Tatters of the King

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  1. - Destino -
     
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    Viaggiatore dei Mondi

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    Il ticchettio delle suole delle proprie scarpe risuonava con una pigra cadenza per le alte volte dell'andito, restituendo al suo udito un'eco spettrale e distorta che gli faceva compagnia senza turbare la sua concentrazione; naturalmente, aveva calcolato che così facendo avrebbe anche svelato la sua presenza agli abitanti della casa -se ancora ne rimanevano in vita-, ma... in certe circostanze, annunciarsi è meglio che arrivare di soppiatto come un ladro.

    Muoversi per i corridoi della magione degli Ebonshire era una cosa piuttosto familiare, per quanto -in verità- avesse ormai già da qualche tempo preso le distanze da quel posto: non per qualche tipo di avversione o di risentimento, ma perché un paio di effetti collaterali avevano inaugurato per lui un periodo denso di imprevisti, per cui aveva semplicemente avuto di
    meglio da fare che non badare alle scenate di gelosia di un'amante occasionale, che -con una buona dose di isteria- aveva scelto un brutto momento per provare a pretendere qualcosa di più.

    Aveva esaudito qualcuno dei suoi capricci più vanesi e venali, e messo lo zampino in un paio di trattative di poco conto per farle concludere qualche affaruccio vantaggioso a entrambi come prassi di ordinaria amministrazione, ma... solo perché si era lasciato convenientemente
    sedurre dai suoi grossolani tentativi di irretirlo, e se l'era sbattuta qualche volta -giusto per gradire-, non era proprio il caso di buttarla in tragedia.

    Poteva capire che Galatea l'avesse presa male, ma c'erano modi più civili di darlo a vedere: poteva convertirsi ad un altro patrono (se fosse passata al suo Socio, le avrebbe anche fatto avere una raccomandazione), scaricare la frustrazione con qualche sanguinario rito dionisiaco, darsi allo shopping con la fortuna ereditata dalla dipartita del Lord suo marito...
    e invece quello. Aveva evocato un altro demone. Una misteriosa entità extraplanare (e pure piuttosto Antica). Proprio lì, nella piccola roccaforte che lui e Asmodeus Boetiah si erano costruiti con seria professionalità.

    jpgConsiderando come finivano i rituali di evocazione della maggior parte degli Antichi, l'Arcidemone non contava di trovare Lady Ebonshire ancora in vita per rispondere di quella deliberata offesa mossa contro di lui, ma neppure pianificava ritorsioni di sorta sulla creatura spigata nel bel mezzo del suo territorio: dopotutto, non aveva scelto lui di finire lì, perciò... avrebbe accolto il forestiero da buon padrone di casa, si sarebbe accertato delle sue condizioni, e poi si sarebbe premurato di indicargli cordialmente l'uscita.

    Seguendo la direzione che i suoi sensi soprannaturali gli suggerivano, raggiunse la porta dove una spirale di gradini si perdeva nell'oscurità, inabissandosi verso i sotterranei... e dove un tanfo più sottile di quello della morte -ma non per questo meno allarmante o insistente- si levava dalle profondità.

    Lì, in cima alle scale, attese che l'ospite emergesse alla superficie, e quando qualcosa di giallo-oro si mosse nelle tenebre, catturando il bagliore delle torce, lui l'accolse con le labbra pallide increspate in un sorriso, ed entrambe le mani bene in vista sul bastone da passeggio puntellato davanti a lui, dandogli qualche momento per notare la sua presenza.


    « Buonasera. ♪ »
    salutò con tono neutro e rilassato
    « Scusate il disordine: non aspettavo visite... »

     
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7 replies since 1/3/2018, 18:57   432 views
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