comprensibile al suo interlocutore. Accartocciandosi su se stessa, l’entità infine svanì nel nulla, ritirandosi nelle dimensioni superiori alla terza.

    Ma s’immagini ora quella stessa creaturina bidimensionale, immedesimandoci però nei panni di un bimbo sadico. Se si volesse torturare quell’esserino piatto da una posizione privilegiata, egli non potrebbe opporre resistenza. Dall’alto della terza dimensione si potrebbe spiare ogni sua mossa. Sarebbe facile impalarlo con uno spillo, come una farfalla da collezione. Basterebbe premere un bicchiere d’acqua sul suo mondo pianeggiante per affogarlo in un mare da cui gli sarebbe impossibile fuggire.

    Un insetto insignificante sarebbe sempre
    stato alla mercé di qualcun'altro.

     
    Top
    .
  8.  
    .
    AVATAR_DEFAULT

    Viaggiatore dei Mondi

    Group
    Member
    Posts
    3,131

    Status
    Anonymous

    « Ḱ̠̈̔͠ų̝͍̦̬͓͔̦̭̝̄̎͗̎̇ͤ̈́ͦ͟͝z̼̹̥̩̪̦̈̉̆ͩ̽̈́ͤͥͧ͞p͓͇̜ͥͬ̕͜o̤̞̯̼̙̲̽͆̎ͪ̏͑̔ͤ͑r̬͖̦͊͛ͮ̌a̴͔̲͐ͪ̑̂͋̉͘ţ͕̬͉̰͎͙͚̲ͧ̐̈ͮ̀ ̴̤͎͚͍̥̣ͤͫ͆o͓̳̓͊s̛͍͇̭̩̺̏͗̉͌ͮ̐͠t̫͕̺͖͓̹̰͂ͤã̉̿̈̎ͩ̌҉̱̰̗̣c͂ͭ́̔ͦ̊ͯ͂ͦ͏̳̥̯̱̗͔̬̝́͠o̙̭̯͎͔͇̲̹ͪ̓l͔͍̫̝̗̓̎͢ͅͅa̎͋̉̎ͣ͌ͫ̚͡͏͙͚͖ṉ͉̱͉̭͗̑͒̕ͅo̡̼̰̼̦̙̎͌̍̋̂ͅ ̴͈̗͇̺͈̊͠f̵̘̀̄͗͗̿̾̊͜į̙̝͔̗̥̇ͮͯ̓͂͝lͨ̎́̂ͬ͜҉̭ô͓͇̘̤̺̣͋͒̑ͨ̇̾̆̉p̺̫̞̎ͩ̒͗ͅą̇͐̆͏͖̩̖̗̗͙͕͜t̛͓̹̠̤̳̻̪͗ͩͬ͝͡r̵̛̼͕͍̱̪̩͍ͬ̏ͅi̟͍̪̥̝͇̪͂ͦ͆͜ͅá̴̛̮̪̖̦̫̣͖ͪ͆̃̾͂.͖̗̩̜͙̬̺̻ͭ̿ͫ͒̒̋ͧ͘ ̷̢̯̦̦̺̦͎̖̌͆͋͒̔͂͞A͔̩̤̘͙ͯ͊ͭͮ́ͅf͚̜̦̲̜͕̖̀͊ͨ̽ͨ͛͊͒̚f̴͍͈͕̹͓͖͉̥̯͌̈ͯ͛ͬ͂o̻̯̫͉̥̲̾̾̈́̽͆ͣ̊ͦ́͢g̯͛aͧ͛̓̓ͯ̀̌҉̡̜̝ͅṱ̴̢͈͋̈́̐̾ͤ̓̾o̘̳̜̥̽͋̐ͥͮ͠ ̲̳̳̠̗͎̤̦̒́̚ę̷͕͙̩̮̆ͨ͛͂̋̐ͤ̌̚m̢̯̟̫̫̪͔̻̿̉ͮ͗͗͝e̱̮̪̾̄̒̑̕͟͠r̸̗͓̯ͫ̀̓͛̀͒ͦs͒͐͒ͤ͏͙̱͉͓̟̜͎̱o̴͈̼̲̲̺̩̭ͨͯ͐ͤ̿̇̂͜ ̙̭̍̄ͭͨ͌̅͝o̟̱̰͉ͥ̔̾̋̆̔͐c̴̡͙̖͖͎̄̆̆ͧ̑c̨̧͉̞͓̯͎̖̙̰ͬ̌ͩ͆͢i̶̧̲͖̖̹ͮ̓̈͗̂ͣ̀͜d̙̮̐͊͆ͮ̓ͅŭ͉̹͕̹̹̗̦̬o̙͕̼͓̖͈͕̖̾̂ͧ͑ͬ̆ͧ̽̕.͓͍̳̱̘̮ͮ̃̈́ͅ »

    Accolse la risposta del Re Limoncello Giallo reclinando da una parte il capo con aria perplessa: l'Antico -in quel suo strano idioma indefinibile- aveva nominato un tale Affogato, ma l'Arcidemone era piuttosto certo che nessuno con quel titolo dimorasse o calpestasse il suolo della sua città, pertanto... non appena ebbe appurato che la questione non lo riguardava, le spalle fasciate nella giacca nera si sollevarono in un gesto istintivo di sollievo e menefreghismo.

    Stava dunque per accomiatarsi dall'ospite con l'ennesima riprova del suo elevatissimo savoir-faire che questi -senza nemmeno il tempo di salutarsi con un pragmatico
    “fuori dai coglioni”- svanì apparentemente nel nulla; probabilmente, da quel che poteva azzardare dalle sue letture e dal guizzo ineffabile che aveva increspato lo spazio della sua sfera percettiva, doveva essersela svignata per qualche altro piano sovrapposto a quello materiale, ma... in ogni caso, Mr. Yellow aveva lasciato il campo, e tanto bastava.

    « ...gran conversatore. »
    mormorò tra sé e sé con tono sarcastico

    Così, sistemandosi il bastone sottobraccio e intrecciando le mani guantate di bianco dietro la schiena, Fistadantilus si allontanò fischiettando lungo il corridoio; se non altro, nell'economia dei suoi affari, non era stata una completa perdita di tempo: ora aveva una piattola appiccicosa di cui preoccuparsi in meno, e un maniero in più da distribuire tra i suoi vassalli.

     
    Top
    .
7 replies since 1/3/2018, 18:57   416 views
  Share  
.